Cosa succede in città- Pagina 19

Paesaggi da sogno. Le 53 stazioni della Tokaido

Il MAO propone la prima selezione dell’omonima serie di stampe di Hiroshige che ci trasporta sulla leggendaria Via del Mare Orientale, fra l’antica capitale imperiale Kyoto ed Edo, l’odierna Tokyo.

 

MAO Museo d’Arte Orientale, Torino

Fino al 3 agosto 2025

Nell’ambito del riallestimento della galleria dedicata all’arte giapponese, il MAO presenta la prima di tre selezioni dedicate alla celebre serie Le 53 stazioni della Tōkaidō di Utagawa Hiroshige, uno dei capolavori assoluti dell’arte giapponese dell’Ottocento, di proprietà di UniCredit. Questa prima selezione prevede l’esposizione di 19 stampe, a cui seguiranno nei prossimi mesi altri due rotazioni di 18 xilografie ciascuna.

Il progetto si inserisce nel programma di rotazioni e interventi dinamici delle collezioni del MAO e, in questa configurazione, propone una lettura inedita della serie Le 53 stazioni della Tōkaidō di Hiroshige. Frutto della collaborazione con il Museo di Belle Arti di Montréal (MMFA), l’esposizione adotta un approccio ecologicamente sostenibile alla progettazione espositiva, in linea con l’orientamento che il MAO sviluppa da alcuni anni, volto a valorizzare il pensiero curatoriale e il contributo scientifico per un uso consapevole delle risorse museali. La serie conservata al MAO è infatti identica a quella presente nelle collezioni del MMFA: questo consente di realizzare una mostra in cui non siano le opere a viaggiare, ma la visione curatoriale e l’apparato educativo che la accompagnano.

Il progetto è curato da Laura Vigo, conservatrice di arte asiatica presso il MMFA, e si avvale dei contenuti didattici sviluppati dal museo canadese in occasione della presentazione della serie nel 2024, proposta allora con la medesima chiave interpretativa.

Installation view, “Paesaggi da sogno. Le 53 stazioni della Tokaido”. Foto: Studio Gonella

Realizzata per la prima volta nel 1833 e pubblicata dalla casa editrice Hōeidō di Takenouchi Magohachi, la serie riscosse un successo immediato, rivoluzionando il panorama degli ukiyo-e, le celebri xilografie a blocchi di legno. Stampata in oltre 15.000 copie, la Tōkaidō divenne un vero e proprio bestseller dell’epoca Edoaccessibile a tutti: le singole stampe costavano quanto una ciotola di ramen e venivano comprate, appese, spesso dimenticate, per poi essere riscoperte e consacrate come opere d’arte in Occidente solo nella seconda metà del XIX secolo.

Ma perché questa serie è così speciale rispetto a quelle che l’hanno preceduta? Hiroshige, artista proveniente da una famiglia samurai, ebbe l’intuizione di trasformare un tema allora già molto frequentato – il viaggio lungo la Tōkaidō, la strada di 490 km che collegava Edo (l’odierna Tokyo) a Kyoto – in un racconto visivo capace di mescolare realtà e immaginazione. Con un linguaggio accessibile e modernissimoispirato all’arte tradizionale giapponese ma con profonde suggestioni occidentali (come la prospettiva centrale, l’ombreggiatura, il formato orizzontale e l’uso del blu sintetico), Hiroshige non si limitò a rappresentare il paesaggio, ma lo reinventò. Ogni stampa è una scena onirica, atmosferica, capace di evocare sogni di viaggio e avventura.

Queste immagini non nascevano come opere d’arte da museo, ma come prodotti editoriali di largo consumo. Eppure, proprio per questo furono rivoluzionarie. Il lavoro editoriale di Takenouchi Magohachi fu cruciale: non solo nella stampa e distribuzione, ma anche nel concept narrativo e visivo dell’intera seriecostruita come una sorta di storyboard ante litteram, pensato per catturare l’attenzione di un pubblico ampio e alfabetizzato, assetato di immaginazione e novità.

