Cosa succede in città- Pagina 32

Rock Jazz e dintorni a Torino: Max Pezzali e Antonella Ruggero

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Gli appuntamenti musicali della settimana 

Mercoledì. Allo Stadio Olimpico si esibisce Max Pezzali. Al Blah Blah è di scena Bob Log III.

Giovedì. Al Circolo della Musica di Rivoli il duo Ma.Ca.Bro, elabora musiche dalle improvvisazioni coreografiche del Balletto Teatro Torino. Al Blah Blah suona il chitarrista Luca Borgia. Al Magazzino sul Po si esibiscono i Death Before Dishonor.

Venerdì. A Bruino suona il quintetto del bluesman Mark Dufresne. Ad Ivrea parte “Apolide” con l’esibizione fra gli altri di Motta, i Santi Francesi e Laila Al Habash.

Sabato. All’”Evergreen Fest” alla Tesoriera è di scena Antonella Ruggero. Per “Apolide” si esibisce Cosmo. Al Palaexpo di Moncalieri per il “Rock Burger Fest” suonano i Folkstone, Punkreas e Ufomammut. A Ferrere canta in piazza Alex Britti. Al Blah Blah si esibiscono i Latte+. A El Paso suonano :Lyon Estates, Insulsi e Sacro Cuore.

Domenica. Alla Tesoriera  per “Evergreen Fest” si esibiscono gli Statuto. Chiude “Apolide” con i Tre Allegri Ragazzi Morti, Ex -Otago ed Elasi. Al El Paso suonano i Whoresbation e gli Endorphines Lost. Al Phenomenon di Fontaneto d’Agogna metal con Fear Factory e Biohazard.

Pier Luigi Fuggetta

In scena al teatro Carignano “Romeo e Giulietta” e “After Juliet” per Prato inglese

Prato inglese Sere d’estate al teatro Carignano rappresenta la rassegna estiva che il Teatro Stabile dedica al teatro shakespeariano, fruibile a prezzi accessibili. Dopo il “Sogno di una notte di mezza estate” dello scorso anno, quest’anno è la volta di un dittico per la regia di Filippo Dini incentrato su una delle storie d’amore più famose di tutti i tempi, “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare, a cui si abbina lo spettacolo “After Juliet” di Sharman Macdonald, che narra un ipotetico seguito della tragedia shakespeariana.

Il dittico è coprodotto dal Teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale e dal TSV Teatro Stabile Veneto, Teatro Nazionale e sarà replicato al teatro Nazionale di Verona il 17 e 18 luglio prossimi, nell’ambito dell’Estate Teatrale Veronese.

“Il dittico che metto in scena per Prato Inglese – spiega il regista Filippi Dini – “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare e “After Juliet” di Sharman Macdonald esprime due drammaturgie estremamente diverse. Tutto il progetto deve moltissimo all’impianto scenografico che rappresenta un parco giochi abbandonato, uno scivolo, una giostrina con i sedili, la cabina di una ruota panoramica. Il riferimento visivo usato come punto di partenza è la famosa foto del parco giochi della città fantasma di Pripjat, edificata a soli 2 km dalla Centrale nucleare di Chernobyl’ e subito evacuata dopo l’incidente.

La tragedia di Romeo e Giulietta può anche essere letta come uno scontro generazionale, ma è sostanzialmente una storia di ragazzi. Il dittico parla di un massacro, della fine di tutto ciò che possiamo riferire alla gioventù. Non si tratta di uccidere il bambino che è dentro di noi, ma di affrontare la morte delle generazioni più giovani, il massacro dal punto di vista mediatico. Le nuove generazioni sono uccise dai social, dall’ecoansia e già dalla nascita sono marchiate dal senso della fine del nostro pianeta. Questo senso di morte se lo porteranno dietro per tutta la vita e Romeo e Giulietta racconta proprio questo. In un ambiente violento, di faida, di guerra, nasce un amore tra due giovani. L’aspetto più istintivo, più bello legato alla natura più straordinaria dell’essere umano, la capacità di amare e di innamorarsi, viene vinta dall’odio, dalla guerra e dalla sopraffazione, che pervade il dramma.

Dal punto di vista sociale ci siamo disinteressati delle nuove generazioni, ancor più degli anziani. I giovani sono stati penalizzati dall’esperienza del Covid, sono stati segnati dalla solitudine e sono aumentati i casi di autolesionismo e di depressione. Tutti gli investimenti che riguardano i giovani, a partire da quelli dell’istruzione, vengono vandalizzati e divorati. Ecco un altro aspetto che parla dell’abbandono delle nuove generazioni.

Tutto questo ha a che fare con Romeo e Giulietta e con il nostro presente; in un’epoca di guerra, di violenza massacriamo i nostri giovani, non dando loro nessuna speranza. È esattamente così che accade in Romeo e Giulietta. Quando nasce, l’amore deve essere eliminato.

Se in Shakespeare ci troviamo di fronte alla tragedia e ad un linguaggio alto, in ‘After Juliet’ il linguaggio risulta appiattito, tutto è stato superato e non vuole neanche essere paragonato a quello di Shakespeare; l’opera di Sharman Mcdonald costituisce un sequel ideale di Romeo e Giulietta, è una favola moderna che parla di amore e odio, di speranza e redenzione. Protagonisti assoluti sono, ancora una volta, i giovani di una città che potrebbe essere la Verona del Seicento cosiccome Londra o Edimburgo, New York o Liverpool. In “After Juliet” scopriamo che la pace che è stata proclamata è fasulla e lo scoprono i ragazzi che si trovano a odiare e odiarsi, ancora, come i loro genitori. Odio oppure nulla, nulla totale. Vuoto. Tutto questo in un clima di attesa della fine, attesa del nemico da un momento all’altro. I ragazzi sono sempre in attesa, terrorizzati dal possibile arrivo dei coetanei della fazione opposta. La storia di “After Juliet” è quella di un odio ancora più feroce da parte di ragazzi ai quali è stata trasmessa solo la frequentazione di questo sentimento.

Ci troviamo in una posizione simile a “La strada” di Cormac McCarthy. Dopo che la fine è stata raggiunta, ci troviamo in una dimensione di attesa del nemico.

“After Juliet” è contraddistinto da una drammaturgia ruvida, al posto del verso shakespeariano, c’è il fatto, l’accadimento. Lo sbalzo linguistico è forte e lo spettacolo raccoglie la sfida dell’autrice proponendo la visione di un mondo onirico, dove la realtà è contaminata da visioni di sogni e ombre, fantasmi dolenti e disperati che chiedono giustizia, pace e ancora è sempre amore. “After Juliet” è una commedia noir ricca di pathos, che spinge a una riflessione sulle radici del nostro rancore, chiede di onorare tutti i morti, celebrando, al posto dell’odio, la fratellanza universale e la vita stessa”.

Teatro Carignano. Prima nazionale 18 giugno- 14 luglio 2024

“Prato inglese” Dittico di Filippo Dini

Mara Martellotta

On Stage Band School: bimbi e ragazzi a scuola di rock!

