CRONACA- Pagina 1324

“IL COMUNE DI TORINO VUOLE CHIUDERE UN PREZIOSO LUOGO DI INTEGRAZIONE. SCELTA MIOPE E PERICOLOSA”

CENTRO ITALO-ARABO. INTERVENGONO BOETI, BARICCO, LEO

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Non rinnovare la concessione con il Centro italo-arabo Dar al Hikma significa una sola cosa: che si vuol chiudere una realtà che da anni lavora concretamente a favore dell’integrazione, del multiculturalismo e del dialogo interconfessionale. Il Centro creato dallo scrittore Younis Tawfik fa integrazione da quando a Torino questa parola era poco più che un auspicio. In via Fiochetto si promuovono importanti attività culturali, corsi di lingua e di cultura araba ed italiana, qui è stata creata una vera comunità dove persone provenienti da culture e Paesi diversi, con fedi diverse, si incontrano e si riconoscono in valori e regole condivise. Senza dimenticare come il Centro abbia sempre offerto generosamente la propria sede per decine di iniziative di solidarietà come quelle a favore delle popolazioni siriane e curde. Il Dar al Hikma è un luogo prezioso per Torino. Un luogo di pace, di fratellanza, di solidarietà, di tolleranza. Un luogo dove si vincono i pregiudizi e si contrastano gli integralismi (ricordiamo, tra le altre iniziative, il convegno internazionale ‘Islam contro islamismo’ organizzato dal Dar al Hikma in collaborazione con il comitato Diritti Umani ed il coordinamento interconfessionale ‘Noi siamo con voi’, che ha visto presenziare a Torino le massime personalità culturali e religiose del mondo islamico). Un impegno portato avanti in questi anni da Younis Tawfik non solo con il Centro di cui è presidente ma all’interno del Comitato regionale Diritti Umani, dove da sempre è tra i partecipanti più attivi. Considerare il Dar al Hikma alla stregua di un ristorante etnico è segno di ignoranza e di miopia. La scelta di rinnovare la convenzione sulla base di motivi a dir poco pretestuosi, dimostra che l’amministrazione comunale vuol fare piazza pulita di quei mondi che creano vera integrazione. Come Comitato regionale dei Diritti Umani faremo tutto il possibile per opporci ad una scelta sbagliata e pericolosa.

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Nino BOETI,  Enrica BARICCO, Giampiero LEO

Ufficio di Presidenza Comitato Diritti Umani Regione Piemonte

Premio “Pestelli” alle neolaureate

Ieri al circolo della Stampa, tre neolaureate son state insignite del premio Pestelli 2018, alla sua IV edizione, per la miglior tesi di laurea sul giornalismo
Per la tesi dal titolo “Fake news. Analisi del fenomeno tra misinformation, disinformation, entertainment e propagand”,  Alice Fubini ha conquistato  il primo premio del valore di 1500 euro, mentre una menzione speciale è andata a Chiara Cabini ed Erika Marzano con due tesi rispettivamente sul fenomeno delle fake news nell’America di Trump e sui giornali inglesi nel conflitto nordirlandese. L’impegnativa fase di lettura delle tesi è stata affidata al Comitato Scientifico, diretto dal professor Mauro Forno dell’Università di Torino, e composto da Dario Corradino, Francesco Antonioli, Mario Baudino, Luca Rolandi, Marta Margotti, Davide Aimonetto, Bartolomeo Gariglio. La serata è stata anche l’occasione per rendere omaggio all’avvocato Bruno Segre, fondatore e membro ad honorem del Centro studi sul giornalismo Pestelli, giornalista pubblicista, che ha compiuto da poche settimane i 100 anni. Nello stesso pomeriggio, si è svolto  anche un evento formativo per giornalisti aperto al pubblico, dedicato ai 100 anni dalla nascita di Primo Levi a cui hanno partecipato Alberto Sinigaglia, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte e i giornalisti Lorenzo Mondo e Piero Bianucci.
Giuliana Prestipino

