Cosa succede in città- Pagina 261

Palazzo Lascaris si colora contro il cancro della cervice uterina

“Faccio appello alle donne affinché adottino tutte le misure utili a prevenire la malattia, perché una diagnosi precoce salva la vita. La pandemia ha rallentato molte azioni messe in campo perché era necessario occuparsi delle patologie legate al Covid, ma ora è il momento di ripartire con azioni efficaci di sensibilizzazione e di prevenzione. Ognuno di noi può fare la sua parte ricordando e rimarcando quanto sia importante sottoporsi regolarmente ai test di screening, solo tutti insieme possiamo sconfiggere il tumore della cervice uterina”, dichiara il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia.

La decisione di aderire è stata presa dall’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea in seguito alla richiesta dell’Ufficio di Presidenza della Commissione consiliare Sanità.

“La Strategia globale dell’Oms e il Piano europeo contro il cancro della cervice uterina e di tutti i tumori causati dal papilloma virus (Hpv) – spiega il presidente della Commissione Alessandro Stecco – prevedono che entro il 2030 il 90% delle ragazze adolescenti siano vaccinate, il 70% delle donne siano sottoposte a screening da Hpv e il 90% delle donne con lesioni precancerose e cancerose siano trattate. Il Manifesto per l’eliminazione dei cancri-Hpv correlati in Italia, realizzato da Fondazione Veronesi e altre associazioni hanno lanciato un appello affinché l’Italia diventi il primo in Paese in Europa a eliminare i tumori da papilloma virus”.

Oltre a partecipare alla campagna di sensibilizzazione, il Consiglio regionale e la Commissione Sanità continueranno a seguire l’evoluzione di questo importante tema.

 

Torino patria del tennis con le ATP Finals 2021-2025 raccontata nel nuovo podcast “Fuoriclasse” del Salone del Libro

Dal 14 novembre il quarto episodio del podcast disponibile su SalTo+ e sulle principali piattaforme di streaming gratuite

www.salonelibro.it – SalTo+

Torino, il tennis e le ATP finals 2021-2025 sono al centro del quarto episodio del podcast “Fuoriclasse”, il progetto digitale del Salone Internazionale del Libro di Torino che racconta lo sport attraverso storie, libri, pellicole, cronaca e radiocronaca. Il nuovo episodio sarà disponibile dal 14 novembre 2021 su SalTo+ e sulle principali piattaforme di streaming gratuite.

Dopo l’omaggio agli Europei di calcio, dopo il racconto dedicato alle Medaglie d’oro femminili e dopo il giro in bici con i campioni del ciclismo Alfredo Binda e Gianni Bugno, nella nuova puntata di “Fuoriclasse”, dal titolo “Il tennis a Torino e le Atp Finals”, i curatori Marco Pautasso e Federico Vergari accendono i riflettori su Torino che da quest’anno diventa capitale del tennis, ospitando per la prima volta in Italia le ATP Finals per il quinquennio 2021-2025.

Il legame tra il tennis, il cosiddetto “sport bianco” e la prima capitale d’Italia risale al 1880, quando il primo circolo di tennis cittadino in Italia nacque proprio a Torino, su intuizione del conte Enrico di Cigala. Non disponeva di campi di proprietà, tanto che, per giocare, veniva adattata la superficie di un campo di pallone, concesso per tre ore alla settimana da una società di calcio.

Altra tappa significativa della storia del tennis a Torino è il 1931, per il secondo turno di Coppa Davis, il torneo internazionale per nazioni istituito nel 1900, quando l’Italia affrontò l’Olanda, vincendo per 3 a 0. Si giocò nei campi in terra vicino allo Stadium, un gigantesco impianto multisportivo inaugurato nel 1911, in occasione dell’Esposizione Internazionale, su progetto dell’architetto Vittorio Ballatore di Rosana, autore anche del Motovelodromo. Copriva un’area di 110mila metri quadrati in centro città. Un’opera forse eccessivamente ambiziosa per le dimensioni di Torino, che venne poi demolita nel 1946.

Queste curiosità, il rapporto di Torino con il tennis, ma anche la storia delle ATP Finals e dei suoi campioni come Roger Federer, Novak Djokovic, Pete Sampras e Ivan Lendl, si possono ascoltare e approfondire nei venti minuti del quarto episodio di “Fuoriclasse”. Ospite della puntata è Giorgia Meccagiornalista sportiva che scrive per Il FoglioCorriere della Sera Torino e Internazionale Kids.

