ilTorinese

Exposed Gam, i tanti volti della fotografia

 

 

La Gam, Galleria Civica d’arte Moderna e Contemporanea di Torino, presenta l’esposizione curata da Paola Volpato, dedicata ad alcuni fotografi che hanno saputo restituire i molteplici aspetti dell’arte e ritrarre nel senso più ampio i suoi paesaggi composti di opere e architetture, del volto degli artisti e dei loro momenti di lavoro nello studio e nel paesaggio naturale.

Grazie al sostegno di Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, la Gam ha potuto rinnovare il proprio I pegno collezionistico acquisendo 22 fotografie di Gianfranco Gorgoni, realizzate tra il 1970 e il 1974. Le foto sono dedicate alle diverse fase di realizzazione dell’opera Spiritual Jetty di Robert Smithson, di opere di Michael Haizer, oltre che di alcuni ritratti di artisti come Bruce Neuman, Dan Flavin, Agnese Martin ed Elisworth Kelly.

Le immagini di Gorgoni, la sua forza ipnotica dei suoi scatti in volo sopra lo Spiral Jetty, entrando a far parte della collezione, hanno permesso, come in un virtuoso spin off, di rileggere lo sguardo fotografico sull’arte attraverso la continua emersione di un desiderio di vertigine. Un desiderio presente fin dai primi scatti fatti dai fotografi, come Nadar, e poco più tardi Mario Gabinio, salendo su palloni aeronautici per catturare dall’alto la bellezza della loro città e accogliere all’interno della griglia prospettica la vitale deformazione della convessità del mondo e tutte le rappresentazioni del mondo in una volta sola.

La più vertiginosa immagine della storia della fotografia è uno scatto dell’immaginario di uno dei più importanti fotografi del Novecento, Luigi Ghirri, davanti a una delle prime immagini della Terra vista dalla Luna, scorgendo al suo interno tutte le immagini della sua storia artistica, una dentro l’altra, telescopicamente inabissate, graffiti, affreschi, dipinti, scritture, fotografie, libri e film-scrisse- contemporaneamente la rappresentazione del mondo e tutte le rappresentazioni del mondo in una volta sola.

Mentre Gorgoni occupa il centro dell’esposizione, in un continuo motore circolare di avvitamento nello spazio, le opere di Ghirri sono dislocate in diversi momenti, assegnando i molteplici aspetti della vertigine che la fotografia crea ponendosi in relazione con l’arte e facendosi rappresentazione delle rappresentazioni artistiche. Ogniqualvolta la fotografia colloca il proprio cavalletto di fronte all’arte, la fotografia è vertigine del doppio, perché è visione che fronteggia una visione. Non si tratta del combattimento per un’immagine, ma del raddoppiamento del suo potere, dell’abbraccio di uno sguardo che si pone di fronte allo spazio di interminati significati contenuto nell’opera d’arte e, producendo una rappresentazione, si fa infinito lui stesso.

Le opere in mostra sono tutte parte di una lunga storia collezionistica che, nel corso dei tempi, ha arricchito le opere del museo, tra i vari pezzi il dagherrotipo della Chiesa della Gran Madre di Dio realizzato da Federico Enrico Jesi nel 1839 e pezzi provenienti dall’Archivio Fotografico della Fondazione Torino Musei, da cui provengono le stampe di Mario Gabinio, prodotte tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Le raccolte della Gam si accrebbero intorno agli anni Duemila, sotto la direzione di Pier Giovanni Castagnoli e grazie ai fondi della Città di Torino, con i quali il museo poté anche commissionare un’ampia ricognizione e reinterpretazione dei valori paesistici della Città, tra cui in mostra alcuni scatti di Gabriele Basilico, Olivo Barbieri e Armin Linke. Negli stessi anni le collezioni di fotografia hanno conosciuto un’importante addizione grazie alla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT. Tra queste, in esposizione, oltre alle opere di Ghirri, numerose fotografie di Ugo Mulas, Mimmo Jodice, Aurelio Amendola e Claudio Abate.

 

Mara Martellotta

 

A Torino l’associazione Setteottobre

Lunedì 6 maggio alle ore 18, in Via Pietro Micca 15, presso l’associazione Camis De Fonseca, si terrà l’evento torinese di presentazione dell’Associazione Setteottobre. Dopo i saluti di Laura Camis De Fonseca, vi saranno i saluti del Presidente della Comunità Ebraica di Torino, Dario Disegni e del Presidente dell’Associazione Italia Israele di Torino, Giacomo Emilio Ottolenghi. Dario Peirone, Vicepresidente dell’UAII parlerà di cosa sta accadendo nelle Università italiane, per denunciare questo clima di tensione ideologica, spesso violenta, segnato dafrequenti atti di antisemitismo. La professoressa Daniela Santus, dell’Università di Torino, racconterà di come la Germania, paese drammaticamente segnato dal nazismo, stia affrontando a viso aperto il fenomeno dell’antisemitismo. Mario Barbaro, Partito Radicale, autore di un recente saggio “Non democrazia: il sistema in cui viviamo dipende solo da noi” parlerà di come difendere i valori delle democrazie liberali, oggi a rischio in tutto l’occidente democratico. Gianni Vernetti, ex politico, analista ed editorialista, affronterà la questione del futuro dei rapporti tra Israele e il mondo arabo.  Il dibattito sarà moderato da Elisabetta Boffi dell’Associazione Setteottobre e sarà concluso da Stefano Parisi Presidente dell’Associazione Setteottobre.

