Le versioni fornite ai poliziotti non erano credibili
Singolare la motivazione addotta agli agenti del Comm.to Madonna di Campagna da un quarantaduenne italiano, sottoposto agli arresti domiciliari, che la scorsa domenica, in occasione di un controllo di Polizia, è stato trovato fuori casa: si sarebbe allontanato perché nervoso dopo una litigata col padre. Peccato che la versione data dai parenti fosse completamente diversa: “è sceso un attimo per andare in farmacia, aveva mal di testa”. I vicini, invece, che avevano segnalato l’accaduto alla Polizia, erano di tutt’altro avviso: sembra che infatti il quarantunenne fosse solito infrangere sistematicamente la misura della detenzione domiciliare per andare fuori, creando spesso dei problemi a tutto il vicinato. L’uomo, agli arresti per reati contro il patrimonio, la persona, la Pubblica Amministrazione, tra l’altro anche sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, effettivamente dal mese di Gennaio scorso è stato più volte denunciato ed arrestato per l’inottemperanza alla misura detentiva cui è sottoposto. E’ stato arrestato per evasione.
Nell’ambito dei controlli disposti dal Comando Provinciale per verificare il rispetto della normativa anticovid, i carabinieri hanno chiuso per 5 giorni tre esercizi commerciali e sanzionato 19 persone.
In particolare a Monteau da Po, nell’hinterland torinese, i militari della locale stazione hanno sanzionato il proprietario di un bar che aveva consentito la consumazione all’interno a cinque avventori anch’essi multati.
A Roure, in Val Chisone, stessa sorte è toccata al proprietario e agli avventori di un altro locale pubblico.
Infine a Torino, nel quartiere Lingotto, i carabinieri hanno sanzionato il proprietario di un locale già multato per inosservanza dei provvedimenti emanati per contenere la pandemia in atto. In questo caso all’arrivo dei militari i clienti, che stavano consumando all’interno, hanno provato a fuggire lasciando le consumazioni sul bancone ma sono stati identificati.
In tutti e tre i casi è stata applicata la sanzione accessoria della chiusura delle attività per 5 giorni.
Uova di Pasqua ai bimbi disagiati
I volontari torinesi di Onlus Sol.Id. si sono recati nella mattinata nell’Istituto Pro Infantia Derelicta di Torino per donare uova di Pasqua.
Responsabile 118 al mare, è polemica
Mario Raviolo, responsabile del 118 piemontese è intervistato dal Tg3 a Loano sul tema delle spiagge e delle seconde case vuote
E scoppia la polemica dopo la circolare del Dirmei, il Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive, che invita le Asl ad evitare le ferie del personale sanitario nel periodo di Pasqua.
“Il Dirmei prima di chiederci di non andare in vacanza dovrebbe verificare al proprio interno, su cosa fanno i vertici che hanno maggiori responsabilità: sono quelli che devono organizzare la gestione dell’ondata e le vaccinazioni”, così Chiara Rivetti, segretario regionale Anaao Assomed.
Torino: scappano con refurtiva al seguito
Due fermi e un arresto della Polizia di Stato
Un casuale controllo di un’autovettura marciante su Corso Orbassano angolo Tazzoli con tre persone a bordo, lo scorso giovedì sera, da parte delle pattuglie della Squadra Volante, si è tramutato in un inseguimento che ha condotto al rinvenimento di beni in oro per oltre 10 mila €. Il conducente dell’auto, un cittadino italiano di 35 anni, notato l’alt della polizia ha infatti proseguito la marcia ad alta velocità, raggiungendo Piazza Pitagora e da qui Corso Siracusa; giunto all’intersezione con Corso Orbassano ha poi decelerato rapidamente, permettendo ad uno dei passeggeri di scendere dall’auto ed a cercare rifugio all’interno del Parco Rignon; solo allora si è fermato. Grazie al convergere di più Volanti sul luogo, il trentasettenne albanese che si era nascosto fra la vegetazione del Parco Rignon è stato raggiunto e fermato; rinvenuto anche uno zainetto del quale lo stesso aveva cercato di disfarsi. Dentro, orologi, monili in oro e una cospicua quantità di monete di vario taglio. In un marsupio che lo stesso aveva in spalla erano anche presenti preziosi e diversi orologi di sospetta provenienza. Nell’auto, insieme al conducente, era presente un altro cittadino albanese, di 19 anni, che a detta dell’italiano era andato a prendere quel giorno in un luogo nei pressi di Cumiana, per poi portare lui e il connazionale un passaggio fino a Torino. Accertamenti svolti nell’immediatezza dagli agenti delle Volanti insieme a personale dei CC di Pinerolo (TO) facevano emergere come nelle ultime ore fossero stati commessi cinque furti in abitazione nei territorio di Cantalupa e Cumiana. Per tre delle famiglie che avevano ricevuto la sgradita sorpresa dei ladri in casa è stato possibile recuperare e restituire quanto sottratto. I due cittadini albanesi, trovati in possesso di beni di accertata provenienza furtiva, sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto per ricettazione in concorso. LA misura è stata convalidata e si trovano attualmente in carcere. Il cittadino italiano che li accompagnava in auto, la cui condotta è stata volta ad assicurare la fuga ai rei, è stato arrestato per il medesimo reato.
