Cosa succede in città- Pagina 90

Mozart al concerto rotariano dell’Orchestra Polledro diretta dal Maestro Bisio

Il  5 dicembre 2023 

 

Il concerto natalizio che coinvolge il Distretto Rotariano 2031 sarà affidato all’Orchestra Polledro e si terrà martedì 5 dicembre alle 20:30 presso il Teatro Vittoria, in Via Gramsci 4, a Torino. Al concerto è abbinato un service a favore delle Fonderie Ozanam, che operano nel sociale formando e inserendo nel mondo del lavoro decine di ragazzi che si trovano in situazioni difficili. Il concerto, diretto dal Maestro Federico Bisio, prevede l’Ouverture dall’opera “Artaserse” di Johann Christian Bach; di Wolfgang Amadeus Mozart la Sinfonia di Do Maggiore n. 28 KV 200 e la Sinfonia in Re Maggiore n. 30 KV 203.

L’ Artaserse è la prima opera di Johann Christian Bach, sul libretto di Pietro Metastasio, che andò in scena al Teatro Regio di Torino il 26 dicembre del 1760. Nel ruolo del protagonista, il celebre Gaetano Guadagni, in seguito primo interprete di Orfeo nell’omonima opera di Gluck. Nonostante la calorosa accoglienza, l’opera ebbe soltanto sette rappresentazioni a causa di un’epidemia che colpì i membri della casa regnante e alcuni musicisti. L’Ouverture comincia in modo sorprendente: all’unisono e con una figura ascendente basata sulle note dell’accordo perfetto in Re Maggiore. Il carattere generale risulta febbrile e scattante. Il secondo movimento, in netto contrasto, presenta una figurazione più riflessiva e calma degli archi, arricchita da interventi dei fiati. Il finale si presenta come un Rondò in miniatura, con due episodi (il secondo in tonalità minore) che ristabiliscono il carattere festoso del primo movimento.

Mozart compose la Sinfonia in Do Maggiore n. 28 KV 200 nel 1773, o 1774 per Salisburgo. Come le altre Sinfonie scritte prima della sua fuga dall’autocratico arcivescovo di Salisburgo nel 1781, la n. 28 è stata immeritatamente oscurata dalle sue ultime sei Sinfonie, a partire dalla Haffner del 1782. Secondo alcuni studiosi la Sinfonia n. 28 riecheggia (o anticipa) opere che vanno dalla Sinfonia Degli Addii di Haydn del 1772 al suo stesso Flauto Magico del 1791. A Salisburgo, sotto l’ala protettrice di Michael Haydn, Mozart si spinse a investire la sua musica con sentimenti più profondi di quanto avesse rischiato in precedenza e, a partire dalla Sinfonia n.25, il cambiamento si manifesta in modo straordinario.

Nel primo movimento risalta il tono rigoroso dell’introduzione, mentre nei successivi melodie e temi sono sviluppati nella semplice tonalità in Do Maggiore, ma in modo più leggero, contrastando con gli arpeggi il primo movimento. Nel finale Mozart fa suonare gli ottoni in modo più prominente del solito, offrendo un primo indizio di quella che sarà la Sinfonia n. 41 chiamata Jupiter.

L’ultima parte del concerto prevede l’esecuzione della festosa Sinfonia n. 30 in Re Maggiore KV 203, scritta a Salisburgo per un’occasione non conosciuta, completata il 5 maggio del 1764. Mentre la Sinfonia precedente, la n. 29, raggiungeva una nobile serenità, e quella ancora precedente denominata n. 25 era la prima Sinfonia veramente tragica, questa sembra essere più incentrata sulla leggerezza e il divertimento. Questo fatto ha portato i commentatori dell’epoca romantica a considerarla un passo indietro, in quanto opera meno seria. In realtà è una Sinfonia che per la varietà delle idee musicali e l’intelligenza del loro trattamento è pari alle altre due. A unificare l’opera sta il fatto che sia il primo sia l’ultimo movimento iniziano con una melodia discendente che traccia un accordo di Re Maggiore. Nel primo movimento questo è preceduto dal alcuni accordi e figure introduttive, tra cui una che include un semplice trillo. Nel corso dell’esposizione questo trillo cresce e acquista importanza, fino a quando l’intera orchestra è dominata dal suo “ronzio”.

Il secondo movimento per soli archi è in forma di Sonata su scala ridotta ed è ricco di melodie cantabili. Mostra la cura da parte del compositore nel mantenere interessanti tutte e quattro le voci. Il Minuetto è uno dei più danzanti tra le Sinfonie più mature di Mozart. Il finale, sempre in forma di Sonata, contrappone una fanfara d’apertura a passo veloce in ritmo puntato a un’idea lirica contrastante. Il colpo di genio è la coda conclusiva che fa evaporare la Sinfonia in piano, non facendoci dimenticare che il compositore era allora un diciottenne dotato di grande senso dell’umorismo.

Mara Martellotta

 

Nel 2024 il Mastio della Cittadella renderà omaggio a Fernando Botero

È uno dei più importanti artisti contemporanei recentemente scomparsi

 

Il Mastio della Cittadella, dal 20 aprile 2024, tributerà un grande omaggio a uno dei più importanti artisti contemporanei da poco scomparsi, Fernando Botero. L’esposizione dal titolo “Ricordando Fernando Botero, Via Crucis-la Passione di Cristo” è visitabile fino al 21 luglio 2024, e vuole celebrare la vita del pittore, scultore e disegnatore colombiano.

Si tratta di un viaggio attraverso le opere dell’artista che ha sfidato il pregiudizio, ostinandosi a aderire ai canoni dell’arte figurativaclassica quando stava esplodendo la pop art, rimanendo comunque legato all’arte classica, caratteristica delle pitture di Botero rappresentata da una insolita dilatazione dei soggetti, che assumono forme fuori dal comune, quasi irreali e, allo stesso tempo, ricche di fascino. Per le sue figure femminili monumentali si ispirava ai canoni classici di Piero della Francesca.

L’esposizione, presente nelle sale del Mastio della Cittadella, ospita un ciclo di opere di Fernando Botero in cui l’artista fonde la tradizione della storia dell’arte occidentale con elementi contemporanei, mantenendo la sua caratteristica cifra stilistica. In questa occasione affronta un tema sacro e il suo sguardo pare volgersi alla condizione umana, all’ingiustizia, al dolore e alla sofferenza da cui essa è permeata.