Al Cap 10100, in Corso Moncalieri 18 a Torino, una scuola prepara bambini e adolescenti a suonare in una band rock. I ragazzi si esibiranno domenica 16 al Blah Blah di Via Po 21, dalle 18.

Tutti abbiamo avuto un “cattivo maestro”, un insegnante fuori dagli schemi, informale, diretto e spiazzante. Sono gli insegnanti che in qualche modo riescono a sorprenderti, e il più delle volte a farti innamorare della loro materia. Il mio era quello di ora alternativa che spiegava la concezione di anima in filosofia.

Il cattivo maestro di cui parlo in questo articolo, questo il suo nome su Instagram, è in realtà un musicista torinese con pedigree lungo e blasonato. Nino Azzarà è un musicista che si muove nella Torino anni 1990, quella dei Murazzi, quando ancora si può parcheggiare in piazza Vittorio e tu, a notte ormai conclusa “scendi ancora al fiume per un altro round”. La citazione è un brano dei Mambassa, gruppo ormai sopito che ha lasciato più di un segno in città, e non solo. Ricordo Nino proprio nei Mambassa, alla “chitarra che fischia”, cosi lo aveva presentato Stefano Sardo, il cantante. E poi ricordo i Petrol, i Betty Page, sino a ritrovarlo su Instagram con numerosi progetti musicali. E tra questi, anche quello di una scuola per band rock rivolta a bambini e adolescenti.

On Stage Band School, questo il nome ufficiale, si trova al Cap10100 in Corso Moncalieri 18 a Torino. Partendo dal presupposto che “suonare insieme agli altri è molto più divertente che farlo da soli”, come recita il claim del video presentazione, i ragazzi imparano a suonare uno strumento e si esibiscono con concerti in locali cittadini. I corsi si svolgono dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 20. Si può scegliere tra canto, batteria, chitarra, basso e tastiere, anche se si è principianti. Per informazioni e costi si può contattare il 3926946541. Il progetto comprende anche un Summer Camp, sempre al Cap10100, a partire da martedì 25 giugno (info sempre al 3926946541).

Incontro Nino in una saletta del Cap 10100 dove sta per iniziare una lezione. L’ambiente è piccolo e funzionale. L’atmosfera è quella delle sale prova grunge che si vedevano nelle interviste su Videomusic o MTV. Immaginate di tornare adolescenti, di voler mettere su una band, e invece di provare in un garage, avete l’opportunità di iniziare come fanno i veri professionisti. Qui sono strumenti ovunque, casse, microfoni e una finestra che punta dritto sulla Mole e sui Murazzi. I ragazzi non sono ancora arrivati.

Nino, com’è nata l’idea di una scuola per band rock?

Ho iniziato con un progetto chiamato House of Rock con Robbo (Roberto Bovolenta, ex Amici di Roland, El Tres). Eravamo alle Lavanderie Ramone ma il posto era troppo piccolo. Poi mi sono spostato un paio di anni al Blah Blah, e ancora 5 anni in un circolo di Piazza Nizza, ora chiuso. In passato avevo fatto l’animatore in un centro educativo di Mirafiori nord e ho scritto molti progetti incentrati sul protagonismo giovanile secondo le direttive del comune. Quando ho conosciuto Valentina Gallo (direttrice artistica del Cap10100, N.d.A), lei mi ha proposto di tornare qui dove avevo già tenuto corsi nel 2016. Poi c’è stata la pandemia, ed ora rieccoci.

E come funziona la scuola?

L’idea è quella di insegnare ai ragazzi brani semplici da suonare. Robbo ha iniziato a sperimentare questa didattica con pezzi surf rock anni ‘50 e ‘60. Io gioco sul mio terreno d’azione, partendo dai Nirvana. Qui si impara a suonare insieme. E si lavora in modo artigianale.

E fai anche corsi individuali?

Si, quanto basta per inserire i ragazzi in una band. Insegno chitarra ma anche batteria o canto nei limiti della funzionalità per suonare in un gruppo. E negli anni questo progetto è diventato una sorta di salvaguardia di una certa cultura musicale. Si impara a suonare, a stare insieme ma anche a distinguere la musica di qualità dalla musica di massa. Che se ci pensi, è un esercizio per sviluppare lo spirito critico. E passare così a temi più importanti.

Quanti anni hanno i ragazzi?

Dai 6 ai 18, e molte sono ragazze. É come se questo sia diventato terreno di emancipazione.

E come li vedi?

L’inquietudine giovanile, spesso strumentalizzata dai mass media, io la sento nei miei allievi. Faccio parte di quella generazione che ha avuto uno stop alla passione politica e civile dopo i fatti del G8 di Genova. Quello che successe portò molta disillusione verso la necessità di manifestare. Ci siamo risvegliati a metà degli anni 10 che il mondo aveva cambiato verso e oggi questo è percepito come un problema effettivo. Nei ragazzi che animavo nel 2000 non sentivo dire “andiamo alla manifestazione”. Oggi i ragazzi che si prendono l’impegno di venire qui a suonare lo sentono come avere un impegno politico. E le ragazze si rendono voce di tematiche sociali di cui discutono. Anche se per me prima si fa musica.

Chi sono i genitori di questi ragazzi?

Ci sono quelli appassionati rock che vanno ai concerti e portano qui i figli per trasmettere loro la stessa passione o magari riviverla attraverso loro. Ma ci sono anche ragazzi che hanno visto school of Rock di Jack Black e vogliono provare a suonare o ancora quelli che hanno amici qui e vogliono aggregarsi.

I ragazzi arrivano alla spicciolata. Prima Aida, la cantante, poi Carlo, un chitarrista appena entrato nella band che oggi prova per prima. Dopo un po’ arrivano Maria, che suona il basso, il chitarrista Nicola e la batterista Camilla. Formazione classica: due chitarre, un basso, una batteria. I tre ritardatari arrivano concitati, circondano il maestro e lo travolgono con le scuse del ritardo. Confessano senza mezzi giri di parole: “ci siamo fermati per un gelato”. Hanno un concerto domenica 16 a partire dalle 18 al Blah Blah, in Via Po 21, dalle 18 (biglietti a 5 euro). Il più scricciolo è proprio Camilla, la batterista. Sono cuccioli chiassosi per pochi minuti. Il tempo di prendere posto, sistemare strumenti e microfono, e iniziare le prove.

Resto colpita dalla serietà dei ragazzi ma anche dal mood rilassato e dalla loro sicurezza. Sanno perfettamente cosa fare. Si guardano, si controllano, e si ritrovano. I commenti si fanno tra un brano e l’altro. “Se ti viene bene lo stoppato, nel pezzo lo facciamo così” dice il maestro. Parte un altro brano, che però il chitarrista nuovo non conosce. E allora il maestro li ferma e propone “un brano che sappia anche lui”. Si cambia e si ricomincia. Non ci sono divismi qui. Nessun capriccio. Si lavora come fanno i professionisti seri.

