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La polizia salva uomo in cima al tetto

La sera del 17 giugno alle ore 20:30 circa gli equipaggi della Polizia di Stato di Novara sono intervenuti a Lumellogno dove era stata segnalata la presenza di un uomo seduto sul tetto, sulla grondaia del palazzo ad un’altezza di circa 15 metri

 

Giunti sul balcone, con la massima attenzione, gli agenti si arrampicavano lungo i pilastri portanti dell’abitazione giungendo a fatica sul tetto che, essendo spiovente, risultava molto difficile da gestire. Ciononostante gli operatori riuscivano a raggiungere l’estremità dello stesso e a prendere contatto visivo con l’uomo che nel frattempo aveva cambiato posizione, mettendosi in piedi sulla grondaia con le braccia aperte come per darsi una spinta. Si rendeva quindi necessaria un’azione fulminea posto che sembrava ormai inevitabile che l’uomo tentasse di saltare verso il vuoto.

Con grande lucidità e fermezza gli agenti decidevano di avvicinarsi al soggetto, e una volta giunti ad una distanza ravvicinata cingevano prontamente le braccia intorno al torace dell’uomo assicurando quindi una salda presa in modo da impedirgli il compimento   dell’insano gesto.

Riportata la situazione alla calma e tranquillizzati familiari in evidente stato di agitazione gli veniva riferito che l’uomo è una persona con seri problemi psichici che già da tempo ha intrapreso un percorso di cura psichiatrico e che più volte, in passato, ha tentato di farla finita.

Metropolitana verso 24 ore di sciopero

Sabato 22 giugno 2019 è  previsto uno sciopero aziendale della durata di 24 ore della Metropolitana, su tematiche aziendali proprie del settore, indetto dalla RSU Movimento Metropolitana.

IL SERVIZIO SARÀ COMUNQUE GARANTITO NELLE SEGUENTI FASCE ORARIE:

  • dalle ore  6.00 alle ore 9.00
  • dalle ore 12.00 alle ore 15.00

Sarà assicurato il completamento delle corse in partenza entro il termine delle fasce di servizio garantito.

Sequestrata panetteria: un quintale di alimenti andati a male

Nell’ambito dei servizi straordinari di controllo del territorio disposti dal Questore di Torino, volti a prevenire il degrado sociale e la criminalità diffusa, è stato effettuato, nella sera di lunedì scorso, un controllo straordinario del territorio ad alto impatto nel quartiere San Salvario

 

L’attività di controllo, coordinata da personale del Commissariato Barriera Nizza, con la collaborazione del Reparto Prevenzione Crimine e di un’unità cinofila, ha principalmente interessato 6 locali commerciali ubicati nella zona di piazza Bengasi.

 

le persone complessivamente identificate.

 

2 cittadini italiani, di 41 e 37 anni, sono stati denunciati per porto di oggetti atti ad offendere e possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli; a loro carico sono stati sequestrati un cacciavite e due coltelli.

 

Il titolare di una sala scommesse di piazza Bengasi, un cittadino italiano di 42 anni, è stato sanzionato per 660 € per la presenza di una sala fumatori priva delle caratteristiche dettate dalla legge.

Infine, un trentacinquenne egiziano di 37 anni è stato denunciato per detenzione e vendita di alimenti in cattivo stato di conservazione: infatti, gli agenti procedevano al rinvenimento e sequestro, all’interno del suo panificio/pasticceria, di 109 kg di alimenti di origine animale e vegetale, alcuni dei quali in stato di decomposizione. Nell’intera attività, anch’essa ubicata in piazza Bengasi, si riscontrava la presenza di animali infestanti (blatte e scarafaggi), di escrementi di piccione ed una diffusa sporcizia sia nell’area di panificazione che nel deposito. Pertanto, il locale è stato sottoposto a sequestro penale per il rischio di eventuali danni alla salute.

