E’ stato arrestato il “il terrore dei supermercati”, il rapinatore che colpiva nella zona Nord di Torino. E’ un torinese di 29 anni che, con il volto coperto dal casco, gli occhiali da sole e un coltello da cucina, tra maggio e luglio 2018 ha commesso dieci rapine. Ma l’undicesima è stata sventata da un giovane nigeriano, che si trovava fuori dal ‘Prestofresco’ di via Mercadante per chiedere l’elemosina, che ha fatto fuggire il ladro. Successivamente i carabinieri della compagnia Oltre Dora lo hanno trovato grazie alle testimonianze e alle immagini delle telecamere. Il rapinatore ha confessato i diversi colpi , tra i quali anche uno con il casco e lo scooter rubati a un postino.
La sindaca Appendino alla Scuola di applicazione
Dopo il saluto di benvenuto, dinanzi alla Bandiera di Istituto, decorata di Medaglia d’Argento al Valore Militare, il Generale di Corpo d’Armata Fungo ha illustrato alla prima cittadina, la struttura e le attività del Comando
Successivamente, nel corso della visita a Palazzo Arsenale, dal 1739 storica sede della Scuola di Applicazione, la Sindaca Appendino ha incontrato gli ufficiali italiani e stranieri che attualmente frequentano i vari corsi, portando loro il saluto della città di Torino e manifestando il proprio apprezzamento per un Istituzione profondamente radicata nella città e protagonista della vita quotidiana del territorio. La visita, improntata a un clima di reciproca cordialità, ha ulteriormente
testimoniato la costante ed efficace collaborazione che intercorre da anni tra le Istituzioni locali e l’Esercito le cui attività risultano essere particolarmente apprezzate riscuotendo la stima e il consenso della cittadinanza. Il Generale di Corpo d’Armata Fungo ha messo in luce l’unicità del sistema formativo torinese nel quale Esercito ed istituzioni cittadine operano in stretta sinergia garantendo una proposta didattica moderna, flessibile e come tale di grande interesse anche per i numerosi studenti civili attratti da possibili sbocchi professionali nei settori della sicurezza, difesa e cooperazione internazionale. Nel lasciare Palazzo Arsenale la Sindaca Chiara Appendino ha sottolineato l’importanza delle ottime relazioni fra istituzioni militari e cittadine, essenziali soprattutto per garantire una sempre più consapevole partecipazione al progresso del “sistema Italia”. Il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito presiede alla formazione di base e avanzata del personale appartenente ai diversi ruoli e categorie della Forza Armata. Ha alle proprie dipendenze l’Accademia Militare di Modena, la Scuola Sottufficiali dell’Esercito di Viterbo, le Scuole militari “Nunziatella” di Napoli e “Teuliè” di Milano, la Scuola Lingue Estere dell’Esercito di Perugia, l’80° Reggimento Addestramento Volontari “ROMA” di Cassino ed il Centro Studi Post Conflict Operations di Torino, quest’ultimo preposto allo studio, alla ricerca e alla formazione di personale militare e civile, nazionale ed internazionale, nei settori della ricostruzione e stabilizzazione.
Escursioni della polizia francese in Piemonte
Non c’è due senza tre e la polizia francese è stata colta ancora una volta a recapitare il “pacco di immigrati” in Piemonte. Stavolta è il caso della cittadina sciistica di Claviere, l’altra volta si trattava di Bardonecchia, ma chissà quanti altri casi ci saranno stati.
