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Le cellule staminali per un nuovo trattamento delle fistole

Le cellule staminali per un nuovo trattamento delle fistole perianali complesse, presso l’ospedale Molinette di Torino Un intervento innovativo con cellule staminali per un nuovo trattamento delle fistole perianali complesse e delle fistole nei pazienti con morbo di Crohn. L’intervento è stato eseguito in diretta nel corso del Congresso SICCR (Società Italiana di Chirurgia Colo-Rettale), tenutosi presso l’Università degli Studi di Palermo su un paziente di 46 anni, che dal luglio 2022 soffriva di continue secrezioni da una fistola perianale transfinterica complessa, già operato quattro volte per la risoluzione della stessa senza successo. Le cellule staminali vengono ottenute da un processo di aspirazione e frammentazione dell’adipe addominale e vengono reiniettate nel tragitto fistoloso, senza andare ad intaccare l’anatomia dei muscoli dell’ano e quindi preservando la continenza. L’intervento è stato presentato dalla dottoressa Roberta Tutino, chirurga della Chirurgia generale e d’urgenza ospedaliera dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretta dal dottor Mauro Santarelli). Le fistole rappresentano l’evoluzione del 50% circa degli ascessi anali, malattia che frequentemente colpisce la popolazione. La cura delle fistole complesse può richiedere, come in questo caso, multipli interventi chirurgici che possono portare a percentuali di incontinenza fino al 30% dei casi. Tutte le tecniche che non vanno ad intaccare minimamente i muscoli hanno delle percentuali di cura che non raggiungono l’80% e pertanto le recidive di malattia sono frequenti. Non vi è ad oggi una cura definitiva e le fistole anali sono considerate patologia orfana (senza una cura) dalla European Medicine Agency. La tecnica utilizza cellule staminali eterologhe o autologhe, ovvero ottenute direttamente dal paziente in un unico tempo operatorio che prevede l’aspirazione del grasso e la sua reiniezione nel tragitto fistoloso, come nel sopraccitato caso. Questo trattamento da oggi può dare ai pazienti una nuova chance di cura per questa invalidante malattia.

Rotary Distretto 2031, un anno di iniziative

Rotary Distretto 2031: Un Anno di Impatto Significativo e Collaborazione Estesa
Nel Bilancio Sociale 2023/2024 presentato il 29 Giugno a Stresa, il Rotary Distretto 2031 celebra un anno di straordinarie iniziative comunitarie e di crescita significativa della collaborazione tra i suoi membri. Con un aumento sostanziale nelle ore di volontariato a livello globale, il distretto segna un impegno continuo per il servizio e l’impatto comunitario.
Anche quest’anno, il Distretto 2031 ha contributo al valore di oltre 47 milioni di ore di volontariato su base globale, dimostrando il potere del lavoro di squadra tra i 76 club e i 2.607 soci, inclusi 179 soci onorari che ne fanno parte. Il distretto si è distinto non solo per il numero di soci, ma anche per la vitalità dei suoi membri più giovani, con il Rotaract Club Torino Crocetta e il Rotary Club Torino Lagrange che evidenziano il dinamismo e la passione dei volontari.
Tra le iniziative di spicco:
• Global GRANT: Un budget iniziale di 70.000 € ha permesso di reintegrare 90 giovani NEET (Not in Education, Employment, or Training), con un effetto volano che ha stimolato ulteriori 100.000 euro di finanziamenti da parte della Regione Piemonte.
• Progetto A.P.I.N del Rotaract Distretto 2031: Raccolti 45.000 euro per l’acquisto di macchinari all’avanguardia per combattere il tumore al pancreas, dimostrando l’importanza della ricerca medica supportata dalla comunità.
Il Governatore del Distretto, Roberto Lucarelli, afferma: “Siamo profondamente orgogliosi delle realizzazioni di quest’anno, che riflettono il nostro impegno costante per il servizio e l’efficacia delle nostre azioni. Ogni nuovo progetto e ogni ora di volontariato contribuisce a una rete di supporto che si estende ben oltre i nostri confini locali.”
Il Professor Paolo Biancone, Ordinario di Economia Aziendale presso l’Università di Torino e coordinatore scientifico del bilancio sociale, spiega: “Il processo di bilancio sociale per il Rotary Distretto 2031 è fondamentale per trasparenza e accountability. Attraverso questo strumento, dimostriamo concretamente il valore aggiunto generato dalle numerose attività effettuate, rafforzando il legame tra gli obiettivi di sostenibilità e le azioni quotidiane dei nostri club, il tutto nell’immediato della chiusura delle attività annuali.”
Per maggiori informazioni, visitate:
https://drive.google.com/file/d/1uI3fuvs5eE4fSVYMQ3exn6qDEsLJWtmT/view?usp=drive_link
Per ulteriori informazioni, contattare: Paolo Pietro Biancone, Ordinario di Economia Aziendale dell’Università di Torino 3355479944 referente scientifico del Bilancio Sociale Rotary Distretto 2031