Sono ore tragicamente decisive per la guerra tra Israele e Hamas. Cresce l’aggressività dell’Iran contro Israele e contro tutto l’Occidente. I movimenti pro-Hamas stanno imponendo la loro agenda alle Università americane ed europee. Si assiste ad una la lenta sottomissione delle élite occidentali alla cultura dell’odio e della morte dell’Islam radicale. Questi drammatici eventi, innescati dal massacro di israeliani inermi avvenuto il 7 ottobre, ci obbligano a cercare la strada per tornare a difendere i valori della vita e del bene comune.

ASSOCIAZIONE SETTEOTTOBRE

Christian Zerbola ci racconta i retroscena dei vip

SCOPRI – TO  ALLA SCOPERTA DI TORINO

Christian Zerbola fa parte di una famosa agenzia che opera su Torino e nel resto dell’Italia per creare eventi con personaggi famosi nei più grandi centri commerciali del Bel Paese e oggi è con noi per raccontarci alcuni retroscena.

Christian di cosa si occupa la tua agenzia?

Organizziamo eventi come i Meet and Great dove il personaggio che collabora con noi presenta un suo libro o direttamente sé stesso al pubblico concedendosi a foto e autografi.
Dal 15 maggio, ad esempio, avremo con noi lo scrittore torinese Gianluca Gotto con la presentazione del suo nuovo libro. Gianluca scrive articoli e libri mentre, con moglie e figlia gira per il mondo ed è seguitissimo sui social e nel suo blog “mangia vivi viaggia” per i valori che trasmette, valori di pace e di contatto diretto con la natura utili per vivere in serenità.

Che cosa state organizzando a Torino oltre agli eventi di Gianluca Gotto?

Stiamo presentando un nuovo progetto dedicato agli Europei, un salotto con Antonio Paolino il direttore di radio Bianconera che insieme ai giornalisti delle testate più importanti del panorama torinese ed ex calciatori di Juventus e Torino faranno un talk con gli ospiti dei centri commerciali che aderiranno. Ci saranno inoltre vari momenti di intrattenimento con cibo e artisti giocolieri del pallone.

Un lavoro molto entusiasmante, ti capita di avere dei momenti dove le cose non vanno come vorresti?

Capita che le cose non vadano come previsto e in quel momento cede la terra sotto i piedi perché ho delle grandi responsabilità.
Per esempio, quando in un centro commerciale portiamo un personaggio importante e prevediamo migliaia di persone e poi per qualche motivo ne arrivano poche, fatto che mi è capitato con dei personaggi legati al mondo della cucina, seguitissimi sui social ma poi, dal vivo, nonostante la loro bravura consolidata, per motivi spesso inspiegabili, la presenza del pubblico non è stata quella attesa. In quel caso cerchiamo di spiegare l’accaduto sia al direttore del centro sia all’artista e lnsieme proviamo a capire quali soluzioni attuare per il futuro.
Il punto di forza deve essere quello di rimboccarsi le maniche capire l’errore e utilizzare il massimo dell’empatia possibile verso l’ospite. L’ospite porta un’immagine e quest’ultima deve essere sempre valorizzata al massimo. Come qualunque persona comune anche gli artisti hanno delle fragilità e non è mai piacevole vedere la platea semi vuota.

Quanto la Politica influisce in questo settore?

Come in molti settori italiani anche il nostro può avere all’interno influenze politiche, bisogna quindi sapersi districare bene negli ambienti non sempre facili e noi portiamo avanti questo lavoro da tanti anni con il massimo dell’impegno per fare del nostro meglio e con il massimo dell’onestà e della professionalità.

Il personaggio pubblico che ti ha maggiormente colpito quale è stato?

Mi è piaciuto molto collaborare con il Professor Schiettini che è partito portando le sue lezioni di fisica dai social fino alla seconda serata in Rai 2 dove ha registrato ascolti molto alti.
Schiettini ha anche portato al Teatro Alfieri di Torino 1500 persone nel suo nuovo spettacolo; egli riesce a trasmettere alla platea messaggi importanti con invidiabile semplicità perché è un personaggio vero, come è fuori dal palco è sul palco e la gente lo percepisce, ha così il grande dono di riuscire a semplificare qualunque cosa racconti, anche con argomenti difficili come avviene con la fisica.

E al femminile che personaggio ti è rimasto impresso?

