



L’ingresso con cena e spettacolo costa €25. L’ingresso al solo spettacolo costa € 15
Eleanor Oliphant sta benissimo, di Gail Honeyman è il più apprezzato e commentato romanzo del mese, seguito, a debita distanza, da La ragazza con la Leica, di Helena Janeczek, vincitore dell’ultima edizione del Premio Strega che, però, sta lasciando molte perplessità nei nostri iscritti, mentre continua ad essere amato e citato Il linguaggio segreto dei fiori, di Vanessa Diffenbaugh, che torna, puntuale, tra consigli di lettura . Obiettivo Irlanda: molti post chiedono consigli su letture che raccontino la storia di questa splendida terra o vi siano ambientati. Ecco una piccola selezione di titoli meno citati, per lettori e viaggiatori curiosi e interessati alla storia contemporanea: Una stella di nome Henry è uno dei migliori titoli di Roddy Doyle e rivisita i fatti che portarono alla nascita dell’Eire rinunciando al tono edificante di certa letteratura più schierata, ma conducendo il racconto con perizia e la consueta vena ironia; lo stesso argomento è affrontato, in modo più didascalico, da 1916 , splendido affresco storico di Morgan Llywellyn del quale non esiste ancora una traduzione italiana; la questione Nord Irlandese è al centro della splendida storia di amicizia narrata da Robert McLiam Wilson in Eureka Street. Amanti dei saggi, ecco tre titoli, di genere molto diverso, per chi ama la lettura a carattere divulgativo: a chi interessa approfondire i meccanismi psicologici che regolano le gerarchie sociali e il ruolo del leader consigliamo La via di Shackleton, di Margot Morrel e Stephanie Capparel; ai lettori interessati alla biologia segnaliamo Il mondo d’acqua, di Frank Schätzing, una storia della Terra con il racconto di teorie, ipotesi, scoperte; Salonicco, città di fantasmi, di Mark Mazower è invece il consiglio per gli appassionati di storia e politica. Ai lettori più curiosi ed esigenti, la nostra redazione consiglia: Chiamami col tuo nome, di André Aciman, dal quale è stato tratto un recente film; il classico della letteratura tedesca Woyzeck, di Georg Büchner; il drammatico Terra matta, di Vincenzo Rabito.Tra le discussioni più accese del mese vi invitiamo a partecipare a quella sui libri da leggere in spiaggia: leggeri passatempi o volumi impegnativi? Fateci sapere la vostra opinione iscrivendovi al gruppo Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri!
Eleanor Oliphant sta benissimo, di Gail Honeyman (Garzanti) – La ragazza con la Leica, di Helena Janeczek (Guanda) – Il linguaggio segreto dei fiori, di Vanessa Diffenbaugh (Garzanti).
Obiettivo: Irlanda. Una stella di nome Henry, di Roddy Doyle (Guanda) – 1916 , di Morgan Llywellyn (TOR) – Eureka Street, di Robert McLiam Wilson (Fazi).
Saggistica: La via di Shackleton, di Margot Morrel e Stephanie Capparel (Sonzogno) – Il mondo d’acqua, di Frank Schätzing (TEA) – Salonicco, città di fantasmi, di Mark Mazower (Garzanti).
Lettori esigenti: Chiamami col tuo nome, di André Aciman (Guanda) – Woyzeck, di Georg Büchner (Garzanti) – Terra matta, di Vincenzo Rabito (Einaudi)
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Testi : valentina.leoni@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it
Grafica e Impaginazione : claudio.cantini@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it
La terza edizione del Torino Short Film Market (Torino 22/25 novembre 2018), organizzata dal Centro Nazionale del Cortometraggio in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema – Torino Film Festival, sarà presentato ufficialmente il 1° settembre, alle16.00, a Venezia al Festival del Cinema (Hotel Excelsior, Italian Pavilion)
Sarà l’occasione per illustrare le principali caratteristiche dell’appuntamento torinese grazie al quale chi ha realizzato o vuole realizzare un corto può trovare un coproduttore, un distributore o un buyer. La deadline per iscrivere film e progetti all’edizione 2018 del TSFM è fissata per il 10 settembre. L’edizione dello scorso anno ha richiamato produttori, filmmaker e distributori da 36 Paesi, fra cui Australia, Brasile,Canada, Cina, Francia, Giappone, Spagna e Stati Uniti, trasformando così il Torino Short Film Market in soli tre anni nel più importante evento industry italiano dedicato ai cortometraggi. “Credo di poter affermare, senza timore di essere smentito, che il TSFM si possa definire un successo che scaturisce dal felice incontro tra la dimensione internazionale e lo spirito di innovazione” – afferma Jacopo Chessa, direttore del Centro Nazionale del Cortometraggio – “Per questo lavoreremo ancora per consolidare a livello internazionale il ruolo della manifestazione”.
