CRONACA- Pagina 973

Ferma la volante della polizia e spintona gli agenti

Un cittadino gambiano ha bloccato la strada alla voltante in servizio di controllo del territorio in via Montanaro. Fermatosi in mezzo alla carreggiata, ha impedito all’auto di proseguire la marcia, insultando i poliziotti con atteggiamento intimidatorio e provocatorio, senza che vi fosse alcuna ragione. Gli agenti del Commissariato Barriera Milano sono scesi dall’auto per indentificare l’uomo che ha continuato a minacciare i poliziotti fino a spintonarli per guadagnarsi la fuga. Ne è seguita una breve colluttazione; per fermare l’uomo, che si divincolava, un agente è rimasto contuso ad una mano e un ginocchio. Lo straniero, un cittadino del Gambia di 19 anni con protezione internazionale, è stato arrestato per minaccia, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale.A seguito di accertamenti è emerso che lo straniero aveva diversi precedenti di polizia ed era inottemperante all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.Sono in corso valutazioni circa i successivi provvedimenti da adottare con riferimento alla posizione giuridica dello straniero sul territorio nazionale.

Caramelle alla droga

Quando è stato intercettato dagli agenti del Commissariato “Centro” in piazza della Repubblica si è messo subito in fuga. Aveva al polso un sacchettino di plastica che, durante la corsa, ha strappato a morsi. I poliziotti sono riusciti a fermarlo in tempo evitando che lo straniero, un cittadino di origini marocchine nato in Francia, ingerisse l’intero contenuto: oltre 100 grammi tra cocaina ed eroina. Il giovane si è dimenato ed ha tentato di colpire gli agenti. Il ventitreenne , con precedenti di Polizia e a carico un ordine di carcerazione, è stato arrestato per detenzione di sostanza stupefacente e resistenza a Pubblico Ufficiale. Inoltre, avendo fornito false generalità, è stato anche denunciato per false attestazioni. Nelle sue tasche aveva circa 300 euro in contanti, probabile provento dell’attività di spaccio.

M.Iar.

 

Sgominata la banda dei rapinatori di camion

La Polizia di Stato ha portato a termine un’importante operazione di polizia giudiziaria finalizzata ad arginare il fenomeno criminale dei furti ai danni degli autotrasportatori in sosta notturna lungo le principali arterie dell’hinterland milanese e dell’Autostrada A4 Torino – Milano. L’operazione è scattata nei primi giorni del mese di agosto del 2018 in seguito alla denuncia di furto presentata al personale della Sottosezione Autostradale di Novara Est da un autotrasportatore che, fermatosi in tarda sera in piazzola sull’autostrada A/4 To-Mi presso la località Arluno (MI) per riposare all’interno della cabina del mezzo pesante, si era visto costretto a denunciare il furto parziale del carico trasportato consistente in capi di abbigliamento di una nota marca, del valore di circa € 70.000.Le indagini, mirate all’identificazione degli autori del furto, venivano avviate dagli Agenti dell’Unità di Polizia Giudiziaria della Sottosezione Autostradale Novara Est, congiuntamente con le Squadre di P.G. della Sezione Polizia Stradale di Novara e del Compartimento Polizia Stradale di Milano. Complessivamente sono state tratte in arresto, in flagranza di reato, 10 persone delle quali alcune, in seguito alle convalide degli arresti, sono state tradotte direttamente in carcere ed altre sono state sottoposte al regime degli arresti domiciliari; inoltre, sono state deferite in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria di Milano altre 6 persone ritenute responsabili degli stessi reati, relativamente alla commissione di una serie di furti e di tentati furti aggravati, in concorso, ai danni degli autotrasportatori durante la sosta notturna, sia sulla rete autostradale che ordinaria.

