CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 4

Jane Austen e i tarocchi. Lo Scarabeo celebra i 250 anni 

A dicembre 2025 ricorre il 250esimo anniversario della nascita di Jane Austen, una delle più amate e influenti scrittrice della letteratura mondiale. Per celebrare questa ricorrenza straordinaria, lo Scarabeo rende omaggio all’autrice inglese di “Ragione e sentimento”, “Orgoglio e pregiudizio”, “Emma” e altri capolavori, con un mazzo di tarocchi dedicato, “Jane Austen Tarot”. È pensato per i lettori della sua opera e i collezionisti di tarocchi più esigenti. Il mazzo, creato appositamente per la ricorrenza, celebra i successi di Jane Austen attraverso il linguaggio simbolico dei tarocchi, intrecciando archetipi, personaggi, atmosfere e temi senza tempo: l’amore e l’orgoglio, il destino e la scelta, le convenzioni sociali e il desiderio di autodeterminazione. Un dialogo affascinante tra letteratura e divinazione, capace di restituire la modernità dello sguardo della grande scrittrice. Attraverso gli arcani maggiori, vengono affrontate le questioni dello spirito e del destino, mentre gli arcani minori si concentrano sugli aspetti più concreti e quotidiani dell’esistenza. I quattro semi incarnano i quattro elementi fondamentali, riflettendo le molteplici dimensioni dell’esperienza umana: le candele, simbolo di passione, energia e iniziativa; le tazze, che rappresentano i sentimenti e le relazioni; le penne, espressione del pensiero razionale e analitico, e i denari, legati alle questioni pratiche e tangibili della vita. Ogni carta è ispirata a un personaggio o a una scena tratta dalle opere di Austen, reinterpretato attraverso il linguaggio dei tarocchi. Non è necessaria una conoscenza pregressa, né dei romanzi dell’autrice né della tradizione tarologica per apprezzare o utilizzare questo mazzo. Le immagini e i simboli parlano all’intuizione, rendendo l’esperienza accessibile, evocativa e coinvolgente.

L’artista è Lola Airaghi, fumettista italiana formatasi alla Scuola del Fumetto di Milano, che ha collaborato negli anni con alcuni dei principali editori italiani, tra cui Sergio Bonelli Editore, Edizioni BD e Lo Scarabeo. Il suo stile  espressivo e narrativo, si distingue per la sua capacità di fondere suggestione visiva e costruzione simbolica. Diane Wilkes è cartomante da oltre mezzo secolo, nonché scrittrice e insegnante di tarocchi e altri metodi divinatori. Da più di trent’anni svolge divulgazione a livello internazionale, affermandosi come voce tra le più autorevoli in campo tarologico. La casa editrice Scarabeo nasce a Torino nel 1987, unendo la competenza collezionistico, l’amore per l’illustrazione e il gusto per l’immagine dei fondatori Mario Pignatiello e Pietro Alligo, a cui oggi si affianca la giovane editrice Sofia Pignatiello. In 35 anni di attività, la Scarabeo è diventata leader mondiale nel campo dei tarocchi proponendo mazzi firmati dai più grandi artisti di questo secolo, quali Corrado Roi, Paolo Eleutieri Serpieri, Milo Manara, Guido Crepax, Ferentino Pinter e Sergio Toppi.

Mara Martellotta

Musei Reali di Torino: sarà un anno “mai visto” 

 

Il 2026 porterà con sé una programmazione ricca di iniziative inedite e scoperte affascinanti, tra percorsi e attività culturali.

Un palinsesto che sarà svelato nel corso di una conferenza stampa, attesa nella seconda metà di gennaio, ma che si inaugura il 6 febbraio con la mostra dossier Beato Angelico negli occhi di Bartholomäus Spranger. Giudizi Universali a confronto.

Fino al 3 maggio, l’esposizione tematica propone, per la prima volta, un confronto diretto tra la straordinaria e pionieristica invenzione iconografica, elaborata da Beato Angelico intorno al 1425-1428, per la rappresentazione del Giudizio Universale nella celebre tavola oggi conservata al Museo di San Marco — eccezionalmente concessa in prestito dalla Direzione Regionale Musei Nazionali Toscana, nell’ambito delle relazioni culturali e di scambio tra musei del Sistema museale nazionale del Ministero della cultura — e l’opera appartenente alle collezioni della Galleria Sabauda, eseguita dal pittore fiammingo Bartholomäus Spranger tra il 1570 e il 1571 per papa Pio V. Quest’ultima, dichiaratamente ispirata al modello di Beato Angelico, consente di indagare le modalità di ricezione, reinterpretazione e trasmissione di un prototipo figurativo di grande fascino, mettendo in luce continuità e trasformazioni del tema  tra primo Rinascimento e Manierismo maturo. L’esposizione si tiene in occasione del rientro ai Musei Reali della tavola di Fra Giovanni da Fiesole raffigurante la Madonna dell’Umiltà, concessa in prestito alla mostra monografica Beato Angelico (Firenze, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, 26 settembre 2025 – 25 gennaio 2026).

