ilTorinese

Cattive abitudini e relazioni sbagliate con i nostri amici a quattrozampe

DIRITTI DEGLI ANIMALI

Il Garante per i diritti degli animali della Regione Piemonte Paolo Guiso ci parla di temi attuali e problematiche da affrontare.

La Regione Piemonte è stata la prima in Italia a istituire il Garante per i diritti degli animali, con compiti dettagliati nella L.R. n. 6/2010 rappresentando un punto di riferimento per la tutela dei diritti degli animali a livello locale. In ambito nazionale con l’articolo 727 del codice penale la modalità di trattamento degli animali è cambiata e questa norma si è perfezionata e ampliata nel 2004 con la legge 189 che ha introdotto il principio delle “condizioni incompatibili” con la loro etologia ovvero situazioni contrarie alla loro natura e produttive di grandi sofferenze.

Le funzioni ricoperte del garante sono diverse come, ad esempio, la ricezione di segnalazioni e reclami da parte di cittadini o associazioni che desiderano comunicare atti lesivi nei confronti degli animali, la trasmissione ufficiale alle autorità giudiziarie di quelli che possono configurarsi come reati, la diffusione delle norme locali, regionali e internazionali relative alla tutela degli animali e , infine, eventuali suggerimenti sull’adozione di provvedimenti da adottare alla Giunta e al Consiglio regionale, ma anche al Comune. Altre attività importanti che svolge questo ente è l’analisi delle condizioni degli animali, la mappa dei servizi dedicati agli animali.

Paolo Guiso, medico veterinario di Moncalieri, che dal 2022 ricopre la carica di Garante per i diritti degli animali della Regione Piemonte, ci spiega quali sono i temi e le problematiche che affronta quotidianamente questa importante figura istituzionale “il Garante si occupa di tutti gli animali e non solo di quelli domestici da compagnia. Se si osserva la città dall’alto si possono vedere quegli animali che vengono denominati sinantropi, ovvero quelle specie che vivono vicino all’uomo, ma che non sono propriamente integrati nella vita degli esseri umani come i topi, i piccioni, i gabbiani, le nutrie, gli scoiattoli grigi, i cinghiali e i lupi che sono aumentati nel corso del tempo anche a causa del Covid che a causa delle restrizioni ha lasciato loro maggiore campo libero”.

Questi animali sono alla ricerca di cibo e vengono a cercalo, soprattutto la notte, proprio nei centri abitati trovando dei veri e propri ristoranti, per esempio, tra l’immondizia che purtroppo viene lasciata in strada. Questo fenomeno, a cui non si era abituati, può creare problemi sanitari che devono essere tenuti sotto controllo attraverso l’analisi delle condizioni di salute delle vare specie. Un altro problema che è al centro dell’attenzione e della discussione è il tema dell’accattonaggio con gli animali, cani perlopiù, purtroppo non ancora risolto a causa di una norma perentoria che punisca chi li utilizza per fare soldi. Guiso chiosa “dovrebbe essere genericamente vietato accattonare con gli animali con un’unica condizione che è quella di proteggere coloro che li posseggono come animali da compagnia e affezione, che sfortunatamente sono finiti in strada per motivi personali e che spesso rinunciano ad andare nei rifugi o negli ospedali per non lasciarli. È assolutamente necessario proteggere questa categoria di persone che hanno con l’animale un rapporto di affezione”.

Un altro argomento molto interessante di cui ci parla il garante è di un fenomeno piuttosto recente ovvero il rapporto anomalo che si sta instaurando con gli animali domestici “gli animali hanno il loro modo di vivere, non hanno le nostre stesse abitudini. Si pensa che il rapporto affettivo con loro sia reciproco e vissuto con le stesse modalità, ma non è così. Molto spesso riversiamo sui nostri compagni di vita la tendenza a volere esercitare il controllo, decidiamo cose per loro di cui in realtà non hanno voglia né bisogno come decorarli o fargli la festa di compleanno. È un tema che sempre di più sta interessando la psicologia e la psichiatria perché’ un rapporto in cui l’uomo decide per l’animale in tutto e per tutto ignorando le sue esigenze reali può essere sintomo di disagio per il padrone e procurare disturbi comportamentali all’animale”.

