Dall Italia e dal Mondo- Pagina 18

Egitto: cosa accadrà dopo la morte di Morsi?

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Focus internazionale / di Filippo Re

L’improvvisa morte di Mohammed Morsi risuscita paradossalmente quella Fratellanza Musulmana egiziana, a cui l’ex rais apparteneva, che stroncata con la forza e messa a tacere dal suo successore, il generale Al Sisi, sembrava precipitata negli abissi. Oggi gli stessi Fratelli Musulmani che avevano portato Morsi al potere sono tornati a farsi sentire a gran voce annunciando manifestazioni di protesta in tutto l’Egitto e accusando il regime di essere in qualche modo responsabile della morte dell’ex presidente. È stato sepolto di notte, nel tentativo di dimenticarlo velocemente ma ciò non è bastato ad evitare reazioni e manifestazioni da parte dei sostenitori della Fratellanza musulmana che ora minacciano attentati per vendetta o per aumentare la tensione. All’ombra delle Piramidi la scomparsa di Morsi infiamma l’islam politico mentre il resto dell’islam tace o si compiace per quanto accaduto. Malvisto e detestato dall’Occidente, rimpianto dal turco Erdogan, dall’emiro del Qatar Al Thani, dai capi di Hamas, dagli iraniani e da pochi altri Mohammed Morsi voleva trasformare l’Egitto in uno Stato teocratico e fondamentalista governato dalla Sharia.

Guardato con paura e sospetto da europei e americani per i suoi profondi legami con la parte più radicale ed estremista del mondo islamico, Morsi viene invece ricordato con ammirazione da quei Paesi arabi e musulmani che lo hanno sempre appoggiato nella sua breve esperienza alla presidenza dell’Egitto. All’epoca di Mubarak i Fratelli Musulmani agivano clandestinamente e anche Morsi fu arrestato e imprigionato nel 2011. Evase dal carcere e dopo la caduta di Mubarak si candidò a presidente nel 2012 con il partito islamico “Giustizia e Libertà”, l’ala politica dei Fratelli Musulmani. Morsi fu eletto democraticamente nel 2012 e poi destituito poco più di un anno dopo, nell’estate 2013, da una grande sommossa popolare appoggiata dall’esercito che prese il potere. I militari lo destituirono perchè l’islam politico era ritenuto pericoloso e non affidabile anche se arrivò alla presidenza in modo democratico vincendo elezioni, tutto sommato, abbastanza libere e trasparenti. Ma ben presto Morsi e i suoi Fratelli musulmani ne approfittarono per eliminare drasticamente ogni forma di opposizione. L’Egitto passò dalla padella alla brace, dalla dittatura di Mubarak a quella di Morsi.

Era stato eletto con il motto “l’islam è la soluzione ad ogni problema” ma non risolse proprio nulla anche se ebbe poco tempo per provarci. Mise in atto una politica fortemente accentratrice e islamista cercando di inserire la Sharia, la legge religiosa, nella Costituzione e nell’ordinamento giuridico e facendola diventare la principale fonte della legislazione egiziana. Gli egiziani si ribellarono e milioni di giovani scesero in piazza chiedendo una politica separata dalla religione. Le sue azioni criminali, la persecuzione delle opposizioni, la sfida ai copti cristiani, la mancanza di libertà e diritti non piacquero all’Occidente che si allontanò dal nuovo regime. Le carceri si riempirono di dissidenti, migliaia di persone sparirono da un giorno all’altro e la tortura divenne una pratica quotidiana. A quel punto le Forze armate egiziane andarono al potere per ristabilire l’ordine. Morsi finì in carcere e il movimento islamista dei Fratelli musulmani fu messo fuori legge.

La sua rimozione dal potere ad opera dei militari fu approvata da molti noti esponenti della società civile egiziana come l’ex leader dell’opposizione laica e premio Nobel per la pace Mohamed El Baradei, dall’imam dell’Università al Azhar del Cairo, la più importante autorità del mondo islamico, Ahmad al Tayyeb e dal capo della Chiesa copta Tawadros II. Iniziarono i processi e arrivarono le prime condanne. Pur decapitati dalla scure di Al Sisi, presidente-dittatore, i Fratelli Musulmani tornano oggi a far tremare il gigante nordafricano e parlano di “morte deliberata dall’alto” mentre Ankara accusa “ i tiranni del Cairo e definisce Morsi un martire”. Nel Paese del Nilo è stato decretato lo stato d’emergenza e sulle strade della capitale sono state rafforzate le misure di sicurezza per il rischio di proteste e scontri. Morsi è stato presidente della Repubblica dal giugno 2012 al luglio 2013, nelle prime elezioni svolte dopo la caduta del dittatore Hosni Mubarak, ma poi era stato deposto da un golpe militare e da allora era stato in carcere e condannato varie volte. Nel 2017 gli furono inflitti 25 anni di carcere che si aggiunsero ai 20 previsti dalla condanna del 2015 nel processo per la morte di alcuni manifestanti durante una protesta.