 

“Make some noise”, torna SeeYouSound

L’anno si chiude con una prima anticipazione sul SEEYOUSOUND International Music Film Festival, un unicum in Italia per la sua line up dedicata al cinema a tematica musicale, che tornerà dal 3 all’8 marzo a Torino, per la sua dodicesima edizione. Nelle sale del Cinema Massimo di Torino, risuonerà di nuovo l’inconfondibile mix di suoni e immagini, quest’anno al grido “make some noise”, un invito a farsi sentire, scuotere se stessi e chi ci è accanto dal torpore in cui la società attuale ci vuole immersi. SEEYOUSOUND incoraggia il pubblico a reagire, richiamando l’importanza del cinema, della musica e della cultura tutta come appigli concreti e resistenti cui aggrapparsi per risollevarsi oggi, domani e sempre. Molti titoli del cartellone si fanno portatori di questo messaggio, su tutti quelli inseriti nella rassegna “Rising Sound – Music is the weapon”, che incarna da sempre l’anima più impegnata del Festival. I temi scelti dalla curatrice Juanita Àpraez Murillo, e dal suo team, si concentrano sul potere trasformativo e identitario della musica nella società contemporanea, una forza capace di cambiare la Storie e le storie, di ispirare il vissuto individuale e di innescare processi di rivolta e trasformazione collettiva. Quest’anno il cartellone porta al festival cinque documentari, tutti in anteprima italiana, che accompagneranno il pubblico di SYS alla scoperta di personaggi, epoche e luoghi diversi Uniti da un filo comune. La musica come pratica di vita, capace di riverbera nel tempo, e di continuare a ispirare e mettere in relazione  individui e comunità. Il primo di questi si intitola “Legacy”, diretto da Manal Masri, è che racconta la storia di alcuni fra i più grandi musicisti jazz afroamericani che, tra gli anno Cinquanta e Settanta, trovarono rifugio e successo in Scandinavia per sfuggire al razzismo dilagante negli Stati Uniti. Il film, realizzato nel 2024, ripercorre i passi di Dexter Gordon, Don Cherry e Quincy Jones, che in Svezia sono stati accolti per il loro talento. Oggi i figli raccontano questo storia di razzismo ed esilio, e il prezzo che i figli a volte pagano per la libertà dei padri. La storia di ciò che resta nelle vite degli altri quando si compie una scelta radicale.
Il secondo documentario, diretto nel 2025 da Fabien Pisani, si intitola “Para Vivir: The Implacable Times of Pablo Milanés”, è un affresco intimo del leggendario musicista cubano Pablo Milanese, cofondatore del movimento della Nueva Trova. Attraverso filmati d’archivio e interviste, il documentario ripercorre la vita dell’artista, fatta di battaglie personali, e il suo complesso rapporto con il panorama politico e culturale a Cuba negli anni Sessanta e Settanta. Restituisce così il bilancio esistenziale di un uomo la cui arte si è intrecciata indissolubilmente con la storia della sua nazione, e che ha vissuto sulla sua pelle un sogno collettivo.

“Sun Ra do the impossible” approfondisce l’eredità di Sun Ra, visionario musicista jazz, visionario poeta dell’afrofuturismo, e la sua influenza come pensatore e leader del collettivo musicale Arkestra, da lui fondato negli anni Cinquanta. La regista, Christine Turner, che ha presentato il documentario al Tribeca FF di New York lo scorso giugno, ci accompagna in un viaggio illuminante nella vita di questo grande artista, bilanciando con grazia i ricordi dei membri dell’Arkestra, con interviste a studiosi di musi a e indimenticabili filmati di Sun Ra Live. Il risultato è un ritratto stimolante e fedele di un personaggio privo di compromessi artistici, che ha contribuito a plasmare non solo il jazz, ma tutto il panorama culturale del Novecento e oltre.

“The Banyo Boys” è un titolo fresco d’uscita in Gran Bretagna, che segna il debutto nel lungo del regista britannico Johann Naiar, con radici in Guiana, Malesia e India. Il documentario, per la prima volta in Italia grazie a SYS, racconta l’ascesa dei Madalitso Band, un duo di musicisti di strada del Malawi, composto da Yobu Maligva e Yosefe Kalekeni. Il film ripercorre la loro avventura, dall’incontro nel 2002 al tour tra Europa e USA nel 2023, la loro trasformazione in musicisti passati dalle strade Lilongwe fino a divenire star internazionali dop essere stati scoperti da Neil Nayar.

“We want the funk” di Stanley Nelson e Nicole London, che rappresenta un viaggio sincopato nella storia e nell’evoluzione del funk, dalle radici che affondano nella musica africana, nel soul e nel jazz, fino alla sua affermazione nell’immaginario collettivo. Ne segue lo sviluppo attraverso figure chiave come James Brown, la psichedelia di Parliament Funkadelic, l’impatto culturale dell’afrobeat di Fela Kuti e la trasformazione del Girl Group Label, mostrando anche come il funk abbia influenzato poi la new wave e l’hip hop, celebrando come linguaggio universale di libertà, ritmo e resistenza.

Il programma della dodicesima edizione si completerà con le sezioni competitive dedicata a documentari e lungometraggi di finzione, cortometraggi, videoclip e sonorizzazioni, e la rassegna Into the Groove, un mix eclettico di titoli accomunati da u ‘anima pop.

Mara Martellotta

Scade il 31 gennaio il bando del Premio InediTO

“Questo nostro mondo umano, che ai poveri toglie il pane, ai poeti la pace” è tratto dalla poesia ‘Al principe’ di Pier Paolo Pasolini, scelto in occasione dei cinquanta anni dalla morte del poeta scrittore friulano, ed è  il nuovo input grafico illustrato da Francesca Rossetti del Premio InedITO Colline di Torino, giunto alla sua venticinquesima edizione, dopo aver premiato in tutti questi anni centinaia di autori e scoperto nuovi talenti di ogni età e nazionalità,  sostenendoli e accompagnandoli verso il mondo dell’editoria e dello spettacolo.