Premio "Pestelli" alle neolaureate

Ieri al circolo della Stampa, tre neolaureate son state insignite del premio Pestelli 2018, alla sua IV edizione, per la miglior tesi di laurea sul giornalismo
Per la tesi dal titolo “Fake news. Analisi del fenomeno tra misinformation, disinformation, entertainment e propagand”,  Alice Fubini ha conquistato  il primo premio del valore di 1500 euro, mentre una menzione speciale è andata a Chiara Cabini ed Erika Marzano con due tesi rispettivamente sul fenomeno delle fake news nell’America di Trump e sui giornali inglesi nel conflitto nordirlandese. L’impegnativa fase di lettura delle tesi è stata affidata al Comitato Scientifico, diretto dal professor Mauro Forno dell’Università di Torino, e composto da Dario Corradino, Francesco Antonioli, Mario Baudino, Luca Rolandi, Marta Margotti, Davide Aimonetto, Bartolomeo Gariglio. La serata è stata anche l’occasione per rendere omaggio all’avvocato Bruno Segre, fondatore e membro ad honorem del Centro studi sul giornalismo Pestelli, giornalista pubblicista, che ha compiuto da poche settimane i 100 anni. Nello stesso pomeriggio, si è svolto  anche un evento formativo per giornalisti aperto al pubblico, dedicato ai 100 anni dalla nascita di Primo Levi a cui hanno partecipato Alberto Sinigaglia, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte e i giornalisti Lorenzo Mondo e Piero Bianucci.
Giuliana Prestipino

UNO SCOOTER ELETTRICO MIMOTO ALLA POLIZIA MUNICIPALE

È stato consegnato ieri in piazza Palazzo di Città un ciclomotore elettrico da MiMoto con i colori d’Istituto agli Agenti del Comando della Sezione Centro della Polizia Municipale di Torino, in prestito d’uso. Alla cerimonia di consegna erano presenti la Sindaca di Torino, Chiara Appendino e il Dirigente Comandi Territoriali della Polizia Municipale, Marco Sgarbi.L’evento è frutto di una significativa collaborazione tra il primo servizio made in Italy di scooter sharing elettrico a flusso libero e il Comando della Polizia Municipale che ha contribuito, in più occasioni, a sviluppare l’idea di una mobilità consapevole ed ecologica.“Il servizio degli scooter elettrici Mimoto, e più in generale la mobilità elettrica, raccoglie le sfide che vedono i Comuni protagonisti nell’ottica della sostenibilità. Ha dichiarato la Sindaca Chiara Appendino. Torino è protagonista di questa sfida, che ha anche un valore culturale. Da questo punto di vista, il servizio Mimoto contribuisce pure a sensibilizzare i cittadini sull’importanza dello sviluppo della mobilità elettrica, al fine di poter perseguire con sempre maggiore efficacia l’obiettivo di assicurare sostenibilità al sistema dei trasporti in ambito urbano. Proprio in questo senso, si sta rivelando fondamentale la collaborazione tra pubblico e privato finalizzata a incentivare la diffusione e l’uso dei veicoli elettrici. Ringrazio quindi Mimoto per aver affidato un ciclomotore elettrico alla Polizia Municipale”. Le iniziative speciali già realizzate con la Polizia Municipale di Torino sono state un successo, il feedback dei cittadini è stato molto positivo e siamo felici di continuare questa collaborazione volta soprattutto alla promozione della guida sicura in città. MiMoto ha come obiettivo quello di rendere la città ancora più vivibile ed essere parte integrante della comunità torinese ed è per questo che lavoriamo a stretto contatto con l’amministrazione Comunale.” – afferma Vittorio Muratore, founder e CMO di MiMoto – “Il prestito di uno dei nostri scooter con i colori della Polizia Municipale è un gesto simbolico che però rappresenta un impegno comune che vogliamo duri nel tempo”. Nella piazza del Municipio, durante la mattinata gli Agenti della Prossimità del Comando Reparto Radiomobile e personale MiMoto hanno dato la possibilità ai torinesi di provare gli scooter elettrici, naturalmente a titolo gratuito.  Già nelle domeniche dello scorso ottobre, in piazza Vittorio Veneto gli Agenti si erano affiancati al personale MiMoto per invogliare alla prova, gratuitamente, i torinesi.

Sassate al bus dei tifosi granata. Quattro feriti

Volevano rubare la bandiera del Torino. Lo ha confessato  un tifoso fermato dalla polizia ieri sera. Apparteneva a un gruppo di ultrà che ha lanciato sassi contro un minivan con quattro tifosi del Torino a bordo, al termine della finale di Supercoppa Primavera Inter-Torino allo Stadio Breda di Sesto San Giovanni. I quattro torinisti se la sono cavata con lesioni leggere.

