CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 4

Clara al Concertone gratuito di ferragosto di Sportinia

SAUZE D’OULX – Cresce l’attesa per il tradizionale concertone di Ferragosto dei Comuni Olimpici della Via Lattea. A salire sul palco ai duemila metri di Sportinia, questa volta sarà la cantautrice varesina Clara, al secolo Clara Soccini, protagonista all’ultimo Festival di Sanremo con il brano “Febbre”, regina dell’estate in duetto con Fedez nel brano “Scelte stupide”, nonché modella e attrice della fortunatissima serie televisiva “Mare fuori” nel ruolo di Giulia, in arte Crazy J.

Un evento, giunto alla sua quindicesima edizione, come al solito ad ingresso gratuito, organizzato dal Comune di Sauze d’Oulx, dall’Unione Montana Comuni Olimpici della Via Lattea e dal Consorzio Fortur, quest’anno in partnership con Anima Festival, la prestigiosa manifestazione che da dieci anni promuove eventi musicali di livello nazionale e internazionale nell’Anfiteatro dell’Anima, sull’altopiano agricolo di Cervere.

In questi anni – spiegano il sindaco di Sauze d’Oulx Mauro Meneguzzi e l’assessore al Turismo Davide Allemanda Sportinia abbiamo portato grandi nomi della musica leggera italiana, come Antonella Ruggiero, Nicola Piovani, Enrico Ruggeri, Malika Ayane, Roberto Vecchioni, Eugenio Finardi, Noemi e Morgan, riscuotendo sempre un grande successo di partecipazione e di consensi. Dopo un paio di anni con proposte diverse, quest’anno siamo tornati al grande artista. Grazie al lavoro del Consorzio Fortur e all’organizzazione di Anima Festival avremo l’onore di avere con noi a Sportinia Clara, una giovanissima artista che sta spopolando dopo l’esperienza di Sanremo e la canzone con Fedez”.

Serenella Marcuzzo, presidente del Consorzio Fortur, sottolinea l’ampia disponibilità di posti a Sportinia: “Come sempre il Concerto di Ferragosto dei Comuni Olimpici Via Lattea sarà ad ingresso gratuito e senza problemi di spazio, visto il grande anfiteatro naturale di Sportinia, pertanto c’è posto per tutti coloro che vorranno vedere e ascoltare dal vivo Clara, alla quale porgiamo sin da ora il più caloroso benvenuto a Sauze d’Oulx”.

Come nel caso dell’Anfiteatro dell’Anima – osserva Ivan Chiarlo, patron di Anima Festival insieme alla sorella Natascialo straordinario scenario naturale di Sportinia rende l’esperienza del concerto un evento unico e irripetibile, creando suggestioni ambientali e musicali indimenticabili. Su questo fronte, Sportinia sviluppa enormi potenzialità”.

Ricordando Gina Lagorio

A vent’anni dalla morte, il “Quadila Festival” ricorda e rende omaggio alla celebre scrittrice cuneese in una giornata tra letture e “scambio di sapere”

Sabato 26 luglio, tra Vezzolano ed Albugnano

Albugnano (Asti)

Al secolo Luigina Bernocco, Gina Lagorio(Bra, 1922 – Milano, 2005) fu scrittrice – fortemente legata alla sua terra e alla memoria dei suoi più “alti” scrittori, Pavese e Fenoglio in primis, così come del poeta amico Camillo Sbarbaro conosciuto e “studiato” nei lunghi anni trascorsi in Liguria, a Savona – ma anche critica letteraria e politica eletta, dal 1987 al 1992, al Parlamento Italiano fra gli scranni del Gruppo di “Sinistra Indipendente”. “Premio Viareggio” nel 1984 per il romanzo “Tosca dei gatti”, firmò sempre i suoi scritti con il cognome del primo marito (di cui rimase precocemente vedova), anche dopo le seconde nozze con l’editore Livio Garzanti. Il 17 luglio scorso ha segnato i vent’anni esatti dalla sua scomparsa. Di qui la “nobile” iniziativa di celebrarne il ricordo, all’interno del programma di “Quadila Festival”, ideato e realizzato dalla Compagnia Teatrale “Lo Stagno di Goethe”, che alla scrittrice (dalla “prosa antica”) di Bra, dedicherà, il prossimo sabato 26 luglio, due iniziative “distinte, ma complementari” da tenersi tra Vezzolano e Albugnano, “balcone del Monferrato Astigiano”. Obiettivo, omaggiare “l’eredità letteraria e civile – spiegano gli organizzatori – di questa autrice versatile, capace di spaziare dalla narrativa alla saggistica al teatro, affrontando temi come la Resistenza, la malattia, il rapporto tra libertà individuale e Storia, e tra diversità e potere”.