Il bando del Premio scadrà il 31 gennaio prossimo ed è dedicato alle opere inedite di tutte le forme di scrittura, dalla poesia alla narrativa, dalla saggistica al teatro, dal cinema alla musica, in lingua italiana e a tema libero, con esclusione di testi generati dall’intelligenza artificiale.

Sul successo maturato negli ultimi anni è stata dedicata una nuova sezione alla Graphic Novel. Sono state istituite le collaborazioni con la  Scuola Internazionale di Comics, il Palmosa Fest Festival Nazionale di Arte e Letteratura di Castelvetrano in provincia di Trapani, i festival “La grande invasione” di Chieri nel Torinese, e “Chiavi di lettura” di Chivasso nel Torinese, nonché la partnership con l’etichetta discografica “Sorridi Music” che premierà i vincitori e realizzerà la compilation “InediTO Music” con i brani di tutti i finalisti .

Il premio è stato inserito da diverse edizioni nella manifestazione “Il maggio dei libri” promossa dal Centro per il Libro e la Lettura , e ha ottenuto in passato il contributo e l’alto patrocinio del MIBACT. Nella scorsa edizione anche il contributo della Regione Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte, il patrocinio di Città Metropolitana di Torino, Città di Chieri, Città di Moncalieri e del Salone del Libro, il sostegno di Fondazione CRT, Camera di Commercio di Torino, Iren e Aurora Penne.

Mentre da questa edizione riceve nuovamente il patrocinio di ANCI Piemonte e Città di Chivasso. Collabora con Film Commission Torino Piemonte.

Possono partecipare autori già affermati o esordienti di ogni età e nazionalità. Migliaia gli iscritti in questi anni da tutta Italia e dall’estero, dall’Europa agli Stati Uniti, dall’America Centrale al Sud America, dall’Africa all’Asia, all’Australia, centinaia gli autori che il Premio ha sostenuto e accompagnato verso il mondo dell’editoria e dello spettacolo, senza abbandonarli al loro destino.

Grazie a un montepremi di 8 mila euro i vincitori delle varie sezioni riceveranno un contributo per la pubblicazione, promozione e produzione delle opere. Saranno inoltre assegnati premi quali “InediTO ritrovato”, dedicato a un’opera inedita di scrittori non viventi, conferito nelle passate edizioni a Primo Levi, Alfonso Gatto, Italo Svevo, Alessandro Manzoni, Grazia Deledda e Totò. “InediTO young”, destinato ad autori minorenni, “InediTOpic”, ispirato all’input grafico di questa edizione e “InediTOi.a.”, a un’opera realizzata tramite intelligenza artificiale.  Il concorso è organizzato dall’associazione Camaleonti di Chieri e diretto da Valerio Vigliaturo. Il comitato di lettura è presieduto da Riccardo Levi, mentre la giuria, presieduta da Margherita Oggero e, tra gli altri, il poeta Aldo Nove, Mary Barbara Tolusso, Stefania Bertola, Davide Bregola, Matteo Casali, Michele Di Mauro, Irene Dionisio, Gnut. Entro marzo la designazione dei finalisti presso la scuola Holden di Torino, che riceverà una scheda di valutazione della giuria. A maggio la proclamazione dei vincitori al Salone del Libro 2026 e la premiazione che si svolgerà attraverso la consegna dei premi e un reading degli autori vincitori.

Per il bando consultare il sito https://www.premioinedito.it/bando-2026

Info: info@premioinedito.it – cellulare: 3336063633

Mara Martellotta

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Giolitti, Forattini e il “Pannunzio” – Difendere i Comuni  montani! – I non laureati – Differenze – Lettere

