CRONACA- Pagina 1290

Ai domiciliari due leader storici di Askatasuna

Nella mattinata odierna, personale della Digos della Questura di Torino ha eseguito due misure cautelari degli “arresti domiciliari” nei riguardi dei leader storici di “Askatasuna”,  G.R. e M.M. per i gravi episodi di intemperanza verificatisi in occasione del Vertice G7 di Venaria. Il provvedimento costituisce aggravamento della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a seguito della commissione da parte degli indagati di ulteriori fatti di reato.

***

IL COMUNICATO DELLA POLIZIA

Le articolate indagini svolte dalla locale Digos – coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino avevano consentito di denunciare complessivamente n.52 persone resesi responsabili di condotte criminose, anche gravi, e di attribuire la regia di tutte le azioni violente perpetrate durante la mobilitazione contro il G7 ai leader storici di “Askatasuna, tra cui proprio i due leader agli arresti domiciliari..

L’annuncio dello svolgimento presso la Reggia di Venaria Reale del Vertice G7 aveva suscitato l’immediata reazione della variegata galassia antagonista torinese e nazionale che, sotto la sigla “Assemblea RESETG7”, aveva sin da subito avviato una mobilitazione generale sfociata poi in una escalation di azioni violente. In particolare, nella mattinata del 29 settembre 2017, si svolgeva un estemporaneo corteo di circa 500 persone, provenienti anche da altri contesti territoriali, nel corso del quale si registravano diversi tentativi di sfondamento dei contingenti delle forze dell’ordine con il precipuo obiettivo di raggiungere l’N.H Hotel di piazza Carlina, dove erano ospitati i leader e le delegazioni dei Paesi partecipanti al Vertice.

Nel pomeriggio, i collettivi studenteschi, sotto l’egida dei leader del centro sociale Askatasuna, davano vita ad un altro corteo tentando più volte di raggiungere il predetto Albergo senza riuscirci grazie alla calibrata predisposizione dei servizi di ordine pubblico.

La mobilitazione riprendeva poi nella serata, allorquando circa 200 manifestanti, dopo essere giunti in via Po, nel rinnovato intento di avvicinarsi alla zona di sicurezza del NH Hotel, in maniera proditoria e perlopiù travisati, incominciavano a lanciare diverse bombe carta ed artifizi pirotecnici mediante lanciatori multipli contro i contingenti delle forze dell’ordine che, dopo alcuni minuti di assedio, riuscivano a disperdere i facinorosi.

Altri episodi di intemperanza si verificavano la mattina del 30 settembre, allorquando circa 200 antagonisti G7, giunti in corteo, unitamente ad altre 2000 persone, in piazza Vittorio Veneto di Venaria Reale, tentavano di forzare lo sbarramentoeffettuato dai contingenti delle forze dell’ordine utilizzando diversi carrelli della spesa lanciando altresì bombe carta e razzi verso la Polizia.

Poco dopo, il gruppo dei facinorosi, ricompattatosi, reiterava due analoghi tentativi di sfondamento sul lato destro di piazza Vittorio Veneto con l’utilizzo di grossi petardi e fuochi d’artificio esplosi ad altezza uomo mediante lanciatori multipli.

Per i summenzionati episodi venivano adottate dall’Autorità Giudiziaria di Torino n.17 misure cautelari (eseguite lo scorso 4 luglio), tra “Obblighi di Presentazione alla P.G.” ed “arresti domiciliari”, questi ultimi sostituiti, lo scorso 17 luglio, dal Tribunale del Riesame di Torino, in “Obblighi di Presentazione quotidiana alla P.G.” (in accoglimento di specifica istanza avanzata dai difensori degli interessati).

Tuttavia, tenuto conto che i due predetti leader di Askatasuna, a poco più di una settimana dalla decisione del Tribunale del Riesame, si erano resi responsabili, in occasione della IV Edizione del “Festival Alta Felicità”, di altri fatti di reato analoghi a quelli commessi durante il G7 di Venaria, il Giudice Per le Indagini Preliminari di Torino, su richiesta della Procura della Repubblica, ripristinava nuovamente la misura degli “arresti domiciliari”.