 

ESERCITO: “FEDERIGO CAPRILLI SEMPRE ATTUALE”

Convegno a Palazzo Arsenale sulla figura leggendaria dell’Ufficiale dell’Esercito, cavaliere indomito di ieri, oggi, e domani

 Tra i quadri raffiguranti scene equestri di inizio ‘900 dell’aula magna di Palazzo Arsenale sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito a Torino si è svolto il convegno e dibattito intitolato: “Federigo Caprilli: sempre attuale”,  realizzato dal Centro Studi Federale della FISE (Federazione Italiana Sport Equestri) in collaborazione con l’Esercito Italiano. Il convegno incentrato sulla figura dell’ufficiale dell’Esercito, il Capitano Federigo Caprilli, ha visto intervenire il Gen. D. Salvatore Cuoci, Comandante per la  Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito; Luca Doria, consigliere federale della FISE in rappresentanza del Presidente della Federazione; e Giacomo Borlizzi moderatore del convegno e Presidente del Comitato Regionale FISE Piemonte.  I numerosi relatori che si sono alternati tra i quali: tecnici del settore, storici dell’equitazione, atleti degli sport equestri del mondo militare e civile, hanno confermato l’attualità della figura di Federigo Caprilli, l’ammirazione per colui che tutt’oggi è considerato il padre dell’equitazione naturale e moderna, fornendo una visione dello “stile caprilliano” adattata ai giorni nostri, che si sviluppa sempre attraverso l’intuizione, lo studio e l’applicazione, giungendo così pronta, come modello per il futuro. Il convegno è stato un momento significativo per incentivare il coinvolgimento delle future generazioni di cavalieri alla conoscenza di questa figura senza tempo. Inoltre, è stata una circostanza per ricordare anche ai giovani Ufficiali dell’Esercito presenti all’evento, come nel giugno del 1902 durante il “1° Concorso Ippico Internazionale” di Torino, il Capitano Caprilli conquistò il primato mondiale della categoria di potenza, proprio a piazza d’armi in quello stesso luogo in cui oggi gli Ufficiali frequentatori del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito continuano il loro impegno nello sport, nel solco tracciato da Caprilli sempre con “il cuore oltre l’ostacolo”.

 

Quintali di sigarette di contrabbando scoperte dalla Finanza

Un vero e proprio “fiume” di sigarette tra le vie di Torino quelle smerciate da un quarantenne denunciato, nei giorni scorsi, dalla Guardia di Finanza del capoluogo piemontese

I Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego hanno individuato un contrabbandiere responsabile di aver importato, dalla Romania e dalla Ucraina, alcuni quintali di sigarette di contrabbando.  G.D.S., queste le sue inziali, di origini rumene ma residente a Torino, aveva organizzato, da tempo, un florido mercato illegale del tabacco; ordini quotidiani e, addirittura, consegne a domicilio, nascondendo i pacchetti di sigarette all’interno di buste per la spesa opportunamente riempite con prodotti di uso domestico e alimenti per occultarne la visibilità. L’uomo, senza una palese occupazione lavorativa, era però intestatario di tre furgoni, utilizzati per le consegne e di alcuni box interrati nel quartiere “Parella” di Torino e a Grugliasco (TO) dove nascondeva le sigarette. I Finanzieri hanno, inizialmente, fermato l’uomo nei pressi del mercato di Corso Racconigi; controllando il mezzo, gli inquirenti hanno rinvenuto i primi 50 chilogrammi di tabacchi di tutte le marche. Da qui, le perquisizioni in via Gian Francesco Re a Torino e in alcuni box sotterranei di via Cuorgnè a Grugliasco (TO), a lui affittati in “Nero”, dove è stata sequestrata mezza tonnellata circa di stecche, occultate in un doppio fondo ingegnosamente ricavato, all’interno di un furgone. Ci sono voluti i Vigili del Fuoco per aprire un varco all’interno del mezzo, per via di un sofisticato sistema meccanico di sicurezza installato dall’uomo. Nei prossimi giorni, i Finanzieri ascolteranno anche i numerosi clienti di G.D.S., per chiedere spiegazioni in merito agli acquisti di sigarette, comprate al prezzo di 35 euro a stecca. Ora l’uomo, denunciato alla Procura della Repubblica di Torino per contrabbando, rischia sino a 5 anni di carcere e l’espulsione dal territorio dello Stato. Il carico illegale è stato sequestrato. La complessa operazione rientra nel quadro delle attività svolte, in via esclusiva, dalla Guardia di Finanza quale Polizia Economico Finanziaria a tutela della concorrenza e del mercato, nonché della vigilanza su diritti di confine e dei monopoli.

Il “sosia” di Pirlo denunciato per truffa

Un 48enne di Valenza che raggirava i commercianti spacciandosi per Andrea Pirlo, ex calciatore della Juve è stato smascherato dalla polizia e denunciato per truffa e sostituzione di persona. Il truffatore telefonava ai negozianti ordinando abiti per migliaia di euro e chiedendo anche un po’ di sconto. La compagna si spacciava come collaboratrice  e passava a ritirare gli i capi di abbigliamento. E’ stato lo stesso Andrea Pirlo (quello vero) a presentare  querela dopo avere ricevuto una numerosi  solleciti per acquisti che non aveva mai fatto.