Giolitti, Forattini e il “Pannunzio”
Con il direttore di questo giornale Cristiano Bussola  e Toto Vullo ho ricordato Giorgio Forattini e mi è tornato alla mente un episodio curioso che avevo dimenticato. Un sabato dei primi anni 2000 presentai ad Alassio un libro del prof. Aldo Mola, non ancora senatore del regno d’Italia che non c’è più dal 1945. Dopo lo invitai a cena  in un bel ristorante sul mare e gli parlai del progetto di Maria Grazia Imarisio, Diego Surace e di chi scrive, di allestire una mostra antologica di vignette su Giovanni Giolitti il più caricaturizzato insieme a Cavour e Andreotti.
Pensavo si trattasse di una persona corretta e, a parole, amica. Il professore e  futuro senatore del regno che fu, già la settimana dopo  presentò in Regione un improvvisato progetto con richiesta di fondi che ricalcava quello di cui gli avevo parlato. Voleva batterci sul tempo. Forattini, a cui avevo parlato, chiedendogli una vignetta per il catalogo della eventuale mostra, quando seppe di questo sublime  gesto di lealtà e correttezza, si disse indignato e nel giro di poche ore mi mandò una sua straordinaria vignetta che venne esposta nella mostra inaugurata dal presidente della Regione Enzo Ghigo e da Zanone con grande partecipazione di pubblico. Non bastò una  sontuosa cena pacificatrice offerta a Centallo un anno dopo dal senatore Beppe Fassino ad appianare un dissidio rimasto in piedi per quasi un quarto di secolo. Una delle storie più incredibili che ho vissuto in 57 anni anni di studi e di attività culturale. Forattini mi disse: “ringrazi Mola che è uno sconosciuto, perché altrimenti lo avrei distrutto in una vignetta”.
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Difendere i Comuni  montani!
Il ministro Calderoli sembrerebbe abituato, per sua stessa ammissione, allo stile “porcellum”, espressione calderoliana doc in relazione ad una legge elettorale da lui scritta. E’ strano che sia ancora ministro, ma tant’è. Il dentista di Bergamo è molto  longevo politicamente.
La  sua legge che dovrebbe cancellare oltre 150 comuni montani, è cosa che non sta né in cielo né in terra, confondendo, tra l’altro, comuni alpini ed appenninici. La montagna va tutelata, si sta totalmente spopolando e impoverendo. I veri regionalisti come i valdostani Chabod e i due  Passerin d’Entreve’s si metterebbero le mani nei capelli.
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I non laureati
Solo un governo che ha un numero altissimo di non laureati come ministri e sottosegretari, poteva pensare di annullare, persino con effetto retroattivo, il riscatto degli anni di laurea ai fini pensionistici. Hanno tentato di farlo e hanno dovuto fare marcia indietro. Solo chi non sa cosa sia una laurea e i sacrifici che essa  richiede, può giocare con i diritti, quelli veri  dei cittadini. Spiace perché le promesse di cancellare la legge Fornero sarebbero diventate una effimera e falsa promessa elettorale tradita alla prima occasione.
Per altri versi, mentre Monti resta odioso, la Fornero è una studiosa seria che merita rispetto. Chi andò a molestarla sotto casa, dimostrò di essere uno zulù. Ammesso che non sia interpretato come una forma di razzismo. In tal caso parlerei di persona incivile, una categoria ben presente anche in Italia.
Differenze
Il giornale   “La S t a m p a”,  ancora una volta, ha dimostrato che informare in modo equilibrato  non è il suo forte. Nella stessa pagina ha dedicato  un grosso articolo su più colonne con una grande fotografia all’Iman di San Salvario liberato dai giudici e un box di poche righe all’assoluzione del ministro Salvini da parte della Cassazione per il presunto (e falso) sequestro di persona di cui venne accusato quando era ministro degli Interni e tentò di limitare  gli sbarchi di clandestini in Italia. Informare significare rispettare i fatti e non imporre letture preconcette.
Questo  “stile G i a n n i n i”   ha fatto perdere lettori e soldi al giornale di via Lugaro, ma   M a l a g u t i   e i suoi continuano sulla strada della perdizione imperterriti, fidandosi dei futuri articoli gratis di Gambarotta che non è proprio un Enzo Bettiza.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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Condomìni
La legge sui condomini prima firmataria   Elisabetta   G a r d i n i    che non giudico con la cultura politica minima necessaria per legiferare, sta creando già subito problemi. E’ assurdo che si voglia imporre ai condomini in regola di pagare per i morosi contro cui è l’amministratore a doversi rivalere avviando un contenzioso legale. Possibile che il Parlamento pulluli di incompetenti?  Tina Mussarini
E’ proprio così. Troppi incompetenti, troppe persone loquaci che urlano, ma non sanno, non pensano, non leggono, non sanno scrivere. Gente che urla, si agita come il deputato di Alessandria che ha ormai smarrito la continenza polemica.  Senatus mala bestia, senatori boni viri, dicevano i Romani. Qui troppi deputati e senatori, dopo il dimagrimento grillino del numero, sono pessimi.
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Il Chiampa
Che l’ex sindaco ormai quasi ottantenne Chiamparino difenda il progetto di fare del centro sociale di corso Regina, covo di violenti, un bene comune, rivela come il Chiampa sia un politico assai discutibile come è inevitabilmente un vecchio comunista nostalgico. Chiamparino dovrebbe godersi la lauta pensione e meditare prima di parlare. Si faccia quattro passi salutari sotto i portici di piazza Vittorio dove abita. La sua voce è solo un’eco del passato destinata  a non più tornare.  Gianni Mathieu
Non aggiungo una parola, sottoscrivo tutto. Chiamparino non mi è mai stato particolarmente simpatico, compreso il suo famoso figlio Tomaso, un tempo sui suoi manifesti elettorali. Anche Tomaso si è, per nostra fortuna, volatilizzato.
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Cinquantesimo anniversario
Festeggia anche la Unitre per i suoi cinquant’anni. È  stato un passatempo per molti anziani, ma ritengo nulla di significativo in termini culturali. Nulla di universitario. Un docente senza laurea amava ripetere spesso di sé: le ore più belle io le passo in Ateneo per tentare di farmi passare come professore universitario. Era un marchese decaduto. Leggendo un articolo ho capito perché l’Unitre  è un  mero passatempo per la terza età: il divieto di adottare libri di testo. L’Università è studio severo, non cazzeggio magari con offerta di caffè a metà mattina. Se non si studia, è solo un parcheggio per anziani, un “centro sociale senza bocciofila”.   Vincenzo Luotto
Condivido,  anche se è un po’ troppo severo. Offrire assistenza agli anziani è atto generoso. Rispetto ai centri sociali dei giovani questi inoltre  non fanno danni. Tra i tanti non laureati che vorrebbero frequentare l’Unitre  c’è anche il grande Culicchia. Basta il nome per rivalutare l’Unitre. Anche il suo amministratore è un pensionato che ha lavorato all’Unione industriale e adesso ammazza il tempo, amministrando l’ente benefico come Marzano, classe di ferro 1940,  fa con gli ex allievi di un noto liceo, anche portandoli in gita scolastica come fossero studentelli.