L’ex ingegnere e rais era già stato condannato all’ergastolo per aver complottato con Hamas ed Hezbollah e in un altro processo era stato condannato a morte per gli incidenti avvenuti durante l’evasione di massa da un carcere ma questa condanna fu in seguito annullata dalla Cassazione. Anche gli ayatollah hanno espresso cordoglio e dispiacere per la scomparsa di Morsi insieme ai leader di Hamas, del Qatar e della Turchia di Erdogan. L’Egitto odierno, quello di Al Sisi, il nuovo Faraone, è un Paese che affolla le carceri con oltre 60.000 prigionieri politici, calpesta regolarmente i diritti umani ma nonostante tutto resta uno dei Paesi più tollerati e aiutati dalla comunità internazionale per il suo ruolo di baluardo contro i terroristi islamici. “Le cose in Egitto vanno sempre peggio, dichiara il noto scrittore egiziano Alaa al Aswani (Palazzo Yacoubian) e gli anni di Mubarak sembrano incredibilmente un buon ricordo..”

dal settimanale “La Voce e il Tempo”

Mediterraneo Requiem – in memoria delle vittime del mare

Il 24 giugno alle ore 21, nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Roma, verrà eseguito il Requiem di Fauré op.48 per soli, coro e pianoforte.

L’evento – organizzato dal Comitato Nazionale Fondazioni Lirico Sinfoniche e dal Teatro Baretti di Torino  intende offrire alla cittadinanza un momento di raccoglimento e riflessione sulla tragedia dei migranti che quotidianamente muoiono nei nostri mari. Artisti del coro provenienti dai teatri Petruzzelli di Bari, Comunale di Bologna, Lirico di Cagliari, Maggio Musicale Fiorentino, Carlo Felice di Genova, San Carlo di Napoli, Regio di Parma, Opera di Roma, Regio di Torino, Fenice di Venezia, Arena di Verona e dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con le voci soliste diValentina Escobar e Carmelo Corrado Carusosaranno diretti dal Maestro Fabio Biondi e accompagnati al pianoforte da Alberto Galletti. Precederanno l’esecuzione del Requiem alcune letture a cura di Davide Livermore e interpretate dalle attrici e dagli attori di Facciamolaconta. La serata sarà aperta da un’introduzione di Alessandro Gilioli e da un saluto di Alessandro Bertani, vice presidente di EMERGENCY. Tutti gli artisti partecipano a titolo gratuito. L’evento è reso possibile dal contributo di USB, Slc CGIL di Roma, Fistel CISL Lazio, Ecor Natura sì, Scuola Facilitatori, dall’autofinanziamento dei lavoratori e grazie a donazioni di cooperative, associazioni e singoli cittadini. L’ingresso è gratuito. Le offerte libere saranno devolute a Emergency.

 

Quando un’auto è un’opera d’arte, la Ferrari 250 Gto

È la prima volta che un’autovettura vede riconosciuta la tutela del diritto d’autore. Diventando così, a tutti gli effetti, una vera e propria opera d’arte, la pronuncia è storica

La Ferrari 250 GTO, top car della nota casa automobilistica e fiore all’occhiello del made in Italy, è un’opera d’arte.

Lo ha stabilito il Tribunale di Bologna – Sezione specializzata in materia di impresa – il 20 giugno 2019, pronunciandosi su un reclamo presentato da Ferrari per tutelare il design della nota vettura da un’imitazione.

La spiccata personalizzazione delle linee, delle forme e degli elementi estetici, secondo il Tribunale, hanno fatto della Ferrari 250 Gto un unicum nel suo genere, una vera e propria icona automobilistica.

Il valore artistico della forma del design, creata dal celebre “Maestro Scaglietti”, ha trovato oggettivo e generalizzato riconoscimento in numerosi premi ed attestazioni ufficiali, pubblicazioni e nell’esposizione in mostre e musei anche come scultura.