Auto e vestiti acquistati online ma era una truffa

Subito.it e Kijiji.it sono alcuni dei più frequentati siti di annunci online italian. Offrono la possibilità a chiunque ne abbia bisogno di  inserire annunci per diverse categorie di oggetti. Con poche parole chiave gli utenti possono non soltanto inserire, ma anche ricercare il prodotto del quale hanno bisogno, connettersi con il soggetto che offre quel determinato prodotto e accordarsi sulle modalità di pagamento e riceverlo. Si tratta di vastissimi negozi online che, pur offrendo un’ampia gamma di servizi, presentano alcune problematiche, prima fra tutte la truffa. Sono ben 8 le persone denunciate dai Carabinieri del Comando Provinciale di Asti, nella settimana appena trascorsa, ritenute responsabili di truffe perpetrate a mezzo dei siti riportati, ma anche con altre modalità. Acquisti di oggetti mai ricevuti, come una consolle per videogiochi pagata 158 euro, un fuoristrada Suzuki per cui era stata versata una caparra di 500 euro, 8000 euro versati ad una fantomatica concessionaria che pubblicizzava su internet la vendita di un’auto Toyota, la locazione sul sito di affitti di case-vacanze “Airbnb” di un appartamento al mare (mai posseduto dall’inserzionista) per 4100 euro, sono solo alcuni degli episodi denunciati presso le Stazioni Carabinieri della provincia e i cui responsabili sono stati individuati grazie alle indagini eseguite dai militari. La gamma delle truffe poste in essere non si limita ai casi di utilizzo dei siti summenzionati, ma anche a mezzo telefono, come nel caso della Madre Superiora di un Istituto di religiose astigiano, che ha subito il tentativo da parte di due pregiudicati originari di Siracusa, non andato a buon fine, di farsi accreditare 4100 euro, al fine di sbloccare un inesistente contributo da parte dell’ASL di Asti all’Istituto religioso; o ancora l’episodio che ha visto coinvolto un procacciatore di affari torinese, il quale senza il consenso dell’utente sottoscriveva un contratto di fornitura “luce-gas-telefono” apponendo la firma falsa dell’ignaro cittadino truffato.

Massimo Iaretti

 

Da Londra al Piemonte (e ritorno) I carabinieri pagano le spese a un giovane sfortunato

Se Edmondo De Amicis dovesse scrivere oggi il suo libro ‘Cuore’, probabilmente questa vicenda l’avrebbe intitolata ‘Da Londra alle Alpi’. Il fatto è avvenuto in Alta Valsesia, ad Alagna (provincia di Vercelli) ed ha come protagonisti un 24enne di origine del Mezzogiorno d’Italia e la locale stazione dei carabinieri. Domenica scorsa, nel pomeriggio, la pattuglia che montava di servizio ha ricevuto  una strana richiesta di aiuto. Protagonista un giovane italiano che, stanco ed affranto, con soli 10 euro in tasca e senza sapere dove mangiare e dove dormire, sentendosi completamente perso ed in balia degli eventi, ha fermato la pattuglia dei militari, che transitava nel paese, chiedendo aiuto e raccontando le sue vicissitudini: originario del sud Italia, primo di tre fratelli, poco più che diciottenne aveva lasciato i propri affetti per lavorare in un ristorante di Londra, come cuoco, e contribuire al mantenimento della famiglia. Scaduto il contratto, il giovane aveva cercato una nuova soluzione di impiego, accarezzando anche il desiderio di rientrare in Italia. Setacciando il mondo dei social, aveva appreso dell’esistenza di alcune, seppur vaghe, possibilità lavorative, connesse al settore della ristorazione, nel comune di Alagna Valsesia, una località che conosceva, per avere lì trascorso alcuni giorni di villeggiatura da ragazzo, con amici. Così, armato di un bagaglio minimo, con pochi soldi e tanti sogni e ricordi, il malcapitato era partito alla volta dell’Italia, e atterrato a Malpensa, animato dalle migliori intenzioni, aveva raggiunto la destinazione prefissata, impegnandosi, senza perdere tempo, nella ricerca di un lavoro. Come il 24enne ha purtroppo ben compreso, non sempre i socialrappresentano situazioni pienamente aderenti alla realtà; così trascorsi invano due giorni di ricerca ed una notte all’addiaccio, quando tutto sembrava perduto, quella pattuglia dei Carabinieri era parsa veramente come una scialuppa di salvataggio in mezzo ad un mare in burrasca. Il Maresciallo ed i militari di Alagna hanno accompagnato al caldo della caserma quella persona, hanno ascoltato e verificato quel racconto, così ingenuamente assurdo da risultare vero. Nel frattempo si è fatta sera, nelle more di una soluzione i Carabinieri, a loro spese, hanno pagato al giovane la cena ed il pernotto in un albergo, grazie anche alla disponibilità del gestore che, pure in piena stagione sciistica, ha reso disponibile una stanza ad un prezzo agevolato. Quasi l’Arma fosse stata ambasciatrice di buone nuove, nella tarda serata è giunta anche una telefonata del vecchio datore di lavoro londinese, che ha prospettato la possibilità di un nuovo contratto per un impiego in un altro ristorante di Londra.Ancora una volta sono stati i Carabinieri a rendere concreta questa possibilità: tornare al Londra comporta dei costi di viaggio. Soldi che lo sfortunato proprio non possiede. Senza perdersi assolutamente d’animo i militari della Stazione di Alagna hanno verificato il percorso, calcolato le spese e donato i soldi per coprire il viaggio. Quindi, grazie al Cielo, una volta tanto le pagine di cronaca da nera si sono riempite di bianco per il bel gesto dei militari tutti ed il lieto fine.

