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Usurai arrestati: chiedevano 5 mila euro al mese

DUE ARRESTI, SETTE INDAGATI SEQUESTRI PER 700 MILA EURO

È il bilancio di un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Torino che dopo alcuni mesi di indagini ha arrestato due quarantenni torinesi, M.C. e S.A., le loro iniziali, e denunciato a piede libero altre sette persone, tutte indagate per aver mantenuto per anni sotto il giogo dell’usura un professionista torinese approfittando delle sue difficoltà finanziaria.

Le indagini, condotte dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del capoluogo e coordinate dalla Procura della Repubblica torinese, sono partite a seguito della richiesta di aiuto della vittima, esasperata dopo oltre tre anni di pretese usurarie e pressioni psicologiche sfociate anche in episodi estorsivi.

La vicenda è iniziata alcuni anni fa, quando il professionista, per far fronte a una difficile condizione finanziaria, si è rivolto ad uno degli arrestati per ricevere delle somme di denaro.

La richiesta ha però dato avvio ad un calvario che lo ha portato a versare agli indagati oltre 170 mila euro, il triplo della somma prestata.

Oltre alle incessanti richieste di denaro, circa 5 mila euro al mese, la vittima è stata anche costretta a vendere e a firmare mandato di vendita per alcuni immobili di proprietà.

I Finanzieri hanno comunque accertato che anche gli acquirenti degli immobili erano pienamente coinvolti nel sistema criminoso, avendo pagato per l’acquisto un prezzo decisamente inferiore al valore di mercato.

Gli arrestati, già gravati da precedenti per reati contro la persona e il patrimonio, mantenevano, grazie a questo modus operandi, un altissimo tenore di vita: dagli orologi di marca alle assidue frequentazioni di ristoranti di lusso sino alle vacanze in ogni parte del Mondo. Ed è proprio durante una vacanza in Sicilia che uno degli usurai è stato raggiunto ed arrestato dai Finanzieri.

Il tenore di vita garantito dai pagamenti della vittima ha indotto gli usurai ad alzare il livello delle minacce, fino a paventare un intervento della malavita organizzata e di ritorsioni nei confronti dei familiari, questo quando la vittima, dopo essersi rivolta alla Guardia di Finanza, ha smesso di assecondare le continue richieste di denaro.

Nei confronti degli indagati è stato quindi disposto un sequestro per oltre 170.000 euro nonché di una villa nel ponente ligure del valore di circa 500.000 euro, il tutto frutto dell’attività criminosa.

Nel corso degli accertamenti, infine, I Finanzieri hanno appurato che non si è trattato di un caso isolato e che anche altre persone sono state vittime di usura ad opera degli stessi soggetti.

 

Lavori ponte Dora Baltea, varia la circolazione dei treni

Ci sono interventi di manutenzione programmata al ponte sulla Dora Baltea tra Crescentino e Borgo Revel, sulla linea Chivasso – Casale Monferrato Alessandria, che comporteranno variazioni alla circolazione su rotaia.

Per consentire l’operatività del cantiere, da domenica 4 a giovedì 8 agosto, i treni regionali Chivasso-Alessandria e Chivasso-Casale saranno cancellati e sostituiti con bus tra Chivasso e Casale Monferrato. Regolari i collegamenti tra Casale Monferrato e Alessandria.

Tutti i canali di vendita dell’impresa ferroviaria sono aggiornati con la nuova offerta di trasporto.

Urlava per strada armato di coltello: fermato dalle fiamme gialle

Camminava per strada brandendo un grosso coltello da cucina e urlando frasi contro tutto e tutti.

L’uomo, un quarantenne torinese, è stato fermato questa notte  da un equipaggio della Guardia di Finanza Torino nei pressi di Via De Sanctis nel capoluogo.

il quarantenne, con numerosi precedenti per rapina, furto, traffico di stupefacenti, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, ha accumulato l’ennesima denuncia.

Scompenso cardiaco terminale, un intervento senza precedenti

Salvato un paziente al Maria Pia Hospital. Il dottor Brscic dell’Heart Team dell’ospedale torinese: “Siamo intervenuti con una procedura non descritta in letteratura. Dopo sei ore di intervento il paziente sta bene, ed è in fase riabilitativa”

 

Torino, luglio 2019 – L’Heart Team di Maria Pia Hospital – struttura ospedaliera di Alta Specialità di GVM Care & Research accreditata con il SSN – guidato dal dottor Elvis Brscic, Responsabile dell’Unità Operativa di Cardiologia, ha operato un paziente di 75 anni con scompenso cardiaco in fase terminale, ideando e mettendo in pratica una combinazione inedita di tecniche di cardiologia interventistica.
Ora l’uomo sta bene e si trova nella fase delicata della riabilitazione, cruciale per il completo recupero.