Tanto che, proprio recentemente, un esemplare della Ferrari 250 GTO, è stato battuto alla celebre casa d’asta Sotheby’s per oltre 41 milioni di euro.

Il giudice, revocando l’ordinanza oggetto di reclamo, ha inibito l’ulteriore diffusione del “rendering”, procedura che permette di generare, con un apposito programma, un’immagine digitale a partire da una serie di informazioni, nonché la produzione, la commercializzazione e la promozione pubblicitaria del modello di autovettura contestato.

La Ferrari, assistita dal prestigioso Studio Legale “Orsingher Ortu – Avvocati associati e Studio Torta – Consulenti in proprietà industriale”, realtà di riconosciuto livello nazionale e internazionale, fondata a Torino nel 1879, che ha redatto la perizia tecnica, ha potuto così vedere riconosciuti i propri diritti d’autore.

Vito Piepoli

Giappone, consigli per il viaggio

Più di undici ore di volo, dodicimila chilometri di distanza, un mondo diverso, diverso dal nostro, dalla nostra cultura, dalle nostre abitudini, differente persino dall’Asia che lo circonda. Moderno e all’avanguardia ma anche resistente alle tradizioni, antiche e gloriose, coinvolgenti e misteriose. Il Giappone, il paese del Sol Levante, profondità e sostanza, un luogo che dà la sensazione a chi lo visita di essere distante davvero, “lontano dalla mia vita” diceva Nicolas Bouvier, il viaggiatore svizzero. Questa isola, accompagnata da moltissime altre, merita di essere visitata, è un posto unico, fertile di cultura, fitto di contrasti, caratterizzato da una simmetria e da un equilibrio spesso incomprensibili. Tokyo, avanzata ed evoluta, con i suoi grattacieli, la sua vita frenetica, immensa e spiazzante. Kyoto antica capitale e centro religioso del paese, i suoi templi incastonati nelle vecchie case e il Cammino del Filosofo. Hiroshima memore di terribili e storici dolori, odierna città della pace con il suo imperdibile Memorial. Osaka vivace e produttiva con il Museo di Arte Moderna e la Cerimonia del tè. E poi Nikko, Inari, Nara, Miyajima, il Monte Fuji e una lista lunghissima di luoghi da conoscere e da vivere. La diversità, la lontananza e la complessità ci spingono alla scoperta di questa terra con uno spirito esplorativo e curioso, con una voglia irresistibile di conoscere e inoltrarci senza riserve in questa cultura millenaria, ma il viaggio è invitante anche per la serenità e la fiducia che questo luogo ci ispira, per la promessa di sicurezza e affidabilità. Alcuni consigli di viaggio renderanno la visita in Giappone ancora più comoda, faciliteranno il soggiorno e saranno di supporto preventivando alcuni possibili inconvenienti. Un primo suggerimento per prepararsi al viaggio è quello di andare sui blog di esperti del paese che sono, rispetto alle guide turistiche o alle brochure d’agenzia, più completi, minuziosi di particolari e punti di vista, per esempio: marcotogni.it , sognandoilgiappone.com o viaggiappone.com . Molto importante è l’affitto di un wifi portatile per almeno due motivi, il primo riguarda l’assenza di nomi delle strade e una mappa virtuale quindi può risultare davvero utile, il secondo riguarda la lingua: quasi nessuno parla inglese e un supporto digitale può essere d’aiuto per traduzioni e utilizzo dei trasporti pubblici (ordinabile online prima di partire, da ritirare e consegnare in aeroporto o nel primo/ultimo albergo dove si soggiorna) . E proprio riferito agli spostamenti è il prossimo consiglio: l’acquisto del Japan Rail Pass, per viaggiare in treno per evitare di acquistare i biglietti ogni volta, e della Suica o Pasmo Card per usufruire dei trasporti a Tokyo. Un servizio molto utile (a pagamento) è l’invio delle valige da un albergo all’altro, questo consente di viaggiare leggeri soprattutto se tra due soggiorni si inseriscono gite giornaliere.

Il volo per il Giappone dall’Italia è davvero lungo, molte sono le compagnie che ci arrivano a cominciare dalla nostra compagnia di bandiera che ha il volo diretto ma solo su Tokyo mentre le altre europee arrivano e ripartono anche da Osaka e per chi fa il tour è molto comodo non dover tornare nella capitale giapponese per il rientro. Considerato il tempo da passare in aereo sarebbe meglio che l’aereo fosse comodo e grande per permettere un minimo di movimento e la seduta con lo spazio necessario per riposare . Qualcuno vola, a mio avviso, con aerei troppo piccoli per rotte così lunghe.

