Travolti da un’auto due cantonieri sono morti questa mattina sulla strada provinciale 595 tra Villareggia a Mazzè, nel Torinese. I due addetti della Città metropolitana lavoravano a un cantiere stradale e sono morti sul colpo per il violento urto. La vettura, una Fiat, ha effettuato un sorpasso e li ha investiti mentre stavano pulendo dei fossi.I carabinieri della compagnia di Chivasso e la polizia locale stanno svolgendo gli accertamenti.
Spray urticante, denunciati due ragazzi di 20 anni
La strage di Corinaldo, provocata dall’utilizzo di spray urticante, come pure i diversi episodi avvenuti in altre località italiane, specialmente nelle scuole, ad alcuni idioti evidentemente non hanno insegnato niente. La notizia dell’ultima prodezza, anche se risale alla fine dello mese di novembre 2018, è in quel di Ovada, dove l’attività investigativa dei carabinieri ha portato alla denuncia a piede libero alla Procura della Repubblica di Alessandria di uno studente ventenne, ovadese, per i reati di getto pericoloso di cose, lesioni personali colpose e interruzione di pubblico servizio, uno studente 20enne ovadese. L’attività investigativa aveva avuto inizio quando i Carabinieri erano stati chiamati presso un istituto scolastico di Ovada poiché due persone, un docente e un collaboratore scolastico, avevano avuto degli strani sintomi, tipici di chi inspira spray urticante.La ricostruzione dei fatti effettuata sul momento aveva permesso di acclarare come, durante la ricreazione, qualcuno avesse spruzzato dello spray al peperoncino nei corridoi e nella tromba delle scale, provocando nelle due persone disturbi agli occhi e alla pelle, tanto da rendere necessario un consulto medico presso l’ospedale di Novi Ligure.Compresa immediatamente la natura dell’atto, riconducibile a un scherzo di pessimo gusto, i Carabinieri hanno iniziato a raccogliere le testimonianze dei docenti e degli studenti presenti, fino a giungere all’identificazione dell’autore del gesto. Per lui è scattato il deferimento in stato di libertà per getto pericoloso di cose, lesioni personali colpose e interruzione di pubblico servizio, per aver turbato il regolare svolgimento delle lezioni. E adesso dovrà risponderne davanti al giudice
Massimo Iaretti
OPERAZIONE INTERFORZE
Dalle prime luci dell’alba è in corso il blitz di carabinieri, fiamme gialle, polizia e vigili del fuoco per sgomberare l’asilo, il centro sociale occupato (dal lontano 1995) di via Alessandria, in borgo Aurora. Su radio Blackout, sono stati gli stessi anarchici a darne notizia. Sarebbero tre i fermati con l’accusa di terrorismo per la campagna della rete anarchica del 2016, contro i centri di identificazione e di espulsione che provocò azioni di sabotaggio. Una decina di anarchici sono saliti sul tetto come ultima resistenza.
LA SODDISFAZIONE DELLA SINDACA
Soddisfatta la sindaca Appendino per “un intervento richiesto da tempo per dare tranquillità ai cittadini”.
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FDI: “ORA TOCCA AD ASKATASUNA”
Dalle prime luci dell’alba è in corso il blitz di carabinieri, fiamme gialle, polizia e vigili del fuoco per sgomberare l’asilo, il centro sociale occupato (dal lontano 1995) di via Alessandria, in borgo Aurora. Su radio Blackout, sono stati gli stessi anarchici a darne notizia. Sarebbero tre i fermati con l’accusa di terrorismo per la campagna della rete anarchica del 2016, contro i centri di identificazione e di espulsione che provocò azioni di sabotaggio. Una decina di anarchici sono saliti sul tetto come ultima resistenza.
LA SODDISFAZIONE DELLA SINDACA
Soddisfatta la sindaca Appendino per “un intervento richiesto da tempo per dare tranquillità ai cittadini”.
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FDI: “ORA TOCCA AD ASKATASUNA”

Nel pomeriggio di oggi una delegazione dei familiari delle sette vittime del rogo alle acciaierie ThyssenKrupp di Torino del 6 dicembre 2007, accompagnata dal direttore di Sicurezza e Lavoro, Massimiliano Quirico, ha incontrato il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, nella sede del Ministero di Grazia e Giustizia, in via Arenula 70 a Roma, per chiedere nuovamente informazioni sull’esecuzione della sentenza di condanna nei confronti dei manager della multinazionale tedesca, Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, ancora a piede libero in Germania. È stato un incontro cordiale, che fa seguito a quello avvenuto lo scorso 6 dicembre 2018 a Torino, in occasione dell’anniversario della tragedia.