La mostra è un’occasione per ammirare le opere di uno dei più grandi artisti contemporanei e per riflettere sulle tematiche universali da esse rappresentate.

Dal 20 aprile 2024 al 21 luglio 2024

Dal lunedì al venerdì – 9.30/19.30

Sabato e domenica – 9.30/20.30

Mastio della Cittadella, Corso Galileo Ferraris 0, Torino

Mara Martellotta

Sigillo Civico di Torino per Christian Greco

Il Consiglio comunale ha approvato una mozione, presentata questo pomeriggio dalle consigliere del PD Lorenza Patriarca e Nadia Conticelli, contenente la proposta di conferimento del sigillo civico, la più alta onorificenza che un cittadino torinese possa ricevere, equiparabile alla cittadinanza onoraria, al direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco.

Definito dal documento personalità rinomata a livello scientifico, Greco ha all’attivo diverse pubblicazioni e numerose partecipazioni a convegni in qualità di esperto. Può vantare, inoltre, collaborazioni come docente nelle università di Torino, Napoli, Pisa, della Cattolica del Sacro Cuore di Milano e della New York University di Abu Dhabi. Recentemente è stato insignito del premio di torinese dell’anno dalla Camera di commercio di Torino, per l’anno 2023.

Nella mozione gli viene riconosciuta, inoltre, la straordinaria qualità del lavoro svolto con il Museo Egizio cresciuto, sotto la sua direzione, in popolarità e seguito anche internazionale, tanto da raggiungere i 900mila visitatori l’anno e il prestigioso traguardo di risultare il terzo museo più visitato in Italia dopo la Galleria degli Uffizi e la Galleria dell’Accademia a Firenze, con un impatto economico positivo per il nostro territorio pari ad un valore di 187 milioni di euro.

La Sala Rossa ha approvato la mozione all’unanimità dei partecipanti al voto.

Durante i primi giorni del 41° TFF. Eccellente prova della francese Iris Kaltenbäck con “Le ravissement”

DAL TORINO FILM FESTIVAL

Nel panorama di una Parigi caotica e affannosa nel vivere quotidiano, sembra scorrere tranquilla la vita di Lydia, felicemente portata avanti la sua professione di ostetrica, diligentemente corretta in “assistente al parto”, ovvero quelle donne che durante e dopo una nascita badano più alle mamme che ai piccoli. Tranquilla fino a che il compagno le confessa, dopo tre anni di convivenza, di essere andata a letto con un’altra persona, fino a che non scopre che la sua migliore amica Salomè è incinta, fino a che non incontra, nel suo girovagare notturno – anche la casa le sta stretta e inospitale -, Milos, di origini serbe, fuggito ragazzino dalla guerra, in terra francese solitario conduttore di autobus. Una chiacchierata in un caffè, una notte insieme e tutto parrebbe finire lì: ma nel cuore di Lydia si viene creando una sofferenza non superabile, nella mente di Lydia scatta una spirale di frenesia, di castelli di fantasia costruiti per sé e per gli altri, di bugie che sconvolgono del tutto quella vita. Perché con il passare dei giorni e delle settimane non alleggerire le giornate dell’amica traumatizzata dal parto prendendosi cura della piccola Esmée (“l’amata”), portarla al parco, giocare con lei, prepararle le pappe, dimenticare il lavoro per starle sempre più accanto, per sentirsela sempre più propria? Perché non catturare sempre più gli affetti e la passione di Milos facendole credere sua la bambina? Perché non essere inevitabilmente coinvolta dalla famiglia del ragazzo, affettuosamente oppressiva? Perché non tentare di formare anche per soli pochi giorni una coppia con una bambina, continuando a mentire, fuggendo verso le spiagge della Normandia?

Iris Kaltenbäck, per la prima volta dietro la macchina da presa (un passato di sceneggiatrice, “Le vol des cicognes” è del 2015, mai apparso da noi), ci offre con “Le ravissement” (2023) – non soltanto per noi “il rapimento” ma altresì “l’infatuazione” o “l’incantamento” – il quadro preciso dell’urgenza senza confini di certi sentimenti, dello scompiglio che possono creare, di uno sconvolgimento totale verso gli altri che può annientare una vita. Sono bisogno d’amore, sono lo specchio del desiderio di uscire da una troppo duratura solitudine. Accompagna la regista con una fermezza e una durezza (come sono costantemente duri i tratti della protagonista Hafsia Herzi, eccellente, pochi i sorrisi, quasi sempre innaturali e forzati) senza mai sbavature il cammino interiormente doloroso di Lydia, intrappolata nelle sue giornate e nelle sue menzogne, in quella costruzione assurda di un universo parallelo che finisce col coinvolgere tutti. Racconta con autentica padronanza un’amara vicenda tutta in salita, affaticata, dolorosa e offre ai due protagonisti principali (Milos è Alexis Manenti) l’occasione per altrettanti ritratti fatti di cuore e di animi controversi.

Nelle prime giornate di questo 41mo Torino Film Festival arriva anche dal Canada “Soleils Atikamekw”, un’altra donna alla direzione, Chloé Leriche, alla sua seconda opera. Il film (che somiglia di lontano al fratello povero se non poverissimo dei recenti e poco soddisfacenti “Killers” di Martin Scorsese) è il racconto ai giorni nostri, la disperazione non scomparsa, il ricordo triste dei famigliari delle cinque vittime di un incidente realmente accaduto nel giugno del 1977 e mai completamente chiarito. Un’auto finita poco oltre la riva di un fiume, due metri d’acqua al massimo, due ragazzi del Québec che si salvano e cinque, uomini e donne, della comunità Atikamekw perdono la vita, annegati in circostanze su cui si pretende di vederci chiaro. La polizia concluse all’epoca le indagini con la parola incidente, gli indizi, i dubbi, le prove scoperte non sono mai state prese in considerazione. Per sette anni la regista e produttrice ha lavorato in comunione con quelle cinque famiglie per renderle partecipi davanti e dietro la macchina da presa. Alcuni, in doppio ruolo, incarnano i loro avi, altri testimoniano per intero la mancanza di considerazione subita. Come per Scorsese, anche qui la volontà del bianco di nascondere ogni responsabilità, di tirar fuori da ogni coinvolgimento chi potrebbe spiegare il passato e calmare il presente: mentre le note di regia ci dicono che in Canada, malgrado le apparenze, il razzismo nei confronti dei popoli autoctoni è oggi ancora presente nelle istituzioni pubbliche.

