Cosa succede in città- Pagina 5

Torino Creativa presenta LEVEL UP! Fotografia e urban art al Cortile del Maglio

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Venerdì 11 aprile, a partire dalle ore 18.30, nell’HUB della Creatività al Cortile del Maglio (via Vittorio Andreis 18 – int. 18/L, TO) sarà inaugurato il nuovo LEVEL UP, l’iniziativa di Torino Creativa dedicata alla creatività giovanile.

L’evento inaugurale prevede l’apertura di una mostra di fotografia e urban art, con l’esposizione delle opere di Daniele Calabretti e Hasan, e l’accompagnamento con la performance musicale del progetto MAGRìTTE.

La mostra sarà visitabile anche sabato 12 aprile, dalle ore 10.30 alle ore 14, e domenica 13 aprile dalle 10.30 alle 17. L’ingresso è libero.

Per questo appuntamento del LEVEL UP abbiamo spostato lo sguardo verso la città, osservando le strade, i fiumi, i palazzi, il movimento, le persone che vivono o attraversano Torino. Per catturarne alcuni istantanee non solo come spettatori, ma come partecipanti attivi, che a loro modo incidono e fanno parte di questo grande movimento collettivo, abbiamo invitato un fotografo, un writer e un cantautore a far dialogare le loro opere nutriti dalla contingenza dell’evento: musica dal vivo, voci che si amalgamano in sottofondo, sguardi che si intrecciano, altri racconti e storie di città.

DANIELE CALABRETTI
lo sono Daniele Calabretti, ho 29 anni e faccio fotografia da sette anni. La mia ricerca svaria dalla fotografia di strada, ai cortei politici, dal teatro e dalla ritrattistica. II tutto unito da un filo conduttore: rappresentare la condizione umana sociale ed emotiva. Le mie ispirazioni vanno dal cogliere l’attimo di Cartier-Bresson al teatro povero di Grotowski, dai collettivi alla fototerapia. Per me fotografare è la massima forma di rappresentazione della realtà, di espressione artistica e coinvolgente forma di comunicazione. Cerco di restituire il momento esatto in cui si è manifestata un’emozione con nuovi punti di vista.

HASAN
Io sono Hasan, un artista di graffiti iracheno. Ho iniziato nel 2014 e, dopo poco, è diventato il mio lavoro. All’inizio disegnavo lettere in inglese in stile tridimensionale, ma da quando sono in Italia ho trasformato il mio stile usando la scrittura araba. L’arte mi ha aperto molte porte, permettendomi di incontrare persone, scoprire nuove culture e crescere. Ogni murale è un dialogo tra me e la città, un ponte tra le mie radici e il mio presente.

MAGRÌTTE
MAGRÌTTE è un progetto nato nel raccoglimento solitario della provincia di Torino. La sua gestazione è frutto di un’intensa ricerca di accettazione personale e artistica, legata all’esperienza con la neurodivergenza e il disagio sociale. Partendo dal suo fidato ukulele elettrico, MAGRÌTTE produce la propria musica, da sempre legata alla scrittura e alla poesia. La trilogia di singoli del 2024 – co-prodotti con Claudio Lo Russo – rappresenta un esordio in sfumature: Ikigai, il cambiamento; Un passo avanti, la caduta; (S.O.S.) Scrittore o scienziato, il processo di consapevolezza. Con un repertorio di inediti già nutrito, che sta delineando il primo disco, si prepara a portare le sue canzoni nel sottobosco torinese in
una formazione inedita. Come parte dello stesso progetto artistico intersezionale, sta lavorando al suo primo romanzo e a un saggio che relazioni neurodivergenza e musica.

TORINO CLICK

Tonino Micciché, ‘il sindaco senza palazzo’

A Torino si celebra il cinquantenario dell’uccisione di Tonino Micciché con tante iniziative di ricordo del suo impegno

1975/2025  si celebra il cinquantenario della morte di Tonino Micciché,  ‘il sindaco senza palazzo’. Tonino Micciché è parte della storia di Torino degli anni Sessanta e Settanta.

Emigrato dalla Sicilia, vi giunge nel 1968 ove, assunto alla Fiat Mirafiori, inizia la sua lotta sia in fabbrica sia per la casa.

Le sue grandi doti umane e il suo profondo impegno lo portano ad essere il “sindaco senza palazzo” della Falchera. Fu, infatti, il coordinatore delle occupazioni alla Falchera, iniziate nell’autunno del 1974 e parte di un periodo extra-ordinario e fortemente emergenziale che si inserisce nel contesto di una città assolutamente impreparata ad accogliere l’afflusso immigratorio richiesto dalla caotica crescita economica, un periodo anche molto violento da ambo le parti, dalla battaglia di corso Traiano alle requisizioni di case private e che ha visto le assegnazioni talora asservite ai poteri forti cittadini.

Per contro, quelle alla Falchera furono occupazioni  che, grazie al gran lavoro fatto  da Micciché,  si svolsero senza scontri e portarono a un accordo con le Istituzioni,  Comune e IACP, l’allora ATC, per garantire una casa a tutti, in base alle necessità delle famiglie. 