Eleonora Riso di Masterchef dove il suo arrivo nel centro commerciale è stato inaspettato.
Di norma i personaggi pubblici sono seguiti da un agente e passando dal retro entrano nella direzione del centro commerciale per interviste per le televisioni locali. Lei invece è arrivata da sola passando come tutti in mezzo alle gallerie del centro questo l’ha resa ancora più vicina al pubblico che la stima sempre di più.

Cosa vorresti per il futuro?

Portare personaggi del mondo sportivo nella mia agenzia, come Andrea Presti o Alessandro Del Piero nei maggiori centri commerciali italiani. Potrebbero esserci molte novità in futuro ma sarà una sorpresa e …. un’altra storia…

NOEMI GARIANO

 

 

 

 

Ecco la video intervista:

Fear eats the soul” il messaggio della bandiera di Tiravanija

Esposta al MAO fino al primo settembre 2024

 

Sulla facciata del MAO sventola dal 2 maggio al 1 settembre 2024una bandiera bianca che non è un segno di resa o simbolo di rassegnazione, ma è una bandiera opera dell’artista di origini thailandesi Rirkit Tiravanija, nato a Buenos Aires nel 1961. Si tratta di un manifesto e di una dichiarazione di intenti che lancia un messaggio chiaro e inequivocabile. La frase “Fear eats the soul” è scritta a caratteri cubitali neri su tessuto immacolato, e invita al coraggio, la presa di posizione, alla reazione di fronte alla paralisi causata dal terrore che corrode l’anima. Rirkit Tiravanija è noto per le sue opere che coinvolgono lo spettatore, stimolando una riflessione intorno a dinamiche sociali e politiche della contemporaneità e per la sua pratica artistica che pone al centro le relazioni umane e lo scambio culturale. Egli ha fatto della bandiera un oggetto feticcio, un simbolo che ritorna con grande frequenza nella sua ricerca sin dagli anni Novanta. “Fear eats the soul” esposta al MAO dal 2 maggio al primo settembre, è ispirata al film di Rainer Werner Fassbinder “La paura mangia l’anima” del 1973 e, come altre opere dell’artista, veicola l’attenzione sulle situazioni di conflitto e di guerra, su episodi di razzismo e xenofobia, sulla mancanza dell’accettazione dell’altro e della diversità, creando un clima di paura e reciproca diffidenza.

Anche il centro della città di Torino sarà coinvolto nel progetto dell’artista. Dal 2 al 31 maggio, 14 banner, con altrettante frasi di Tiravanija, saranno esposte sotto i portici di via Po, liberamente accessibili alla cittadinanza “Freedom cannot be simulated, Less or more courage, I do not know what are we yelling about, Tomorrow is the question”. Gli stendardi invitano a porsi domande sulle questioni attuali, quali la crisi ambientale, il ruolo del lavoro nella nostra società, il conflitto fra individui, la violenza esercitata dai più forti sui più deboli e in generale sul futuro che ci attende. In un momento storico così turbolento, in cui i conflitti aprono questioni etiche fondamentali, con queste installazioni il MAO sceglie di dare un segnale che va in direzione opposta a quella delle dinamiche delle contrapposizioni duali per favorire invece il dialogo.

Sempre dal 2 maggio, anche la pinacoteca Agnelli ospita un’altra opera di Rirkit Tiravanija, l’installazione “Untitled” (Tomorrow is the question). Il progetto invita le persone a giocare a ping pong sul terrazzino sud della Pista 500. I quattro tavoli riportano la frase “Domani è la domanda” nelle lingue delle maggiori comunità diasporiche presenti a Torino, le comunità rumena, marocchina, cinese e peruviana. Il gioco diventa un’occasione per sperimentare nuove forme di socialità, sfidando il concetto di appartenenza nazionale. L’installazione di Tiravanija riattiva un progetto presentato dall’artista slovacco Julius Koller “JK Ping Pong Club”, presentato a Bratislava nel 1970, in una dichiarazione contro la svolta conservatrice in seguito alla repressione della “Primavera di Praga” nel 1968. Invitando a seguire o meno le regole del fair play del gioco, si apriva uno spazio che incoraggiava alla partecipazione le persone. Allo stesso modo Tiravanija chiede al pubblico di diventare parte attiva, ponendo le relazioni umane e l’interazione al centro del futuro.

 

Mara Martellotta

E’ il giorno della Grande Partenza del Giro d’Italia

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A Venaria Reale è giunto il giorno della Grande Partenza: la prima tappa prende  il via il 4 maggio da un palcoscenico d’eccellenza come la Reggia sabauda per terminare a Torino. Un percorso che  avrà un finale impegnativo tanto da fare uscire allo scoperto fin dall’inizio i capitani. Fortemente simbolico il passaggio a Superga a 75 anni  dal disastro aereo che costò la vita ai campionissimi, gli “immortali” del Grande Torino, che verrà celebrato sul colletto della Maglia Rosa.

Dopo la tappa Venaria Reale-Torino si terranno  la San Francesco al Campo-Santuario di Oropa (5 maggio), la Novara-Fossano (6 maggio) e la Acqui Terme-Andora (7 maggio).

