Comau, azienda leader a livello globale nello sviluppo di sistemi e prodotti avanzati per il settore dell’automazione industriale, pioniera nello sviluppo di processi e applicazioni avanzati di saldatura laser, ha creato laboratori laser altamente specializzati per supportare le aziende nello sviluppo, nell’implementazione e nell’ottimizzazione dei processi laser che riguardano la costruzione e l’assemblaggio di motori e batterie elettrici.
Con due laboratori a Grugliasco (Torino) – uno specializzato in batterie e l’altro dedicato agli e-motor, insieme ad altri laboratori a Shanghai e Detroit, Comau ha rafforzato a 360° la sua catena di valore nel settore elettrico con l’offerta di una vasta gamma di processi laser per vari settori industriali, come quello automobilistico, aerospaziale, della General Industry, energia e Oil & Gas.
In tal modo, Comau mira ad aumentare l’efficienza, la velocità e il valore della produzione delle aziende, consentendo loro di offrire soluzioni operative altamente competitive nel campo dell’elettrificazione. Per questo, i suoi laboratori laser specializzati sono stati dotati di robot Comau NJ-220, in grado di lavorare simultaneamente e su diversi tipi di applicazione, alimentati dall’innovativo sistema LHYTE (Laser Hybrid Technology), sviluppato da Comau in collaborazione con Prima Electro. LHYTE è adatto a numerose e differenti applicazioni grazie ad una soluzione brevettata che consente di alternare automaticamente laser a fibra e a diodi per garantire una giunzione ottimale e ad alta precisione, fondamentale per l’assemblaggio di una batteria elettrica o di un motore elettrico. LHYTE è inoltre in grado di gestire la complessità di lavorare materiali, come rame e alluminio, che presentano diverse temperature di fusione, garantendo al contempo una forte tenuta del giunto con un basso livello di resistenza elettrica.
La società monitora, inoltre, costantemente la situazione ed è pronta ad introdurre misure ancora più restrittive, qualora vengano ritenute necessarie per poter conciliare la prosecuzione delle attività (che costituiscono un servizio essenziale per la collettività) con la sicurezza dei propri lavoratori.

E sì, con i suoi quasi quattrocento dipendenti, oltre trecento a tempo indeterminato, più di cinquanta a tempo determinato e diversi collaboratori, sono numeri da grande azienda. Azienda speciale, culturale, una vera e propria fabbrica di cultura non solo artistica e musicale ma anche di scenografie e di sartoria. Meritorio, come tante altre realtà italiane, il lavoro delle sarte del Regio nel produrre mascherine, il bene di prima necessità di questo sciagurato momento che stiamo vivendo. Dopo la lunga parentesi alla sovrintendenza del Teatro Regio di Torino di Valter Vergnano e la breve, negativa e chiacchierata, di William Graziosi, è arrivato l’ex direttore artistico del teatro An der Wien di Vienna, Sebastian Schwarz. Sicuramente nel bando di selezione non c’era la situazione dei conti del nostro teatro lirico, ne’ di quelli passati e nemmeno di quelli recenti. A complicare la situazione, come si usa dire “piove sul bagnato” il blocco del cartellone e delle attività determinato dal Corona Virus. Così Schwarz, nell’assenza del Presidente del Consiglio d’indirizzo della Fondazione Teatro Regio di Torino, per statuto è il Sindaco della città, -che ancora una volta si segnala nel defilarsi da qualsiasi situazione difficile o impegnativa-, ha incominciato a cercare le risorse per evitare il tracollo, in attesa che si arrivi a sapere, intendo ufficialmente, l’ammontare esatto dei conti del Teatro, quei due milioni e mezzo di euro necessari.