CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 35

Il Piccolo Teatro Comico presenta il monologo di Stefano Gorno “Live show 2.0”

Venerdì 24 gennaio, alle ore 21, il Piccolo Teatro Comico porta in scena Stefano Gorno in “Live show 2.0”. Lo spettacolo avrà luogo in via Mombarcaro 99/b a Torino, in zona Santa Rita, e rappresenta il decimo appuntamento della stagione di un teatro il cui tema, quest’anno, è “Punti di vista – incontro”. Il “Live show 2.0″ rappresenta una stand up comedy e traccia il contesto di un uomo con i cinquant’anni in arrivo, la fine del mondo dietro l’angolo, il pericolo della famiglia tradizionale, i falsi idoli, la nuova vita in un nuovo appartamento, la solitudine, l’intelligenza artificiale. Sembra non ci sia niente da ridere, ma non è così.

 

Mara Martellotta

Adelaide, la contessa delle Alpi Cozie

A  cura di piemonteitalia.eu

Sulla città di Susa svetta un castello intitolato alla contessa Adelaide, che si erge dall’alto della rocca. In quel maniero, nel 1046, la contessa Adelaide, figlia di Olderico Manfredi, conte di Torino e marchese di Susa e di Berta d’Este, accolse il suo sposo Oddone di Savoia, offrendogli in dote il marchesato di Susa e la contea di Torino.

Leggi l’articolo:

https://www.piemonteitalia.eu/it/curiosita/adelaide-la-contessa-delle-alpi-cozie

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Colum McCann con Diane Foley “Una madre” – Feltrinelli- euro 18,00

Questo libro doloroso è dedicato a James Foley, il giornalista free lance decapitato dall’Isis il 19 agosto 2014, dopo il rapimento e 2 anni di prigionia e torture in Siria. La sua fine drammatica in un video straziante che ha fatto il giro del mondo. La distesa del deserto, Jim in tuta arancione e rasato a zero; di fianco un uomo totalmente paludato di nero, in mano il coltello con cui sgozzerà la vittima.

Lo scrittore irlandese Colun McCann ha cercato la madre di James e, 10 anni dopo l’assassinio, ha scritto con lei questo testo che parla di perdono, ma gronda anche rabbia verso gli Stati Uniti che non hanno salvato il giovane.

Il dolore della madre di un ostaggio di fronte al suo governo (all’epoca presieduto da Obama) che -per questioni etiche, politiche e strategiche- si rifiutò categoricamente di trattare con i rapitori di Jim, è proibì a chiunque di negoziare e pagare il riscatto. Atteggiamento ben diverso da quello di altri stati che salvarono i loro concittadini.

Il testo si apre con la madre del reporter, Diane Foley, che visita in carcere Alexanda Kotey, militante dello Stato Islamico condannato all’ergastolo nel 2022 per aver partecipato alla barbara uccisione di suo figlio e di altri ostaggi americani.

Una delle sue domande più strazianti è stata dove era sepolto il corpo del giovane. Non c’è stata risposta.

Ma questa donna di 75 anni, minuta, eppure gigantesca quanto a forza, ha continuato l’incontro convinta che il figlio così avrebbe voluto. Ed emerge l’incrollabile fede di Diane, la commozione nell’apprendere che l’aguzzino del figlio non avrebbe mai più rivisto le sue tre bambine di cui le mostra la foto.

Il libro racconta chi era James, i suoi ideali e il significato di cui aveva ammantato la sua vita, la passione per il suo lavoro di reporter sui fronti più caldi della terra. Con tutto l’amore di una madre che tiene in vita la memoria di suo figlio che non c’è più.

 

 

Gabrielle Zevin “Elsewhwere” -NORD- euro 16,50

Elsewhere significa Altrove ed è proprio lì che finisce la protagonista del romanzo, Elizabeth, Liz. E’ appena morta, a soli 15 anni, stritolata da un taxi. Ora si ritrova frastornata sul traghetto Nilo. Con fatica apprende di essere morta e in viaggio verso “Altrove”, insieme a quelli deceduti il suo stesso giorno.

All’approdo l’attende la nonna Betty che non ha mai conosciuto perché era morta di tumore prima della sua nascita. Personaggio che non dimostra gli anni che dovrebbe avere: stravagante, coraggiosa, perfettamente integrata nella nuova dimensione ultraterrena.

Vari step e incontri con molteplici consulenti chiariscono a Liz che si trova nell’aldilà; luogo in cui l’esistenza si riavvolge su se stessa. Lì non si invecchia, anzi, si diventa sempre più giovani fino a tornare neonati ed essere rispediti sulla terra. E’ un luogo transitorio e non esiste alcuna eternità.

Ma sarà un nuovo inizio a partire da zero; non ricorderanno chi erano, il loro passato, neppure l’Altrove, e se dovessero incontrare persone appartenenti alla loro esistenza terrena precedente non le riconoscerebbero.

Un romanzo fantasioso, difficile da definire, per niente greve, che mette in luce cosa si prova quando il tempo e le occasioni sono perdute, e lo fa attraverso lo sconcerto di Liz.

 

 

Giulia Caminito “Il male che non c’è” -Bompiani- euro 18,00

Il protagonista Loris è uno che, fondamentalmente, ha il male di vita e del vivere. Lo percepisce con continui sintomi: dall’emicrania a dolori di pancia o a qualsiasi parte del corpo. Quello che sembra un ipocondriaco malato immaginario è di fatto un giovane sottopagato e precario che somatizza le difficoltà disseminate sul suo cammino.

Ha 30 anni, alle spalle un’infanzia spensierata col nonno Tempesta; ora lavora nell’editoria, traghettato in una dimensione precaria, complessa e poco gratificante. La casa editrice stenta a stare a galla, sempre in bolletta e in ritardo con gli stipendi.

