CRONACA- Pagina 1286

Truffe agli anziani, un arresto e due fughe

Una banda truffatori è stata sorpresa dai carabinieri l Torinese. Uno dei malviventi è stato arrestato, gli altri  hanno rubato l’auto a una donna dopo averla aggredita con uno spray urticante per fuggire alla vista dei militari. L’episodio a Montalenghe, dove uno dei tre faceva il “palo”, mentre gli altri ,presentandosi l’uno come vigile urbano e l’altro come tecnico dell’acquedotto, stavano raggirando un’anziana di Caselle. I carabinieri lo hanno visto mentre era  su una Seat Leon, con targa falsa, e sono riusciti a fermarlo. E’ accusato di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, truffa in concorso, possesso di segni distintivi contraffatti, possesso di chiavi false e grimaldelli. Nell’automobile c’erano ricetrasmittenti, cacciaviti, parrucche, petardi e 790 euro rubati poco prima a una 78enne di San Francesco al Campo. I due complici sono riusciti a scappare:hanno stordito una donna con uno spray urticante per rubarle la vettura.

La polizia penitenziaria: “No alle divise rattoppate”

Non  sono più accettabili divise rattoppate, in indecente stato di usura e quindi inadeguate per svolgere i compiti della polizia penitenziaria. La denuncia è dell’Osapp, Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria. Il sindacato chiede all’amministrazione penitenziaria di  provvedere “alle urgenti iniziative di competenza entro e non oltre trenta giorni”. In caso contrario verranno assunte “iniziative nelle sedi competenti”.La diffida è stata inviata anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e ai gruppi parlamentari. Il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci, sostiene che sono anni che non si provvede a un adeguato rinnovo del vestiario.

Marrone: “Prove che esiste business milionario sui nomadi. Inchiesta in procura”

<<Tutto parte dal nostro esposto in Procura di Torino sull'”Affare Rom”: ora che triplicano gli indagati, allargandosi ai vertici di altre coop sociali e di partecipate comunali, siamo orgogliosi di essere riusciti a dimostrare l’esistenza di un sistema di business milionario, nato per mettere le mani sui fondi statali per l’assistenza agli zingari. Tutto ciò mentre migliaia di famiglie italiane in estrema povertà sono abbandonate dalle istituzioni in graduatorie infinite per mancanza di risorse>>E’ l’ accusa Maurizio Marrone, Consigliere FDI-AN in Regione Piemonte, che precisa <<Partendo dall’ housing sociale abusivo di proprietà del “ras delle soffitte” Molino dove le cooperative rosse e bianche “parcheggiavano” gli zingari a spese del contribuente, abbiamo scoperchiato un intreccio tra il centrosinistra in Comune di Torino e le sue appendici nel sistema cooperativo-associazionistico, che, evidentemente anche per la Procura, erano disposte a tutto per arrivare ad ogni costo ai milioni di euro pubblici in ballo>> Prosegue Marrone: <<Nonostante sia passato oltre un anno dai primi avvisi di garanzia il sistema “Affare Rom” rimane indisturbato ai suoi posti, anche dopo l’elezione di Appendino a Sindaco>>.

Valencia, trovato senza vita studente del Politecnico

Aveva 24 anni lo studente, originario di Fermo, nelle Marche,  che frequentava l’Erasmus a Valencia, in Spagna, ed è stato trovato privo di vita nella sua stanza. La polizia lascia aperte tutte le ipotesi, compresi un malore o un gesto volontario. Il ragazzo è figlio di due professionisti, che sono già partiti dalle Marche per la Spagna. Frequentava la facoltà di Ingegneria al Politecnico di Torino, e sarebbe stato trovato morto dai compagni con cui condivideva l’appartamento. Un anno fa, il 20 marzo 2016, nell’incidente sull’autostrada Valencia-Barcellona perirono 13 studentesse italiane che frequentavano l’Erasmus.