Due, si diceva, gli appuntamenti programmati. “Un silenzio spesso come una forma di pane”, il primo, con titolo mutuato da un’espressione della stessa Lagorio nel suo “Inventario”(Rizzoli, 1997), in programma sabato 26 luglio, alle 15,30, nel suggestivo Chiostro dell’“Abbazia di Vezzolano”. Un pomeriggio dedicato all’opera di Gina Lagorio: dopo l’intervento della scrittrice e giornalista Benedetta Sofia Barone, intitolato “Le parole di ieri: l’esempio pratico e politico di Gina”, attrici e attori de “Lo Stagno di Goethe”, tra cui Chiara Galliano, Diego Coscia e Marco Gobetti, si alterneranno in specifiche “letture teatrali”. I brani selezionati da Valentina Cabiale, scrittrice-archeologa, spazieranno da opere come “Approssimato per difetto” e “Il silenzio” ad articoli scelti da “Penelope senza tela” e “Parlavamo del futuro…”. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con “DRMNP-Direzione Regionale Musei Nazionali Piemonte” e l’Associazione culturale “La Cabalesta” di Castelnuovo don Bosco, promette un’immersione profonda nella poetica lagoriana.

Le celebrazioni proseguiranno, alle 21, nel cortile dell’“Antica Canonica” di Albugnano (o nella “Sala Camilla Serafino”, in caso di pioggia) con lo “scambio di sapere” dal titolo “La coraggiosa allegria di Gina Lagorio”, format innovativo che prevede incontri in cui depositari di una “conoscenza specifica” la espongono pubblicamente.

In questa occasione, saranno le figlie della scrittrice Silvia e Simonetta Lagorio, coordinate da Valentina Cabiale, a condividere il loro sapere sulla figura della madre, Gina Lagorio. L’incontro sarà arricchito da “letture teatrali” e da una “lettura scenica finale”, a cura degli attori de “Lo Stagno di Goethe”, con testi scelti da “Inventario” e “Capita”.

Questo momento serale nasce con l’intenzione di offrire un’immagine più intima e personale della scrittrice, mettendo in luce la sua capacità di mantenere, anche nelle tragedie, un pensiero libero e una ricerca costante di felicità condivisa, o persino del semplice “farsi un’allegria”. “Un’occasione unica per il pubblico – concludono gli organizzatori – di partecipare attivamente a un ‘baratto culturale’ e a vivere una scintilla di scambio di idee e suggestioni”. Cosa che Gina Lagorio avrebbe sicuramente apprezzato e piacevolmente condiviso. Lei che allo scrivere affidava tutta quanta la sua esistenza e il suo “essere”. Il suo essere donna e scrittrice. In modo totale. Senza infingimenti e sotterfugi. “La letteratura – diceva – è qualcosa di così intimo, profondo, così necessario, se è necessario – secondo me è una ‘conditio sine qua non’ – che deve implicare tutta intera la persona, che deve scegliere fra il dovere e il piacere, che deve sapere navigare nel mondo in cui si trova a navigare e in cui è bene, se è possibile, non cedere a troppi compromessi, perché i compromessi corrodono l’integrità di una persona”.

L’ingresso è libero per entrambi gli appuntamenti, con possibilità di offerte libere a sostegno del “Festival”.

g.m.

Nelle foto: Gina Lagorio; Gina Lagorio con Carlin Petrini

La Disney non ne azzecca più una. Perché?

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THE PASSWORD Torino oltre gli asterischi

Per la rubrica “The Password: Torino oltre gli asterischi”, in collaborazione con Il Torinese, Alice Musto analizza le ragioni del declino creativo della Disney, che da tempo si rifugia nella produzione di live action sempre meno convincenti per la critica e per il pubblico della nostra città.

Con la recente uscita di Biancaneve, la Disney si aggiudica l’ennesimo flop al botteghino, con una perdita stimata di circa 115 milioni di dollari e una serie di polemiche che lo hanno accompagnato dagli inizi della sua produzione. Risultati tanto negativi da influire anche sulla nascita del live action di Rapunzel, che per ora è stata bloccata.
Sono ormai anni che le produzioni Disney sembrano non soddisfare, per un motivo o per un altro, le aspettative del pubblico internazionale. Da
Peter Pan e Wendy a Mulan, da La sirenetta a Mufasa: ciascuno di questi titoli è stato o al centro di polemiche o è risultato in qualche modo “mediocre”.