In scena al teatro Astra lo spettacolo Bloomsville

 

Nuova produzione di Tedacà, con la supervisione di Simone Schinocca

Liberamente ispirato a ‘Luci della Città’ di Charlie Chaplin, il 21, 22, 23 e 26 dicembre prossimi, debutterà lo spettacolo Bloomsville, una nuova produzione di Tedacà, diretta da Valentina Renna, con la supervisione di Simone Schinocca. L’opera è inserita nella stagione “Mostri” della Fondazione Teatro Piemonte Europa e andrà in scena al teatro Astra, in via Rosolino Pilo 6.

Bloomsville è il nome di una città come tante, in cui i personaggi del vagabondo e della fioraia si incontrano per cercare insieme quell’umanità semplice  e imperfetta che nella loro società sembra non trovare spazio. Lo spettacolo non utilizza la parola, ma mescola diversi linguaggi quali teatro fisico, danza, musiche e sonorizzazione originali suonate dal vivo da Supershock, Paolo Cipriano, polistrumentista che ha calcato i palchi di Europa, America e Medio Oriente.
Bloomsville,  come tutte le città del mondo, rappresenta un luogo ricco di contraddizioni. Tra le sue vie si muove un Vagabondo dall’animo gentile e pragmatica, che incontra diversi personaggi tra cui un borghese ricco ma infelice, fermato appena prima di un suicidio, e una Fioraia tanto sensibile quanto invisibile al resto della società. Insieme alla Fioraia, il Vagabondo affronta un percorso di dolore e speranza verso quell’umanità semplice e imperfetta che il contesto urbano tende a imbrigliare.
Bloomsville rende omaggio a Charlie Chaplin e a ‘Luci della città’ attraverso l’intreccio di diversi linguaggi “fisici”, di teatro fisico, danza jazz, tip tap e street Dance, ritrovando nella dimensione “non verbale” la cifra universale dei personaggi e della storia da narrare.

“Lo spettacolo si concentra sulla profonda dicotomia tra due mondi contrapposti – spiega la regista e ideatrice Valentina Renna – il mondo del sogno, dell’amore, della semplicità e autenticità, rappresentato dalla Fioraia, e il mondo Urbano, inteso nella sua accezione più brutale, caratterizzato da frenesia, ostentazione, ricchezza apparente e una disperazione di fondo. Il Vagabondo è costretto a barcamenarsi costantemente tra queste due realtà. A differenza del film originale la Fioraia non è cieca a livello sensoriale, ma viene resa cieca emotivamente, simboleggiando la sua incapacità iniziale di interagire con la vita in città.
La stessa città diventa in alcuni casi personaggio e viene ad essere personificata da due performer che agiscono come Parche e semplici antagonisti.
A livello visivo Bloomsville, per rendere l’idea del disagio, della chiusura e della fatica emotiva dei personaggi, utilizza la metafora dei fili. La Fioraia ne sarà inizialmente avvolta, il Vagabondo li avrà come parte dei suoi costumi, mentre il ricco li avrà perennemente visibili senza accorgersene. Due gli interni speculari presenti all’interno dell’impianto scenografico, la casa della Fioraia e del Ricco, rappresentative della dicotomia tra sogno e contesto urbano entro cui si muove il Vagabondo.
“La scenografia è costruita in prospettiva, a trapezio, per rendere omaggio alle prospettive tipiche del cinema – afferma Valentina Renna – mentre la dimensione razionale e indifferente della città  viene rappresentata dalla presenza di oggetti cubici e da costumi con una palette di colori neutri”.
La colonna sonora originale di Bloomsville è stata interamente creata da Paolo Cipriano,  in arte Supershock. Musiche e suoni vengono eseguiti dal vivo, richiamando sonorità rock, progressive e psichedeliche.
“Questa contemporaneità musicale ha l’obiettivo di togliere il velo di passato che potrebbe evocare il film a cui ci siamo ispirati, per rendere i temi che affrontiamo universali e metropolitani, perché Bloomsville è appunto una città come tante al mondo, non ha una collocazione spazio temporale” afferma Valentina Renna.
In alcune parti dello spettacolo, accanto ai cinque performer Francesca Bovolenta, Simone Fava, Diva Franceschini, Michela Paleologo, Andrea Semestrali, e al musicista Paolo Cipriano, sarà in scena un ensemble di sei danzatori e danzatrici under 25 di Tedacà.
“Sono gli allievi più talentuosi dei nostri laboratori di danza, ci piace l’idea di vederli sul palco nelle scen3 in cui si materializza il lato più popolato della città,  una dimensione abitata  dal talento delle giovani generazioni,  quindi un buon auspicio per una qualsiasi città “.

Orari spettacoli

Domenica 21 dicembre e venerdì 26 dicembre ore 17

Lunedì 22 dicembre ore 19

Martedì 23 dicembre ore 21
Teatro Astra, via Rosolino Pilo 6, Torino

Mara Martellotta

Anima Festival: il 10 luglio 2026, a Cervere, il concerto di Emma

Dopo l’annuncio di due grandi concerti negli ippodromi di Roma e Milano, oggi Emma ha svelato che il suo live tour 2026 farà tappa all’Anima Festival di Cervere il 10 luglio prossimo, unica tappa piemontese.