Forse i risultati non hanno la chiarezza e l’applauso che la vicenda avrebbe meritato, il film politico della Leriche, pensato e girato per quella comunità, ha di certo il pregio di riportare alla luce scomodi fatti di cui in patria si è rinunciato a parlare: è tuttavia condotto con un’impronta piuttosto debole, indecisa se intraprendere la strada documentaristica piuttosto che quella della ricostruzione, per cui al di là dell’amarezza che continua a essere presente si è portati ad apprezzare maggiormente la componente poetica, quel sottofondo religioso e antico, ancestrale, di cui l’opera contiene non pochi spunti.

Applausi alla proiezione di “Girasoli”, presentato fuori concorso, debutto dietro la macchina da presa di Catrinel Marlon, all’anagrafe Catrinel Menghia, rumena di origine, un passato di sportiva e di modella, volto di Armani, copertine, testimonial d’eccellenza e interprete del primo film di Luigi Lo Cascio, “La città ideale”. Un corto lo scorso anno e adesso, oltre ad essere madrina del Festival, bellezza insuperabile nello scenario dell’inaugurazione a Venaria, autrice applaudita di una storia che, trasportata nel tempo, affonda le radici dolorose nella storia della sua famiglia, “la storia di una zia che vive in Romania”, e tra le righe di una lettera d’amore “che risale al 1888 e che ho trovato nell’ormai chiuso manicomio di Siena”. Al centro della vicenda, Lucia che ha il viso di ventenne e tutta la sempre maggior bravura di Gaia Girace (“L’amica geniale”), una ragazza di quindici anni curata per la sua schizofrenia con cure inconcludenti e sperimentali all’interno di un fatiscente manicomio degli anni Sessanta. È nelle mani di due medici che hanno linee mediche opposte (Monica Guerritore e Pietro Ragusa), che si scannerebbero pur di far prevalere ognuno la propria: mentre Lucia trova un’amicizia e una forza nell’infermiera Anna, una nuova assunta. È chiaro che sorveglianti, medici e monache vigilino su quell’amicizia i cui confini con l’amore sono del tutto labili. Un film a tratti più di scrittura che di direzione registica, più letterario che legato intimamente alla corposità del reale: comunque un’opera che altresì s’imprime nella memoria come esempio di ribellione e di ritratti femminili finemente scanditi, forti nel momento infelice che l’universo della donna continua a vivere.

Il versante del divertimento – che anche in un festival come il TFF è preteso e condiviso – è felicemente rappresentato da “Un anno difficile” (da giovedì prossimo nelle sale) del duo d’oltralpe, re Mida di quel cinema e non soltanto, formato da Eric Toledano e Olivier Nakache, autori di quel “Quasi amici” che poco più di una decina di anni fa ci ha emozionato e divertito. Due amici, anche qui e senza nessun tentennamento, due uomini sempre al verde, di quelli che si sprecano a cercare un ricevimento per sbarcare la giornata nel migliore dei modi. È durante uno di questi che si ritrovano senza nessun preavviso nel bel mezzo di una manifestazione di ecoattivisti: e sarà un susseguirsi di bugie, di giocare a essere quello che mai si sognerebbero, a costruire sotterfugi e maldestre azioni di proteste. Complice una dolce ragazza forte delle proprie idee e anche di una certa insensatezza dei suoi anni. Black Friday in cui tutti tentano di accaparrarsi tutto, ironia a carrettate su consumismo e ambientalismo, dove qualcuno cerca anche di bluffare, tornando a percorrere vecchie strade di comodo. Toledano&Nakache si sono divertiti a dare al film un andamento ultraveloce, a rotta di collo, e a buttarvi dentro i loro attori Pio Marmaï e Jonathan Cohen, cui s’aggiunge una dolcissima Noémie Merlant, srotolando episodi su episodi che faranno la felicità del pubblico. Forse dimenticando – a torto – quegli angoli di sentimentalismo autentico che avevano fatto (più) grande l’opera precedente.

Elio Rabbione

Nelle immagini: scene tratte (nell’ordine) da “Le ravissement”, “Soleils Atikamewk”, “Girasoli” con Monica Guerritore e Gaia Girace e “Un anno difficile” degli autori di “Quasi amici”.

Al teatro Carignano va in scena Clitennestra

Con Isabella Ragonese per la regia di Roberto Andò

 

Debutto al teatro Carignano, alle 19.30 di martedì 28 novembre, di ‘Clitennestra’, tratto dal romanzo “La casa dei nomi” di Colm Toibin, per l’adattamentio e la regia di Roberto Andò. Interpreti Isabella Ragonese, Ivan Alovisio, Arianna Becheroni, Denis Fasolo, Katia Gargani, Federico Lima Roque, Cristina Parku, Anita Serafini.

È in collaborazione con il Teatro di Napoli, Teatro Nazionale Campania Teatro Festival.

Al teatro Gobetti, sempre nelle stesse date, dal 28 novembre al 3 dicembre prossimo, andrà in scena la piéce ‘Tipi umani seduti al chiuso. Partitura sentimentale per biblioteche’ di Lucia Calamaro. Interpreti Riccardo Goretti, Lorenzo Marangoni, Cristiano Maioli, Cristiano Parolin, Filippo Quezel, Susanna Re, Simona Senzacqu. In collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto.

Nell’elegante ed essenziale lingua che gli appartiene l’irlandese Colm Toibin fa rivivere e attualizza in questo testo le figure epiche della casa di Atreo, restituendo ai personaggi carne e sangue e donando loro motivazioni, psicologia e toni fortemente contemporanei. Si tratta di un processo di umanizzazione necessario, la conseguenza irreversibile della scomparsa di un orizzonte divino: Clitennestra, qui interpretata da Isabella Ragonese, è dunque, ancora la rancorosa regina del mito, ma anche una donna alle prese con una gestione complessa e moderna del proprio potere, una figura più sfaccettata, matura e dal grande fascino.