I templari e i vampiri dei Balcani nel castello della Rotta

Non solo templari e fantasmi di cavalieri morti in battaglia, leggende e suggestioni, ma molto di più.

Il castello medievale della Rotta a Moncalieri non finisce di stupire, più passa il tempo e più si infittiscono i misteri che lo circondano. Nuovi studi rilanciano la storia di questo maniero che ci porta anche molto lontano, nelle fredde terre ungheresi e in quelle dei principi di Valacchia e di Transilvania, i famosi Vlad Dracul. Da Moncalieri alla Romania. Abbiamo già scritto su questo castello ricordando storie e favole che volteggiano sullo stato fatiscente dell’edificio nei pressi di Moncalieri che rimanda alla storia dei Templari e poi a quella dei cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. D’altronde, tra le ipotesi che circolano sull’origine del nome stesso di Moncalieri c’è proprio quella che ritiene che derivi da Monte dei Cavalieri, perché l’antico ponte sul Po fu prima dei Templari e poi dei cavalieri di San Giovanni. Ma ora le vicende della Rotta si arricchiscono di nuovi capitoli grazie alle ricerche di Francesco Lorusso Léon, studioso di storia, archeologia ed esoterismo. Dopo aver scoperto un cunicolo nei pressi del castello, nascosto dalla vegetazione, che potrebbe risalire al medioevo templare, lo storico e artista sostiene che nel maniero sono passati i Cavalieri dell’Ordine del Drago e forse perfino Leonardo da Vinci. L’attenzione dello studioso si è concentrata sul proprietario del castello, Giorgio di Valperga, Gran Priore gerosolimitano, conte di Mazzè, nato nel 1371. Dopo anni di ricerche Lorusso Léon afferma con certezza che Giorgio di Valperga faceva parte dell’Ordine del Drago perché lavorava per Sigismondo di Lussemburgo, fondatore dell’Ordine del Drago, nato per contrastare l’avanzata del sultano ottomano nei Balcani. Era quindi al servizio di Sigismondo di Lussemburgo, re d’Ungheria e imperatore del Sacro Romano Impero, sconfitto in modo disastroso dai Turchi nella battaglia di Nicopoli nel 1396. Per ordine del sovrano il Valperga svolse vari incarichi tra cui quello di presidiare la frontiera con la Valacchia. Forse combatté gli Ottomani a fianco dei principi “vampiri” di Valacchia e Transilvania, i Vlad Dracul, che difendevano l’Europa dall’invasione ottomana, e che avrebbe poi ospitato proprio al castello. Morì sul campo di battaglia contro i turchi nel 1429. Ma la storia della Rotta continua. Dopo la morte del conte di Valperga i suoi successori ingrandirono il castello e alla fine del Quattrocento arrivò Ludovico il Moro, reggente del Ducato di Milano, e le gallerie sotto la residenza, sempre secondo le ricerche di Lorusso, sarebbero state probabilmente progettate da Leonardo da Vinci che in quegli anni lavorava per il suo signore, Ludovico il Moro.
Filippo Re
Nelle foto, Castello della Rotta, Francesco Lorusso Léon, archeologo e storico, conte Giorgio di Valperga

