CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 537

I musei? Svecchiamoli ma lasciamoli musei

/

Ormai da diversi anni è invalsa l’insana abitudine di trasformare i Musei, anche quelli più ricchi di opere, talmente carichi che resta difficile visitarli in un giorno, in Mostre a tema.

Di Donatella D’Angelo *
.
Queste Mostre, a volte basate sul nulla, oppure per promuovere un personaggio, un artista straniero, si basano su una pletora di curatori, allestitori e responsabili  a vario titolo, decine di collaboratori, arrivando a cifre  talmente elevate che viceversa, con gli stessi importi si potrebbe  restaurare un monumento in degrado.  Pertanto è stata una piacevole sorpresa,  sentire dal neo Direttore di Palazzo Madama a Torino,Giovanni Villa, che è sua intenzione e programma, invertire questa tendenza.
Palazzo Madama, infatti per chi  torinese non è, rappresenta una pregevole quanto curiosa costruzione, tanto da farla definire da Guido Gozzano la “casa dei secoli”, dall’impianto romano,passando dal medioevo, al barocco, al risorgimento al XX secolo.
.
Proprio nel secolo appena passato, nel 1934 ,assurse al ruolo di Museo, stante il grande conoscitore di Arte e di Arti, quale fu Giuseppe Bottai, con un  sapiente restauro conservativo, dopo essere stata la dimora delle Madame Reali Cristina di Borbone  e Giovanna Maria Battista di Nemours, quindi a tutti  gli effetti una Dimora Sabauda, tanto da renderla una  consuetudine per i Savoia, organizzarvici soprattutto  feste e matrimoni. Al suo interno vi è ancora il ricco mobilio originale, tanti  dipinti importanti e varie collezioni dalle statue lignee medievali,alle porcellane ,ai bronzi ,ai merletti, ignorate ,sconosciute e non visibili  dalla sovrapposizione forzosa ed un po’ invadente di alcuni allestimenti discutibili, in occasione delle tantissime Mostre, qui allestite nelle varie sale.
E che dire del più iconico dei Musei italiani, il Museo dei Musei, il primo in assoluto, essendo nato da una felice intuizione di Francesco I  de Medici nel 1574 per condividere con i fiorentini la eccezionale ed unica collezione in Europa contenuta nei suoi Uffizi?
.
I vari riallestimenti, che assorbono  anziché  esaltare le opere, nonché i forzosi spostamenti di opere, primo fra tutti  il ritratto del Bronzino di Eleonora de Toledo, moglie di Cosimo I de Medici, dalla “sua” Tribuna, una Wunderkammer, concepita dal Buontalenti nel 1581, il cuore degli Uffizi anzi la prima intuizione di quello che poi sarebbe stato un museo ,spostato poi nella Sala 65.
Ora gli Uffizi che sono la più straordinaria  collezione italiana ed i suoi depositi  potrebbero  costituire un  altro Museo, sono diventati lo scenario, chiusura  per  pandemia a parte,  di continue Mostre, che distolgono l’attenzione dal corpo  e dall’anima principale,  le sue rare opere d’arte.
.
Molti miei conoscenti attirati dai messaggi  martellanti di Mostre di arte contemporanea, mi hanno confessato di non aver visto i veri Uffizi, anzi di averne un vago  ricordo solo per una lontana gita scolastica, lo stesso succede per Palazzo Madama o per altri importanti luoghi ,depositari di capolavori che rendono l’Italia insieme allo Stato Vaticano, il più importante  Paese d’Arte al  mondo. Premesse queste mie considerazioni, non essendo mai stata una talebana dell’Arte, non rifiuto a priori l’apertura a varie iniziative che possano dare ristoro economico ai Musei, sovente in sofferenza,mi riferisco ad eventi mondani nei saloni delle feste delle varie dimore, palazzi e castelli ,ci mancherebbe sono nati per quello scopo, ma soprattutto  attrarre sponsor della Moda, in tutti i suoi aspetti: abiti, accessori ,gioielli ,acconciature, profumi,un’altra  peculiarità tutta italiana,non dimentichiamoci  mai che fu Caterina de’Medici a portare, a metà del cinquecento in una Francia ancora naive, queste raffinatezze ,oltre la enogastronomia toscana. Non scordiamoci  dei piccoli Musei  privati, a Torino la Fondazione Accorsi, nata dall’idea  di un antiquario che raccolse e riordino’ con grande passione e anche spirito bulimico,  quasi 300 arredi dei più importanti ebanisti piemontesi ,quasi 700 oggetti di complemento  e più di 200 dipinti.
.
Nonostante la bellezza e densità, quasi da “horror vacui”, anche qui non sono sfuggiti alla tentazione di fare Mostre, ovviamente costrette in spazi angusti, vizio che spero non venga mai ai fratelli Lastrucci, che senza il supporto di nessuno, hanno creato in via de’ Servi a Firenze,nel Palazzo di Sforza Almeni, uno straordinario percorso propedeutico ed illuminante, didascalico ma non noioso, costituito anche di oggetti curiosi,  alla visita della città dominata   dall’ importante dinastia , città che li sente ancora vicini. Un merito loro  è anche quello della  presenza della cultura enologica, derivata proprio dai Medici, con l’invenzione dei  marchi doc e dagli ottimi vini che si possono anche gustare.
C’è  infatti tanto,  volendo con un po’ di intraprendenza e tanta passione, da mostrare senze le Mostre, i Musei si possono rendere attrattivi e fascinosi, in tanti modi, si possono svecchiare,con tante idee, con tocchi  ed effetti illuminotecnici, con aperture notturne,con aperitivi ,perchè no, insieme al biglietto e tanto altro ancora, ma per cortesia lasciamoli  vivere e respirare della loro stessa Bellezza!
.
* Architetto