Tra i riferimenti bibliografici dell’episodio: 500 anni di tennis di Gianni Clerici (Mondadori Electa), Il grande tennis, di Gianni Clerici (Mondadori); Gianni Clerici agli Internazionali d’Italia. Cronache dello scriba. 1930-2010, di Gianni Clerici (Rizzoli); Torino, Guida all’Architettura, di C. Chiorino, G. Fassino, L. Milan, M. Rosso; Federer come esperienza religiosa di David Foster Wallace (Einaudi); Serena e Venus Williams, nel nome del padre di Giorgia Mecca (66thand2nd).

Il podcast “Fuoriclasse”

Raccontare lo sport di ieri e di oggi e la sua epica, costellata di storie uniche ed esemplari, personaggi avvincenti – vincenti o perdenti che siano –, e valori condivisi, come la lealtà, la resistenza e la perseveranza. Narrare lo sport attraverso le sfide di donne e uomini capaci di risultati impensabili o di cadute eclatanti e con l’attenzione rivolta alla cronaca del tempo, alla letteratura e al cinema che hanno fatto da sfondo o accompagnato tanti momenti sportivi nel corso del tempo. Rileggere eventi agonistici del passato per meglio interpretare pezzi di storia del nostro Paese e del mondo. Con il nuovo podcast dal titolo “Fuoriclasse” il Salone Internazionale del Libro di Torino si apre alla narrazione sportiva.

Fuoriclasse” comprende una serie di episodi, rilasciati una volta al mese, dedicati ciascuno due storie di personaggi sportivi “fuoriclasse” (perché fuori dal comune, irregolari, precursori che hanno scritto pagine di storia), oppure due momenti storici differenti, che si intrecciano, raccontati attraverso due voci, quelle di Marco Pautasso del Salone del Libro e di Federico Vergari, giornalista, scrittore e consulente del Salone del Libro.

Fuoriclasse” intende approfondire la narrazione sportiva, dal calcio all’atletica, dal tennis al ciclismo e così via. Ha anticipato e accompagnato una delle novità che hanno caratterizzato la recente edizione del Salone Internazionale del Libro 2021: la presenza di Sala Olimpica, uno spazio dedicato allo sport, ai linguaggi con cui viene raccontato e alla sua editoria, per valorizzare una tendenza sempre più centrale nel mercato editoriale.

Spiegano Marco Pautasso e Federico Vergari:

«Il linguaggio sportivo è cambiato ed è facile fare un rapido confronto. Un evento che ricordiamo in molti è la telecronaca della finale di Coppa del Mondo di Spagna ‘82 di Nando Martellini. Un altro evento è la più recente finale del 2006 con la telecronaca di Fabio Caressa. Oggi la prima telecronaca annoierebbe, per quanto Italia – Germania del 1982 sia stata più entusiasmante (e ben giocata) di Italia-Francia del 2006. È cambiato qualcosa? La risposta è sì, perché è cambiato il racconto. Lo sport è (anche) un linguaggio e come tale è in continua evoluzione. L’obiettivo di “Fuoriclasse” è quello di fotografare questo cambiamento. Nell’epoca dello storytelling applicato a qualsiasi cosa, politica compresa, non si può pensare a un evento sportivo senza un adeguato racconto. Che avvenga per radio, in video, su un sito, con un libro o su un quotidiano è ormai un dato di fatto che la qualità della narrazione influirà sensibilmente sulla costruzione di un preciso ricordo sportivo. L’epica sportiva non manca ultimamente. Ci sono trasmissioni TV, case editrici e riviste che fanno dello sport una questione prima letteraria e poi sportiva. Parlare di sport significa prima di tutto parlare di uomini e donne. Ogni uomo e ogni donna si portano dietro una sua loro storia. Ognuno con la sua storia, ognuno con la voglia di spostare i limiti un po’ più in là.»

Per rimanere aggiornati sui podcast successivi: www.salonelibro.it – SalTo+.