La Tōkaidō era una delle cinque grandi arterie del Giappone Tokugawa, istituita nel 1601 e percorsa da daimyo, pellegrini e, col tempo, da mercanti e viaggiatori comuni. Ogni stazione di posta offriva alloggi, cibo, servizi (anche sessuali) e prodotti tipici. Hiroshige restituì tutto questo, e molto di più: trasmise il senso del movimento, la varietà degli incontri, il fascino di un paese in trasformazione. Le sue stampe trasformarono l’ordinario in straordinario, aprendo al pubblico giapponese – e in seguito anche a quello occidentale – un mondo sospeso tra realtà e sogno.

Accesso incluso nel biglietto delle collezioni permanenti.

MAO Museo d’Arte Orientale

Via San Domenico, 11, Torino

ORARI

martedì – domenica: 10 – 18. Lunedì chiuso.

La biglietteria chiude un’ora prima. Ultimo ingresso ore 17.

Anthony McCall – Solid Light alla Reggia di Venaria

Da Sabato 28 Giugno 2025 a Domenica 31 Agosto 2025

Le iniziative espositive della Reggia di Venaria spaziano in campo internazionale con la proposta dei nuovi linguaggi ed espressioni artistiche di Anthony McCall, artista britannico noto per le sue installazioni a luce solida.

Installation Photography of Anthony McCall ‘Solid Light’ Exhibition at Tate Modern

Le sue “sculture luminose” consistono in scenografici fasci di luce piani, curvi e conici tesi a delineare volumi che, come lame fisiche, percorrono spazi oscurati: alla Venaria Reale, attraverso una lettura contemporanea inedita, entrano in dialogo con gli ambienti barocchi e le prospettive della Reggiacoinvolgendo direttamente il visitatore in esperienze che espandono e superano le tradizionali performance del cinema artistico.

La mostra-evento propone alcune delle più significative installazioni dell’artista inglese.

Le opere iniziali documentano le prime esplorazioni di McCall sulle forme geometriche negli anni ’60 e ’70 con disegni e fotografie.
Si prosegue con un video digitale della performance realizzata dall’artista nel film del 1972 Landscape for Fire.
Il fulcro dell’esposizione è costituito da quattro installazioni “solid light works” esplorabili fisicamente da parte del pubblico che può attraversarle con il corpo, interagendovi nella totalità.

Solid Lights si inserisce nell’ambito del programma Into the Light dedicato al tema della luce che denota un ampio cartellone di eventi, iniziative, mostre ed attività fino al 2026.


Realizzata in collaborazione con Tate, UK, con la cura di Gregor Muir, Director of Collection at Tate Modern – Exhibition Curator e di Andrew de Brún, Assistant Curator of International Art at Tate Modern – Exhibition Co-Curator .

Donne, premio Marcellina Gilli a una giovane cardiologa

Riconoscimento assegnato a Tiziana Claudia Aranzulla

E’ Tiziana Claudia Aranzulla, una cardiologa interventista catanese di nascita ma da anni all’ospedale Mauriziano di Torino, la vincitrice del premio Marcellina Gilli 2025. Il riconoscimento è  istituito dal Consiglio regionale e promosso dalla Consulta femminile regionale. Nata nel 1976, laureatasi con lode all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna e  specializzatasi in cardiologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha un curriculum prestigioso di attività di ricerca, esperienze internazionali e riconoscimenti. Nel 2018 è stata selezionata fra le dieci migliori donne cardiologhe interventiste al Convegno internazionale C3, Complex Cardiovascular Catheter Therapeutics, che si è tenuto a Orlando, in Florida. “Le mie più grandi congratulazioni alla dottoressa Tiziana Aranzulla, per il talento dimostrato, per il contributo dato all’innovazione medico scientifica, allo sviluppo e alla crescita del nostro territorio, del Piemonte. Un riconoscimento bello e doveroso che testimonia quanto il ruolo delle donne sia determinante, efficace, centrale e necessario nei diversi ambiti delle nostre comunità. La società è senz’altro migliore quando a parteciparvi attivamente sono anche le donne ed è quindi necessario che si creino sempre maggiori opportunità affinché esse possano esprimere appieno se stesse in ogni ambito del vivere civile” ha commentato il presidente del Consiglio regionale, Davide Nicco.