Tutti i soggetti arrestati e denunciati sono risultati essere originari dell’Est Europa; la maggior parte di essi risultavano essere senza fissa dimora, mentre gli altri dimoravano tra le Province di Milano e Novara. Con gli arresti ed i sequestri di 7 veicoli da essi utilizzati per commettere i reati, gli operatori della Polizia Stradale hanno messo un freno alla recrudescenza del fenomeno sul tratto di competenza dell’autostrada A/4 e delle Tangenziali di Milano.

M.Iar.

 

Rubava bottiglie pregiate. Denunciato dal titolare

I Carabinieri della Radiomobile della Compagnia di Bra hanno denunciato per furto aggravato continuato un giovane residente in Trentino ma domiciliato nel braidese

L’uomo lavorava da diversi mesi presso un’importante azienda vitivinicola delle Langhe con qualificati incarichi, essendosi guadagnato la piena fiducia della proprietà. Il titolare, constatati una serie di ammanchi di bottiglie di vino pregiato, iniziati proprio in coincidenza con l’inserimento in azienda di alcune persone, in occasione dell’ennesimo episodio, aveva deciso di chiamare i Carabinieri di Bra, esternando sospetti su qualche soggetto. I militari – raccolti diversi elementi indiziari – hanno dato immediatamente corso ad una perquisizione personale, scoprendo subito che fine avevano fatto le bottiglie. L’uomo aveva deciso di arrotondare il proprio stipendio in danno del suo titolare: nel suo zaino infatti venivano rinvenute 5 bottiglie di vino trafugate all’azienda. A quel punto i Carabinieri hanno deciso di estendere il controllo al domicilio dell’uomo, un appartamento in un paesino delle Langhe, dove sono state trovate ulteriori 109 bottiglie di varie tipologie di vino, alcune assai pregiate, per un valore complessivo superiore ai 4.000 euro. Nell’abitazione sono state rinvenute anche numerose etichette e documentazione varia sottratta alla cantina. Tutto il materiale rinvenuto è stato restituito al legittimo proprietario, mentre per l’uomo ed è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica di Asti per furto aggravato e continuato.

 

Sorpreso a Caselle con una borsa in pelle di varano

Proveniva dal Niger, dopo un breve transito a Roma, il quarantenne fermato all’Aeroporto di Caselle Torinese con occultata, all’interno del proprio bagaglio, una borsa di Varano, un rettile tra i più grandi in natura. L’uomo, non appena ritirato il bagaglio, è stato controllato dai Finanzieri e dai Funzionari Doganali in servizio presso lo scalo piemontese.

All’interno di un trolley, celata tra gli effetti personali, è stata appunto rinvenuta la borsa risultata, in seguito agli accertamenti tecnici eseguiti, essere composta da pellame, compresi testa e arti, di Varano, un rettile che ha il suo habitat naturale proprio nel continente Africano. La borsa, a detta dell’uomo, era un “ricordo” di un periodo di soggiorno trascorso in Niger. I Finanzieri della Compagnia di Caselle, già protagonisti in passato di vari sequestri di animali e piante minacciate di estinzione, hanno sequestrato la borsa in quanto ottenuta con pellame del citato animale riconosciuto, dalla convenzione di Washington, quale “specimen” protetta. Ora l’uomo, originario della Romania ma residente nel torinese, rischia una sanzione sino a 15.000 euro. L’intervento della Guardia di Finanza torinese è inquadrato in un più ampio dispositivo mirato al contrasto dell’importazione illegale di “specimen” protette che generano, annualmente, un giro d’affari di diversi milioni di euro.

