Addio a Savelli, editore e spirito libero della sinistra critica

Di Pier Franco Quaglieni / E’ morto a 78 anni Giulio Savelli, uno degli editori più emblematici di quella sinistra critica  minoritaria che non è mai stata tollerata dal PCI perché  capace di ribellarsi al suo conformismo egemonico.

I giornali hanno scritto di Savelli, mettendo in evidenza tre libri che la casa editrice pubblico’: il celebre e dirompente saggio di Alberto Asor Rosa “Cultura e popolo”, la polemica ed aspra  “Strage di Stato” che riguardava il drammatico atto terroristico di Piazza Fontana a Milano  e il  celebre romanzo  “Porci con le ali” di Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice che divenne anche un film di successo. In effetti Savelli pubblicò circa 1200 titoli  improntati ad uno spirito libero anche se a volte discutibile. Se si pensa al plumbeo conformismo degli Editori Riuniti, si apprezza  comunque l’atteggiamento di Savelli incurante di quelle discipline cadaveriche  a cui quasi tutti gli intellettuali obbedivano  senza obiettare agli ordini del partito. Chi scrive ha sempre contestato  le ipotesi di quel libro collettivo su Piazza Fontana che ha fornito del  materiale a quella  demagogia parolaia  che porto’ all’assassinio del commissario Luigi Calabresi  e non ha mai voluto leggere “Porci con le ali” che pure esprimeva un senso di  condivisibile liberazione sessuale che rappresenta forse l’ unico elemento positivo della contestazione studentesca. Savelli ha anche pubblicato l’ultimo libro di Ernesto Rossi “Pagine anticlericali” che rappresenta la posizione più estrema del grande polemista che  accusava anche i comunisti di essere succubi del Vaticano. Pier Luigi Battista  che un tempo era un giornalista che amava le eresie, sul “Corriere della Sera”  non ha dedicato un rigo al Savelli che  insieme ai filosofi  Lucio Colletti e Marcello Pera  e allo storico Piero  Melograni   nel 1996 fecero scandalo perché si candidarono nelle liste di Forza Italia. Furono i cosiddetti professori che ebbero vita breve nel partito di Berlusconi che si lasciò sfuggire di mano gli unici intellettuali veri  che avrebbero potuto dare una consistenza culturale al partito e al Centro – destra nel suo insieme su basi autenticamente liberal – democratiche. Forza Italia privilegiò gente incolta e politicamente incapace, emarginando un gruppetto di uomini pensanti di raro ingegno anche politico. Era gente che per lo più veniva dalla sinistra e che aveva maturato la convinzione che libertà e marxismo erano termini incompatibili e che l’ex partito comunista di Occhetto e di D’Alema aveva cambiato nome, ma non i suoi contenuti e soprattutto i suoi metodi politici. Alla fine degli Anni 70 Savelli aveva fondato il settimanale indipendente  “Il Leviatano” a cui collaborarono uomini come Alberto Ronchey e Rosario Romeo.
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Dopo circa un anno Savelli era già nel gruppo misto di Montecitorio. L’ unico che resistette per  tre legislature fu Marcello Pera che fu eletto presidente del Senato, ma cadde in disgrazia agli occhi di Berlusconi che, anche in questo caso, perse un uomo di cultura raffinata e libera che aveva contribuito a diffondere in Italia insieme ad Antiseri  il pensiero liberale  di Popper. Quel gruppetto dimostrò comunque che l’egemonia ottusa di chi  pretendeva che gli intellettuali suonassero, per dirla con Vittorini, il piffero per la rivoluzione, era finita. Ma l’ inconsistenza culturale del centro- destra non capì l’importanza di avere uomini come Savelli . Savelli sposò la giornalista Pialuisa Bianco, donna di rara intelligenza, dalla grinta polemica molto vivace. Diresse “L’indipendente” dopo Feltri, portando quel giornale ad un ottimo livello, liberandolo dalle volgarità illiberali  feltriane in quell’epoca vicine al giustizialismo di Di Pietro e di Bossi. Le  venne poi affidata una trasmissione televisiva che durò poco e  successivamente venne relegata  a Bruxelles a dirigere l’istituto italiano di cultura. Anche Pialuisa Bianco venne trascurata a vantaggio di lacchè privi di qualità Intellettuali che si riveleranno anche poco affidabili. Uomini come Savelli avrebbero potuto anche realizzare iniziative editoriali di vasto respiro, creando per tanti spiriti liberi un’occasione di pubblicare i propri libri, come in parte modesta fa  Rubbettino. Pensate, ad esempio, ad un Savelli a capo della Mondadori cosa avrebbe potuto  rappresentare. Era un uomo libero  che seppe mantenere una costante indipendenza di giudizio e seppe fare scelte coraggiose e controcorrente . Come editore di sinistra si potrebbe paragonare a Feltrinelli che pubblico ‘ libri che Einaudi aveva rifiutato. Peccato che Feltrinelli abbia  poi concluso  drammaticamente la sua vita, giocando a fare il terrorista. Ho avuto il piacere di incontrarlo e di apprezzarne le doti umane ed intellettuali che non vennero capite o, forse,  proprio  perchè vennero afferrate vennero respinte. Mettere ministro alla cultura il cantore poetico di Berlusconi Sandro Bondi  ed aver allontanato quei professori fu un errore gravissimo ed irrimediabile che ha pesato e pesa  più che mai anche oggi.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com
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