Fuoriclasse” è l’ultimo podcast in ordine di tempo ideato dal Salone Internazionale del Libro di Torino, dopo “Vita Nova”, che raccoglie gli interventi audio di ospiti dell’edizione speciale online a dicembre del Salone Internazionale del Libro di Torino (come Alberto Angela, Richard Baldwin, Letizia Battaglia, Mathias Énard, Emma Dante, Fumettibrutti, Paolo Giordano, Vittorio Sgarbi, Eva Cantarella, Markarīs) e “Il Salone presenta Albert Camus”, che approfondisce le opere dello scrittore attraverso interventi di scrittori, scrittrici, traduttrici e intellettuali (Alessandro Piperno, Yasmina Melaouah, Annalena Benini, Leila El Houssi, Evelina Santangelo, Goffredo Fofi).

Cartella stampa:

https://drive.google.com/drive/folders/1V-VHeqbOWCRG1siBN15tvt4LU5d6F-2Z?usp=sharing

A Torino il terzo meeting nazionale dei Romanzieri, Poeti e Cultori delle Arti Marziali, con autori di ogni età

Domenica 14 novembre, dalle 10 alle 13, l’Accademia della Boxe di Torino (in via Gozzi 7, di fronte alla stazione di Porta Susa) ospita il terzo meeting nazionale dei Romanzieri, Poeti e Cultori delle Arti Marziali, con autori di ogni età provenienti da tutta Italia.

Il gruppo ha già pubblicato due sillogi poetiche, il cui ricavato è sempre stato devoluto ad Amnesty International: la prima è stata dedicata alla tutela dei diritti umani fondamentali, con particolare riferimento alla vicenda di Patrick Zaki. La seconda è stata appena edita al fine di sostenere la causa delle donne afghane dopo la restaurazione talebana.  Attualmente il gruppo sta componendo una terza silloge che verte sul tema del bullismo.

Info e contatti

L’ingresso è gratuito, il green pass è obbligatorio.

Contatti:
Social: Facebook
Per inserirsi in scaletta per declamare la propria poesia o prosa contattare Lucia al 3475166401

Regio Metropolitano, Noseda protagonista

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Per il Regio Metropolitano Gianandrea Noseda interpreta il 15 novembre, all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto, brani di Brahms, Smetana e Dvorak

 

Lunedì 15 novembre prossimo, alle 20.30, all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto, appuntamento con il Regio Metropolitano e il maestro Gianandrea Noseda, sul podio dell’Orchestra e Coro del teatro Regio per un ricco programma che prevede le Nanie di Johannes Brahms, il poema sinfonico Riccardo III di Bedrich Smetana, il “Canto delle parche” di Brahms e la Sinfonia n. 7 di Antonin Dvorak.

Il coro è istruito da Andrea Secchi; Gianandrea Noseda è stato recentemente nominato Direttore musicale generale del Teatro dell’Opera di Zurigo, oltre ad essere Direttore musicale della National Symphony Orchestra di Washington, Direttore ospite principale della London Symphony Orchestra e della Israel Philarmonic Orchestra.

La Naenia di Brahms per coro e orchestra, su testo di Friedrich Schiller, fu composta fra il 1880 e l’estate del 1881 in memoria del pittore Anselm Fuerbach e ebbe la sua prima esecuzione a Zurigo il 6 dicembre di quell’anno. Nei versi di Schiller, cui Brahms si ispirò, è  presente il riferimento ai miti di Orfeo, Adone e Achille,e viene espresso il concetto che le cose belle e perfette sono destinate a perire ma, a differenze di ciò  che è  brutto, la loro morte è  accompagnata da canti di rimpianto. La Naenia presenta una forma tripartita.

Qualche anno prima, nel 1856, Smetana, allora trentaduenne, soggiornò per ragioni di salute a Saro, nella parte meridionale della penisola svedese di Goteborg, a quei tempi molto alla moda come meta di vacanze estive. Fu questa  la cornice che vide nascere il suo poema sinfonica intitolato “Riccardo III”, liberamente ispirato all’omonimo dramma shakespeariano.  Al centro la figura tragica e al tempo stesso crudele del monarca assetato di sangue  e di dominio. Smetana prende spunto dalla figura shakespeariana  per tracciare il profilo musicale del personaggio, descriverne l’ascesa al potere, i tormenti causati dai suoi omicidi e la sua successiva caduta.