MARIA LA BARBERA

Disservizi ferroviari, Unioni montane chiedono incontro

Le Unioni Montane Valle Susa e Alta Valle Susa, preso atto dei continui disservizi sulla linea ferroviaria Torino-Susa-Bardonecchia, hanno segnalato più volte la questione a Trenitalia S.p.A. e a RFI – Rete Ferroviaria Italiana, chiesto interventi e proposto incontri che risultano, a oggi, ancora senza risposta.

Per portare all’attenzione pubblica e istituzionale i disservizi che da tempo affliggono la linea, lo scorso 28 marzo sindaci e amministratori locali hanno percorso l’intera tratta viaggiando insieme ai pendolari per rilevare di persona le criticità che, quotidianamente, rendono il trasporto ferroviario una fonte di disagio per migliaia di cittadine e cittadini. Anche in tale occasione la proposta di incontro con gli amministratori locali per affrontare il problema è stata ignorata.

«Una simile inerzia denota un atteggiamento totalmente irrispettoso nei confronti delle istituzioni del nostro territorio che, ricordiamo, annoverano tra le funzioni principali la tutela e lo sviluppo della montagna, con particolare riferimento al mantenimento dei servizi essenziali» hanno dichiarato il Presidente dell’Unione Montana Valle Susa Pacifico Banchieri e il Presidente dell’Unione Montana Alta Valle Susa Mauro Carena.

Il servizio di trasporto pubblico, così compromesso da ritardi, soppressioni e dal degrado progressivo delle stazioni, compromette gravemente ogni azione volta a contrastare lo spopolamento delle aree montane, già in posizione di svantaggio rispetto alle aree urbane, interferendo con la nostra missione istituzionale.

Le Unioni Montane hanno già avanzato la richiesta di un incontro con RFI lo scorso 28 marzo e rinnovano oggi la richiesta per un incontro urgente che porti a soluzioni efficaci e durature richiedendo, qualora necessario, un autorevole intervento dell’assessore regionale.

Estate su due ruote a Limone Piemonte

Limone Piemonte si riscopre anche in estate come una delle mete più affascinanti per chi ama la montagna in sella a una bici. Situata nel cuore delle Alpi Marittime e nota per il suo comprensorio invernale, la località si è affermata negli ultimi anni come punto di riferimento per il cicloturismo e la mountain bike, grazie a una rete di percorsi strutturati, servizi mirati e un’offerta outdoor sempre più integrata.

Tra i tracciati di punta spicca la Via del Sale, uno degli itinerari sterrati più spettacolari dell’arco alpino, che collega Piemonte e Liguria tra paesaggi da cartolina e profumi d’alta quota. La varietà altimetrica e la lunghezza del percorso lo rendono adatto al cicloturismo sportivo, con tappe panoramiche e punti ristoro lungo il tracciato. Accanto a questo percorso iconico, il territorio propone, grazie anche all’apertura estiva di una telecabina e di una seggiovia, diversi tracciati MTB e gravel, adatti a livelli di preparazione differenti, che si sviluppano tra crinali, boschi e strade forestali, con un’attenzione crescente anche alle esigenze delle e-bike.

Per gli appassionati di discipline gravity, il Bike Resort di Limone offre percorsi downhill e freeride attrezzati con salti, paraboliche e strutture tecniche, accessibili tramite impianti di risalita aperti durante la stagione estiva. L’insieme dei tracciati è stato progettato per garantire varietà, sicurezza e continuità dell’esperienza, valorizzando il patrimonio naturalistico della zona.

L’offerta bike è completata da un sistema di accoglienza dedicato: bike hotel, rifugi attrezzati, officine per riparazioni rapide e servizi di noleggio e shuttle permettono al visitatore di costruire itinerari su misura, sia per la giornata singola che per soggiorni prolungati. Il territorio sta investendo nella mobilità attiva con un’ottica integrata, che valorizza le due ruote come strumento di esplorazione sostenibile e leva di destagionalizzazione.

Accanto alla proposta ciclistica, Limone Piemonte offre un contesto ambientale e culturale in grado di ampliare l’esperienza di viaggio: itinerari trekking, arrampicata, escursioni verso laghi alpini e attività outdoor per famiglie si affiancano a momenti di relax, degustazioni e scoperta del borgo, con una tradizione gastronomica che racconta il territorio a ogni assaggio, tra formaggi d’alpeggio, polenta, selvaggina e dolci tradizionali, il tutto accompagnato da un buon bicchiere di vino locale.