Micciché è stato davvero il sindaco senza palazzo di Falchera perché ha operato fuori dell’interesse personale, non essendo né un occupante né un assegnatario, nonché con proposte e azioni al di sopra delle parti e volte unicamente al bene del quartiere.

Ciononostante, il 17 aprile 1975 Micciché venne ucciso a sangue freddo, con un colpo di pistola alla testa. Alla Falchera e alla città di Torino rimane il suo lascito. La macchina da lui avviata e guidata finché era in vita ha poi portato ad attuare l’accordo e a dare una casa sia agli assegnatari sia agli occupanti.

In occasione del cinquantenario dell’uccisione di Micciché,  per iniziativa del Comitato per Tonino Micciché,  in collaborazione con il Centro Studi Piero Gobetti, che conserva la documentazione originale sull’attività di Tonino Micciché all’interno del Fondo Marcello Vitale sui movimenti politici e sociali degli anni Settanta, vengono organizzate le commemorazioni sia con la raccolta di firme per chiedere al Comune il riconoscimento ufficiale della targa dedicata a Tonino Micciché e ubicata in via degli Ulivi 29, sia con un ricco calendario di cinque appuntamenti, alla Falchera e in giro per la città, suddiviso in una rassegna cinematografica, classi sociali attraverso l’obiettivo- visioni di conflitti urbani e di vita borghese- e a conclusione il tributo a Tonino.

10 aprile ore 19 Cinema Cascina Roccafranca, via Rubino 45.

Ore 19 Alla Fiat era così  ( M. Calopresti)

Ore 20.15 Il medico della Mutua ( L. Zampa)

A seguire il dibattito con Giacomo Ferrante, modera Marco Revelli

MARA MARTELLOTTA

Foto archivio Polo ‘900

Festa di primavera ai Musei Reali

Un appuntamento per celebrare la riapertura del Giardino di Levante e offrire un’esperienza unica tra bellezza e cultura

 

 È un’esperienza unica tra bellezza e cultura quella che i Musei Reali di Torino offrono al pubblico venerdì 11 aprile 2025.

 

Dalle 17.30 alle 21.00 si celebra la Festa di Primavera, un evento ricco di appuntamenti per festeggiare la riapertura del Giardino di Levante dopo i lavori di restauro finanziati con fondi PNRR.

 

Si inizia alle ore 17.30 con la presentazione istituzionale della statua in marmo che raffigura l’allegoria della Primavera, copia fedele della scultura di Simone Martinez realizzata tra il 1740 e il 1753, una delle Quattro Stagioni destinate al Rondò alfieriano della Reggia di Venaria e trasferite nei Giardini Reali in epoca napoleonica.

 

Dalle ore 18.15, si prosegue con il Gran Ballo Ottocentesco, organizzato dai Musei Reali in collaborazione con la Società di Danza Torinese per rievocare il clima di slancio e coesione sociale che ha dato impulso all’Unità d’Italia. I ballerini, indossando splendide riproduzioni di abiti da ballo risorgimentali, eseguiranno quadriglie, valzer, mazurke e danze figurate sulle più belle composizioni di Giuseppe Verdi e degli Strauss, trasportando il pubblico nell’atmosfera delle grandi feste di Corte ottocentesche.

Nell’esibizione si materializza il gioco delle relazioni sociali e delle regole di etichetta su cui si fondava la vita pubblica della società ottocentesca. Al contempo, prende vita una forma artistica in cui grazia e precisione si fondono con il gusto dell’incontro e del corteggiamento cavalleresco.

 

Completa l’iniziativa un brindisi al tramonto e la visita libera in esclusiva all’Appartamento della Regina Elena, situato al piano terreno di Palazzo Reale, straordinariamente aperto per l’occasione.

 

Il biglietto ha un costo di 10 euro per tutte e tutti, anche per chi possiede l’Abbonamento Musei e le card turistiche, e include l’accesso ai Giardini Reali, la visita libera all’Appartamento della Regina Elena e il brindisi. L’ingresso è gratuito fino agli 11 anni e per le persone con disabilità.

In caso di maltempo, il Gran Ballo di Primavera si terrà nel Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale e il brindisi nella Corte d’Onore. 

 

 

Il restauro del Giardino di Levante

I Giardini Reali costituiscono un’area unica per valore monumentale e ambientale e si estendono su una superficie di circa 8,5 ettari. Il Giardino di Levante è stato oggetto di un accurato restauro durato oltre un anno (ottobre 2023-dicembre 2024), finanziato con fondi PNRR, che ha previsto un lotto di lavori e uno di valorizzazione.

La prima parte d’interventi ha interessato diverse componenti, da quella vegetale a quella architettonico-scultorea, dall’impiantistica alla sicurezza e accessibilità.

Per la valorizzazione, l’azione più incisiva ha riguardato il reintegro delle statue delle Quattro Stagioni sui basamenti posti nell’esedra, a corredo della fontana delle Nereidi e dei Tritoni.