Loris si trova così soverchiato dal peso del lavoro, degli affetti e della vita che scatenano crampi e frequenti corse al pronto soccorso. Per un po’ la sua vita sembrava funzionare. Ma era ai tempi dell’Università, quando ancora cullava grandi sogni di futuro, accompagnato dall’amore di sempre, con la quale era cresciuto, Jo, che con lui aveva condiviso parecchio.

Poi qualcosa si è inceppato. E mentre Jo andava avanti, con il suo lavoro, la palestra e gli amici; Loris era rimasto inchiodato e come paralizzato da paure, ansie, insicurezze, angosce alla prospettiva di diventare adulto.

Il suo è il pellegrinaggio tra visite mediche, richieste di esami anche invasivi; le diagnosi non riscontrano mai patologie. Il dolore è tutto solo nella sua testa. Un romanzo da leggere anche come spaccato delle precarietà dei 30enni di oggi.

 

 

Charlotte Link “Acqua scura” -Corbaccio- euro 22,00

Non smentisce la sua bravura la scrittrice tedesca che in questo thriller tiene alta l’attenzione dei lettori fin dalle prime pagine. Nella costa occidentale della Scozia due famiglie che non si conoscono campeggiano in una baia isolata dove troveranno la morte per mano di uomini mascherati. Alla strage è scampata solo la giovane Iris, primogenita di una delle coppie massacrate.

15 anni dopo, Iris inizia a ricevere minacce da sconosciuti, poi è assillata da uno stolker e la faccenda si fa ancora più oscura quando la sua migliore amica Tanya improvvisamente scompare.

A indagare ritroviamo l’investigatrice Kate Linville, poco malleabile e decisamente scontrosa, ma dotata di un fiuto infallibile. Lavora alle indagini affiancata dall’ex ispettore Caleb Hale. E il thriller è un colpo di scena dopo l’altro.

Appuntamenti culturali a Nichelino

Appuntamenti e iniziative a Nichelino

Dal 23 gennaio 2025

Presentazione del romanzo “La trappola amorosa” di Giovanni Arpino

Giovedì 23 gennaio 2025 alle 18.00, Biblioteca G. Arpino, via Azzolina 4

La Biblioteca G. Arpino (via Azzolina, 4) di Nichelino ospiterà, seconda location in Italia dopo l’anteprima di Bra, la presentazione della nuova edizione “Il Capricorno” del libro “La trappola amorosa”, romanzo di Giovanni Arpino pubblicato postumo nel 1988.

Pubblicato postumo nel 1988 e riproposto a partire dal 17 gennaio 2025 nella nuova edizione “Il Capricorno”, La trappola amorosa è un intenso romanzo ambientato in una Torino malinconica. Tra passioni, fragilità e inganni, esplora con finezza le contraddizioni dell’amore e delle relazioni umane, rivelando la complessità dell’animo.

Interverranno:

Giampiero Tolardo, Sindaco di Nichelino

Tommaso Arpino, figlio dello scrittore

Darwin Pastorin, giornalista e scrittore

Roberto Marro, editor di Capricorno edizioni

Modera Michele Pansini

 

27 gennaio Giorno della Memoria

UN GIARDINO CHE CRESCE…PER NON DIMENTICARE

Lunedì 27 gennaio dalle 10.00, per la ricorrenza della Giornata della Memoria, presso “il Giardino dei Giusti” di Nichelino in via del Pascolo si terrà la cerimonia di piantumazione di dieci nuovi alberi, che verranno dedicati ad altrettanti Giusti e Giuste. Durante l’evento, alcune classi delle scuole nichelinesi leggeranno le biografie di queste figure.

DALLA GUERNICA ALLA PACE

Lunedì 27 gennaio dalle 13.30 alle 16.30, per la ricorrenza della Giornata della Memoria, Flash Mob nei luoghi simbolo di Nichelino a cura della Ludoteca comunale La Bottega dei sogni e dello Spazio bambine e bambini aranciolimonemandarino, organizzato insieme alla classe III B della scuola primaria Don Milani:

13.30 Murale di Primo Levi in piazza Dalla Chiesa;

14.30 Giardino dei Giusti in via del Pascolo;

15.30 Palazzo comunale in piazza Di Vittorio;

16.30 Scuola primaria Don Milani in via Kennedy 30.

Per informazioni: 011 6819620 / 636 – ludoteca@comune.nichelino.to.it

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “LEONI SENZA CONFINI” DI ALESSANDRO MELLA

Lunedì 27 gennaio alle 18.00 per la rassegna “A lume di libro” a cura di Uni3 Nichelino, la Biblioteca G. Arpino (via Azzolina 4) ospita la presentazione del libro Leoni senza confini di Alessandro Mella, Marvia edizioni. Lettura di alcuni estratti del libro a cura di Maria Ezechiele

 

“L’autore, storiografo e divulgatore canavesano, racconta un periodo difficile e lungo della storia italiana, quello che va dal 1885 al 1914, dagli anni di Crispi e Giolitti fino alla vigilia della Grande Guerra. Una fase caratterizzata dall’infelice esperienza dell’espansione in Africa, dalla guerra italo-turca, dalla spedizione italiana in Cina e dalla rivolta dei Boxer”.

 

Ingresso libero.