Le call aperte sono:
Digita!, che prevede pitching di 7 minuti in inglese per i 10 progetti di contenuti digitali (VR e digital series) selezionati, incontri one-on-one e una tavola rotonda tra società di produzione nazionali e internazionali.
Distributors Meet Buyers, una sessione di pitching per i rappresentanti delle compagnie di distribuzione, durante la quale i selezionati avranno 7 minuti per presentare il loro catalogo di distribuzione. A seguito della sessione i partecipanti avranno incontri one-on-one con i buyers presenti.
Oltrecorto, la sezione dedicata ai progetti di lungometraggio o serie tv basati su un cortometraggio precedentemente completato. Anche in questo caso sono previsti pitch e incontri one-on-one.
Pitch Your Fest! è, infine, l’innovativa sessione di pitching per organizzatori di festival e rassegne che prevedano cortometraggi in programma.
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Il 3° Torino Short Film Market è realizzato con il sostegno di: MiBACT, Regione Piemonte, Istituto LUCE – Cinecittà, Film Commission Torino Piemonte, Camera di Commercio di Torino, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT.
Il libro dedica un capitolo a Benedetto Croce che soggiorno’ in vacanza in Val di Susa
Sabato 4 agosto alle ore 16 alla biblioteca di Bardonecchia, via Bramafam 17, Giuseppe Piccoli, Emilio Papa, Gianna Passaggio presenteranno “Grand’Italia”di Pier Franco Quaglieni , ed.Golem, che raccoglie i ritratti di 31 donne e uomini importanti della storia italiana del ‘900 .Interverrà l’autore storico e giornalista , direttore del Centro Pannunzio. Il libro dedica un capitolo a Benedetto Croce che soggiorno’ in vacanza in Val di Susa a Bardonecchia e a Meana e un capitolo ad Aldo Garosci, storico e politico nativo di Meana .
Domenica 5 agosto 2018, alle 11 del mattino, ad Alto (CN) nel cuore della Val Pennavaire, sul confine tra Piemonte e Liguria, verrà ricordata la figura di “U Megu”, il medico e partigiano imperiese Felice Cascione, ucciso dai nazifascisti il 27 gennaio 1944 dopo uno scontro a fuoco in località Case Fontane, nei pressi di Alto. L’iniziativa, promossa dal Comune di Alto in collaborazione con l’Anpi di Cuneo, Savona e Imperia, patrocinata e sostenuta dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale, fa parte del programma di eventi per il centenario della nascita di Cascione.La cerimonia si svolgerà in piazza San Michele dove sarà cantata “Fischia il Vento”, l’inno dei partigiani scritto proprio da Felice Cascione nel settembre del 1943 sulla musica della popolare
canzone sovietica in lingua russa “Katjuša”, diffusa durante l’ultima guerra mondiale. Porterà il saluto del Consiglio regionale del Piemonte il Presidente Nino Boeti. L’orazione ufficiale sarà tenuta da Carla Nespolo, Presidente nazionale dell’Anpi. Felice Cascione era nato cent’anni fa a Porto Maurizio (l’attuale Imperia), il 2 maggio 1918. Medaglia d’oro al valor militare, l’autore di “Fischia il Vento” fu un esempio di vita e di valori. Le azioni vittoriose contro gli occupanti e contro i fascisti si alternavano all’assistenza che il giovane medico – “bello e vigoroso come un greco antico”, come lo descrisse Alessandro Natta- prestava ai montanari delle valli da Albenga a Ormea. Fu proprio la sua generosità di medico a tradirlo. Cascione non consentì ai suoi partigiani di eliminare due prigionieri delle Brigate nere ( “Ho studiato venti anni per salvare la vita di un uomo, come posso acconsentire a dare la morte a due persone che hanno errato perché non hanno avuto, come noi, la fortuna di essere educati alla libertà, alla bontà, alla giustizia? I due prigionieri hanno salva la vita “) e pagò con la vita il coraggio di questa scelta, dopo che uno di questi fuggì e denunciò la presenza dei
partigiani. “Il tuo nome è leggenda, molti furono quelli che infiammati dal tuo esempio s’arruolarono sotto la tua bandiera…”. Così scrisse un giovanissimo Italo Calvino, quasi a commento della scelta che fece insieme al fratello Floriano di arruolarsi nella seconda divisione d’assalto partigiana Garibaldi, intitolata allo stesso Cascione, proprio all’indomani dell’uccisione di “U Megu”. In piazza San Michele, ad Alto, una targa che ricorda che la canzone simbolo della Resistenza fu intonata per la prima volta in quello stesso luogo, il 6 gennaio 1944.