Queste sculture, realizzate in marmo di Frabosa, furono scolpite tra il 1740 e il 1753 da Simone Martinez, nipote di Filippo Juvarra, giunto da Roma a Torino nel 1736. Nominato il 22 marzo “Scultore in marmi”, dal 1738 avvia presso la Corte sabauda il Regio Studio di scultura dove, dal 1752, risultano presenti le quattro allegorie. Le statue di Martinez, probabilmente concepite per la Galleria della Regina (detta anche del Beaumont) a Palazzo Reale, furono poi allestite alla Reggia di Venaria nel Rondò progettato dall’architetto Benedetto Alfieri. Nel 1798, quando l’occupazione francese sancì la dismissione di Venaria Reale quale residenza di Corte, si iniziò a lavorare al riarredo delle residenze alla luce del nuovo potere. In particolare, nei Giardini del Palazzo Reale di Torino si operò l’inserimento delle statue delle Quattro Stagioni, che risultano presenti già dal 1811, collocate sui basamenti dove in precedenza forse erano stati posti i Quattro Elementi di Francesco Ladatte e dove rimasero per i due secoli successivi.                                               

Con l’intento di restituire la presenza, storicizzata, delle sculture di Simone Martinez nel contesto del Giardino di Levante, all’interno del progetto PNRR è stata realizzata la copia dell’allegoria della Primavera, una giovane donna dall’aspetto aggraziato, con lineamenti morbidi e una postura elegante, attraverso la digitalizzazione del processo artistico, l’acquisizione di modelli tridimensionali mediante scansioni ad alta risoluzione, la programmazione di robot antropomorfi per lavorazioni complesse e la finitura manuale, elemento imprescindibile per garantire il risultato fedele all’originale.

 

L’appartamento della regina Elena

Situato al piano terreno di Palazzo Reale verso il Giardino, l’appartamento ha sempre mantenuto la funzione di abitazione privata e fu quasi sempre occupato da componenti della Famiglia Reale: nel XVIII secolo, prima dal principe ereditario Vittorio Amedeo Filippo, poi dalle principesse Maria Adelaide e Maria Luisa Gabriella e, intorno al 1789, da Maria Felicita, sorella di Vittorio Amedeo III, principessa che non aveva contratto matrimonio e che rimase a vivere alla Corte paterna. Durante gli anni della dominazione napoleonica fu utilizzato dal Governatore francese di Torino, Camillo Borghese. Al ritorno dei Savoia, nel 1815, dapprima venne lungamente impiegato come foresteria e, nel 1857, ospitò la zarina di Russia Alessandra Fedorovna, vedova di Nicola I, e i Granduchi Costantino e Michele. Tornò poi a essere utilizzato dai Savoia, prima da Umberto e Margherita giovani sposi e poi dal duca d’Aosta Amedeo e dalla seconda moglie Maria Letizia. Infine, nei primi decenni del Novecento, l’Appartamento fu abitato per i soggiorni torinesi dalla regina Elena, moglie di Vittorio Emanuele III, che occupava invece l’attiguo Appartamento del Re, con affaccio sulla Piazzetta Reale. L’Appartamento conserva dunque importanti e stratificati apparati decorativi, risultato degli ammodernamenti e dell’aggiornamento del gusto nei secoli.

 

 

 

 

 

 

 

FESTA DI PRIMAVERA

Musei Reali di Torino (Piazzetta Reale, 1)

Venerdì 11 aprile 2025, dalle 17.30 alle 21.00 (ultimo ingresso ore 20.00)

 

Programma:

17.30: Apertura al pubblico
17.45-18.15: Saluti istituzionali e presentazione della statua della Primavera

Dalle 18.15: Gran Ballo Ottocentesco e animazione storica

Biglietti

Costo: 10 euro, anche per chi possiede l’Abbonamento Musei e le card turistiche. Gratuito fino agli 11 anni e per persone con disabilità.

 

Il biglietto comprende:

Ingresso ai Giardini Reali

Un calice di vino bianco o rosso per il brindisi nel Giardino di Levante

Esibizione di danze ottocentesche

Visita libera all’Appartamento della Regina Elena, al piano terreno di Palazzo Reale

 

Il pubblico potrà scegliere tra un calice di vino bianco o rosso. Dopo il primo calice, incluso nel biglietto di ingresso, sarà possibile acquistare ulteriori consumazioni, esclusivamente tramite pagamenti elettronici e non in contanti.

 

In caso di maltempo, il Gran Ballo di Primavera si terrà nel Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale e il brindisi nella Corte d’Onore

 

Dove acquistare:

Presso la biglietteria dei Musei Reali entro le ore 20.00

Online https://www.ticketone.it/artist/musei-reali-torino/musei-reali-festa-di-primavera-3851565/

 

Informazioni: mr-to.eventi@cultura.gov.it

Oltre 27 mila visitatori a Lingotto Fiere per la seconda edizione di Auto Moto Turin Show

Si è conclusa con successo la seconda edizione dell’AMTS Auto Moto Turin Show, l’evento organizzato da GL Events Italia e gemellato con l’omonimo Show ungherese dedicato agli appassionati delle due e quattro ruote, che ha animato la città per tre giorni di esposizione, spettacolo e approfondimento.