“Leggendo di romanzo di Colm Toibin “La casa dei nomi” – spiega il regista Roberto Andò- ho provato una grande emozione e alla fine, quasi senza accorgermene, mi sono sorpreso a fantasticare sulla possibilità di mettere in scena il personaggio più grandioso che vi è narrato, Clitennestra. Una figura che nell’Odissea è presentata come l’anti Penelope, il prototipo della donna infedele e assassina. La stessa che quando Ulisse scende nel mondo dei morti e si imbatte nel fantasma di Agamennone è qualificata con l’appellativo di “perfido mostro”. Invece nell’Orestea di Eschilo Clitennestra è una regina assetata di potere, autrice di una vendetta che si prolungherà oltre la morte. Essa uccide il marito Agamennone che, oltre ad infliggerle gravissimi torti, aveva sacrificato in nome della guerra sua figlia Ifigenia ed è uccisa a sua volta dal figlio Oreste, che perseguita da morta fino al delirio.

“Riabilitata” da filosofi e scrittrici, Clitennestra è rimasta a lungo il prototipo dell’infamia femminile. La sua vicenda è giunta a noi soprattutto grazie all’Orestea, la trilogia ( Agamennone, Coefore ed Eumenidi) in cui Eschilo nel 458 a.C celebrò la fine del mondo della vendetta e la nascita del diritto.

Nel romanzo di Toibin, la tragica storia di rancore e solitudine, di sangue e vendetta, di passione e dolore, è narrata da tre punti di vista, ma soltanto le due donne, Clitennestra e Elettra, raccontano in prima persona e la loro voce è decisamente la più drammatica.

Chi conosce Toibin sa che egli compone in ogni suo libro una drammaturgia del dolore e della perdita ed è interessato al silenzio che si crea attorno al dolore, alla vita di donne sole che portano con sé il peso di un trauma. Voci che parlano con il timbro speciale loro conferito dalla violenza subita.

Se Clitennestra ci è stata tramandata come un personaggio estremamente negativo, qui si trovano dispiegate le sue ragioni umane. Ed è ciò che mi ha attratto di questo testo, per il quale ho subito individuato un’interprete straordinaria come Isabella Ragonese. Un’attrice in grado di esaltare e modulare i toni complessi, e emotivamente risonante, di Clitennestra. Toibin non esprime giudizi, accoglie la potenza emotiva che scaturisce da questo personaggio e ne esplora le azioni, confrontandole con le parole che adopera per far luce nel buio della sua interiorità danneggiata. Ne nasce un teatro di ombre, di voci, di fantasmi, che si muove dentro e fuori: dentro, tra i labirinti della mente, fuori in un luogo senza tempo dove vivi e morti dialogano senza requie”.

 

Dal 28 novembre al 3 dicembre prossimi al teatro Carignano Clitennestra da “La casa dei nomi” di Colm Toibin

 

Teatro Carignano piazza Carignano 6

Orario degli spettacoli martedì giovedì e sabato ore 19.30; mercoledi e venerdì ore 20.45. Domenica ore 16.

 

Mara Martellotta

 

Rock jazz e dintorni a Torino: Madame e gli Elii, sold out in città

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

 

Lunedì. Al teatro Colosseo il concerto sold out di Madame. Al Mad Dog serata jazz con il Trio Monne che reinterpreta Jimi Hendrix.

 

Martedì. Prima delle due serate, sempre al teatro Colosseo, con la rentrée, anche in questo caso sold out, di Elio e le Storie Tese. Spostandosi al Duomo delle Ogr, fari accesi sul concerto di Daniela Pes, cantautrice esordiente premiata con la targa Tenco.

 

Mercoledì. Allo Ziggy il britannico Matt Elliott. Al Capodoglio dei Murazzi performance del Power4et di Fabio Giacalone. Al Blah Blah, glam e cabaret con le Piume di Morris.

 

Giovedì. Margherita Vicario al Concordia di Venaria; Venerussuona all’Hiroshima Mon Amour. Al Cap10100 tocca all’hip hop italiano di Dj Shocca, Mad Buddy ed Egreen. Al Capodoglio c’è la performance “Anima L” di Laura Messerklinger; al Magazzino sul Po il concerto del cantautore novarese Pit Coccato; allo Ziggy microfoni e luci sullo show di Michele Cosentino, in arte Antimusica.

 

Venerdì. Evento del Torino Film Festival: all’Edit Porto Ubanoconcerto del contrabbassista Kyle Eastwood, figlio del grande Clint, con un programma omaggio al cinema di suo padre. Al teatro Colosseo lo show della cover band Dire Straits Legacy. All’Off Topic suona Bluem, Fabrizio Cammarata al Jazz Club, Pino Forastiere al Folk Club.

 

Sabato. Al Pala Alpitour due maestri della scena musicale italiana, Francesco De Gregori ed Antonello Venditti. Emma suona al Cap10100; il metallaro Chris Holmes si esibisce al BlahBlah; al Magazzino sul Po microfoni e proscenio per Master BootRecord, Arottenbit, The Last Vinci e Daniele Brusaschetto.All’Off Topic la musica elettronica di Lorenzo Nada, akaGodblesscomputers. A Moncalieri (all’Audiodrome) la techno di Luke Slater; alla Sala Polivalente di Lauriano i francesi CyrilleBrotto e Stéphane Mallet. Al Music Circus di “Collisioni” (ad Alba) Nitro; al Magda Olivero di Saluzzo, recital di Giovanni Truppo.

 

Domenica. Emma in replica al Cap10100; i piacentini NotMoving LTD, leggenda del garage rock nazionale, al Blah Blah.

 

Pier Luigi Fuggetta

Torino Film Festival, il programma di oggi

domenica 26 novembre

 

MASSIMO 2 – 09:30
Sezione: NUOVIMONDI

RETAKE
(Nakano Kôta, Giappone, 2023, DCP, 110’) Sott. it./Eng. sub. 

La scuola è chiusa e una ragazza coinvolge un compagno e due amici nelle riprese di un film, ma i sentimenti entrano in campo e… Racconto d’estate con macchina da presa.


MASSIMO 3 – 10:00
Sezione: SERGIO CITTI

IL MINESTRONE
(Sergio Citti, Italia, 1981, file, 170’) 

Secondo Citti, il vero protagonista del film è la fame. Presentiamo qui la versione integrale, trasmessa nel 1985 dalla Rai in tre puntate.