2 aprile 1944, l’eccidio del Pian del Lot
La fucilazione per rappresaglia di ventisette resistenti
La commemorazione del 77° anniversario dell’eccidio del Pian del Lot si terrà venerdì 2 aprile in forma ridotta e senza pubblico nel rispetto della normativa vigente in materia di prevenzione epidemiologica e delle restrizioni imposte dalla “zona rossa”. Verrà deposta una corona d’alloro alla presenza di una piccola rappresentanza delle istituzioni cittadine con ii gonfaloni e l’omaggio del trombettiere del Corpo di Polizia Municipale.
Posto a 511 metri sulla collina torinese, nei pressi del colle della Maddalena, il Pian del Lot durante la guerra ospitava una postazione antiaerea tedesca della Flak, l’acronimo riferito alla FlugabwehrKanone, l’artiglieria contraerea germanica della seconda guerra mondiale. La sera del 30 marzo 1944 sul ponte Umberto I un partigiano gappista uccise un caporale tedesco appartenente a questo reparto; la mattina del 2 aprile 1944 i nazisti prelevarono dalle carceri Nuove ventisette giovani e li fucilarono a gruppi di quattro nei pressi della batteria dove presumibilmente prestava servizio il graduato tedesco. Un testimone oculare, il partigiano Giovanni Borca, Oscar, così raccontò gli avvenimenti: “Ci fanno scendere a piano terra, qui veniamo legati con corde uno all’altro ai polsi; fatti salire nel cortile veniamo caricati su un camion, il quale si avvia verso la collina torinese. Il camion si ferma su uno spiazzo ove fummo fatti scendere e slegati…si udivano raffiche di armi automatiche; girato lo sguardo verso quel punto una scena orrenda si apre al mio sguardo: partigiani legati con le mani dietro la schiena vengono fatti avanzare verso una grande fossa, entro cui giacciono dei compagni, falciati dalle armi automatiche, corpi solo straziati e gementi, a cui questi mostri in veste umana hanno negato anche il colpo di grazia. Assistiamo così all’eccidio dei restanti. Vengono fatti avanzare quattro alla volta verso la fossa e, colpiti a raffiche di mitra, cadono dentro la loro tomba […] Finito l’eccidio noi fummo costretti a coprire la fossa nella quale molti dei caduti erano solo feriti; gemiti e lamenti provenivano dalla fossa […] Fummo poi ricaricati sul camion e riportati alle Nuove, qui i tedeschi ci imposero di non raccontare i fatti“. La stampa, nell’annunciare qualche giorno più tardi l’avvenuta rappresaglia, parlerà di “delinquenti abituali” appartenenti a una non meglio precisata “vasta organizzazione terroristica” colpevole delle azioni partigiane compiute a Torino in precedenza, ma si trattava in realtà di giovani rastrellati qualche settimana prima in Val di Lanzo e Val Pellice. L’eccidio di Pian del Lot è sicuramente la più sanguinosa rappresaglia compiuta dai nazisti sul territorio di Torino. Sulla lapide sono riportati i nomi di venti delle vittime poiché sette di loro non furono mai identificate.
M.Tr
Tre arresti in piazza XVIII Dicembre la scorsa domenica pomeriggio
Gli agenti delle volanti sono intervenuti domenica pomeriggio in piazza XVIII dicembre a seguito di una segnalazione per rissa. Al momento dell’arrivo, gli agenti notavano allontanarsi su via Bertola un gruppo composto da 7 ragazzi, sia maschi che femmine, i quali venivano immediatamente intercettati: uno di essi, un ventitreenne italiano, presentava una ferita alla testa. Accompagnato in ospedale, è stato dimesso con una prognosi di 3 giorni per trauma contusivo della regione cranica e toracica e per le diverse escoriazioni ed ecchimosi riportate.