 

CENTO CENERENTOLE – SPETTACOLO TEATRALE INTERATTIVO

Mercoledì 29 gennaio alle 20.45 – Teatro Superga, piazzetta Macario, 1 Nichelino

𝘗𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘥𝘪 𝘧𝘪𝘯𝘪𝘳𝘦 𝘪𝘯 𝘶𝘯 𝘭𝘪𝘣𝘳𝘰, 𝘭𝘦 𝘧𝘪𝘢𝘣𝘦 𝘦𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘰𝘷𝘶𝘯𝘲𝘶𝘦. 𝘕𝘰𝘯 𝘶𝘯𝘢 𝘮𝘢 𝘤𝘦𝘯𝘵𝘰, 𝘮𝘪𝘭𝘭𝘦 𝘊𝘦𝘯𝘦𝘳𝘦𝘯𝘵𝘰𝘭𝘦, 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘦𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘭𝘦 𝘷𝘦𝘳𝘴𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘳𝘢𝘤𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘵𝘦 𝘥𝘢 𝘗𝘦𝘳𝘳𝘢𝘶𝘭𝘵 𝘦 𝘥𝘢 𝘉𝘢𝘴𝘪𝘭𝘦, 𝘥𝘢𝘪 𝘧𝘳𝘢𝘵𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘎𝘳𝘪𝘮𝘮 𝘦 𝘥𝘢 𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘢𝘪𝘢 𝘥𝘪 𝘯𝘰𝘯𝘯𝘦, 𝘭𝘪𝘣𝘳𝘪, 𝘤𝘢𝘯𝘻𝘰𝘯𝘪, 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘪 𝘦 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘦.

𝘚𝘪 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘮𝘢𝘷𝘢𝘯𝘰 𝘊𝘦𝘯𝘤𝘪𝘰𝘴𝘦𝘭𝘭𝘢, 𝘔𝘢𝘳𝘨𝘰𝘭𝘧𝘢, 𝘗𝘪𝘭𝘶𝘴𝘦𝘥𝘥𝘢, 𝘔𝘰𝘤𝘤𝘪𝘤𝘰𝘯𝘢… 𝘖𝘨𝘯𝘶𝘯𝘢 𝘥𝘪 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘤𝘦𝘳𝘤𝘢𝘷𝘢 𝘪𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘭𝘪𝘦𝘵𝘰 𝘧𝘪𝘯𝘦.

 

A metà strada tra lo spettacolo e il laboratorio di narrazione, una versione aperta e plurale in cui le varianti antiche convivono mentre alcuni pezzi mancano. Sarà il pubblico a scegliere come la storia andrà avanti! La narratrice sarà una performer d’eccezione: l’artista Drag e regista Monella Rai.

 

Ingresso gratuito previa registrazione al link https://forms.gle/4pjj75SgbA7eU1bp9

 

 

 

 

Città di Nichelino online:

Web www.comune.nichelino.to.it

Facebook https://www.facebook.com/Cittanichelino

Rock Jazz e dintorni a Torino: Dena Derose e i Meganoidi

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Magazzino di Gilgamesh suona Max Altieri & Friends.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana è di scena il trio Paolo Porta 3. Al Blah Blah si esibiscono i Traitrs+ Secret Folder.

Giovedì. Alla Divina Commedia sono di scena i DAG. All’Hiroshima Mon Amour suonano i Selton. All’Off Topic si esibiscono i Viito. Al Blah Blah suonano gli Electric Wires. Al Cafè Neruda si esibisce il trio di Alberto Marsico.

Venerdì. Al Folk Club è di scena Dena Derose. Al Blah Blah suonano i Meganoidi. Al Magazzino di Gilgamesh è di scena Giulia Impache. Alla Divina Commedia suonano i Noi Duri 2.0. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Whitemary. Al Circolo Sud suona Skulla.

Sabato. Al Blah Blah sono di scena Let Them Fall & No More Extasy. Alla Divina Commedia si esibiscono i Dogma. Al Circolo Sud  suona Roncea.

Domenica. Al Blah Blah è di scena la The Andy Mcfarlane Two Man Orchestra.

Pier Luigi Fuggetta

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

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SOMMARIO: Il Piemonte contro la violenza – Solidarietà ad una docente perseguitata – Il Latino è un’altra cosa – Lettere