Si commenta e si discute tra un brano e l’altro. Camilla alla fine di un pezzo sbotta da vera girl boss: “è orribile questo, non si può fare. Chi ha suonato prima di me, le bambine? Loro fanno un pezzo dei Green Day e si sentono fighe”. Credo sia arrabbiata per la disposizione della batteria, ma non oso disturbare. Le prove proseguono. Un brano, due chiacchiere. Un altro brano. Altre due chiacchiere. Si parla di vacanze, dissing (litigi) tra rapper, della genialità di Tupac e del fatto che forse han trovato uno dei responsabili del suo omicidio. Tupac è un musicista assassinato nel 1996. Questi ragazzi, all’epoca, non erano nemmeno nei progetti più lungimiranti dei loro genitori. Eppure si illuminano a parlare di quella musica, che poi è quella della mia generazione.

Chiedo ai ragazzi com’è il maestro. “È molto paziente”, mi dicono tutti. E Nino sorride, sornione, fiero. Aida, la cantante, mi racconta che sta prendendo lezioni individuali con lui di chitarra, ma siccome non ha lo strumento a casa, si dimentica i pezzi da una volta all’altra e lui ogni volta li rispiega. Lei e Maria, la bassista, sembrano le più timide e silenziose, ma quando provano un pezzo delle Hole, Aida attacca senza indugi ed ecco che la voce esce sicura. Ora capisco perché Nino parla di emancipazione femminile; quello che ho sempre visto come un ambiente prevalentemente maschile, il punk rock da scena live, può essere invece un ring dove far sentire la propria voce. La nostra voce, care ragazze.

In questa scuola, attraverso il rock passa la coscienza politica. Ma anche la voglia di trovarsi. Ci si allena a seguire le regole per suonare tutti insieme, e a infrangerle per arrivare in ritardo con una buona scusa. Qui si impara il senso di responsabilità verso gli altri: se salti le prove, ne fanno le spese anche i tuoi compagni. E forse anche a rompere gli schemi. E infine, chiunque può trovare il proprio posto; anche allievi con disabilità, che, evidentemente, la musica non si permette di fermare.

Ripenso al mio cattivo maestro, al liceo. Era un rocker anche lui, faceva rock progressivo negli anni 70. Aveva i jeans stretti e gli stivali a punta. Mi insegnò ad approfondire un argomento invece che a girarci attorno, a mettere in discussione sempre tutto, lui compreso. Il primo anno da lui eravamo in tre: io, Alberto F e Fabrizio G. Poi si sparse la voce e le sue lezioni divennero sempre più affollate. Filosofia e musica. O meglio: filosofia e rock. Forse dovremmo augurarci tutti di incontrare un cattivo maestro.

A proposito, qualcuno dica a Gene Simmons che il rock non è morto ma risuona in una piccola sala prove a Torino, con vista Mole e Murazzi, dove giovani musicisti non si lasciano fermare facilmente. Beh, se escludiamo i gelati.

Testo: Lori Barozzino

Foto: S.D.

On Stage Band School

c/o Cap 10100

Corso Moncalieri 18, Torino

Info: 392 6946541

La nuova stagione dell’Unione Musicale “sempre più giovane”

Presentata la nuova stagione dell’Unione Musicale 2024- 2025 dal titolo “Classica+ Classica”. Il cartellone prevede tra Conservatorio e Teatro Vittoria 52 concerti con 211 artisti di cui 124 per la prima volta e ben 90 musicisti under 35 dal 16 ottobre al 21 maggio 2025.  La direttrice Cecilia Fonsatti ha sottolineato che dal 2020 al 2023, sono più che triplicati gli spettatori, con un aumento dei giovani del 65%, un ottimo risultato con numeri che sono ritornati in linea pre-pandemia. L’inaugurazione della stagione il 16 ottobre, proporrà il Quartetto Belcea con la violista Tabea Zimmermann con un programma tutto dedicato ai Quintetti di Mozart.

Tanti e prestigiosi i musicisti protagonisti come ad esempio Jordi Savall, Ute Lemper, le violiniste Julia Fisher, Clara -Jumi Kang, Janine Jansen. Numerosi anche i pianisti come Andràs Schiff, Rudol Buchbinder, Andrea Lucchesini, Alexander Lonquich. Tanti anche i Quartetti come il Cremona che festeggerà i 25 anni di carriera o il Jerusalem, il Quiroga e i Doric. Tra le varie sezioni al Vittoria da segnalare “L’altro suono” dedicata ai repertori di musica antica, Discovery per spaziare oltre il repertorio classico come ad esempio il concerto del percussionista Daniele Di Gregorio. La novità più “entusiasmante” sarà “Note tra noi”, ha voluto sottolineare il direttore artistico Antonio Valentino . Concerti pensati per rompere il muro che c’è tra il pubblico e i musicisti. Le persone potranno sedersi sul palco accanto ai musicisti per un esperienza unica ed emozionante. Al termine ci sarà un brindisi con gli interpreti e la possibilità di  chiaccherare con loro in uno scambio interessante.

Pier Luigi Fuggetta

Concerti per i trent’anni dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

 

L’orchestra Sinfonica Nazionale della Rai compie trent’anni e li festeggia con due concerti straordinari fuori abbonamento che procederanno la stagione orchestrale 2024/2025.

Entrambe le serate, all’Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino, sono affidate al direttore principale Andrés Orozco-Estrada e ricalcano quelli che sono i due concerti della neonata OSN RAI eseguiti nel settembre 1994. Nelle stesse date, il 25 e 30 settembre, vengono proposti gli stessi programmi che trent’anni fa furono affidati a due bacchette gloriose come quelle di Georges Pretre e Giuseppe Sinopoli. Mercoledì 25 settembre il concerto che fu di Pretre, recherà sfavillanti pagine come la Suite dal Rosenkavalier di Richard Strauss, quella dall’Oiseau de feu di Stravinsky e il Bolero di Ravel. Lunedì 30 settembre il concerto che fu di Sinopoli accosterà le due ultime sinfonie, entrambe numero 4, di Schumann e Brahms.

Andrés Orozco-Estrada tornerà sul podio anche per l’inaugurazione della stagione, giovedì 17 e venerdì 18 ottobre, per una serata interamente dedicata a Beethoven, con due capisaldi della sua produzione, il concerto per violino interpretato da Nikolaj Szeps- Znaider e la Sinfonia Eroica. La serata del 17 ottobre, che avrà luogo all’Auditorium Rai, sarà proposta da Rai Cultura in diretta in prima serata su Rai 5 oltre che su Radio 3 in diretta streaming.

Dopo i concerti per il trentennale e quello inaugurale, il direttore principale tornerà altre sei volte, per un totale di nove programmi diversi nel corso della stagione.

A dicembre proporrà pagine di Dvorak e Strauss insieme al violoncellista Fabio Ferrandez, oltre al tradizionale concerto di Natale con “Lo schiaccianoci” di Cajkovskij raccontato dall’attore Mario Acampa.

