Dall Italia e dal Mondo- Pagina 10

Al Museo Accorsi Ometto le luci e i colori dei costumi teatrali di Caramba

In scena in una mostra di grande fascino

Il mese di aprile si apre al Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto con una mostra di eccellenza, dal titolo “In scena! Luci e colori nei costumi di Caramba”. Si tratta di un omaggio alla bellezza intesa non soltanto come eleganza delle forme, ma anche preziosità dei tessuti e cura dei particolari, attraverso un’esposizione dedicata al maestro dei costumi teatrali Luigi Sapelli, in arte Caramba.

La mostra mette in risalto l’elevato livello della produzione del costumista piemontese, attraverso una quarantina di suoi costumi, scelti tra gli oltre tremila appartenenti alla collezione Devalle di Torino. La Casa d’Arte Caramba fu fondata a Milano nel 1909. Tra i pezzi più iconici da lei realizzati figurano preziosi esemplari per il dramma dannunziano “Parisina” e per la prima rappresentazione della Turandot di Puccini, avvenuta nel 1926, con la direzione del maestro Arturo Toscanini al teatro alla Scala di Milano. Figurano anche i costumi rinascimentali realizzati con i preziosi velluti di Mariano Fortuny e i costumi per Elisa Cegani e Luisa Ferida, firmati da Gino Carlo Sensani nel film intitolato “La corona di ferro”, realizzato dal regista Alessandro Blasetti nel 1941.
Sono presenti in mostra anche diversi tessuti della manifattura Mariano Fortuny, a sottolineare la collaborazione tra i due artisti, che prese avvio all’indomani della creazione della Casa d’Arte Caramba, in cui si riunivano molteplici professionalità, dalle ricamatrici ai sarti, dai calzolai ai fabbri, in grado di dar vita a costumi di grande valore artistico.
Sono anche presenti i bozzetti della collezione della Sartoria teatrale Pipi di Palermo, che mostrano raffinati dettagli dal punto di vista pittorico rispetto alla consueta produzione di Caramba.
Ricerche e studi intrapresi per la realizzazione dell’esposizione hanno permesso di compiere entusiasmanti scoperte, tra cui quella dello splendido manto piumato esposto in mostra che, fino a oggi, non si sapeva per quale opera fosse stato realizzato. Finalmente è stato assegnato alla “Parisina” di Pietro Mascagni su libretto di Gabriele d’Annunzio. E stesso destino è capitato al manto usato da Elisa Cegani nel film “La corona di ferro”, che ha ricevuto una corretta attribuzione. È stato indossato dalla celebre soprano Maria Callas per il Nabucco, andato in scena al teatro San Carlo di Napoli, il 20 dicembre 1949.
Caramba fu un vero e proprio “Mago del costume”, artista e imprenditore, capace di rivoluzionare il campo dei costumi teatrali. Aboli’ la tradizione del “trovarobato”, figura cui era affidata la scelta de costume di scena, fondando la propria Casa d’Arte omonima e imponendo la sartoria teatrale come un autonomo atelier e vestendo con abiti nuovi dai protagonisti fino all’ultima comparsa.
Caramba, nome d’arte di Luigi Sapelli, nacque a Pinerolo nel 1865 e morì a Milano nel 1936. Costumista e scenografo, iniziò la sua carriera da autodidatta come caricaturista a Torino, disegnando poi gli allestimenti per le compagnie d’opera Dalla Guardia, Vitale, Marchetti. Quando fondò la Casa d’Arte Caramba, iniziò a fornire abiti di scena ai maggiori teatri, La Scala, la Fenice di Venezia, il Regio di Torino, l’Opera di Roma, il Metropolitan di New York, realizzando costumi storici e contemporanei e collaborando anche con il Vate. Fu il vero interprete del costume di scena in chiave moderna e innovativa, rivoluzionandone la concezione. Direttore dell’allestimento scenico alla Scala dal 1923 fino alla morte, realizzò anche costumi di fantasia liberamente ispirati alla storia, curati nei particolari, nella scelta dei colori, nei disegni e nel taglio. Oggi sono conservati nei depositi del Teatro alla Scala o al teatro dell’Opera di Roma. Ispirati alcuni all’antico Egitto, altri al costume esotico, al Settecento e Ottocento, i suoi abiti di scena, pur ricalcando un’epoca, la interpretano in maniera assolutamente innovativa. Fu amico dell’artista e scenografo catalano Mariano Fortuny e fu capace di usare formule nuove per i tessuti e creare effetti di luce per valorizzare la scena. La sua bravura consisteva nella capacità di curare i particolari, da un bottone a un’asola.
La sua vita fu anche ricca di rapporti con importanti personalità del mondo artistico e musicale dell’epoca, quali Toscanini, Puccini, Mascagni, Leoncavallo, Eleonora Duse, Emma Gramatica, Guido Marchetti, Ruggero Ruggeri, il coreografo Massine, Marco Praga, Sem Benelli e gli artisti Wildt e Bistolfi.