Nel Cortile di Palazzo Arsenale va in scena Madama Butterfly di Giacomo Puccini

Regio Opera Festival. A Difesa della Cultura
Sabato 3, mercoledì 7 e venerdì 9 luglio ore 21
MADAMA BUTTERFLY
Torino, Cortile di Palazzo Arsenale, via dell’Arsenale 22

Una scoperta straordinaria grazie a un narratore d’eccezione: Giacomo Puccini
L’incasso della prova generale di venerdì 2 luglio ore 21
Fermata d’Autobus Associazione Onlus per le donne vittime di abusi

Nella foto: Madama Butterfly di Giacomo Puccini
Secondo appuntamento con l’opera al Regio Opera Festival. A Difesa della Culturasabato 3, mercoledì 7 e venerdì 9 luglio alle ore 21 al Cortile di Palazzo Arsenale va in scena Madama Butterfly di Giacomo Puccini, nella straordinaria produzione che più di quindicimila spettatori hanno applaudito qualche anno fa in piazza San Carlo, nella quale è proprio il compositore, interpretato dall’attore-narratore Yuri D’Agostino, a raccontare la tenerezza, il trasporto e la cruda disillusione che travolgono la protagonista. Questa versione con l’adattamento e i testi di Vittorio Sabadin, che nulla cambia della musica scritta da Puccini, è pensata anche per chi si avvicina per la prima volta all’opera, ma senza tradire lo spirito e l’ambientazione; il narratore introduce l’opera e, tra aneddoti e ricordi, accompagna lo spettatore nello sviluppo della vicenda. Occasioni straordinarie per scoprire il Cortile di Palazzo Arsenale, una meraviglia nel centro di Torino, e di riassaporare, finalmente, la musica dal vivo, in una platea all’aperto di 1000 posti in totale sicurezza.

L’Orchestra e il Coro del Teatro Regio sono diretti da Pier Giorgio Morandi, che dirige le compagini artistiche del Regio per la prima volta. Morandi ha al suo attivo un vastissimo repertorio operistico ed è regolarmente direttore ospite nei più importanti teatri italiani e internazionali; apprezzato interprete anche de lrepertorio sinfonico, ha al suo attivo numerose registrazioni con la Sony. Il Coro del Teatro Regio, impegnato in importanti scene, è istruito da Andrea Secchi. Protagonisti di questo allestimento: il soprano Rebeka Lokar (Madama Butterfly), il tenore Antonio Poli (Pinkerton), il baritono Alessio Verna (Sharpless), il mezzosoprano Sofia Koberidze (Suzuki), il tenore Didier Pieri (Goro) e Yuri D’Agostino, attore interprete di Giacomo Puccini. Completano il cast: Franco Rizzo (commissario imperiale), Roberta Garelli (Kate Pinkerton) e Sofia La Cara e Francesca Urso, che si alternano nei panni del figlio di Butterfly. L’allestimento del Teatro Regio è firmato nella regia da Vittorio Borrelli, le scene sono di Claudia Boasso, i costumi di Laura Viglione e le luci di Andrea Anfossi.

Madama Butterfly è la storia di un amore illuso e ingenuo, pagato a caro prezzo dalla protagonista. Non è però solo la storia di un tragico amore, ma anche la denuncia di un colonialismo spregiudicato e senza scrupoli, in questo caso il tenente della Marina degli Stati Uniti, F.B. Pinkerton il quale, sbarcato in Giappone, compra casa e sposa la quindicenne Cio-cio-san (Butterfly) per soli cento yen, circa un euro d’oggi. Nel giugno del 1900 Puccini, a Londra, vide il dramma di David Belasco Madame Butterfly. Pur non conoscendo l’inglese, il compositore toscano rimase affascinato dalla vicenda della giovane giapponese che si uccide per amore. Appena tornato in Italia chiese a Giulio Ricordi l’autorizzazione per trarre un’opera da quel lavoro, con la collaborazione di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa per il libretto. Il titolo andò in scena il 17 febbraio 1904 al Teatro alla Scala e fu uno dei più clamorosi insuccessi della storia dell’opera, che poi rinacque – in una seconda versione –, al Teatro Grande di Brescia il 28 maggio dello stesso anno. Da allora la triste storia d’amore di Butterfly, sostenuta dalla fida servente Suzuki, osteggiata da tutta la famiglia, e rallegrata solo dal sorriso di figlio avuto con Pinkerton, è rimasta nel repertorio di ogni teatro del mondo.

Lo spettacolo dal vivo è condivisione, partecipazione, sicurezza, fiducia, basi fondanti del sentirsi parte di una collettività. Senso di appartenenza alla comunità è anche non dimenticare chi vive situazioni di disagio e di fragilità. Per questo L’Impegno del Regio prosegue: abbiamo scelto di destinare l’incasso della prova generale di Madama Butterflyvenerdì 2 luglio alle ore 21, a Fermata d’Autobus Associazione Onlus per la comunità residenziale “Fragole Celesti”, che si occupa delle donne vittime di abusi, maltrattamenti e violenze. Per sostenere questo progetto è possibile acquistare il biglietto richiedendo il codice necessario a: rabo48@libero.it – Tel. 348.3615173; per informazioni sul progetto: www.fermatadautobus.net e www.fragolecelesti.it.

L’estate del Regio è la festa di tutti. Dopo il grande entusiasmo suscitato dalla Chorus Parade, proseguono gli appuntamenti gratuiti per offrire musica alla città e per condividere il lavoro dei nostri artisti. Il Regio propone due prove musicali aperte a ingresso gratuito con l’Orchestra e il Coro, che avranno luogo – in completa sicurezza –, nella Galleria Tamagno del Teatro Regio. Sabato 3 luglio dalle ore 11 alle 13.30 l’Orchestra d’Archi Teatro Regio Torino, con Sergey Galaktionov maestro concertatore e violino, proverà il concerto Le 8 Stagioni con Le Stagioni di Antonio Vivaldi e Las cuatro estaciones porteñas di Astor Piazzolla, un match affascinante e ricco di suggestioni. Sabato 10 luglio dalle ore 16.30 alle 18.30, il Coro, istruito da Andrea Secchi, proverà il Concerto di mezza estate (in programma il 30 luglio) e l’opera Pagliacci di Ruggero Leoncavallo (in programma il 7, 10 e 12 agosto).

