CRONACA- Pagina 9

Nuovi schermi informativi a Sauze d’Oulx

Con il via della stagione sciistica il Comune di Sauze d’Oulx si è dotato di due nuovissimi pannelli informativi full led dalle dimensioni di 200×130 cm. I due punti informativi digitali sono stati posizionati uno presso la sede dell’Ufficio del Turismo in viale Genevris porta di accesso al paese e l’altro in piazza Assietta nel cuore del centro storico.

L’Assessore al Turismo Davide Allemand presenta la novità: “Quando è stato eseguito il restyling di piazza Terzo Reggimento Alpini era stato anche posizionato un pannello informativo su cui sono state veicolate informazioni e video promozionali del nostro paese. Ma sulla base di quell’esperienza abbiamo deciso di fare un salto di qualità e di dotarci di nuova strumentazione al passo con i tempi. Abbiamo quindi optato per due pannelli full led di grandi dimensioni per fornire informazioni ai nostri turisti e ai nostri residenti. Abbiamo deciso di posizionarli in due punti strategici, uno all’ATL per tutti coloro che entrano in paese in auto ed uno in piazza Assietta nella zona pedonale. Su questi pannelli, che sono controllati da remoto dai nostri uffici e sono quindi in grado di fornire notizie in tempo reale, veicoleremo le informazioni turistiche, ma anche le altre iniziative che si svolgono in paese. In qualità anche di Assessore alla Protezione Civile ho pensato anche ad un uso operativo dei pannelli in caso di emergenze meteo al fine di arrivare subito a contatto con gli utenti per fornire loro importanti informazioni”.

I pannelli con il logo del Comune di Sauze d’Oulx sono già posizionati ed entreranno in funzione nei prossimo giorni dopo la necessaria taratura post montaggio e potranno così fornire servizi a turisti e cittadinanza in tempo reale.

Mara Martellotta

Lupo e allevatori in Piemonte «Al varo azioni concrete»



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Di fronte all’emergenza lupo, la tutela delle nostre montagne e di chi le vive è una priorità assoluta», dichiarano congiuntamente l’assessore regionale al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi Paolo Bongioanni e il sottosegretario alla Presidenza della Regione Piemonte Alberto PreioniLa crescente presenza del lupo nelle aree montane – dichiarano i due esponenti – pone sfide importanti, che richiedono interventi equilibrati tra la tutela della biodiversità e il sostegno alle comunità locali. Gli allevatori sono il cuore pulsante di questi territori. Dobbiamo ascoltarli e fornire loro strumenti concreti per difendersi e lavorare serenamente».

Primo livello su cui intervenire è il sistema attuale di risarcimento dei danni agli allevatori. «È troppo macchinoso. Serve un meccanismo più rapido, semplice ed efficace per garantire un sostegno reale a chi subisce danni da predatori», afferma Bongioanni. Una svolta significativa sulla possibile gestione del problema è stata introdotta dal recente declassamento del lupo da specie “strettamente protetta” a “protetta”, deciso dal Comitato Permanente della Convenzione di Berna. «Una decisione che rappresenta una svolta importante», sottolinea Preioni. «Non si tratta di incentivare una caccia indiscriminata, ma di permettere interventi più mirati e responsabili. Questa decisione consente di adottare strategie di gestione già sperimentate con successo in altri Paesi, garantendo un equilibrio tra sicurezza, economia agricola e tutela della biodiversità».

Con circa 3.300 lupi stimati in Italia, di cui 950 sulle Alpi, il declassamento apre la strada all’elaborazione di un Piano Lupo nazionale che affronti le criticità in modo concreto. «La Regione Piemonte – proseguono i due esponenti regionali – è pronta a collaborare con il Governo per garantire risposte rapide ed efficaci a chi vive quotidianamente il conflitto con i predatori. La gestione del lupo dev’essere una priorità condivisa, capace di salvaguardare sia le attività economiche sia il patrimonio ambientale delle nostre montagne. Gli allevatori non possono essere lasciati soli. Molti rinunciano persino a denunciare gli attacchi a causa di procedure burocratiche troppo complicate. È necessario un cambio di passo, con risarcimenti immediati e misure preventive adeguate, per sostenere chi, con il proprio lavoro, garantisce la sopravvivenza e la valorizzazione di territori svantaggiati».