Moltissimi gli eventi che si terranno in tutti i 115 Comuni piemontesi inseriti lungo il percorso della Grande Partenza daranno il benvenuto al Giro d’Italia con feste di piazza, concerti, mostre, incontri con i campioni del ciclismo, appuntamenti enogastronomici, giochi per bambini, solidarietà, coreografie, pedalate.

Torino da settimane si è già vestita di rosa con un ricco calendario di appuntamenti. Già da aprile le biblioteche civiche hanno ospitato  incontri con giornalisti sportivi per presentare  i loro libri dedicati al mondo del ciclismo o a grandi ciclisti, mentre i portici hanno accolto mostre fotografiche a tema ciclismo. In programma anche pedalate per cicloamatori ed eventi per promuovere l’utilizzo della bicicletta.

Venaria Reale si è iniziato il 5 aprile con “la Città si veste di Rosa” per proseguire con numerose iniziative che culmineranno il 3 maggio con la Notte rosa, mentre sulla facciata della scuola elementare De Amicis campeggia il conto alla rovescia che segna il crescere dell’attesa.

San Francesco al Campo  molto significativo è il luogo scelto per la partenza della tappa: il Velodromo Francone, sede del Centro federale di avviamento alla pista. I protagonisti saranno gli alunni delle scuole, già autori del logo dell’evento, affiancati nell’occasione dalle associazioni di San Francesco e dei Comuni vicini.

Biella il calendario di appuntamenti collegati al Giro si è aperto il 21 aprile con la gara internazionale dell’Ucab 1925, valida come 28° Giro della provincia di Biella e 82° Trofeo Torino-Biella. Il 27 aprile sono giunti in città “Quelli che aspettano il Giro d’Italia” con l’inaugurazione dell’area selfie presso la vetrina dell’Informagiovani di Biella e l’esposizione della bicicletta originale di Marco Pantani. A lui sarà dedicato anche il villaggio allestito  dal 3 maggio, con la mostra di tutte le bici del Pirata.

Sport, cultura e comunità sono le parole chiave che guidano le iniziative a Novara, come competizioni sportive, conferenze, una pedalata turistica in divise d’epoca, le vetrine in rosa, i menù a tema e la “mostra fotografica sospesa” in piazza delle Erbe e lungo i portici del centro. Piazza Martiri, sede della partenza di tappa, ha ospitato per tutto il mese di aprile una serie di suggestive proiezioni luminose e al complesso monumentale del Broletto sarà realizzata un’installazione floreale che avrà per protagonista il Veloplus, una bici pensata per le esigenze delle persone con disabilità che promuove solidarietà e inclusione.

Fossano ha celebrato i 31 anni dall’ultimo arrivo di tappa del Giro con numerosi eventi che spaziano dalla musica, con i concerti in rosa resi unici dalla presenza dei campioni del passato, alla pedalata con i bambini e Claudio Chiappucci, dai dibattiti a tema, che il 15 aprile hanno portato in città l’ultimo italiano ad aver vinto il Tour de France, Vincenzo Nibali, a gare amatoriali per i giovani. Infine le  tanto apprezzate vetrine in rosa, oltre a una grande festa finale: la Notte rosa con dj set e aperitivi.

Anche ad Acqui Terme, grazie alla collaborazione tra amministrazione comunale, associazioni di categoria e società ciclistiche, l’attesa è stata scandita da un ricco programma di appuntamenti. Il filo conduttore sarà il rosa, che ha colorato  i monumenti simbolo e le vie del centro. Proposti spettacoli, incontri con ex campioni, appuntamenti benefici, iniziative dedicate alla salute, degustazioni, biciclettate per famiglie, raduni di mountain bike, sfilate di moda, oltre a proposte commerciali dedicate e tanta musica. Momento clou il 4 maggio con “Acqui Terme in rosa”.

 

Treni Torino – Bardonecchia, modifiche alla circolazione

Interventi di manutenzione a cura di Rete Ferroviaria Italiana, società capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS, sulla linea Torino-Bardonecchia.

Le attività di cantiere si concentreranno tra Salbertrand e Bardonecchia, dove si procederà a impermeabilizzare il ponte “15 Archi”.

  • Dal 5 al 19 maggio
  • tratta Salbertrand-Bardonecchia

 Modifiche alla circolazione dei treni del Regionale per interventi di manutenzione lungo la linea Torino-Bardonecchia da domenica 5 a domenica 19 maggio.

Prevista una riprogrammazione del servizio, con corse bus tra Salbertrand e Bardonecchia, modifiche degli orari, con possibile aumento dei tempi di percorrenza, in relazione anche al traffico stradale. Si consiglia pertanto di valutare la ripianificazione del proprio viaggio.

Sui bus non è ammesso il trasporto bici e non è ammesso il trasporto di animali ad eccezione dei cani guida.

I canali di acquisto di Trenitalia sono aggiornati con il nuovo programma della circolazione.

Informazioni di dettaglio sono disponibili su www.trenitalia.com (sezione Infomobilità, alla pagina Lavori e Modifiche al servizio) e tramite Smart Caring su App di Trenitalia, attivo il call center gratuito 800 89 20 21.