Con un mix equilibrato tra infrastrutture, offerta tecnica e fruibilità turistica, Limone Piemonte si posiziona oggi come meta bike-friendly competitiva, capace di soddisfare un pubblico sempre più attento alla qualità dell’esperienza e alla sostenibilità della proposta.

“I Piccoli Spiriti Blu” aleggiano nella mostra “Cutting through the Past” dedica a Rebecca Horn

 L’artista recentemente scomparsa

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea presenta la mostra “Rebecca Horn-cutting through the Past”, titolo della prima retrospettiva dedicata all’artista in una istituzione museale pubblica italiana. Il rapporto tra il Castello di Rivoli e Rebecca Horn è molto stretto, in quanto il primo direttore del Castello, Rudi Fuchs, volle Rebecca tra gli artisti di Ouverture, la mostra inaugurale, e lei fu presente in molte altre mostre successive, quando a dirigere il Castello di Rivoli fu Iva Giannelli. La vera icona amatissima di Rebecca Horn è l’opera “Piccoli Spiriti Blu”, sul monte dei Cappuccini, facente parte di Luci d’Artista. Questa mostra, voluta da Francesco Manacorda, direttore attuale del Castello di Rivoli, a cura di Marcella Beccaria, nasce dalla cooperazione con House der Kunst di Monaco di Baviera, a seguito della personale dell’artista organizzata nel 2024 dalla stessa istituzione.

L’esposizione, che si dipana nella manica lunga del Castello, riconosce il ruolo fondamentale di Rebecca Horn (Michelstadt 1944 – Bad Konig 2024) nello sviluppo della pratica artistica contemporanea, attraverso opere che creano un inquietante teatro performativo, nel quale sono protagoniste tematiche fondamentali quali tempo, memoria, desiderio e relazioni di potere. Il lavoro di Rebecca Horn propone un inscindibile intreccio tra l’umano e il meccanico, e anticipa problematiche al centro dell’attuale dibattito culturale, in un contesto definito da tecnologie sempre più complesse.

La mostra presenta una serie di installazioni, sculture, video, film e disegni che si estende dagli esordi degli anni Sessanta a opere recenti, con importanti prestiti di opere raramente esposte provenienti dalla Fondazione Moontower, istituita dalla stessa artista a Bad Konig. Il percorso espositivo prende il via con le sue iconiche macchine cinetiche, come Pfauenmaschine, la macchina Pavone, originariamente ideata dall’artista per la sua partecipazione all’edizione del 1982 di Documenta, a Kassel, e commissionata dallo stesso Fuchs, sino a giungere alla recente Hauchkorper, corpo che respira, nel 2017, oltre all’installazione monumentale “Inferno” (1993-2024), “Turm der Namenlosen”(torre dei senza nome) e “Concert for Anarchy”, del 2006. Nella sezione centrale della mostra I visitatori potranno incontrare le performance di esordio di Rebecca Horn attraverso i video, Performances I (1970-1972), Performances II (1972) e Berlin (10 novembre 1974 – 28 gennaio 1975). Come per l’iniziale presentazione a House der Kunst, essi saranno proiettati in grande scala, dopo essere stati recentemente digitalizzati. La mostra presenta inoltre il film “Der ein Tanzer”, il gigolò, del 1978, e la coinvolgente installazione “Cutting Trough the Past”, tagliando attraverso il passato, del 1992-1993, donazione della Fondazione Marco Rivetti, opera che dà il titolo alla mostra, e “Miroir du lac”, specchio del lago, che rimandano al mito di Narciso, che rimanda a molte riflessioni sullo spazio circostante.

Dopo la mostra presso House der Kunst, e la scomparsa dell’artista, la mostra al Castello raccoglie per la prima volta un importante gruppo di Body Landscapes, disegni pittoricindi grande formato, tra gli ultimi lavori della Horn, che nascono da un processo performativo. La selezione evidenzia la ricorrente presenza di forme arrotondate e cerchi, interpretabili in quanto flusso del tempo, e delle tematiche buddhiste e zen di una rigenerazione senza fine.

Insieme all’installazione “Das Rad der Zeit”, la ruota del tempo, del 2016, anch’essa presentata per la prima volta in un museo pubblico, queste opere manifestano la dimensione spirituale di Horn, evidente nei “Piccoli Spiriti Blu”, opera che dal 2000 connota il paesaggio di Torino, svettando dal monte dei Cappuccini. Quest’opera, nel periodo della mostra, sarà eccezionalmente illuminata in onore di Rebecca Horn, scomparsa a Bad Konig nel 2024, all’età di ottant’anni.