I prossimi appuntamenti del Regio Opera Festival

  • Sabato 3 luglio ore 11 prova aperta dell’Orchestra d’Archi (Galleria Tamagno Teatro Regio; ingresso gratuito)
  • Sabato 3 luglio ore 21 Madama Butterfly di Giacomo Puccini
  • Mercoledì 7 luglio ore 21 Madama Butterfly
  • Venerdì 9 luglio ore 21 Madama Butterfly
  • Sabato 10 luglio ore 16.30 prova aperta del Coro (Galleria Tamagno Teatro Regio; ingresso gratuito)
  • Sabato 10 luglio ore 21 Concerto Le 8 Stagioni; in collaborazione con Piemonte dal Vivo
  • Lunedì 12 luglio ore 21 Strehler 100. Parole e musica per Giorgio Strehler concerto-spettacolo con Marta Comerio, Margherita Di Rauso, Andrea Jonasson, Pamela Villoresi e il Quartetto del Teatro Regio; regia di Lluis Pasqual; in collaborazione con Piemonte dal Vivo

Un Festival che nasce dal desiderio e con l’auspicio di ritrovarsi finalmente insieme uniti nella musica. Proprio con questo intento il Regio propone le Festival Card a 6 e 10 spettacoli, che danno la possibilità di scegliere 6 o 10 spettacoli tra opere, concerti e spettacoli per bambini, oppure di essere utilizzate per assistere da più persone per la stessa manifestazione. Inoltre, per gli under 30 è prevista la riduzione del 20% su tutti i biglietti, e con la Festival Card Giovani 10 il biglietto costa solamente € 10.

Il Regio Opera Festival. A Difesa della Culturache si svolge presso la sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, è realizzato dal Teatro Regio Torino con il patrocinio del Ministero della Difesa e del Ministero della Cultura, grazie al Main Partner Camera di commercio di Torino, in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo, con il contributo di Reply, di Federfarma Torino con l’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Torino Farma Cares, e di Sipal.

BIGLIETTERIA
La Biglietteria è aperta dal lunedì al sabato ore 10-14 presso l’Info-Point di piazza Castello 215 (Teatro Regio, Ingresso Uffici) e un’ora prima degli spettacoli al Cortile di Palazzo Arsenale (via dell’Arsenale 22). Acquisti esclusivamente con carta di credito, bancomat e Satispay.

Biglietti e Festival Card in vendita anche online su www.teatroregio.torino.it, su www.vivaticket.it e presso i Punti Vivaticket.

BIGLIETTI
Madama Butterfly€ 50, € 40, € 30 a seconda del settore
Biglietti per i concerti€ 10 – 15 a seconda del settore

FESTIVAL CARD
Festival Card 10 biglietti: € 200
Festival Card 6 biglietti: € 120
Festival Card Giovani (under 30) 10 biglietti: € 100

INFORMAZIONI
Info-Point: ore 10-14 dal lunedì al sabato presso l’Ingresso Uffici del Teatro Regio (piazza Castello 215), per informazioni e assistenza al pubblico; info@teatroregio.torino.it
Info-Tel. 011.8815.241: ore 10-18 dal lunedì al venerdì 10-18; sabato 10-13; biglietteria@teatroregio.torino.it.

REGIO OPERA CAFÉ
All’interno del Cortile di Palazzo Arsenale, il Regio Opera Café vi aspetta a partire da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli.

Per tutte le informazioni: www.teatroregio.torino.it.

Torino, 29 giugno 2021

MADAMA BUTTERFLY
Tragedia giapponese in due atti
Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
dal racconto di John Luther Long e dal dramma di David Belasco
Adattamento e testi di Vittorio Sabadin
Musica di Giacomo Puccini

Personaggi e interpreti
Madama Butterfly (Cio-cio-san) soprano: Rebeka Lokar
F.B. Pinkerton, tenente della Marina U.S.A. tenore: Antonio Poli
Sharpless, console degli U.S.A. a Nagasaki baritono: Alessio Verna
Suzuki, servente di Cio-cio-san mezzosoprano: Sofia Koberidze
Goro, nakodo tenore: Didier Pieri
Il commissario imperiale baritono: Franco Rizzo
Kate Pinkerton mezzosoprano: Roberta Garelli
Il figlio di Butterfly mimo: Sofia La Cara / Francesca Urso
Nel ruolo di Giacomo Puccini attore: Yuri D’Agostino

Direttore d’orchestra: Pier Giorgio Morandi
Regia di Vittorio Borrelli
Scene di Claudia Boasso
Costumi di Laura Viglione
Luci di Andrea Anfossi
Maestro del coro: Andrea Secchi

Orchestra e Coro Teatro Regio Torino
Allestimento Teatro Regio Torino

Prova generale
Venerdì 2 Luglio ore 21

Recite
Sabato 3 Luglio ore 21
Mercoledì 7 Luglio ore 21
Venerdì 9 Luglio ore 21

In memoria di Nino Chiovini il primo parco letterario piemontese

Il parco letterario dedicato a  Nino Chiovini – partigiano, storico e scrittore verbanese – è diventato una realtà

