CRONACA- Pagina 117

Il Consiglio Comunale chiede un nuovo carcere per Torino

E che si rispettino le capienze massime delle strutture

Nella seduta del 22 aprile 2024, il Consiglio Comunale di Torino ha approvato una mozione che impegna sindaco e Giunta a chiedere al ministro della Giustizia la realizzazione di una nuova struttura carceraria a Torino, meglio integrata con il resto della città e in cui sia possibile anche l’esecuzione di pene a custodia attenuata che portino a un reinserimento proficuo nella società.

Il documento, nel sottolineare il sovraffollamento della struttura e le precarie condizioni lavorative degli operatori e delle operatrici della Polizia Penitenziaria, di Assistenti Educativi e dei Sanitari che presidiano l’attuale struttura, chiede inoltre di promuovere un momento di riflessione e formazione incentrato sull’edilizia carceraria, da cui possano emergere indicazioni operative e progettuali per la realizzazione di spazi a misura di persona – sia per le persone ristrette che per chi vi lavora – con la possibilità di prevedere adeguate possibilità di formazione, lavoro e comfort.

Nel valutare la miglior localizzazione delle strutture nel tessuto urbano, il documento chiede di prendere in considerazione anche le aree demaniali inutilizzate e che vengano rapidamente stanziati fondi straordinari per questo tipo di necessità e per il recupero del Lorusso e Cutugno, anche accedendo a linee di finanziamento europee.

Infine, si propone di attuare politiche dell’abitare che possano permettere a chi abbia i requisiti comportamentali, ma non quelli economici e materiali, di fruire di misure alternative alla detenzione.

Dopo la mozione è stato approvato anche un ordine del giorno che invita sindaco, Giunta e Consiglio Comunale ad attivarsi presso il Governo affinché il numero totale delle persone detenute sia rapidamente ricondotto alla capienza legale delle strutture carcerarie, “per regolarizzare così un’esecuzione penale oggi totalmente al di fuori dei parametri”.

Respinto un altro ordine del giorno, discusso congiuntamente agli altri due documenti, che chiedeva un “soste

Bretella di Pessione, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso

RICONOSCIUTE TUTTE LE ARGOMENTAZIONI DEL COMUNE DI CHIERI

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’ufficio stampa del  Comune di Chieri

Il Consiglio di Stato ha dichiarato infondato e respinto l’appello contro la sentenza del TAR del Piemonte proposto da alcuni cittadini, essendo “del tutto evidente la mancanza di interesse degli appellanti a coltivare qualsivoglia censura”, e condannato gli appellanti a rifondere le spese di giudizio in favore del Comune di Chieri (5mila euro).

I ricorrenti avevano impugnato davanti al TAR del Piemonte la delibera relativa alla cd. “bretella” di Pessione, infrastruttura che ha come obiettivo il miglioramento funzionale e dell’accessibilità alla zona produttiva, riducendo il traffico dei mezzi pesanti che gravano sul centro abitato, migliorando la qualità dell’aria e la sicurezza stradale, cercando così di garantire una maggiore convivenza tra la popolazione e una delle maggiori realtà dell’industria agroalimentare italiana, il cui stabilimento a Chieri, in Pessione, è oggi uno dei principali siti di produzione al mondo del Gruppo Bacardi.

Il TAR, all’inizio del mese di luglio del 2023, aveva respinto il ricorso giudicando infondate nel merito le censure formulate dai ricorrenti e dichiarato inammissibileil ricorso con riferimento al Comitato “Per Pessione” in quanto non ricorrevano in capo al Comitato ricorrente i presupposti perché possa essere al medesimo riconosciuta la legittimazione ad agire.

Ora, il Consiglio di Stato (Sez. IV, n. 3630/2024), ha respinto il ricorso nel merito, in completa adesione alle difese formulate dal Comune di Chieri.

La sentenza ha evidenziato come le osservazioni formulate dagli appellanti a suo  tempo, in occasione della variante urbanistica, siano state esaminate e puntualmente controdedotte dall’Amministrazione comunale, che ha anche valutato la proposta di tracciato alternativa avanzata dai medesimi, non ritenendola idonea e conforme alla pianificazione urbanistica sovraordinata.

La sentenza ha altresì evidenziato come inammissibile il fatto che gli appellanti pretendano di imporre le proprie soluzioni progettuali rispetto a quelle approvate in sede di Accordo di programma siglato con la Regione Piemonte, ricordando come la scelta di localizzazione di un’opera pubblica sia insindacabile persino per il giudice amministrativo.

Il pronunciamento del Consiglio di Stato è stato accolto con grande soddisfazione dal Sindaco di Chieri e dall’assessora alla Pianificazione urbana e ai Lavori pubblici, che ricordano, però, che i lavori del primo lotto avrebbero dovuto avviarsi entro la fine del 2022 e completarsi entro il 2023; invece si sono persi due anni e nel frattempo sono lievitati sensibilmente i costi dell’opera.