 

Turin CTO & CHIP, congresso internazionale sulla cardiologia interventistica

 

Diretto da Maria Pia Hospital, in collaborazione con l’Ospedale Maria Vittoria dell’ASL Città di Torino, il convegno propone interventi live da tutto il mondo, numerosi simposi e letture magistrali tenute dai più grandi esperti mondiali di cardiologia interventistica. Anche quest’anno grande rilevanza avranno le sessioni Next Gen, dedicate alla formazione e al tutoraggio dei giovani cardiologi

Torino, maggio 2024 – Lunedì 6 e martedì 7 maggio 2024 torna l’appuntamento con il  Turin CTO & CHIP, congresso internazionale diretto da Maria Pia Hospital, in collaborazione con l’Ospedale Maria Vittoria dell’ASL Città di Torino che vede la partecipazione dei massimi esperti mondiali della cardiologia interventistica chiamati a raccolta presso il Centro Congressi Lingotto di Torino. L’evento, giunto alla sua terza edizione, è considerato un punto di riferimento nell’ambito del trattamento della malattia coronarica complessa che costituisce la prima causa di morte al mondo, con particolare attenzione ad interventi in pazienti con occlusioni coronariche croniche (CTO), e alle più innovative tecniche nella cura dei pazienti complessi ad alto rischio con indicazione clinica all’intervento coronarico (CHIP – Complex higher-risk and indicated patients), ritenuti fino a poco tempo fa inoperabili.

L’evento, al quale sono attesi oltre 400 cardiologi interventisti provenienti da 32 nazioni, raccoglie le best practice nel trattamento di queste patologie, al fine dicondividere conoscenze e competenze e di formare giovani specialisti in grado di prendere in carico questi pazienti complessi e ad alto rischio e gestirli nel modo corretto ottenendo una rivascolarizzazione completa e assicurando così una prognosi e una qualità di vita migliori.

“Sono 150mila le angioplastiche coronariche effettuate ogni anno in Italia, secondo i dati GISE (Società Italiana di Cardiologia Interventistica). Tuttavia, in molti Centri i pazienti con patologia coronarica grave ancora oggi non vengono trattati perché considerati troppo a rischio oppure vengono trattati senza successo – commenta il dott. Roberto Garbo, direttore del programma CTO e Angioplastiche coronariche complesse presso Maria Pia Hospital di Torino, Ospedale di Alta Specialità di GVM Care & Research accreditato con il SSN, e direttore del Turin CTO & CHIP insieme al dott. Andrea Gagnor, responsabile del Laboratorio di Emodinamica dell’Ospedale Maria Vittoria dell’ASL Città di Torino -. Ma la cardiologia interventistica negli ultimi 15 anni ha fatto passi da gigante: il livello di competenza ed esperienza dei Centri specializzati, come Maria Pia Hospital, ci consente oggi di gestire questi pazienti con esiti estremamente soddisfacenti, grazie a tecniche all’avanguardia e altamente performanti, a un’organizzazione e pianificazione minuziose dell’intervento e all’ausilio delle più moderne strumentazioni e tecnologie. Condividere questo patrimonio di conoscenze e know how è fondamentale per diffondere le buone pratiche. Eventi come il CTO & CHIP hanno esattamente questo scopo: formare giovani in grado di gestire interventi ad alta complessità prevenendo e gestendo ogni possibile complicazione”.

Nella due giorni torinese specialisti provenienti da Europa, Medio Oriente, Stati Uniti, Canada e Giappone potranno seguire un fitto programma che alterna sessioni dal vivo, caratteristica peculiare del Turin CTO & CHIP, con 13 casi dal vivo (live course) di interventi su pazienti con occlusioni coronariche croniche e coronaropatia complessa con approccio anterogrado e retrogrado eseguiti dai migliori specialisti mondiali  del settore, di cui 5 eseguiti e trasmessi dal Laboratorio di Emodinamica di Maria Pia Hospital, capofila dell’evento insieme a Ospedale Maria Vittoria di Torino dell’ASL Città di Torino, che ne eseguirà 4. Un intervento live sarà effettuato in collegamento dal Sudamerica per la prima volta nella storia del CTO & CHIP, e precisamente da Pereira in Colombia, uno da Sharjah negli Emirati Arabi Uniti, uno da Basilea in Svizzera e uno da Bad Oeynhausen in Germania.

Alle sessioni live si alterneranno simposi dedicati ai più moderni e performanti device impiegati nella rivascolarizzazione del paziente, ai nuovi materiali che verranno presentati in anteprima mondiale e all’importanza dell’imaging intracoronarico nella riduzione del tasso di complicanze e mortalità dei pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica, e 20 letture magistrali tenute dai più grandi esperti al mondo su argomenti attuali quali l’andamento delle lesioni calcifiche più complesse da trattare.