Il Piemonte contro la violenza
L’iniziativa-incontro  del presidente del Consiglio regionale del Piemonte  Davide Nicco di martedì 21 gennaio dedicata alla  necessità di ribadire in  modo inequivocabile ed assoluto che il confronto politico non deve mai degenerare in violenza, è molto importante perché segna  uno spartiacque tra chi strizza l’occhio agli estremisti che devastano le nostre città e ricorrono alla violenza contro le forze dell’ordine e chi condanna senza ambiguità l’’uso della violenza.
E’ bene ribadirlo anche rivolti al passato, partendo da Marx che riteneva la violenza il forcipe della storia, per giungere a Marinetti che inneggiava alla violenza, sia pure in focosi discorsi che rimanevano tali. Come “reduce”   in Spe di scelte e battaglie  democratiche e liberali contro il ‘68 e le violenze che degenerarono  nel terrorismo armato, esprimo una profonda adesione all’iniziativa del Presidente Nicco. Vedo in lui lo spirito che fu  di un mio grande amico, il presidente Aldo Viglione, capace di rappresentare l’intero Piemonte, come forse nessun altro presidente del Consiglio Regionale.
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Solidarietà ad una docente perseguitata
La docente della scuola elementare “Sinigaglia” di Torino Laura Prunotto è stata assolta dal tribunale di Torino  in cui era stata trascinata dalle accuse veementi, piene di odio,  lanciate contro di lei  da alcuni genitori di suoi alunni. E’ storia che si è trascinata per 10 anni. La docente venne sospesa dall’insegnamento in base ad accuse (maltrattamenti aggravati) che oggi si rivelano una vera e propria diffamazione in quanto il Tribunale ha stabilito che “il fatto non sussiste”. Sono i risultati di una scuola nella quale l’autorità del docente è stata calpestata per dare spazio solo a discenti e genitori che pretendono di condizionare anche le autorità scolastiche.
Il direttore scolastico regionale in carica è stato invece molto  chiaro e ha detto che chi è assolto ha il diritto di tornare ad insegnare. I genitori che si erano accaniti contro la docente fanno indebita pressione sulla Procura perché  si appelli contro la sentenza. E’ una storia vergognosa di persecuzione di cui su questa rubrica mi ero già occupato fin dagli inizi di questa vicenda,  che segna la fine della Scuola di Stato divenuta una scuola privata al servizio dei genitori. I casi di docenti e di capi di istituto fatti oggetto di vere campagne  diffamatorie sono numerosi e sono una delle cause per cui nella scuola l’insegnamento  è condizionato dall’indice di popolarità da raggiungere, a prescindere dalle competenze didattiche  degli insegnanti. La caccia ai docenti all’apparenza  più fragili è stata condotta anche da alcuni presidi che colpiscono un docente per “educarne”  cento e far vedere il loro potere. La scuola galleggia in queste acque putride da troppi decenni. La dignità dei docenti non viene difesa neppure dai sindacati confederali della scuola. Essere sottoposti ad un processo (da cui la docente in questione è uscita a testa alta) per il fatto di incappare in alunni e genitori che vorrebbero una scuola a misura dei propri comodi, appare davvero una cosa incredibile che va denunciata con fermezza. Il bullismo ha le sue radici lontane in questi soprusi contro i docenti  fin dalla scuola elementare. Chi indennizzerà la docente Prunotto del danno, delle sofferenze, delle umiliazioni subite ? E chi le ha rubato dieci anni della sua vita pagherà qualcosa per la cattiveria dimostrata?
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Il Latino è un’altra cosa
Che rientrino nella scuola media il Latino, la storia e la geografia e anche lo studio della civiltà occidentale e della Bibbia non deve creare scandalo, anzi può anche allietare uomini di solida cultura come il maestro Massimo Coco. Il problema è più complesso. Come rientrano? Mi riferisco  in particolare al Latino. Un po’ di Latinetto opzionale non serve a nulla Con Luciano Perelli constatammo  che nella media non era  più insegnato da docenti all’altezza. Gli studi classici sono cosa seria e richiedono tempo e impegno.
Andrebbero ripristinati anche al liceo classico dove sono scaduti. Nei licei scientifici si studiano pochissimo o vengono aboliti senza problemi. Non entro nel merito delle altre materie che ci porterebbero troppo lontani. Obietto con Gianni Oliva che studiare la Bibbia in una scuola laica può suscitare delle  perplessità anche perché i docenti non si improvvisano. La scuola avrebbe necessità di una riforma vera, ma la destra delle tre I ha solo pasticciato con le sue ministre, come sta facendo l’attuale. Sono  improvvisatori senza competenze specifiche. Prima madamine, adesso un giurista.  La sinistra anch’essa ha pasticciato nella scuola, pur offrendo persone più qualificate. Bisogna definire un asse culturale che non si riesce a fissare. Piccoli ritocchi servono a poco. Una  spruzzata di latinetto opzionale rischia di diventare il “latinorum” di don Abbondio. Non basta. Ci sono laureati in lettere che non hanno studiato il latino: sono ragionieri, geometri, periti. Codignola fece il disastro di aprire gli accessi universitari. I valori della cultura classica snobbati, anzi cancellati, sono molto importanti, ma vanno trattati con cura. Un ministro  salviniano non può farlo, al di là della sua volontà. Con Gentile, si è visto, hanno qualche difficoltà a rapportarsi e quindi è meglio lasciar perdere.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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Craxi 25 anni dopo
A 25 anni dalla morte di Craxi escono altri libri che non danno contributi significativi alla lettura di un vero statista che ha saputo governare il Paese con competenza ed efficacia . Le accuse contro di lui legate a Tangentopoli non dovrebbero oscurare i suoi meriti.  Dante Giulio
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Craxi  va considerato in termini storici andando oltre il “codardo” oltraggio, seguito al “servo encomio” dei cortigiani. Lo dissi ad un anno dalla morte quando lo ricordai a Torino con Stefania Craxi, Giorgio Cavallo, Maria Magnani Noya, andando contro il clima da caccia alle streghe instaurato da Borrelli e Di Pietro. Craxi ha rappresentato una linea di continuità con il socialismo di Turati, di Matteotti, di Saragat e dell’ultimo Nenni. Un socialismo non succubo del Pci che sembrava essere scomparso negli anni di piombo, del compromesso storico, del brigatismo. Mario  Soldati era un ammiratore sincero e disinteressato di Craxi. Mi portò a conoscerlo e debbo dire che rimasi colpito dalla sua forte personalità.
Bobbio lo detestava, ma io finii di condividere la scelta di Soldati. Quando Craxi venne eletto, alcuni socialisti filo comunisti dissero con sarcasmo che era nata la socialdemocraxia. Seppi poi con certezza che questi personaggini erano dei comunisti infiltrati nei ranghi del PSI con lo scopo di  sabotare il partito socialista. E tanti sbandamenti del PSI e dello stesso Nenni si possono comprendere solo vedendo il ruolo che ebbero le quinte colonne. Una di esse mi disse di odiare Craxi più dei fascisti. A riprova finì per militare in Rifondazione comunista. Craxi fu capace di guidare il partito socialista verso l’autonomia dal PCI e dal marxismo. Dietro di lui ci furono due martiri come Matteotti e Rosselli. E’ un qualcosa che non va dimenticato. Craxi aveva dei grandi ideali per cui ha combattuto. Semmai, furono molti i socialisti inadeguati e anche disonesti attratti dal potere. Questa è la discriminante storica che va fatta. Craxi fu un politico che aveva letto Machiavelli ma aveva anche letto Tocqueville. Queste letture fanno la differenza rispetto a certa sinistra odierna che continua ad essere geneticamente anticraxiana.
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Mussolini
Egregio professore, più’ volte Lei ha espresso le Sue riserve ai libri di Scurati su Mussolini, definendoli non storici. Adesso vedo con piacere che dopo i film anche Cazzullo e Travaglio criticano Scurati.   Renzo Struzzi
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Le critiche sono di tipo diverso e mi preoccuperebbe essere sulla loro linea. Ma e’ fuor di dubbio che manca la storicità. Lo dice molto bene Giordano Bruno Guerri. Scurati è un piccolo scrittore che ha tratto notorietà, successo, soldi e premio Strega da Mussolini. Dovrebbe essergli grato…