 

Dopo opportune valutazioni sullo stato del paziente, l’équipe multidisciplinare di specialisti dell’Heart Team, composta da emodinamista, cardiologo, cardiochirurgo e anestesista, ha studiato una combinazione di tecniche non chirurgiche. Il risultato è stato un intervento mininvasivo, eseguito dunque per via non chirurgica, ma utilizzando le tecniche TAVI e MitraClip in abbinamento a un sistema di assistenza circolatoria, l’ECMO, modificato con l’inserimento di un drenaggio cardiaco aggiuntivo.

 

Si tratta di una procedura mai descritta prima in letteratura realizzata in contesto proibitivo, per la presenza contemporanea di gravi patologie cardiache ed extracardiache, che ha portato gli esperti del Maria Pia Hospital a trovare una soluzione per il paziente.

“La combinazione non invasiva scelta è stata la sola possibilità di risoluzione completa, al paziente era stata esclusa la terapia chirurgica per via di un rischio operatorio di mortalità superiore al 50%. Sia la valvola aortica che la valvola mitralica presentavano un’insufficienza grave e la funzione contrattile cardiaca era severamente compromessa. Per via del quadro clinico drammatico, sembravano non esserci chance per il paziente”, commenta il dott. Brscic.

Sono state necessarie sei ore di intervento, durante le quali l’équipe è intervenuta direttamente sulle strutture anatomiche del cuore del paziente per trattare le gravi anomalie, adottando tecniche percutanee quali la TAVI e la MitraClip.

 

La TAVI è una metodica mininvasiva utilizzata per la sostituzione della valvola aortica: si accede al cuore attraverso un’arteria periferica, di solito la femorale, e la protesi è veicolata transcatetere; un palloncino allarga la valvola compromessa e successivamente, attraverso un secondo catetere, si trasporta e fissa la protesi che va a sostituire la valvola degenerata.

Per la valvola mitralica, invece, si utilizza la MitraClip: il catetere viene fatto accedere tramite la vena femorale e trasporta una “clip” che, arrivata sulla valvola mitralica, ne ricongiunge i lembi collassati.

 

Al fine di mantenere la stabilità emodinamica durante l’impianto delle endoprotesi, l’Heart Team ha deciso di utilizzare il sistema di circolazione extracorporea ECMO. Inoltre, in aggiunta alle due cannule standard che drenano il sangue venoso e pompano quello arterioso, ne è stata aggiunta una terza, per aumentare il drenaggio e ridurre il sovraccarico del ventricolo sinistro.

 

La criticità cardiaca è stata stabilizzata e il paziente è stato trattato farmacologicamente in terapia intensiva. Anche le patologie associate alla fase post-chirurgica sono rientrate e al momento non si registrano sofferenze a carico di altri organi”, conclude il dott. Brscic.

 

Le cardiomiopatie: cause, sintomi e terapia

Le cardiomiopatie possono essere dovute a malattia coronarica, patologie valvolari, processi infiammatori e altro. Se la causa non viene trattata tempestivamente, l’evoluzione può essere quella dello scompenso cardiaco grave. La terapia standard per i vizi valvolari è quella chirurgica, che non è però stata possibile in questo caso a causa del quadro clinico e delle severe comorbilità.

 

Il sintomo più tipico è l’affanno, dapprima sotto sforzo e poi, col progredire della cardiomiopatia, anche a riposo. La patologia si diagnostica con l’ecocardiogramma. Per prevenire uno scompenso cardiaco grave la tempistica è fondamentale: bisogna intervenire il prima possibile per riparare le valvole cardiache compromesse.

 

 

Una stanza segreta per coltivare marijuana

Una “stanza segreta” adibita a serra per coltivare marijuana e ricavata in un’intercapedine presente nel seminterrato dell’abitazione e celata dietro una porta in legno.

E’ quanto hanno scoperto i Carabinieri di San Damiano d’Asti e del Nucleo Operativo di Villanova d’Asti nell’abitazione di un 32enne infermiere residente in San Damiano ma originario di Imperia, arrestato per detenzione ai fini di spaccio e coltivazione di sostanze stupefacenti. All’interno della piccola stanza, cui si accedeva attraverso un lungo corridoio sotterraneo, infatti, sono state trovate nr. 5 buste in cellophane chiuse sottovuoto contenente grammi 50 cadauna di marijuana ed una scatola di cartone con all’interno ulteriori 250 gr della medesima sostanza nonchè il necessario per la vendita e la coltivazione della droga: bilancini di precisione, lampade alogene, aeratori, impianto di irrigazione, vasi, terriccio e fertilizzanti. Coinvolto nell’operazione anche il convivente dell’arrestato, un 29enne   originario di Moncalieri, che al momento dell’irruzione si trovava fuori casa per motivi di lavoro.