La Disney rivoluzionaria

Che il fondo sia stato toccato proprio con Biancaneve è quasi ironico. L’originale del 1937, infatti, oltre a essere stato il primo “classico” Disney, fu rivoluzionario in quanto primo lungometraggio della storia del cinema realizzato interamente con la tecnica del disegno animato. In quegli anni fu un enorme successo a livello di critica e popolarità e, ancora oggi, tenendo conto dell’inflazione, resta primo in classifica come film d’animazione con più guadagni del Nord America.

Una delusione molto simile era già arrivata con La Sirenetta nel 2023: in questo caso l’utilizzo massiccio della CGI, piuttosto che aggiungere particolarità ai personaggi e alle ambientazioni, ha avuto l’effetto opposto, rendendo il tutto “irrealistico” e “poco fluido”, incidendo, così, negativamente sull’animazione. Al contrario, il suo omonimo del 1989, aveva rappresentato il grande ritorno della Disney dopo un periodo di produzioni no, proprio grazie all’investimento in nuove tecniche digitali, che avevano dato una spinta verso la modernizzazione dell’intera struttura produttiva dello studio d’animazione.


Da
Mickey Mouse e Cenerentola, passando per Frozen e Inside Out, Walt Disney ha creato, ormai più di 100 anni fa, quello che oggi è un mondo fatto di personaggi, storie, parchi tematici, gadget da collezione, piattaforme streaming e un net worth di circa 163.21 miliardi di dollari. Alle ultime uscite della Disney, però, sembra mancare quel “qualcosa”, quel pizzico di magia che anni fa la rese il colosso internazionale che è oggi.

Perché i live action non funzionano?

Se alcune delle prime live action sono state un vero e proprio successo al botteghino e per la critica — possiamo citare a tal proposito Alice in Wonderland, Maleficent e Cenerentola — i remake più recenti sono invece stati poco apprezzati da entrambi. Polemiche sul politically correct a parte, sembra che le ultime produzioni vengano realizzate con sempre meno cura per i dettagli, e costumi e ambientazioni passano troppo spesso in secondo piano, privandoci di quella tanto amata “estetica disneyiana” che li rende magici.


Un altro tasto dolente è la frequente
tendenza al voler modernizzare storie classiche, alle quali milioni di persone, provenienti da tutto il mondo, sono molto affezionate. Le principesse “woke”, le girlboss dal carattere forte, sono tanto fondamentali per alcune storyline, ad esempio in Mulan, quanto deleterie per altre, come nel caso di Biancaneve, in cui finiscono per oscurarne i punti forti.
Infine, non possiamo che sottolineare come
spesso si lasci che siano le polemiche a fare parlare del film, non investendo su un press tour ampio e ben pensato per fare buona pubblicità. Il risultato? Le attrici protagoniste finiscono alla gogna, mentre il colosso dell’animazione ritira incassi facili.

E le storie originali?

La situazione dei film d’animazione originali non è delle migliori: di fatto, possiamo dire che le ultime uscite di spicco siano state Frozen nel 2013 e Inside Out nel 2015. In un mondo in cui sono ormai le piattaforme streaming il centro del mondo cinematografico, che ci inonda ogni giorno di contenuti nuovi, le più recenti storie originali firmate The Walt Disney Company sono risultate deboli e di scarso impatto.
Negli ultimi anni, non è un caso che il colosso americano abbia puntato prevalentemente sulla produzione di remake live action dei grandi classici, che garantiscono una fetta di pubblico già fidelizzata.

L’ultima uscita in casa Disney è Lilo & Stitch, arrivato nei cinema italiani questo 21 maggio e che pare stia riscuotendo, al contrario degli altri titoli di cui abbiamo precedentemente parlato, un discreto successo: ha già superato gli incassi di Cenerentola, La Bella e la Bestia, Biancaneve, Mufasa – Il Re Leone, Aladdin e Biancaneve. Anche quest’ultima pellicola non è stata esente da critiche e polemiche, certo, ma queste ultime non hanno inciso più di tanto sul parere del pubblico, che in media ha apprezzato il film. A livello cinematografico non parliamo comunque di una rimonta di spicco, a livello tecnico o contenutistico.