Sul palco anche ‘Gli Sconnessi’ e ‘I 60 Beat’, successo per la Sesta Edizione che ha raccolto fondi per il ‘Museo del Grande Torino’
Gran finale per lo ‘ZERO Festival Beer’.A Pianezza (TO), in Via Torino 29/B presso l’area spettacoli ‘Vertigo’ dove questa sera sono di scena grandissimi nomi del miglior cabaret nazionale. A salire sul palco, infatti, saranno Beppe Braida e Gianluca Impastato, insieme a ‘Gli Sconnessi’, supergruppo di valenti attori comici torinesi, più la musica de ‘I 60 Beat’. Bilancio positivo, dunque, in termini di affluenza, per l’affermata kermesse divenuta con successo parte integrante del circuito delle grandi manifestazioni estive piemontesi che quest’anno prende il nome proprio da ‘ZERO’, il primo social utility network della storia nato a Torino da un’idea dell’imprenditore Cristiano Bilucaglia che, dal 2015, riesce ad azzerare le bollette di luce e gas, canone Rai e accise comprese, per la gioia dei consumatori. Conduce la manifestazione Claudio Sterpone, attore cinematografico e stimato cabarettista già nel cast di ‘Colorado Cafè’, ‘Zelig Off’ e molti altri. Media partner dell’evento è ‘Radio GRP’, storicamente la Radio più ascoltata e seguita in Piemonte, mentre la Direzione Artistica porta la firma di Andrea Carbonara e Marco D’Angeli. Per informazioni, è disponibile il sito www.scelgozero.it e la Pagina Facebook ‘ZERO FESTIVAL BEER’ (https://www.facebook.com/FestivalbeerDruento/).
La Valcerrina è sempre stata, per la sua conformazione e la sua posizione, terra di castelli, ma prima ancora è stata terra di chiese e di luoghi di devozione. E Odalengo Grande, paese il cui nome denota chiare origini longobarde derivando dal termine “Adelingi” (che indicava i nobili discendenti da antiche famiglie da cui dipendevano gli arimanni( non ne è da meno. Su un territorio comunale che, a dispetto di una popolazione che supera a malapena le quattrocento anime, è abbastanza ampio e suddiviso nelle frazioni di Sant’Antonio, Vallestura, Cicengo, Pozzo, Casaleggio, Frostolo e Torre San Quilico, oltre al capoluogo, ci sono ben quindici chiese, costruite in tempi differenti ma che stanno a testimoniare la religiosità della Valle. Sul piano secolare, invece, la prima testimonianza scritta dell’esistenza di Odalengo Grande è del 14 marzo 940: da un
documento storico risulta che al “Placito” di Asti siano intervenuti due nobili cavalieri: Gunterius e Vuilelmus de Adelingo. La conferma che Audelingo sia l’attuale Odalengo si ha dal fatto che il nome del paese nel dialetto locale faccia “Audaleng”. I primi insediamenti nell’attuale territorio comunale però, sono antecedenti e derivano probabilmente da un antico pago romano; infatti, ci si trova sulla strada che univa le importanti città romane di Vardagate ed Industria ed inoltre i longobardi erano soliti occupare solo punti strategici e fortificati che gli permettessero il controllo del territorio nonostante il loro ridotto numero. Venendo, invece, a passare in rassegna i luoghi di
culto, e partendo dal capoluogo, arroccato sulla collina si erge la chiesa di San Vittore, che sorge non lontano dal castello. L’attuale sito venne costruito per volontà del marchese Luigi Gozani, con la posa della prima pietra benedetta il 14 aprile 1785. Si è ipotizzato un intervento del Magnocavalli.