CHIEDE UN PRESTITO MA VIENE TRUFFATO

La settimana scorsa la Polizia di Stato ha denunciato cinque persone per il reato di truffa

Nello specifico, pochi giorni prima, si era presentato all’Ufficio denunce della Questura di Vercelli un uomo che aveva dichiarato che, ad Ottobre 2018, avendo la necessità di affrontare cure mediche molto costose, aveva iniziato la ricerca di un prestito di denaro on line della cifra di euro 40000.

 

Pochi giorni dopo l’inizio della ricerca, veniva contattato telefonicamente da un uomo che, presentandosi come un intermediario finanziario francese, gli proponeva il prestito dell’intera somma da lui richiesta ad un tasso d’interesse molto conveniente.

Per sbloccare il prestito l’uomo avrebbe dovuto effettuare una ricarica su postepay di alcune centinaia di euro, ottenendo la promessa che nel giro di 24 ore dall’operazione di ricarica avrebbe ricevuto il bonifico della cifra di cui necessitava.

 

Per convincerlo della bontà dell’operazione “l’intermediario francese” inviava sulla mail personale dell’uomo la modulistica necessaria per l’attivazione del prestito e, dopo averla regolarmente compilata, quest’ultimo la rispediva all’indirizzo email da cui era stata spedita; dopodiché, convinto della genuinità della proposta, effettuava la ricarica postepay per alcune centinaia di euro.

 

Nei giorni successivi però l’uomo riceveva altre email dal presunto intermediario francese con le quali quest’ultimo chiedeva il pagamento di altre cifre di denaro, sempre da effettuarsi a mezzo ricariche postepay, necessarie per le spese burocratiche, quali notaio ed assicurazione.

 

Essendoci stati anche frequenti contatti telefonici tra “l’intermediario” e l’uomo, quest’ultimo sempre più convinto della bontà dell’operazione, effettuava tutti i bonifici richiesti; all’atto della denuncia, erano stati versati circa euro 9.500 (novemilacinquecento).Solo dopo svariati pagamenti senza mai ricevere la cifra richiesta come prestito, l’uomo, capendo di essere stato truffato, decideva di contattare la Polizia di Stato e sporgere regolare denuncia. A questo punto gli uomini della Trattazione Atti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico iniziavano un’attività di indagine lampo che permetteva di identificare cinque persone, intestatarie delle carte postepay e dei numeri di telefono dai quali l’uomo veniva contattato, e di deferirle in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per il reato di truffa.

 

Eroina in pietra e droga nei barattoli: interviene la polizia

Nel contesto di attività info-investigative, gli agenti del Commissariato “Dora Vanchiglia” hanno individuato due cittadini italiani, un trentottenne e un cinquantenne, responsabili distintamente del reato di produzione, traffico e detenzione di sostanza stupefacente

Sabato mattina i poliziotti hanno effettuato una perquisizione domiciliare in corso Casale. Qui hanno trovato circa 25 grammi di hashish e marijuana custoditi all’interno di due barattoli in vetro, un coltello con tracce di stupefacente e un bilancino di precisione.

Il controllo, esteso al box di pertinenza del trentottenne, ha permesso agli operatori di scoprire che il proprietario nascondeva nel seminterrato un armadio in tela coibentata con all’interno un piccolo ventilatore, una lampada alogena con portalampada in metallo riflettente, un estrattore con filtro di spurgo e una ventola di immissione aria, il tutto era collegato ad un trasformatore con temporizzazione e un termostato per il controllo della temperatura e dell’umidità.

Con molta probabilità la piccola serra artigianale è stata utilizzata dal 38enne per produrre la marijuana, ma, il forte odore diffuso lo ha fatto desistere dal proseguire la produzione.

All’interno della rimessa è stata trovata anche un’altra lampada a led con 4 riflettori, una bicicletta del bike sharing priva di blocco di sicurezza e un altro barottolo in vetro con 100 grammi di marijuana.

Il responsabile è stato denunciato in stato di libertà per produzione, traffico e detenzione di sostanza stupefacente nonché per il reato di ricettazione.

Nei giorni precedenti invece, gli agenti dell’ufficio Investigativo hanno sequestrato In via Giulia di Barolo altri 150 grammi di eroina in pietra, materiale per il confezionamento dello stupefacente, un bilancino di precisione, due coltelli con tracce di droga, 3 telefoni cellulari e oltre 800 euro in denaro contante.