A febbraio vi sarà un omaggio a Sostakovic, nel cinquantesimo anniversario della scomparsa con la Sinfonia Leningrado. Ad aprile affiancherà Scozia e Spagna con la Sinfonia Scozzese di Mendelssohn e la Symphonie Espagnole per violino e orchestra di Edouard Lalo e Maria Duennassolista.

A maggio sarà la volta di un viaggio nella Belle Epoque francese, grazie a pagine come il Prélude à l’apres midi d’un faune di Debussy e Le Sacre du Printemps di Stravinsky l’8 e il 9 maggio o alle due Suites dal balletto Daphnis et Chloé di Ravel, affiancate ad un altro balletto, Pulcinella di Stravinskij ( 15 e 16 maggio).

Grande anche il coinvolgimento per il direttore ospite principale della compagine RAI, Robert Trevino, impegnato in quattro concerti tra febbraio e marzo.

Nel primo ( 13 e 14 febbraio) si confronterà con l’estrema eredità mahleriana, la Sinfonia n. 9.

Nel secondo l’offerta, il 13 e 14 marzo, proporrà un duplice omaggio a Luciano Berio nel centenario della nascita, con i Folk Songs interpretati da Justina Gringyté, e a Sostakovic, per i cinquanta anni dalla morte, con la Sinfonia n. 4.

Nel terzo concerto del 20 e 21 marzo affiancherà pagine di Brahms ed Elgar. Il 27 marzo l’ultimo programma fa parte del ciclo RaiNuovaMusica che costellerà anche quest’anno la stagione con proposte novecentesche e contemporanee. In programma brani di Castiglioni, Berio, Grisey e Adams.

Fabio Luisi, direttore onorario, salirà sul podio due volte, il 4 e 5 aprile proponendo il terzo concerto per pianoforte di Rachmaninov, il temutissimo “Rach 3”, con il pianista Tom Borrow, mentre il 5 e 6 giugno chiuderà il cartellone con l’Incompiuta di Schubert e la Settima Sinfonia di Bruckner.

Doppio impegno in stagione anche per uno degli altri direttori di riferimento dell’OSN RAI, Ottavio Dantone, noto per la sua straordinaria qualità di interprete di musica antica. Il 30 è 31 ottobre si cimenterà con la Sinfonia classica di Prokof’ev, che quel repertorio lo omaggia con uno sguardo novecentesco, con il concerto per clarinetto di Mozart, con il primo clarinetto dell’Osn Luca Milani come solista, e la Sinfonia Militare di Haydn. Tornerà poi il concerto di Pasqua, il 18 aprile, con la versione orchestrale delle Ultime sette parole sulla Croce di Haydn.

La stagione 2024/2025 segna il ritorno dopo alcuni anni di due direttori d’orchestra italiani di grande successo internazionale come Daniele Rustioni, il 24 e 25 ottobre con il pianista Francesco Pismontesi, e Andrea Battistoni, il 9 e 10 gennaio con la violoncellista Anastasia Kobekina.

Altri ritorni importanti saranno quelli di Marc Albrecht, il 20 e 21 febbraio con la pianista Marie-Ange Nguci per una serata interamente dedicata a Richard Strauss; John Axelrod, che il 16 è 17 gennaio omaggerà Berio nel centenario con Rendering affiancato a The Planets di Gustav Holst; Costantinos Carydis il 7 e 8 novembre, con la violinista Karen Gomyo, Stanislao Kochanovsky, il 22 e 23 maggio 2025, con il pianista Nikolai Lugansky.

 

MARA MARTELLOTTA

Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

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A cura di Elio Rabbione

L’arte della gioia – Parte 1 e Parte 2 – Drammatico. Regia di Valeria Golino, con Tecla Insolia, Jasmine Trinca, Valeria Bruni Tedeschi e Guido Caprino. Dal Romanzo di Goliarda Sapienza. Nella campagna attorno a Catania, ai primi del Novecento. Modesta, a seguito della morte del padre (che di lei aveva abusato), viene accolta in un convento dove ha modo di approfondire la propria istruzione, sotto la protezione della Badessa. Alla morte di costei, Modesta si trasferisce nella nuova e aristocratica famiglia a cui la sua educatrice l’ha guidata, dove si mette al completo servizio della principessa madre e dove s’insinua in maniera amorosa e di seduzione e di spericolato piacere tra gli altri componenti della famiglia. Durata 90 minuti. (Due Giardini sala Nirvana/Parte 2 e Ombrerosse, Fratelli Marx sala Chico e Harpo e Groucho, Ideal/Parte 2, Nazionale sala 1 e 2, The Space Torino/Parte 2, Uci Lingotto/Parte 2, The Space Beinasco/Parte 2, Uci Moncalieri/Parte 2)

Bad boys: Ride or Die – Azione. Regia di Adil El Arbi e Bidall Fallah, con Will Smith e Martin Lawrence. Un caso di corruzione che coinvolge la polizia di Miami, i due agenti Lowrey e Burnett che devono far luce su quanto è accaduto, la scoperta che il loro scomparso capitano Howard è accusato di essere stato in affari con i cartelli della droga. Ma qualcuno ora li accusa di aver collaborato con lui e di conseguenza con alcune delle organizzazioni criminali che circolano in città. Ed ora sono la polizia e i trafficanti a mettersi sulle loro tracce, dovranno essere loro a porsi al di fuori della legge per poter chiarire ogni cosa, Inseguimenti, fughe, esplosioni e tutta l’azione richiesta in vicende del genere. Durata 115 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi sala 3, The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Moncalieri )

Il caso Goldman – Drammatico. Regia di Cédric Kahn, con Arieh Worthalter e Arturo Harari. La storia vera del secondo progetto a cui fu soggetto Pierre Goldman, militante della sinistra estrema francese nel 1975. Accusato di reali multipli, Goldman ammette tutti i capi d’accusa con la veemente eccezione di quelli per omicidio (durante una rapina all’interno di una farmacia erano state uccise due persone), per i quali non soltanto si proclama innocente ma si scaglia polemicamente contro tutto e tutti nell’aula di tribunale, rifiutando qualunque caratterizzazione moralistica della sua difficile vita. Durata 115 minuti. (Classico)

Cattiverie a domicilio – Commedia. Regia di Thea Sharrock, con Olivia Colman, Jessie Buckley e Timothy Spall. 1922. Una cittadina affacciata sulla costa meridionale dell’Inghilterra è teatro di un farsesco e a tratti sinistro scandalo. Basato su una bizzarra storia realmente accaduta, il film segue le vicende di due vicine di casa: Edith, originaria del posto e profondamente conservatrice, e Rose, turbolenta immigrata irlandese. Quando Edith e altri suoi concittadini iniziano a ricevere lettere oscene piene di scabrosità, i sospetti ricadono immediatamente su Rose. Le lettere anonime scatenano una protesta a livello nazionale che scaturisce in un processo. Saranno le donne – guidate dalla poliziotta Gladys – a indagare sul crimine, sospettando che le cose potrebbero non essere come sembrano. Durata 90 minuti. (Eliseo)