Sono stati oltre 27 mila i visitatori che in tre giorni hanno affollato il Padiglione 3, l’Oval e le aree esterne di Lingotto Fiere.

“Siamo orgogliosi di aver consolidato la presenza di AMTS nel panorama degli eventi motoristici italiani – afferma Gabor Ganczer, AD di GL Events Italia – i numeri ci confermano che il pubblico, gli espositori e le istituzioni hanno risposto con entusiasmo a un format che unisce spettacolo e cultura per i motori. Il nostro impegno vuole continuare a crescere edizione dopo edizione per rendere AMTS sempre più un punto di riferimento a livello nazionale”.

L’ampia offerta dell’evento ha richiamato un pubblico trasversale ed eterogeneo: spazi espositivi dedicati a novità e motorismo storico, simulatori di guida, l’area mercato e ricambi, la Sparco Arena con show e l’esibizione mozzafiato, lo spazio dedicato al Tuning e gli incontri con gli influencer del settore hanno portato a Lingotto Fiere sia gli appassionati di motori sia le nuove generazioni di curiosi e le famiglie con bambini. L’area Expo-Mercato ha ospitato diverse auto da collezione, gli ultimi modelli e le innovazioni del settore. Tesla ha esposto la nuova Model Y e l’imponente Cybertruck, un pickup dalle forme inedite capace di stupire in tutto il mondo. Italdesign, eccellenza del territorio piemontese, ha esposto due modelli rarissimi: la Italdesign 01, prodotta in soli 5 esemplari, e la Nissan GT – R50 by Italdesign, nata per festeggiare cinquant’anni della Nissan G-T-R. La Scuderia milanese Grassi ha presentato a Torino l’ultima evoluzione della 044S, l’auto che omaggia le leggendarie vetture del rally Gruppo B, prodotta in soli 44 esemplari. Il marchio torinese Chimera ha esposto la EV038, supercar a trazione integrale, in tiratura limitata in soli 38 esemplari. Lo storico brand Giannini ha presentato la Spettacolo, nuova supercar compatta che incarna sportività, artigianalità, personalizzazione e esclusività. L’ente Heritage di Stellantis ha esposto quattro rari esemplari provenienti dal suo Heritage Hub di Mirafiori, una Delta S4 stradale, una monoposto F1 182 “sperimentale” di Alfa Romeo, il prototipo della grintosa Abarth 124 rally del 2016 e una Fiat 500 coupé Zagato. Il padiglione 3 ha ospitato inoltre lo stand dedicato alle linee Lifestyle & Merchandising Sparco, come la Sparco Martini Racing, celebrativa degli anni d’oro del rally e dei trionfi dei migliori piloti, e la Sparco Gulf, ispirata alle leggendarie livree di Gulf. Ad AMTS ha festeggiato 70 anni di vita la Fiat 600, vera reginetta della motorizzazione italiana. Il pubblico ha potuto ammirare allo stand ASI Auto Moto Club Storico Italiano un esemplare di questo modello che come pochissimi altri è rimasto impresso nella memoria collettiva del Paese, simbolo del boom economico del dopoguerra.

Nel 2025 si festeggiano anche i 70 anni dalla fondazione di Auto Bianchi e i 40 anni dalla Y 10. Ad AMTS Registro Auto Bianchi ha esposto vari modelli, tra cui una A 111 Seconda serie, vari esemplari di Y 10 e 3 A112 Abarth. Allo stand dell’Automobile Club Torino si sono potuto ammirare vetture storiche vincitrici di gare di rally in passato, e che continuano a sfidarsi nei campionati dedicati a vetture storiche, come la Lancia Delta S4, la Lancia Stratos, la Fiat 124, la Renault 5 Turbo e, in collaborazione con il MAUTO, una Cisitalia 202 SMM Nuvolari del 1947.

La pista esterna di AMTS si è confermata una dei cuori pulsanti dell’evento, attirando una folla numerosa e appassionata per tutta la durata della manifestazione. Per tre giorni la Sparco Arena ha fatto il pieno di pubblico, che ha seguito con entusiasmo dagli spalti l’esibizione di drifting, taxi dritto, stunt show e sfilate di auto sportive e storiche. Le performance dei professionisti in pista hanno regalato emozioni forti agli appassionati di tutte le età. Il pubblico è stato protagonista di questa seconda edizione e la biglietteria ha registrato il sold out per il taxi drift, l’esperienza che ha permesso al pubblico di sperimentare il drifting accanto a piloti professionisti. A bordo di auto da competizione e sotto la guida esperta di nomi di spicco come Riccardo Tonali, Elena Zaniol, Manuel Vaccari e Stefano Maniscalco, i partecipanti hanno potuto provare le emozioni delle curve più spettacolari.

Mara Martellotta

I volontari della Città di Torino in soccorso alla Toscana alluvionata

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Sono partiti ieri dalla sede della Protezione Civile comunale di via delle Magnolie, i primi dipendenti della Città di Torino che, su base volontaria, offriranno supporto ai comuni toscani colpiti dalla recente alluvione.