“Per la prima volta – spiegato Ivan Chiarlo, patron del Festival insieme alla sorella Natasha – l’anfiteatro dell’Anima ospiterà un concerto nella modalità ‘tutti in piedi’, come richiesto dall’artista per una migliore fruizione dello spettacolo. Siamo molto contenti di rendere omaggio a un’artista speciale, che porterà sul palco tutta la sua grinta, la potemza del suo repertorio e i brani che hanno segnato la sua carriera musicale, da quelli che hanno fatto ballare generazioni di appassionati fino ai brani più recenti”.

I biglietti per il concerto sono disponibili su Ticketone a partire dalle ore 14 di venerdì 19 dicembre. Il 2025 di Emma si conclude con risultati straordinari: il suo ultimo singolo “Brutta storia” è stato accolto con grande entusiasmo da pubblico e critica, raggiungendo il vertice delle classifiche radiofoniche generali. Nell’ultimo mese, inoltre, a distanza di più di 12 anni dalla sua pubblicazione, il brano “L’amore non mi basta” è tornato a dominare le classifiche streaming italiane, conquistando il primo posto della Top 50 di Spotify Italia, risultato che ha reso Emma la terza artista italiana solista, nel corso dell’ultimo decennio, a raggiungere questo traguardo. Il brano ha totalizzato oltre 120 milioni di stream rtd, e più di 75 mila creazioni su Tik Tok, diventando fenomeno virale.

Quanto all’anfiteatro dell’Anima, rimane invariata la composizione dei posti a sedere numerati per i concerti di Riccardo Cocciante, nel settembre 2026, e Claudio Baglioni, del 5 settembre 2026 e sempre nell’ambito dell’Anima Festival.

Mara Martellotta

Che brividi, nella “magica” Torino natalizia!

Il tema del “fantastico” è al centro della tradizionale antologia natalizia di “Neos Edizioni”, presentata al subalpino “Mufant”

Sabato 27 dicembre, ore 17

Torino “città magica”. Un po’ “demonio”, un po’ “acquasanta”. Città in cui esoterico e misterioso stanno insieme da sempre, in quanto “vertice –  racconta chi se ne intende – dei triangoli di ‘magia bianca’ (con Praga e Lione) e ‘magia nera’ (con Londra e San Francisco) e in virtù della confluenza dei suoi dei fiumi (Po e Dora) e del 45° parallelo, linea di grande energia, che si ritiene concentrino energie ad un tempo positive e negative”, alimentando leggende su alchimia, massoneria e simboli nascosti in vari luoghi della città. Come, sotto l’aspetto dell’architettura urbana, tutti quei suoi terrifici “Guardiani della soglia”, “mostri” (mascheroni, chimere, demoni) che impreziosiscono molti suoi antichi e nobili palazzi siti in particolare nell’area centrale cittadina (trionfo del “Barocco”) ma non solo, se si pensa al semi-centrale “Cit Turin” (anima preziosa del “Liberty” fenogliano); mostri non solo “decorativi” ma una sorta di “guardiani simbolici”o rappresentanti di “forze oscure, spesso legate ad antiche leggende come il ‘Portone del Diavolo’ o gli ‘Occhi del Diavolo”, che riflettono l’anima esoterica e duale di Torino, tra protezione e pericolo”.

Ebbene, è proprio in questa subalpina “dualità”, fra realtà ed immaginario, fra paura e divertissement, che non si concede facilmente ma che “a Natale (chissà perché?) si lascia intravedere in controluce”, che nascono e si dipanano con scioltezza i “Racconti” (centrata appieno rispetto a quanto suddetto la coverrealizzata da Giovanna Binello) di “Natale a Torino. La città del Fantastico”, tredicesima edizione (136 pagine) della tradizionale “Antologia natalizia” di “Neos Edizioni”, a cura di Teodora Trevisan (con prefazione di Loredana Cella) che verrà presentata sabato 27 dicembreprossimo, negli spazi del “Mufant – Museo del Fantastico e della Fantascienza” (luogo più ad hoc non poteva trovarsi) aperto nel 2009, in piazza Riccardo Valla 5, a Torino, da Silvia Casolari e Davide Monopoli.

Diciassette i racconti selezionati, diciassette le firme e “diciassette visioni diverse per  raccontare quel periodo dell’anno dove ogni confine svanisce e l’unica regola è lasciarsi sorprendere”. Fil rouge che lega i vari racconti, in una sorta di profondo pozzo dell’immaginario, é la costante provocazione generata dall’“incrocio – sottolinea Loredana Celladi piani diversi: il reale e l’immaginato, la tradizione e l’invenzione”. “Sotto la sua apparenza austera – prosegue Cella – la città custodisce una vena sotterranea di mistero. Il Natale, qui, è una stagione di rivelazioni”. Così nelle pagine inserite nell’Antologia, autrici ed autori raccontano “ciò che si intravede nei riflessi, nei sogni, negli angoli in ombra”: dall’ angelo custode profumato che protegge una donna nella confusa e affollata piazza Castello al commissario che girula in borghese il giorno di Natale e combatte i propri fantasmi, per arrivare all’interno di una “libreria esoterica” dove Agilulfo scopre un libro che gli permette di creare, disegnandola, Coralba, la donna che diverrà oggetto del suo amore. E poi, ancora, girovagando per la città, nei luoghi più impensabili, ecco, di botto, cavalieri che scendono dalle statue; uno strano bar in via San Domenico dove ha sede il Salotto della Strega di “Madame Mabel” e perfino un misero Babbo Natale con il colpo della strega. Via via fino alle bancarelle che custodiscono memorie perdute, a mondi hi-tech, a studenti in Vanchiglia che discutono di filosofia quantistica davanti ad un “bicerin” mentre i pensionati sorseggiano vino molecolare fuori dall’“Enoteca Rossini” e a Sandokan, oggi riesumato in versione “gran figo” che si aggira per l’area precollinare della città. Non vorrei proprio incontrarlo. Lui e la sua “tigre”!