I nuovi fatti ascritti risalgono con precisione allo scorso 27 luglio, allorquando durante un corteo nazionale svoltosi nelle aree boschive di Giaglione e Chiomonte (tra l’altro interdette da un’apposita ordinanza prefettizia), si verificavano ripetute azioni violente da parte di gruppi di facinorosi travisati, provenienti da diversi contesti territoriali, sotto la guida e il coordinamento dei principali esponenti di Askatasuna.

In quella circostanza, gli stessi, utilizzando cesoie, flessibili ed estintori, abbattevano e danneggiavano una delle cancellate metalliche posizionate per impedire ai manifestanti di raggiungere il cantiere, tagliando altresì parte della recinzione perimetrale del sito di interesse strategico nazionale di Chiomonte. Successivamente, gli stessi si posizionavano sui sentieri alti della montagna in modo da sovrastare la vallata ove erano posizionati gli operatori di Polizia, che venivano fatti oggetto del lancio di ordigni esplosivi e pietre. In tale contesto i due indagati incitavano e coordinavano manifestamente tutte le condotte criminose dei partecipanti, concorrendo altresì nella materiale esecuzione degli illeciti penali

 

ia. Il provvedimento costituisce aggravamento della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a seguito della commissione da parte degli indagati di ulteriori fatti di reato.

Le articolate indagini svolte dalla locale Digos – coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino avevano consentito di denunciare complessivamente n.52 persone resesi responsabili di condotte criminose, anche gravi, e di attribuire la regia di tutte le azioni violente perpetrate durante la mobilitazione contro il G7 ai leader storici di “Askatasuna, tra cui proprio i due leader agli arresti domiciliari..

L’annuncio dello svolgimento presso la Reggia di Venaria Reale del Vertice G7 aveva suscitato l’immediata reazione della variegata galassia antagonista torinese e nazionale che, sotto la sigla “Assemblea RESETG7”, aveva sin da subito avviato una mobilitazione generale sfociata poi in una escalation di azioni violente. In particolare, nella mattinata del 29 settembre 2017, si svolgeva un estemporaneo corteo di circa 500 persone, provenienti anche da altri contesti territoriali, nel corso del quale si registravano diversi tentativi di sfondamento dei contingenti delle forze dell’ordine con il precipuo obiettivo di raggiungere l’N.H Hotel di piazza Carlina, dove erano ospitati i leader e le delegazioni dei Paesi partecipanti al Vertice.

Nel pomeriggio, i collettivi studenteschi, sotto l’egida dei leader del centro sociale Askatasuna, davano vita ad un altro corteo tentando più volte di raggiungere il predetto Albergo senza riuscirci grazie alla calibrata predisposizione dei servizi di ordine pubblico.

La mobilitazione riprendeva poi nella serata, allorquando circa 200 manifestanti, dopo essere giunti in via Po, nel rinnovato intento di avvicinarsi alla zona di sicurezza del NH Hotel, in maniera proditoria e perlopiù travisati, incominciavano a lanciare diverse bombe carta ed artifizi pirotecnici mediante lanciatori multipli contro i contingenti delle forze dell’ordine che, dopo alcuni minuti di assedio, riuscivano a disperdere i facinorosi.

Altri episodi di intemperanza si verificavano la mattina del 30 settembre, allorquando circa 200 antagonisti G7, giunti in corteo, unitamente ad altre 2000 persone, in piazza Vittorio Veneto di Venaria Reale, tentavano di forzare lo sbarramentoeffettuato dai contingenti delle forze dell’ordine utilizzando diversi carrelli della spesa lanciando altresì bombe carta e razzi verso la Polizia.