Esagitato danneggia vetrine in corso Vinzaglio, fermato dalla polizia

Nel pomeriggio di oggi in corso Vinzaglio all’angolo con corso Vittorio Emanuele a Torino un uomo visibilmente alterato, forse un senzatetto straniero, ha iniziato a colpire le vetrine dei negozi danneggiandole. Alcuni passanti hanno chiamato la polizia che è intervenuta fermando il soggetto.
(foto Fmb)

Silicon Box ha scelto Novara

Il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: “Investimenti in Italia nei chips per oltre 9 miliardi nei primi sei mesi del 2024, nessuno come noi in Europa”
Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il sindaco di Novara Alessandro Canelli: “Il Piemonte ha vinto: oggi nasce la Silicon Valley italiana, il Piemonte è sempre più attrattivo per investimenti ad alto contenuto tecnologico”

Silicon Box ha scelto Novara, in Piemonte, come sede del suo nuovo maxi-impianto produttivo per la realizzazione di chiplet integration e advanced packaging e testing foundry, il primo nel suo genere in Europa per un investimento complessivo di 3,2 miliardi di euro.

L’annuncio durante la conferenza stampa per la firma della lettera di intenti che si è svolta a Palazzo Piacentini, sede del Mimit, alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, dei co-fondatori di Silicon Box, Ceo Byung Joon (BJ) Han, Sehat Sutardja e Weili Dai, del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e del sindaco di Novara, Alessandro Canelli.

Il sito di Novara è stato selezionato dall’azienda attraverso un processo di valutazione dettagliato, con il supporto di esperti e consulenti indipendenti.

A pieno regime l’impianto potrà generare 1.600 nuovi posti di lavoro diretti, a cui si aggiungeranno quelli indiretti per la costruzione della fabbrica e per le forniture e la logistica a essa collegate. Lo stabilimento sarà costruito e gestito secondo i principi net zero europei, riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente. L’investimento è al momento ancora soggetto all’approvazione della Commissione Europea.

Il sito contribuirà a soddisfare la domanda di assemblaggio di semiconduttori, principalmente nel mercato europeo, per abilitare nuove tecnologie come applicazioni di nuova generazione nel campo dell’intelligenza artificiale, calcolo ad alte prestazioni e componenti per veicoli elettrici.

“L’annuncio di oggi – ha sottolineato Urso – conferma validità del nostro piano strategico sulla microelettronica: è in atto un effetto volano degli investimenti sui chip in Italia. Silicon Box è davvero un caso modello, un unicum nel panorama internazionale, sarà il primo impianto di produzione di chiplet in Europa. Un partner industriale che ci farà crescere nel settore dell’alta tecnologia e che ci permetterà di aumentare le capacità di design e nel know how”.

Urso ha poi aggiunto che “dall’inizio del 2024, se sommiamo l’investimento di Silicon Box a quello di STMicroelectronics e altri più contenuti da parte di aziende straniere in Italia – oltre all’assegnazione della linea pilota sui materiali ad alta resistenza che la Commissione europea ha voluto realizzare nella Etna Valley in Sicilia – arriviamo a un ammontare complessivo di oltre 9 miliardi di euro sulla microelettronica nel nostro Paese. Un dato, solo nei primi sei mesi dell’anno, non riscontrabile in nessun altro Paese europeo”.