Nel 1882 Brahms scrisse per coro e orchestra un inserto derivato dalla fine del penultimo atto dell’Ifigenia in Tauride di Goethe, in cui la protagonista, in un momento di disperazione, ripete un canto antico, originariamente intonato dalle Parche. Il coro fu suddiviso in sei voci, tre femminili e tre maschili , che spesso contrappongono duramente e drammaticamente le loro sonorità. La potenza del Canto delle Parche op. 89 risulta inarrivabile; aperto dall’orchestra con un vero  e proprio schianto, il brano va poi a scivolare verso tristezze abissali. Le asprezze poi si mitiganoin un’apparente apertura alla speranza, lasciata al dominio delle voci femminili. Si tratta di un presagio di scioglimento positivo che chiude la tragedia, anche se poi le note ritornano al colore terreno dell’inizio e sembrano inabissarsi tra i vapori dell’Ade.

La settima sinfonia di Dvorak rappresentò il momento di svolta nella carriera del compositore;in essa egli seppe fondere con inventiva sicura le ambizioni formali del genere sinfonico e quelle della musica popolare. In tutta la sinfonia si coglie, infatti, la sua capacità di saper intrecciare la vocazione monumentale propria di questo genere con inserti cameristici che ne attenuano la retorica. L’inizio mormorato e misterioso ha carattere introduttivo, tipico del recitativo strumentale e drammatico, capace di creare un clima che viene stemperato dal richiamo affettuoso dei fiati e dalla sonorità dei corni, che fanno pensare a boschi e elfi. Il Poco Adagio, fin dal cantabile iniziale del clarinetto, delinea un clima introspettivo venato di sarcasmo, ma orientato già  alle suggestioni folcloristiche che prendono il sopravvento nel successivo Scherzo, vero e proprio ballabile campestre. Il Finale conclusivo affianca passi di marcia a bizzarrie alla zingara, a inserti ottimistici dei fiati, trascinando tutto l’insieme verso l’epilogo di una marcia compatta.

Nonostante la buona accoglienza della sua prima esecuzione, avvenuta alla St. James Hall a Londra, diretta dallo stesso compositore nel 1885, Dvorak ebbe dei ripensamenti e ne rielaboro’ alcuni passi.

 

Regio Metropolitano è  realizzato con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Socio Fondatore  del Teatro Regio, e con il patrocinio della Città  di Torino.

Sabato 20 novembre il Regio Metropolitano si sposterà  al teatro Colosseo dove l’Orchestra del Teatro Regio sarà diretta da Diego Fasolis. Venerdì  26 e domenica 28 novembre, all’Auditorium Giovanni Agnelli al Lingotto, verrà presentata in forma di concerto l’opera lirica verdiana Aida. Coro e orchestra del Teatro Regio saranno diretti dal maestro Pinchas Steinberg e Aida sarà  interpretata da una protagonista di rilievo internazionale, quale Angela Meade.

I biglietti e le card per i concerti e gli spettacoli sono in vendita presso la Biglietteria del teatro Regio , con orario da lunedì a sabato con orario 13-18.30; domenica 10-14. È  possibile anche l’acquisto presso i punti vendita Vivaticket.

Mara Martellotta 

Lettere Scontrose di Giovanni Arpino

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Centro Studi Piemontesi, via Revel 15, Torino – Martedì 16 Novembre ore 18:00

Interventi di Bruno Quaranta, Massimo Romano

Con la testimonianza di Tommaso Arpino

Dagli articoli scritti da Arpino per il settimanale «Tempo» tra il 1964 e il 1965 nasce Lettere Scontrose, una raccolta inedita di lettere rivolte a grandi personalità a lui contemporanee e appartenenti a mondi differenti: dalla politica (Fanfani, Moro), allo spettacolo (Gassmann, Vitti, Chaplin), alla letteratura (De Amicis).

Una corrispondenza dai toni irriverenti e sarcastici, ma sempre garbati, che tocca i personaggi più in voga del decennio, approfondendone questioni private e pubbliche e affermando un profondo anticonformismo. Opinioni pungenti, talvolta scomode, espresse in contrasto con uno stile chiaro, schietto e scorrevole, che offre una limpida analisi della società del tempo e riflessioni sempre attuali.

Le lettere sono in realtà per l’autore un pretesto per l’analisi introspettiva dell’animo umano, per valorizzare chi va controcorrente e per esprimere la propria opinione sul controverso periodo storico-politico in cui si trova a vivere.

Arpino ha una profonda fede in ciò che fa: scrivere è per lui un lavoro da dannati, «un modo di peccare e confessarsi in pubblico», ma è necessario perché rappresenta un modo per raggiungere la verità, a cui tende costantemente.