Fortemente voluto dall’Associazione Casa della Resistenza di Verbania-Fondotoce e dal Parco nazionale della Val Grande, è  il primo parco letterario del Piemonte e, dal punto di vista geografico, il più a nord d’Italia.  Il progetto fa parte della rete degli attuali 25 parchi letterari promossi e istituiti da Paesaggio Culturale Italiano in collaborazione con la Società Dante Alighieri e si colloca all’interno delle finalità della Carta europea del turismo sostenibile. Tra gli obiettivi del parco figura la valorizzare dei luoghi di ispirazione dell’autore e di altre figure importanti della storia culturale e scientifica del territorio della Val Grande e delle aree limitrofe attraverso la realizzazione di itinerari storico-paesaggistici, la valorizzazione della cultura sociale, antropologica e dei valori di libertà propri di quelle aree montane. La val Grande è l’area selvaggia più vasta d’Italia, una wilderness a due passi dalla civiltà, stretta tra l’entroterra del lago Maggiore e le alpi Lepontine. Un territorio dove la natura ha lentamente recuperato i suoi spazi tra boschi, corsi d’acqua, resti di una civiltà contadina in un ambiente troppo selvaggio per accogliere una vita stanziale. Una terra segnata dalla storia delle genti che l’hanno attraversata: taglialegna e cacciatori, pastori e carbonai, contrabbandieri e partigiani negli anni della Resistenza. Nei silenzi incontrastati della Val Grande si trovano le tracce che compongono il lungo racconto di una civiltà montanara composta dai luoghi e dalle genti dei paesi che circondano quest’area fra Ossola, Verbano, Val Vigezzo, Valle Intrasca e Cannobina. La dedica del parco letterario a Nino Chiovini è perfettamente in linea con questa storia che lo scrittore e partigiano ha narrato nelle sue ricerche etno-antropologiche, storico-geografiche, socio-economiche sulla Valgrande e sull’area del Verbano. I suoi libri contengono spaccati di vita reale, storia e tradizioni capaci di generare un fermento emotivo grazie all’impronta etica e civile, l’abilità nello scrivere, la capacità di intuire e comprendere i fenomeni sociali. Nino (Giovanni) Chiovini, nato ad Arizzano Inferiore (oggi Biganzolo,frazione di Verbania) nel  febbraio 1923 e scomparso prematuramente trent’anni fa, nel maggio 1991, ha lasciato un’eredità culturale importantissima.  I suoi scritti sulla civiltà rurale montana ( “Cronache di terra lepontina”, “A piedi nudi”, “Mal di Valgrande” e “Le ceneri della fatica”, uscito postumo) così come i volumi dedicati alla lotta partigiana (“I giorni della semina”, “Classe IIIa B. Cleonice Tomassetti. Vita e morte” e i due volumi pubblicati postumi “Fuori legge??” e “Piccola storia partigiana”) testimoniano il suo impegno. Il parco offrirà ai visitatori un cammino fisico e sentimentale, richiamando le parole dell’autore, consentendo ai visitatori di immergersi nella “selvaggia e quasi mitica Valle del Fiume Grande dei nostri predecessori di cinque e più secoli orsono”, in una “originale natura dominata da percettibili grandi silenzi e remoti suoni celati entro smisurati spazi” e nel contempo un cammino storico e culturale nella “Valgrande partigiana e martire in quel periodo testimone di episodi abbietti e di eventi esaltanti, di avvenimenti tanto drammatici da rasentare l’irrealtà” con la guida di un profondo conoscitore di quella terra e della sua storia come Chiovini. Al parco letterario verranno associate molte iniziative “collaterali” come laboratori, attività didattiche, performance artistiche e teatrali, mostre, momenti di socialità. Suggestioni e progetti tesi a far sì che siano i  luoghi stessi a comunicare le sensazioni che hanno ispirato l’autore, con il parco letterario a rammentarne il lascito culturale attraverso la valorizzazione dell’ambiente, della storia e delle tradizioni valgrandine.

Marco Travaglini

 

 

Umberto Tozzi a Stupinigi Sonic Park

Cortile d’Onore, Palazzina di Caccia Stupinigi Lunedì 5 luglio, ore 21

 

Per la prima volta nella sua carriera, Umberto Tozzi propone uno speciale concerto interamente acustico “Songs” con i suoi più grandi successi e alcune canzoni mai eseguite dal vivo, chicche del suo repertorio recuperate per l’occasione, a cui verrà data una nuova, emozionante, veste acustica.

«Sono felicissimo! La riapertura dei concerti e dei luoghi di cultura in genere vuol dire finalmente ridare ossigeno a tutti gli operatori dello spettacolo che per questo lunghissimo periodo hanno sofferto in silenzio, dimenticati e senza nessun sostegno economico. Sembra un sogno poter immaginare di risalire su un palco e incontrare di nuovo le persone che saranno lì per assistere ad un tuo concerto. Mi auguro che sia per me che per i miei colleghi possa essere l’inizio di un ritorno al più presto alla normalità e la fine di un lunghissimo incubo».

Stupinigi Sonic Park è promosso da Città di Nichelino e Sistema Cultura in collaborazione con Fondazione Ordine Mauriziano e il patrocinio di Regione Piemonte. Una produzione Reverse AgencyHR Partner: Lavoropiù.

Quest’anno, inoltre, la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro taglia il traguardo dei suoi 35 anni di attività e sarà charity partner di Stupinigi Sonic Park. Una significativa collaborazione con una delle realtà più importanti del nostro territorio, la quale da molti anni offre un contributo significativo alla sconfitta del cancro.

In allegato: comunicato stampa

Le foto a questo link: https://bit.ly/2UUfR9y

Lunedì 5 luglio, ore 21

Umberto Tozzi, Songs

Biglietti da 35 a 65 euro

I biglietti sono in vendita su Ticketone (www.ticketone.it)

Info

Cortile d’Onore, Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Nichelino

stupinigisonicpark.com

info@stupinigisonicpark.com

FB: StupinigiSonicPark

IG: stupinigisonicpark

#SonicPark2021#RitornoAllaMusica

Moncalieri, un videomapping sull’antico palazzo comunale

Per un intero mese Moncalieri si racconta con un videomapping sull’antico palazzo comunale e i tour guidati nel centro storico, affiancati dagli eventi live dal buskercase, i dj set dal balcone, gli spettacoli di stand up comedy in piazza.