«Dobbiamo tutelare chi presidia le nostre montagne», concludono Bongioanni Preioni. «Il loro impegno è fondamentale per la salvaguardia del territorio e non può essere vanificato da una gestione inefficace dei conflitti con i predatori. Serve una risposta concreta, condivisa e sostenibile, per assicurare un futuro alla nostra gente di montagna».

Il pane a scuola

IL COMMENTO 

di Pier Franco Quaglieni

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La preside del liceo “Regina Margherita”  sta dimostrando una fermezza e un equilibrio nel governo della  sua scuola che mi ricorda i tempi del preside Roberto Berardi, futuro ispettore centrale del ministero della PI, un esempio unico e forse dimenticato.   Colgo l’occasione per aggiungere che Berardi andrebbe ricordato al “Regina”. Il Liceo  ha avuto  anche nella sua lunga  storia come preside il prof. Alonge che consentì  agli allievi di dar sfogo alla loro creatività, lo dico con ironia, che portò alla devastazione dei locali  con dei costi altissimi di ripristino, sicuramente non pagati dai genitori. Pagine belle e brutte di ogni scuola degli ultimi decenni del secolo scorso. Adesso la preside è oggetto di critica perché i genitori pretendono che i loro figli nel giorno del ritorno pomeridiano a scuola possano mangiare in istituto. Gli studenti e ovviamente le studentesse – guai a non citarli ambedue, magari con tanto di * come fanno al “Cavour” e persino il rettore non più molto magnifico dell’Università -hanno pranzato in aula senza porsi il problema  dello smaltimento dei rifiuti. La preside ha rimesso il problema del pasto al Consiglio di istituto che deciderà. Essa  vive concretamente la scuola e si rende conto del problema del personale e del fatto che la presenza di studenti fuori dall’orario di lezione  evidenzia responsabilità da parte della scuola.
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Questo episodio di cronaca mi  porta a raccontare una “soluzione” al problema quando ero giovanissimo professore incaricato  in un liceo il  cui preside, per ottenere il massimo consenso dagli allievi, non solo consentì i pasti agli studenti a scuola, ma obbligò  i docenti a turno a pasteggiare con gli studenti al fine di “socializzare”, portandosi da casa il “barachin”, come gli operai della Fiat quando non c’erano ancora le mense. Usò proprio la parola socializzare, il pover’uomo. Fior di professori si piegarono all’ordine  del capo di Istituto e arrivarono a scuola con il quartino di vino. Fui io solo  a rifiutarmi categoricamente per 4 anni di pranzare a scuola, sostenendo il diritto di pranzare dove ritenessi e soprattutto che tra i doveri del docente non c’era quello di assistere ai pasti degli allievi, socializzando. Per obbedire chiesi un ordine scritto (che  in realtà non arrivò mai), dichiarando che lo avrei impugnato nelle sedi competenti, come feci quando venne imposta la bollatrice contro la quale avviai in solitaria una battaglia che vinsi e che  portò alla sua rimozione, essendo l’unico strumento  legale di accertamento della presenza di un docente il registro di classe. La bollatrice serviva per bidelli e impiegati, forse per il dirigente scolastico, ma non i docenti.
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Piccole battaglie a tutela della dignità professionale dei professori che i sindacati confederali consentirono, se non favorirono, di  poter calpestare. La Cgil propose follemente le 36 ore impiegatizie per i docenti che svolgono un mestiere atipico e non comparabile con quello del personale non docente. Da quanto leggo la preside del Liceo “Regina Margherita” ha la schiena diritta e sa vedere nella scuola un luogo in cui si spezza soprattutto, se non esclusivamente, il pane della cultura.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com
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(foto di copertina: Facebook)

La Polizia stronca giro di droga: sequestrati 3 chili di cocaina

La Polizia di Stato, all’esito di una vasta e articolata operazione antidroga, nelle prime ore del 10 dicembre 2024, ha eseguito sei misure cautelari ponendo così fine ad una attività di spaccio di sostanze stupefacenti che veniva portata avanti nella provincia di Novara e che assicurava ingenti profitti.