Mara Martellotta

La mostra sarà aperta dal 7 aprile al 4 settembre 2022 presso il Museo Accorsi Ometto in via Po 55.
Orari: martedì, mercoledì, venerdì dalle 10 alle 18
Giovedì dalle 10 alle 21
Sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19.
Chiusura il lunedì.
Tel 011837688

Chagall ed il suo retroterra culturale ebraico. In mostra al Mudec di Milano

La vita inquieta e tormentata di Marc Chagall viene ripercorsa nella mostra dal titolo “Chagall.

Una storia di due mondi”, ospitata fino al 31 luglio prossimo al Mudec di Milano, attraverso alcune delle sue opere più significative, caratterizzate da una espressività delicata, ma al contempo forte, dal punto di vista cromatico.

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Libri: a tu per tu con Alessandra Prosperi

Abbiamo intervistato l’autrice del racconto “Inevitabilmente” pubblicato da Booksprint

– Le sue esperienze personali hanno influito sulla decisione di dedicarsi alla scrittura?
Le mie esperienze personali influiscono sempre sulla mia vita,sono una persona molto istintiva e a seconda di quello che la vita mi pone davanti affronto tutto con coraggio e determinazione,certo ho anche momenti di sconforto, ma da questo traggo la forza per andare avanti. Non a caso nella prefazione del mio primo libro ho detto che sono come una fenice….il mio libro non è autobiografico, ma c’è molto di mio, infatti come Alessia ho dovuto lottare per il lavoro, la fabbrica dove lavoravo io ha chiuso x dislocamento ma io e altri colleghi ai tempi facemmo una lotta dura creando un presidio davanti alla fabbrica per non far andare via i macchinari. Cichiamavano gli” irriducibili dell’haemonetics”,ma questa è un’altra storia… cmq in conclusione le mie esperienze di vita mi hanno reso la persona che sono oggi e in questo libro c’è tanto di mio, dall’amore per la mia stupenda città Ascoli Piceno, all’amore per il calcio tra cui l’Ascoli calcio… all’amore in generale che aiuta ad andare avanti anche nei momenti più bui…

– Ha in programma di scrivere nuovi libri in futuro?
Sono già all’opera con altri 2 libri, uno è quasi in conclusione un altro è agli inizi, non è facile trovare il tempo per scrivere, ho comunque una famiglia, una casa, il mio lavoro di network marketing…ma la passione per  il mondo dei libri, mi nasce da dentro da quando ero piccola, considerando che a 6 anni ho letto grazie a mia madre Piccole donne, ho questo ricordo in cui lei mi porta per la prima volta in libreria, rimasi affascinata da questo posto pieno di libri e da allora ho sempre letto. Da qui ho provato a scrivere e pare che il risultato sia piaciuto a tante persone, quando ho capito che il libro era pubblicabile, quando la Booksprint mi ha detto che era un ottimo libro sono rimasta stupita, ma la cosa migliore è ricevere recensione da chi non conosci e sentirsi dire che il libro è stupendo perchè è pieno di messaggi positivi. Ho ricevuto tante dimostrazioni di stima che non credevo, certo ci sono state anche “critiche” ma quelle sono costruttive e le sto usando per questi libri che sto scrivendo.