In occasione della mostra, opere della Horn saranno presenti anche alla Collezione Federico Cerruti, quale secondo episodio di “Interferenze”, programma incentrato tra affinità e differenze tra il Castello di Rivoli e Villa Cerruti. Un Body Landscape domina la scala di Villa Cerruti e si intitola “El Calvario”, del 2003. Un altro Body Landscape comprende l’opera “Cello”(violoncello) del 1999. Originariamente allestita dall’artista a Weimar, quale parte del progetto “Konzert für Buchenwald”, quest’opera, concepita come un violoncello che suona da sé con due archetti, è presentata nella Sala della Musica della Villa. La mostra nasce dalla collaborazione tra il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli Torino e House der Kunst, curata da Jana Baumann. In sinergia con Exposed e il tema dell’edizione 2025 “Sotto la superficie – beneath the surface”, il Castello di Rivoli organizza una serie di proiezioni dedicata ai figli di Rebecca Horn, presentandoli all’interno del proprio teatro sabato 24e domenica 25 maggio 2025. La programmazione prevede due “feature film” scritti e diretti dall’artista, che sono parte della collezione del Museo, “Buster’s Bedroom”, del 1991, e la “Ferdinanda”, sonata per una Villa Medici, del 1981.

Mara Martellotta

Torino si prepara all’Europride 2027

La Città di Torino ha ufficialmente dato il via al percorso che porterà all’organizzazione dell’Europride 2027, una delle più grandi manifestazioni europee a sostegno dei diritti delle persone LGBTQIA+.

La Giunta Comunale ha approvato, su proposta dell’assessore ai Diritti e alle Pari opportunità Jacopo Rosatelli, lo schema di convenzione con il Coordinamento Torino Pride APS per la realizzazione dell’Europride 2027 e delle iniziative di avvicinamento all’importante appuntamento europeo, che si terrà a Torino tra due anni. Tra queste ci sono i Pride cittadini del 2025 e 2026, eventi che coinvolgeranno la cittadinanza in momenti di festa, riflessione e sensibilizzazione.

«Il Pride rappresenta una manifestazione fondamentale per la nostra città e per una società che vuol essere giusta – ha dichiarato l’assessore Rosatelli – e con questo accordo di convenzione vogliamo formalizzare un rapporto triennale di sostegno e collaborazione con il CoordinamentoQuesto impegno garantirà non solo i prossimi Pride, ma anche l’Europride 2027, con un contributo significativo per rafforzare la nostra posizione a difesa dei diritti civili. In un clima internazionale sempre più complesso e sfidante, Torino conferma il suo ruolo di città inclusiva e solidale, impegnata a sostenere e promuovere i diritti della comunità LGBTQIA+ a livello locale e globale».

La convenzione, valida per il triennio 2025-2027 e finanziata con un contributo complessivo di 150.000 euro, prevede un articolato calendario di eventi e iniziative volte a coinvolgere la cittadinanza e a diffondere una cultura di accoglienza e non discriminazione. Le edizioni del Torino Pride 2025 e 2026, con un contributo annuale di 3.000 euro ciascuna, saranno tappe fondamentali di questo percorso.

Il Comune di Torino, inoltre, parteciperà con una propria delegazione all’Europride 2025 di Lisbona e al Pride 2025 di Budapest, manifestando solidarietà e vicinanza alle comunità LGBTQIA+ di tutta Europa.

L’Amministrazione comunale rinnova così il suo impegno per la promozione delle pari opportunità, la tutela dei diritti civili e la lotta contro ogni forma di omobilesbotransfobia rafforzando la collaborazione con il Coordinamento Torino Pride e le realtà associative del territorio e continuando a lavorare per un futuro di diritti e uguaglianza.

TORINO CLICK

James Cameron al Museo del Cinema

TORINO – Un doppio appuntamento con il genio del cinema mondiale. James Cameron, il visionario regista di Titanic e della saga di Avatar, farà tappa a Torino il 9 e 10 giugno per un evento speciale al Museo Nazionale del Cinema. Oltre a visitare la mostra The Art of James Cameron, il cineasta riceverà il Premio Stella della Mole e terrà un’esclusiva masterclass.