Poco dopo, il gruppo dei facinorosi, ricompattatosi, reiterava due analoghi tentativi di sfondamento sul lato destro di piazza Vittorio Veneto con l’utilizzo di grossi petardi e fuochi d’artificio esplosi ad altezza uomo mediante lanciatori multipli.

Per i summenzionati episodi venivano adottate dall’Autorità Giudiziaria di Torino n.17 misure cautelari (eseguite lo scorso 4 luglio), tra “Obblighi di Presentazione alla P.G.” ed “arresti domiciliari”, questi ultimi sostituiti, lo scorso 17 luglio, dal Tribunale del Riesame di Torino, in “Obblighi di Presentazione quotidiana alla P.G.” (in accoglimento di specifica istanza avanzata dai difensori degli interessati).

Tuttavia, tenuto conto che i due predetti leader di Askatasuna, a poco più di una settimana dalla decisione del Tribunale del Riesame, si erano resi responsabili, in occasione della IV Edizione del “Festival Alta Felicità”, di altri fatti di reato analoghi a quelli commessi durante il G7 di Venaria, il Giudice Per le Indagini Preliminari di Torino, su richiesta della Procura della Repubblica, ripristinava nuovamente la misura degli “arresti domiciliari”.

I nuovi fatti ascritti risalgono con precisione allo scorso 27 luglio, allorquando durante un corteo nazionale svoltosi nelle aree boschive di Giaglione e Chiomonte (tra l’altro interdette da un’apposita ordinanza prefettizia), si verificavano ripetute azioni violente da parte di gruppi di facinorosi travisati, provenienti da diversi contesti territoriali, sotto la guida e il coordinamento dei principali esponenti di Askatasuna.

In quella circostanza, gli stessi, utilizzando cesoie, flessibili ed estintori, abbattevano e danneggiavano una delle cancellate metalliche posizionate per impedire ai manifestanti di raggiungere il cantiere, tagliando altresì parte della recinzione perimetrale del sito di interesse strategico nazionale di Chiomonte. Successivamente, gli stessi si posizionavano sui sentieri alti della montagna in modo da sovrastare la vallata ove erano posizionati gli operatori di Polizia, che venivano fatti oggetto del lancio di ordigni esplosivi e pietre. In tale contesto i due indagati incitavano e coordinavano manifestamente tutte le condotte criminose dei partecipanti, concorrendo altresì nella materiale esecuzione degli illeciti penali

 

“Ipotesi dolo è agghiacciante. Rendere giustizia a questi eroi e alle loro famiglie”

Riceviamo e pubblichiamo

Alessandria, cordoglio dell’Fsp Polizia: 

 

“Il più profondo cordoglio di tutta la Federazione Sindacale della Polizia di Stato va ad unirsi al fiume di solidarietà che da tutta Italia sta giungendo in provincia di Alessandria ai familiari e ai colleghi degli eroici tre Vigili del fuoco morti questa notte nello svolgimento del loro servizio al Paese, di cui purtroppo conosciamo da vicino i sentimenti di queste ore. E mentre un doveroso pensiero va anche ai feriti di questo dramma senza fine, rivolgiamo il nostro grazie a chi accorre a testa bassa quando tutti scappano. Una qualità dei coraggiosi appartenenti a un Corpo che ha pagato un tributo di sangue altissimo all’Italia, e che rende ancor più agghiacciante il fatto che l’esplosione di stanotte sia frutto di un’azione dolosa. I responsabili di questa atrocità devono rispondere di una grande nefandezza, e che paghino fino in fondo è dovuto alle vittime e ai loro familiari”.

Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, dopo l’esplosione di stanotte della cascina in provincia di Alessandria.

