Cees Nooteboom, classe 1933, scrittore e giornalista olandese, nel corso di trent’anni di viaggi per il mondo ha raccolto e raccontato moltissime storie. Come cronista seguì da vicino tre dei momenti cruciali del secondo ‘900: l’invasione di Budapest nel 1956, la contestazione del Maggio francese nel 1968 e la caduta del muro di Berlino nel 1989.
Un autore dai mille interessi, non solo giornalista ma anche poeta, romanziere, scrittore di viaggi, traduttore e drammaturgo. Alcune delle sue storie più intriganti le raccolse in un libro tanto interessante quanto anomalo, intitolato Tumbas. Tombe di poeti e pensatori , edito da Iperborea, la casa editrice milanese specializzata in letteratura dell’Europa del nord. Lo scrisse perché, come ebbe a dire “la maggior parte dei morti tace ma per i poeti non è così. I poeti continuano a parlare”. E così Nooteboom portò i lettori alla scoperta di una comunità di scrittori e poeti che hanno fatto la storia della letteratura al punto da guadagnarsi l’immortalità. Il libro propone oltre ottanta omaggi ad altrettanti autori, più di ottanta pensieri raccolti sostando di fronte alla loro ultima dimora, dove sono raccolte le loro spoglie mortali o le ceneri. Nooteboom dopo aver visitato le tombe degli scrittori, dei poeti e filosofi che lo avevano appassionato, raccolse ciò che ancora avevano da raccontare una volta sepolti sotto una lapide di marmo, alcuni monumenti bizzarri, un a toccante epigrafe o l’incanto di quelle atmosfere rarefatte e magiche che si trovano nei vecchi cimiteri. Con un tratto di penna felice, lieve e profondo, racconta come questi grandi della cultura siano in grado di comunicare a ognuno “qualcosa di personale, accompagnando diversi momenti della nostra vita, innescando con noi un dialogo intimo al di sopra dello spazio e del tempo”. Dal cimitero parigino del Père-Lachaise dove dimorano Marcel Proust e Oscar Wilde alla pittoresca collina napoletana di Piedigrotta che ospita Leopardi; dalla cima del monte Vaea, nelle isole Samoa, dove è sepolto Robert Louis Stevenson, a Joyce ed Elias Canetti al camposanto zurighese di Fluntern, tra tombe curate con svizzera precisione. Sempre nella patria di Gugliemo Tell si trova la “dimora eterna” di Vladimir Nabokov al Clarens di Montreux, sulla riviera elvetica del lago di Ginevra mentre per incontrare quella di Calvino occorre recarsi a Castiglione della Pescaia. Melville riposa in un angolo sperduto del Bronx e Kawabata nel suo Giappone; Keats e Shelley accanto a Gregory Corso nel romantico cimitero Acattolico di Roma, nel quartiere di Testaccio, vicino a Porta San Paolo e a lato della Piramide Cestia; Brecht è a due passi da Hegel al Dorotheenstädtischer Friedhof di Berlino est; Brodskij insieme a Ezra Pound nell’immobile incanto dell’isola veneziana di San Michele. Per non parlare del Montparnasse di Baudelaire, Beckett e Sartre ai quali scelsero di unirsi anche Susan Sontag e Marguerite Duras. Tumbas.Tombe di poeti e pensatori è libro interessante, dalla stupenda copertina (la più bella del 2015, secondo Tuttolibri) che riporta una foto scattata da Simone Sassen, compagna dello scrittore olandese: una bottiglia d’assenzio sulla tomba di Cortàzar, a Montparnasse, nel 14º arrondissement di Parigi. Scorrendo le pagine ci si accorge come ogni tomba rappresenti un lampo di luce sul mondo dello scrittore che la occupa, rievocandone una poesia, un frammento di vita o le pagine di un libro, ispirando riflessioni e pensieri, in un appassionante pellegrinaggio nella storia della letteratura che Nooteboom propone come una meditazione poetica sull’uomo, il tempo e l’arte. E così, di pagina in pagina, cresce il desiderio di andare a leggere o rileggere le opere di quegli immortali. Magari sorseggiando un goccio di fata verde, quell’assenzio che è stato cantato come il liquore più amato dai poeti maledetti.
Marco Travaglini