Magnifiche collezioni “Arte e Potere” della Genova dei Dogi aprirà la stagione alla Reggia di Venaria

Il 2025 sarà un anno particolarmente ricco di novità per le mostre e gli eventi internazionali realizzati alla Reggia di Venaria. In programma, già in primavera, si aprirà la mostra dedicata alle Magnifiche collezioni “Arte e Potere” della Genova dei Dogi (titolo provvisorio), prevista dai primi di aprile fino a settembre nelle sale delle arti, realizzate in collaborazione è col Musei Nazionali di Genova, Palazzo Spinola e Galleria Nazionale della Liguria. Le straordinarie raccolte d’arte di alcune delle più importanti famiglie del patriziato genovese (Pallavicino, i Doria, gli Spinola e i Balbi) conservate a Palazzo Spinola di pellicceria, giungeranno alla Reggia di Venaria insieme alle più recenti acquisizioni del Musei Nazionali di Genova con prestiti da altri musei e collezioni privata. Un patrimonio unico di arte e storia che annovera celebri dipinti di Peter Paul Rubens, Antoon Van Dijk, Orazio Gentileschi, Guido Reni, Carlo Maratta, Luca Giordano, Hyacinthe Rigaud e Angelica Kauffman, oltre ai Maestri della grande scuola figurativa genovese come Bernardo Strozzi, Domenico Piola, Giovanni Benedetto Castiglione detto Il Grechetto e Gregorio De Ferrari. Attraverso un centinaio di opere, tra dipinti, sculture, argenti e arredi del Seicento e Settecento, si proporrà un percorso espositivo riferito alle raccolte del palazzo, diventato poi museo, ma anche il racconto del secolo d’oro “Genova la superba”, antica città retta dai Dogi con la sua regalità e fasto e teatro del Barocco.

L’esposizione continuerà il filone tematico dedicato alla storia, all’arte e alla cultura delle corti, e alla rappresentazione della loro magnificenza che la Venaria Reale sta perseguendo da tempo.

 

Mara Martellotta

 

 

Uomo e cavallo nella storia, in Cina una grande mostra targata Torino

In occasione del 55° Anniversario delle Relazioni Diplomatiche tra l’Italia e la Cina, due Paesi uniti nell’essere tra i maggiori siti Patrimonio mondiale Unesco e da un’eredità culturale di duemila anni certificata dall’antica via della seta, si inaugura al Museum of Wu di Suzhou, Cina, una mostra concepita e realizzata grazie alla collaborazione tral’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai, la Fondazione Torino Musei, l’Università degli Studi di Torino e Palazzo Madama che, oltre a essere il luogo che ha generato l’Italia unita e Roma capitale, e visto nel 1961 la firma della Carta Sociale Europea, con i suoi due millenni di Storia riassume compiutamente l’immaginario che il mondo ha dell’Italia.

In questo contesto si è definito con la città di Suzhou – ancor oggi idealmente gemellata con Venezia, dopo essere stata tanto ammirata settecento anni or sono da Marco Polo – un progetto consacrato a restituire il rapporto tra uomo e cavallo, concepito per offrire un racconto comparativo della loro unione e rappresentazione nelle culture cinese ed europea nel corso dei secoli.

L’esposizione – curata da Chen Zenglu (direttore Museum of Wu), Domenico Bergero(Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Torino), Francesco D’Arelli (direttore Istituto Italiano di Cultura di Shanghai) e Giovanni Carlo Federico Villa (direttore di Palazzo Madama) – vede la fondamentale partecipazione dei Musei Reali di Torino, con opere provenienti dalle prestigiose collezioni della Galleria Sabauda e del Museo di Antichità, e si articola in due sezioni che, su di un asse cronologico, narrano in parallelo l’evoluzione del rapporto tra uomo e cavallo.

Il percorso espositivo si apre con la spettacolare esposizione della Fiera di Saluzzo (sec. XVII) di Carlo Pittara – una stupefacente tela di 32 metri quadrati conservata alla GAM di Torino che, in virtù di un accordo con il Comune di Saluzzo, al suo rientro dalla Cina sarà esposta in modo permanente alla Castiglia di Saluzzo – a introdurre la sezione dedicata all’arte europea. La prima sezione offre al pubblico un excursus sull’iconografia del cavallo, spaziando dall’antichità classica all’Ottocento e restituendo contestualmente l’eterogeneità della produzione artistica, dai rilievi in marmo, ai dipinti, alle tecniche di fusione e cesellatura dei bronzi.

Il racconto dell’iconografia del cavallo nell’arte cinese antica è affidato a una selezione di eccezionali manufatti archeologici provenienti da sette tra i più prestigiosi musei in Cina a evidenziare la centralità del cavallo nella cultura e nella storia.

Attraverso capolavori che spaziano in un arco di tempo bimillenario viene articolata in un dialogo tra arte cinese e italiana la connessione tra uomo e cavallo quali simbolo di evoluzione e umana civilizzazione in un orizzonte geografico che dal Mediterraneo giunge allo Jiangnam, poiché fin dall’evo antico i cavalli non hanno affiancando l’uomo solo nei lavori materiali, ma sono divenuti simbolo di un potere culturale e spirituale.