Che si tratti di mancanza di creatività o sia soltanto sintomo di un problema molto più ampio, legato a un mondo dell’intrattenimento sempre più saturo e veloce, oggi alla Disney manca quell’unicità che ha conquistato i cuori di tutto il mondo.

Alice Musto

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E’ di scena MOV Summer Festival 2025

Musica, spettacolo e cultura: ritornano le grandi serate estive di “Mondovicino Outlet Village”

Dal 24 luglio al 14 agosto

Mondovì (Cuneo)

Segnatevi ben bene la data: giovedì 24 luglio (ore 21, stesso orario per tutti gli spettacoli con ingresso gratuito), piazza Centrale di “Mondovicino Outlet Village” a Mondovì (Cuneo). Sarà la grande Ivana Spagna (da Valeggio sul Mincio, in passato “Spagna” e basta) ad aprire la rassegna del “MOV Summer Festival” che da giovedì 24 luglio a giovedì 14 agosto tornerà a trasformare  “Mondovicino” in un palcoscenico a cielo aperto con cinque serate dedicate alla musica italiana e al più vario intrattenimento, con ospiti di rilievo e un programma fatto su misura per tutte le generazioni.

Icona intramontabile della “musica pop” italiana e internazionale, con oltre 30milioni di dischi venduti e una carriera che l’ha portata dalle “piste dance” europee alle “colonne sonore Disney”, Spagna è certamente una delle cantanti più versatili e amate dal pubblico più eterogeneo. Non poteva esserci dunque scelta migliore dell’affidare a lei il testimone della lunga “staffetta” che, anche quest’anno, impegnerà il monregalese “Mondovicino” nel clou della stagione estiva. Dopo il successo planetario di “Easy Lady” e “Call Me”, che l’ha consacrata anche nel mercato anglosassone, Ivana Spagna ha saputo reinventarsi “in italiano” con hit emozionanti come “Gente come noi” e “Siamo in due”. E forse pochi sanno che ha perfino scritto ed interpretato l’inno della squadra del cuore, il “ChievoVerona Calcio”. Lo show a Mondovicino sarà, come sempre, un viaggio musicale tra energia e sentimento, per cantare e ballare sulle note che hanno segnato un’epoca.

Classe 2006, fra le voci emergenti del panorama canoro nazionale e vincitrice dell’edizione 2024 di “Amici”, sarà invece la vigevanese Sarah Toscano a salire sul palco, nella serata di giovedì 31 luglio. Il suo primo EP ha subito scalato le classifiche, grazie anche ai singoli “Touché” e “Sexy Magica” , mentre la sua partecipazione al “Festival di Sanremo 2025” con “Amarcord” (classificatosi al 17° posto e in seguito al 19° della classifica “Top Singoli” fino alla certificazione di “disco d’oro”) l’ha ufficialmente consacrata tra i nuovi talenti della musica italiana. A Mondovì porterà l’energia del suo primo tour, già sold out nelle principali città.

A seguire. Dalla musica allo spettacolo più vario e spassoso. Ecco allora, venerdì 1° agosto un appuntamento originale e sorprendente: ParalleleBipedi a confronto” , il talk show condotto dal mitico comico cabarettista cantautore attore e scrittore spezzino Dario Vergassola , talk giunto alla sua quarta edizione. Nessun dubbio: sarà una serata tutta fuori dagli schemi, un mix di ironia, pensiero e spettacolo, ispirata – con spirito giocoso – all’imprevedibilità e al “trionfo dell’irregolarità” delle “bocce quadre”, tradizione ludica locale che a Mondovì attira centinaia di persone a giocare sotto i portici del centro. Vedere per credere. E per ridere!

E dopo il Vergassola? Udite, udite: giovedì 7 agosto sarà la volta di un vero personaggio cult della storia della musica e dell’intrattenimento italiano, il leggendario (anche lui non aspetta più i settanta!) Claudio Cecchetto . Produttore discografico, dj, conduttore radiofonico e televisivo (inventore di “Radio Deejay” e più volte conduttore del “Festival di Sanremo”), nonché scopritore di artisti come Gerry Scotti, Jovanotti, Fiorello, Max Pezzali e Amadeus, Cecchetto torna dietro alla consolle con il suo “Deejay Show” , uno spettacolo in cui musica, immagini e aneddoti si fondono in un racconto travolgente attraverso quarant’anni di “cultura pop”. Dagli Anni ‘70 alla “Dance 2000”, passando per momenti cult come “Gioca Jouer” , il pubblico sarà invitato a cantare, ballare e rivivere le stagioni più esuberanti della musica italiana. Dimenticando che intanto gli anni (quelli “più esuberanti”) per molti, purtroppo, se ne sono andati.