L’addio a Prestipino, torinese fuori ordinanza

Di Pier Franco Quaglieni

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E’ mancato improvvisamente il professor  Francesco Prestipino, docente e giornalista di rango. Era stato docente per tanti anni e aveva saputo essere maestro per i suoi allievi che lo ricordavano con affetto. Era un uomo colto, tollerante, capace. Nella scuola del dopo’68 era un’eccezione rara. Non apparteneva alla categoria dei professori che, rifiutando la contestazione e i suoi   metodi ,si arroccarono sulla difensiva, incapaci di fare i conti con la nuova realtà. E non era neppure un docente che si fosse allineato come tanti  al permissivismo e al facilismo che portò alla desertificazione degli studi. Era un docente scrupoloso, ma anche aperto al confronto civile di opinioni. Ricordo che una volta parlammo di Don Milani e della sua famosa  “Lettera ad una professoressa”, che fu un ingiusto  atto di accusa contro la scuola pubblica italiana e i suoi professori. Prestipino capiva gli errori e anche le arretratezze  della scuola, ma non poteva accettare l’uso strumentale della polemica politica attorno a Don Milani che, a modo suo, mi disse, era anche un docente rigoroso. Era talmente tollerante verso le idee degli altri che non sono mai riuscito a cogliere  quali fossero realmente le sue, che c’erano ed erano ben radicate e corazzate di autentica cultura. Il rispetto per le idee degli altri , a volte, gli impediva  infatti di manifestarle pienamente. Non l’ho mai sentito alzare la voce, anche quando tra di noi        nacque qualche dissenso. Aveva colto i limiti della cultura umanistica e testimoniò in ogni modo la necessità di gettare ponti tra le due culture. Direi che questo sia stato il suo merito maggiore.

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Aveva realizzato , insieme a Mara Pegnaieff, al caffè San Carlo una serie di incontri con personalità della cultura e dell’arte. Gli artisti  Franco Assetto  ed Enrico Paulucci furono, tra gli altri, ospiti in conversazioni  che sarebbe valsa la pena registrare. Cercò  di riprendere la tradizione del caffè come luogo di incontro tra persone colte. Nella Torino degli Anni Ottanta era ancora possibile anche perché Massimo Segre ,proprietario del caffè, ci credeva profondamente.Erano serate molto affollate. Prestipino aveva l’arte dell’intervista, condotta sempre sottovoce, per far risaltare l’intervistato e non l’intervistatore. Al contrario di quello che avviene quasi sistematicamente oggi.Era nato nel 1939 in Provincia di Messina  ed era iscritto all’ordine dei Giornalisti dal 1973.Era fra quei pubblicisti colti di cui negli anni si è perso il conio. L’unico che sopravvive e sta per arrivare al traguardo dei  cento anni, è Bruno Segre. Era consapevole del degrado progressivo  della professione giornalistica già molti anni fa. Aveva fatto una bella  rivista ,”Ricerca & Innovazione “, molto curata nei contenuti e nella grafica. Trattandosi di un giornale molto bello e libero non poteva avere molti lettori in un contesto che si stava già imbarbarendo, almeno a Torino. La rivista ebbe invece grande successo in tutta Italia e all’estero. La testata indica come Prestipino sapesse guardare lontano. Neppure il comune amico Giancarlo Borri, dirigente industriale prestato alla letteratura, aveva la sua stessa sensibilità per il futuro, malgrado scrivesse libri su Sinisgalli ,poeta- ingegnere, e collaborasse con il filosofo della scienza Francesco Barone alla “Civiltà delle macchine “.  Ci fu un momento in cui il Centro” Pannunzio” fu davvero punto di incontro di grandi intelligenze straordinariamente capaci. Quasi non me ne rendo conto, ma in effetti è proprio così. E forse non ho saputo riconoscerle a pieno e valorizzarle nel modo dovuto. Spesso ci si incontrava con il sociologo Filippo Barbano, amico di ambedue. Barbano era uno dei pochissimi sociologi consapevoli  che la sociologia non sia una scienza assoluta. Almeno, con gli amici ,si comportava così. Nascevano discussioni interessanti in cui Prestipino mediava tra chi scrive, già allora un vecchio arnese crociano, e Barbano che riteneva i percorsi sociologici incompatibili con quelli storici. Avremmo anche dovuto scrivere un libro insieme, ma poi il progetto non potè decollare.