Attraverso l’esposizione di 121 capolavori delle più diverse arti e tecniche – e quindi pittura, scultura, terracotta, bronzo, tessuti, grafica, fotografia – si origina un puntuale dialogo tra le culture all’interno di un museo nato quale centro di ricerca e studio della cultura di Wu che ha quale fulcro la presentazione delle grandi civiltà mondiali sotto molteplici prospettive. In una mostra che ha l’ambizione di farsi ponte tra le culture e scambio tra Est e Ovest.

HORSES

Symbols of Millenary Power from the Mediterranean to Jiangnan

Museum of Wu, Suzhou, Cina

17 gennaio – 18 maggio 2025

 

Sfacciatamente americana

Ci sono etichette discografiche del garage rock americano anni ‘60 che in verità a volte creano problemi per quanto riguarda la localizzazione geografica, la definizione degli studi di incisione, la strutturazione (nel caso di sotto-etichette o “sister labels”), la rete di distribuzione etc.

In altri casi i dati sono invece molto visibili, ben esplicitati, anche se non di rado incompleti.

In altri casi ancora il carattere “a stelle e strisce” è lampante, addirittura esplicito e sfacciato; è il caso dell’etichetta “U.S.A. Records”, nata a Milwaukee (Wisconsin) attorno al 1959, poi trasferitasi nel 1961 a Chicago e spinta dall’iniziativa di Paul Glass che la separò dalla Allstate Record Distributing Co., il distributore principale della ben più celebre Chess Records.

U.S.A. Records” fu etichetta eterogenea che spaziava su generi anche lontani fra loro, ma che proprio nella fase del garage rock sfoggiò logo e colori inequivocabili e sfacciatamente americani (scritta su campo blu a forma geografica, su sfondo a strisce bianche e rosse con stelle); fu legata solidamente alla band “The Buckinghams” (si ricordi la “hit” “Kind Of A Drag”), perdurò per tutto il corso degli anni Sessanta fino a spegnersi nel 1971 circa.

Qui di seguito si elencano i soli 45 giri “U.S.A. Records” di garage rock / psych rock, finora individuati e datati:

– TALLIE AND THE OUTLAWS “Tight Skirts / Just The Other Night” (809) [1965];

– THE WANDERERS “Come On Please / The Only Time” (819) [1965];

– WILLIE SPENCER “Ridin’ Shotgun / Everlovin’ Katherine” (832) [1965];

– THE CRESTONES “My Girl / The Chopper” (835) [1965];

– PHIL ORSI & THE LITTLE KINGS “Stay / Whoever He May Be” (837) [1966];

– OSCAR HAMOD & THE MAJESTICS “No Chance Baby / My Girl Is Waiting” (838) [1966];

– THE BUCKINGHAMS “I’ll Go Crazy / Don’t Want To Cry” (844) [1966];

– THE APOCRYPHALS “Gloomy Sunday / Tossin’ ‘n’ Turnin’” (846) [1966];

– PHIL ORSI & THE LITTLE KINGS “Sorry (I Ran All The Way Home) / Whoever He May Be” (847) [1966];

– THE BUCKINGHAMS “I Call Your Name / Makin’ Up And Breakin’” (848) [1966];

– THE CAMBRIDGE FIVE “Heads I Win / Floatin’” (850) [1966];

– OSCAR & THE MAJESTICS “I Can’t Explain / My Girl Is Waiting” (851) [1966];

– THE BUCKINGHAMS “I’ve Been Wrong / Love Ain’t Enough” (853) [1966];

– THE GREAT SOCIETY “I’m The One For You / And I Know” (856) [1966];

– THE BUCKINGHAMS “Kind Of A Drag / You Make Me Feel So Good” (860) [1966];

– THE BUCKINGHAMS “I’ll Go Crazy / Kind Of A Drag” [cassetta] (45k-142) [1967];

– THE SKUNKS “Elvira / The Journey” (865) [1967];

– THE MESSENGERS “Midnight Hour / Hard Hard Year” (866) [1967];

– THE BUCKINGHAMS “Lawdy Miss Clawdy / I Call Your Name” (869) [1967];

– JIMMY NULL & THE INVERSIONS “I Still Care For You / Good Good Lovin’” (870) [1967];

– THE GOOD GREEFS “Shy Girl / Oop-Oop-Pah-Doo” (871) [1967];

– ROBIN LEE AND THE REVELS “Pretty Patty / Flyin’ High” (872) [1967];

– THE BUCKINGHAMS “Summertime / Don’t Want To Cry” (873) [1967];

– THE CAMBRIDGE FIVE “Keep On Running / I Have To Laugh Alone” (875) [1967];

– OSCAR HAMOD & THE MAJESTICS “Soulfinger / Got To Have Your Lovin’” (878) [1967];

– THE SKOPES “She’s Got Bad Breath / Tears In Your Eyes” (880) [1967];

– THE LOST AGENCY “Time To Dream / One Girl Man” (881) [1967];

– FIVE BUCKS “Breath Of Time / Without Love” (882) [1967];

– THE SHADY DAZE “Love Is A Beautiful Thing / I’ll Make You Pay” (883) [1967];

– THE FAMILY “Face The Autumn / So Much To Remember” (886) [1967];

– THE BONDSMEN “Shotgun / Patricia Anne” (887) [1967];

– TRAFALGAR SQUARE “Till The End Of The Day / It’s A Shame Girl” (890) [1967];

– THE DAUGHTERS OF EVE “Symphony Of My Soul / Help Me Boy” (891) [1967];