Con un vero e proprio show – uno spettacolo di videomapping sull’antico palazzo comunale che racconta la storia della città – affiancato da live, dj set, esibizioni di stand up comedy e tour guidati, il centro storico di Moncalieri si trasforma in un palcoscenico di musica, cultura e divertimento.  Da giovedì 1 luglio e, a seguire, tutti i giovedì, venerdì e sabato del mese, alle 22, 22,30 e 23, sarà proiettato sulla facciata del palazzo del Comune in piazza Vittorio Emanuele II, uno spettacolo di videomapping della durata di 5 minuti che racconta la storia della città combinando immagini del passato e tecnologia in uno show di realtà aumentata ed effetti speciali incantatori.  Innovativo è anche il palcoscenico che ospiterà i live dei giovani artisti emergenti della scena moncalierese. Si tratta del BuskerCase, un originale palco mobile che rivoluziona le performance artistiche all’aperto: la struttura modulare è infatti una scenografia acustica, trasportabile, temporanea, autoportante e personalizzabile che diventa un vero e proprio elemento di arredo urbano. I live sono in programma da giovedì 1 luglio e, a seguire, tutti i mercoledì e giovedì del mese. Dai live sul palcoscenico mobile ai dj set sul balcone: tutti i venerdì, a partire dal 2 luglio, selezione musicale a cura di Massive Wave web radio dal balcone del palazzo comunale. In piazza Vittorio Emanuele II sono in programma invece tutti i sabati, a partire dal 3 luglio, gli spettacoli di stand up comedy. I tour “Moncalieri sotto le stelle” alla scoperta del centro storico, a cura di Amici del Real Castello, si muoveranno infine per la città tutti i giovedì, venerdì e sabato, a partire dal 1 luglio.

Gli appuntamenti sono gratuiti. Giovedì 1 luglio è in programma la serata inaugurale dalle ore 19. Venerdì 2 e sabato 3, l’anteprima degli appuntamenti che continueranno per tutto il mese di luglio.

i giardini della Venaria si animano con “Metamorfosi”

Da venerdì 2 luglio alla Reggia di Venaria prende avvio Metamorfosi, la rassegna di spettacoli serali che animerà per un mese i Giardini e gli spazi esterni della Venaria Reale con concerti, performance di danza ed esibizioni teatrali.

Il programma della prima settimana

Dal 2 al 8 luglio

 

Venerdì 2 luglio 

  • Soirée de la fin du siècle, concerto di musica classica – Cascina Medici del Vascello, ore 18.30
  • Sinfonia H2O, performance di danza, suono e parole – Giardino delle Rose, ore 19.15
  • Ovidio e altre storie. Il Castello di Narciso, Sonia Bergamasco ed Emanuele Arciuli, spettacolo teatrale – Resti del Tempio di Diana, ore 20.00


Sabato 3 luglio

  • Il Tango da Gardel a Piazzolla, concerto – Cascina Medici del Vascello, ore 18.30
  • Sinfonia H2O, performance di danza, suono e parole – Giardino delle Rose, ore 19.15
  • Ovidio e altre storie. Il Castello di Narciso, Sonia Bergamasco / Emanuele Arciuli, spettacolo teatrale – Resti del Tempio di Diana, ore 20.00


Martedì 6 luglio

  • Maxime Pascal con Filarmonica TRT, Il Sogno, concerto di musica sinfonica – Cortile delle Carrozze, ore 21.30


Giovedì 8 luglio 

  • Boys don’t cry, spettacolo di danza, compagnia Hervé Koubi e Fayçal Hamlat – Cortile delle Carrozze, ore 21.30

Foto Mario Alesina

“LiberAzioni – le arti dentro e fuori”

Al via, al “Cinema Massimo” di Torino, il Concorso Cinematografico Nazionale Giovedì 1 luglio

Il primo ciak è al “Cinema Massimo” Sala 2, giovedì 1 luglio, alle ore 21,15. Nella sala cinematografica di via Verdi 18 a Torino, si dà infatti ufficialmente il via alle iscrizioni per partecipare alla terza edizione del Concorso Cinematografico Nazionale “LiberAzioni – le arti dentro e fuori”, primo passo di avvicinamento al Festival “LiberAzioni” che si svolgerà in autunno, a cura dell’“Associazione Museo Nazionale del Cinema”, “Antigone Piemonte”, “Cooperativa Etabeta” e “Lacumbia Film”, con il sostegno di “Fondazione CRT” e “Nova Coop” e in collaborazione con l’Ufficio della “Garante dei diritti delle persone private della libertà personale” del Comune di Torino.