Gli alberghi sono molto curati e puliti, anche le categorie minori, si può soggiornare quindi senza spendere una fortuna, l’unica cosa da controllare è la dimensione della stanza che rispetto ai nostri standard è decisamente più piccola. Sicuramente da fare è l’esperienza del ryokan, l’albergo tipico giapponese, notte sul futon, cena sul tatami e relax nell’onsen, le loro terme, dove si accede esclusivamente senza indumenti. Se si vuole risparmiare un po’ si può escludere la colazione solitamente abbastanza costosa, non si avranno problemi a trovare catene internazionali o bar locali.

Mangiare è semplice, ci sono ristoranti ovunque perfino alcune fermate delle metropolitane hanno un’ala ristorazione. Oltre al cibo giapponese, buonissimo anche nei locali più piccoli e semplici, si trova molto facilmente anche quello internazionale e perfino l’italiano. Per ovviare al problema della lingua e per fare chiarezza sul cibo offerto le vetrine dei locali espongono plastici dei piatti, alcuni invece hanno all’esterno delle macchinette per ordinare e pagare, il cibo verrà poi ritirato al bancone e mangiato ai tavoli.

I periodi più indicati ma anche più turistici, e quindi affollati sono, per la fioritura dei ciliegi, marzo e aprile e l’autunno sia per il clima ma anche per i colori che la natura offre. Maggio è un altro periodo buono per andare ma attenzione alla Golden Week, che in genere cade nella prima settimana, feste nazionali e vacanza per i giapponesi. In questo periodo gli abitanti del luogo viaggiano e fanno pellegrinaggi, trovare posto negli alberghi, sui treni o aerei è più difficile.

Quest’ultimo più che un consiglio è una positiva costatazione: la proverbiale gentilezza dei giapponesi a cui bisogna abituarsi. Sì perché è davvero tanta, presente in ogni loro gesto, a decoro di ogni azione e di rinforzo in ogni loro risposta: inchini, sorrisi, tentativi ad ogni costo per accontentare le persone a cui forse non siamo abituati e che potremmo considerare spesso come formalità inutile, ma non è così, è parte della loro meravigliosa e delicata cultura, anche questo è il Giappone.

Maria La Barbera

 

Mamma, padre e patrigno arrestati per abusi su ragazzina di 11 anni

DALLA LIGURIA

Mamma, padre e patrigno di una ragazzina sono stati arrestati dai carabinieri per violenza sessuale. La donna e il compagno avrebbero abusato della bambina quando aveva solo 11 anni,il padre invece quando la figlia era già maggiorenne. La madre  e il compagno sono accusati di violenza sessuale su minore, il padre di violenza sessuale. La giovane è una ragazza italiana di 20 anni e ha svelato ai carabinieri di essere stata violentata da quando  ne aveva 11 dal patrigno e dalla mamma, entrambi italiani. Gli abusi sono emersi ad aprile dopo che era andata a vivere con il padre naturale che a sua volta l’ha stuprata. I fatti sono avvenuti in Liguria.

Ragazzina si cala dal balcone per uscire con le amiche, cade: è grave

DALLA LOMBARDIA

I genitori le avevano impedito di uscire con le sue amiche, così una diciassettenne ha cercato di calarsi dalla finestra di casa ma è caduta ferendosi in modo grave. E’ precipitata dal secondo piano di una palazzina di Cusano Milanino. Verso la mezzanotte è stata soccorsa e trasportata al San Gerardo di Monza, dove è stata sottoposta a un intervento neurochirurgo. Rimane ricoverata in prognosi riservata e non sarebbe  in pericolo di vita.

JAZZASCONA APRE GIOVEDÌ CON IL JAZZ COSMOPOLITA DI SERGIO CAPUTO & FRANCESCO BACCINI

 

Non c’è migliore inizio che rompere gli indugi con quello che il pubblico mai si aspetterebbe da una rassegna storicamente legata alle sonorità jazz. L’apertura della dell’edizione 2019 di JAZZ ASCONA, parte, infatti, all’insegna dello swing ironico e meticcio della coppia Sergio Caputo & Francesco Baccini, The Swing Brothers, per l’appunto.