Questa settimana saranno distaccati presso i comuni di Vicchio e Dicomano, nell’area metropolitana di Firenze, due tra i centri più danneggiati dalle forti piogge del 14 marzo e dei giorni seguenti.

La missione della Città di Torino avrà una durata complessiva di un mese e coinvolgerà in tutto 20 dipendenti comunali con profili tecnici e amministrativi. I volontari si alterneranno in gruppi, per un periodo di distacco di una settimana ciascuno, a partire da lunedì 7 aprile.

Il personale torinese fornirà un prezioso contributo alla continuità tecnico-amministrativa nei due comuni del Mugello. In particolare, sarà impiegato nella rilevazione e mappatura dei danni causati dall’alluvione, tra cui frane e dissesti infrastrutturali, avvalendosi anche del supporto di droni delle drone unit della Città di Torino.

L’iniziativa si svolge nell’ambito della “Colonna Mobile Enti locali” coordinata da Anci, del quale fa parte la Città di Torino. Grazie a questo progetto, Torino ha ricevuto negli anni scorsi un finanziamento di 1 milione e 700mila euro da parte del Dipartimento della Protezione Civile, che è stato utilizzato per l’acquisto di mezzi e attrezzature destinate al potenziamento della struttura di Protezione Civile comunale per le finalità di Colonna Mobile, che vengono utilizzati anche  per fronteggiare le emergenze sul territorio torinese.

TORINO CLICK

“Mirò. L’arte della meraviglia”, un’esposizione unica alla Promotrice di Belle Arti

La Promotrice di Belle Arti di Torino ospita dal 14 marzo al 29 giugno la mostra intitolata “Mirò. L’arte della Meraviglia”, un’esposizione unica interamente dedicata all’arte grafica di uno dei maestri Indiscussi del Novecento. La mostra conduce nel mondo incantato dell’artista catalano, in cui colore, segno e immaginazione si fondono per creare opere che superano il limite della forma tradizionale, rendendo l’arte accessibile a tutti.

Mirò usa la grafica come strumento per diffondere la sua visione poetica e magica, ricca di simbolismo. Attraverso tecniche come la litografia, l’acquaforte e la serigrafia dà vita ad un universo di colori e simboli che, seppur semplici nella forma, possiedono una peotenza espressiva straordinaria.

Il linguaggio di Mirò è essenziale, egli utilizza lo spazio per sperimentare e liberarsi dai confini della pittura su tela, trasmettendo la visione del mondo con spontaneità e intensità. La grafica, infatti, non è solo una tecnica, ma anche uno spazio di libertà e sperimentazione, un mezzo per esprimere una visione che trascende l’immagine.

Litografie, acqueforti e serigrafie si susseguono in mostra in un itinerario che attraversa l’intera carriera dell’artista catalano, dalle prime sperimentazioni agli esiti più maturi. Il segno, apparentemente semplice, vibra di una straordinaria forza espressiva. La grafica diventa non solo uno strumento tecnico, ma un veicolo privilegiato per diffondere la visione di Mirò, un’arte che trascende l’immagine e dialoga con l’animo umano.

L’esposizione si articola in sezioni che approfondiscono i diversi aspetti della sua poetica, dal simbolismo alla ricerca del segno primordiale, dalle collaborazioni con poeti come Jacques Prévert all’esplorazione di un linguaggio onirico e infantile.

Per Mirò la stampa rappresenta un mezzo democratico capace di avvicinare l’arte alla vita quotidiana, con manifesti, libri illustrati e litografie che entrano in case e luoghi pubblici con una forza dirompente, in virtù di un linguaggio visivo immediato e universale.

Le opere grafiche esposte alla Promotrice di Belle Arti testimoniano la ricerca incessante da parte di Mirò di nuove forme e linguaggi, oltre a rappresentare una porta d’accesso privilegiata al suo mondo interiore.

La mostra presenta 150 opere grafiche che abbracciano l’intera carriera di Mirò, dalle prime sperimentazioni fino ai lavori più maturi. Un vero e proprio viaggio tra poesia e colore che permette ai visitatori di farsi abbracciare in un mondo fantastico, dove le linee si trasformano in figure oniriche e i colori evocano emozioni profonde. Attraverso un alfabeto visivo Mirò crea un linguaggio universale accessibile a tutti, in grado di avvicinare l’arte alla vita quotidiana.

Spazio all’immaginazione e alla meraviglia, anche grazie alle numerose installazioni costruite all’interno del museo, dove tutto il percorso è supportato da un’audioguida facilmente scaricabile sul proprio telefono cellulare e inclusa nel prezzo d’ingresso.

Proprio l’interattività è quel ponte che nella mostra connette il visitatore all’universo di Mirò trasformandolo da semplice spettatore a protagonista.