Il lancio del concorso è accompagnato dall’anteprima regionale del film “Cattività” di Bruno Oliviero (2020, 80’) che racconta l’esperienza unica del teatro in carcere per un gruppo di detenute della sezione femminile della casa circondariale di Vigevano, sottoposte a un regime di “alta sicurezza”: otto donne segnate da esperienze estremamente dure e faticose con le quali lavora da diversi anni, con grande rigore e umanità, il regista teatrale Mimmo Sorrentino che sarà in sala insieme ad Oliviero a presentare il film. A moderare l’incontro sarà Valentina Noya, progettista dell “Associazione Museo Nazionale del Cinema” e direttrice del festival “LiberAzioni”, che sottolinea: “Il progetto ‘LiberAzioni – festival delle arti dentro e fuori’ è nato con l’intento di sollecitare e promuovere la creatività attorno al tema del carcere e della pena e in particolare creare, attraverso laboratori a beneficio delle detenute e dei detenuti del carcere di Torino, eventi culturali, opportunità di incontro, conoscenza e scambio tra chi in carcere vive e il territorio che il carcere ospita. Il progetto si svolge a Torino, ma ha un respiro nazionale e si articola in due concorsi, di cinema e scrittura, quest’ultimo esclusivamente destinato a detenuti delle carceri d’Italia, che avranno la propria restituzione tra fine settembre e la prima metà di ottobre. A livello locale, nel quartiere ‘Le Vallette’ di Torino, abbiamo portato avanti i laboratori artistici esterni e interni al carcere ‘Lorusso e Cutugno’, fino al sopraggiungere della prima ondata pandemica: da allora non essendo stato più possibile avere accesso in carcere, abbiamo convertito le nostre forze in una campagna di raccolta fondi dal marzo del 2020 per aiutare i detenuti in uscita senza casa e senza un supporto relazionale o familiare.” “Il senso del film-documentario ‘Cattività’ – dichiara il regista Bruno Oliviero – si sviluppa seguendo, all’interno delle giornate di uscita che hanno vissuto le detenute grazie allo spettacolo sulla loro infanzia, i dettagli del modo in cui reagiscono di volta in volta a queste ‘giornate particolari’. I loro stupori per l’accoglienza che ricevono, i loro modi per difendersi dalle troppe emozioni, le loro durezze, il rapporto che cresce ad ogni uscita con le loro guardie, il loro essere quasi stordite dal rapporto che instaurano con il pubblico o con le persone che vogliono imparare da loro come fare teatro. La regia è il risultato della scelta di filmare nella loro interezza e lunghezza proprio quelle ‘giornate particolari’ non filmando solo lo spettacolo ma ciò che accade nelle pause, negli interstizi degli messe in scena e delle incombenze carcerarie. Momenti nei quali si registra, man mano che il film va avanti, qualcosa di sempre più doloroso mentre i loro occhi scoprono l’enormità della normalità del mondo fuori”.
Il bando di concorso rimarrà aperto fino al 31 agosto 2021.

Per maggiori informazioni:
liberazioni.torino@gmail.com – https://it-it.facebook.com/liberazionifestival/
https://www.instagram.com/liberazionifestival/

g. m.

Nelle foto
– Mimmo Sorrentino e le detenute del progetto teatrale
– “Cattività”: prove dello spettacolo teatrale

La crisi dei cinema torinesi: 48 ore per ritrovarci tutti in sala, guardando al futuro

/

Solitamente è guerra, più o meno accanita, più o meno bonaria, ad accaparrarsi un titolo, a scommettere su una tenitura, a ospitare in casa propria questo o quell’attore che abbia voglia, e interesse, a salire a Torino.

L’altro giorno, nella lunga sala del Centrale, seduti alla rinfusa nelle rosse poltrone dove da troppo tempo si accomodano in pochi, succedeva una cosa più o meno strana, anzi strana davvero, un gruppo di esercenti cinematografici torinesi a ritrovarsi (sorrisi alla mano, dopo più o meno un mesetto di preparativi) a discutere di un problema che suona come la loro idea di sopravvivenza.

Idea generale in Italia – quella della sopravvivenza -, ma idea – quella della riunione – unica in Italia tanto che già in più parti del mondo dorato del cinema che più tanto dorato non è si parla di “caso Torino”. Approcci, telefonate, incontri, riunioni per trovare un punto d’equilibrio comune, un’area su cui confrontarsi una volta deposte le armi e riunirsi a coorte per tamponare le falle, anzi per tentare di dare una solenne spallata al nemico comune. Le piattaforme e i colossi della vecchia celluloide. Ma che è successo, insomma?

È successo che, liberatici un tantinello della pandemia, il 26 aprile scorso i cinema – non tutti, per carità – hanno riaperto i battenti ma le risse per entrare non si sono viste (benché il numero degli spettatori abbia superato la media precedente al covid: oggi ci aggiriamo amaramente attorno alla ventina di spettatori a spettacolo) e la riapertura non ha coinciso con una corroborante affluenza. È in bilico la cultura – sempre che in alto qualcuno abbia compreso che il cinema, un certo cinema, è cultura e come tale voglia trattarlo, è in bilico un’economia, i posti di lavoro che sempre qualcuno sbandiera a gran voce, la voglia di ritrovarsi al di là della schiavitù della poltrona di casa e delle piattaforme. Ecco il vero nemico. Che si è visto fin da subito, dal momento che alla riapertura si giocava con il riciclo delle stesse, proponendo in parte titoli che già s’erano visti sullo schermo di casa – per altri è mancato persino il coraggio di un riciclo, vedi il caso Verdone -, si combatteva contro il vizio di scaricare pellicole, certo alimentato dal lungo periodo di solitudini che abbiamo attraversato, dall’uso dei telefonini formato bonsai. Non siamo certo ad un punto di non ritorno,  ma qualcuno si chiedeva nella chiacchierata di un paio di giorni fa sino a quando sopravviverà la “comune” sala cinematografica, antica, confortevole, accogliente. Gaetano Renda del Centrale elencava tra l’altro, in un rincorrersi di toni ora battaglieri ora con una percepibile buona dose di disperazione, le ammodernature che negli anni sono state fatte ma che a poco sono servite.