La Regione: “Bene potenziare Ryanair a Torino”

«L’accordo tra Sagat e Ryanair per il potenziamento delle rotte da Torino grazie al terzo aereo basato nel nostro scalo rappresenta un ulteriore e strategico passaggio nel percorso di crescita dell’aeroporto e di sviluppo del turismo nel nostro territorio. È particolarmente significativo infatti che la prima compagnia aerea in Europa e in Italia per passeggeri continui a puntare su Torino e il Piemonte, e decida di far crescere la sua presenza con un investimento complessivo di 300 milioni di dollari e un traffico previsto di 3 milioni di passeggeri, nel quadro delle performance dello scalo che ha chiuso il 2024 con il record assoluto di passeggeri. Questo nuovo investimento darà ulteriore impulso in vista della stagione invernale in un contesto nel quale crescono i numeri di chi sceglie di trascorrere le vacanze in Piemonte, territorio che registra il 53 per cento di presenze di turisti stranieri, con un dato più alto della media nazionale, a conferma di una capacità di attrazione del pubblico internazionale che affonda le sue radici nella bellezza del nostro territorio, nella varietà dell’offerta turistica e dei grandi eventi» dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport, Paolo Bongioanni commentando l’annuncio di Ryanair di aggiungere un terzo aereo su Torino a partire dall’inverno 2025-26.

“Prendersi cura”, la nuova stagione della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani

 

Oltre cinquanta spettacoli per tutte le età e una forte attenzione ai temi sociali ed educativi: è la stagione della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino, che per il 2025-2026 ruota intorno al tema del “Prendersi cura”. Un programma ricco di proposte, nuovi linguaggi scenici, artisti under 35 e spettacoli rivolti a bambini, adolescenti e adulti.

“La nuova stagione della Fondazione TRG unisce arte, educazione e impegno sociale attorno al tema ‘Prendersi cura’ – ha dichiarato l’assessora alle Politiche educative e giovanili della Città di Torino Carlotta Salerno -, offrendo un programma ricco, con numerosi spettacoli e laboratori pensati per coinvolgere i giovani e gli studenti, cittadini e cittadine di domani. Una visione condivisa con la Città di Torino, che riconosce nella cultura e nell’educazione strumenti imprescindibili per la crescita sociale e individuale”.

La sinergia tra la Fondazione TRG e la Città di Torino si riflette anche nel dialogo con le principali istituzioni e rassegne culturali del territorio, quali MITO SettembreMusica, MITO per la Città o il Torino Jazz Festival, con una particolare attenzione alle proposte pensate per le nuove generazioni. Proprio quest’anno tre appuntamenti di MITO saranno ospitati alla Casa del Teatro, ampliando ancora una volta le possibilità di fruizione artistica per il pubblico giovane.

Il tema “Prendersi cura” percorre trasversalmente tutta la stagione e si riflette anche nelle nuove produzioni della Fondazione TRG, come Le quattro stagioni (coproduzione con Unione Musicale) che celebra il ciclo della vita con omaggio musicale a Vivaldi, e Zerozerosottozero di Nicolò Tommasini, spettacolo ideato nell’ambito del progetto B.I.S. per un Teatro Bello, Inclusivo e Sostenibile, vincitore del bando “Circoscrizioni che spettacolo… dal vivo!” promosso dall’Assessorato alla Cultura, che affronta il tema della responsabilità individuale di fronte alla crisi climatica e ai suoi effetti sul mondo animale.

Nel periodo natalizio arriva Il canto di Natale, interpretato da Claudio Dughera e Claudia Martore, mentre a gennaio debutta Il mago di Oz, scritto da Micol Jalla e diretto da Isabella Locurcio. Segue Winnie the Pooh della compagnia Drogheria Rebelot, un poetico viaggio tra ricordi e crescita.