“Il miglioramento delle tecniche e dei materiali a disposizione ha permesso di passare da un tasso di successo dell’Angioplastica Coronarica Percutanea Transluminale (PTCA) di circa il 50% dei primi anni 2000 all’attuale 90% o più, che si può ottenere grazie a operatori esperti adeguatamente formati”, sottolinea il dott. Gagnor.

Presso l’Educational Village verranno presentati da medici da tutto il mondo le 25 migliori case history e al termine del Congresso verrà premiata la più interessante.

Di rilievo sarà poi la sessione live Next Gen, che vedrà giovani cardiologi interventisti molto promettenti, impegnati in interventi di disostruzione per via retrograda di un’occlusione coronarica, guidati dal dott. Garbo e dal dott. Gagnor, a beneficio degli specialisti presenti nella sala congressi e a dimostrazione che, se correttamente formato e attraverso un’attività di tutoraggio attenta, anche un giovane può essere in grado di eseguire correttamente interventi complessi.

“Questo tipo di interventi ha un aumentato rischio di complicanze e ciò può impattare enormemente sull’esito della procedura e sull’incidenza della mortalità – spiega il dott. Garbo -. Le occasioni di training sono fondamentali perché forniscono ai giovani cardiologi interventisti gli strumenti necessari per gestire in maniera ottimale i casi complessi attraverso una pianificazione accurata dell’intervento, una perfetta organizzazione del team di lavoro e una spiccata flessibilità nella gestione di eventuali imprevisti che consenta di decidere rapidamente come intervenire in maniera ottimale in ogni situazione”.

Hai messo la maglia di lana?

Un Ministro, alcuni anni fa, descrisse i giovani italiani come “choosy”, che letteralmente significa esigenti, pretenziosi.

Escludendo che ciò dipenda dall’aria, dal cibo o dalla latitudine, non resta che trovare la causa di questa anomalia tipicamente nostrana nell’educazione impartita dai genitori.

Ho avuto modo, in diversi articoli, di trattare l’argomento e posso dire che questa è solo la punta dell’iceberg, di un iceberg ben più grande che si manifesta in diversi modi, tutti dannosi per sé stessi, prima che per gli altri.

Nei miei viaggi ho osservato spesso il comportamento delle mamme (i padri sono troppo spesso assenti, anche se fisicamente accanto) nei confronti dei loro pargoli: senza sentirle parlare, senza studiarne le caratteristiche fisiche, non ottima probabilità riusciamo a individuare la nazionalità (e non mi riferisco a quella acquisita o ottenuta per ius soli) di una mamma solo osservandone il comportamento.

I bimbi italiani sono i più rumorosi ed indisciplinati: le mamme, per risparmiare sulle baby sitter, delegano allo smartphone il compito di intrattenere i figli mentre si è a tavola, mentre ci sono invitati, mentre si è in viaggio, magari su un bus turistico.

Va da sé che, al di là del fastidio che possono recare alle altre persone, questi futuri uomini (e donne, ovviamente) cresceranno senza avere idea di cosa siano i doveri, la disciplina, il rispetto altrui, insomma di cosa sia l’educazione in toto.

Ma c’è un problema ancora peggiore: il mammismo. Il servizio di leva, ora sospeso su decisione di due Governi tra i più dannosi, aveva tra gi altri vantaggi quello di obbligare i fanciulli ad allontanarsi da casa (in realtà negli ultimi tempi le distanze erano per prassi ridotte) e cominciare a camminare con le proprie gambe.

Non era raro, infatti, vedere ragazzi che nelle prime settimane di naja digiunavano perché il cibo non era come “quello che mi prepara la mamma”, o che non avevano nessuno che dicesse come vestirsi, che li avvisasse delle temperature pericolose, e così via.

La sospensione della leva, discutibile anche sotto l’aspetto difensivo, ha sicuramente tolto a certi giovani un mezzo di sviluppo e crescita psicologica che ora grava tutto sui genitori, spesso incapaci e incompetenti a esercitare tale ruolo.

Più volte ho ripetuto che i genitori devono fare i genitori, non gli amici né, tantomeno, i complici: dare sempre ragione ai figli significa solamente creare persone impreparate ad affrontare i problemi che, inevitabilmente, prima o poi incontreranno perché non sono stati abituati a decidere con la propria testa, a sbagliare, a risolvere ed a fare tesoro degli errori.

Ritornando ai viaggi, le mamme straniere, e non mi riferisco solo al nord Europa ma anche intorno al Belpaese, sono molto meno apprensive delle nostre: non hanno mille paure inevitabilmente trasmesse ai figli, non coccolano i figli più di quanto sia necessario per uno sviluppo corretto dell’affettività, non si preoccupano quando i figli hanno già l’età per decidere ed assumersi il rischio di una scelta sbagliata e, soprattutto, non entrano in conflitto con l’altro genitore portando così i figli a legarsi maggiormente con chi prende le loro difese, a danno di chi invece li rimprovera.