– Oltre a scrivere le piace leggere? Che libri legge?
Amo i libri, il cartaceo ,sentire tra le dita la consistenza dei libri, il loro profumo. Holetto tutti i generi possibili…anche autori stranieri tea cui Tolstoj etc…da Danielle steel, Stephen King. A 11 anni lessi Dracula di Bram Stoker, senza libri nn riuscirei a vivere sinceramente mi piace perdermi in quel mondo spegnere il cervello, le preoccupazioni e sognare e immaginare le storie che leggo,f orse x questo mi piace anche scrivere, inventarmi storie, personaggi, parlare della mia città. E’stupendo poter scrivere i miei pensieri e le mie idee: il mondo dei libri ti lascia spazio per poterti esprimere come si vuole, è un mondo fantastico dal quale è difficile” uscire”.

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“Inevitabilmente”: un racconto di Alessandra Prosperi

Un aiuto per il trasporto di anziani, malati e rifugiati ucraini

Riceviamo e pubblichiamo

L’Onlus Aiuto di Torino, oltre a realizzare il trasporto gratuito agli anziani, disabili, per i servizi sanitari e in particolare per i malati oncologici, da oggi estende il suo servizio ai rifugiati Ucraini in fuga dalla guerra giunti a Torino. Per prenotare il servizio chiamare dal Lunedì al Venerdì dalle 10.00 alle 12.00 al numero di Tel.011 2421073.

San Valentino da Osteria Rabezzana con le serenate al tavolo

Che belle le serenate…quelle di un tempo, quando lui , da sotto la finestra della sua amata, si preparava per cantare la sua canzone preferita e poterle così dichiarare il suo eterno amore. 

Da molto tempo, ormai, questa usanza è più in auge ma all’Osteria Rabezzana, punto di riferimento oltre che gastronomico anche musicale delle serate torinesi, per la sera di San Valentino potrà trovare nuovamente ispirazione, con una serenata dedicata alla coppia, per dare all’atmosfera quel tocco di antico romanticismo che, forse, manca da un po’.
Il duo composto da Roby Avena e Angelo Palma ( già compagni musicali con Simone Campa della Paranza del Geco, che tante volte ha allietato le serate all’osteria), propongono un menù “musicale” al tavolo ma su ordinazione. Un’ esibizione in acustico , dedicata e personalizzata, che prevede l’utilizzo degli strumenti tipici che caratterizzano le melodie delle serenate, la chitarra o la fisarmonica. Ogni coppia potrà scegliere il proprio brano durante la cena, direttamente da un repertorio di 30 canzoni diverse che saranno poi interpretate dal vivo dai musicisti. Le scelte musicali spaziano dal classico canto d’amore, ma che declinano anche a sonorità tradizionale sudamericane ed europee. Si potranno anche scegliere brani tipici della Torino di una volta, romantici valzer e melodie francesi.
Ad accompagnare questo prelibato menù musicale, ci pensa l’altrettanto gustoso menù “gastronomico” pensato da chef Giuseppe Zizzo: composto dalle classiche portate di antipasto, primo, secondo e dessert, è un insieme di piatti tradizionali ma non solo, densi di quei gusti un po’ “particolari” che, per l’occasione speciale, vengono richiesti.
Si spazia, dunque, da piatti a base di pesce, come il crudo di crostacei e molluschi  o il risotto con capasanta  e crema di cime di rapa, a quelli a base di carne, come l’innovativo raviolo di lepre su vellutata di patata e timo o il carrè di cervo ai frutti rossi.
Il dessert? A base di cioccolato e frutti rossi, naturalmente.
Due menù, due cuori, una stessa passione: la condivisione del bello e del buono. A partire non solo dal cibo.
Chiara Vannini
Osteria Rabezzana – Via San Francesco D’assisi 23, Torino 
tel. 011543070
 
Info e prenotazioni: 

Leasing in costruendo, grande opportunità per le opere pubbliche

Informazione promozionale 

Leasing in costruendo: trasferire i rischi e garantire i tempi. L’esempio del Palazzetto dello Sport di Sanremo. Ne parliamo con il professionista torinese Ing. Ciardiello

D. Ingegnere, anche lei a Sanremo oggi come il nostro sindaco Lo Russo. Per il Festival o per l’Eurovision?
R. No, sono qui per altro. I comuni della Liguria realizzano molte opere pubbliche col “Leasing in costruendo”, strumento che consente di trasferire i rischi e di garantire di terminare in tempi brevissimi, come per il Palasport di Sanremo e un parcheggio in centro. Io sono qui per visionare le opere già in corso e per seguire l’iter di quelle programmate.