Più miti e leggende di così!

“Tra ironia, brividi e poesia – si legge in prefazione – Torino è un laboratorio dell’immaginario che mescola incanto e inquietudine, tradizione e futuro”.

Gli autori dei “Racconti” (mi pare doveroso citarne i nomi) sono: Rinaldo Ambrosia, Giovanni Casalegno, Loredana Cella, Ernesto Chiabotto, Luigi Colasuonno, Antonio Graziosi, Monica Ippoliti, Federico Jahier, Riccardo Marchina, Giuseppe Milano, Carla Negro, Francesco Oriolo, Mauro Poma, Luisa Ramasso, Nella Re Rebaudengo, Caterina Schiavon, Teodora Trevisan.

Per info: www.neosedizioni.it

g.m.

Nelle foto: Cover “Natale a Torino. La città del Fantastico” e Teodora Trevisan

 

I nuovi traguardi del Teatro Stabile di Torino

Si conferma il posizionamento in vetta alle classifiche ministeriali e aumentano attività, riconoscimenti, spettatori

Nel suo 70° anno di attività, il Teatro Stabile di Torino ha nuovamente registrato alcuni importanti traguardi, sia sul fronte dei riconoscimenti istituzionali e dei premi della critica, sia per la capacità produttiva e la partecipazione del pubblico: una progressione significativa, che consolida e incrementa i risultati record già ottenuti nei due anni precedenti.
Nel 2025, infatti, il TST si è confermato primo fra i Teatri Nazionali per il nuovo triennio ministeriale, sia per contributo assegnato a valere sul Fondo Nazionale Spettacolo dal Vivo, sia per punteggio artistico (32/35), sia infine per punteggio totale, che è stato il massimo della sua storia (91,94/100). Anche Torinodanza festival ha ottenuto il punteggio più alto riguardo alla qualità artistica (35/35), e il contributo più elevato tra i festival di danza italiani.

«Sono tanti gli obiettivi raggiunti nel 2025 dal Teatro Stabile di Torino – dichiara il Presidente Alessandro Bianchi, in sintonia con il pensiero del Direttore generale Filippo Fonsatti e del Direttore artistico Valerio Binasco. Oltre alla riconferma del primato ministeriale, che ci posiziona al vertice dei Teatri Nazionali, quest’anno ha visto la pubblicazione, a luglio, del primo Report di sostenibilità, redatto secondo principi ESRS (European Sustainability Reporting Standards) a testimonianza del nostro impegno nel promuovere pratiche responsabili e sostenibili nel mondo dello spettacolo. Mi piace sottolineare l’attenzione rivolta alle nuove generazioni, da sempre una nostra priorità, che quest’anno si è concretizzata ancora su più fronti, favorendo il ricambio generazionale sia dal punto di vista della programmazione artistica, con la creazione di un nuovo spazio per le compagnie emergenti indipendenti con la rassegna Energie Nove, sia sul fronte istituzionale».

Lo scorso ottobre, infatti, lo Stabile ha aggiornato il proprio organigramma dirigenziale, affiancando al Direttore artistico Valerio Binasco e al Direttore generale Filippo Fonsatti, il Direttore artistico junior Diego Pleuteri – classe 1998, autore e già drammaturgo residente del TST. Pleuteri nei prossimi anni affiancherà Binasco nello sviluppo della programmazione dedicata alla ricerca di nuovi artisti nazionali e internazionali, con una particolare attenzione ai talenti emergenti e ai nuovi linguaggi delle arti performative.
«Accogliere l’incarico di Direttore artistico junior del Teatro Stabile di Torino – dichiara Pleuteri – in un momento di fiducia e crescita, significa prima di tutto accettare la responsabilità che questo ruolo comporta. Il mio obiettivo è alimentare questa energia con uno sguardo attento alle nuove tendenze della scena contemporanea e alle generazioni che stanno trovando adesso la propria voce, creando le condizioni perché il loro talento possa misurarsi con spazi e contesti adeguati. Vorrei lavorare alla costruzione di ponti capaci di intercettare pubblici nuovi: tra discipline, tra teatro e città, tra generazioni di artisti, spettatori e nuovi cittadini. Perché lo Stabile, già oggi in una fase fertile, si confermi come bene pubblico e come casa della città: un luogo necessario per chi lo ama, e per chi deve ancora varcarne la soglia».

Nel 2025 le produzioni, gli artisti e il Direttore generale del Teatro Stabile sono stati insigniti dei principali premi del nostro settore: Premio Hystrio alla Regia al nostro regista residente Leonardo Lidi; Premio Le Maschere del Teatro italiano come miglior attrice a Giuliana De Sio per la sua interpretazione in Cose che so essere vere di Andrew Bovell, regia di Valerio Binasco; Premio Internazionale Flaiano a Sara Bertelà come miglior interprete femminile in Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello diretto da Valerio Binasco; Premio “Ivo Chiesa. Una vita per il teatro” al Direttore generale Filippo Fonsatti per la sua attività manageriale «nutrita dallo studio, dalla ricerca, dal dialogo con gli artisti»; Premio della Critica ANCT e Premio UBU come migliore attrice a Valentina Picello, protagonista de La gatta sul tetto che scotta, regia Leonardo Lidi; Premio della Critica ANCT a Monica Capuani, traduttrice di testi teatrali e letterari, che collabora con lo Stabile torinese da molto tempo; Premio UBU per la categoria Nuovo testo straniero o scrittura drammaturgica a Cose che so essere vere (Things I Know to Be True) dell’australiano Andrew Bovell, portato in scena da Valerio Binasco.