Sale a tre il numero dei vigili del fuoco morti nell’incendio

Dal Piemonte

E’ salito  a tre il numero delle  vittime  dell’esplosione avvenuta in un edificio a Quargnento, nell’Alessandrino. I  vigili del fuoco hanno ritrovato il corpo del loro collega che era rimasto sepolto tra le macerie. I tre pompieri morti avevano 47, 38 e 32 anni. Ci sono anche tre  feriti, sono  due vigili del fuoco e un carabiniere ricoverati dal 118 in codice rosso. L’esplosione potrebbe essere di origine dolosa. Lo si apprende – scrive l’agenzia Ansa –  da fonti del Comando provinciale dei Carabinieri,

 

(foto archivio)

La Sala Rossa approva Regolamento per  scambio e vendita occasionale di oggetti usati

Dall’ufficio stampa di Palazzo Civico

Con l’approvazione della relativa deliberazione da parte del Consiglio Comunale (21 voti favorevoli, 2 contrari), la Città di Torino ha varato oggi il nuovo Regolamento per la “Gestione dell’attività di scambio e vendita occasionale di oggetti usati”, che sostituisce integralmente la precedente normativa (Regolamento comunale n. 378).

Il Regolamento risolve alcuni nodi e affina la disciplina del mercato del cosiddetto “Barattolo”, che si svolge il sabato e la domenica in via Carcano.

Tre le modifiche principali, come ha spiegato in Sala Rossa l’assessore ai Diritti Marco Giusta: l’ampliamento della platea dei partecipanti al territorio della Città Metropolitana di Torino, la sottolineatura del ruolo sociale del mercato, la valorizzazione della raccolta differenziata.

La deliberazione è stata approvata con alcuni emendamenti proposti dalla Giunta, tra cui uno che aggiunge alla finalità del mercato, oltre a quelle di carattere sociale e sostegno del reddito, anche quella di educazione al ricircolo e al riuso dei rifiuti, anche per ridurne il volume.

Approvati anche gli emendamenti proposti dal consigliere M5S Andrea Russi, a nome della maggioranza, tra cui quello che prevede appunto che i venditori partecipanti siano residenti o abbiano eletto domicilio nell’area metropolitana di Torino e uno che sottolinea che le merci non devono provenire da attività di ricettazione, furto, contrabbando e altre attività illecite. Un altro emendamento firmato da Russi e approvato dalla Sala Rossa prevede la possibilità di fare versare ai venditori una cauzione a garanzia dell’obbligo di raccolta dei rifiuti prodotti nel proprio stallo, da restituire nel caso in cui lo stallo venisse lasciato pulito. Un altro obbliga i partecipanti ad allestire la propria postazione non prima delle ore 5.30 del mattino.

È stata anche approvata (20 voti favorevoli, 1 contrario, 1 astenuto) una mozione di accompagnamento (prima firmataria: Viviana Ferrero – M5S), che impegna Sindaca e Giunta ad avviare una serie di buone pratiche per rendere migliore la qualità lavorativa degli operatori in via Carcano, con un più efficace posizionamento dei banchi, un piano di piantumazioni per offrire un’adeguata ombreggiatura e la previsione di punti di allaccio elettrico e illuminazione. La mozione chiede anche di adottare un sistema più efficiente di gestione dei servizi igienici, di creare uno spazio autogestito di ristorazione interna a cura degli stessi operatori e di effettuare una severa raccolta differenziata del residuo mercatale.