Ho visto mamme accompagnare i figli di 28-30 anni al colloquio di lavoro e, per fortuna dell’umanità, essere invitate ad attendere fuori dalla stanza; confrontandomi con amici e colleghi di altri Paesi mi sono vergognato di appartenere ad un Paese così sottosviluppato, perché tutto ciò all’estero potrebbe al massimo essere argomento della classica barzelletta “ci sono un italiano, un francese ed un tedesco….”.

Se vogliamo trovare una causa non soggettiva di questo stato di cose, e anche su questo ho avuto modo di parlare e scrivere più volte, dobbiamo risalire al cambiamento di abitudini da parte delle donne italiane che, ormai da almeno 40 anni, hanno preteso (giustamente, per alcuni aspetti) l’indipendenza economica lavorando alla pari dei partner maschi. A distanza di anni, però, proprio come accade per altri eventi epocali come guerre o lockdown, si assiste al rovescio della medaglia: nel caso specifico, assistiamo ad un tentativo, da parte delle donne in questo caso, di elargire l’affetto di cui hanno privato i figli lasciandoli all’asilo o con i nonni, permettendo loro ogni cosa, soddisfacendo qualsiasi loro richiesta e non sanzionando (o facendolo in modo inefficace) i comportamenti deviati. I giovani attuali non distinguono il giorno dalla notte, non riconoscono l’autorità genitoriale, non rispettano l’autorità, non vengono seguiti e aiutati se sviluppano dipendenze o comportamenti compulsivi.

Dove pensiamo di andare se nessuno ci indica la strada o se,quando un dito ci indica la direzione, noi guardiamo il dito?

Sergio Motta

Liberty misterioso: Villa Scott

Oltre Torino: storie miti e leggende del torinese dimenticato

È luomo a costruire il tempo e il tempo quando si specchia, si riflette nellarte 

Lespressione artistica si fa portavoce estetica del sentire e degli ideali dei differenti periodi storici, aiutandoci a comprendere le motivazioni, le cause e gli effetti di determinati accadimenti e, soprattutto, di specifiche reazioni o comportamenti. Già agli albori del tempo luomo si mise a creare dei graffiti nelle grotte non solo per indicare come si andava a caccia o si partecipava ad un rituale magico, ma perché  sentì forte la necessità di esprimersi e di comunicare.

Così in età moderna – se mi è consentito questo salto temporale – anche i grandi artisti rinascimentali si apprestarono a realizzare le loro indimenticabili opere, spinti da quella fiamma interiore che si eternò sulla tela o sul marmo.  Non furono da meno gli  autori delle Avanguardie del Novecento  che, con i propri lavori disperati, diedero forma visibile al dissidio interiore che li animava nel periodo tanto travagliato del cosiddetto Secolo Breve.

Negli anni che precedettero il primo conflitto mondiale nacque un movimento seducente ingenuo e ottimista, che sognava di ricreare la natura traendo da essa motivi di ispirazione per modellare il ferro e i metalli, nella piena convinzione di dar vita a fiori in vetro e lapislazzuli che non sarebbero mai appassiti: gli elementi decorativi, i ghirigori del Liberty, si diramarono in tutta Europa proprio come fa ledera nei boschi. Le linee rotonde e i dettagli giocosi ed elaborati incarnarono quella leggerezza che caratterizzò i primissimi anni del Novecento, e ad oggi sono ancora visibili anche nella nostra Torino, a testimonianza di unarte raffinatissima, che ha reso la città sabauda capitale del Liberty, e a prova che larte e gli ideali sopravvivono a qualsiasi avversità e al tempo impietoso. (ac)

Torino Liberty

1.  Il Liberty: la linea che invase l’Europa
2.  Torino, capitale italiana del Liberty
3.  Il cuore del Liberty nel cuore di Torino: Casa Fenoglio
4.  Liberty misterioso: Villa Scott
5.  Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti
6.  Inseguendo il Liberty: altri consigli per chi va a spasso per la città
7.  Storia di un cocktail: il Vermouth, dal bicchiere alla pubblicità
8.  La Venaria Reale ospita il Liberty:  Mucha  e  Grasset
9.  La linea che veglia su chi è stato:  Il Liberty al Cimitero Monumentale
10.  Quando il Liberty va in vacanza: Villa  Grock

Articolo 4. Liberty misterioso: Villa Scott

Talvolta il cinema va in cerca di luoghi suggestivi e unici, per rendere la pellicola ancora più indimenticabile. Uno di questi ambienti da cellulosa si trova nella collina torineseuna villa silenziosaNascosta in un elegante “vedo non vedo” tra il verde degli alberil’abitazione si affaccia indifferente sul panorama torinese che si prostra poco più in  delle sue fondamenta. È Villa Scott, situata in Corso Giovanni Lanza 57, uno dei più fulgidi esempi dello stile floreale a livello nazionale. Il committente, Alfonso Scott, consigliere delegato della Società Torinese Automobili Rapid, nel 1901 acquista un appezzamento di terreno precollinare affidando l’incarico di costruire una villa per la propria famiglia all’ingegnere Fenoglioche allora aveva 36 anni