Con lui, con la parola d’ordine “Riproviamoci!”, i responsabili dell’Ambrosio, del Massaua, del Massimo e del Romano (il Classico e il Greenwich si sono fatti vivi?). Il mesetto di preparativi ha partorito le “Notti bianche del Cinema”, appuntamento dal 2 al 4 luglio, ovvero 48 ore (ricordate? anche loro si sono dati dei tempi precisi, come Nick Nolte a riportare in cella Eddie Murphy) di film non-stop (o quasi), nell’intento di creare per un fine settimana – ma non è detto che l’iniziativa non sia ripetuta -, a mo’ di un ombrello riparatore, un ideale, auspicabile schermo che riconduca nelle sale lo spettatore svogliato o disattento. Interessati i papaveri cittadini? La politica, locale e no, difetta, è latente, non aiuta in maniera tangibile (come quella d’oltralpe, ad esempio, viene ripetuto più di una volta); se si pensa che il progetto “è realizzato in collaborazione con” l’Aiace di Torino, ANEC, Museo del Cinema, Film Commission e Glocal Film Festival, Seeyousound Internazional Music Film Festival e TOHorror Fantastic Film Fest e UECI-Piemonte rientrando nella grande iniziativa nazionale organizzata da “Alice nelle Città”, mi pare che la partecipazione e la sostenibilità non siano poi così profondi. Aggiunge Renda: “Ognuno di noi si paga i propri film, il costo della sala e dei dipendenti”. Chi fa per sé. Gli altri stanno più o meno a guardare. Ma anche all’interno di questi carbonari del nuovo millennio non mi sembra di poter cogliere un’anima strenuamente compatta pronta a svenarsi per raggiungere lo scopo. Se guardo al programma, la carretta la tirano Ambrosio, Massimo e Centrale, il Romano (lungi dallo scomodare i confratelli Eliseo e Nazionale) programma sabato 3 luglio alle ore 21 unicamente “Manuale di storie del cinema” di D’Antuono e Ugioli, 97’ di documentario in collaborazione con Piemonte Movie, mentre il Massaua, ancora sabato, con partenza alle 20,45 (“School of mafia”, presenza in sala del regista Alessandro Pondi, a seguire in anteprima nazionale “Penguin Bloom”, paralisi e resurrezione postdepressiva da parte di Naomi Watts, diretto da Glendyn Ivin, ingressi euro 8,00 ridotti Aiace euro 4,00) e scavalcando di parecchio la mezzanotte, ingressi euro 2,00, allinea un paio di titoli del vecchio buon Dario Argento alle origini, con le paure di sempre, e altri titoli già in programmazione nelle sue sale da un paio di settimane.

Un’occasione per rivedere all’Ambrosio “La notte” di Antonioni (1961) e “Le notti bianche” di Visconti (1957), “La notte dei morti viventi” di George Romero (1968) e un omaggio con tre titoli a Susanna Nichiarelli (fresca di tre David di Donatello per il non trascinante “Miss Marx”, uno dei quali per il miglior compositore a Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo: il gruppo presenterà il film domenica 4 luglio alle 21,00). Il Centrale nella tre giorni passa da “Edoné – La sindrome di Eva” a “”Un colpo all’italiana” di Collinson, da “Torino violenta” di Carlo Ausino a “Quadrophenia” di Roddam, da “Frankenstein junior” capolavoro di Mel Brooks al “Processo ai Chicago 7” firmato da Aaron Sorkin. Mentre il Massimo si affida tra gli altri a “Disco Ruin – 40 anni di club culture italiana” di Lisa Bozi e Francesca Zerbetto, alla “Casa rosa” di Francesco Catarinolo e ad un omaggio al sottovalutato Lucio Fulci. “È necessario rivedere le nostre scelte, ci vogliono nuove regole” suona l’augurio o l’imperativo di Ambra Troiano dell’Ambrosio: ma se poi continua “abbiamo ricevuti aiuti da parte dello Stato e molte sale hanno potuto riaprire”, Renda ha qualche dubbio e tentenna la testa, in attesa del futuro. Intanto lui stesso tiene sbarrate le sale dei Fratelli Marx e dei Due Giardini, il Reposi ha le serrande giù come l’Ideal dove Luigi Boggio preferisce scommettere in positivo ricavando una settima sala.

 

Elio Rabbione

 

Tra i titoli proposti nella maratona di “48 ore”, nelle immagini, “La notte”, “Frankenstein junior” , “Miss Marx” e “La notte dei morti viventi”

Il Cinema e lo sviluppo turistico e culturale

Il legame tra cinema turismo e cultura, è da intendere  come “tutte le possibili forme di turismo e cultura, incentivate in qualche maniera dalla visione di pellicole cinematografiche”.

 

È noto agli studiosi del settore come le produzioni cinematografiche influenzino la scelta d’acquisto e di consumo del prodotto turistico.

Da Sx Mayra Pietrocola, Paolo Sassanelli, Emanuele di Palma, Simonetta Dellomonaco, Antonio Stornaiolo

La voglia di visitare i luoghi in cui sono state girate pellicole di successo risulta essere più forte di qualsiasi altro strumento promozionale.

Pertanto ospitare una produzione cinematografica è un’occasione unica, che può avere sul territorio un impatto socio-economico sconvolgente, non solo in termini di aumento dei flussi turistici ma, anche, di uno sviluppo più generale del territorio. Il cinema è anche strumento di aggregazione e formazione dei giovani e di nuove professionalità.

 

Bisogna quindi rilanciare il settore soprattutto nelle zone in cui i cinema e le strutture culturali sono limitati e aiutare gli operatori a sollevarsi delle conseguenze della crisi postCovid 19 che ha cambiato radicalmente l’esperienza di andare al cinema.

 

I risultati e le attività svolte sui temi della sostenibilità dello sviluppo culturale, sociale, e ambientale, sono stati  presentati a Taranto nel Bilancio Sociale 2020 della Banca BCC  San Marzano,  nell’incontro dal titolo “Cinema e Sostenibilità, un nuovo modello di sviluppo” con la cultura e il cinema protagonisti.

 

È stato un momento di confronto sull’importanza di unire la funzione economica alla responsabilità sociale, con l’obiettivo di creare e distribuire valore sul territorio, puntando ad un nuovo modello di sviluppo realmente sostenibile, in cui la cultura, il cinema, l’ambiente, l’etica, l’educazione finanziaria abbiano il giusto spazio.

 

“La mission della BCC San Marzano – ha spiegato il presidente Emanuele di Palma – è creare valore sostenibile nel tempo e ripartirlo in modo continuativo tra i nostri portatori di interessi, contribuendo alla crescita di soci, clienti, collaboratori e allo sviluppo del territorio”.