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha ribadito nel corso dell’incontro l’importanza dei risultati raggiunti in questi anni alla guida della Regione: “Il mio primo mandato da presidente del Piemonte si è concluso con l’importante risultato del secondo modello di auto a Mirafiori a Torino e il secondo si apre con il coronamento di un lavoro che ci impegnato negli ultimi mesi, con il governo, il Comune di Novara e Silicon Box per un investimento straordinario, da oltre 3 miliardi di euro, che approda in Piemonte con oltre 1600 posti di lavoro in un settore, quello dei chip e dei semiconduttori, che rappresenta il futuro della manifattura e che si aggiunge a altri investimenti annunciati nelle scorse settimane a conferma di quanto sia strategica la scelta del governo italiano di insediare in Piemonte e a Torino la sede della Fondazione per l’intelligenza artificiale”.

Poi Cirio ha proseguito: “L’investimento di Silicon Box rappresenta per noi un risultato straordinario, dimostra che investire in Piemonte è conveniente e conferma l’attrattività crescente del nostro territorio che ha battuto la competizione di regioni come la Lombardia e il Veneto che per anni sono state il locomotore del Nord a cui oggi si aggiunge a pieno titolo anche il Piemonte grazie al grande lavoro di questi anni e al fatto che, con Tav e Terzo Valico, che vanno a completamento nei prossimi anni, proprio in questo territorio si incroceranno le grandi direttrici europee di mobilità e di scambio delle merci. Ci abbiamo lavorato tanto, ci abbiamo creduto, abbiamo investito tempo, rapporti e risorse. Questo è il primo passo della Silicon Valley in Italia ed è un’occasione unica che rende il nostro Piemonte sempre più centrale in Italia e in Europa”.

“Un grande risultato per la nostra città – ha dichiarato in conferenza stampa il sindaco di Novara Alessandro Canelli. L’arrivo di Silicon Box a Novara costituisce un investimento strategico epocale non solo per Novara e per il Piemonte ma per l’Italia tutta. Da 10 mesi a questa parte abbiamo lavorato per costruire un dossier di candidatura che ha consentito di portare in città questo insediamento che di fatto dà inizio ad un cambio di paradigma sullo sviluppo futuro della città di Novara e del nord est del Piemonte con la nascita di un hub della scienza e della tecnologia e di un distretto dell’innovazione per il quale la nuova produzione per i semiconduttori sarà centrale e il cui ruolo includerà lo svolgimento di compiti aggiuntivi relativi all’ambiente tecnologico, territoriale ed economico che la nuova fabbrica andrà a creare intorno ad essa. Mission che porterà anche a nuove opportunità di collaborazione con le università italiane ed enti di ricerca europei. Un intervento che prevede anche un importante rigenerazione urbana di aree industriali dismesse e degradate nel tessuto urbano. Inoltre, il progetto avrà un impatto rilevantissimo sul piano dell’occupazione, certamente, ma anche e soprattutto sul piano economico e formativo.

Il sindaco ha poi sottolineato come “Novara non è stata scelta a caso: la posizione strategica del nostro territorio è senz’altro stata essenziale nella decisione finale, ma gli investitori hanno visto molto di più nella nostra città. Hanno visto un tessuto produttivo florido, un’Università dove arrivano studenti da tutta Europa, hanno visto la presenza di scuole tecniche già altamente specializzate. Silicon Box non sarà dunque solo un parco tecnologico, ma una realtà dove verrà fatta formazione e che si impegnerà a creare un ecosistema della filiera dei semiconduttori e che aiuterà la nostra città’ ad avviare ulteriori progetti di riqualificazione e rigenerazione”.

L’investimento di Silicon Box si inserisce a pieno titolo nella strategia europea segnata dal Chips Act – che punta a raddoppiare la quota di mercato globale dell’Ue nel settore dei semiconduttori entro il 2030, dal 10 ad almeno il 20% – e nella strategia italiana per la microelettronica, che stanzia 4 miliardi per attrarre in Italia grandi investimenti e punta a irrobustire la ricerca industriale avanzata.

