
STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto
Non conoscevo l’ esistenza della Fondazione per l’ Architettura. Chi ha colmato la mia lacuna è stato l’ attuale presidente, architetto Giorgio Giani.
Siamo coscritti e “antichi ” compagni studenti del Liceo Scientifico Albert Einstein. Iscritti dall’ anno scolastico 1972 73. Proprio così, la conoscenza si perde “nella notte dei Tempi “. In verità era già un po’ più avanti del sottoscritto. Sezione A lui, ed io Relegato alla sezione È. Diciamola: gli ultimi.
Aldilà delle battute facili ci siamo separati: lui architettura ed io Palazzo Nuovo per poi rincontrarci di volta in volta nella politica e nella città. “Ultimamente sono diventato presidente della Fondazione per l’architettura”
E’ scattata la curiosità. Spiegami, Giorgio:
“Dal 2002 abbiamo realizzato questo nuovo strumento promosso dall’ Ordine professionale degli architetti. Essenzialmente si occupa della promozione delle attività intellettuale degli architetti. Non molti si rendono conto che il lavoro e la professione dell’architetto incidono significativamente sulla qualità della vita di ogni cittadino. Piani urbanistici o paesaggistici, progettazione di edifici,viabilità incidono positivamente o negativamente su questa qualità. La stessa creatività della progettazione dell’ arredo urbano o di interni mette insieme o cerca di mettere insieme bello e funzionale”.
Forse sto capendo ma puoi dettagliare meglio?
“Ti faccio un altro esempio. Triangolazione tra il sindaco, i cittadini e i professionisti.
Il più delle volte prima di realizzare siti si deve avere il consenso. Si attuano delle discussioni per capire e approfondire e ci possono essere modifiche dell’ ipotesi iniziale, modifiche migliorative”.
Dunque l’architetto come elaborazione e sintesi. Tempi realizzativi e burocrazia?
“Nota dolente: si è dentro un terreno paludoso. Non dipende da noi che abbiamo il compito di proporre .Sicuramente si vivrebbe meglio con tempi brevi dell iter burocratico”.
Concretamente: qual è il lavoro della Fondazione.
“Abbiamo presentato progetti e siamo stati finanziati dalla Comunità Europea e dalla Fondazione San Paolo, e realizzato corsi formativi per i colleghi”.
Hai migliorato il lavoro della Fondazione?
“No, ne ho semplicemente sviluppato ciò che era le premessa del lavoro dei miei predecessori”.
Maggiore soddisfazione e maggiore delusione?
“Nessuna delle due. Lavoro con l’obiettivo di migliorare e, perché no, migliorarmi”.
Ultima domanda: le realtà degli altri paesi europei. Le differenze e un tuo giudizio…
“Sinteticamente: sono più organizzati”.
Rimasti soli prima di lasciarlo, a bruciapelo:
Chi te lo fa fare?
“Mi piace farlo…”
Patrizio Tosetto

Funziona nuovamente dalle 17 di ieri, il servizio taxi dopo le proteste contro le misure sui servizi di noleggio 
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La Stampa compie 150 anni ed esce in edicola oggi, giovedì 9 febbraio, con un numero “storico”. “E’ un giornale in grado di esprimere una grandissima forza vitale
ibattito, nel far pensare”. Sono le parole del presidente di Itedi John Elkann riportate dall’agenzia ANSA in occasione delle celebrazioni del 150° compleanno. Nel numero speciale i contributi scritti da Papa Francesco, Donald Trump, Vladimir Putin, Angela Merkel e Jean-Claude Junker, oltre al tennista Roger Federer,
Sergio Marchionne e il fisico Carlo Rubbia. A Palazzo Madama una mostra fotografica e la presentazione del libro di Valerio Castronovo sulla storia del giornale. Poi la tavola rotonda al Lingotto, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del direttore Maurizio Molinari e degli ex direttori del quotidiano.
Da alcuni giorni è disponibile la nuova versione aggiornata del Rifiutologo: una vera e propria guida alla corretta raccolta differenziata realizzata da Amiat, società del Gruppo Iren, e rivolta a tutti i cittadini di Torino.
Parte in questi giorni una nuova attività di sensibilizzazione, programmata da Amiat, società del Gruppo Iren, per cercare di arginare il più possibile il problema dell’abbandono dei rifiuti sul territorio cittadino
Il Novecento in Piemonte e il suo impatto sul nuovo Millennio sono i temi al centro della quarta edizione del Piemonte Visual Contest
forme di cultura digitale. 
Con la sorveglianza attiva è possibile, tramite uno stretto monitoraggio, rilevare tempestivamente eventuali situazioni di aggravamento della malattia in modo da intervenire con trattamenti più radicali soltanto in questi casi, o in seguito ad un eventuale ripensamento da parte del paziente. La sorveglianza attiva offre la possibilità di ritardare, o evitare del tutto, un intervento invasivo, riducendo il rischio degli effetti collaterali (come l’incontinenza urinaria o l’impotenza sessuale). La sorveglianza attiva, già piuttosto diffusa all’estero (ad es. negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito, nei Paesi scandinavi ecc.), si sta diffondendo anche in Italia, grazie soprattutto alla partecipazione di diversi centri al Progetto internazionale PRIAS (Prostate cancer research international: active surveillance).
con tumore della prostata a basso rischio, perché da una parte fornisce informazioni molto utili al miglioramento della qualità delle cure e dell’assistenza, dall’altra aiuta le persone ad assumere decisioni più consapevoli tra le diverse possibilità di trattamento. Il 2 febbraio 2017 dalle ore 14 si svolgerà a Torino (presso l’Aula Magna dell’ospedale Molinette – corso Bramante 88) un incontro pubblico di presentazione ufficiale dello studio, del suo stato di avanzamento, dei primi risultati nonché di aggiornamento sulle evidenze circa la cura dei tumori della prostata a basso rischio.