Tra le proposte più originali spiccano It’s a match, ambientato in un futuro distopico dove figli e genitori si scelgono su un’app, e Io uccido i giganti, ispirato all’omonimo graphic novel, entrambi firmati da under 30.

Il repertorio TRG propone spettacoli per tutte le età, tra cui KolokIn viaggio con il Piccolo PrincipeLa piramide invisibileAlbert ed ioSulla vita sfortunata dei vermiP come PenelopePinocchioChi sei?Quadrotto, Tondino e la LunaAlice in WWWonderland e La caverna delle meraviglie, che affrontano temi di filosofia, scienza, inclusione, crescita e identità.

La stagione si inaugura con il Festival Incanti, che porta in scena due compagnie spagnole: Anónimos (compagnia Rauxa) e Univers (Engruna Teatre). Tra le novità anche Giulietta e Romeo di Roberto Latini, Capolavori di Mario Berruto, K(-A-)O del coreografo Kenji Shinohe, Meraviglia! di Elsinor e Da dove guardi il mondo? de La Piccionaia.

La danza è protagonista con la Fondazione Egri e quattro titoli: Lo SchiaccianociM’illumino d’immensoEinstein – The Dark Matter e il Gala della danza.

Numerosi gli spettacoli per l’infanzia e le famiglie, tra cui Tutto cambia!Penny e il primo fiocco di neveBluABCD’emozioniIl nuovo vestito dell’imperatriceToc tocBabù e il bosco dei profumiLino e LoneAlfonsina corridoraC’è un cavallo nell’armadioIl lupo e i sette caprettiLumacheIl primo miracoloPer questo!SolitariumCappuccetto Rosso nella pancia del lupo e Sciopero!.

Non mancano appuntamenti speciali: Halloween alla Reggia di Venaria in collaborazione con Artemakìa, Funny Magic Show con il Circolo Amici della Magia, e Carnevalzer, festa acrobatica per tutta la famiglia.

Il cartellone include anche incontri, attività educative, percorsi formativi e programmazione scolastica. La Casa del Teatro si conferma così un luogo aperto e vivo tutto l’anno, dove cultura, arte e crescita si intrecciano nel tempo lento e prezioso dell’incontro.