La sentenza del TAR del Piemonte era già stata netta nel respingere il primo ricorso, riconoscendo che: l’amministrazione della Città di Chieri ha adeguatamente risposto alle osservazioni del comitato, assicurando il contraddittorio; che l’opera è coerente con le esigenze di alleggerimento del traffico pesante e con quelle di risparmio del suolo; che non c’è modo di considerare la proposta alternativa, perché in contrasto con piani urbanistici sovraordinati.

Nonostante il giudizio di primo grado non lasciasse dubbio alcuno, c’è chi ha voluto insistere rivolgendosi al Consiglio di Stato, che è giunto alle stesse conclusioni, riconoscendo come l’intervento “persegue un obiettivo intercomunale di maggiore sostenibilità ambientale e di sicurezza della viabilità” e che il “tracciato alternativo non risulta adeguato a soddisfare le esigenze di decongestionamento del traffico” .

La Brigata Taurinense celebra i 72 anni

Il 15 aprile scorso, in occasione dell’anniversario della sua ricostituzione, la Brigata Alpina Taurinense ha celebrato la ricorrenza con una solenne cerimonia dell’alzabandiera. L’evento, trasmesso in video collegamento, ha permesso a tutti i membri della Brigata, sia quelli presenti nelle sedi stanziali sia quelli dislocati in operazione, di partecipare virtualmente a questo significativo momento.

L’evento ha simbolicamente riunito le “penne nere” di tutta la Brigata, operanti sia nell’ambito nazionale con l’operazione “Strade Sicure” sia internazionale, come in Libano, dove la Brigata ha assunto dallo scorso febbraio il comando del Settore Ovest di UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) e della Joint Task Force italiana (JTF L-SW).

Dalla base di Shama, nel Libano meridionale, il Generale di Brigata Enrico Fontana ha salutato tutte le unità collegate, ringraziando gli alpini per il loro impegno quotidiano al servizio della nazione, sia in Italia sia all’estero.

Ricostituita il 15 aprile 1952, la Brigata eredita le tradizioni delle storiche Divisioni “Cuneense” e “Taurinense”. Oggi, essa è una delle due Grandi Unità delle Truppe Alpine dell’Esercito, impegnata in numerose missioni internazionali sotto l’egida dell’ONU, della NATO e dell’UE. A livello nazionale, la Brigata vede impiegati i suoi uomini e donne nell’operazione “Strade Sicure” e guida i Raggruppamenti Piemonte-Liguria e Valsusa-Valle d’Aosta.

L’invecchiamento attivo protagonista di un convegno a Palazzo Civico

“Essere persone anziane a Torino” è stato argomento di un convegno che si è tenuto ieri nella Sala delle Colonne di Palazzo Civico e ha messo insieme esperienze e riflessioni in occasione della Giornata dell’invecchiamento attivo, definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come il processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza delle persone che invecchiano al fine di migliorarne la qualità della vita.

Organizzato dall’Assessorato alle Politiche Sociali della Città di Torino l’incontro ha visto tra i relatori rappresentanti delle Circoscrizioni, dell’ASL Città di Torino, del Dipartimento Servizi educativi e Servizi sociali, socio sanitari e abitativi della Città e di attori delle politiche sociali cittadine come Cooperativa Zenith, Fondazione della comunità di Mirafiori, Casa del Quartiere San Salvario oltre che delle organizzazioni sindacali e del Consiglio dei Seniores. Tutti chiamati a far rete per condividere buone pratiche, successi, ma anche criticità riscontrate nelle attività quotidiane.

Tra queste le iniziative più recenti di cui si è discusso “Correre Controvento – Prometeo 2.0”, un progetto sperimentale partito a marzo di quest’anno, realizzato dal Dipartimento Servizi Sociali Socio Sanitari e Abitativi di Città di Torino, volto a favorire l’invecchiamento attivo e il mantenimento delle persone anziane nel proprio domicilio e con un approccio rivolto, per la prima volta, alla cura di chi si prende cura. L’iniziativa si rivolge infatti ai caregiver over 65 residenti a Torino e prima cintura, o il cui familiare assistito è un cittadino torinese; a loro “Correre Controvento” offre percorsi di consapevolezza, pratiche e strategie per potersi rigenerare dalle fatiche quotidiane, con l’obiettivo di alleviare il senso di isolamento e la sensazione di affrontare le difficoltà sentendosi appunto “controvento”.

TORINO CLICK

Ciclista cade, è grave in ospedale

Ennesimo incidente che coinvolge ciclisti in questi giorni sulle strade del Piemonte. Questa volta ne ha fatto le spese un uomo che, per cause da accertare, è caduto dalla sua bici in via Generali  a Novara. Ha riportato serie ferite ed è stato ricoverato in codice rosso all’ospedale Maggiore.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Comunità ospedaliera in lutto per la scomparsa dell’”infermiera gentile”

Ha destato molto dolore la scomparsa di Barbara Baraldo infermiera 57enne all’ospedale di Vercelli, deceduta per una grave malattia. Il Rosario si tiene oggi lunedì 22 aprile, ad ore 17, presso la Chiesa di Sant’Antonio al Rione Isola. Sempre all’Isola l’ultimo saluto a Barbara, il martedì 23 aprile, con inizio della S.Messa alle ore 10,30. Barbara, molto stimata e apprezzata per la cortesia e professionalità lascia la mamma  Anna Maria e il papà Alberto.