Incendi di rifiuti, sequestrate 6500 tonnellate

Proseguono incessantemente le attività dei NOE del Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale nell’ambito della strategia volta a prevenire il fenomeno degli incendi di rifiuti attraverso la ricerca ed il sequestro di capannoni adibiti a discarica abusiva nel territorio

A seguito di una segnalazione della Polizia Locale di Cumiana, i Carabinieri del NOE di Torino individuavano, non lontano dall’abitato di quel centro, un’ampia area industriale in cui erano presenti diversi capannoni in stato di abbandono, i quali ben si prestavano ad essere adibiti a discarica abusiva. I servizi di osservazione svolti anche con l’ausilio di un drone, permettevano di evidenziare l’anomala presenza di numerosi autotreni che operavano in una zona dove, almeno sulla carta, doveva esserci attività ridotta. Infatti nell’area vi era solo una piccola ditta autorizzata da poco tempo al trattamento dei rifiuti e il movimento non era assolutamente commisurato alle ridotte dimensioni dell’azienda, ed in particolare ad insospettire gli operanti era il fatto che il traffico dei mezzi comportava solo l’ingresso di rifiuti e nessuna uscita. I militari del NOE procedevano pertanto al controllo dei primi due capannoni, di fatto abbandonati, e subito riscontravano la presenza di più di 3.000 tonnellate di eco balle di rifiuti speciali plastici disposte in pile ben ordinate per più di metà della superficie coperta allo scopo di riempire tutto lo spazio disponibile. Si estendeva, poi, il controllo alla ditta autorizzata e anche in questo caso si rinvenivano diverse altre tonnellate di rifiuti omogenei ai precedenti, mentre non vi era alcuna traccia di macchinari per il trattamento meccanico degli stessi.Ritenuto verosimile che, data la notevole presenza di rifiuti, l’attività illecita potesse essere di dimensioni ancora maggiori, i Carabinieri del NOE di Torino proseguivano nelle verifiche ai locali presenti nella stessa area e notavano un quarto capannone contiguo a quello in uso alla ditta formalmente autorizzata, il quale a differenza degli altri era ben chiuso e addirittura sorvegliato da un cane. Una volta all’interno, i militari individuavano un’ingentissima quantità di rifiuti plastici, più di 3.000 tonnellate, anche in questo caso stipati fino al soffitto.I Carabinieri, ravvisando le caratteristiche di una discarica abusiva in tutti e quattro i capannoni, procedevano al sequestro dei rifiuti (6.500 tonnellate), di tutti gli edifici per una superficie coperta complessiva di circa 3.500 mq dell’area retrostante di circa 10.000 mq, in quanto anche in questo caso venivano individuati diversi cumuli di rifiuti ingombranti, macerie e guaine catramate.

Sono in corso accertamenti per individuare i responsabili delle discariche abusive e per stabilire la provenienza dei rifiuti.

Torino – Proseguono incessantemente le attività dei NOE del Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale nell’ambito della strategia volta a prevenire il fenomeno degli incendi di rifiuti attraverso la ricerca ed il sequestro di capannoni adibiti a discarica abusiva nel territorio.

 