TORINO CLICK

Le mammografie anche di sabato alla Città della Salute e della Scienza di Torino 

A partire dal mese di luglio, tutte le donne residenti a Torino tra i 45 e i 74 anni potranno prenotare una mammografia di screening gratuita anche il sabato, dalle ore 8 alle ore 16, presso il Centro di Senologia del presidio San Giovanni Antica Sede della Città della Salute e della Scienza di Torino in via Cavour 31.
L’obiettivo è incentivare la partecipazione allo screening, recuperare entro dicembre sulle liste d’attesa ed offrire più flessibilità, permettendo anche a chi lavora durante la settimana di effettuare l’esame in un giorno normalmente non lavorativo.
Il Centro di Senologia metterà a disposizione tutte le 6 apparecchiature mammografiche presenti nel servizio garantendo l’effettuazione di circa 200 mammografie ogni sabato di luglio. La programmazione potrà continuare nei mesi successivi.
Possono prenotare le donne che non hanno effettuato una mammografia nel programma “Prevenzione Serena” negli ultimi due anni (o nell’ultimo anno se hanno meno di 50 anni).
Il programma regionale di screening, gratuito e su invito, prevede mammografie biennali per le donne tra i 50 e i 69 anni, annuali su richiesta per quelle tra i 45 e i 49 anni, e prosegue fino ai 74 anni.
Per prenotare è sufficiente chiamare il numero verde 800 00 11 41 attivo dal lunedì al sabato dalle ore 8 alle ore 20, oppure accedere al portale PIEMONTETU (www.piemontetu.it) con SPID o Carta d’Identità Elettronica. La mammografia è totalmente gratuita, viene letta da due radiologi e tutto il percorso è sottoposto a rigorosi controlli di qualità.
“Al fine di aumentare la percentuale di donne sottoposte al test di screening, la Città della Salute e della Scienza di Torino si è molto impegnata nell’ampliare le possibilità di prenotazione dell’esame incrementando le ore di attività del personale sanitario coinvolto con prestazioni aggiuntive, anche ricorrendo, oltre ai Fondi Regionali dedicati alle attività di screening, ai Fondi aziendali derivanti dal Fondo Balduzzi, destinato all’abbattimento dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie. Grazie alla preziosa partecipazione del personale aziendale, sono stati pertanto aumentati gli spazi disponibili per l’adesione alla mammografia” dichiara Flavia Pirola (Direttrice sanitaria (CDSS).
La Città della Salute e della Scienza (CDSS) di Torino partecipa a Prevenzione Serena, il programma di screening della Regione Piemonte finalizzato alla prevenzione e diagnosi precoce del tumore della mammella, del tumore del collo dell’utero e del tumore del colon-retto.
Lo screening del tumore della mammella, tumore al primo posto per diffusione e per numero di decessi nella popolazione femminile, si basa sulla mammografia bilaterale quale test di primo livello, che può essere seguito, sulla base delle risultanze di questo, da ulteriori indagini.
Presso la CDSS tale esame viene erogato dalla Senologia di Screening (diretta dal dottor Vincenzo Marra), struttura inserita nel Dipartimento di Diagnostica per Immagini e Radiologia Interventistica (diretto dal professor Paolo Fonio), in stretta collaborazione con la struttura Epidemiologia di Screening – CRPT (diretta dalla dottoressa Livia Giordano, Responsabile del Programma 1 di Screening).
Così come per gli altri programmi di screening, anche per lo screening del tumore della mammella è fondamentale l’adesione dell’utenza: se, infatti, è compito e responsabilità delle Aziende Sanitarie il corretto invio degli inviti ai test, il cittadino diventa attore principale nel raggiungimento degli obiettivi di copertura esami, vale a dire del numero di persone sottoposte al test rispetto alla popolazione bersaglio.

L’arte che nasce dalle crepe dell’asfalto

Al torinese “PAV – Parco Arte Vivente”, Centro Sperimentale d’Arte Contemporanea, la prima mostra istituzionale dell’americano Alan Sonfist

Fino al 19 ottobre

Classe 1946, newyorkese cresciuto nel South Bronx, Alan Sonfist è universalmente noto come il “pioniere”, l’“apripista” della “Land (o Earth) Art”. Certamente fra i più rigorosamente “fedeli” a quell’arte (che coinvolse con le più varie sfaccettature artisti del calibro di Robert Smithson, Dennis Oppenheim, Jean Claude e Christo, fino al nostro Alberto Burri)  “fatta con – e nella – natura”, nata negli Stati Uniti nel decennio ’67 – ’78, in antitesi con il “figurativismo” della “pop art” e le fredde “geometrie” della “minimal art”. A regalare, da subito, a Sofist la notorietà, il suo “Time Lanscape”, una sorta di scultura ambientale datata 1965, un appezzamento rettangolare (tuttora in via di compimento e trasformazione) situato nella parte sud di Manhattan, all’angolo fra West Houston Street e LaGuardia Place nel “Greenwich Village” di New York City, dove l’artista insieme a una numerosa comunità di esperti, urbanisti, biologi, architetti e politici locali, per 13 anni ha studiato e creato una “foresta”, la prima “foresta urbana” del genere, abitata da piante precoloniali. Non un parco né una riserva naturale, ma “un monumento pubblico vivente e in mutamento, che gli uccelli, il vento e la presenza umana circostante modificano lentamente ancora oggi ogni giorno”. Opera studiata e progettata insieme ad altri fantasiosi (ma insieme concreti) interventi successivi sull’ambiente, di cui è data specifica contezza nella mostra “Seeds of Time” (“Semi del Tempo”), la prima in Italia, dedicata dal “PAV” di via Giordano Bruno a Torino, fino a domenica 19 ottobre, al grande artista statunitense. Curata da Marco Scotini, la rassegna – inserita nell’ambito di “Exposed, Torino Foto Festival”, con il sostegno di “Compagnia di San Paolo” e “Fondazione CRT” –  intende, soprattutto, approfondire i primi anni di attività di Sonfist (“archeologo visivo”, per sua stessa autodefinizione) per mettere in luce le peculiarità di quei suoi “monumenti pubblici” attraverso i quali guardare “non più solo agli eventi della storia umana – spiega Scotini – ma a quelli che celebrano l’intero ecosistema naturale, rivitalizzando così la storia dell’ambiente e delle diverse specie di un luogo”.