Il presidente Mattarella a Torino in visita al Museo del Risorgimento e per i 50 anni dei Tar

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Notizia aggiornata

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato oggi il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano. Dopo avere aperto le Celebrazioni per i 190 anni del Consiglio di Stato e i 50 anni della legge istitutiva dei Tribunali Amministrativi Regionali al Teatro Carignano con il presidente Cirio e il sindaco Lo Russo,   il Capo dello Stato si è recato al Museo dove è stato accolto dal Presidente Mauro Caliendo e dal direttore Ferruccio Martinotti

Il momento più importante della visita è stato nella Camera dei Deputati del Parlamento Subalpino, l’Aula in cui si compì il percorso parlamentare che dal 1848 al 1860 portò all’Unità d’Italia, cuore del Museo Nazionale del Risorgimento. Sul tavolo che veniva utilizzato dal Presidente del Consiglio e dai Ministri del Regno di Sardegna ha potuto ammirare alcuni preziosi documenti storici, richiesti in prestito temporaneo all’Archivio di Stato:

– l’originale dello Statuto Albertino in lingua italiana e francese;

– la Legge del 17 marzo 1861 con cui Vittorio Emanuele II, re di Sardegna, assume per sé e i suoi successori il titolo di re d’Italia;

– l’Editto di Racconigi del 18 agosto 1831, istitutivo del Consiglio di Stato   

– le Patenti di Carlo Alberto applicative dell’Editto di Racconigi, 13 settembre 1831

– il Verbale della prima sessione del Consiglio di Stato del 4 novembre 1831

Lungo il percorso museale il Presidente Mattarella si è poi trattenuto in particolare nella sala che racconta il decennio preparatorio che portò alla Seconda Guerra di Indipendenza in cui è esposto un grande telaio con il Tricolore e in quella dedicata a Garibaldi e alla Spedizione dei Mille.

Sergio Mattarella è il settimo Presidente della Repubblica a visitare il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano: prima di lui lo hanno fatto Luigi Einaudi, Giovanni Gronchi, Sandro Pertini, Francesco Cossiga, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano.

Più tardi  il Presidente  Mattarella ha partecipato all’inaugurazione del PalaSermig, il nuovo palazzetto dello Sport dell’Arsenale della Pace, a Torino.
“E’ una iniziativa che vale per chi la frequenterà potendo, grazie ai volontari, fare sport in maniera aperta e serena, crescendo nella capacità di fare squadra, di competere con gli altri. Ma è anche  punto di coesione per chi vive qui intorno. E’ esempio di come si vive insieme, di come si è comunità”, ha detto.

 

A Camera riflessioni su potere, sicurezza e controllo sociale

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“Salvatore Vitale. How to Secure a Country +”.  A “CAMERA” negli scatti del fotografo siciliano