Minorenne fugge per amore: ritrovata dai Carabinieri

Era la mezzanotte a cavallo tra il 2 e il 3 novembre quando una
15enne astigiana, sfruttando il sonno della famiglia, lascia un
biglietto sulla scrivania di camera sua, con su scritto “ciao, vi amo
tutti”, e fa perdere le proprie tracce.
Ad accorgersene per primo il fratello che, rientrato da una serata
con gli amici, trova la porta di casa aperta e la luce della camera
da letto della sorella accesa.
Immediato l’allarme ai Carabinieri del 112 che giungono subito sul
posto ed avviano un’ininterrotta attività d’indagine che, coordinata
dal Comandante della Compagnia di Asti, consente, nelle prime ore
dell’alba, di comprendere come l’adolescente, che mai prima d’ora
aveva tenuto comportamenti del genere o dato segni di disagio, si
fosse diretta in treno nel torinese verso le 22:00.
La ragione? Incontrare un coetaneo conosciuto su Instagram
qualche sera prima.
Si susseguono le indagini che conducono in caserma gli amici della
ragazza, a conoscenza dell’intendimento della giovane, ma ignari
dell’identità del “Romeo virtuale”.
Grazie ad un esame incrociato delle prime indicazioni e del
monitoraggio dei profili social che potessero coincidere con quello
su cui la giovane aveva conosciuto l’ignoto giovane nonché grazie
alla localizzazione delle utenze cellulari della minorenne, si
circoscrive il luogo di possibile fuga nel comune di Nichelino (TO).
Un volta risaliti alle generalità del ragazzo, un 16 enne di
Nichelino, questi viene condotto in caserma e qui conferma
l’avvenuta conoscenza della ragazza con cui, a suo dire, una volta
conosciuta, decide di riaccompagnarla alla stazione ferroviaria e di
non proseguire la serata con lei.
Una volta riattivata l’utenza cellulare, che in gran parte del tempo
era rimasta spenta per evitare di essere rintracciata, i Carabinieri
di Asti individuano alle ore 15:00 del 3 novembre la giovane in un
parco di Nichelino dove viene trovata e riaccompagnata a casa dei
genitori che, disperati per la preoccupazione, la possono
riabbracciare e sincerarsi delle sue ottimi condizioni di salute.
Una vicenda conclusasi per il meglio che sottolinea ancora una
volta il rischio cui si va incontro nei casi di “conoscenze al buio sui
social”.

Ladri di biciclette

Agenti del Commissariato Barriera Milano hanno effettuato un
controllo straordinario del territorio nella zona di competenza, che ha interessato, in
modo particolare, alcune abitazioni e relative pertinenze di uno stabile di via Calvi.
All’interno di un appartamento al quarto piano dello stabile i poliziotti hanno
identificato 2 cittadini gambiani, di 27 e 22 anni. Hanno inoltre rinvenuto, grazie
all’ausilio dell’unità cinofila, alcuni grammi di marijuana nascosti in camera da letto,
di cui uno dei due uomini si è dichiarato proprietario. L’uomo è stato sanzionato
amministrativamente.
Al termine del controllo, però, quasi fuori dallo stabile ormai, il cane polizotto si è
diretto con decisione verso le scale di accesso alle cantine, segnalando l’ingresso di
una in particolare. Convinti di rinvenire al suo interno sostanza stupefacente, gli
agenti si sono invece imbattuti in ben 20 biciclette di diverse tipologie e valore,
allineate con cura all’interno del locale. Il forte odore di droga, invece, proveniva da
un borsone contenente solo materiale atto al suo confezionamento, tra cui diversi
involucri di plastica ed un bilancino di precisione.
Risaliti al proprietario della cantina, un cittadino gambiano di 28 anni, regolarmente
residente sul territorio nazionale, gli agenti lo hanno denunciato per ricettazione.
Ancora il Commissariato Barriera Milano, in servizio di volante, ha riconosciuto oggi
un latitante di nazionalità albanese, condannato alla reclusione di anni cinque per
delitti connessi allo spaccio di stupefacenti. L’uomo si era reso irreperibile studiando
una strategia per sottrarsi all’ordine di carcerazione: dopo aver portato i figli a scuola,
si allontanava dalla sua abitazione per tutto il giorno, per farvi rientro a notte fonda.
Questa volta, però, non è riuscito a sfuggire agli occhi attenti degli agenti.
T

Ragazza 18enne muore impiccata al cancello

Ore 10  odierne, in Loranzè (TO), i carabinieri, su segnalazione dei familiari , hanno trovato il cadavere di una ragazza 18enne, studentessa che, rientrando in casa dopo serata in discoteca, per non svegliare la sorella convivente, ha scavalcato la recinzione metallica abitazione, ed è rimasta impigliata al collo con il maglioncino. Sorella vittima se ne è accorta al risveglio, trovandola impiccata al cancello. Rilievi in corso da parte Carabinieri attesa medico legale.