Il palco principale della rassegna vedrà, a partire dalle 22, i due noti artisti italiani – accompagnati per l’occasione da una band – letteralmente rimbalzarsi i rispettivi successi – da “Un sabato qualunque” a “Sotto questo sole” per continuare con le “Donne di Modena”, “Italiani mambo” e il “Garibaldi innamorato” – in un vero e proprio ping-pong musicale, così come lo hanno descritto i diretti interessati. Nel corso della performance non mancheranno momenti di curioso storytelling. Se musicalmente Caputo pare votarsi a una fusion nel segno pop di Carlos Santana, Baccini non cede al facile desiderio di abbandonare le sue intenzioni blues portando il mood ironico della coppia verso i confini della satira.

Per tutti i numerosi appassionati e i turisti curiosi convenuti sulle rive del Lago Maggiore, la giornata inaugurale di JAZZ ASCONA parte con gli standard blues & boogie woogie dello spagnolo Lluís Coloma alle 17:45 al RSI Corner; continua con il tributo dei Blues Swingers a T-Bone Walker, uno dei pionieri della chitarra elettrica (Stage Elvezia, dalle 22.30); per concludersi oltre la mezzanotte allo Stage New Orleans con la Midnight Session, l’appuntamento dei giorni festivi, con il progetto Southern Spirit del bavarese Christian Willisohn.

 

EVENTI DA NON PERDERE:

19:00, Municipio/City Hall
Ambrosia Brass Band & Friends, Opening Second Line/Welcome to Ascona

17:45-19:00 (RSI Corner) – Lluís Coloma, Blues & Boogie Woogie Piano Standards

20:00-21:30 (Stage New Orleans) – Boogie Connection

20:15-21:15 (Stage Seven) – Al Copley & The Locals, Bluesin’ the Piano

21:45- 23:45 (Stage al Pontile) – Raphael Jost Quartet, With Nat King Cole in Mind

21:45-23:45 (Stage Seven) – Sand’s 2B a Band feat. Enrique Parra

22:00-23:30 (Stage New Orleans)
Sergio Caputo & Francesco Bacccini, Jazz Ascona 2019 Opening Concert

22:30-00:00 (Stage Elvezia) – The Blues Swingers, T-Bone Jumps Again

00:00-01:30 (Stage New Orleans) – Christian Willisohn’s Southern Spirit, Midnight Session

00:00 (Enoteca La Cambüsa) – The Syncopators,  Jam Session

Litiga con il marito e si lancia in mare dalla nave

DALLA LIGURIA

Aveva litigato con il marito e si è buttata in mare dalla nave da crociera Msc Seaview, nel porto di Genova. La donna, irlandese di 43 anni, è stata recuperata dalla capitaneria di porto e trasferita in codice rosso all’ospedale Galliera. La turista aveva bevuto e dopo un litigio  ha deciso il gesto eclatante lanciandosi da una ventina di metri. Ora è fuori pericolo.

Tre italiani su dieci mentono su dove vanno in vacanza

Il meteo, la qualità dell’alloggio e la quantità di alcol consumato sono tra le bugie più comuni. Siamo i secondi più “bugiardi” in Europa

Le vacanze si avvicinano per la maggior parte degli italiani e molti già hanno iniziato a vantarsi con amici e colleghi sulle mete paradisiache scelte per questa estate e i fantastici hotel e resort in cui alloggeranno. Fino a qui nulla di strano, a tutti piace condividere l’entusiasmo e le emozioni che precedono la partenza per le tanto attese e meritate ferie, peccato però che secondo il potente motore di ricerca di voli e hotel www.jetcost.it non sia proprio tutto vero, anzi, il 32% degli italiani mente su dove va in vacanza. Tra le varie bugie non ci sono solo quelle che riguardano la qualità dell’alloggio e il tempo trovato nella località di villeggiatura, siamo soliti esagerare, a quanto pare, anche sulla quantità di alcol bevuto nei momenti di relax.