Passando, invece, agli indicatori di prestazione, lo Stabile nel 2025 mette a registro i risultati migliori per alzate di sipario, recite prodotte e coprodotte, presenze complessive, eguagliando gli incassi da botteghino dello scorso anno.

Produzione e programmazione. Nel 2025 le alzate di sipario in sede e in tournée, tra spettacoli di prosa e danza, prodotti e ospitati, sono state n. 866, un record storico, ancora in aumento rispetto al 2024. Le sole recite di produzione sono state n. 602 – anche in questo caso un dato mai raggiunto prima – con un notevole impatto sull’occupazione degli artisti e delle maestranze. Le recite in sede sono state n. 758, di cui n. 727 di prosa e n. 31 di danza, mentre in tournée il sipario si è alzato n. 108 volte.

Ricavi da botteghino, spettatori e abbonati. Al botteghino si attendono per la seconda volta consecutiva ricavi lordi superiori ai 3 milioni di euro, con un incremento degli spettatori, che tra sede e tournée saranno complessivamente oltre n. 250.000. In dettaglio, a due settimane dalla chiusura dell’anno, gli spettatori in sede sono n. 181.450 e quelli in tournée n. 68.577, mentre gli abbonamenti alla stagione 2025/26 superano quota 17.450. Da rilevare, ancora una volta, che il 40% degli abbonati è under 35. Dalla lettura di questi dati emerge un leggero abbassamento dell’incasso medio per spettatore rispetto al 2024, che denota una maggiore accessibilità economica e una progressiva fidelizzazione delle fasce più giovani della popolazione.

Nelle immagini, il teatro Carignano gremito di pubblico; nella foto di Luigi De Palma gli applausi agli attori di “Amleto” che, per la regia di Leonardo Lidi e l’interpretazione di Mario Pirrello, ha inaugurato la stagione 2025/2026 del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.

indicatori
anno 2019
anno 2022
anno 2023
anno 2024
anno 2025
n° totale recite
(produzione + ospitalità)
737
805
835
853
866
di cui produzione e coproduzione
(sede + tournée)
449
524
587
591
602
di cui ospitalità
(prosa + danza)
288
281
248
262
264
n° totale presenze
(sede + tournée)
242.427
205.634
247.411
249.188
250.027
di cui alle recite
in stagione in sede
159.346
121.835
167.452
180.121
181.450
di cui alle recite
in tournée
69.263
76.016
76.348
69.067
68.577
ricavi al botteghino
2.569.220 €
2.031.685 €
2.897.189 €
3.031.658 €
3.033.540 €

Al via la quarta edizione di MADE IN di Artissima

Artissima annuncia la quarta edizione di MADE IN, progetto ideato e realizzato dal 2022 con il sostegno della Camera di Commercio di Torino e lancia l’open call per la selezione dei quattro artisti che avranno la possibilità di collaborare con le aziende del territorio partner di quest’anno che sono la Blue Engineering, Ferrino, Galup e Oscalito 1936.
Il progetto nasce per valorizzare le nuove forme di espressione artistica e promuovere idee capaci di ispirare l’ecosistema economico e produttivo del territorio che accoglie Artissima.
MADE IN nasce dalla convinzione che il know-how aziendale e i processi produttivi specializzati possano diventare preziose risorse per la creazione di un’opera d’arte.

I quattro giovani artisti selezionati lavoreranno all’interno delle quattro realtà aziendali piemontesi, entrando in contatto diretto con competenze tecnologiche e operative che potranno integrare nella propria ricerca.
La residenza culminerà nella produzione di quattro opere inedite, che verranno presentate ad Artissima 2026. La curatela del progetto è affidata per il quarto anno consecutivo a Sonia Belfiore, founder di Ultravioletto, arte+impresa.
Gli artisti saranno affiancati inoltre da quattro prestigiose gallerie torinesi del circuito di Artissima, che accompagneranno lo sviluppo dei progetti in qualità di madrine progettuali.
Sono la Luce Gallery, Mazzoleni, Franco Noero e Simóndi Gallery.
La permanenza in azienda avrà una durata variabile a seconda delle esigenze del progetto e ogni artista potrà così calendarizzare il proprio lavoro in momenti diversi e con flessibilità.
Con la guida del team di Artissima e di Sonia Belfiore, ogni artista potrà usufruire in azienda delle lavorazioni, del materiale, della manodopera e di quanto concordato a monte del progetto.

Artissima, grazie al sostegno della Camera di Commercio di Torino, metterà a disposizione di ciascun artista un budget di tremila euro destinato all’hospitability, tra cui viaggi, pernottamento e vitto in partnership con COMBO, ostello di nuova generazione.
Per la produzione viene messo a disposizione un budget  di 2500 euro per ogni artista.
Nelle tre precedenti edizioni avevano partecipato le aziende Carioca, Pattern Group, Prima Industrie e  Mattioli nel 2023. Nel 2024 Kristina Ti, Guido Gobino, dottor Gallina e Pininfarina Architecture.
Lo scorso anno le aziende che hanno preso parte a questo progetto sono state Azimut Yachts, Sabelt, Manifattura Tessile Dinole e Xerjoff.

Mara Martellotta