GREENWICH 2 – 10:30
Sezione: CONCORSO DOCUMENTARI INTERNAZIONALI 

NOTRE CORPS
(Claire Simon, Francia, 2023, DCP, 168’) Sott. it./Eng. sub. 

Nel reparto di ginecologia di un ospedale di Parigi, Claire Simon registra, ascolta e racconta storie, volti e malattie. Compresa la sua, in una straordinaria indagine sul corpo, e la forza, delle donne.


GREENWICH 1 – 11:00
Sezione: FUORI CONCORSO

UNE ANNÉE DIFFICILE / UN ANNO DIFFICILE
(Olivier Nakache, Éric Toledano, Francia, 2023, DCP, 120’) Sott. it.

Si può diventare ecologisti per convenienza? Dai registi di Quasi amici, con Noémie Merlant e Pio Marmaï, una commedia scatenata sul consumismo compulsivo e la militanza 2.0.


ROMANO 1 – 11:00
Sezione: CONCORSO DOCUMENTARI ITALIANI 

LA MECCANICA DELLE COSE
(Alessandra Celesia, Francia/ Germania, 2023, DCP, 101’) Sott. it./Eng. sub. 

Un gatto cade dall’ottavo piano. Sopravvive. È solo il principio di una ricerca in prima persona su come riparare non solo i corpi, ma anche i sentimenti.


ROMANO 3 – 11:15
Sezione: FUORI CONCORSO

INDAGINE SU UNA STORIA D’AMORE
(Gianluca Maria Tavarelli, Italia, 2023, DCP, 100’) Eng. sub. 

Paolo e Lucia si amano ancora, ma sono anche stanchi e disillusi. E se qualcuno chiedesse loro di partecipare a un programma tv dove raccontare la loro crisi?


ROMANO 2 – 11.30
Sezione: FUORI CONCORSO / RITRATTI E PAESAGGI 

ADESSO VINCO IO
(Simone Herbert Paragnani, Paolo Geremei, Italia, 2023, DCP, 90’) 

Marcello Lippi, campione del mondo, vincitore di scudetti e di Champions League, innovatore del calcio. Un racconto appassionato di un allenatore vincente e un uomo coraggioso.


GREENWICH 3 – 11.30
Sezione: FUORI CONCORSO 

CERRAR LOS OJOS
(Víctor Erice, Spagna/Argentina, 2023, DCP, 169’) Sott. it./Eng. sub. 

Un regista si mette alla ricerca di un attore scomparso, convinto sia ancora vivo. Il ritorno di Erice a tre decenni da Il sole della mela cotogna. Un film sulla memoria, l’oblio. Il cinema.


MASSIMO 1 – 11.30
Sezione: CONCORSO LUNGOMETRAGGI

SOLEILS ATIKAMEKW 
Chloé Leriche, Canada, 2023, DCP, 103’) Sott. it./Eng. sub. 

Quebec, 1977: cinque persone della comunità di nativi Atikamekw sono trovate morte. E restano in attesa di giustizia. Una versione intima e umanista di Killers of the Flower Moon.


MASSIMO 2 – 12:00
Sezione: BACK TO LIFE 

L’AMOUR FOU
(Jacques Rivette, Francia, 1969, DCP, 252’) Sott. it./Eng. sub. 

Un regista teatrale in crisi tra Racine e la moglie attrice. Dieci anni dopo, La sera della prima di John Cassavetes sembrerà riproporne i conflitti.


ROMANO 3 – 13.00
Sezione: FUORI CONCORSO / TORINOFILMLAB 

PUAN
(María Alché, Benjamín Naishtat, Argentina/Italia/Germania/ Francia/Brasile, 2023, DCP, 107’) Sott. it./Eng. sub. 

Ancora dall’Argentina, una libera, sfrontata e arguta tragicommedia a sfondo politico sul significato e la perdita degli ideali. Leggero con brio. E retrogusto amaro.


MASSIMO 3 – 14.00
Sezione: MEZZOGIORNO DI FUOCO – JOHN WAYNE 

RED RIVER / IL FIUME ROSSO
(Howard Hawks, Usa, 1948, DCP, 133’) Sott. it. 

Il mito del West, il difficile rapporto padre-figlio, l’amicizia virile che diventa quasi omosessualità, le grandi praterie del nuovo mondo, un bel po’ di umorismo: tutto in un film.


ROMANO 1 – 14.30
Sezione: CONCORSO DOCUMENTARI ITALIANI 

GIGANTI ROSSE
(Riccardo Giacconi, Italia, 2023, DCP, 69’) Eng. sub. 

Esordio nel lungo di una promessa mantenuta del nostro cinema di ricerca. Una commedia familiare. E un giallo sulla messa in scena della realtà e della memoria.


MASSIMO 1 – 14.30
Sezione:CONCORSO LUNGOMETRAGGI 

LINDA VEUT DU POULET! / LINDA E IL POLLO
(Chiara Malta, Sébastien Laudenbach, Francia/Italia, 2023, DCP, 76’) Sott. it./Eng. sub. 

Un maestro dell’animazione francese, una regista da sempre fuori formato, una commedia animata a rotto di collo, anarchica, esilarante, serissima.


GREENWICH 2 – 14.30
Sezione: CONCORSO DOCUMENTARI INTERNAZIONALI 

CIELO ABIERTO
(Felipe Esparza Pérez, Perù, 2023, DCP, 65’) Sott. it./Eng. sub. 

Un padre, un figlio, una cava, un programma digitale. In mezzo, il ricordo di una moglie e una madre scomparsa. Come ricostruire un dialogo fra i due uomini? Come unire il materiale e l’astratto?


GREENWICH 1 – 15.00
Sezione: FUORI CONCORSO 

ROBOT DREAMS
(Pablo Berger, Spagna/Francia, 2023, DCP, 102’) 

Dall’autore di Blancanieves, un’incursione animata nella Manhattan anni ’80, dove il solitario Dog si costruisce un robot per avere un amico.


ROMANO 2 – 15.00
Sezione: FUORI CONCORSO 

I DELITTI DEL BARLUME – IL POZZO DEI DESIDERI
(Roan Johnson, Milena Cocozza, Italia, 2023, DCP, 96’) Eng. sub. 