Le fonti ufficiali parlano di errore da parte della Gendarmeria che sono sconfinati senza accorgersene. In effetti si può capire il nome del piccolo paese di confine, molte volte si pronuncia alla francese e da qui l’errore di fonetica scusabile che ha di pari passo portato a quello geografico. Ancora una volta l’Eliseo ribadisce che lo sconfinamento dei gendarmi francesi a Clavière è stato un “errore”. Allo stesso tempo “si inalbera”, ma denuncia la “strumentalizzazione politica individuale” del ministro degli Interni, Matteo Salvini, che ha rifiutato le scuse della Francia e ha aggiunto: ”Bisogna relativizzare le cose”, ha aggiunto l’Eliseo, citato sul sito di Le Figaro, spiegando: “E’ un errore, la prefettura lo ha riconosciuto. C’è stata un’incursione, non prevista né conforme agli ordini, in territorio italiano, dove sono stati depositati due individui”. A difesa dei cugini francesi, va detto che operazioni di polizia fra i Paesi confinanti possono essere eseguite e sono previste dalle normative vigenti. Quello che però avviene è che non sono in condizioni di reciprocità. Vale a dire i francesi vengono in Piemonte e gli italiani se lo devono scordare di andare Oltralpe.Il ministro Matteo Salvini insiste: ”Dopo il furgone della gendarmeria avvistato a Claviere stanno emergendo altri episodi inquietanti. Non ci interessano le giustificazioni, peraltro ridicole, né le indagini interne avviate dai francesi. Parigi deve comunicarci immediatamente le identità degli immigrati lasciati nei boschi. Nomi, cognomi, nazionalità, date di nascita”. ”La gendarmeria – chiede Salvini – è abituata a scaricare delle persone in mezzo al nulla? L’ha fatto anche con dei minori? Ci sorprende la timidezza dell’Europa e degli organismi internazionali, solitamente solerti a bacchettare l’Italia”. Faccio gli auguri di buon lavoro al nuovo ministro dell’Interno francese Castener, con l’auspicio che possa controllare i suoi uomini meglio di quanto abbiano fatto i suoi predecessori“. Salvini infine si interroga su chi siano questi immigrati e sulla loro nazione di origine e perché siano stati abbandonati? Aggiunge inoltre: “per la civile Parigi è normale scaricare delle persone nei boschi? Intanto i pm di Torino stanno indagando suun altro episodio sospetto di sconfinamento in territorio italiano dello scorso agosto registrato da agenti della Digos nella zona di Cesana, dove due cittadini italiani, residenti a Claviere, sarebbero stati avvicinati e controllati da 4 uomini armati in tuta mimetica militare ”verosimilmente francesi” in territorio italiano.
Tommaso Lo Russo
Riparazione valvola mitrale a cuore battente
L’intervento è tecnicamente riuscito ed è stato effettuato presso le sale operatorie dell’ospedale Mauriziano di Torino su un paziente di 85 anni
Per la prima volta le cardiochirurgie dell’ospedale Mauriziano e della Città della Salute di Torino hanno effettuato insieme un intervento innovativo combinato di riparazione di una valvola mitrale con il paziente a cuore battente. L’intervento è tecnicamente riuscito ed è stato effettuato presso le sale operatorie dell’ospedale Mauriziano di Torino su un paziente di 85 anni di Torino, che ha beneficiato di un’innovativa tecnica chirugica che permette di riparare la valvola mitrale gravemente insufficiente a causa di quello che tecnicamente viene chiamato prolasso. La tecnica, detta Neochord, consiste nel ricostuire la valvola mitrale mediante uno strumento introdotto attraverso la parete laterlale del cuore, in grado di “agganciare” il lembo prolassante e di impiantare corde tendinee sulla parte malata della valvola. Questo intervento permette di non fermare il cuore e di non utilizzare la circolazione extracorporea, consentendo brevi tempi di degenza ed un rapido recupero del paziente. Il paziente dopo neppure 24 ore dall’intervento è addirittura già sveglio, respira autonomamente ed in giornata uscirà dalla terapia intensiva e verrà trasferito in reparto. L’intervento è stato realizzato grazie alla collaborazione dell’équipe della Città della Salute di Torino, uno dei centri leader a livello mondiale per questa tecnica. L’équipe del dottor Paolo Centofanti (Direttore della Cardiochirurgia del Mauriziano), coadiuvato dall’anestesista Gabriella Buono e dall’ecocardiografista Antonio Tommasello, ha eseguito l’intervento con l’aiuto dei cardiochirughi delle Molinette professor Rinaldi (Direttore Cardiochirurgia universitaria Città della Salute) e dottor Stefano Salizzoni e dell’ecocardiografista dottor Walter Grosso Marra. (foto: il Torinese)
Il toret è stato vandalizzato con vernice spray bianca e nera e ricoperto di volantini recanti il simbolo di ultrà bianconeri vicini a Forza Nuova. La fontanella di piazzale San Gabriele di Gorizia, a Torino, vicino allo stadio Filadelfia era oggetto della proposta del consigliere della circoscrizione 8 Augusto Montaruli, che aveva presentato una mozione per dipingerla di granata e intitolarla a Bruno Neri, il centrocampista del Toro che partecipò alla resistenza e nel ’44 venne ucciso sugli Appennini. Nella notte sul toret è apparsa la scritta: “Per Giampiero Combi grande campione della Juventus e della Nazionale dell’Italia fascista, la cosiddetta Nazionale del Duce”. “Un gesto odioso”, ha commentato Montaruli.