D. Ma questo nuovo metodo lo utilizzate solo per lo sport e i parcheggi?
R. No, si utilizza molto anche per le scuole, per la sanità e per molti altri settori. Oggi gli Amministratori si rendono conto che solo il questo modo riescono a realizzare opere senza intoppi nè troppa burocrazia, garantendosi anche il finanziamento.

Il sindaco di Sanremo, Biancheri

D. Chi finanzia?
R. Esi.pro lavora con Banca ICCREA e con le Banche di credito cooperativo che operano sul territorio e che finanzia le opere che poi vengono ripagate in venti anni a rate.

L’ing. Ciardiello intervistato dal Tg3 Rai

D. Avete progettato molte opere? E sono ultimate?
R. Si molte, molte sono in itinere altre già ultimate e utilizzate. Il Palasport di Sanremo sarà presto a disposizione dei cittadini ma anche dei molti torinesi in vacanza.

Chieri ricorda il magistrato Livatino

Sarà collocato presso l’auditorium del liceo Monti di Chieri, intitolato al magistrato Rosario Livatino, un pannello informativo o un QR-code, concordandone con l’istituto scolastico posizione e contenuti, al fine di evidenziare le caratteristiche peculiari della vita del “giudice ragazzino”, assassinato dalla stidda agrigentina il 21 settembre del 1990, e Beatificato da Papa Francesco lo scorso mese di maggio: è quanto prevede una Mozione approvata dal Consiglio comunale di Chieri, con 22 voti a favore, e presentata dal consigliere di minoranza Luigi FURGIUELE (Gruppo Misto di Minoranza).

 

 

«Papa Francesco ha definito Rosario Livatino martire di giustizia ed esempio di legalità, per questo ringrazio il consigliere Luigi Furgiuele per la sua proposta-commenta il Sindaco Alessandro SICCHIERO-Rosario Livatino con il suo sacrificio è diventato uno dei simboli della cultura della legalità e della lotta alla mafia, un simbolo come Falcone, Borsellino ed il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che noi ricordiamo nel giardino del nostro Municipio. Come sostituto procuratore prima e giudice poi, Livatino ha indagato lo stretto legame tra mafia e affari, svolgendo la sua attività con sobrietà, rigore morale, fermezza e instancabile impegno. Come ha affermato il Presidente Mattarella, ricordare la vile uccisione di Rosario Livatino significa richiamare la necessità di resistere alle intimidazioni della mafia opponendosi alle logiche compromissorie e all’indifferenza, che minano le fondamenta dello stato di diritto».

Massimo Iaretti

La tragedia della gru: “Quando non è un caso”