Fino al 12 dicembre

Classe ’86, di origini palermitane, Salvatore Vitale è un artista visivo, ma anche editore e docente, residente oggi a Zurigo. E proprio dal risiedere in uno dei Paesi, la Svizzera, noti per essere politicamente e socialmente fra i più sicuri al mondo, deriva il suo interesse ad esplorare le strutture di potere, la mediazione tecnologica e l’influenza di questi elementi nella società. Così, quando nel 2014 gli svizzeri votarono a favore di un’iniziativa popolare federale “contro l’immigrazione di massa”, l’immigrato Vitale sentì il bisogno di mettere mano ad un progetto teso ad esplorare le misure di sicurezza nazionale del Paese che lo ospitava, concentrandosi “su istruzioni, protocolli, burocrazie e soluzioni concrete adottate”, da lui visualizzate in fotografie, diagrammi e  illustrazioni grafiche. Nel 2015, quel progetto dal titolo “How to Secure a Country” riceve un premio dallo “Swiss Arts Council” e oggi ne troviamo testimonianza nella “Project Room” di “CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia” di Torino. Prima personale dell’artista palermitano in un’istituzione italiana, la mostra è curata da Giangavino Pazzola, con il sostegno della “Fondazione Svizzera per la Cultura Pro Helvetia” in collaborazione con OGR Torino e la Galleria “Ncontemporary” di Milano. Oltre quaranta le opere esposte realizzate con differenti media e appartenenti a due nuclei di lavori, relativi ad altrettante ricerche di lungo periodo realizzate da Vitale a partire dal 2014 sino ad oggi. La maggior parte di esse appartengono alla serie “How to Secure a Country +” (2014 – 2019), racconto quasi didattico, neutro e acritico del sistema di sicurezza nazionale svizzero esplorato dal suo interno. “Articolando il discorso in diversi capitoli, Vitale ricostruisce un quadro esaustivo – sottolineano gli  organizzatori – del sistema di sicurezza di uno stato, portando lo spettatore a riflettere sull’idea di protezione nella relazione tra autorità e individuo”. Incluse nel percorso espositivo, sono anche due opere del progetto “Persuasive System”, ricerca iniziata dall’artista nel 2020, e attualmente ancora in corso, incentrata sul tema dell’influenza della sorveglianza digitale nel controllo sociale degli individui. E proprio in quest’ottica, nella “Corte Est”, antistante l’ingresso principale di OGR Torino, è stata ospitata l’installazione di tre telecamere di sorveglianza che registrano in tempo reale il passaggio delle persone in una area delimitata, e segnalata per mezzo di un segno grafico, in conformità con le direttive europee. Le immagini sono state trasmesse contestualmente in diretta sia sui grandi schermi allestiti nel foyer di OGR (rimossi dopo la prima settimana di mostra) sia in due monitor installati a “CAMERA”, tutt’oggi in funzione, per “rafforzare così l’idea di pervasività della sorveglianza nella vita sociale odierna”. Sempre a “CAMERA” troviamo anche l’installazione di un “video-essay” realizzato per l’occasione da Vitale, con il quale viene messa in scena la rievocazione di un esperimento sociale sul comportamento delle persone. “Combinando immagini fisse e in movimento, filmati d’archivio, dati fattuali e testo, l’opera si avvale della ‘metafora dell’aeroporto’ per svelare i paradossi connaturati alla logica della sorveglianza sistemica, evidenziando la necessità di porre maggior attenzione ai processi di omologazione dei comportamenti collettivi e dei sistemi che regolano la loro formazione”.

A completamento della mostra, Salvatore Vitale terrà un incontro aperto al pubblico il 25 novembre alle ore 18.30 a “CAMERA” e dal 26 al 27 novembre un workshop teorico-pratico, “The Narrative Impulse”, in cui condurrà i partecipanti nella creazione di un progetto narrativo costruito mediante la combinazione della fotografia con media diversi come suono, video, piattaforme social, web, immagini d’archivio. Per informazioni e iscrizioni, www.camera.to

“How to Secure a Country +” rientra nel ciclo di mostre “Passengers. Racconti dal Mondo Nuovo”, programma dedicato da “CAMERA” agli artisti mid-career che maggiormente rappresentano esempi di innovazione del linguaggio visivo contemporaneo.

Gianni Milani

“Salvatore Vitale. How to Secure a Country +”

CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/0881150 o www.camera.to

Fino al 12 dicembre

Orari: lun. merc. ven. sab. dom. 11/19; giov. 11/21. Mart. chiuso

Nelle foto:

Immagini da “How to Secure a Country +”

Quando il barocco incontra il folk

L’ORCHESTRA SINFONICA DI SAVONA INCONTRA GLI ALLIEVI DEL COLLEGIO EINAUDI. VENERDÌ 12 NOVEMBRE CONCERTO E CONFERENZA “IL BAROCCO INCONTRA IL FOLK”

Uno dei programmi più amati del ‘tour’ del Voxonus Festival entra a far parte del progetto di formazione musicale per i giovani

Secondo appuntamento torinese per il Voxonus Festival, la rassegna barocca dell’Orchestra Sinfonica di Savona, che venerdì 12 novembre presenterà al Collegio Universitario Einaudi “Il Barocco incontra il Folk”. Suoneranno Maurizio Cadossi (violino), Claudio Gilio (viola) e Flavio Spotti (percussioni etniche). Il repertorio spazierà dai brani di Solomon ed Henry Eccles a quelli di PlayfordKircher e Lully. Il programma, che verrà presentato alle 18 con una conferenza riservata agli studenti e alle 21.15 con il concerto, prevede un dialogo tra pubblico e musicisti, che racconteranno, anche attraverso l’evoluzione degli strumenti originali, la storia del Barocco europeo.