La ‘sala della meraviglia’ è il luogo dove il visitatore vive appieno, con una percezione multisensoriale, la dimensione magica e onirica di Mirò. “Benvenuti nel cuore del sogno di Mirò, dove ogni passo diventa parte della sua tela. Qui dove il cielo e la terra si specchiano, voi siete gli esploratori della sua immaginazione infinita”. Il tappeto, estensione dell’universo dell’artista, concede l’opportunità di camminare nel suo mondo e, alzando lo sguardo e specchiandosi, percepire il tutto da un nuovo punto di vista, capovolgendo reale e immaginario. L’Atelier dell’artista permette al pubblico di giocare su lavagne magnetiche con i simboli più iconici e distintivi dello stile di Mirò, dal cerchio alle stelle, dagli spicchi di luna ai tratti accentati, segni grafici che vengono riportati anche nelle pareti di allestimento della mostra. Il laboratorio didattico presenta un video esplicativo per insegnare a grandi e piccini a disegnare come Mirò. In questa sala verranno realizzati anche dallo staff di Next Events gli approfondimenti per le scuole con iniziative diverse pensate a seconda della fascia d’età degli studenti. Le sezioni di ‘Per mano nell’arte’ costituiranno momenti di condivisione e apprendimento per i piccoli di casa, pensati per far diventare la visita in mostra una simpatica novità nella routine familiare domenicale. Quizmò è, infine, il gioco interattivo creato ad hoc per la mostra, in collaborazione con gli studenti della RCS Academy per far divertire il pubblico scoprendo, attraverso la conoscenza delle opere di Mirò, la propria personalità artistica. Tre opzioni possibili: poeta con la sua creatività scintillante, pittore che lascia impronte colorate e lettore magico esploratore di mondi.

La mostra sarà aperta alal Promotrice di Belle Arti in via Balsamo Crivelli 11 a Torino da martedì al giovedì dalle 11 alle 19, venerdì e sabato 11-20, domenica e festivi 10-19. Lunedì chiuso. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.

 

Mara Martellotta

Rock Jazz e dintorni a Torino: Jovanotti e Jon Gomm

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Dorado è di scena Mark Eitzel. Al Lambic si esibisce Paolo Jannacci in duo con il trombettista Daniele Moretto.

Martedì. Al Blah Blah suona Jesse Dayton. Al Vinile è di scena Alex Vaudano. 

Mercoledì.  All’Inalpi Arena arriva Jovanotti per 6 concerti: 9, 10, 12, 13, 15, 16. All’Osteria Rabezzana suona il quartetto di Dario Lombardo. Al Vinile si esibisce il trio Girinsoliti. Al Blah Blah suonano gli Ora Nefasta.

Giovedì. Allo Ziggy sono di scena Kill Your Boyfriend e Valerian Swing. Al Blah Blah suonano i Bittersweethearts+ Aurora Motel. Allo Spazio 211 si esibisce Massimo Silverio. Al Magazzino sul Po è di scena Cigno. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Dente. All’Osteria Rabezzana suona lo S. Rwe Quintet. Al Cap 10100 si esibiscono i Gazebo Penguins.

Venerdì. Al Texido è di scena Garbo. Al Blah Blah suonano i Monaci del Surf. All’Off Topic sono di scena gli Amore Audio. Al Folk Club si esibisce Michael McDermott. All’Hiroshima sono di scena i Les Votives. Al Circolino suona il Tokyorama Instabile Quartet.

Sabato. Al Magazzino sul PO si esibiscono i Jumpin’Quails. Al Folk Club suona Jon Gomm.

Domenica. Alla Divina Commedia sono di scena i Tramps.

Pier Luigi Fuggetta

Il Ballo del Colonnello Elefante

Al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino martedì 8 aprile il concerto “Il ballo del colonnello elefante” con gli Archi dell’OFT

Martedì  8 aprile, al Conservatorio Giuseppe Verdi, in piazza Bodoni, si terrà il concerto dal titolo “Il ballo del colonnello elefante”, di cui saranno protagonisti gli archi dell’OFT, Orchestra Filarmonica di Torino, guidati dal maestro concertatore Sergio Lamberto. Ospite della serata il grande trombonista Diego Di Mario, al quale sono affidate le parti soliste di un programma sfaccettato e accattivante.

L’energia travolgente del trombone e la versatilità dei legni rappresentano la cifra che caratterizza l’appuntamento di aprile della stagione concertistica “One way together” dell’Orchestra Filarmonica di Torino.  In “Il ballo del colonnello elefante” a salire sul palco del Conservatorio Giuseppe Verdi saranno gli Archi di OFT guidati dal maestro concertatore Sergio Lamberto.

Il trombonista solista, Diego di Mario, è stato definito il miglior trombonista solista della sua generazione. 

Il concerto si sviluppa attraverso una serie di opere novecentesche che, pur appartenendo a stili diversi, esplorano la forza del contrasto tra tradizione e innovazione, lungo un fil rouge  che va dalla riflessione sulla funzione sociale della musica, alla scoperta di nuovi orizzonti timbrici, fino a un approfondimento della tradizione popolare.

L’apertura è  affidata al Concertino per trombone e orchestra d’archi op. 45 n. 7 di Lars-Erik Larsson, brano che unisce eleganza e virtuosismo.  Il compositore svedese, che lo scrisse nel 1946, evoca attraverso la delicatezza degli archi e la presenza del trombone una musica che oscilla tra la bellezza lirica e il dinamismo, creando una tensione affascinante tra suoni orchestrali e solistici.