Caro direttore,

quando una tragedia come quella di sabato 18 dicembre accade nella provincia dove vivi e lavori, quando a quel “bar dell’angolo” ci hai fatto più volte colazione, quando conosci bene il manovratore ferito che vive nel tuo stesso comune ecco che, nella tua mente – con ancora più forza – nascono molte riflessioni. 
Queste disgrazie non sono solo figlie del destino cinico e neppure dell’ esasperata concorrenza del “libero mercato”: il libero mercato, infatti, si sarebbe autoregolamentato meglio, facendo crescere le professionalità necessarie, anche per prevenire situazioni di pericolo.
Purtroppo invece la nostra generazione ha gestito e governato per emergenze con ideologie dirigiste: non è un caso che i due più recenti disastri a Torino (l’incendio del palazzo in Piazza Carlo Felice di inizio settembre e il crollo della gru di sabato) siano accaduti in cantieri di ristrutturazione, spinti da agevolazioni fiscali che hanno dato alle imprese lo stesso effetto da “sostanza stupefacente” che il reddito di cittadinanza ha dato al mondo del lavoro dipendente (in un caso di iper eccitazione, nell’altro di sedazione).
Premesso che, al momento, non sono state accertate responsabilità, è impressionante constatare che entrambi i cantieri fossero della medesima Impresa torinese, dato statisticamente rilevante.
In questi mesi, i giornali ci hanno raccontato della mancanza di materie prime, di scarsità di tubolari per i ponteggi, di polistirolo per le coibentazioni e vogliamo credere – in generale – che non si debba far ricorso a maestranze necessariamente formate in fretta?
Occorre deregolamentare il mercato del lavoro ma – contemporaneamente – intensificare i controlli su poche fondamentali regole, potenziando gli ispettorati che vigilano sulla sicurezza. Non possiamo pensare che ci siano funzionari per recuperare da Palermo a Vicenza 0,01 euro pagati in meno su una multa stradale e non vi siano sufficienti professionisti, “consulenti pubblici”, che vigilino e coordinino la sicurezza sul lavoro!
Lo Stato non riesce a realizzare il grattacielo della Regione Piemonte in oltre 10 anni e propone (esagerati) vantaggi fiscali ai quali si deve accedere con una corsa ad ostacoli.
Ecco, le tre vittime sono cadute perché “correvano” in un percorso ad ostacoli, e non per un caso.
Carlo Nicosia
Chivasso

Barbara Vigorito: “Riscoprire motivazione al successo per uscire da pandemia”

La professionista torinese illustra una serie di strumenti utili alla prevenzione, gestione e superamento del disagio personale e professionale al tempo del Covid.

Covid, tempo di confusione, incertezza, ansie e timori. Alla luce di un biennio difficile e imprevisto, impensabile e impensato, aumenta l’esigenza di ricercare nuovi strumenti con i quali fronteggiare al meglio il presente storico in corso.

Assistiamo a un depauperamento progressivo della fiducia verso sé stessi e il prossimo. La pandemia in corso, anziché avvicinare le persone, ha prodotto un fenomeno di monadizzazione crescente della società attuale, in cui pare affermarsi sempre più sottilmente quell’homo homini lupus di hobbesiana memoria”.

Lo afferma Barbara Vigorito, professionista specializzata stimata professionista torinese con pluriennale esperienza maturata nella gestione del lutto, del dolore cronico e nel supporto alle vittime di abuso, pronta a inaugurare anche a inizio 2022 un nuovo calendario di seminari dedicati alla formazione di professionisti delle Costellazioni Familiari – strumento efficace e utile nella risoluzione sistematica e definitiva di potenziali irretimenti tesi a compromettere la qualità della vita – le cui iscrizioni sono già in corso dallo scorso 22 Novembre.

Ed è così che, in uno scenario complesso quale quello contingente, “Diventa opportuno parlare di successo. Ovvero di ciò che tale termine significa e sottintende a livello soggettivo per ciascuno. Rapportando contesti, ambizioni, desideri, capacità, risorse, spazi, luoghi e possibilità anche con quel fattore spesso poco o per nulla considerato che si chiama inconscio, il quale esercita comunque un ruolo determinante nella riuscita efficace e duratura di progetti di vita e d’impresa”, spiega Barbara Vigorito, esperta anche nella formazione e sostegno ai managementaziendali.

La mia metodica si basa essenzialmente su tre elementi ricorrenti: ascolto, elaborazione e gestione dei conflitti, counseling e costellazioni rivolte a soggetti provati e professionisti. Il bilanciamento e l’equilibrio nel ricorso agli stessi avviene in forma tailor made a seconda della persona che partecipa alle sedute”, approfondisce la professionista con studio in Via Davide Bertolotti 7 a Torino, e in curriculum anche importanti esperienze formative in materia teatrale e di doppiaggio: che offre nell’esercizio della propria professione di Counselor titolato quale valore aggiunto nella ricerca di un nuovo asset individuale con cui fornire stabilità e prospettiva ai soggetti che necessitano un riposizionamento funzionale in termini di rapporto sogni e bisogni. Avvicinando così, di fatto, la comunicazione interiore alle persone in un’ottica di maggiore identificazione e condivisione.