In memoria dei caduti sul lavoro
In occasione della Giornata nazionale delle vittime degli incidenti sul lavoro, celebrata domenica scorsa, l’Aula di Palazzo Lascaris, durante la seduta del 16 ottobre, ha commemorato le donne e gli uomini residenti in Piemonte che hanno perso la vita sul luogo di lavoro. “Dai dati risulta che, in Piemonte nel 2017, ci sono stati 51 infortuni mortali, quindi sostanzialmente invariati rispetto al 2016”, ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Nino Boeti. “Il numero di questi incidenti, causati dal mancato rispetto di norme esistenti resta infatti inaccettabile e contrasta palesemente con i valori fondamentali della dignità ed integrità della persona umana, garantite dalla Costituzione. Al di là delle statistiche – che segnalano un numero sempre molto alto degli incidenti e delle malattie professionali – se anche una sola persona perdesse la vita sul lavoro, o fosse costretta a gravi menomazioni, sarebbe comunque una tragedia intollerabile. Questi eventi sono causati da circostanze che possono e devono essere evitate e richiamano alla responsabilità di tutte le parti, politiche, sociali e imprenditoriali. Il nostro pensiero va innanzitutto alle vittime e al profondo dolore dei loro familiari, cui esprimiamo una sincera vicinanza”. Alla commemorazione erano presenti anche la direttrice regionale dell’Inail, Alessandra Lanza, e Silvio Olivero, il presidente piemontese dell’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (Anmil). Dopo la lettura dei nomi delle vittime, l’Aula ha osservato un minuto di silenzio.
La politica degli “altri” e gli sgarbi istituzionali
Nuova collocazione, rispetto delle regole da parte del soggetto assegnatario e gestione generale del fenomeno i nodi ancora da sciogliere
Avevo parlato, pochi giorni fa, di “futuro del Barattolo immerso nella nebbia” e non mi sento di dire, utilizzando oggi la stessa metafora, che le brume si siano nel frattempo dissipate. Tutt’altro. È stata discussa in Consiglio Comunale la mia ennesima interpellanza sul tema. Restano diversi nodi da sciogliere. Primo: la nuova collocazione. Non si contano le date promesse e i continui rinvii da parte dell’Assessore Giusta. Al momento, quale sarà la prossima collocazione del Libero Scambio ancora ufficialmente non si sa. Alle promesse non credo più, pertanto mi limiterò a tenere il tempo e a pungolare la Giunta da qui all’effettivo trasferimento. Secondo: il rispetto delle regole. Mi riferisco anche al soggetto assegnatario del bando. Vorrei sapere chi è che sta gestendo questo Barattolo. In qualsiasi gara d’appalto si fa in modo di sapere con esattezza numeri e garanzie in capo a chi partecipa. Pretendo che gli assegnatari gestiscano il Barattolo nella più assoluta legalità. Vorrei maggiore chiarezza sulla struttura organizzativa, patrimoniale e finanziaria dell’associazione ViviBalon. Terzo: la situazione generale. C’è un clima che non mi piace per niente. Mi preoccupa per esempio che l’ASD Vanchiglia, che lo scorso mese di luglio ha subito due furti in sede, non abbia avvertito l’Amministrazione di quanto successo. Chissà dove troveremo le magliette da calcio trafugate: magliette che portano in bella mostra lo stemma societario e dunque sono facilmente riconoscibili. Mi auguro di non ritrovarle a Canale Molassi o in via Carcano durante le prossime settimane. Sono preoccupato anche per i soggetti che autocertificano la loro presenza nell’area di libero scambio nonché per i fenomeni, difficilmente quantificabili, del subaffitto degli spazi e degli ingressi non autorizzati. Rilasciamo regolare ricevuta a ciascuno dei quasi 700 operatori che ogni settimana espongono la propria mercanzia tra Canale Molassi e in via Carcano? In altre parole: possiamo chiedere l’elenco di tutte le ricevute rilasciate per 360 stalli di media ogni volta? Valuterò i prossimi accessi agli atti da fare. Se è vero che c’è un nuovo regolamento vorrei capire quanto è rispettato. Vorrei un nuovo corso nella legalità: serve più controllo e meno autocertificazioni.