Massimo Iaretti

 

 

 

Inviato da Libero Mail per iOS

Maltrattamenti alla moglie e abusi sulla figlia, in carcere 44enne

Agenti del Reparto Polizia di Prossimità della Polizia Municipale di Torino hanno arrestato, martedì 19 febbraio, un uomo di 44 anni, residente nel quartiere Aurora, perché si era reso responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie e delle due figlie e anche di violenza sessuale nei confronti della ragazzina più grande.

 

L’attività di indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino dott.ssa Antonella Barbera, è scaturita dalla denuncia presentata dalla donna presso la sala d’ascolto delle vittime del Reparto Polizia di Prossimità.

 

E’ stato possibile fermare la violenza grazie alle sinergie e il lavoro in rete tra la Polizia Municipale, il Centro Antiviolenza della Città di Torino e la Procura della Repubblica, che da anni collaborano attivamente nel contrasto dei reati di violenza domestica.

 

(Foto archivio – il Torinese)

Estorsioni e droga dietro lo schermo delle società

I Carabinieri della Compagnia di Novi Ligure, in collaborazione con i colleghi del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Alessandria, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di due persone, un uomo e una donna, mentre per un terzo uomo è stata disposta quella dell’obbligo di presentazione quotidiana ai carabinieri di Ovada. Le indagini, coordinate dalla Procura di Alessandria, scaturiscono dal medesimo contesto che nella prima decade dello scorso mese di dicembre aveva condotto gli investigatori all’arresto di Domenico DATTOLA, alla denuncia in stato di libertà di altre 12 persone ed al sequestro preventivo delle quote di 3 società e di una ditta individuale operanti nel settore della ristorazione, oltre a quello dei rapporti bancari riconducibili agli indagati, in essere presso diversi istituti di credito e di 2 autovetture. In carcere sono finiti Carmen Domenica SCAFFINI, 41enne, moglie di DATTOLA e Salvatore ROMANO, 43enne, entrambi già noti alle Forze dell’Ordine, mentre nei confronti di G.A.B., 21enne di Ovada, il Gip del Tribunale di Alessandria ha ritenuto di disporre l’obbligo di presentazione ai Carabinieri del posto. I militari sono riusciti a documentare il prosieguo delle condotte illecite poste in essere dagli indagati e caratterizzate dal ricorso sistematico all’intestazione fittizia di società e ditte individuali, allo scopo di schermare l’origine del patrimonio accumulato, derivante da attività estorsive e di spaccio di sostanze stupefacenti. Ciò a dimostrazione di un’infiltrazione criminale nel tessuto economico novese che  avveniva mediante l’utilizzo di prestanome per la gestione di attività di ristorazione, come quella del ristorante/pizzeria “Bandiera”, in Corso Marenco a Novi Ligure, già oggetto di sequestro preventivo nel dicembre del 2018 e di altri locali/ristoranti che godevano di buona visibilità commerciale e di un’alta affluenza di avventori. Dopo l’arresto del marito la donna si era subito data da fare al fine di organizzare la ripartenza di nuove attività commerciali, sempre nel settore della ristorazione, occupandosi al tempo stesso dell’attività di “riscossione” dei crediti di denaro, dovuti anche alla cessione di stupefacente, maturati dal marito, pianificando addirittura vere e proprie “spedizioni punitive” nei confronti dei malcapitati debitori, avvalendosi dell’opera di Salvatore ROMANO, anch’egli finito in carcere. Nel corso della perquisizione effettuata contestualmente all’esecuzione della misura cautelare, Carmen Domenica SCAFFINI è stata trovata in possesso di 750 grammi di marijuana, ciò ad ulteriore dimostrazione di come la stessa, in assenza del marito, continuasse ad occuparsi personalmente di tutte le attività illecite “di famiglia”, tra cui quella dello spaccio di sostanze stupefacenti.

M.iar.