Il team di Jetcost ha realizzato un sondaggio, nell’ambito di uno studio più allargato sulle esperienze degli europei durante le loro vacanze condotto su 3.000 persone (500 per ogni nazionalità tra britannici, spagnoli, italiani, tedeschi, portoghesi e francesi) di età superiore ai 18 anni e con almeno un viaggio fatto negli ultimi dodici mesi. Inizialmente, a tutti gli intervistati è stato chiesto se avevano mai mentito o esagerato su qualche aspetto delle loro vacanze e ben il 65% ha risposto di sì; alla domanda successiva, nello specifico su cosa avevano mentito, queste sono state le risposte più comuni:

1. Sulle condizioni meteo trovate in vacanza – 33%
2. Circa la destinazione raggiunta – 32%
3. Sulla qualità dell’alloggio – 25%
4. Sulla quantità di alcol consumato – 23%
5. Sulla quantità di denaro speso – 21%
6. Sul numero delle escursioni / attività culturali fatte – 17%

A tutti coloro che hanno partecipato al sondaggio è stato chiesto anche se avevano mai dichiarato a un amico o a un membro della famiglia che si erano goduti le vacanze più di quanto avessero effettivamente fatto e il 70% ha riconosciuto di averlo fatto, mentre il 58% ha ammesso che non avrebbe mai rivelato a nessuno che la sua vacanza era stata un fallimento.

Volendo approfondire le ragioni per cui hanno mentito sulla meta della vacanza, in molti hanno detto: “Perché mi vergognavo di dire dove sono stato realmente” (34%), altri: “Perché volevo impressionare” (28%), altri ancora: “Perché non ero stato da nessuna parte” (25%) e “Non volevo essere da meno degli altri” (14%). Le bugie, è risultato, sono state dette per lo più a “colleghi” (34%), “amici” (26%) e “familiari” (13%).

Le destinazioni più gettonate in cui gli intervistati hanno inventato di essere stati, invece, Stati Uniti (33%), Europa (26%), Sud America (221%), Asia (19%) e Africa (15%).

Inoltre, il 10% di coloro che ha affermato di aver mentito sulla meta della vacanza, ha ammesso di aver anche pubblicato una falsa immagine del posto sui social network!

Per quanto riguarda i dati a livello europeo, gli italiani sono risultati secondi nella “classifica dei bugiardi” su alcuni aspetti delle loro vacanze, dietro agli spagnoli:

1. Spagnoli 68%
2. Italiani 65%
2. Portoghesi 60%
4. Britannici 58%
5. Francesi 47%
6. Tedeschi 45%

Un portavoce di Jetcost ha dichiarato: Le vacanze vanno godute fino all’ultimo e in ogni loro aspetto e gli italiani sanno bene come darsi da fare per renderle indimenticabili, anche se a quanto pare a molti questo non basta, perché, come si evince dal sondaggio, sentono chiaramente il bisogno di esagerare e mettersi in evidenza a costo di mentire su dove sono stati o cosa hanno fatto. In un mondo ormai sopraffatto dalle condivisioni sui social network, le persone sentono di dover dimostrare il loro valore agli altri e di dover sembrare al meglio in ogni occasione, ma così facendo non si godono momenti importanti e non si rendono conto che la vita non è una competizione. Una deriva pericolosa, soprattutto riflettendo sul fatto che uno su dieci si riduce a pubblicare una foto falsa sul proprio profilo pur di farsi notare”.

Garibaldi, l’animalista in camicia rossa

Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi, uno dei padri della patria, oltre ad essere sempre pronto – come dice Massimo Bubola nel testo della sua bella canzone, “Camicie rosse” – “a menare le mani per la libertà”, nutriva uno sconfinato amore per gli animali. Ed è questo,  probabilmente, uno degli aspetti meno conosciuti della sua complessa e poliedrica personalità. Un amore, il suo, che lo spinse nel  1871 a fondare, assieme alla contessa di Southerland, la “Società Reale per la protezione degli animali“, divenuta poi l’attuale Enpa.

Sfogliando le note storiche dell’ Ente Nazionale per la Protezione degli Animali  – che custodisce documenti e lettere firmate di suo pugno da Garibaldi – si scopre infatti che le origini stesse dell’associazione vanno fatte risalire al 1° aprile 1871, anno in cui Giuseppe Garibaldi, su invito di una nobildonna inglese – lady Anna Winter, contessa di Southerland –  incaricò con una lettera inviata da Caprera il suo medico personale, dottor Timoteo Riboli, di costituire una società per la protezione degli animali, annoverando la signora Winter , il medico e se stesso come soci fondatori e presidenti onorari. Un atto fondamentale che costituisce il più antico documento conosciuto contro il maltrattamento degli animali.

Fu così che nacque la “Società Reale per la Protezione degli Animali“, con un ufficio provvisorio a Torino, al primo piano del n. 29 di via Accademia Albertina, di cui la storica tipografia di Vincenzo Bona stampò, nel 1872, uno Statuto Sociale, stilato in lingua italiana, inglese, francese e tedesca.

Marco Travaglini