“Il Barocco incontra il Folk” è un esempio delle contaminazioni crossover che interessano il percorso culturale del Voxonus Festival, che con questo studio tra musica colta e popolare realizza una ricerca filologica senza precedenti. Claudio Gilio e Maurizio Cadossi fanno inoltre parte del ricercato Voxonus Duo. Dopo gli apprezzamenti ricevuti dalla critica musicale, grazie alla Fondazione Collegio Universitario Einaudi si consolida il legame tra Liguria e Piemonte con uno sguardo privilegiato verso un pubblico giovane. Così è stato anche per la rassegna “Off” andata in scena all’Accademia Musicale di Savona Ferrato-Cilea.

“Questa iniziativa di formazione musicale realizzata nell’ambito del Voxonus Festival rappresenta per i nostri studenti e studentesse una peculiare opportunità di formazione, che abbina approfondimenti in aula ad esperienze concertistiche, con l’obiettivo di avvicinarli al mondo della musica. I nostri studenti e studentesse saranno accompagnati in questa esperienza dal Maestro Claudio Gilio e da alcuni componenti dell’Orchestra Sinfonica di Savona. Insieme approfondiranno il tema della ‘creatività’ in una possibile sua applicazione musicale”, commenta Laura Viada, Direttrice della Formazione del Collegio Einaudi.

La Fondazione Collegio Universitario Einaudi è una fondazione privata senza fini di lucro, che gestisce Collegi di Merito riconosciuti e accreditati dal MUR. Con le sue cinque residenze il Collegio offre spazi di vita e percorsi di formazione a oltre 800 studentesse e studenti universitari meritevoli. La mission del Collegio è valorizzare il merito e il potenziale di studenti universitari motivati a sviluppare nuove capacità, raggiungere risultati eccellenti e crescere come Persone, Cittadini e Professionisti, offrendo loro un ambiente di studio e di vita stimolante e interdisciplinare e un percorso di formazione personalizzato e trasversale. L’incontro si inserisce pertanto in questo ambito di sviluppo formativo di abilità trasversali.

Voxonus nasce 10 anni fa ad Albissola Marina dall’idea di Claudio Gilio, direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica di Savona, e dello specialista Filippo Maria Bressan all’interno del progetto Academia di musici e cantori. Una realtà stabile, sinfonica, operistica e corale, improntata su musiche e strumenti del Sette-Ottocento. Sebbene la cifra stilistica sia l’espressione artistico-culturale di epoca barocca, il repertorio si apre a contaminazioni crossover con incursioni di altri generi, che regalano al pubblico un’esperienza unica. Protagoniste della rassegna sono le formazioni Voxonus Orchestra, Voxonus Quartet, Voxonus Choir e Voxonus Duo. Nel 2020, in pieno lockdown, è nata l’etichetta discografica Voxonus Records e proprio questa etichetta ha realizzato il cortometraggio ‘Risvegli’ diretto da Francesco Ghiaccio, con Across Duo, e distribuito da Vevo.

I posti riservati al pubblico per il concerto delle 21.15 sono limitati ed è pertanto necessaria la prenotazione. Green pass obbligatorio. Per info e contatti con l’Orchestra Sinfonica di Savona: Tel. + 39 019 824663 | Cell. + 39 340 6172142 | info@orchestrasavona.it

Dal “Diavolo veste Prada” al Museo del Cinema: Stanley Tucci alla Mole

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L’attore americano Stanley Tucci è stato ieri in visita al Museo Nazionale del Cinema.

In Italia per girare una puntata della serie Searching for Italy della CNN, l’attore ha manifestato il desiderio di visitare in forma privata il Museo Nazionale del Cinema. La visita è stata preceduta da una proiezione strettamente privata al Cinema Massimo del film 007 No time to die, quale sorpresa di fine riprese per la crew che lo ha accompagnato in città.

Accolto al museo dal presidente Enzo Ghigo e dal direttore Domenico De Gaetano, Tucci è rimasto affascinato dalla bellezza dell’edificio, tanto da prendere l’ascensore panoramico e salire fino in cima alla Mole Antonelliana per ammirare la città dall’alto. Una prova di grande coraggio per lui che soffre tantissimo di vertigini, e l’emozione è stata così forte che ha affermato che la prossima volta ha intenzione di fare la salita nell’intercapedine della cupola.