Ed eccoci, al “gran finale”. Giovedì 14 agosto sarà una serata tutta dedicata alla comicità targata Zelig” . Tre volti storici del celebre cabaret televisivo saliranno sul palco del “MOV Summer Festival” per un Ferragosto all’insegna delle risate: Gianluca Fubelli , in arte “Scintilla”, con il suo umorismo grottesco e surreale, Franco Neri , torinese doc e “calabrese nell’anima”, e Marco Marzocca , maestro del “nonsense” e della parodia, il celebre “Ariel” di “Zelig”, collaboratore domestico filippino di Claudio Bisio. Un mix esplosivo di sketch e battute per concludere il festival con leggerezza e allegria.

Si ricorda ancora che, durante le serate, i negozi e i punti food di “Mondovicino” resteranno aperti per permettere ai visitatori di vivere il “Villaggio” anche dopo lo spettacolo, tra shopping, musica e convivialità.

g.m.

Nelle foto: Ivana Spagna; Dario Vergassola; Claudio Cecchetto (Ph.Giovanni Gastel)

Marcello Soleri a 80 anni dalla morte

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Ottant’anni fa moriva a Torino Marcello Soleri, ministro del tesoro in carica dal 4 giugno 1944. Era già stato ministro delle Finanze e della Guerra, parlamentare liberale vicino a Giolitti fino al 1928 quando il fascismo lo dichiarò decaduto. Ho ripubblicato le sue memorie nelle edizioni di “Libro aperto”  di Antonio Patuelli,  stampato con prefazione di Luigi Einaudi nel  1949 dall’editore Einaudi che non rimise  più in circolazione il libro.
Soleri è stato ricordato oggi a Cuneo e verrà ricordato da chi scrive in settembre ed ottobre a Torino, a Cuneo e a Roma insieme alla pronipote Olimpia Soleri e a Enrico Morbelli, presidente della Famija Piemonteisa della Capitale. Nel 1945 se la malattia non lo avesse stroncato a 63 anni, era considerato il vero leader del rifondato Pli. Lui non aveva ceduto al fascismo come tanti liberali e vide anche i limiti dell’ Aventino. Soleri ministro della Guerra aveva predisposto il decreto dello stato di assedio per impedire manu militari la Marcia su Roma. Il re non firmò, anzi chiamò al governo Mussolini che cercò in tutti i modi di circuire inutilmente  Soleri che riconosceva come valoroso combattente nella Grande Guerra, ufficiale volontario nel corpo degli Alpini, decorato di medaglia d’argento al Valor  Militare. Esiste a Cuneo il  suo diario di guerra su cui scrisse Umberto Levra tanti anni fa un bel saggio. Perché Soleri è stato dimenticato innanzi tutto dal partito liberale che dal 1976 eleggeva a Cuneo il ministro Raffaele Costa? Non ci vuole molta fantasia per rispondere. Ma anche i vari  Altissimo e Zanone non hanno mosso un dito per lui. Qualche discorso celebrativo a Cuneo lasciandolo schiacciato dalla figura di Giolitti. Le scorribande pseudo storiche del preside di  Saluzzo hanno fatto il resto per relegare Soleri ad epigono di Giolitti. Tutti gli antigiolittiani hanno riservato oblio a Soleri perché lo statista piemontese per il suo rigore morale contraddiceva alla vulgata salveminiana del “ministro della mala vita”.
Soleri concluse la sua vita, lanciando il prestito nazionale del 1945 che salvò  la lira. Nel 1945 Soleri era ministro ed Einaudi venne da lui nominato governatore della Banca d’ Italia.
Oggi questi ricordi sono appannati, ma il Centro “Pannunzio” farà in modo che gli studiati silenzi e i meditati  oblii, come disse il mio amico Prunas, siano superati e venga garantita adeguata giustizia storica ad un grande piemontese che ebbe il rigore di Sella e di Lanza, ma anche la lungimiranza di Cavour.