C’era una volta in Bhutan – Commedia drammatica. Regia di Pawo Choyning Dorji. Un americano si reca in Bhutan alla ricerca di un prezioso fucile antico e incrocia un giovane monaco che vaga tra le serene montagne, istruito dal suo maestro a rimettere le cose a posto. Durata 107 minuti. (Nazionale sala 4)

Challengers – Drammatico. Regia di Luca Guadagnino, con Zendaya, Josh O’Connor e Mike Faist. Il film che avrebbe dovuto inaugurare l’ultima Mostra di Venezia. Con la sceneggiatura dell’esordiente Justin Kuritzkes – che sarà pure lo sceneggiatore del prossimo film di Guadagnino, “Queer”, dal romanzo di William Borroughs, interprete Daniel Craig -, è la storia di Tashi, ex tennista prodigio, che ritiratasi dalle gare prende ad allenare il marito Art, il quale si ritroverà a gareggiare in un concorso con l’ex fiamma della moglie, Patrick, nonché suo vecchio e migliore amico. Quando il gioco diventa metafora del potere e della vita, quando attraverso il ritmo delle gare e lo specchio che si viene a creare tra passato e presente, accade la rappresentazione di un rapporto a tre. Durata 132 minuti. (Reposi sala 4)

Dall’alto di una fredda torre – Drammatico. Regia di Francesco Frangipane, con Edoardo Pesce, Vanessa Scalera, Anna Bonaiuto e Giorgio Colangeli. Padre, madre, fratello e sorella, un nucleo unito, una vita insieme. Michela e Giovanni, i genitori, soffrono di una malattia genetica, una malattia che intacca i tessuti midollari, una malattia che ha colpito entrambi. Elena e Antonio, i figli, vorrebbero donare il loro midollo per salvare tutti e due, ma la cosa non è possibile, soltanto Elena è compatibile e soltanto uno dei genitori potrà essere salvato. Elena e Antonio saranno obbligati a scegliere. Dalla pièce teatrale scritta da Filippo Gili e già diretta dallo stesso Frangipane. Durata 90 minuti. (Romano)

Eillen – Drammatico. Regia di William Oldroyd, con Thomasin McKenzie e Anne Hathaway. Nella Boston degli anni Sessanta, Eillen lavora in qualità di segretaria in un riformatorio minorile mentre si prende cura del padre alcolista. All’arrivo di Rebecca, la nuova psicologa, le cose sembrano cambiare. La donna esercita un grande fascino su Eillen, tra le due si va approfondendo una grande amicizia: che però viene ad assumere dei contorni strani allorché Rebecca mette Eillen a conoscenza di un suo segreto. Durata 97 minuti. (Eliseo)

El Paraìso – Drammatico. Regia di Enrico Maria Artale, con Edoardo Pesce e Margarita Rosa De Francisco. Julio Cesar, pressoché quarantenne, vive con la madre in una casa alla foce del Tevere. Entrambi lavorano con uno spacciatore e amano andare a ballare insieme nei locali che fanno musica latinoamericana. Le tensioni che già si avvertono tra loro esplodono quando dalla Colombia giunge Ines, giovanissima, ingaggiata come corriere della droga. La madre inizia a mostrarsi estremamente gelosa. Durata 106 minuti. (Centrale, Due Giardini sala Ombrerosse)

Furiosa – A Mad Max Saga – Azione, Fantascienza. Regia di George Miller, con Anya Taylor-Joy e Chris Hemsworth. C’è una bambina con i capelli rossi nel giardino dell’Eden, una terra verde da qualche parte nel deserto australiano dove la gente vive in pace e coglie le mele senza peccato. Ma l’irruzione di barbari mascherati strappa la bambina a sua madre e al suo paradiso per andare incontro a un destino di dominazione, non senza lottare. Perché Little D, così la battezza il sanguinario Dementus, non si arrende e si fa spazio in un mondo di uomini, crescendo in mezzo a loro ma diversa da loro. LO sguardo all’orizzonte e un chiodo fisso nella testa. Il piano è vendicare la morte della madre e ritornare a casa. Dementus non sente ragione e le mette di nuovo il bastone tra le ruote. Ceduta per una manciata di benzina e un misero privilegio all’Immortale Joe, sovrano mostruoso della Cittadella, Furiosa farà fruttare l’esilio sviluppando competenza e bellezza, la bellezza dei giusti. Durata 148 minuti. (Massaua, Ideal, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Hotspot – Commedia. Regia di Giulio Manfredonia, con Francesco Arca e Denise Tantucci. la giovane Tina sta attendendo di imbarcarsi per Londra, all’improvviso si rende conto di doversi iscrivere a una audizione al San Carlo di Napoli, ha soltanto 20 minuti di tempo. Un’occasione che si potrà rivelare un’eccellente occasione, lei sogna da sempre il mondo della danza, adesso è sufficiente inviare una mail ma il cellulare di Tina non ha carica. Incrocia Pietro ed è dal suo cellulare che invierà la mail. Dopo un po’ di tempo, nota che il suo cellulare è nuovamente collegato all’hotspot di Pietro: è chiaro che c’è qualche strano segno del destino in quella prima sua richiesta… Durata 105 minuti. (Reposi sala 5, The Space Torino, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Il gusto delle cose – Drammatico. Regia di Tran Anh Hung, con Juliette Binoche e Benoît Magimel. 1885. L’impeccabile cuoca Eugénie lavora da oltre vent’anni per il famoso gastronomo Dodin. Il loro sodalizio dà vita a piatti, uno più delizioso dell’altro, che stupiscono anche gli chef più illustri del mondo. Con il passare del tempo, la pratica della cultura gastronomica e l’ammirazione reciproca si sono trasformate in una relazione sentimentale. Eugénie è però affezionata alla propria libertà e non ha mai voluto sposare Dodin. Così lui decide di fare qualcosa che non ha mai fatto prima: cucinerà per lei. Durata 136 minuti. (Eliseo, Romano sala 1)

Kinds of Kindness – Drammatico. Regia di Yorgos Lanthimos, con Emma Stone, Jesse Plemons, Willem Defoe e Margaret Qualley. Tre episodi, legati tra loro dal cast (con differenti personaggi) e dasituazioni differenti. Nel primo episodio un impiegato viene incaricato dal suo capo di uccidere un uomo: fallisce nel tentativo ed è costretto ad adottare stratagemmi sempre più assurdi per riparare il danno. Nel secondo un poliziotto è convinto che la moglie, scomparsa per mesi e poi ritornata dopo un (preteso) viaggio, sia stata sostituita da un sosia. Nel terzo, due adepti di una setta sono alla ricerca di una donna che ha il potere di restituire la vita ai morti. Presentato in concorso a Cannes, Palmarès come migliore attore protagonista a Jesse Plemons. Durata 165 minuti. (Massaua, Eliseo Grande, Greenwich Village sala 1, Ideal, Lux sala 2, Nazionale sala 2 anche V.O., The Space TorinoUci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Marcello mio – Commedia. Regia di Christophe Honoré, con Chiara Mastroianni, Catherine Deneuve, Fabrice Luchini, Nicole Garcia, Benjamin Biolay e Melvil Poupaud. La sceneggiatura è incentrata sulla figlia del grande Marcello, circondata dalla madre e dagli uomini e dagli amici della sua vita, una vita dove la figura di un padre ha avuto e continua ad avere un peso predominante. Chiara se ne vuole impossessare, non soltanto attraverso il camuffamento degli abiti, non soltanto attraverso i ricordi cinematografici ma anche attraverso il nuovo nome che adotta (“chiamami Marcello”), i gesti, il modo di comportarsi, il trucco del viso che a poco a poco diviene pressoché eguale a quello del grande attore scomparso. Tutti intorno a lei pensano che si tratti di uno scherzo temporaneo, ma Chiara è decisa a non rinunciare alla sua nuova identità. Presentato in concorso a Cannes. Versione originale. Durata 120 minuti. (Eliseo, Nazionale sala 4)