L’arrivo della multinazionale di Singapore a Novara rappresenta il secondo grande investimento in Italia nel settore della microelettronica in poche settimane, dopo quello da 5 miliardi annunciato a fine maggio da parte di STMicroelectronics per la costruzione di un nuovo impianto a Catania per la produzione in grandi volumi di carburo di silicio (SiC) da 200 mm per dispositivi e moduli di potenza, nonché per attività di test e packaging.

Maltempo, protezione civile al lavoro: alcune frazioni isolate

IL PRESIDENTE CIRIO GIÀ IN CONTATTO CON IL DIPARTIMENTO NAZIONALE: «PRONTI A CHIEDERE LO STATO DI EMERGENZA»

Da ieri sera sono al lavoro gli uomini della protezione civile del piemonte  guidati dal responsabile del settore Franco De Giglio per seguire l’andamento della perturbazione e coordinare gli interventi della Protezione civile in stretto raccordo con le Prefetture di Torino e del vco.

«Da ieri sera sono personalmente in contatto con i sindaci delle zone colpite: abbiamo monitorato per tutta la serata e nella notte l’andamento della perturbazione che ha colpito alcune zone del Piemonte – dichiara il presidente della Regione Alberto Cirio – I danni più seri si sono registrati sul fronte del Gran Paradiso, nel Canavese, nelle valli Orco e di Lanzo e nella zona di Macugnaga. La Sala regionale è operativa e i nostri tecnici sono al lavoro e stanno raggiungendo le zone colpite per una prima conta dei danni e per individuare con i Comuni i primi urgenti interventi di ripristino. Sono in contatto con la Regione Valle d’Aosta e questa mattina ho sentito al telefono il Capo dipartimento della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, per la richiesta dello stato d’emergenza».

La Protezione civile regionale rende noto che le situazioni particolarmente significative hanno interessato nella nottata la Valle Orco e la Valle Soana. I volontari sono stati sul posto e hanno supportato le amministrazioni coinvolte dall’evento.
A Chialamberto ci sono tre frazioni isolate ed è stata disposta l’evacuazione in via precauzionale di due condomini per un totale di circa 20 persone, ospitate presso i locali allestiti nella palestra comunale con il supporto dei volontari.
Tra Noasca e Locana c’è una frana che impedisce la circolazione sulla statale 460 per Ceresole Reale: la Città metropolitana inizierà questa mattina le operazioni di rimozione. I vigili del fuoco hanno evacuato a piedi, oltre la frana, 35 persone che erano in un ristorante a cena e che hanno trascorso la notte in un centro allestito a Locana. Da segnalare intervento dei vigili del fuoco di Torino effettuato stanotte tra Montanaro e San Benigno Canavese per il salvataggio di due adulti e di una neonata di 3 mesi bloccati in auto per l’innalzamento dell’acqua del torrente Orco.
Durante la notte è stato monitorato anche il territorio del nodo idraulico di Ivrea, in quanto si è verificato un significativo innalzamento dei livelli della DoraBaltea, che in Valle d’Aosta in alcune stazioni hanno superato il livello di pericolo/rosso. La piena in Piemonte è passata nella notte con livelli contenuti entro quello di guardia.
Situazione critica anche a Macugnaga. E’ esondato un torrente che attraversa il paese e ha allagato la strada che porta al centro, impedendo l’accesso a livello della località Staffa. Stanno operando squadre dei Vigili del fuoco, del Soccorso alpino ed i volontari del Coordinamento regionale. Manca l’energia elettrica a circa 1500 utenze, per le quali la centrale operativa di Enel ha disposto l’invio di personale per consentire il ripristino del servizio, che si presenta complicato per l’allargamento di alcune cabine. Al momento ne sono state ripristinate circa 500.