– THE FAMILY “San Francisco Waits / Without You” (894) [1967];

– CHERRY SLUSH “I Cannot Stop You / Don’t Walk Away” (895) [1968];

– MICHAEL & THE MESSENGERS “Gotta Take It Easy / I Need Her There” (897) [1968];

– THE NEW BREED “I’m Coming To Ya [I-II] (899) [1968];

– THE INVADERS “The Flower Song / With A Tear” (902) [1968];

– CIRCUS “Gone Are The Songs Of Yesterday / Sink Or Swim” (903) [1968];

– CHERRY SLUSH “Day Don’t Come / Gotta Take It Easy” (904) [1968];

– THE TROLLS “I Got To Have Ya / Don’t Come Around” (905) [1968];

– THE FLOCK “Magical Wings / What Would You Do If The Sun Died?” (910) [1968];

– JOHN ERIC & THE ISOSCELES POPSICLES “Like Him / I’m Not Nice” (913) [1969];

– THE GREASE “Spoonful /Shimmick” (921) [1968];

– PARK AVENUE PLAYGROUND “I Know / The Trip” (919) [c.1969];

– THE FACTORY “High Blood Pressure / Lonely Path” (922) [1969].

Gian Marchisio

Inseguendo il Liberty

Oltre Torino: storie miti e leggende del torinese dimenticato

È l’uomo a costruire il tempo e il tempo quando si specchia, si riflette nell’arte

L’espressione artistica si fa portavoce estetica del sentire e degli ideali dei differenti periodi storici, aiutandoci a comprendere le motivazioni, le cause e gli effetti di determinati accadimenti e, soprattutto, di specifiche reazioni o comportamenti. Già agli albori del tempo l’uomo si mise a creare dei graffiti nelle grotte non solo per indicare come si andava a caccia o si partecipava ad un rituale magico, ma perché sentì forte la necessità di esprimersi e di comunicare. Così in età moderna – se mi è consentito questo salto temporale – anche i grandi artisti rinascimentali si apprestarono a realizzare le loro indimenticabili opere, spinti da quella fiamma interiore che si eternò sulla tela o sul marmo. Non furono da meno gli autori delle Avanguardie del Novecento che, con i propri lavori “disperati”, diedero forma visibile al dissidio interiore che li animava nel periodo tanto travagliato del cosiddetto “Secolo Breve”. Negli anni che precedettero il primo conflitto mondiale nacque un movimento seducente ingenuo e ottimista, che sognava di “ricreare” la natura traendo da essa motivi di ispirazione per modellare il ferro e i metalli, nella piena convinzione di dar vita a fiori in vetro e lapislazzuli che non sarebbero mai appassiti: gli elementi decorativi, i “ghirigori” del Liberty, si diramarono in tutta Europa proprio come fa l’edera nei boschi. Le linee rotonde e i dettagli giocosi ed elaborati incarnarono quella leggerezza che caratterizzò i primissimi anni del Novecento, e ad oggi sono ancora visibili anche nella nostra Torino, a testimonianza di un’arte raffinatissima, che ha reso la città sabauda capitale del Liberty, e a prova che l’arte e gli ideali sopravvivono a qualsiasi avversità e al tempo impietoso. (ac)

 

Torino Liberty

Il Liberty: la linea che invase l’Europa
Torino, capitale italiana del Liberty
Il cuore del Liberty nel cuore di Torino: Casa Fenoglio
Liberty misterioso: Villa Scott
Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti
Inseguendo il Liberty: altri consigli per chi va a spasso per la città
Storia di un cocktail: il Vermouth, dal bicchiere alla pubblicità
La Venaria Reale ospita il Liberty: Mucha e Grasset
La linea che veglia su chi è stato: Il Liberty al Cimitero Monumentale
Quando il Liberty va in vacanza: Villa Grock

Articolo 5. Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti

Negli articoli precedenti mi sono soffermata su due particolari edifici torinesi assai noti, Villa Fenoglio e Villa Scott, ma, poiché la nostra città è ricca di palazzi e ville in stile Liberty, nei due articoli che seguono vorrei proporre una sorta di “guida turistica” rivolta sia a chi, per caso, si trovi a passare nei dintorni di case e ville Liberty, e sia a chi, per pura curiosità, amerebbe approfondire l’argomento.