A seguito di una segnalazione della Polizia Locale di Cumiana, i Carabinieri del NOE di Torino individuavano, non lontano dall’abitato di quel centro, un’ampia area industriale in cui erano presenti diversi capannoni in stato di abbandono, i quali ben si prestavano ad essere adibiti a discarica abusiva. I servizi di osservazione svolti anche con l’ausilio di un drone, permettevano di evidenziare l’anomala presenza di numerosi autotreni che operavano in una zona dove, almeno sulla carta, doveva esserci attività ridotta. Infatti nell’area vi era solo una piccola ditta autorizzata da poco tempo al trattamento dei rifiuti e il movimento non era assolutamente commisurato alle ridotte dimensioni dell’azienda, ed in particolare ad insospettire gli operanti era il fatto che il traffico dei mezzi comportava solo l’ingresso di rifiuti e nessuna uscita. I militari del NOE procedevano pertanto al controllo dei primi due capannoni, di fatto abbandonati, e subito riscontravano la presenza di più di 3.000 tonnellate di eco balle di rifiuti speciali plastici disposte in pile ben ordinate per più di metà della superficie coperta allo scopo di riempire tutto lo spazio disponibile. Si estendeva, poi, il controllo alla ditta autorizzata e anche in questo caso si rinvenivano diverse altre tonnellate di rifiuti omogenei ai precedenti, mentre non vi era alcuna traccia di macchinari per il trattamento meccanico degli stessi. Ritenuto verosimile che, data la notevole presenza di rifiuti, l’attività illecita potesse essere di dimensioni ancora maggiori, i Carabinieri del NOE di Torino proseguivano nelle verifiche ai locali presenti nella stessa area e notavano un quarto capannone contiguo a quello in uso alla ditta formalmente autorizzata, il quale a differenza degli altri era ben chiuso e addirittura sorvegliato da un cane. Una volta all’interno, i militari individuavano un’ingentissima quantità di rifiuti plastici, più di 3.000 tonnellate, anche in questo caso stipati fino al soffitto. I Carabinieri, ravvisando le caratteristiche di una discarica abusiva in tutti e quattro i capannoni, procedevano al sequestro dei rifiuti (6.500 tonnellate), di tutti gli edifici per una superficie coperta complessiva di circa 3.500 mq dell’area retrostante di circa 10.000 mq, in quanto anche in questo caso venivano individuati diversi cumuli di rifiuti ingombranti, macerie e guaine catramate. Sono in corso accertamenti per individuare i responsabili delle discariche abusive e per stabilire la provenienza dei rifiuti.

 

 

(foto archivio)

Forza Nuova, perquisizioni della polizia

Questa mattina, la DIGOS della Questura Torino ha eseguito diverse perquisizioni delegate dalla locale Autorità Giudiziaria presso le abitazioni dei referenti e di alcuni militanti di Forza Nuova Torino. E’ stata inoltre perquisita la sede torinese del predetto movimento di estrema destra e quella dell’omologo sodalizio d’area “Rebel Firm” di Ivrea

 

L’attività di indagine per il reato di apologia del fascismo scaturisce dall’esposizione, lo scorso 22 maggio in corso Unità d’Italia, di uno striscione con la scritta “SPEZZA LE CATENE DELL’USURA VOTA FASCISTA VOTA FORZA NUOVA” (seguita dal simbolo del fascio littorio). La foto dello striscione ritraente l’azione criminosa era stata successivamente postata sul profilo Facebook di Forza Nuova.

 

L’attività investigativa della Digos di Torino è stata poi estesa al sodalizio eporediese di estrema destra “Rebel Firm”, per la contiguità e le interconnessioni con i leader del locale movimento Forza Nuova e con i referenti di sodalizi d’area oltranzista di altri contesti territoriali quali la “Comunità Militante dei Dodici Raggi – DO.RA.”. Quest’ultima era già stata oggetto di un’indagine svolta della Digos di Varese, nel 2017, culminata con la chiusura ed il sequestro della sede e il deferimento degli oltre 50 aderenti per ricostituzione del partito fascista. Il noto leader di “DO.RA” – insieme ad altri militanti d’area già noti per radunata sediziosa e apologia di fascismo, ed ai principali referenti di Forza Nuova di Torino e Piemonte – era stato uno dei protagonisti dell’inaugurazione della sede dei “Rebel Firm” in una località agricola di Ivrea lo scorso primo giugno. Nell’occasione, il Questore di Torino, tenuto conto della particolare caratura estremista dei soggetti invitati all’evento inaugurale, aveva vietato un presidio che avrebbe dovuto svolgersi, sempre il 1°giugno, in una piazza del centro di Ivrea intitolata ad un martire partigiano ( circostanza che aveva suscitato le accese proteste dell’ANPI e di 34 associazioni antifasciste eporediesi che hanno poi manifestato il proprio dissenso nel giorno stesso dell’inaugurazione della sede dei “Rebel Firm”).