Bonafede ha raccontato il recente incontro bilaterale con l’omologa Ministra tedesca, che – ha spiegato – si è dimostrata sensibile, ma non può chiedere direttamente a un magistrato di agire per eseguire la condanna, ma – ha detto – deve sapere quanto è importante questa vicenda per Italia. “Non si può creare un precedente così grave – ha affermato Bonafede – in Europa non ci si può sottrarre alla giustizia. Non abbiamo timori reverenziali nei confronti della Germania e dell’Europa: percorreremo tutte le strade possibili e staremo loro col fiato sul collo”. È stata anche inviata una lettera a gennaio 2019 – ha aggiunto – per ribadire la nostra istanza. I tempi – secondo la Germania – decorrono da agosto 2018 (secondo l’Italia ben prima!) e per la Magistratura tedesca non viene considerato un grave ritardo non avere ancora eseguito la sentenza italiana. “Ci sono anche state inchieste giornalistiche delle Iene e di Sicurezza e Lavoro – ha aggiunto Bonafede – e sanno in Germania che Italia, Ministero e Governo tengono molto a questa vicenda”. “Ci auguriamo novità nei prossimi mesi – ha concluso – e che la sentenza venga eseguita al massimo entro il 2019”. “Stanno prendendo troppo tempo – ha dichiarato Rosina Platì, mamma della vittima Thyssen Giuseppe Demasi, nel ringraziare il Ministro per l’impegno profuso – e non vogliono mandarli in galera” .“Siamo sicuri che il ministro sta facendo pressioni – ha concluso – ma la Germania sembra non avere alcuna intenzione di rispettare la Giustizia italiana”.
Stamane, mercoledì 6 febbraio, gli Agenti del Reparto Operativo Speciale insieme ai colleghi del Reparto Polizia Commerciale della Polizia Municipale, hanno effettuato controlli nella zona aulica della città finalizzati al commercio abusivo. Un venditore di caldarroste, cittadino di nazionalità egiziana privo di qualsiasi titolo per la vendita e irregolare sul territorio italiano, privo inoltre di documenti di identificazione validi, è stato fermato e accompagnato presso il Comando per l’identificazione e sanzionato per la vendita abusiva; nel contempo sono state poste sotto sequestro le sue attrezzature di vendita. Agenti del Reparto Operativo Minoranze Etniche, con l’ausilio dei colleghi del Comando Barriera di Milano della Polizia Municipale, hanno effettuato un intervento presso il campo nomadi di strada Aeroporto. Durante l’operazione una persona è stata accompagnata presso il Comando di Via Bologna. L’uomo, cittadino di nazionalità croata di 48 anni, risultava dover scontare ancora più di un anno di reclusione per evasione. Al termine della stesura degli atti di rito è stato trasferito alla Casa Circondariale Lorusso e Cutugno.
Stamane, mercoledì 6 febbraio, gli Agenti del Reparto Operativo Speciale insieme ai colleghi del Reparto Polizia Commerciale della Polizia Municipale, hanno effettuato controlli nella zona aulica della città finalizzati al commercio abusivo. Un venditore di caldarroste, cittadino di nazionalità egiziana privo di qualsiasi titolo per la vendita e irregolare sul territorio italiano, privo inoltre di documenti di identificazione validi, è stato fermato e accompagnato presso il Comando per l’identificazione e sanzionato per la vendita abusiva; nel contempo sono state poste sotto sequestro le sue attrezzature di vendita. Agenti del Reparto Operativo Minoranze Etniche, con l’ausilio dei colleghi del Comando Barriera di Milano della Polizia Municipale, hanno effettuato un intervento presso il campo nomadi di strada Aeroporto. Durante l’operazione una persona è stata accompagnata presso il Comando di Via Bologna. L’uomo, cittadino di nazionalità croata di 48 anni, risultava dover scontare ancora più di un anno di reclusione per evasione. Al termine della stesura degli atti di rito è stato trasferito alla Casa Circondariale Lorusso e Cutugno.
Troppi bus incendiati, la procura indaga
La procura sta conducendo un’indagine con ipotesi di incendio colposo sulla sicurezza dei trasporti pubblici negli ultimi dieci anni con particolare riferimento agli ultimi episodi – in tutto cinque dallo scorso dicembre – che riguardano i bus pubblici che hanno preso fuoco a Torino. Il caso più recente risale al 2 febbraio, data in cui un mezzo della linea 59 si è incendiato a tra corso Svizzera e corso Regina Margherita. Per capirne le cause sarà affidata una consulenza tecnica a uno specialista.
Avrebbe dato un calmante ad un paziente, che poi è deceduto, allo scopo di sedarlo per lavorare di meno. Questa l’accusa rivolta a un infermiere, indagato per omicidio aggravato, dopo le indagini svolte dai carabinieri del Nas e coordinate dalla procura della repubblica di Asti. La morte sospetta avvenne nel 2015 all’ospedale di Carmagnola. L’accusa sostiene che con la somministrazione del farmaco è stata provocata la crisi respiratoria che ha ucciso l’uomo. L’infermiere avrebbe anche ostacolato i soccorsi, non dicendo nulla al personale medico di quella iniezione, effettuata senza prescrizione medica. Un antidoto disponibile nel reparto e pronto all’uso poteva salvare il paziente.