The Animal Kingdom – Fantasy. Regia di Thomas Cailley, con Romain Douris, Paul Kircher e Adèle Exarchopoulos. François ha appena accompagnato suo figlio Emile di sedici anni ad una visita medica e nel ritorno rimane bloccato nel traffico. Improvvisamente, un furgone a lui vicino deraglia lasciando il tempo all’uomo che dentro con altre persone c’è anche sua moglie: ha iniziato a mutare, a trasformarsi in animale. Aiutati da una poliziotta, François ed Emile si mettono alla ricerca della donna: ma nel frattempo anche nel ragazza iniziano a comparire i primi segni della mutazione. Durata 128 minuti. (Centrale, V.O., Massaua, Fratelli Marx sala Harpo, Ideal anche V.O., The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

The Fall Guy – Commedia. Regia di David Leitch, con Ryan Gosling. Emily Blunt e Aaron Taylor-Johnson. Leitch è un ex stunt e ci parla di un mondo che ha conosciuto benissimo. Ispirato alla seie TV degli anni Ottanta “Professione pericolo”, “The fall guy” narra le avventure dello stunt Colt Seavers costretto a ritirarsi dal mondo del cinema per un grave infortunio capitatogli nel girare una scena. Lascia il cinema e la ragazza di cui è innamorato, Jody, un’assistente alla regia. Ma dopo alcuni mesi viene contattato dall’agente dell’attore Tom Ryder, di cui lui è sempre stato la controfigura, che lo rivuole con sé come Jody, passata alla regia con la sua opera prima “Metalstorm” avrebbe ancora il desiderio di averlo al suo fianco. Nulla di vero: la ex innamorata non ne sa nulla e il divo del nuovo film, incappato in un gruppo di delinquenti, è letteralmente sparito. Spetterà a Colt correre a salvarlo tra mille insidie, con la capacità di Gosling di non prendersi troppo sul serio, anzi spremendo risate a favore di un pubblico che lo vedrà di nuovo in pace con la sua ragazza Jody. Durata 126 minuti. (Uci Lingotto)

The Penitent – Drammatico. Regia di Luca Barbareschi (con sceneggiatura di David Mamet), con Luca Barbareschi e Catherine McCormack. Uno psichiatra veda deragliare la propria carriera e la sua vita privata dopo essersi rifiutato di testimoniare a favore di un ex paziente violento e instabile che ha causato la morte di diverse persone. L’appartenenza alla comunità LGBT del giovane paziente, il credo ebreo del dottore, la fame di notizie della stampa e il giudizio severo della legge, aggravati da un errore di stampa dell’editor di un giornale, sembrano essere gli elementi che fanno scatenare una reazione a catena esplosiva. Durata 120 minuti. (Romano sala 1 anche V.O.)

The Watchers – Loro ti guardano – Horror. Regia di Ishana Night Shymalan, con Dakota Fanning. Mina è un’artista di ventott’anni, una notte rimane intrappolata in una vasta foresta nel cuore dell’Irlanda. Dopo lungo girovagare, trova rifugio in una casa dalla grande vetrata: scoprirà che all’interno vi abitano altre tre persone e che ogni notte sono osservati da misteriose creature che hanno preso possesso di quei boschi. Dall’omonimo romanzo di A.M. Shine. Durata 102 minuti. (Massaua, Lux sala 3, Reposi sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Vangelo secondo Maria – Drammatico. Regia di Paolo Zucca, con Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann. Tratto dal romanzo di Barbara Alberti. Sogna l’Egitto Maria e la grande biblioteca d’Alessandria, sogna di andarsene lontano verso freschi giardini dove i frutti si possono mangiare ma il mondo intero la vuole maritare, scambiandola con pecore e miseria. Selvaggia e ribelle, Maria rifiuta un ricco pretendente e poi è promessa a Giuseppe, un “vecchio gigante” che la rispetta e di cui diventa l’allieva prediletta, perché questa giovane donna vuole conoscere la lingua greca e la meridiana. Almeno fino a quando un angelo appare, batte le ali e l’annuncia madre del figlio di Dio. Durata 105 minuti. (Romano sala 3)

BTT moves al teatro Astra con il coreografo spagnolo José Reches

Secondo appuntamento con la stagione

 

Venerdì 14 giugno il palcoscenico del teatro Astra ospiterà una serata d’autore dedicata al coreografo spagnolo José Reches.

Tre i titoli firmati da Reches e portati in scena dal Balletto Teatro di Torino insieme alla giovanissima compagnia spagnola Larreal del Real Conservatorio de Danza Mariemma ei Madrid.

Il primo titolo, in programma venerdì 14 giugno alle 21, è quello di Galea per un’idea e la coreografia di José Reches, in collaborazione con il Festival di Acqui Piemonte.

‘Galea è un lavoro di gruppo basato su uno schema di ripetizioni di braccia e gambe, che si complica in termini di ritmo, spazio e movimento. Ispirato ad un’antica condanna, con uomini destinati a remare, una forma di schiavitù che privava la libertà di ogni sorta. Remavano insieme, in modo che la fatica fosse minore. Uno di loro teneva il ritmo con il tamburello o con la voce, monotonia incessante’.

Il secondo balletto, portato in scena dal Balletto Teatro di Torino, sempre per la coreografia di José Reches, si intona “Respira”. Il respiro è la funzione stessa della vita, fluttua con noi a seconda dei nostri stati d’animo, dall’inquietudine e irrequietezza dei respiri brevi, come se vivessimo a metà, a quelli più profondi, dove prendiamo coscienza del nostro corpo e trovano equilibrio le nostre emozioni.

Questo incontro unisce lo stato generale del corpo, la consapevolezza delle possibilità di movimento, il rapporto con l’ambiente, l’ascolto del proprio respiro, quello degli altri e del gruppo. Questi i segni identitari di ‘Respira’.