Asportati senza cicatrici calcoli alle ghiandole salivari

Per la prima volta asportati  in via endoscopica senza alcun tipo di taglio, presso l’ospedale Molinette di Torino

Per la prima volta asportati ad una paziente due calcoli dalle ghiandole salivari sottomandibolari in via endoscopica senza alcun tipo di taglio o cicatrice con il nuovissimo e sperimentale robot chirurgo Flexrobotic, presso l’Orotinolaringoiatria universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Roberto Albera). Questo robot chirurgo, acquistato grazie al Progetto di Eccellenza del Dipartimento di Scienze Chirurgiche universitario, è l’unico ad essere stato realizzato specificatamente per la chirurgia del distretto cervico – cefalico per interventi di chirurgia per via completamente endoscopica, attraverso la bocca, la cosiddetta “scarless surgery” o chirurgia senza cicatrici. L’intervento è stato effettuato su una paziente di 69 anni affetta da calcoli alle ghiandole sottomandibolari bilateralmente. La donna si è sottoposta all’intervento chirurgico in quanto era da diversi anni che non riusciva ad alimentarsi correttamente. L’utilizzo del robot chirurgico ha consentito di asportare rapidamente i calcoli attraverso le ghiandole salivari per via trans-orale, evitando le tradizionali cicatrici nel collo della paziente. L’intervento è stato eseguito dal professor Giancarlo Pecorari, in collaborazione con il professor Pasquale Capaccio (Otorinolaringoiatra della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore di Milano), uno dei massimi esperti in Europa per la chirurgia delle ghiandole salivari recatosi a Torino per l’evento. La paziente dopo poche ore dall’intervento ha potuto riprendere correttamente l’alimentazione per bocca come non accadeva da tempo. La Otorinolaringoiatria della Città della Salute di Torino si conferma tra i centri di eccellenza ed all’avanguardia nel mondo nella Chirurgia robotica mininvasiva, grazie al rivoluzionario robot Flexrobotic, che ora apre nuove strade per interventi di chirurgia per via completamente endoscopica, attraverso la bocca, la cosiddetta “scarless surgery” o chirurgia senza cicatrici.

 

Controlli in via Nizza: droga e sanzioni al minimarket

Nei giorni scorsi, nell’ambito dei servizi di presidio disposti dal Questore di Torino, è stato effettuato un controllo del territorio nel quartiere San Salvario da personale del Commissariato Barriera Nizza, coadiuvato da equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine, e da personale della Divisione PAS della Questura.Durante il servizio sono stati controllati diversi esercizi commerciali. Il titolare di un minimarket di via Nizza è stato sanzionato per oltre 3000 euro e denunciato in stato di libertà per violazioni in materia di salute e tutela dei luoghi di lavoro. Sempre in via Nizza, gli agenti del Commissariato hanno arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti un cittadino gabonese, dopo che questi aveva deglutito alcuni ovuli. Personale del Reparto Prevenzione Crimine ha invece denunciato in stato di libertà un tunisino di 35 anni e un marocchino di 38, entrambi trovati in possesso di un coltello e alcune lame da cutter. In un locale di via Saluzzo, sono stati controllati due giovani italiani, uno dei quali è stato sanzionato amministrativamente visto che celava una dose di cocaina negli slip. Il secondo, un ventiquattrenne, aveva con sé una decina di grammi di hashish e altrettanta marijuana. Nel corso della perquisizione domiciliare effettuata a Gassino, a casa del ventitreenne, i poliziotti hanno rinvenuto quasi un chilo di droga: più di 800 grammi di marijuana e oltre 100 grammi di hashish. Lo stupefacente è stato rinvenuto nella stanza da letto del giovane e nella cantina-tavernetta dell’abitazione. A seguito del rinvenimento, il ventiquattrenne è stato arrestato per spaccio di sostanza stupefacente.

I carabinieri scoprono traffico illecito e maltrattamento

Su delega della Procura della Repubblica di Torino i Carabinieri Forestale di varie articolazioni del Gruppo di Torino e del Comando Provinciale di Asti, coordinati dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale (NIPAAF) di Torino hanno eseguito, negli scorsi giorni, una serie di perquisizioni presso privati nella zona di Torino, Caluso e Mombercelli (AT) per smantellare una organizzazione dedita al traffico illecito di cuccioli.