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Quando si scriverà una storia del Centro “Pannunzio”, a Prestipino dovrà essere riservato un posto di grande  riguardo .Fu uno dei suoi  uomini di punta per parecchi anni. Mai in cerca di esibire sé stesso ,ma sempre presente nei momenti decisivi. Lui, persona  pacata e conciliante, aveva molta considerazione per un professorino di scuola media che insegnava  all’estero e che si autodefiniva un germanista e faceva credere di essere addetto culturale a Vienna. Io gli dissi con franchezza che si trattava di un piccolo personaggio presuntuoso che millantava competenze che non aveva. Prestipino mi disse che non dovevo infierire perché quella persona gli era  molto cara in quanto fu uno dei suoi primi amici, quando arrivò a Torino. Al contrario, io fui ancora più  feroce ed aggiunsi che si trattava di un germanista -come diceva Edoardo Ballone che    non lo poteva soffrire-perché andava a caccia di uccelli germani…Battuta miserabile. Alla fine ci perdonò  da uomo che sapeva porsi al disopra dei personalismi. Nel 1985 fece uscire un bellissimo libro sull’arredo urbano torinese che venne presentato al Circolo della Stampa. Partecipai all’incontro e rimasi indignato dall’atteggiamento incredibile di una professoressa che aveva accettato di presentare il libro  e che aveva concluso il suo intervento con parole agghiaccianti: questo libro non sarebbe mai dovuto uscire. Un atto di ingenerosità piuttosto incredibile che non mise però in difficoltà il suo autore che con calma, quasi sottovoce, replicò punto per punto alle critiche, dimostrando la non buona fede di chi lo aveva attaccato. Ho raccontato questi due  episodi solo perché danno il senso dell’equilibrio di Francesco, siciliano dal cuore caldo, ma sempre con la mente fredda. Avevamo collaborato insieme per molti anni ,poi ci perdemmo. E fu un vero peccato. Mi ero ripromesso tante volte di chiamarlo. Non l’ho mai fatto, preso dai ritmi frenetici a cui siamo sottoposti. Sento rimorso per non averlo fatto. Non foss’altro, perché  i suoi consigli sarebbero stati preziosi, utili e mai interessati. Quando ho saputo della sua scomparsa, ho contattato attraverso Facebook le due figlie e ho postato un breve ricordo. Ma Prestipino merita tanto di più dalla Città in cui è vissuto, ha insegnato ed ha scritto molto. E’ stato un torinese fuori ordinanza, avrebbe detto Massimo Mila.

(Nella foto grande, Prestipino con il nipote)