L’obiettivo è superare le barriere del visibile e dell’invisibile che si cela in ciascuno di noi. E che, spesso, può costituire una prigione apparentemente trasparente in grado di annullare il processo di autodeterminazione e autocoscienza progressivo che conduce alla piena realizzazione di sé. Ricercare le potenzialità inespresse che albergano in ciascuno, portarle in emersione filtrandole e depurandole dalle maglie delle sovrastrutture e dalle reti del condizionamento operante è il punto di partenza e di arrivo dei percorsi che propongo in termini di miglioramento e ritrovamento di un solido benessere acquisito e mantenuto”.

Per poi concludere: “Ritengo la formazione l’ossigeno del professionista. Motivo per cui offro strumenti e spunti sempre nuovo in grado di arricchire la filiera comunicazionale tra professionista e protagonista di ogni incontro. Riallineando la persona a sé stessa. Riposizionando al contempo modi, pensieri, attitudini, comportamenti, stili e azioni rispetto a figure e schemi familiari, professionali, amicali e relazionali distopici e disfunzionali. Ricercando le cause del disagio in totale assenza di giudizio e trasformando ogni crisi in altrettante opportunità. Siamo tutti chiamati a diventare persone nuove. E l’uomo nuovo post-Covid nasce e parte anche da qui”, conclude Barbara Vigorito diplomatasi alla ‘Hellingher Schule’, il primo e più autorevole ente formativo in Costellazioni Familiari basato sul metodo originale del suo fondatore, il noto e stimato psicoterapeuta tedesco Bert Hellingher, altresì specializzata in ipnosi regressiva legata alle problematiche connesse a stirpi e albero genealogico.

Tutte le informazioni su corsi, appuntamenti, sedute e incontri sul sito www.barbaravigorito.com.

 

Prevenzione del disagio, al via i seminari in Costellazioni Familiari

Barbara Vigorito: “Dal 22 novembre aperte le iscrizioni per il 2022 per futuri costellatori professionisti con il metodo ufficiale Bert Hellinger”