 

Non è un caso che l’istituto di credito pugliese abbia scelto di investire nella produzione del primo film di Ronn Moss “Viaggio a Sorpresa”. Il progetto, diretto dal regista milanese Roberto Baeli, in uscita nella primavera del 2021 e già annunciato nella prossima Mostra del Cinema di Venezia, ha vocazione internazionale. Prodotto da DevRonn Enterprises di Los Angeles di Ronn Moss e Bros Group Italia di Tiziano Cavaliere, insieme alla BCC San Marzano e ai coproduttori Giovanna Arnoldi, Mirella Rocca e Domenico Barbano, può contare su due star di fama mondiale come Ronn Moss e Lino Banfi protagonisti in un cast di attori di rilievo tra cui Paolo Sassanelli, Totò Onnis, Fabio CursioGiacobbe, Mayra Pietrocola e Pietro Genuardi.

 

Il tema grafico utilizzato per il bilancio sociale 2020 della Banca si è ispirato al mondo del cinema al fine di valorizzare l’impegno che la Banca ha garantito negli anni a sostegno dell’industria cinematografica. BCC è stata la prima banca in Italia ad aver utilizzato il tax credit).

 

A questo proposito la presidente di Apulia Film Commission, Simonetta Dellomonaco ha sottolineato quanto “le ricadute e gli impatti economici che il cinema determina sul territorio sono notevoli e misurabili. Si parla di impatti diretti e indiretti, ma sono quelli indiretti che sollecitano il maggior interesse. Essi, infatti, hanno una trasversalità tale da allargare significativamente la filiera turistica e l’industria creativa nel territorio. Eventi come questo sono fondamentali per portarli alla luce. La sostenibilità non riguarda solo la tutela dell’ambiente ma anche la capacità di fare rete, investire nelle relazioni in una logica di sistema”.

 

L’attore Paolo Sassanelli, regista del film “Due piccoli italiani” che ha visto l’intervento della BCC San Marzano nel 2018 ma anche tra i protagonisti del film di Ronn Moss e Lino Banfi, “Viaggio a Sorpesa”, co-prodotto dalla Banca nel 2020, ha evidenziato “l’importanza del sostegno che le banche devono continuare a dare al mondo del cinema e ai progetti cinematografici. È auspicabile che si vada oltre la partecipazione economica (tax credit, sponsorizzazione, co-produzione) credendo, sposando il progetto fino in fondo anche rischiando. Rischiare significa credere in un progetto, in un’idea, nella voglia di raccontare una storia e sposarne il senso”.

Sulla necessità di fare rete e beneficiare di un supporto anche del mondo bancario è intervenuta Mayra Pietrocola, attrice pugliese emergente che ha debuttato nel film “Viaggio a Sopresa” con Ronn Moss e Lino Banfi.

Così si è espressa:“In un momento storico particolare come quello che stiamo attraversando, è fondamentale che ci siano banche come BCC San Marzano a sostenere progetti cinematografici italiani che puntino ad un pubblico internazionale dando una grandissima possibilità a giovani attori che come me stanno muovendo i loro primi passi importanti nel mondo del cinema. E credo sia anche molto importante sostenere la formazione di giovani talenti qui in Puglia. Ora più che mai, abbiamo bisogno di sognare e far sognare”.

 

Ma la sostenibilità per BCC San Marzano non è solo cinema ma anche Cultura ed Educazione Finanziaria soprattutto nelle scuole. A questo proposito la Banca ha aderito alla Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio dell’ABI che ha costituito la Feduf.

 

La “Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio” (Feduf), senza scopo di lucro, persegue scopi di utilità sociale promuovendo l’Educazione Finanziaria, nel più ampio concetto di Educazione alla Cittadinanza Economica consapevole e attiva, per sviluppare e diffondere la conoscenza finanziaria ed economica, utilizzando linguaggi e tecniche tratte anche dal cinema.

 

Lo hanno confermato il direttore generale Giovanna Boggio Robutti  e Valentina Panna nel presentare la mission di Feduf che “da anni si occupa di progettare e realizzare iniziative, strumenti, eventi e programmi di educazione finanziaria seguendo un approccio valoriale e divulgativo. Diversi i linguaggi e le tecniche che utilizziamo, traendo anche dal teatro e dal cinema come ad esempio nei format delle conferenze spettacolo e di cinefinanza, che si avvalgono della partecipazione di divulgatori specializzati, o nella rubrica ‘Lo hai visto’ del nostro sito. Le modalità con cui parliamo di questi argomenti intende avvicinare bambini, giovani e adulti a temi ritenuti lontani, noiosi e difficili. Per far questo usciamo dai tecnicismi e attuiamo una vera e propria mediazione culturale pur mantenendo alta l’attenzione a fornire contenuti di qualità”.

Vito Piepoli

 

 

Marco Masini di scena a Stupinigi Sonic Park

Cortile d’Onore, Palazzina di Caccia Stupinigi Mercoledì 30 giugno, ore 21 

MARCO MASINI

ElettroAcustico 2021

STUPINIGI SONIC PARK

 

Parte dallo scenografico Cortile d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi (Nichelino) per Stupinigi Sonic Park il tour di Marco Masini “ElettroAcustico 2021”. Sul palco, mercoledì 30 giugno, con l’artista, Massimiliano Agati (percussioni), Cesare Chiodo (basso e chitarra), Lapo Consortini (chitarra acustica).

«Quanto ci siete mancati… chissà come abbiamo fatto a stare per più di un anno senza di voi – commenta Marco Masini -. È stato come rinchiuderci in prigione, è stato qualcosa di forte, ci è mancato ogni vostro respiro, ogni vostro grido. La condivisione è ciò che noi amiamo di più, la possibilità di condividere l’emozione che abbiamo sempre provato con voi. Finalmente ci hanno dato la possibilità di ricominciare piano piano, con un piccolo step. Ho da subito aderito per portare in giro uno spettacolo finalmente non da solo ma con alcuni dei miei musicisti, Massimiliano Agati, Cesare Chiodo e Lapo Consortini, per fare una prova di riavvicinamento, per riassaporare il gusto di stare insieme che solo l’estate ci può regalare».

Foto Luca Brunetti