Al termine delle operazioni di polizia giudiziaria il 32enne è stato pertanto arrestato e sottoposto alla misura degli arresti domiciliari in attesa della direttissima mentre per il 29enne è scattata la denuncia a piede libero per i medesimi reati

Cocaina e crack, sgominata una banda di trafficanti

Alle prime ore del mattino i Carabinieri della Compagnia di Torino hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare per associazione per delinquere finalizzata allo traffico di sostanze stupefacenti, emessa dal Gip del Tribunale di Torino su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti di una banda dedita allo smercio di cocaina e crack.

Le indagini dei militari sono partite dalla denuncia di una coppia di genitori che, avendo riscontrato comportamenti anomali nel figlio, hanno attirato l’attenzione degli investigatori sulla fiorente attività di spaccio nei quartieri di Pozzo Strada e Mirafiori.

Mediante contatti telefonici effettuati su utenze ‘dedicate’ ai traffici illeciti e riservate ai soli clienti, l’organizzazione effettuava consegne a domicilio, per mezzo di cittadini stranieri non comunitari che si spostavano a bordo di auto di tre italiani utilizzati come autisti.

In tutto i carabinieri sono riusciti ad accertare 3000 episodi di spaccio da parte di un’organizzazione che operava con veri e propri ‘turni di servizio’ che coprivano le 24 ore. Nel corso dell’operazione sono stati bloccati 9 pusher in flagranza di reato e segnalati alla prefettura di Torino 5 assuntori. Nell’ultimo blitz in manette sono finiti un maliano e tre italiani, mentre per un albanese ci sarà la sottoposizione all’obbligo di firma. Inoltre a casa dello straniero sono stati sequestrati oltre 4000 euro in contanti.

 

 

Cani maltrattati a digiuno da giorni: intervengono i carabinieri

DAL PIEMONTE

L’intervento dei carabinieri di Viguzzolo e Tortona ha posto fine alle sofferenze e ai digiuni cui erano costretti – si ritiene da alcune settimane – 16 cani, tutti legati alla catena o rinchiusi in piccole gabbie da trasporto, denutriti e abbandonati senza cibo né acqua all’interno di un cascinale disabitato nell’agro del comune di Viguzzolo, in località Torrazzo. Dalla cascina del Torrazzo proveniva da diversi giorni un continuo latrato. I Carabinieri, dopo aver effettuato alcune verifiche e constato che la cascina appariva in stato di abbandono, hanno deciso di intervenire nella notte di domenica 28 luglio. Ad attenderli c’erano solo i poveri cani, tutti legati a catene o rinchiusi in spazi talmente piccoli da non consentire loro alcun movimento. Gli animali sono stati soccorsi, rifocillati e visitati dall’intervento tempestivo del personale del servizio Veterinario dell’Asl di Alessandria e del nucleo guardie zoofile di Acqui Terme che ha collaborato con i carabinieri. Dopo sono stati sequestrati e affidati al canile municipale di Tortona. Ora i proprietari delle bestiole, tutte munite di microchip, dovranno anche chiarire le modalità con le quali le hanno affidate all’uomo che aveva allestito il canile abusivo e che dovrà rispondere di maltrattamento e abbandono di animali. Si tratta di un uomo di 58 anni, abitante in Rivanazzano Terme, allevatore di cani da caccia. I proprietari della cascina Torrazzo, allo stato, risultano estranei alla vicenda.

 

(foto archivio)

 

Nuove armi da guerra trovate dalla polizia

Nei giorni scorsi, personale della DIGOS della Questura di Torino, nell’ambito dell’operazione “MATRA” coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – UCIGOS, ha sequestrato, durante le attività di perquisizione del deposito di Rivanazzano Terme (dover erano stati rinvenuti un missile aria/aria mod. MATRA e due “Razziere”) le seguenti parti di arma e di munizionamento da guerra:

  • Ø una sezione di controllo e di guida militare di un missile, modello SEA Killer/Marte di un metro di lunghezza e 20.5 cm di larghezza, con la parte elettronica in perfetto stato di conservazione (parte di arma da guerra);
  • Ø un razzo da esercitazione militare con testa inerte di 50 mm e lunghezza di 92 cm, di fabbricazione italiana, privo di propellente e compatibile con le razziere sequestrate il 17 luglio (munizionamento da guerra);
  • Ø una sezione di guida di un missile aria/aria, fabbricato negli U.S.A., modello AIM-7/ “Sparrow”delle dimensioni di 79 cm di lunghezze e 20 cm di diametro, privo di fusoliera (parte di munizionamento da guerra);
  • Ø una sezione di guida di un missile superficie/aria, fabbricato nell’ex U.R.S.S., modello SA8, delle dimensioni di 60 cm di lunghezza e 18 cm di diametro, privo di fusoliera (parte di munizionamento da guerra).