(Facebook Regione Piemonte)

Rock Jazz e dintorni a Torino: Willie Peyote e Nada

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al parco della Tesoriera per “Evergreen Fest”, suona il Cettina Donato Trio.

Mercoledì. A Santa Pelagia con “Paganini Rock…and others stories” il Gnu Quartet rende omaggio a Niccolò Paganini. Per “Evergreen Fest” alla Tesoriera, va in scena  “Love songs in the  dark” , concerto al buio fra musica classica e canzoni dal mondo. Per ImpattoZero Festival all’Arena Manin, tributo a Burt Bacharach da parte di un sestetto jazz . All’Osteria Rabezzana si esibisce Lil Darling in trio per un tributo a Duke Ellington. Per Il Flowers Festival a Collegno, si esibisce Venerus.

Giovedì. Allo Spazio 211 suonano i Bdrmm. Ad inaugurare la rassegna estiva del teatro Concordia di Venaria arriva Nada in duo. Per “Evergreen Fest “ alla Tesoriera tributo a Fred Buscaglione a cura dei Noi Duri 2.0. Per il “Flowers Festival” a Collegno, si esibisce Willie Peyote preceduto da Rose Villain.

Sabato. Al Parco Dora anteprima del Kappa FuturFestival con i danesi WHOMADEWHO.

Domenica. Per “Evergreenfest” alla Tesoriera suona la Distilleria Manouche con un programma Swing e Jazz anni 30 & 40.

Pier Luigi Fuggetta

Frane, smottamenti e grandinate: danni per il maltempo

Danni per il maltempo che si è abbattuto ieri sul Torinese, soprattutto in Canavese,  e sul VCO. Si sono registrate raffiche di vento da cento chilometri orari e grandinate che hanno danneggiato numerose automobili. In alcuni corsi d’acqua si sono verificate esondazioni. Segnalate frane e allagamenti. A Busano è stato scoperchiato  il tetto di una villa. Chicchi di grandine da duecento grammi sono caduti in particolare a Forno, Cuorgnè e Valperga.

Torino Fashion Week alla nona edizione a Green Pea

L’ormai consolidato appuntamento torinese con la moda emergente

E’ stato un inizio eccellente quello della nona edizione della Torino Fashion Week, la manifestazione nata nel 2016 da Claudio Azzolini suo fondatore e presidente TModa – TFW, diventata negli anni occasione imperdibile a livello anche internazionale per far conoscere e valorizzare i giovani stilisti, i marchi emergenti, i fashion designers che presentano qui le loro creazioni, che trovano un aiuto nella loro crescita aumentando l’offerta con nuove proposte di sviluppo settoriale in un’ottica che guarda al talento.

Già dalla sua prima edizione si continua a puntare alla valorizzazione delle piccole e medie imprese del settore, tessuto sociale di grande importanza nell’ambito piemontese e nazionale. Una settimana questa all’insegna della moda, oltreché un evento culturale innovativo, organizzata con il sostegno della Camera di Commercio torinese da Federmoda Torino CNA, con un occhio sempre attento alle realtà emergenti del mondo dell’artigianato. Un evento che è anche un’ importante vetrina offerta alle piccole realtà imprenditoriali e che ha per obbiettivo quello di puntare all’innovazione, alla creatività del Made in Italy emergente sostenendolo ed offrendo imperdibili opportunità per conoscere e farsi conoscere, per espandere le proprie esperienze e competenze creando nuove sinergie e nuovi spunti nella comune ricerca dell’eccellenza. Dal 27 Giugno la settimana delle sfilate torinesi è ospitata, come per ogni edizione, in una location di prestigio del capoluogo piemontese che, va ricordato, fu capitale indiscussa per gran parte del 900 della moda italiana la cui forza ha preso linfa dall’eccellenza artigiana, dall’originalità innovativa, dall’attenzione ai dettagli, dalla curatissima sartorialità che la rese testimone di un’epoca, polo di riferimento sicuro nel nascente panorama internazionale.