 

Conclusa con successo l'operazione contro il traffico di droga

Sono stati presentati mercoledì a Biella gli esiti di una vasta azione della Polizia di Stato mirante a contrastare il traffico di sostanze stupefacenti
Il 12 febbraio, le sezioni “Antidroga” delle Squadre Mobile delle Questura di Biella e Vercelli, coordinate dalla Procura di Biella, concludevano un’articolata attività d’indagine, smantellando un’organizzazione criminale, dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti del genere hashish, cocaina ed eroina, operante sia in questa provincia che nelle province limitrofe, gestita da soggetti di nazionalità Albanese e Nord Africana, radicati sia nel capoluogo lombardo che in quello piemontese. In particolare, nel mese di novembre del 2018, personale della Sezione “Antidroga” della Squadra Mobile della Questura di Biella, nel corso del continuo monitoraggio degli ambienti legati allo spaccio di sostanze stupefacenti, acquisiva elementi indiziari nei confronti di un soggetto di nazionalità Magrebina, il quale aveva intrapreso nel comprensorio biellese e di Vercelli un’imponente attività di spaccio di sostanze stupefacenti, prevalentemente del genere “hashish e cocaina”. Sulla base di tale elementi, d’intesa e sotto la direzione della Autorità Giudiziaria biellese, veniva avviata un’articolata e minuziosa attività d’indagine che permetteva di delineare un quadro investigativo dal quale emergeva un vero e proprio sodalizio criminoso ben organizzato e ramificato nelle province di Biella, Vercelli e Novara, ma che aveva radici in Torino e Milano. Attese tali risultanze, gli investigatori di Biella e Vercelli monitoravano, sia con metodi tradizionali che con le più sofisticate ed avanzate tecniche investigative, tutti i soggetti emersi ai vari livelli, a partire dagli acquirenti, ai piccoli “pusher”, per poi risalire ai principali fornitori delle sostanze stupefacenti. Infatti, nel corso di detta attività, mantenuta nel più stretto riserbo, venivano effettuati riscontri alla piccole cessioni di sostanza stupefacente avvenute di volta in volta nelle diverse province, fino a risalire ai fornitori di ingenti quantità. Dopo meno di tre mesi di attività investigativa si è riusciti a chiudere il canale di traffico dello stupefacente, procedendo dalle numerose segnalazioni amministrative dei piccoli assuntori all’arresto dei pusher e dei trafficanti.
Si riportano gli interventi più significativi effettuati nel corso dell’attività:
 

      • In data 9.01.2019 in provincia di Vercelli veniva tratto in arresto il cittadino tunisino S. H. di anni 30 trovato in possesso di n. 10 panetti di Hashish, del peso complessivo di gr. 1010.
      • In data 22.01.2019 a Novara veniva tratto in arresto il cittadino marocchino H. E. M. di anni 36, trovato in possesso di 20 panetti di hashish, per un peso totale pari a grammi 2020.
      • In data 28.01.2019, a Torino venivano tratti in arresto T.A.M. cittadina italiana e T.R. cittadino marocchino, trovati in possesso di gr. 2.700 circa di sostanza stupefacente del genere hashish.
      • In data 12.02.2019, a Milano venivano tratti in arresto L.R. e A.S., entrambi cittadini albanesi, trovati in possesso di circa 2.500 gr di cocaina e circa 230 gr di eroina, e di circa 100.000 euro in contanti unitamente al materiale per il confezionamento dello stupefacente.
      • In data 5.02.2019, veniva tratto in arresto P.G., residente in provincia di Vercelli, trovato in possesso di circa 110 gr. di hashish e 140 gr. circa di marijuana e 1.300 euro in contanti. Inoltre, venivano indagati in s.l. due soggetti biellesi C.M. e B.P., coinvolti nel suddetto traffico di stupefacenti, trovati in possesso di circa 15.000 euro in contanti.
      • In data 19.01.2019 veniva indagato in s.l. C.G. residente a Vercelli, trovato in possesso di 1 panetto di hashish del peso di gr. 100 circa.
      • Infine, venivano indagati altri 10 soggetti residenti nelle province di Biella, Vercelli, e Novara, coinvolti a vario titolo nell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti.

 
Pertanto, l’attività investigativa in oggetto, avviata dal contrasto al piccolo spaccio biellese è arrivata a sgominare un’intera banda di spacciatori operanti in Piemonte e in Lombardia. Si tratta di una delle più importanti attività antidroga eseguita dagli investigatori di Biella e Vercelli, coordinati dalla Procura di Biella, che, complessivamente, ha consentito di arrestare 7 soggetti, di indagarne in stato di libertà 13, con il sequestro complessivo di circa 2,5 kg di cocaina, più di 6 kg di hashish, 230 gr. di eroina, circa 150 gr. di marijuana e circa 120.000 euro in contanti