Per i dieci anni della serie, il Festival programma un nuovo episodio: un morto per il commissario Fusco, uno sfratto per Massimo, Tizi e Beppe, un guaio per il sindaco…


GREENWICH 3 – 15.30
Sezione: FUORI CONCORSO

DÉSERTS
(Faouzi Bensaïdi, Germania/Belgio/ Francia/Marocco, 2023, DCP, 124’) Sott. it./Eng. sub. 

Due esattori tra i villaggi del deserto marocchino. Un western dell’assurdo, politico e astratto, un po’ Beckett e un po’ Polanski.


MASSIMO 3 – 16.30
Sezione: MEZZOGIORNO DI FUOCO – JOHN WAYNE

THE BIG TRAIL / IL GRANDE SENTIERO
(Raoul Walsh, Louis R. Loeffler, Usa, 1930, DCP, 125’) Sott. it. 

3000 comparse e un grande attore (Wayne) per raccontare una carovana che dal Mississippi si dirige a ovest. Primo grande western sonoro, un gioiello.


MASSIMO 2 – 16.45
Sezione: NUOVIMONDI 

HERE
(Bas Devos, Belgio, 2023, DCP, 82’) Sott. it./Eng. sub. 

Ultima notte di quiete per Stefan, operaio rumeno a Bruxelles, prima di tornare a casa per le ferie. Il tempo scorre su di lui e sulla città, tra incontri, casualità, muschio e, forse, un amore.


ROMANO 3 – 16.45
Sezione: FUORI CONCORSO/ LA PRIMA VOLTA 

AMEN
(Andrea Baroni, Italia, 2023, DCP, 89’) 

Tre sorelle in un casolare di campagna, isolate dal mondo, con un padre inflessibile e una nonna dedita alle Sacre scritture. La tragedia incombe.


MASSIMO 1 – 17.00
Sezione: CONCORSO LUNGOMETRAGGI

NON RIATTACCARE
(Manfredi Lucibello, Italia, 2023, DCP, 90’) Eng. sub.

Come l’incontro tra Locke e La voce umana: un’auto, una donna alla guida, la voce di un uomo al telefono. Una grande prova di Barbara Ronchi.


GREENWICH 1 – 17.00
Sezione: FUORI CONCORSO

SOLO
(Sophie Dupuis, Canada, 2023, DCP, 101’) Sott. it./Eng. sub. 

Una storia d’amore distruttiva nell’atmosfera elettrizzante dei drag queen cabaret di Montreal.


ROMANO 1 – 17.00
Sezione: CONCORSO DOCUMENTARI ITALIANI 

OLTRE LA VALLE
(Virginia Bellizzi, Italia, 2023, DCP, 80’) Sott. it./Eng. sub. 

Confine fra Italia e Francia, terra di transito: le vite dei migranti si intrecciano a quelle degli operatori di un centro di accoglienza.


GREENWICH 2 – 17.15
Sezione: FUORI CONCORSO / IL GIOCO DELLA FINZIONE. NUOVI SGUARDI ARGENTINI 

CLARA SE PIERDE EN EL BOSQUE
(Camila Fabbri, Argentina, 2023, DCP, 83’) Sott. it./Eng. sub. 

Viaggio introspettivo di una donna segnata, come tutta la sua generazione, da un evento traumatico e doloroso.


ROMANO 2 – 17.30
Sezione: FUORI CONCORSO

VANGELO SECONDO MARIA
(Paolo Zucca, Italia, 2023, DCP, 103’) Sott. it./Eng. sub. 

Una lettura inconsueta della figura di Maria (Benedetta Porcaroli), giovane donna che sogna di scoprire il mondo. E che si innamora di Giuseppe (Alessandro Gassman).


GREENWICH 3 – 18.30
Sezione: CRAZIES 

BIRTH/REBIRTH
(Laura Moss, Usa, 2023, DCP, 98’) Sott. it. 

Due donne, una mad doctor e una madre. Una bimba morta e resuscitata. Un film dell’orrore che mette alla prova quel che l’etica (e il corpo della donna) può sopportare.


MASSIMO 2 – 19.00
Sezione: FUORI CONCORSO / TORINOFILMLAB

TIGRU / DAY OF THE TIGER
(Andrei Tanase, Romania/Francia/ Grecia, 2023, DCP, 80’) Sott. it./Eng. sub. 

Una tigre fuggita dallo zoo di una cittadina della Transilvania innesca il finimondo. Al centro una storia di smarrimenti osservati da angolazioni inaspettate.


ROMANO – 19.00
Sezione: FUORI PROGRAMMA

TFI DPA DOC / IT PROFESSIONAL AWARD. CERIMONIA DI PREMIAZIONE
La premiazione di uno dei più importanti riconoscimenti per il cinema documentario. Al termine della cerimonia, proiezione del film vincitore. Ingresso gratuito.


MASSIMO 3 – 19.15
Sezione: SERGIO CITTI 

CASOTTO
(Sergio Citti, Italia, 1977, DCP, 106’)

Il film più noto di Citti racconta una giornata di vicende tragicomiche per diversi personaggi all’interno di una spaziosa cabina situata sul litorale laziale. 


MASSIMO 1 – 19.30
Sezione: CONCORSO LUNGOMETRAGGI 

LE RAVISSEMENT
(Iris Kaltenbäck, Francia, 2023, DCP, 97’) Sott. it./Eng. sub. 

Celebrato come uno dei migliori esordi dell’anno, la storia di un sogno di maternità disperato, che procura brividi e tenerezza.


GREENWICH 2 – 19.30
Sezione: CONCORSO DOCUMENTARI INTERNAZIONALI

CLORINDO TESTA
(Mariano Llinás, Argentina, 2022, DCP, 100’) Sott. it./Eng. sub. 

Un film su Clorindo Testa, architetto brutalista argentino. O forse sul padre del regista o, ancora, sull’Argentina. Di sicuro, un film di Llinás (Historias extraordinarias, La flor) geniale e vertiginoso.


ROMANO 1 – 19:30
Sezione: CONCORSO DOCUMENTARI ITALIANI 

ANULLOJE LIGJIN
(Fabrizio Bellomo, Italia, 2023, DCP, 62’) Sott. it./Eng. sub. 

Tra prima persona e archivio, sulle tracce del regime comunista di Enver Hoxha, disperse nel paesaggio paradossale dell’Albania di oggi.