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Presso il camposanto di Odalengo Grande c’è un’altra chiesa dedicata a San Vittore, forse ne fu la prima parrocchiale.In Regione Scarfenga si trova, invece, la chiesa intitolata a San Grato, proprietà privata (è l’unica non di proprietà diocesana), difficilmente raggiungibile, citata in atti della Diocesi di Vercelli del 1299. L’attuale edificio è stato eretto intorno al 1890.Sul colle di Moncucco, “inglobata” nel bosco sorge la chiesa della Madonna della Grazie, con annesso Romitorio. Recentemente è stata teatro di un concerto con l’intento di ravvivarla e c’è intenzione da parte del Comune d’intesa con la Parrocchia di provvedere ad un recupero del luogo e della chiesa. Nella frazione Vallestura sorge invece la chiesa intitolata a San Grato, già parrocchia dal 1734, poi soppressa nel 1986- Lungo la strada provinciale, ex strada statale 590 della Valcerrina che porta, nelle sue direzioni, verso Casale Monferrato e Torino, c’è la chiea di san Quilico, tra Vallestura e Pozzo. E’ una cappella in stile eclettico, costruita alla fine del secolo XIX a fianco del campanile, unico resto dell’antica chiesa. Edificata in tempi recenti è quella della Madonna Assunta nella frazione Pozzo, con il contributo degli abitanti, e funzionante dal 26 maggio 1963 Nella frazione Casaleggio si trova la chiesa intitolata a Santa Liberata, Santa festeggiata il 18 gennaio. Il luogo di culto è utilizzato soltanto durante il periodo estivo. Presso il camposanto di Cicengo c’era una antica chiesa, si pensa
risalente intorno al Mille, già chiesa parrocchiale ed intitolata a San Secondo. E’ stata riaperta al culto nel 2008. Sempre a Cicengo si trova una chiesa intitolata a San Sebastiano, parrocchia intorno al 1632, ampliata nel 1667 come testimonia un’epigrafe in terracotta. Si sviluppa su tre navate. A cinquecento metri ad Ovest di Odalengo Grande nella Valle c’è la chiesetta di San Martino, isolata ed abbandonata, A Riovalle “frazione” di Sant’Antonio si trova invece la Santissima Trinità, del secolo XVIII, attualmente non utilizzata. In passato aveva un paliotto in scagliola del 1737 di Francesco Soleri, trasferito nella parrocchiale di Sant’Antonio. A Sant’Antonio il luogo di culto è intitolato a Sant’Antonio Abate. E’ stato costruito tra la fine del Settecento ed il 1819. Presenta una facciata neo – classica in mattoni a vista, un campanile in mattoni a vista, altare maggiore ottocentesco e coro ligneo nell’abside. Presso il cimitero della frazione ci è la vecchia chiesa pure dedicata a Sant’Antonio Abate. Infine da segnalare la chiesa di San Rocco edificata nel 1880.
Massimo Iaretti
Alle ore 21 torna il festival teatrale
GIUSEPPE CEDERNA
in
“DA QUESTA PARTE DEL MARE”
Uno spettacolo teatrale tratto dall’omonimo libro di Gianmaria Testa
29 luglio ore 21
Teatro Fassino – Via IV novembre, 19, 10051 Avigliana TO
Domenica 29 luglio alle ore 21 torna il festival Borgate dal Vivo al Teatro Fassino di Avigliana, con lo spettacolo teatrale “Da questa parte del mare”, ispirato all’omonimo libro di Gianmaria Testa e interpretato da Giuseppe Cederna, per la regia di Giorgio Gallione.
“Da questa parte del mare” racconta di un viaggio, fatto di storie e canzoni sulle migrazioni umane, sulle radici dei popoli e sul senso dell’umano. Lo spettacolo, che mescola le parole di Gianmaria Testa a quelle dello scrittore Marco Revelli e di Alessandra Ballerini, avvocatessa, affronta il tema delle migrazioni odierne, raccontando semplici storie di uomini e donne. Cederna sarà la voce di Gianmaria Testa, con piccoli momenti dedicati alle sue canzoni, e dei migranti in un continuo passaggio tra ruoli differenti, legati tra loro da un elemento costante: il mare, che salva e insieme danna.
“BRUCIARE LA FRONTIERA”
Incontro con Carlo Greppi e presentazione del libro
29 luglio ore 17
Scuola di Melezet, Frazione Melezet, 97 – Bardonecchia
Domenica 29 luglio Carlo Greppi presenterà il suo ultimo libro “Bruciare la frontiera”, (Giangiacomo Feltrinelli Editore) in dialogo con Francesco Piperis, responsabile della comunicazione del festival Borgate dal Vivo. L’appuntamento si terrà per le ore 17 presso la scuola del Melezet di Bardonecchia. Il romanzo “Bruciare la frontiera” è ambientato nelle Terre di confine tra l’Italia e la Francia, luoghi che hanno visto nel 1943 uomini e donne fuggire dalla guerra; profughi in cui i due giovani amici protagonisti del romanzo riconoscono la stessa disperazione dei nuovi migranti che cercano oggi invano di attraversare le frontiere. Parallelamente viene raccontata la storia di un ragazzo tunisino che, per amore, tenta il passaggio in Francia. Tre ragazzi a confronto, simili per età, voglie e sentimenti, molto distanti nelle possibilità.