Dopo Palazzo Madama nel cuore della Torino storica, dopo Villa Sassi ai piedi della bella collina torinese, per questa edizione è stato scelto il tempio della eco sostenibilità locale, Green Pea al Lingotto, un’ importante realizzazione green dove ognuno dei suoi cinque piani parla di rispetto ambientale e sociale offrendo spazio ad aziende che da tempo hanno scelto il pensiero green per produzioni ecocompatibili  in armonia con la natura. Quindi anche il mondo della moda  quest’anno si intreccia con i temi del green visto come motivo di ricerca anche in questo vasto settore partendo dai materiali in continua evoluzione verso una moda  che tenga conto anche dell’impatto ambientale, sociale ed economico del settore dell’abbigliamento indirizzato ad una produzione sempre più sostenibile. Giornate intense quindi in questo contesto che parla di creatività e di innovazione e che ben incontra lo spirito che anima queste giornate dedicate alla moda emergente.

Al terzo piano, al The Place, dove l’inserimento di piante ed alberi è diventato materiale architettonico, hanno aperto la manifestazione le due sfilate in programma, quella dedicata agli Istituti di moda torinesi seguita da quella che ha visto in passerella gli stilisti emergenti con le loro creazioni di capi eco sostenibili, per concludersi con un concerto di sapore jazz del Just Quartet. Tutti brand emergenti con proposte interessanti che riportano alla mente una frase dello stilista statunitense Ralph Lauren : ” Io non disegno abiti, disegno sogni “. Da Marzia Boaglio che ama definirsi Story Art Designer, alle stoffe floreali di Solo Rose, alla ricerca di preziosismi nelle candide stoffe di Taty Infinity, agli abiti da sposa e da cerimonia di Levan, a quelli sartoriali di Jewelìe con la missione di portare luce e colore anche con materiali provenienti da scarti tessili sino alle creazioni fantasiose ed uniche di Soho Upcycling, la stilista torinese le cui creazioni prendono origine da materiali tratti dal riuso. Sempre presente il riuso anche nelle creazioni di Claudia Giuffrè mentre Carmen Miucci si è prefissa di trasformare ogni abito in un’opera d’arte individuale. A proseguire con la bolzanese Marina Doibani e le sue creazioni gioiello nate da lavorazioni a mano per impreziosire la donna che le indossa. In passerella il marchio West Rose di Orbassano con la sua linea di abiti fashion da lavoro sino a giungere al brand emergente An-Joy, che ben si sposa con il tema di questa edizione e che deve la sua nascita a Joyce Canova di San Mauro Torinese, di origini indiane, con la collaborazione del noto stilista torinese Maurizio Stancanelli.

 

E’ colei che ha fatto del suo brand un inno alla sostenibilità, un impegno anche sociale nella sua ricerca continua verso tessuti eco sostenibili, dalle sete che riconducono all’Oriente sino alle lane artigianali italiane di alta qualità, con un’attenzione particolare a quello che la stilista ha fatto diventare il suo messaggio sociale ” Siamo tutti uguali ”, con un disegno che percorre le sue creazioni genderless. Una passerella importante ed unica quella al Green Pea che ha visto la presenza di un folto ed attento pubblico seguita da una giornata dedicata ad uno sguardo sul mondo, ai sei designers cubani oltre alla presenza di workshop ed esperienze immersive a contatto con il mondo creativo della moda che qui parla anche la lingua dell’arte e della cultura.

I tempi cambiano, le mode passano per poi tornare rivisitate ed attuali ma il passato torinese nel campo della moda gioca pur sempre un ruolo importante come quell’avo le cui caratteristiche vincenti si ritrovano presenti nelle generazioni successive e come ebbe a dire lo stilista spagnolo Paco Rabanne : “ la moda non è un gioco o la volontà di uno stilista. E’ un momento della civiltà”.

PATRIZIA FORESTO