Minimax-Repertorium für Militärmusik, di cui viene proposta una selezione, ci trasporta negli anni Trenta di Paul Hindemith. Il compositore tedesco gioca con il repertorio militare, creando una parodia della musica da banda, per sollevare interrogativi sulla funzione propagandistica della musica. Minimax, scritto durante il regime nazista nel 1936, mescola infatti, la precisione formale alla critica sottilmente nascosta, in un incrocio tra musica di marcia e sperimentazione timbrica.

La Suite per trombone, contralto e quartetto d’archi del compositore contemporaneo piemontese Corrado Maria Saglietti, qui proposta in un adattamento per orchestra d’archi, ci introduce in un dialogo intimo e raffinato, dove il trombone contralto si confronta con l’armonia ricca e sfumata degli archi. Saglietti, con una scrittura dettagliata, riflette una musica moderna che esplora le possibilità timbriche e il potenziale espressivo di un incontro tra fiato e corde.

Il concerto culmina con le danze popolari rumene  BB76 nelle quali Bela Bartók, che le scrisse a inizio Novecento, porta la sua ricerca etnomusicologica sul palco e trasforma le tradizioni musicali rumene in una suite ritmica e modale che evidenzia l’energia delle danze popolari. Con una scrittura potente e ritmi irregolari, Bartók mescola il folklore con una visione musicale modernista.

Il viaggio musicale di aprile sul van targato OFT è accompagnato dalla divertente grafica-collage realizzata dal creativo Gabriele Mo. Un percorso completato dal microracconto che apre il concerto in Conservatorio, scritto appositamente per OFT dal giornalista e musicista Lorenzo Montanaro .

La lettura del testo è affidata all’associazione liberipensatori Paul Valery e all’Accademia di Formazione Teatrale Mario Brusa di Torino.

Il concerto è  preceduto da due momenti di prova aperti al pubblico, la prova di lavoro domenica 6 aprile dalle 10 alle 13 in via Baltea 3 e la prova generale al teatro Vittoria, in via Gramsci 4, lunedì 7 aprile alle ore 18.30.

Per info tel 011533387 biglietteria@oft.it

Mara    Martellotta

Il viaggio di Vega

Domenica 6 aprile, ore 16. Casa Fools, via Bava 39, Torino

 

 

Maschere, marionette e attrici in carne e ossa per parlare di persecuzioni, di ieri e di oggi

 

 

Il viaggio di Vega è uno spettacolo di formazione che utilizza il linguaggio del teatro danza e teatro di figura con maschere, marionette e attrici in carne ed ossa – Natasha Czertok, Martina Mastroviti e Lisa Bonini – per raccontare una storia che parla di antiche persecuzioni non senza far riflettere su quelle di oggi, riservate alle donne e non solo.

Il diario di Vega passando di mano in mano, di nipote in nipote, ha attraversato i secoli per arrivare fino a Matilde che oggi lo riceverà in dono dalla nonna per il suo compleanno. Aprendolo scoprirà una storia che attraversa la Santa Inquisizione, superstizioni e sospetti legati al rapporto con la natura e con i culti arcaici femminili, una storia fatta di scelte difficili ma anche di incontri importanti e viaggi avventurosi. È arrivato il momento che Matilde sappia da dove viene e chi fosse Vega, la sua coraggiosa antenata. Uno sguardo femminile sul mondo, il diario di una fuga che è anche il flusso di coscienza di una giovane donna alla ricerca della propria identità.

Maschere, marionette e attrici in carne ed ossa si avvicendano sulla scena per dare vita a due dimensioni: quella del presente, il salotto della nonna di Matilde e quella del passato e dell’immaginazione di Matilde. Il diario è il limen attraverso il quale si scopre la storia.

 

L’appuntamento è alle ore 16 per una merenda, golosa e sana, seguita alle 17 dallo spettacolo.

 

DOMENICHE SPETTACOLARI

Il viaggio di Vega è l’ultimo appuntamento della stagione di “Domeniche Spettacolari” la rassegna di teatro dedicato alle famiglie per divertire bambini e adulti, ma anche coinvolgere e sensibilizzare i più piccoli sui temi ambientali, sulla diversità, sulla lingua italiana e sul genere. Sul palco, marionette, attori in carne e ossa e artisti di strada hanno messo in scena quattro spettacoli-laboratori o teatro di figura e danza adatti ai bambini e ai genitori che li accompagnano.

 

CASA FOOLS

Casa Fools è una Casa con un Teatro dentro. Codiretto da Roberta Calia, Luigi Orfeo e Stefano Sartore, da anni Casa Fools lavora per ricostruire la comunità attraverso l’arte e abbattere le barriere e i pregiudizi legati a certi luoghi della cultura. Non solo attraverso una politica dei prezzi contenuta, ma anche facendo partecipare attivamente il pubblico alla vita del teatro, coinvolto fin dall’inizio nella direzione artistica tramite un’esperienza di decisione collettiva del cartellone.