In particolare, sono state eseguite tre custodie cautelari in carcere, due obblighi di dimora con presentazione alla polizia giudiziaria e un divieto di dimora nella Provincia di Novara.

Tutte le misure sono state emesse dal Tribunale di Novara su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Sempre nel corso della stessa attività di indagine son già stati eseguiti cinque arresti in flagranza di reato, con il sequestro di oltre 3 chilogrammi di cocaina.  

L’attività di indagine condotta dalla Squadra Mobile ha avuto inizio nel agosto 2023 e trae origine da un precedente arresto in flagranza di reato, avvenuto nel mese di giugno 2023. In quella occasione erano emersi dei dettagli che avevano richiamato l’attenzione degli investigatori, che avevano capito che il soggetto tratto in arresto era inserito in una più ampio contesto criminale.

Quelli che erano sospetti, nel corso dell’indagine, sono diventati delle precise conferme e lo sviluppo delle iniziali ipotesi investigative hanno poi permesso di mettere alla luce una ramificata e consolidata attività di spaccio, a carattere piramidale, condotta con modalità professionali, adottando delle cautele, anche negli spostamenti, indicative di modalità operative nel portare avanti l’attività di spaccio certamente consolidate, indice non di una occasionalità nel commettere certi reati.

Dalle indagini è emerso che, nella rete di spaccio, vi erano dei soggetti, che movimentavano ingenti quantità di cocaina, due chilogrammi ogni mese. In particolare D.H. 50 anni, cittadino albanese, era il “capo” del sodalizio criminale.

La cocaina veniva reperita attraverso un altro soggetto albanese, N.I. di anni 43, residente in provincia di Novara, in grado di consegnare 2 chilogrammi di cocaina ogni mese a D.H. per la sua illecita attività di spaccio.

Alle dipendenze di D.H., poi, vi erano altri soggetti con compiti ben precisi.

P.D. di anni 24 (cittadino albanese), H.R. di anni 27 (cittadino pakistano), R.A. di anni 47 (cittadino italiano), G.E. di anni 22 (cittadino albanese), erano i “cavallini” con il compito di consegnare le dosi di cocaina ai numerosissimi acquirenti residenti sia nel comune di Novara che in provincia. Gli stessi percepivano un vero e proprio stipendio mensile, circa 5000 euro al mese.

Ogni mattina D.H. incontrava i suoi corrieri provvedendo al loro rifornimento per le cessioni di cocaina della giornata. Gli incontri, registrati da alcune telecamere, avvenivano all’interno di parcheggi di alcuni centri commerciali presenti in città.

In questo frame D.H. poneva le dosi di cocaina all’interno di una loro autovettura e successivamente i suoi galoppini, in questo caso G.E. e R.A. si avvicinano all’autovettura a prelevarle.

Il prezzo delle singole dosi, del peso di 0,40 grammi, era di 40 euro. Ogni giorno il sodalizio criminale  era in grado di portare a termine circa 150 cessioni con un guadagno giornaliero di circa 6.000 euro.

 

Le figure di spicco della presente indagine, hanno a carico precedenti specifici, e nonostante il pregresso ad oggi sono indagati in quanto si ritiene abbiano continuato nella loro attività delittuosa. Questi, anziché abbandonare le attività illecite si ritiene che invece abbiano elevato la loro capacità nel delinquere con una spiccata attitudine nel gestire i traffici delittuosi, utilizzando stratagemmi per cercare di eludere eventuali attività investigative.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

(Dalla Questura di Novara)