Due fratelli arrestati per spaccio

A casa più di mezzo chilo di droga
Due giovani fratelli albanesi di 29 e 23 anni sono stati arrestati dagli agenti della Squadra
Volante per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.
Nella mattinata di sabato scorso, a seguito di attività info-investigativa, gli agenti si sono recati,
con i cani antidroga, a casa dei due fratelli, in corso Traiano.
Dopo aver fatto accesso nell’abitazione, gli agenti hanno rinvenuto diversa sostanza
stupefacente nascosta in diversi posti nella maggioranza dei casi in giare di vetro.
Complessivamente, i poliziotti hanno sequestrato più di 400 grammi di marijuana e quasi 180
grammi di hashish, oltre a 1200 euro in contante. Contestualmente gli agenti hanno anche
rinvenuto documentazione relativa all’attività di spaccio, telefoni cellulari e un bilancino di
precisione, quest’ultimo nascosto sotto un cuscino del divano.
(foto archivio)

Locale chiuso a san Salvario: 13 mila euro di sanzione

Ieri sera, poliziotti del Commissariato Barriera Nizza, hanno effettuato un controllo per la
verifica dei titoli autorizzativi e delle norme che regolano i pubblici esercizi.
Nel corso dell’attività, i titolari di due minimarket, ubicati in vai Baretti e via Nizza, sono
stati sanzionati per oltre 6800 ciascuno, per aver venduto alcolici, racchiusi in contenitori di
vetro, oltre la mezzanotte.
Il rappresentante iscritto in licenza di un locale di trattenimenti danzanti di corso Massimo
D’Azeglio, invece, è stato denunciato per non essersi munito di un sistema idoneo per il
monitoraggio della capienza così come prescritto dalla Commissione di Vigilanza.
Nell’ambito del servizio, gli agenti del commissariato hanno notificato al titolari di un
esercizio pubblico ubicato in via Nizza 220/I, il provvedimento di sospensione della licenza
di Pubblica Sicurezza per 10 giorni emesso dal Questore di Torino. Nel corso di un controllo
dello scorso 28 ottobre, i poliziotti avevano identificato nel bar 10 persone, metà delle quali
con precedenti di polizia a carico. In altre due circostanze, ad agosto e settembre, era stata
riscontrata un significativa presenza nel bar di persone con a carico precedenti di polizia. A
metà ottobre, inoltre, due persone erano state arrestate per lesioni e resistenza a P.U. dopo
che alcune volanti intervenute a seguito di una segnalazione di una rissa nel locale. Alla
luce dei fatti, il Questore ha emesso il provvedimento di sospensione della licenza con
chiusura dell’esercizio.

Rave party ai piedi del forte di Exilles, i carabinieri denunciano 117 persone

Venerdì 1 novembre, in Valsusa, su terreni privati ai piedi del forte di Exilles, un centinaio di giovani provenienti da tutta Italia hanno dato vita ad un rave party non autorizzato. I Carabinieri, impegnati per prevenire incidenti e garantire l’ordine pubblico, hanno identificato 117 giovani provenienti da Napoli, Roma, Genova, Milano, Varese, Firenze e altre zone d’Italia. Sono stati tutti denunciati per invasione di terreni. Altri tre ragazzi invece sono stati sorpresi mentre uscivano dal rave party sulle loro autovetture in palese stato di ubriachezza. L’alcol test ha confermato l’altissimo valore di alcol nel sangue. Oltre ad esser stati denunciati, i veicoli sono stati sequestrati ai fini della confisca e le loro patenti ritirate.  Il rave party è terminato nel tardo pomeriggio. I giovani, per guadagnarsi l’accesso ai terreni, hanno divelto alcune barriere che impedivano l’accesso alla zona.