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino
PRIMO PRELIEVO DI POLMONI A CUORE FERMO IN PIEMONTE
Una tragedia si è trasformata in una donazione senza frontiere. Un giovane uomo di soli 40 anni è morto oggi a causa di un malore che ne ha provocato la precipitazione sul luogo di lavoro. Un infarto acuto non gli ha dato alcuna possibilità di sopravvivenza, nonostante gli strenui tentativi rianimatori posti in essere prima dal personale del 118 e poi dall’equipe di Rianimatori dell’ospedale Maria Vittoria, diretti dal dr. Emilpaolo Manno, dove è stato portato d’urgenza. Alle 12.25 constatandone il decesso, i sanitari del Maria Vittoria, ottenuto il consenso della famiglia, hanno immediatamente attivato il protocollo interno per il prelievo di polmoni a cuore fermo, senza supporto di circolazione extracorporea. Una prima assoluta nella Regione Piemonte. Un protocollo approvato dal Centro Trapianti Regionale e Nazionale. Un organo che non necessita di supporto circolatorio extracorporeo per essere prevelato a cuore fermo e che può essere ricondizionato: il polmone. “Due anestesisti rianimatori della mia equipe, i dottori Silvia Giorgis e Marco Basso, con l’infermiera specializzata Desireee Stagno – spiega il Direttore della Rianimazione del Maria Vittoria, Dott. Emilpaolo Manno – si sono occupati del complicato iter di assistenza della salma per mettere in sicurezza l’organo da prelevare, sottoponendo innanzitutto il paziente deceduto a Tac per escludere ogni eventuale patologia e garantirne l’idoneità al trapianto. Quindi lo hanno posto in modalità di assistenza respiratoria denominata CPAP, continuous positive airway pressure, una assistenza respiratoria a pressione positiva continua, che consente di mantenere gli alveoli polmonari aperti senza sovradistenderli, in modo da evitare il collasso polmonare in assenza in battito cardiaco. Contemporaneamente è stato espletato l’iter burocratico autorizzativo, informando anche il magistrato di turno”. Alle ore 16.35 i cardiochirurghi Erika Simonato e Matteo Marro della Città della Salute nelle sale operatorie del Maria Vittoria hanno eseguito in blocco il prelievo di cuore e polmone. Dal cuore potranno essere trapiantate le valvole cardiache, mentre i polmoni potranno essere trapiantati in toto dopo ricondizionamento: le evidenze scientifiche hanno stabilito l’ottima funzionalità dei polmoni ricondizionati prelevati da cadavere, pari o addirittura superiore a quelli prelevati a cuore battente. “Un grandissimo gesto di generosità della famiglia cui siamo tutti vicini nel dolore – commenta il Direttore Generale ASL Città di Torino, Valerio Fabio Alberti – e grati per la possibilità concessa di aprire nuove frontiere di trattamento nella nostra Regione”.
Saccone nominato prefetto di Milano
Il prefetto Renato Saccone lascia Torino e diventa prefetto di Milano . Era in carica nel capoluogo piemontese dal 29 agosto 2016 , ed ora gli subentra Claudio Palomba. Nato nel 1956 a Santa Maria Capua Vetere è laureato in Giurisprudenza e ha prestato servizio nelle sedi di Firenze, Roma, Caserta, Massa e Carrara,Milano, Monza e Siena. E’ stato Capo di Gabinetto nelle Prefetture di Massa e Carrara, Firenze e Milano