Info

Casa Fools I Teatro Vanchiglia, via Bava 39, Torino

Domenica 6 aprile

Ore 16: merenda, ore 17: spettacolo

Il viaggio di Vega

Con Natasha Czertok, Martina Mastroviti, Lisa Bonini

Regia Natasha Czertok

Maschera e pupazzo di Alessandra Faienza

Aquiloni Maurizio Cenci-Vulandra

Costumi e scene Maria Ziosi con Gianandrea Munari

Disegno luci Franco Campioni

Produzione Teatro Nucleo

Con il sostegno del MiC e della Regione Emilia Romagna

Biglietti:

8,50 euro a persona

7,50 euro per i gruppi superiori a 4

70 euro carnet 10 ingressi

Tessera ARCI obbligatoria per gli adulti (costo: 12 euro/anno)

www.casafools.it

FB @casafools IG @casafools

 

Tutti pazzi per le immagini in stile Studio Ghibli di Hayao Miyazaki, anche a Torino

Torino si unisce alla tendenza globale delle immagini digitali ispirate ai capolavori di Hayao Miyazaki, ma non mancano le voci critiche di chi difende l’unicità dell’arte originale.

Il magico mondo dello Studio Ghibli sta vivendo una rinascita digitale, con paesaggi e personaggi reinterpretati attraverso l’intelligenza artificiale. Anche a Torino, creativi e appassionati stanno trasformando angoli della città in illustrazioni che sembrano uscite da Il mio vicino Totoro o La città incantata. Ma non tutti applaudono a questa tendenza: c’è chi la vede come una banalizzazione dell’arte di Miyazaki.

La polemica: rispetto per l’arte originale vs. creatività digitale

Accanto all’entusiasmo per le immagini generate dall’IA, si è sviluppato un acceso dibattito.

Puristi e fan storici dello Studio Ghibli criticano l’uso massiccio di strumenti come ChatGPT per emulare lo stile del maestro giapponese. “Miyazaki ha dedicato una vita a perfezionare il suo tratto, ogni suo fotogramma è un’opera d’arte unica. Ridurre tutto a un filtro o a un prompt è un insulto al suo lavoro”, commenta Laura, fondatrice di un cineclub torinese dedicato all’animazione giapponese.

Alcuni artisti locali concordano: “L’IA può essere uno strumento, ma non può sostituire la mano dell’uomo e l’emozione che nasce dal disegno tradizionale”, osserva Matteo, illustratore torinese che organizza workshop d’arte di acquerello.

D’altra parte, i sostenitori della tendenza ribattono che si tratta semplicemente di un nuovo modo di esprimere apprezzamento per Miyazaki. “Non vogliamo copiare, ma celebrare la sua estetica applicandola alla nostra realtà”, spiega Ginevra, studentessa di Belle Arti che ha creato una serie di ritratti Ghibli-style dei monumenti torinesi.

L’IA che ricrea l’estetica Ghibli (tra entusiasmo e critiche)

OpenAI ha implementato in ChatGPT un generatore di immagini capace di emulare lo stile Ghibli. Basta un prompt come “Crea un’immagine in stile Studio Ghibli di Torino con colline e tetti rossi” per ottenere risultati suggestivi.

Ma come sottolinea Fanpage, il rischio è l’omologazione: molti utenti finiscono per generare immagini molto simili, perdendo l’unicità che caratterizza i veri film di Miyazaki.

Torinesi divisi tra magia digitale e tradizione

Caffè artistici, account Instagram dedicati e non solo, stanno nascendo in città, con artisti locali che sperimentano queste tecnologie per creare opere ibride tra fotografia e animazione. “È un modo per evadere dalla routine e vedere la città con occhi nuovi”, racconta una giovane graphic designer torinese.

Insomma, la febbre Ghibli non accenna a placarsi, e Torino dimostra ancora una volta di essere una città capace di abbracciare le tendenze più creative.

Chissà che Miyazaki, un giorno, non decida di ambientare proprio qui il suo prossimo capolavoro.

“Il punto non è scegliere tra tradizione e innovazione, ma trovare un equilibrio”, riflette Sofia, docente di Storia dell’Arte. “Miyazaki stesso ha sempre sperimentato con nuove tecniche. Forse l’importante è che questa passione porti le persone ad avvicinarsi davvero alla sua poetica, oltre i filtri”.

Provare sì, ma con consapevolezza

Per chi vuole cimentarsi senza scadere nella ripetitività, gli esperti suggeriscono:

  • Studiare l’arte originale (libri, making-of, mostre)

  • Usare l’IA come spunto, ma aggiungere un tocco personale

  • Evitare la commercializzazione delle immagini, per rispetto del copyright

Insomma, mentre Torino si popola di Ghibli-style e creature digitali, la discussione resta aperta. Una cosa è certa: l’amore per Miyazaki unisce tutti, pur nelle diverse visioni. E forse, in questo dialogo tra antico e nuovo, si nasconde un po’ della stessa magia che rende speciali i suoi film.

Voi da che parte state? Tradizione o innovazione?

CRISTINA TAVERNITI