Molto colpito e incantato dallo splendore del museo  e dell’Aula del Tempio: uno spazio così suggestivo e inaspettato che per lui rappresenta un grande omaggio al cinema, soprattutto la mostra Photocall con i volti di attori conosciuti, da Isabella Rossellini a Monica Bellucci.

Ha dimostrato molto interesse alla programmazione e alle attività delle salette dedicate alla realtà virtuale CineVR, posizionate di fianco al Moloch del film Cabiria, film da lui conosciuto e apprezzato.

Molto conosciuto in Italia per diverse sue interpretazioni, ha dichiarato che uno dei suoi personaggi preferiti è Nigel ne Il Diavolo veste Prada, e ha acconsentito a firmare il manifesto e la locandina.

“Les italiens” e quella Parigi così viva tra le due Guerre

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“Parigi era viva. De Chirico, Savinio e les Italiens de Paris”: questo è il titolo della mostra che si è aperta il 21 ottobre scorso presso il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto.

Attraverso settanta opere viene raccontata l’avventura di sette artisti italiani che, arrivati nella Ville Lumière, in momenti diversi, per vivere, lavorare e fondersi in quell’atmosfera artistica di grandi movimenti e di immensi pittori, espongono insieme per la prima volta nel 1928: Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, Massimo Campigli, Filippo De Pisis, Renè Paresce e Gino Severini. Parigi, in quegli anni, mantiene intatto il proprio fascino e si conferma capitale dell’arte e delle arti. Montparnasse ha, ormai, definitivamente sostituito Montmartre quale cuore pulsante della vita culturale parigina. Picasso, Braque, Soutine, Pascin, Aragon, Cocteau, Dalì, Man Ray vivono e lavorano nel quartiere, animano le notti alla Cupole e stravolgono l’arte. Modigliani è morto nel gennaio 1920, ma la sua straordinaria leggenda e la forza espressiva delle sue opere continuano a influenzare il mondo culturale parigino. E’ in questo luogo meraviglioso, come definirà Breton la Parigi di quegli anni che les italiens dipingono alla ricerca di conferme e aperti a nuove influenze.

La mostra, divisa in sette sezioni, ci regala, attraverso le tele, gli sguardi diversi e complementari di questi pittori. Les italiens, ciascuno secondo il proprio “sentire” e la propria tecnica e il proprio stile, evocano nei quadri atmosfere classiciste, influenzate dal surrealismo con il quale vengono a contatto a Parigi.

Accompagnato dalle fotografie e dalla musica di quegli anni spensierati, lo spettatore si immerge in un percorso espositivo multiforme che desta in lui emozioni e sensazioni diverse, trasportandolo in mondi lontani, immoti e quasi pietrificati, in vie brucianti di vita, in paesaggi assolati, in ambienti dove il tempo sembra essersi fermato. Stanza dopo stanza, sezione dopo sezione, si incontrano l’ossessiva ricerca e reinterpretazione del mito classico di De Chirico, le immagini surreali e inquietanti di Savinio, le donne dagli occhi grandi che riemergono da qualche dipinto parietale di micenea memoria di Campigli, le pennellate calligrafiche, avvolgenti e malinconiche di De Pisis, le forme cubiste di Paresce, i dolenti Pulcinella di Severini che tanto ricordano gli arlecchini e gli acrobati del Picasso del periodo blu e rosa e le tensioni plastiche di Mario Tozzi.

La parabola de les italiens dura pochi anni. I sette artisti proseguono singolarmente il loro percorso pittorico, seguendo ciascuno una strada diversa. Tuttavia, questo sodalizio segna profondamente la storia dell’arte europea tra le due guerre e rappresenta una testimonianza importante di come gli artisti italiani riuscirono a conquistare Parigi.

Barbara Castellaro

 

PARIGI ERA VIVA DE CHIRICO, SAVINIO E LES ITALIENS DE PARIS (1928-1933) Museo di Arti Decorative Accorsi -Ometto | Torino 21 ottobre 2021 – 30 gennaio 2022

ORARI Martedì, mercoledì e venerdì 10.00-18.00 │ Giovedì 10.00-21.00 │ Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00 │ La biglietteria chiude mezz’ora prima │ Lunedì chiuso

INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO: Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto Via Po 55 | Torino | 011 837 688 int. 3 www.fondazioneaccorsi-ometto.it info@fondazioneaccorsi-ometto.it