Military Erasmus alla Scuola di Applicazione

Trentatre studenti civili e militari provenienti da Europa e Stati Uniti hanno completato alla Scuola di Applicazione dell’Esercito un modulo di studio della durata di una settimana nell’ambito del cosiddetto Military Erasmus, organizzato dal Centro Studi sulle Operazioni di Post-Conflict in collaborazione con la Struttura Interdipartimentale di Scienze Strategiche dell’Università degli Studi di Torino. Condotto interamente in lingua inglese da docenti militari e civili, l’Erasmus “con le stellette” la cui denominazione corretta è Iniziativa europea per lo scambio di giovani ufficiali consiste nello scambio di allievi, sia civili che militari, fra scuole militari e atenei italiani e stranieri. Il piano di studi del modulo denominato Common Security and Defence Policy viene concepito dal Collegio Europeo di Sicurezza e Difesa, agenzia che opera sotto l’egida della European External Action Service (EAAS) di Bruxelles. Le modalità di apprendimento prevedono studi individuali e lavori di gruppo; ampio spazio è riservato allo studio a distanza attraverso programmi mirati di e-learning. Per questa edizione agli studenti civili e militari del corso di Scienze Strategiche di Torino si sono uniti ufficiali dell’Esercito francese, polacco, romeno, statunitense e dell’Aeronautica militare greca. Il superamento del modulo consente l’attribuzione di crediti formativi universitari riconosciuti a livello europeo e prevede il conferimento un diploma firmato dall’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, carica che dal 2014 è ricoperta dall’italiana Federica Mogherini. Attualmente sono seicento gli studenti dei corsi di laurea triennale e specialistica di Scienze Strategiche presso la Scuola di Applicazione di Torino, duecento dei quali civili, attratti dalla spiccata flessibilità e internazionalizzazione del piano di studi.

 

 

Valanga in Val Pellice, ci sono feriti

Poteva essere una tragedia. Una valanga ha travolto tre alpinisti e ne ha feriti due in modo non grave, nel vallone del Pis in alta Val Pellice, nei pressi del rifugio Jervis a  Bobbio Pellice. Il  Soccorso Alpino, ha raggiunto a piedi  i 2.500 metri di quota del luogo dove si è staccata la valanga e ha prestato  soccorso ai feriti. Le cattive condizioni meteo hanno  impedito all’elicottero di levarsi in volo.

 

(foto: archivio)

Tornano i temporali in Piemonte. Piccolo stop alla primavera

Stop a siccità. In arrivo pioggia e mal tempo.

Le piogge tanto attese per allentare la siccità e ridurre almeno in parte i livelli di smog e di polveri sottili presenti nel territorio, stanno finalmente per arrivare. I primi rovesci e temporali- spiega l’Arpa- sono attesi già nella giornata di oggi, in particolare sul nord della regione, grazie alla “discesa di una seccatura nord-atlantica” e all’arrivo di aria più fredda. Domani il tempo sarà perturbato e nel pomeriggio, sulle zone montane e pedemontane settentrionali e nord-occidentali e sulle pianure adiacenti, si avranno picchi di pioggia “anche forti e a carattere temporalesco”. Giovedì il maltempo sarà diffuso in tutta la regione sempre con rovesci e temporali, anche forti. Quota neve è prevista sui 1500 metri.

Ubriaco alla guida della sua Ape contromano in autostrada

I test hanno accertato che il tasso alcolemico era quattro volte superiore al limite consentito

La scorsa notte un uomo alla guida della sua Ape Piaggio, ha imboccato contromano l’autostrada Pinerolo-Torino, percorrendo circa dieci chilometri prima di essere fermato dalla polizia stradale. L’uomo, un cinquantasettenne di Luserna San Giovanni, è stato fermato dagli agenti all’altezza di Volvera e portato immediatamente all’Ospedale San Luigi di Orbassano per dei controlli: i test hanno accertato che il tasso alcolemico era quattro volte superiore al limite consentito. Fortunatamente l’uomo – a cui è stata ritirata la patente- non ha causato nessun incidente.

Gruppo di acquisto solidale a scuola

E’ nato un ‘Gruppo di acquisto solidale 2.0’ in una scuola, trasformatasi in luogo di distribuzione dei prodotti freschi degli agricoltori locali, per studenti e per insegnanti ma anche per tutti gli abitanti del quartiere. L’iniziativa nasce presso l’istituto Comprensivo Niccolò Tommaseo  grazie a ‘Alveare che dice Sì’, una start up che ha creato un modo di vendere e comprare i prodotti locali attraverso il web. E’ un punto di partenza per progetti legati alla sostenibilità alimentare, dove agricoltori potranno parlare con i giovani durante lezioni anche pratiche. L’obiettivo è insegnare come si impasta il pane, per coinvolgerli nella preparazione dei prodotti freschi.