Sempre sul palcoscenico del teatro Astra la compagnia Larreal metterà in scena il balletto intitolato “Physical colors”, che nasce dall’idea di lavorare con i colori e il loro significato. I colori hanno da sempre un’importante influenza sul nostro stato fisico, mentale e spirituale. Alcuni sono stimolanti, altri conferiscono calma e quiete, talvolta possono esprimere malinconia. Ogni colore che percepiamo attraverso la vista e, in alcuni casi, attraverso la pelle, possiede lunghezze d’onda diverse, vibrazioni che si distinguono dagli altri. Partendo dalla libera scelta del proprio colore, i danzatori/performer esploreranno le diverse personalità, le emozioni che scaturiscono, indagando diverse qualità di movimento.

Bianco e nero, gli eterni opposti di vita e morte, tutto e niente, luce e buio.

Viola la spiritualità intrinseca, blu la pace interiore, la tranquillità, arancione la forza vitale. Come in un caleidoscopio, la ricerca emerge nel contatto reciproco dei corpi e nella consapevolezza del movimento del colore sulla pelle.

È possibile prenotare i biglietti scrivendo alla mail bttmoves@gmail.com o chiamando al numero 0114730189 oppure acquistandoli un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

MARA MARTELLOTTA

‘Musica Regina in Villa’ a villa della Regina

A cura del maestro Francesco Mazzonetto

Da mercoledì 12 giugno per concludersi domenica 23 giugno, con pausa giovedì 20 giugno si terrà la terza edizione dell’International Music Festival, Musica Regina in Villa, a cura del maestro Francesco Mazzonetto, a Villa della Regina

Si tratta di un programma incredibile che spazia tra tempo e stili, con la partecipazione di moltissimi artisti per due settimane di musica da vivere insieme.

Internazionale Music Festival viene ospitato dall’associazione Amici di Villa della Regina negli splendidi ambienti della residenza sabauda che sorge nel verde della collina torinese. Connessioni tra diverse forme di arte, in primis la musica, la recitazione, il cinema, connessioni tra persone. Tra il 12 e il 23 giugno prossimi un totale di 21 artisti internazionali calcherà la scena del Festival, sotto la direzione artistica per il terzo anno consecutivo di Francesco Mazzonetto, ideatore dell’iniziativa che sarà a sua volta parte attiva nel ricco cartellone del Festival.

“Oltre l’importante aspetto performative, il Musica Regina in Villa International Music Festival vuol fare riscoprire, attraverso la grande musica, lo spirito aggregativo e comunitario del recital musicale. Sin dalla prima edizione, il mio obiettivo è quello di favorire la costruzione di connessioni durature tra gli artisti – commenta Mazzonetto – agevolando lo scambio di idee e di visioni sulle diverse espressioni musicali e artistiche, accrescendo così, di anno in anno, il numero di artisti presenti a Villa della Regina, un luogo di estrema meraviglia architettonica e naturale, che è stato decretato patrimonio dell’Unesco. Uno degli obiettivi del Festival è anche quello di diffondere la conoscenza degli eleganti ambienti interni e dei magnifici giardini della Villa”.

L’ingresso è libero fino a esaurimento posti previo acquisto del biglietto all’ingresso.

Mara Martellotta

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Evento  in collaborazione con:

 

Gli appuntamenti culturali della Fondazione Torino Musei

SABATO 15 GIUGNO

 

Sabato 15 giugno ore 10

MISTERI AL MUSEO

Palazzo Madama – attività per famiglie a cura di Cultural Way e Misteri in villa

Hai mai risolto un giallo tra dipinti, sculture e opere d’arte?

Arriva Misteri al Museo! Un nuovo format interattivo in cui insieme alla tua squadra ti troverai all’interno di una vera e propria indagine comedy da risolvere. I partecipanti divisi in team completeranno un percorso accompagnati dai personaggi della storia alla scoperta dell’incredibile bellezza di Palazzo Madama! Un’esperienza avvincente adatta ad ogni tipo di pubblico.

Le visite spettacolo sono a cura di Misteri in villa e CulturalWay.

Costo visita spettacolo: € 15 (biglietto di ingresso al museo non incluso)

Prenotazione obbligatoriainfo@culturalway.it / www.culturalway.it / 339 3885984 (anche su WhatsApp)

DOMENICA 16 GIUGNO

 

Domenica 16 giugno ore 16:30

BUDDHISMO: aspetti storici, culturali e iconografici nelle collezioni del MAO

MAO – Visita guidata speciale a cura di Theatrum Sabaudiae

Il percorso di visita trasversale si concentrerà sui nuclei di opere afferenti al Buddhismo trattandone origini e ramificazioni in riferimento alle diverse tradizioni dei paesi asiatici che trovano rappresentazione nelle collezioni del MAO e relative interazioni, specificità ed elaborazioni figurative a livello stilistico e simbolico. L’itinerario inizia nelle sale dedicate alla produzione artistica dell’Asia meridionale dalle più antiche espressioni dell’arte buddhista al successivo sviluppo della raffigurazione antropomorfa del Buddha, per proseguire con l’arte di Sud Est asiatico, Cina e Giappone, soffermandosi sulle interpretazioni artistiche esito dell’incontro della diffusione del Buddhismo con creatività e sensibilità locali, e concludere con il peculiare linguaggio della Regione Himalayana, manifestazione materiale della complessa ritualità e iconografia della tradizione Vajrayana. L’esperienza si propone anche come riflessione sulla funzione originaria di soggetti e manufatti in esposizione per riscoprirne valenza religiosa e utilizzo cultuale.

Info e prenotazioni: 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

Costi: 6 € a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; gratuito per possessori di Abbonamento Musei.

 

MERCOLEDI 19 GIUGNO

Mercoledì 19 giugno dalle 10 alle 15:30

TRADURRE L’IMMAGINARIO DA SHIRAZ A FIRENZE: L’ARTE VISIVA DEL LIBRO DEI RE AL MAO

MAO – giornata di studi a cura di Veronica Prestini nell’ambito del public program della mostra Tradu/izioni d’Eurasia Reloaded

Intervengono Veronica Prestini, Francesca Gallori, Michele Bernardini, Nicoletta Fazio, Francis Richard, Giancarlo Porciatti.

Nella cornice del public program di Tradu/izioni d’Eurasia Reloaded, il MAO propone per mercoledì 19 giugno dalle 10 alle 15:30 una giornata di studi aperta al pubblico sullo Shahnameh, Il libro dei re, prezioso manoscritto illustrato del XVI secolo opera del poeta persiano Ferdowsi, giunto in prestito in occasione dell’esposizione dalla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze.

Il manoscritto è presentato all’interno del percorso di mostra in dialogo con alcuni tessuti e ceramiche ottomane decorate con il motivo del cintamani, caratterizzato dalla presenza di tre sfere disposte a triangolo spesso accompagnate da due o più strisce ondulate, che a loro volta rimandano alla pelle di tigre e di leopardo, le vesti che indossa Rostam, l’eroe protagonista dell’epica raffigurato nelle finissime miniature dello Shahnameh. Un’intricata sovrapposizione di simbologie e tradizioni transitate dall’antico mondo iranico a quello turco.