Pietro Fenoglio, celebre ingegnere-architetto, figura essenziale per il Liberty torinese, nel 1902 progetta per i fratelli Besozzi il Villino Gardino di corso Francia 12, angolo via Beaumont, dove lo stile floreale si affaccia nelle morbide linee del ferro battuto dei balconi. Nel 1909, sempre per la medesima famiglia, si dedica alla palazzina di via Magenta, e all’ampio isolato situato tra le vie Campana, Saluzzo e Morgari. La Palazzina Ostorero, di via Beaumont 7, del 1900, due piani più sottotetto, è contrassegnata da una raffinata decorazione floreale a graffito, da un tetto a capanna e torrette a tre livelli. La Palazzina Besozzi, di corso Francia 10, ha finestre doppie suddivise da colonne e capitelli, e discrete decorazioni sotto la gronda del tetto in legno. Tra il 1899 e il 1900, l’illuminato costruttore si dedica a Casa Gotteland, di via San Secondo 11. La facciata ha una scansione regolare e simmetrica, le decorazioni si concentrano sul ricco cornicione che corre tra il quarto e quinto piano, sui balconi, sulle finestre, sul portone d’ingresso. Sotto il davanzale, le finestre presentano un motivo decorativo ispirato alle forme di una conchiglia, festoni di fiori ornano i timpani sovrastanti le finestre; un motivo pure a conchiglia si trova nelle ringhiere in ferro battuto dei balconi; il portone d’ingresso in legno e vetri colorati e i fregi dipinti sull’androne ne segnano l’indirizzo apertamente floreale. Nel 1901 l’avvocato Michele Raby commissiona a Fenoglio la propria abitazione privata, da allora conosciuta come Villino Raby, corso Francia 8, vicino a via Beaumont. Una costruzione contrassegnata da un’estrema articolazione degli spazi esterni, a volte arretrati, a volte avanzati, con un originale portico terrazzato utilizzato come ingresso. Di grande rilievo l’originale bovindo angolare decorato da piccole teste di fanciulle. In fondo all’ampio cortile vi è una palazzina di servizio con annesse scuderie, caratterizzata da un tetto conico alla francese. Rimaneggiato nel corso degli anni, il villino nel 2009 è stato acquistato dall’Ordine dei Medici della Provincia di Torino, che si è occupato della sua lunga ristrutturazione. Del 1901 è Casa Boffa Costa, di via Sacchi 28 bis, che doveva necessariamente adeguarsi, per altezza, facciata e dimensioni, agli attigui e omogenei palazzi del tratto del corso porticato. Suggestioni Liberty si evidenziano comunque nelle finestre e nei balconi modellati in pietra artificiale; quattro finte colonne a tutta altezza hanno il compito di snellire il gioco prospettico, armoniosamente ritratto dal tondo dei balconi e il culmine delle finestre. Della vicina Casa Debernardi, via Sacchi 40/42, caratterizzata da due bovindi laterali che si alzano al colmo dei portici, forse Fenoglio ha posto solo la propria firma su di un’opera realizzata da altri. Interessante e aggraziata la facciata che dà sul cortile, con decorazioni Liberty in litocemento. Del 1902 (stesso anno di Palazzo Fenoglio-La Fleur e di Villa Scott) è Casa Pecco, via Cibrario 12, destinata all’affitto di abitazioni e di negozi, che evidenzia un apporto Liberty più modesto e garbato e meno vistoso. Si tratta di un edificio piuttosto imponente, che occupa un isolato trapezoidale nei pressi di via Le Chiuse, contraddistinto al piano terra da un portone in legno, la cui sagoma è ripresa dalle aperture del piano rialzato. Le finestre sono sovrastate da decorazioni geometriche, una cornice con motivi floreali caratterizza il paramento murario del terzo piano. La modellazione del ferro battuto contrasta piacevolmente con i lineari elementi litocementizi dei balconi del primo piano.


Di raffinatissimo stile Liberty è la Palazzina Rossi Galateri di via Passalacqua 14, (una perpendicolare di via Cernaia, alle spalle di piazza XVIII dicembre), segnata da motivi naturali quasi Rococò: tralci di vite, finta corteccia, fiori di grandi dimensioni, bovindi sormontati da terrazzini, e un elegantissimo portone d’ingresso in legno, al di sopra del quale si evidenziano le linee eleganti in ferro battuto del balcone. La costruzione è stata commissionata a Fenoglio dalla contessa Emilia Rossi, figlia del deputato Teofilo Rossi e moglie di Annibale Galatei, conte di Genola e di Suniglia. Squisita la resa armoniosa dei ferri battuti lavoratissimi, i particolari lignei come i telai delle finestre, la luminosa cromia delle vetrate, la morbida decorazione floreale, la bellissima vetrata ovale al piano rialzato e i particolari decorativi della facciata: tutto è studiato nei minimi particolari, ed è reso all’insegna del bello assoluto. Del 1903 è Casa Guelpa, via Colli 4, all’incrocio con corso Vittorio Emanuele 115, in un raffinato Liberty disegnato sui balconi con i motivi a conchiglia (il lato sul corso si richiama, invece, al Neobarocco). Casa Rey, di corso Galileo Ferraris 16/18, risale al 1904. Il palazzo, tra i cinque e i sei piani, ai lati ha due bovindi su tre ordini con vetri colorati e decorazioni floreali; la facciata si distingue per l’alternanza tra intonaco e laterizio in cui qua e là compaiono piccoli mostri su alcune finestre e capitelli su qualche balcone. Le finestre, che più si innalzano e più si alleggeriscono per gioco prospettico e capacità costruttiva, presentano eleganti modanature Liberty. Molto raffinati i quattro portantini in legno scolpito.

Casa Bellia, di corso Matteotti, angolo via Papacino, è caratterizzata da un ampio rosone, con colonnine poste a raggiera nella parte più alta di una simil-torre e cornici a dente di lupo che si alternano a particolari sia orientali che zoomorfi e fitomorfi. Nella parte angolare, un bovindo dalle linee tonde e dalle finestre ad arco, è sormontato da un tetto fatto a cupola piramidale. Particolari i balconi del primo e del terzo piano con finestre a triplice luce. Sempre in via Papacino e ancora con committenza Bellia, nello stesso anno – 1904 – viene edificato un edificio di quattro piani fuori terra, con seminterrati in vista e mansarde laterali a finestre binate. Un bovindo poligonale, chiuso nella parte superiore da un balcone con balaustra in cemento, allaccia due piani. Ornamenti floreali impreziosiscono il portone. Casa Rama, su progetto di Fenoglio, del 1909, in via Cibrario 63, è per noi torinesi del tutto particolare: in questa palazzina Liberty morì Guido Gozzano, il poeta crepuscolare che così ricorda la sua e nostra città: “Come una stampa antica bavarese/ vedo al tramonto il cielo subalpino/da Palazzo Madama al Valentino/ardono l’Alpi tra le nubi accese/È questa l’ora antica torinese,/è questa l’ora vera di Torino”. Cari curiosi e appassionati di Liberty, sarete ormai stanchi e affaticati, allora vi propongo una meritata pausa prima di riprende il tour nel prossimo articolo.

Alessia Cagnotto