Arriva il nuovo pastorizzatore inventato alla Città della Salute

Il latte umano rappresenta per i neonati, oltre che la miglior fonte nutrizionale, anche un vero e proprio farmaco salvavita, soprattutto per quelli più critici e prematuri. Per questi fragili neonati, spesso ricoverati in Terapia Intensiva e in Patologia Neonatale, il latte della propria mamma non è sempre disponibile, soprattutto nel primo periodo dopo il parto: in questi casi la migliore alternativa è rappresentata dal latte umano donato, trattato e distribuito dalle Banche del Latte.
Il latte delle mamme donatrici viene oggi pastorizzato per garantirne la sicurezza microbiologica. Tuttavia, è ormai dimostrato che il sistema attualmente in uso (pastorizzazione Holder, 62.5°C per 30 minuti) modifica il valore nutrizionale e riduce, in particolare, la capacità del latte umano di fornire difese e di stimolare il sistema immunitario del neonato rispetto al latte fresco, a causa dell’intenso danno termico.
L’idea innovativa, nata dalla collaborazione dei neonatologi della Terapia Intensiva Neonatale universitaria dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino (professoressa Alessandra Coscia e professor Enrico Bertino) e di un gruppo di ricercatori del CNR (professoresse Laura Cavallarin e Marzia Giribaldi), e supportata dalla Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato (dottor Guido Moro), dall’Associazione di Genitori Piccoli Passi e dalla Fondazione Venesio, è motivata dall’esigenza di poter disporre, per i neonati fragili, di latte umano donato che abbia una qualità nutrizionale e biologica il più simile possibile a quella del latte fresco della propria madre.
Risultato di alcuni anni di ricerche, pubblicate su riviste internazionali ed appena presentate al Congresso Europeo di Madrid, il pastorizzatore per piccoli volumi di latte (Low Volumes Milk Pasteurizer, Lo.V.Milk), basato su tecnologia High Temperature Short Time (HTST, 72°C per15 secondi) e brevettato dai ricercatori, é attualmente disponibile e pronto per essere utilizzato da gennaio nella Banca del Latte dell’ospedale Regina Margherita di Torino, in modo da fornire il latte non solo ai neonati critici dell’ospedale Sant’Anna, ma anche a quelli ricoverati nel Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino ospedale Regina Margherita di Torino (diretto dalla professoressa Franca Fagioli).
La pastorizzazione HTST viene comunemente utilizzata per produrre il “latte fresco” bovino, perché è la tecnologia che consente di avere il miglior compromesso tra sicurezza microbiologica e qualità nutrizionale. Tuttavia gli impianti industriali per il trattamento HTST del latte vaccino hanno portate dell’ordine di tonnellate e finora non esistevano sistemi per pastorizzare piccoli volumi di alimenti liquidi, quali il latte.umano. La sua messa a punto è stata possibile anche grazie al grande impegno del personale della Banca del Latte Umano, coordinato dalla caposala Elisabetta Punziano.
L’impianto rappresenta un’innovazione dal punto di vista tecnologico, in quanto consente di realizzare una pastorizzazione di tipo HTST su piccoli e piccolissimi volumi di latte, con soluzioni tecniche completamente differenti dall’esistente.
Questa strategia innovativa parte quindi dalla Città della Salute di Torino, con la prospettiva di estendersi agli altri Centri in Italia, che con 44 Banche del Latte continua a mantenere il suo ruolo di leader, ed in Europa, dove attualmente ne sono attive oltre 280

Poste italiane anche a Torino contro le truffe

Poste Italiane mette al centro la sicurezza dei cittadini con numerose iniziative, fra cui il nuovo vademecum antifrode , in distribuzione nei 49 uffici della città di Torino, e negli altri 78 uffici postali della Città di Torino. È proprio grazie alla collaborazione dei clienti, che ogni giorno utilizzano i suoi prodotti e servizi, garantisce di operare in sicurezza. Rispetto allo scorso anno, il numero delle truffe sventate in ufficio postale è diminuito del 63%, un dato che conferma l’efficacia dell’informazione in contrasto ai tentativi di frode.

Il rischio di rimanere coinvolti in una truffa riguarda tutti e non va sottovalutato, anche perché le frodi vengono messe in atto da veri “professionisti” che fanno leva sulla buonafede dei cittadini e utilizzano diversi metodi per aggirare i cittadini, come fingere di telefonare per conto di enti pubblici. Nel vademecum sono indicati alcuni consigli per evitare spiacevoli sorprese: è importante saper riconoscere la provenienza di email, sms e telefonate fraudolente, non avere fretta, fare attenzione alle proposte vantaggiose di facili guadagni, verificare le pagine web su cui si effettuano i propri acquisti, usare cautela nella gestione di dati e informazioni personali, mantenere software e password aggiornati. Per ulteriori informazioni è possibile visitare la sezione del sito di Poste Italiane dedicata alla prevenzione dalle truffe: https://www.poste.it/come-difendersi-dalle-truffe.html.