GREENWICH 1 – 20.00
Sezione: FUORI CONCORSO

LOS DELINCUENTES
(Rodrigo Moreno, Argentina/ Brasile/Lussemburgo/Cile, 2023, DCP, 189’) Sott. it. 

25 anni dopo Mala época, Moreno torna al Festival con un racconto in tre atti, tra crime story e commedia drammatica. In patria è già un cult.


ROMANO 2 – 20.00
Sezione: FUORI CONCORSO 

UOMINI E DEI. LE MERAVIGLIE DEL MUSEO EGIZIO
(Michele Mally, Italia, 2023, DCP, 86’) Sott. it./Eng. sub. 

Una narrazione straordinaria per conoscere tesori, storie, volti, misteri del Museo più importante. Con una guida d’eccezione: Jeremy Irons.


GREENWICH 3 – 21.00
Sezione: CRAZIES

AUGURE / OMEN
(Baloji, Belgio/Congo/Olanda/ Germania/Sud Africa, 2023, DCP, 90’) Sott. it. 

Koffi torna in Congo per presentare la fidanzata. Bianca e incinta. La famiglia lo accoglie con sospetto. Parabola indemoniata e geniale, esordio di un artista visuale super cool.


MASSIMO 2 – 21.30
Sezione: NUOVIMONDI

INDIA
(Telmo Churro, Portogallo, 2023, DCP, 123’) Sott. it./Eng. sub. 

Lisbona non ha segreti per Tiago, guida alle prese con una turista brasiliana, un padre marinaio in pensione, un figlio che sogna le stelle e un amore finito.


MASSIMO 3 – 21.45
Sezione: SERGIO CITTI

I MAGI RANDAGI
(Sergio Citti, Italia/Francia/ Germania, 1996, 35mm, 130’)

Vagamente ispirato a un progetto incompiuto di Pasolini, Porno-TeoKolossal, racconta del viaggio di tre saltimbanchi, moderni re magi, alla ricerca del nuovo Messia.


ROMANO 3  – 21.45
Sezione: FUORI CONCORSO / LA PRIMA VOLTA

GIRASOLI
(Catrinel Marlon, Italia, 2023, DCP, 97’) Eng. sub. 

Anni ’60. L’amore in gabbia, in un ospedale psichiatrico. Esordio alla regia per la madrina del Festival, con Monica Guerritore.


MASSIMO 1 – 22.00
Sezione: FUORI CONCORSO

KUBI
(Takeshi Kitano, Giappone, 2023, DCP, 131’) Sott. it./Eng. sub. 

Kitano mette in scena il suo romanzo storico sull’incidente di Honno-ji: un poderoso affresco sul Giappone feudale, tra guerre e samurai, violenza e desiderio.


GREENWICH 2 – 22.00
Sezione: CRAZIES 

VINCENT DOIT MOURIR
(Stéphan Castang, Francia/Belgio, 2023, DCP, 108’) Sott. it. 

Perché Vincent viene attaccato ripetutamente da persone che cercano di ucciderlo senza nessunissimo motivo? Un film assurdo, cupo, ghignante sui nostri tempi.


ROMANO 2 – 22.00
Sezione: FUORI CONCORSO / RITRATTI E PAESAGGI 

GIANNI VERSACE, L’IMPERATORE DEI SOGNI
(Mimmo Calopresti, Italia, 2023, DCP, 70’)

Gianni Versace fin da bambino passa il suo tempo a disegnare abiti, e a pensare in grande: la sua vita sarà favolosa, il suo nome risuonerà a livello mondiale.


ROMANO 1 – 22.15
Sezione: CONCORSO DOCUMENTARI ITALIANI 

GETTING OLDER IS WONDERFUL
(Fabrizio Polpettini, Francia/Italia, 2023, DCP, 57’) Sott. it./Eng. sub. 

Vita e opere di Kader Abdolah, scrittore iraniano diventato olandese dopo essere fuggito dal suo paese. Un ritratto politico sul senso di essere intellettuale.

La Città e Hangar insieme per il bando “Torino, che cultura!”

Sono aperte dal 27 ottobre le adesioni al bando “Torino, che cultura!” della Città di Torino, che nei prossimi tre anni assegnerà oltre 4 milioni di fondi PN Metro Plus e Città medie sud 2021-2027 – progetto TO7.5.1.1.B – Sostegno all’economia urbana nel settore della cultura. Con gli stessi fondi, a distanza di un mese dalla pubblicazione dell’avviso, la Città mette a disposizione, gratuitamente, un percorso di accompagnamento e formazione per le associazioni che vorranno partecipare.

Consulenze tecniche individuali, supporto per la predisposizione delle candidature, ma anche laboratori di progettazione e workshop teorico-pratici, a cui potranno accedere gratuitamente tutti i soggetti che rispondono ai requisiti di partecipazione al bando. L’iniziativa nasce dalla volontà della Città di Torino di assistere gli operatori culturali nella fase di progettazione delle attività, anche a fronte dell’impegno organizzativo e progettuale richiesto dall’avviso stesso, che prevede che i progetti siano presentati da soggetti organizzati in forme di partenariato e network.

“La cultura è un elemento irrinunciabile di una comunità ed è fondamentale sostenerla con risorse finanziarie. Questa volta però il nostro Sindaco Stefano Lo Russo ci ha chiesto di fare un passo in più, con un bando triennale, che stimolasse lo sviluppo, l’innovazione e l’aggregazione tra le diverse realtà del nostro territorio” – spiega Rosanna Purchia, assessora alla Cultura della Città di Torino. – “Il  bando “Torino, che cultura!” porterà nuova linfa all’offerta culturale della nostra città, mentre il percorso formativo fornirà agli operatori strumenti pratici di progettazione, pianificazione e gestione, la cui utilità andrà ben oltre i prossimi tre anni.”

A partire da fine novembre, uno sportello di consulenza online risponderà alle domande delle associazioni rispetto a requisiti e regole di partecipazione. Si potranno anche richiedere chiarimenti per l’elaborazione di proposte coerenti con gli obiettivi previsti dall’avviso e  richiedere assistenza  per la predisposizione delle candidature. Il servizio sarà disponibile fino a pochi giorni prima della scadenza del bando, prevista per l’8 febbraio 2022.