Fenoglio si impegna nella costruzionedando al  progetto caratteristiche architettoniche di alto pregio, con una chiara apertura al Liberty, e con prospetti caratterizzati da decorazioni floreali in litocemento e in ferro battutoAlla morte di Alfonso Scott, la villa passa alle Suore della Redenzioneche la utilizzano per ospitare un collegio femminilenoto con il nome di Villa Fatima. Fenoglioche lavora al progetto di Villa Scott in collaborazione con il collega Gottardo Gussonirisolve le difficoltà di realizzazione – dato che vi è un dislivello di ben 24 metri tra la villa e il cancello d’ingresso – con una scalinata e con l’inserimento di diversi corpi di fabbricaaccanto al complesso principale lievemente curvilineo della villa. Il volume della costruzione è arricchito da un apparato decorativo che trae vita anche dalla scala esternaL’edificio viene completato nel 1902, anno in cui Fenoglio si dedica anche alla palazzina Fenoglio-La Fleur di corso Francia angolo via Principi d’AcajaNel contesto dell’ampio spazio verde in cui è ubicata Villa Scott, si stagliano netti i due corpi laterali a torrettauno su quattro livelliun altro sutre, ma con un bovindo quadratocollegati da una veranda vetrata sormontata da una terrazza.  La pianta di Villa Scott è amabilmente articolata in un gioco di loggebovindivetrategli elementi litocementizi di finitura murariaripieni e turgidi con misura, quasi rinviano all’ultimo barocco, con radiosi richiami ecletticiLa fantasmagoria floreale, la fitta lavorazione del terrazzinogli ariosi loggia-ti laterali, la decorazione a stucchi e boiseries di color crema e oroil tutto perfettamente in armoniacon l’arredo interno, un mobilio apertamente ispirato a un fioritoLuigi XVI, ne fanno una dimora elegante e raffinata, e piuttosto suggestivatanto che il regista Dario Argento vi ha ambientato uno dei più celebri gialli italianiProfondo rosso, del 1975.

Villa Scott viene infatti scelta per essere la villa del bambino urlante e gioca un ruolo essenziale per lo svolgimento della trama: è tra queste mura che si trova la soluzione del mistero. Tra gli appassionatialcuni indentificano la sfarzosa e terribile residenza del film giallo-horror con l’altrettanto celebre Villa Capriglioanch’essa situata in collina e nascosta tra la vegetazionesede inquietante di vicende 

orrorifichepurtroppo più veritiere rispetto a quelle altrettanto spaventose ma irreali di Villa Scott. 

Occorre ricordare che all’epoca delle riprese la villa era utilizzata come collegio femminile e abitata da suore e fanciulle che ovviamente non potevano rimanere  mentre veniva girato il film. La produzione dovette allora trovare un escamotagepoiché non si poteva abbandonare quella location così perfettamente suggestiva! Si decise dunque di offrire un periodo di villeggiatura a Rimini alle suore e a tutte le ragazze del collegio, le quali non opposero alcuna obiezione e con la loro vacanza inaspettata contribuirono alla realizzazione di una delle pellicole horror più conosciute. Dopo un breve periodo di abbandono, la villa è stata  restaurata e adibita a residenza privata.

Alessia Cagnotto

“Beatlemaniac”, il concerto che percorre tutte le fasi della carriera dei Fab Four

Debutto sabato 4 maggio allo Spazio Kairos, tra Aurora e Barriera di Milano

Si chiude con “Beatlemaniac“, sabato 4 maggio alle 21, il concerto che ripercorre tutte le fasi della carriera dei Fab Four, dagli esordi di “Please Please Me” alla psichedelia di “Magical Mistery Tour”, la stagione “Riflessi” organizzata da Onda Larsen.

Allo Spazio Kairos, via Mottalciata 7, ex fabbrica riconvertita in sala teatrale, saliranno sul palco i The Finger Pie, cover band dei Beatles col quale Onda Larsen aveva già prodotto lo spettacolo tra musica e teatro “Abbey Road”.

Il concerto

Protagonisti Vico Righi (chitarra e voce), Enrico Bontempi (chitarra e voce), RIccardo Mariatti (basso) e Simone Zangirolami (batteria).  Si tratta del debutto assoluto per “Beatlemaniac” che i musicisti definiscono «un sentiero musicale che si fa strada attraverso i grandi successi». Il concerto, però, vuole anche dare lustro ai pezzi meno conosciuti del repertorio dei Beatles.

Tra omaggi fedeli e libere reinterpretazioni, i Finger Pie teletrasporteranno negli Anni ’60, proprio su quei palchi che i Beatles smisero di calcare nel 1966, dopo l’ultimo tour americano.

Spazio Kairos è via Mottalciata 7.
Intero 13 euro. Ridotto (ex allievi Scuderia Onda Larsen, Over 65, studenti universitari) 10 euro.
Ridotto speciale (allievi Scuderia Onda Larsen 23/24, under 18 e disabili) 6 euro.
Biglietti online su: www.ticket.it. Necessaria la tessera Arci. Info: biglietteria@ondalarsen.org.