L’attività ha avuto origine da una denuncia ricevuta nel marzo dello scorso anno con la quale veniva segnalata la morte di un cane razza bouledogue francese che, acquistato via internet, era deceduto il giorno successivo dopo atroci sofferenze. Il cucciolo non aveva il microchip identificativo e i documenti che lo accompagnavano erano risultati fasulli e, nonostante la cifra pagata (600€), l’acquirente non veniva risarcito. Nello stesso periodo venivano alla luce altri casi simili per i quali il fattor comune era una documentazione veterinaria con timbri e nomi risultati, in un secondo momento, di fantasia. Dalle informazioni fornite dalle numerose persone truffate, e con indagini rese particolarmente difficili dai luoghi di scambio dei cani, spesso localizzati in strada o in zone molto frequentate, e naturalmente dai nomi di fantasia dei venditori, si riusciva a ricostruire un collegamento tra i vari soggetti coinvolti (6 persone) e si individuava la reale identità degli autori delle truffe. Gli investigatori del NIPAAF sono riusciti ad individuare connessioni tra i vari venditori e le singole vendite risalendo al luogo di origine dei cani, che apparivano provenire dai paesi dell’Est Europa e che successivamente venivano venduti sul territorio nazionale. Nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti 12 cuccioli insieme a timbri, vaccini e documentazioni fasulle. Si apprendeva inoltre che uno dei sei soggetti coinvolti era stato recentemente condannato per maltrattamento di animali dalla giustizia Ungherese, in quanto sorpreso a trasportare nel bagagliaio della macchina 19 cuccioli di cane, di cui 3 deceduti durante il viaggio. Gli altri soggetti coinvolti, tutti pluripregiudicati, avevano precedenti specifici per gli stessi reati. Il modus operandi dei criminali era piuttosto semplice. Gli stessi effettuavano, o facevano effettuare, viaggi con autoveicoli privati verso i paesi dell’est Europa (Slovenia e Ungheria in particolare) dove si approvvigionavano di cuccioli di cane, spesso non vaccinati e allontanati precocemente dalla madre, da non meglio precisati allevatori a prezzi molto vantaggiosi (circa 50 euro per esemplare). Gli stessi animali, quando sopravvivevano al lungo viaggio stipati nei bagagliai, presentavano gravi problemi di salute e successivamente erano rivenduti a dieci volte il prezzo d’acquisto tra Lombardia e Piemonte. Il contatto con gli acquirenti avveniva tramite i maggiori siti internet di annunci di vendita e, per convincere gli acquirenti, venivano mostrate fotografie di cani realmente esistenti e regolarmente detenuti presentati come genitori dei cuccioli oltre, come detto, a documenti falsificati che riportavano le vaccinazioni mai eseguite o sommariamente eseguite dagli stessi allevatori con abusivo esercizio della professione medico veterinaria. E’ bene sapere che tutti gli esemplari di cani devono essere dotati di microchip identificativo entro i primi due mesi di vita e comunque prima di essere ceduti devono essere identificati, pena una sanzione amministrativa per il detentore del cane. Per il trasporto di animali da compagnia dall’estero esiste una specifica normativa di settore volta alla tutela del benessere degli stessi animali che mira ad evitare la diffusione di malattie provenienti da Paesi stranieri. Il consiglio per chi desidera avere dei cani è quello di rivolgersi in prima battuta ai canili municipali, e in alternativa, esclusivamente presso allevamenti seri e qualificati e non affidarsi ad incauti acquisti via internet in quanto il risparmio iniziale è spesso vanificato da tutte le spese mediche che si richiedono successivamente, oltre a sostenere ed alimentare un mercato criminale finanziando persone senza scrupoli.