Da dicembre partiranno invece i workshop e i laboratori teorico-pratici. Due cicli di quattro incontri ciascuno, uno a dicembre e uno a gennaio, così suddivisi:

– un incontro sui temi chiave e sulle urgenze che attraversano il tempo presente, per stimolare la creazione di gruppi di interesse e condividere pratiche e progettualità trasformative;

– due incontri utili a stimolare la capacità degli operatori culturali di costituire partnernariati e network, per mettere in atto processi di trasformazione culturale degli spazi del territorio cittadino e promuovere metodi di co-progettazione efficaci;

– un incontro dedicato ai temi della sostenibilità e della rendicontazione, per promuovere metodi e competenze per la valutazione degli impatti, la costruzione di metriche e sistemi per la misurazione dell’impatto sociale, dell’efficacia e dell’efficienza progettuale.

La realizzazione del percorso di accompagnamento e formazione è stata affidata dalla Città di Torino a Hangar Piemonte, progetto nato nel 2014 su impulso dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte e diventato nel 2022 agenzia pubblica per le trasformazioni culturali. Per la prima volta la sua esperienza decennale, che ne ha fatto un importante punto di riferimento a livello regionale e nazionale, è messa al servizio di un altro ente territoriale. In sintonia con le proprie traiettorie identitarie, Hangar conduce percorsi di accompagnamento alla trasformazione culturale di luoghi, spazi e presidi civici (H-Point), laboratori di sperimentazione sulla co-progettazione, sulla costruzione di partnership e reti, sul networking (H-Lab), attività di ricerca sulle metodologie e sugli strumenti di misurazione e valutazione, e sugli standard di social accountability per la rendicontazione di sostenibilità (H-Research), contributi sulle urgenze del contemporaneo (H-Think).

Per ogni informazione sull’avviso pubblico e sul percorso di accompagnamento è possibile consultare il sito del Comune di Torino alla pagina Appalti e bandi, sezione Contributi e altri benefici economici.

Le Gallerie d’Italia ospitano la mostra di Luca Locatelli sulla Circolarità: “The Circle”

Fino  al 18 febbraio 2024

 

Intesa Sanpaolo apre le sue porte fino al 18 febbraio 2024, alle Gallerie d’Italia di Torino, alla mostra dedicata a Luca Locatelli dal titolo “The circle-soluzioni per un futuro possibile”, a cura di Elisa Medde, realizzata con il supporto specialistico della Ellen McArthur Foundation e la  collaborazione della Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Cariplo. Partner fotografico del progetto è l’azienda Leika.

Luca Locatelli, fotografo e filmmaker, autore per il National Geographic, tra il 2021 e il 2023 ha attraversato l’Europa alla ricerca di storie emblematiche e replicabili. In mostra diciotto soluzioni in dieci Paesi diversi per salvaguardare la sopravvivenza del pianeta e dell’umanità. Risultato sono gli scatti giganti e fascinosi esposti in Piazza San Carlo, che raccontano un mondo fatto di sperimentazioni e tecnologie sostenibili, affrontando temi come la geotermia, il riciclo del tessile, la riconversione di aree industriali e l’alimentazione.

L’UE definisce l’economia circolare come “un modello di produzione e consumo che implica condivisione e prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile”.

A cinquant’anni dalla sua teorizzazione, la circolarità è una delle più ambiziose e promettenti strategie alla base della creazione di un futuro sostenibile, da un punto di vista sia ambientale, sia produttivo, sia industriale.

“The Circle” è un progetto fotografico che racconta la rivoluzione delle soluzioni possibili, ed è il risultato di un progetto di ricerca di lunghissimo respiro in cui Luca Locatelli ha documentato le buone pratiche, le sperimentazioni, le ambizioni e i percorsi di questa nuova utopia. Il percorso espositivo, commissionato dalle Gallerie d’Italia offre un  viaggio attraverso l’Europa della sperimentazione e dell’avanzamento industriale sostenibile, come la geotermia e il riciclo tessile, tra gli altri. Le storie raccontanoesperienze reali di Nature Based Solutions, azioni intraprese per proteggere, sostenere e ripristinare gli ecosistemi naturali che, quando applicate ai modelli industriali e produttivi, hanno la potenzialità di innescare quella trasformazione culturale necessaria per cambiare il corso degli eventi. Le immagini sono accompagnate da infografiche create per questa occasione dalla visual designer Federica Fragapane, e raccontano di esperienze e realtà di altissima ingegneria, artigianato e sapienza ancestrale che vanno di pari passo in direzione della creazione di uno spazio in cui la Natura torni al centro, in cui conoscenza e sapienza umana si pongano al servizio delle forze ambientali per poter beneficiaredella loro potenza, senza cercare di addomesticarle o imprigionarle. Si tratta di quelle Nature Based Solutions che, più di tutte le altre, ci offrono le maggiori possibilità di riuscita e mostrano come la tecnologia più avveneristica e l’intuizione dell’autoproduzione possano entrambe contribuire allo stesso scopo, alla chiusura del cerchio,  alla possibilità di un sistema perpetuo.

Grazie al progetto della Compagnia di San Paolo, la mostra “Luca Locatelli The Circle” esce dagli spazi museali delle Gallerie d’Italia e approda nella Città di Torino, con una serie di immagini di mostra diffuse attraverso tram, poster e cartoline culturali negli spazi pubblici torinesi. Si tratta di un’iniziativa che ha il duplice obiettivo da una parte di avvicinare il pubblico al messaggio chiave del progetto, che vede nella circolarità una soluzione economico/ambientale a lungo termine e dall’altra parte offrire accessibilità digitale ad alcuni contenuti della mostra, attraverso la scansione del qr code dal proprio smartphone. L’operazione contribuisce alla diffusione di immagini iconiche che spaziano dal riciclo aeronautico con il progetto “Pamela” per lo smantellamento e riciclaggio di aerei dismessi, all’allevamento di mitili della Galizia, come esempio di produzione alimentare integrata, per finire con una riqualificazione di una ex miniera di carbone in Germania, trasformata oggi in un museo a cielo aperto.

La mostra inoltre è inserita nel programma “La cultura dietro l’angolo”, che proponendo attività ed eventi diffusi nelle Circoscrizioni della città, ha lo scopo di portare la cultura a poca distanza da casa, creando nuove occasioni di relazione, condivisione, aggregazione e partecipazione.

La mostra è stata aperta il 21 settembre 2023.

 

Mara Martellotta