Una nuova stagione estiva per San Sicario

Fra teatro e cinema, la nota frazione di Cesana Torinese, s’attrezza per un’estate “come si deve”

Dal 25 luglio al 16 agosto

San Sicario di Cesana (Torino)

In tre settimane8 spettacoli teatrali e 4 proiezioni cinematografiche. Con il titolo di “Spettacoli di mezza estate … in vetta”, ai 1700 metri di San Sicario ci si attrezza per una nuova, interessante “stagione estiva”. Tre settimane, dal prossimo venerdì 25 luglio a sabato 16 agosto: avanti tutta! Con una programmazione estiva, di sicura qualità, promossa, presso il locale Cinema Teatro “San Sipario”, dalla torinese Compagnia Teatrale “Onda Larsen” in collaborazione con la sansicariota Associazione “Non solo Neve”, che già il nome dice tutto!

Spiega Riccardo De Leo, vicepresidente “Onda Larsen”: “La sfida di ‘Onda Larsen’ e ‘Non solo Neve’ è portare un’offerta culturale continuativa per gli abitanti e i turisti con l’obiettivo di animare il borgo durante il periodo estivo, un momento in cui la montagna perde la neve ma non il fascino e le opportunità attrattive. Il cartellone è costruito sulla multidisciplinarietà, sulla contaminazione di linguaggi e su una proposta multi-genere: abbiamo selezionato spettacoli, concerti e serate di cinema per coinvolgere l’intera comunità, rendendola partecipe e facendola sentire protagonista del processo creativo culturale”. Il programma si presenta, quindi, come un allettante “viaggio tra musica, teatro e parole”.

In estrema sintesi, si spazierà dai testi di Fabrizio De Andrè (con “Volta la carta” dell’“Accademia dei Folli”) alle riflessioni dell’attrice comica Giulia Pont su come la fine di un rapporto possa essere il principio di un nuovo inizio, da “Lemon Therapy”, che indaga gli adolescenti di oggi attraverso un’indagine di sette mesi tra i ragazzi, a “Ai fiori non serve il pettine” che narra un’importante storia di rinascita e affermazione di una bambina che convive con l’“alopecia”. Inizio degli spettacoli sempre alle ore 21.

Si parte sabato 25 luglio, proprio con il reading intenso e toccante “Ai fiori non serve il pettine”, scritto da Ilaria Santambrogio e Marina Gallona, con Barbara Altissimo sul palco. Ispirato dal libro edito da “Capovolte Edizioni”, il recital racconta la storia di Ilaria che fin da bambina convive con l’“alopecia”. Sarà un fiore, l’“elleboro” tatuato sulla testa, a diventare per lei simbolo di rinascita e nuova affermazione, in un racconto che invita a riflettere sull’autenticità in una “società performativa” e su come la “diversità” possa trasformarsi in un valore aggiunto. A chiudere la programmazione di questa prima stagione sarà, sabato 16 agosto, il film “Sotto le stelle di Parigi” dello sceneggiatore e regista tedesco Claus Drexel. Basato su una storia vera, è una “fiaba per tutta la famiglia” che racconta la storia di una donna che ha avuto poco dalla vita e di un bambino a cui è stato tolto tutto. A fare da sfondo, le brutture di una società ostile dove saprà riaccendersi però una luce di speranza.

Per info e per la programmazione nel dettaglio: tel. 351/4607575 o www.ondalarsen.it

Da segnalare in particolare, sabato 2 agosto“Il sogno di Bottom” di “Onda Larsen”, scritto e diretto da Lia Tomatis, con Riccardo De Leo e Gianluca Guastella, piacevolissimo spin-off di uno dei personaggi più divertenti di Shakespeare, attraverso una storia che ci porta nel 1595, nel bosco di “Sogno di una notte di mezza estate”, commedia di argomento decisamente comico, fra le più famose dell’illustre “Bardo” o “Cigno dell’ Avon”.

Commedia leggera, ma non superficiale, anche “Lemon Therapy” (giovedì, 7 agosto), una prosa di “Quinta Parete”, scritta da Chiara Boscaro e Marco Di Stefano, interpretata da Enrico Lombardi e Alice Melloni. Nato da un’indagine con adolescenti, genitori e insegnanti, il testo affronta il tema della “sessualità” in età adolescenziale, dell’educazione all’affettività e dei nodi intergenerazionali. Argomento tosto, trattato con indulgenza per gli spettatori.

Spettacolo di travolgente comicità sui meccanismi della “relazione di coppia” è infine quello programmato per venerdì 8 agosto di e con Giulia Pont (regia di Carla Carucci), “Ti lascio perché ho finito il cortisolo”. Giulia Pont, con le sue teorie sentimentali esilaranti, “conduce in un viaggio ironico nel mondo del ‘dating’ e della ricerca del piacere femminile, lottando contro i pregiudizi e affermando la propria individualità”.