In realtà, in base a diverse testimonianze, è emerso che solo due dei ragazzi del gruppo avessero preso parte alla rissa: si tratta del ventitreenne ferito e di un trentunenne nato in Colombia, ma italiano. Contestualmente, altri poliziotti della Squadra Volante hanno soccorso un terzo ragazzo, che aveva avuto la peggio e risultava riverso a terra in corso Bolzano. Il giovane, nato in Egitto, diciotto anni ancora da compiere, aveva riportato contusioni multiple e una frattura alla costola, riportando una prognosi di 15 giorni. Dalle ricostruzioni effettuate, lo stesso era stato aggredito con calci e pugni anche al volto e con molta probabilità anche con l’utilizzo di una catena, trovata poi sul luogo del pestaggio. A quanto pare un appartenente del gruppo aveva fatto un apprezzamento poco gradito a una ragazza che si accompagnava al cittadino egiziano e le sue rimostranze non sono state accettate. In piazza è nata una prima lite, durante la quale sono volati insulti, spintoni e diversi colpi da entrambe le parti. L’intervento di un passante ha calmato gli animi e ognuno ha preso la sua strada. Una calma solo apparente, perché il gruppo ha poco dopo raggiunto e gettato a terra il giovane egiziano all’incrocio con corso Bolzano mentre provava a fuggire. Qui è avvenuta l’aggressione più violenta. Solo grazie al secondo intervento del medesimo passante il gruppo si è allontanato. Tutti e tre i ragazzi – il trentunenne ed il ventitreenne hanno a carico numerosi precedenti di Polizia e diversi alias – sono stati arrestati per rissa aggravata.
L’indomani sera, il trentunenne, che si trovava sottoposto agli arresti domiciliari per quanto commesso, è però uscito di casa rendendosi protagonista di un’ulteriore aggressione ai danni di un uomo intervenuto in difesa di due ragazze che lo stesso aveva approcciato in Strada del Lionetto. Anche in questa occasione, l’uomo si è dimostrato particolarmente violento, tanto da danneggiare, nella sua foga, anche un’autovettura parcheggiata in strada. Pertanto, è stato nuovamente arrestato per evasione e danneggiamento.
Barelle in corsia, blitz di Cirio in ospedale
Il governatore Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha fatto ieri un sopralluogo all’ospedale Maria Vittoria di Torino, per verificare di persona la situazione nel Pronto Soccorso.
Alcune foto infatti erano state diffuse dal sindacato degli infermieri Nursind Piemonte, vi si vedevano barelle sul pianerottolo delle scale.
Ora nel reparto la situazione è normalizzata, come ha verificato lo stesso Presidente.
Aumentano le richieste di cibo alla mensa dei poveri
L’appello di Don Adriano Gennari: “Aiutateci ad aiutare gli indigenti della città”, toccati quota 300 pasti caldi giornalieri distribuiti.
La stretta dettata da zona rossa e dalle restrizioni del Coronavirus torna a gravare sulla ‘Mensa dei Poveri’ del ‘Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione’, l’opera caritatevole fondata dal sacerdote cottolenghino Don Adriano Gennari in Via Belfiore 12 a Torino, raccogliendo nel 2008 l’invito dell’Arcivescovo Cesare Nosiglia.
“Aiutateci ad aiutare gli indigenti della città. Ogni giorno tocchiamo quota circa 300 pasti caldi distribuiti, il cui approvvigionamento quotidiano si fa sempre più difficile per via delle mense aziendali, bar e ristoranti chiusi che solitamente ci donano l’esubero del giorno”, spiega il religioso.
“In questo momento di povertà dilagante, aumentano le richieste di cittadini italiani che hanno perso il lavoro e si ritrovano senza casa e senza niente. Ringrazio di cuore anche il ‘Banco Alimentare’ per il sostegno indispensabile che ci sta assicurando, senza il quale avremmo ulteriori difficoltà. Pertanto, fiducioso nella Divina Provvidenza, mi rivolgo al buon cuore dei torinesi perché possano darci una mano preziosa per continuare il nostro servizio giornaliero ai più poveri fra i poveri”.
Per chi volesse offrire il proprio contributo, è attiva la mail info@cenacoloeucaristico.it o il numero di telefono 375 6188246, anche via WhatsApp, 7 giorni su 7.