 

Mara Martellotta

San Pietro Val Lemina: alle Poste i bimbi incontrano Babbo Natale

I bambini della scuola materna di San Pietro Val Lemina sono andati presso l’ Ufficio Postale del paese per incontrare “Babbo Natale”.

I 33 bambini, dai 3 anni ai 5 anni, presenti hanno ricevuto un foglio con la storia di Babbo Natale e dei piccoli pensieri.

Ad aspettarli un collega di Gestione Operativa di Poste Italiane che  ha reso questo momento magico per i bambini travestendosi da “aiutante di Babbo Natale”.

Montagna, ministro Calderoli: con nuova legge basta cittadini di serie B

Cuneo, 14 dic. – “Si sono concluse le celebrazioni della Giornata internazionale della Montagna in quel delle due Frabose, un appuntamento fondamentale per approfondire gli aspetti dei temi montani, lo stato dell’arte attuale e le prospettive per il futuro. Continuerò sempre a ritenere inaccettabile che i cittadini delle Terre Alte vengano trattati dallo Stato come di serie B, ecco perchè grazie alla nostra nuova legge per la montagna intendiamo riconoscere e promuovere la vera montagna con misure concrete. Sostegno a famiglie e imprese, garanzia di servizi pubblici essenziali, tutela dell’ambiente e del patrimonio e contributi a supporto della vera montagna. Questo è il nostro obiettivo. Un grazie ai Sindaci, ai tanti relatori di alto livello, al presidente Cirio e alle tante istituzioni presenti. Ringrazio Unimont per il lavoro titanico con il nostro Libro bianco sulla montagna, uno strumento necessario per conoscere e quindi anche per deliberare. Appuntamento al prossimo anno!”
Così attraverso i propri canali social il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, salutando le Frabose e l’edizione 2024 della ricorrenza.

Carabinieri, commemorato l’incidente aereo di 26 anni fa a Volpiano

I Carabinieri di Torino celebrano la commemorazione dell’incidente aereo del 14 dicembre 1998 a Volpiano
Volpiano, 14 Dicembre: Ventisei anni fa un elicottero dell’Arma con a bordo quattro Carabinieri, poco dopo essere decollato dal vicino Elinucleo, a causa della fitta nebbia, precipitò al suolo nelle campagne di Volpiano. A seguito del terribile schianto, persero la vita il Generale di Divisione Franco Romano, il Colonnello Paolo Cattalini e i Marescialli Gennaro Amiranda e Giovanni Monda. Questa mattina, a Volpiano, in un clima segnato dalla fitta nebbia, proprio come il giorno della tragedia, il Comandante della Legione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta, Generale di Brigata Andrea Paterna e il Comandante Provinciale di Torino, Generale di Brigata Roberto De Cinti, insieme a una rappresentanza della Compagnia dei Carabinieri di Chivasso, hanno deposto una corona d’alloro davanti al monumento in ricordo di quella tragedia. Presenti alla cerimonia anche il Sindaco del Comune di Volpiano, Giovanni Panichelli e i familiari dei militari caduti.

Calci e pugni ai carabinieri: arrestato diciannovenne

 

Il 14 dicembre, nel primo pomeriggio, in via berthollet angolo via Saluzzo (San Salvario), nel corso del servizio “strade sicure” i carabinieri della stazione San Salvario hanno arrestato un diciannovenne di origini tunisine per resistenza a pubblico ufficiale.
Il giovane era in compagnia di altre persone che vedendo avvicinarsi i carabinieri di sono date alla fuga mentre l’interessato, per eludere il controllo, ha aggredito con calci e pugni i militari.
L’uomo è stato bloccato, arrestato e condotto in caserma, poi ristretto in camera di sicurezza a disposizione dell’autorità giudiziaria.