Nel suo complesso, l’agenda di spettacoli ideata da “Onda Larsen” per la stagione estiva di “Sansica” è sicuramente ben studiata e interessante. Da seguire e sostenere in piena adesione. I biglietti (biglietto unico 10 Euro) sono acquistabili sia in cassa il giorno stesso dell’evento sia sul sito www.ticket.it

g.m.

Nelle foto: scene da “Il sogno di Bottom”, “Lemon Therapy” e “Ti lascio perché ho finito il cortisolo”

Apertura straordinaria del Castello di Marchierù

Domenica 27 LUGLIO 2025

Recentemente il castello ha ricevuto la visita di Azaea Beatrice Corvalan-Reyna y de Saboya, figliola di SAR la principessa Maria Beatrice di Savoia, più volte negli anni ospite dei proprietari del castello.

Accogliendo l’invito dell ’ illustre ospite, colpita dall’atmosfera del luogo nonché dalle memorie ivi contenute, legate alla storia stessa del suo Casato reale fin dal 1220

si è determinato di sospendere i lavori che finora hanno comportato la chiusura al pubblico della Dimora per un’apertura straordinaria

CASTELLO DI MARCHIERU‘ ( Villafranca Piemonte * via S.Giovanni 77)

Visite guidate al parco, alla cappella gentilizia, alle scuderie settecentesche ed alle sale ammobiliate del castello

Gli stessi proprietari, discendenti dai primi feudatari del 1220, accompagneranno gli ospiti facendo rivivere con oggetti, reperti e documenti storici originali, la vita, gli usi ed i costumi di una Dimora nobiliare dell’epoca.

( visite ore 10/11,30 *15/16/17 )

adulti € 10 * bimbi gratis fino a 10 anni*

Prenotazione obbligatoria al 3394105153 /3480468636 * segreteria@castellodimarchieru.it

Vito Oliva. Disegni Padani

Il magico surrealismo dell’artista alessandrino in mostra, nel Tortonese, a Sale d’Alessandria

Dal 25 al 29 luglio

Sale (Alessandria)

Una mostra a breve, troppo breve, durata. Cinque giorni, solo, di esposizione. Siamo tuttavia certi che “Disegni Padani”, a firma di Vito Oliva, a cura dell’“Associazione Mina Pintore” e ospitata da venerdì 25 (inaugurazione, ore 17,30) a martedì 29 luglio prossimi presso l’“Atelier” di via Roma a Sale Alessandrino, non mancherà – come si spera e ne siamo  certi – di attrarre un buon numero di visitatori e di destare l’interesse  che assolutamente merita.

Vito Oliva è un “eclettico artista, testimone del territorio”. Alessandrino, laureato in Lettere presso l’Ateneo genovese, ha come primi maestri i più noti pittori alessandrini tra i quali Giovanni Rapetti, dal quale apprende i primi, ma decisivi, rudimenti del “mestiere d’artista”. Si accosta all’arte “fantastica” e “surrealista” nella sua maggior fioritura e fortuna in ambito torinese negli Anni ’70.

 

Nota critica:

“Pittore della natura e della memoria, il tratto intenso e ricco di dettagli che si riscontra nei quadri di Vito Oliva è un viaggio che rivela paesaggi e momenti di vita passata di questa terra padana. Atmosfere suggestive nelle quali compaiono elementi tipici quali alberi secolari, campi sterminati e antiche testimonianze architettoniche immerse in un’aura di mistero e nostalgia. E ancora: elementi che rappresentano una forte simbologia legata alla natura e alla memoria storica dei luoghi. E’ questo il carattere distintivo, la vera unicità delle sue opere … Artista dal tratto preciso e inequivocabile, dai contrasti netti e dalle linee marcate che esaltano in modo nitido e preciso forme e immagini dall’aspetto tridimensionale, quasi vivo, che cattura l’osservatore”.

Mostra che sicuramente merita attenzione. E un’attenta visita.

Un consiglio ai “forestieri” che arriveranno a Sale per questa o altra occasione: non mancate di “omaggiare” (in tempi, soprattutto, come quelli che stiamo vivendo di criminale follia bellica) la “grande” (in tutti i sensi) classicheggiante scultura dedicata in Parco della Rimembranza “Ai Caduti di Sale” delle prime due guerre mondiali, opera di Giovanni Taverna (1911 – 2008), allievo di Borelli e soprattutto di Bistolfi, e nativo della vicina Alluvioni Cambiò, dal 2018 Alluvioni Piovera. Uno dei vari “monumenti pubblici” realizzati dal Taverna, fra i quali il “Monumento all’Alpino” di Leynì e il “Monumento al Migrante” a Pittsbourgh.