Al tempo del Covid dilaga l’incertezza anche nelle dinamiche relazionali, rendendo necessari nuove prospettive e altrettanti approcci per superare l’impasse continente in termini di impatto col disagio diffuso crescente.
“Tra le forme di trattamento alternative utili a fronteggiare al meglio il presente rientrano anche le Costellazioni Familiari”, afferma Barbara Vigorito, stimata professionista torinese con pluriennale esperienza maturata nella gestione del lutto, del dolore cronico e nel supporto alle vittime di abuso, pronta a inaugurare a inizio 2022 un nuovo calendario di seminari dedicati alla formazione di Costellatori professionisti.
“Si tratta di una valida metodologia di presa di coscienza e risoluzione di una vasta gamma di problematiche che derivano dalla famiglia e dalla stirpe di origine e possono manifestarsi nella vita di ogni giorno sul piano del benessere individuale, delle relazioni interpersonali, del processo di autorealizzazione”.
Il fondatore delle costellazioni familiari sistemiche, lo psicoterapeuta tedesco Bert Hellinger, iniziò a esporre le sue teorie tra gli anni ’70 e ’80, partendo dall’idea “che i componenti di una famiglia – approfondisce in dettaglio l’esperta – siano in una relazione sistemica tra di loro, proprio come le stelle all’interno delle costellazioni. Aveva compreso che all’interno di tutte le famiglie esistono ruoli ben definiti in ognuno dei quali si posiziona un membro di essa, proprio come le stelle all’interno di una costellazione, in cui il movimento di una condiziona anche le altre come in un vero e proprio sistema. I nostri genitori, nonni e antenati in generale continuano a vivere dentro di noi e inconsciamente influenzano la nostra vita. Spesso siamo noi a vivere alcune delle loro emozioni irrisolte o a condividerne parte del destino e possiamo chiamare queste situazioni ‘irretimenti” che il professionista titolato può contribuire a risolvere in un’ottica di miglioramento della vita del cliente”, spiega Barbara Vigorito, Counselor di lunga data con una laurea in Scienze Infermieristiche prossima alla seconda in Psicologia, cresciuta alla ‘Hellingher Schule’ nonché docente accreditata da ‘Fac Certifica’, ente di ‘Accredia’.
“Il requisito di base per poter intraprendere questa professione è, prima di tutto, di aver lavorato con sé stessi, affrontando al meglio percorsi efficaci di crescita personale: tutti argomenti, questi, che costituiscono la base della metodica esposta durante i seminari tenuti durante un weekend intensivo al mese con al centro del discorso temi-cardine quali sistemica della famiglia, della gerarchia nella famiglia e di tutto quello che è l’inconscio collettivo della stirpe della persona che si sottopone a costellazione” racconta Barbara Vigorito, i cui corsi prevedono una parte comune, con possibilità di ulteriori approfondimenti mirati al rilascio della certificazione professionale utile all’immissione nel mondo del lavoro da parte proprio di ‘Fac Certifica’ con piena validità giuridica.
“Obiettivo e risultanza della nostra metodica è risoluzione del problema del costellante, ovvero di chi sceglie di sottoporsi a tale approccio. Portare dunque alla luce le dinamiche disfunzionali che impediscono di vivere una vita quotidiana serena e felice e in armonia. Il Costellatore opera in molteplici campi: innanzitutto sulla persona stessa, vista sia singolarmente che all’interno di un contesto familiare, lavorativo, ambientale, di coppia, genitoriale, affrontando anche temi delicati come il rapporto con la malattia e la stirpe. Può lavorare in tutti gli ambiti. Esistono anche le Costellazioni Aziendali. In Brasile addirittura le impiegano in campo giuridico, sanitario, come altresì racconto anche nella mia tesi di laurea in Psicologia”, aggiunge la Dottoressa: i cui seminari e corsi sono rivolti anche a chi volesse approfondire anche soltanto uno o più degli argomenti di studio. Ottenendo sempre il riconoscimento e validazione del monte ore effettivamente svolto, recuperabile totalmente qualora si scegliesse liberamente di intraprendere il percorso da Costellatore mediante il rilascio di un attestato di frequenza specifico indicante la materia trattata e la formazione effettivamente svolta.
Perché, osserva in ultima istanza Barbara Vigorito, “Il Costellatore è un libero professionista che lavora ovunque, e può scegliere la modalità di svolgimento della propria professione. Una figura sempre più richiesta, utile e necessaria in una società frammentata e in continua evoluzione, in cui occorre recuperare il valore dell’ascolto attivo per una migliore gestione e risoluzione del disagio personale e interrelazionale su più fronti”.
Con l’obiettivo di promuovere l’efficacia di un metodo che merita di esser ancora più conosciuto ed espanso a quanti potrebbero avvertirne l’esigenza senza ancora conoscerne l’esistenza. “E orientare così al lavoro nel sociale nuovi professionisti dell’ascolto con tutte le opportune specializzazioni nel completamento di un percorso umano e professionale che li renda capaci di inserirsi in un quadro sociale in continua evoluzione”, chiosa la professionista torinese con studio in via Davide Bertolotti 7.
L’inizio dei corsi per diventare Costellatori Familiari è fissato per Gennaio 2022. Mentre a Milano il 4 e 5 dicembre prossimi avrà luogo un seminario aperto a tutti: con in più la possibilità, per chi vi parteciperà, di vedersi riconosciute le ore svolte nel computo complessivo di quelle necessarie qualora si scegliesse di aderire al corso completo di formazione in Costellazioni Familiari conseguendo l’apposito titolo di studio.
Dal prossimo 22 novembre sono invece aperte le iscrizioni, scrivendo alla Segreteria Organizzativa all’indirizzo e-mail info@barbaravigorito.com, e richiedendo altresì, per chi fosse ulteriormente interessato, l’inserimento espresso in anagrafica per la corretta ricezione delle comunicazioni riguardanti l’intero programma di attività della Scuola accreditata di Costellazioni Familiari fondata sul metodo originale Bert Hellinger.
Tutte le informazioni sul sito www.barbaravigorito.com.