Le operazioni di perquisizione, eseguite con la collaborazione degli artificieri e dell’Esercito, hanno avuto termine nella giornata del 26 luglio.

Sorpasso in autostrada, due morti

Incidente mortale nello scontro tra due auto, nella notte, intorno alle 2, sull’autostrada A4 Torino–Milano, nei pressi dello svincolo di Settimo.

Un’ auto coinvolta è una Mercedes Cabrio, a bordo un uomo e una donna  che sono morti. Sull’altra vettura, una Fiat Punto, due persone sono rimaste ferite. La  Satap ha chiuso  l’autostrada nel tratto interessato. Sembra che la Mercedes, sbandando, sia stata urtata dalla Punto che si trovava in corsia di sorpasso.

Le fiamme gialle sequestrano a imprenditore due milioni in case, auto e denaro

La Guardia di Finanza di Torino, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo Piemontese, ha confiscato immobili, società, conti correnti, veicoli e altri beni di lusso per oltre 2 milioni di euro, tutti riconducibili a un noto imprenditore di Pinerolo (TO).

Dalle indagini, iniziate nel 2017, è emerso un articolato sistema criminoso consistente nella creazione ad hoc, di ben 4 diverse società che metodicamente venivano “alleggerite” di asset e utili, il tutto con grave nocumento per i creditori e per il Fisco. Proprio queste sottrazioni di utili, hanno consentito agli investigatori del Gruppo Orbassano di contestualizzare le condotte tipiche della bancarotta fraudolenta, oltre che dell’evasione fiscale, per le quali l’imprenditore è stato denunciato alla Procura della Repubblica.

I Finanzieri, coordinati dal Procuratore Aggiunto Cesare Parodi, hanno svolto minuziose indagini, dirette da un lato a evidenziare la pericolosità sociale del soggetto, il quale già da tempo era implicato in diverse attività criminose, e dall’altro ad individuare una sproporzione tra quelle che erano le risorse economiche dell’imprenditore in questione, totalmente sconosciuto al Fisco, e quello che era il suo tenore di vita, decisamente al di sopra delle sue possibilità. Su quest’ultimo aspetto si è concentrata l’attenzione degli inquirenti i quali hanno svolto accertamenti patrimoniali ad ampio raggio, avvalendosi anche degli strumenti normativi del c.d. “Codice Antimafia”, su ben 10 soggetti, tra persone fisiche e giuridiche, tutti riconducibili all’imprenditore in questione.

Il quadro emerso ha consentito di ricostruire la formazione del cospicuo patrimonio di cui disponeva il soggetto e la sua cerchia familiare, dimostrando che non poteva essere altro che il risultato dell’investimento di proventi ottenuti illegalmente considerato che nessuno di loro ha mai dichiarato redditi significativi. La ricchezza, generata dall’evasione fiscale e dalle bancarotte fraudolente, veniva sistematicamente reimpiegata in nuove attività economiche e finanziarie per “lavare” il denaro illecitamente accumulato, concretizzando appieno la condotta tipica del reato di autoriciclaggio.

Sulla base degli elementi riscontrati, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Torino ha potuto accogliere in pieno la tesi investigativa sulla sproporzione patrimoniale e sulla pericolosità sociale del soggetto, disponendo da ultimo il provvedimento di confisca nei confronti dei beni riconducibili a quest’ultimo, che ha colpito, tra le altre cose, un’abitazione di lusso nel centro cittadino di Pinerolodiversi locali commerciali anch’essi in pieno centro, conti correnti, di cui uno all’estero, quote societarie e capitale sociale di 2 società, di cui una all’estero, un cassetta di sicurezza, 54 autovetture di lusso nonché  numerosi orologi di pregio. 

È stata inoltre disposta, vista la particolare dedizione del soggetto a reiterare nel tempo le condotte criminose, la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.

L’attività testimonia la costante azione del Corpo, finalizzata ad aggredire i patrimoni illecitamente accumulati da coloro che vivono di traffici delittuosi o traggono il proprio sostegno economico dai proventi dell’evasione fiscale e da altre attività criminali, dimostrando la versatilità degli strumenti di indagine propri del Corpo in un approccio trasversale ai vari settori di intervento.