E proprio partendo dall’interesse “per l’interazione della natura negli ecosistemi urbani”, la mostra di Sonfist al “PAV” si apre con l’installazione a lui commissionata di “Growth Between the Cracks” (2025), opera curiosa, assolutamente singolare e non priva di genialità, che nasce partendo dall’invito fatto dall’artista alla comunità locale di  raccogliere nel perimetro della città di Torino campioni di terra nelle crepe dell’asfalto, negli interstizi dei marciapiedi e negli spazi liminali solitamente ignorati. Gran lavoro e materiale in abbondanza per i cittadini torinesi! Che, di certo, non hanno vieppiù che l’imbarazzo della scelta nel discernimento delle “buche” stradali più generose per adempiere al compito loro assegnato. E poi? E poi, si sottolinea, “le piante e i semi contenuti nel suolo raccolto e successivamente portati al ‘PAV’ vanno e andranno a costituire una mappatura frammentata della città, un carotaggio che racconta la storia di una via o di un quartiere attraverso la presenza di vegetali autoctoni o che testimoniano migrazioni a volte risalenti a ere o geografie lontane”.

In mostra troviamo anche gli scatti fotografici che illustrano il momento più “performativo” di Sonfist legato ai suoi esordi artistici, quelli più intensamente vincolati al rapporto, anche strettamente fisico, con la grande sua “musa ispiratrice”, quella “natura” che è “albero da abbracciare” per confrontarne le dimensioni rispetto al suo corpo (“Myself Becoming One with the Tree”, 1969) o “soggetto per studiare il comportamento animale, diventando egli stesso animale, tigre in ‘Tiger Chance Kill’ (1972 – ’74) o gorilla in ‘Territorial Gorilla Invasion’ (1972 – ’73)”.

A completare la rassegna anche la memoria di uno dei più ambiziosi e grandiosi progetti firmati da Sonfist, quel “Circle of Time” (1986), attraverso il quale l’artista documenta la storia del “paesaggio toscano” attraverso “sette anelli concentrici” (e qui la memoria va all’enorme “Spiral Jetty” creata nel ‘70 con cristalli di sale, sabbia e rocce basaltiche, per inventarsi una spirale che incorniciasse una piccola isola artificiale sulle rive del “Grande Lago Salato” dello Utah, da Robert Smithson!) che rappresentano ognuno una nuova fase dell’uso del territorio, portando alla luce la complessa relazione tra l’essere umano e la terra.

Nell’ambito dell’inaugurazione della mostra, giovedì 15 maggio scorso, le AEF/PAV (“Attività Educazione Formazione”) hanno realizzato anche un proficuo incontro – con la collaborazione di Carmen Concilio, “Dipartimento Lingue e Letterature Straniere” e “Culture Moderne” di “UniTO” – fra Alan Sonfist e le persone che hanno partecipato alla call to action lanciata dall’artista, contribuendo alla realizzazione dell’installazione “Growth Between the Cracks” (2025).

Gianni Milani

Per info:  “PAV – Parco Arte Vivente”, via Giordano Bruno 31, Torino; tel. 011/3182235 o www.parcoartevivente.it

Nelle foto: Alan Sonfist “Time Landscape”, fotografia, 1965; “Myself Becoming One with My Tree”, serie fotografica autoritratti, 1969; Workshop _ “84 Semi del tempo: crescita tra le crepe”, 2025