Terra di grandi artisti, il “Monferrato Alessandrino”. Sale vi aspetta oggi con le opere di Vito Oliva.

Per info: “Atelier”, via Roma 31, Sale (Alessandria); tel. 335/6547770

Orari: dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19

Nelle foto: locandina mostra e una recente opera di Vito Oliva

Assegnato al prof. Pier Franco Quaglieni il “Premio Cavour Risorgimento”

 

Il volume “Il liberale Pannunzio. Tutto l’oro del Mondo?” pubblicato dalla Edizioni Pedrini

È stato assegnato il prestigioso Premio “Cavour Risorgimento” 2025, al volume: “Il Liberale Pannunzio. Tuttol’oro del Mondo ?”, curato dallo storico prof. Pier Franco Quaglieni, pubblicato dalle Edizioni Pedrini.

La Giuria ha premiato il volume con la seguente motivazione: 

“L’opera documenta con acume storico l’iter culturale e politico di Mario Pannunzio, evidenziandone e documentandone la matrice liberale. 

Le oltre sessanta importanti testimonianze inedite raccolte da Pier Franco Quaglieni, consentono una lettura di Pannunzio nuova, perchè lo colloca nel suo rapporto con il liberalismo di Tocqueville e di Croce, che lo storico torinese, ha documentato in modo davvero magistrale.

Nel libro è molto viva anche la lezione pannunziana del Risorgimento e dello stesso Cavour, a cui il prof. Pier Franco Quaglieni aveva dedicato nel 2010, un importante libro.

Pannunzio passa dalla agiografia ad una lettura critica e storica che lo colloca nel ‘900 italiano, tra fascismo e storia repubblicana, come uno degli interlocutori più significativi e controcorrente”.

Il Premio Alassio allo scrittore veneto Paolo Malaguti

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
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Il Premio Alassio Cento libri – un autore per l’Europa, ideato 31 anni fa dal bibliotecario Roberto Baldassarre e dal giornalista Romano Strizioli, è stato vinto da  Paolo Malaguti per il suo romanzo ”Fumana“. Una scelta avveduta della giuria presieduta da Gian Luigi Beccaria e composta da italianisti stranieri che spesso dimostrano una capacità di andare oltre le logiche di molti premi letterari italiani. L’idea dei giurati esteri ha consentito al premio alassino di avere un respiro più ampio, evitando i legami con la politica che emergono in modo vistoso, ad esempio, con lo “Strega”. La figura di Malaguti va ben oltre un eventuale  impegno politico che non traspare , perché la sua opera non rivela quei cedimenti a cui tanti scrittori si sono dovuti adattare o che hanno scelto di loro iniziativa. I Premi letterari, al di là della lotta inevitabile tra editori, sono spesso spartiti in base a criteri non soltanto politici, ma addirittura ideologici. Chi non fa parte di certi certi cerchi magici ,è tagliato fuori in maniera aprioristica. Anche il Premio Alassio ha avuto le sue colpe sotto la presidenza di Ernesto  Ferrero  che pure fu un critico raffinato e colto, ma non immune dalla compromissione con la politica politicante . Basterebbe citare il conferimento a Michela Murgia,  in verità non ancora così schierata come negli ultimi anni della sua vita, per rendersi conto di un abbaglio che mi portò a disertare negli anni successivi il Premio alassino. La scelta di quest’anno mi pare molto giusta e condivisibile. Uno scrittore che riconosce un debito nei confronti di Giovannino Guareschi, merita attenzione. Forse pochi lo ricordano che ad Alassio andava al mare con la famiglia anche Giovanni o che è ricordato all’ ingresso della biblioteca civica  sul mare da una sua  fotografia sulla spiaggia. Malaguti rappresenta una narrativa che sa fare i conti con la storia senza le solite  faziosità. In quella stessa piazza in cui è stato premiato Malaguti, due giorni prima ha presentato un suo libro un personaggio televisivo tra i più faziosi che utilizzano le trasmissioni per montare scandali. Non avrei mosso un passo per andarlo a sentire , ma la pluralità delle voci è il bello della democrazia liberale che ad Alassio è sempre esistita per merito di amministrazioni che non si sono mai accodate alla cultura – propaganda di tante città e cittadine che usano l’estate per fare  dell’amichettismo politico la loro prevalente ragion d’essere.