L’esposizione del codice al MAO è stata resa possibile grazie a un delicato e complesso processo di restauro e digitalizzazione eseguito con il contributo del MAO e dell’Istituto per l’Oriente C. A. Nallino di Roma, operazione che ne consentirà anche una più semplice fruizione da parte della comunità di studiosi.

Ingresso libero.

(comunicato stampa in allegato)

 

Mercoledì 19 giugno ore 16.30

PIANTE OFFICINALI E D’ORNAMENTO

Palazzo Madama – Lezioni botaniche “Primavera nel Giardino Botanico Medievale”

La grande varietà di piante utili coltivate nel Giardino Botanico Medievale ci consente di osservare portamenti, fogliami e fioriture di ogni tipo e di grande aiuto per rendere più ornamentali i nostri giardini e balconi: liquirizia e enula campana, altea e malva, saponaria e artemisia sono ingredienti di molte ricette in erboristeria e cosmetica ma occupano anche prati e aree selvatiche in molti ambienti del nostro territorio e per questo è utile prendere ispirazione sulle loro strategie di sopravvivenza e colonizzazione degli spazi.

Costo per ogni incontro: 5€ ingresso in giardino (gratuito Abbonati Musei) + 5€ ogni incontro

Durata: 1 ora

Info e prenotazioni: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it
Prenotazione consigliata.

 

GIOVEDI 20 GIUGNO

 

Da giovedì 20 giugno al 9 settembre 2024

TEATRI E TEATRINI. Le arti della scena tra Sette e Ottocento nelle collezioni di Palazzo Madama

Palazzo Madama – apre la nuova mostra a cura di Clelia Arnaldi di Balme

La mostra presenta una selezione di materiali relativi alla storia del teatro, fra cui diversi nuclei di disegni scenografici: dalle opere di Filippo Juvarra per il teatro del cardinale Ottoboni contenute nei primi due volumi di disegni dell’architetto messinese, ai bozzetti scenografici dei Galli da Bibiena, dei fratelli Bernardino, Fabrizio e Giuseppe Galliari, di Pietro Gonzaga e di Romolo Liverani, realizzati per opere in musica messe in scena nei teatri di Torino, Milano e Parma dal 1750 a tutto il secolo successivo.

Accanto a questi capolavori grafici sono collocati il dipinto di Giovanni Michele Graneri che ritrae l’interno del Teatro Regio di Torino con la rappresentazione del Lucio Papirio del 1752, e il ventaglio raffigurante il Teatro Regio e il Teatro Carignano con i palchi e i nomi degli occupanti nella stagione teatrale del 1780 – 1781. La mostra è anche l’occasione per esporre una selezione di scenari per teatrini di marionette del XIX secolo, giunti a Palazzo Madama grazie al legato di Mario Moretti (1984). Si tratta di una serie di quindici fondali, ancora montati sulle bacchette originali, provenienti dal teatro detto di San Martiniano in Via San Francesco d’Assisi a Torino (sito presso la chiesa dei Santi Processo e Martiniano, oggi non più esistente), dove operava la compagnia Lupi – Franco. I soggetti raffigurati erano di attualità storico-politica e patriottici, in stretta relazione con gli ideali risorgimentali, e spesso questi oggetti riproducevano opere e balli rappresentati nei teatri veri e propri, talvolta con modifiche e revisioni critiche. Le scene erano realizzate dagli stessi pittori che operavano al Teatro Regio e al Carignano: tra gli altri, Giuseppe Bertoja, Giovanni Venere, Giuseppe Maria Morgari.  In mostra saranno inoltre presentati sei fondali e un teatrino, ovvero la struttura entro cui venivano montati e conservati i teli, provvisto di aste e pennacchi lignei.

Info: https://www.palazzomadamatorino.it/it/evento/teatri-e-teatrini-le-arti-della-scena-tra-sette-e-ottocento-nelle-collezioni-di-palazzo-madama


Theatrum Sabaudiae
 propone visite guidate in museo
alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Percorsi di educazione finanziaria al Museo del Risparmio di Torino

 
Il Museo del Risparmio  di Via San Francesco d’Assisi 33  presenta la prima Escape Room di educazione finanziaria: sabato 15 giugno si potrà provare gratuitamente la nuova attività, diffusa lungo le sale del museo 
 
 

Nella vita quotidiana, soprattutto in questo delicato e incerto periodo e economico, dove le scelte finanziarie devono essere calibrate fino all’ultimo centesimo, la gestione del proprio denaro non è affare semplice.  In realtà, quella che potremmo definire una vera e propria ‘ educazione finanziaria’, pochissimi ne sono stati o ne sono influenzati, abituati da sempre a far gestire ” ad altri” del settore, finanze o, i più caparbi, investimenti.

A ben vedere, tuttavia, la credibilità di un professionista, non solo operatore negli ambienti economici, ma chiunque abbia obiettivi finanziari, anche minimi , nel breve o nel lungo termine, dimostrare di avere competenze finanziarie di base, supportate poi dagli approfondimenti dai professionisti del settore, rappresenta un notevole  passo per essere ” avanti” in tanti aspetti della vita lavorativa e personale; per non incappare, ad esempio, in situazioni sgradevoli determinate da disattenzione o ignoranza.

Il Museo del Risparmio, progettato e voluto dal gruppo bancario di Intesa San Paolo, nasce quindi dall’idea di creare un luogo unico, innovativo, divertente dedicato alle famiglie, agli adulti e ai bambini. Uno spazio in cui sia possibile avvicinarsi ai concetti di risparmio e investimento con linguaggio chiaro e semplice, al fine di migliorare il proprio livello di ALFABETIZZAZIONE FINANZIARIA.

È, infatti, possibile fare buone scelte finanziarie anche senza essere in grado di usare formule matematiche complesse!

L’iniziativa di sabato15 giugno ha l’obiettivo di coinvolgere famiglie e ragazzi particolarmente sensibili alle tematiche a sfondo finanziaria,  attaverso varie attivitá immersive e che si sviluppano in diverse ambientazioni, accompagnati da giochi luminosi e situazioni di interattività digitale, creati per l’occasione

Un’esperienza di gioco  coinvolgente che, per la particolare tematica trattata, trae ispirazione dalla scalata in montagna, una delle attività sportive che più di tutte riporta alla fatica nel raggiungere la vetta, metafora della pianificazione finanziaria per arrivare all’obiettivo,  la ” vetta” . I giocatori,  cioè i risparmiatori, attaverso la ricerca degli strumenti per la ” scalata” , passo dopo passo, compiono tutti i processi per accantonare, investire e, appunto, imparare a risparmiare. Per non arrivare all’obiettivo scarichi di energia, vuoti di soldi.

Interessanti anche i totem digitali a racconto dell’evoluzione della moneta sino ai giorni nostri

Il pubblico potrà provare la nuova attività sabato 15 giugno in uno dei tre turni in programma: ore 15 , ore 16 e ore 17 prenotandosi all’indirizzo mail prenotazioni@civita.art. L’attività sarà poi riprogrammata anche a luglio e, da settembre, una volta al mese.

Chiara Vannini