I poliziotti, coadiuvati dall’Unità Cinofila, hanno scoperto che il cinquantenne nascondeva nel bagno di casa gran parte dello stupefacente, in una cassaforte posta dietro alcune piastrelle ad attacco magnetico. la restante parte è stata rinvenuta nei pressi dell’ingresso all’interno di una scatola di cartone e sulle mensole della cucina. L’uomo è stato arrestato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

 

 

TRUFFA AI DANNI DELLO STATO PER 140 MILA EURO

“Truffa aggravata”. Questa è l’accusa nei confronti dei componenti del consorzio di sviluppo agrosilvopastorale “Frè – Pian Gioè” di Balme, comune del torinese delle Valli di Lanzo

I soggetti coinvolti, secondo la ricostruzione dei Finanzieri della Tenenza di Lanzo Torinese, avrebbero precostituito una situazione di apparente possesso, da parte del consorzio, dei requisiti essenziali per l’erogazione di un contributo regionale per la realizzazione di una strada forestale, ma che in realtà l’ente non possedeva.

Da una serie di approfondimenti dei Finanzieri sono emerse diverse anomalie sui flussi di pagamento intercorsi tra un imprenditore incaricato dei lavori, ed i membri del consorzio stesso, il tutto finalizzato appunto, ad ottenere, senza averne i requisiti, i contributi pubblici.

La truffa, che ha visto i sodali incassare oltre 140.000 euro di soldi pubblici, ha coinvolto come detto un imprenditore edile locale, i componenti del consorzio “Frè – Pian Gioè” ed un altro soggetto. Sette le persone denunciate alla Procura della Repubblica di Ivrea per “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche; rischiano sino a sette anni di carcere.

Il fatto è stato segnalato alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Torino.

La tutela delle risorse dello Stato e degli altri Enti pubblici ed il contrasto alle frodi alla pubblica amministrazione sono compiti prioritari per la Guardia di Finanza, che ricorda come tali comportamenti, che danneggiano tutti i cittadini, contribuiscono a far aumentare i costi dei servizi pubblici.

Jecky e Johnny, i due cani dell’Arma hanno scoperto altra droga

I Carabinieri della Compagnia di Ivrea proseguono nell’incessante attività di contrasto teso a contenere il delicato fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti tra i giovani del Canavese

Nel corso di specifici servizi predisposti nella giurisdizione di competenza, i militari della Stazione di Rivarolo Canavese, coadiuvati dal Nucleo Carabinieri Cinofili di Volpiano, hanno infatti tratto in arresto, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente Giuseppe COCCO, di anni 66, residente a Rivarolo, con precedenti specifici, deferendo al contempo in stato di libertà la convivente I.T., di anni 26, per la medesima ipotesi di reato.

In particolare, i Carabinieri della Stazione di Rivarolo Canavese, a seguito di un predisposto servizio di osservazione e controllo nell’ambito di quel territorio, procedevano ad accurata perquisizione domiciliare all’interno dell’abitazione del COCCO, rinvenendo un bilancino di precisione e del danaro contante (circa 600€ in banconote di diverso taglio) di cui l’uomo faceva fatica a documentare la provenienza.

Nella circostanza, gli operanti, avendo fondati motivi per ritenere che all’interno dell’appartamento fosse comunque celata della sostanza stupefacente non desistevano nella ricerca, ricorrendo all’intervento di due speciali unità del Nucleo Carabinieri Cinofili per le ulteriori verifiche.

I sospetti dei Carabinieri si rivelavano infatti ben presto fondati, laddove i due animali, non appena entrati nell’alloggio, si lanciavano immediatamente in direzione di una intercapedine posta nel soggiorno a ridosso della caldaia, rinvenendo un barattolo di vetro, chiuso ermeticamente, al cui interno erano celati ben 38 grammi di purissima sostanza tipo “cocaina“, di cui 7 grammi già suddivisi in dosi e pronti per esser smerciati a terzi.

I due cani, Jecky e Johnny, rispettivamente di anni 3 e 4, non sono affatto nuovi a tali risultati, avendo già rinvenuto, tra il 2018 e il 2019 oltre 120 kg di sostanza stupefacente, tra eroina cocaina e hashish.

Su disposizione della Procura di Ivrea l’uomo veniva sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione e l’A.G. adita, a seguito dell’avvenuta convalida, confermava il provvedimento restrittivo degli arresti domiciliari a carico del soggetto.

 

(foto archivio)