Merce non pagata: i truffatori ritentano il colpo ma vengono riconosciuti dalla voce e arrestati

Una nuova truffa sventata dallo staff di Borello Supermercati 

Diversi mesi fa il supermercato Borello di Corso Moncalieri subì una truffa da parte di alcuni “furbetti” che riuscirono a farsi consegnare della merce senza pagare. Chiedevano di farsi portare i prodotti  lo stesso giorno in due indirizzi diversi. Il conto sarebbe stato pagato  nel secondo incontro. Peccato che dopo la prima consegna non si presentava più nessuno e i truffatori sparivano con il primo bottino. Ma il tempo è galantuomo. Gli stessi soggetti hanno pensato di “tornare sul luogo del delitto” o meglio di ritentare la truffa. Così nei giorni scorsi hanno telefonato nuovamente allo stesso punto vendita Borello cercando di farsi portare una corposa consegna di birra. Peccato che la voce di chi ha chiamato sia stata riconosciuta. Si è così attivato il responsabile dell’antitaccheggio che ha predisposto una bella sorpresa per i truffatori: alla consegna hanno trovato la merce ma anche i carabinieri che li hanno arrestati in flagranza.  (Nelle foto la merce ordinata a Borello Supermercati)

Arresti tra gli anarchici che devastarono negozi a Torino

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La polizia di Stato della Questura e i carabinieri di Torino  stanno eseguendo numerose misure cautelari in tutta Italia nei confronti di anarco-insurrezionalisti responsabili dei reati di devastazione, violenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale commessi durante la manifestazione svoltasi a Torino il 4 marzo 2023 per solidarietà ad Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41 bis. Gli anarchici sfondarono vetrine e fecero uso di bombe carta contro la polizia.

Nella circostanza sono anche rimasti feriti due operatori di Polizia, di cui uno con prognosi di 100 giorni.

Si rammenta altresì che la mattina del 4 marzo, in occasione dell’arrivo a Torino dei numerosi manifestanti provenienti da diversi contesti territoriali e dall’estero, erano stati organizzati controlli preventivi della Digos, dei Reparti Mobili, della Polaria, della Polizia Stradale, di Frontiera e Ferroviaria, a seguito dei quali erano stati accompagnati in Questura 37 persone trovate in possesso di numeroso materiale (caschi, maschere antigas, martelli, piedi di porco, frombole, bastoni, bombe carta, petardi, aste, scudi, coltelli, accette e materiale per travisarsi) 28 dei quali poi denunciati per porto abusivo di oggetti atti ad offendere e resistenza a Pubblico Ufficiale.

Torna al patrimonio pubblico l’ospedale di Settimo acquisito dalla Regione

La Regione Piemonte ha acquisito tramite l’Asl Torino 4 la proprietà dell’immobile dell’Ospedale civico di Settimo Torinese.

L’atto, siglato di fronte al notaio, prevede la rinuncia dei diritti e di superficie da parte della società Saapa spa, che possedeva finora il bene, e il rientro della struttura all’interno del patrimonio della sanità pubblica.
Contestualmente all’atto è stato anche estinto il mutuo di 28 milioni di euro, che pesava sull’immobile, con risorse messe a disposizione dalla Regione.

Per la Regione Piemonte, si legge in una nota “si tratta di un atto di messa in sicurezza dell’Ospedale, che prosegue il suo servizio a favore della comunità e che entra ora a far parte del patrimonio immobiliare pubblico”.
Per il Comune “l’acquisizione dell’immobile da parte della Regione rappresenta un passaggio fondamentale perché consolida il mantenimento dei servizi sanitari sul territorio”.

Salviamo la Pellerina, in piazza sotto Palazzo Civico

Caro direttore, il Comitato Salviamo la Pellerina, Generazioni Future e il Coordinamento Piemonte per i Diritti Umani invitano i cittadini di Torino lunedì 22 aprile dalle ore 16,15, sotto il Municipio, in Piazza Palazzo di Città per chiedere pubblicamente le dimissioni del sindaco Lo Russo, della Giunta comunale e dei membri del Consiglio che ne hanno sostenuto in tutto o in parte le scelte scellerate (come la trovata di costruire un ospedale in zona di esondazione in un parco cittadino, la distruzione di un’area verde per far posto all’ennesimo supermercato, la devastazione di un’oasi rifugio dell’avifauna, ecc.) assunte in spregio del diritto di partecipazione dei cittadini e del rispetto per l’ambiente di una delle città più inquinate d’Europa, confermandosi espressione di quel “Sistema Torino” che soffoca la città da molti anni e che – come un fiume carsico – torna periodicamente a mostrare i suoi aspetti più inquietanti nelle inchieste giudiziarie, come quella recente sul voto di scambio.

Comitato Salviamo la Pellerina