Un riconoscimento alla carriera

La serata del 9 giugno sarà dedicata alla consegna del Premio Stella della Mole, che celebra il “ruolo unico e innovativo” di Cameron nella storia del cinema. La cerimonia si svolgerà nella cornice iconica della Mole Antonelliana, sede del museo, simbolo perfetto per omaggiare un regista che ha sempre unito arte e tecnologia.

La masterclass con Carlo Chatrian

L’indomani, 10 giugno, spazio alla riflessione cinematografica: al Cinema Massimo, Cameron dialogherà con Carlo Chatrian, direttore del museo, in una masterclass che ripercorrerà la sua straordinaria carriera – dagli esordi con Terminator alle ultime innovazioni di Avatar – e i suoi futuri progetti. L’orario sarà comunicato a breve.

The Art of James Cameron: un viaggio nell’immaginario del regista

Cuore dell’evento è la mostra The Art of James Cameron, ideata dalla Cinémathèque Française in collaborazione con l’Avatar Alliance Foundation. Un’immersione in 60 anni di creatività attraverso:

  • 300 opere tra disegni, costumi, oggetti di scena e tecnologie 3D

  • 6 sezioni tematiche, da Sognare a occhi aperti a Titanic: Viaggio nel tempo

  • Installazioni multimediali e pannelli visivo-tattili per un’esperienza inclusiva

I progetti futuri: da Avatar a Ghosts of Hiroshima

Cameron, attualmente impegnato nel terzo capitolo di Avatar (Fuoco e Cenere, in sala dal 17 dicembre), ha in cantiere anche Ghosts of Hiroshima, trasposizione del romanzo su Tsutomu Yamaguchi, sopravvissuto a entrambe le bombe atomiche.

Un progetto che precederà Avatar 4, a conferma della sua instancabile ricerca narrativa.

Un’occasione unica per scoprire l’arte di un maestro che ha ridefinito il cinema.

CRISTINA TAVERNITI

Cisl Piemonte: “Bene Filosa a Stellantis”

“Salutiamo con favore la nomina di Antonio Filosa a nuovo amministratore delegato di Stellantis e la scelta del cda della casa automobilistica di puntare su un manager italiano, interno al gruppo automobilistico, profondo conoscitore dell’azienda, e con un grande bagaglio di esperienza e competenze acquisite in 25 anni di carriera”. È il commento dei segretari generali Cisl Torino e Piemonte, Giuseppe Filippone e Luca Caretti, alla notizia della nomina di Antonio Filosa ad amministratore delegato di Stellantis.
“Questa scelta fa ben sperare – aggiungono Filippone e Caretti – per il rilancio degli stabilimenti italiani e piemontesi del gruppo e in modo particolare per il sito di Mirafiori che vive da anni una situazione molto difficile sotto il profilo produttivo e di prospettive future. Confidiamo nel coinvolgimento del sindacato nelle scelte che riguardano i lavoratori e il territorio e auspichiamo un maggior confronto con le rappresentanze dei lavoratori da parte del nuovo ceo di Stellantis, segnando una netta discontinuità con il suo predecessore Tavares”.

“Tauri Memories”. Quando in campo scendevano “loro”!

Un’intera giornata, al “Motovelodromo Fausto Coppi”, per rivivere la storia della grande squadra di “Football Americano”

Sabato 31 maggio, ore 10,30 – 17,30

Più, molto di più che una semplice storia di “Football”! I “Tauri” hanno rappresentato e, ancor oggi, rappresentano e raccontano una storia fatta di “Football– Fratellanza – Passione”. Storia grande, indimenticata e indimenticabile che verrà, a ragione, ricordata con “Tauri Memories”, evento in programma al “Motovelodromo Fausto Coppi” di corso Casale, sabato 31 maggio (ore 10,30 – 17,30), a Torino.

Organizzata dall’Associazione “APS SEAL Sport Experience Activation Lab ASD” , in collaborazione con la “Community Veteran Players TAURI” , la giornata vuole raccontare “non solo l’evoluzione di una squadra – precisano i responsabili – ma anche quella di un movimento e di una visione educativa e sportiva”.

L’esposizione fotografica, accompagnata da materiale di gioco storico , farà rivivere la compagine di “Football americano” militante nel “Campionato nazionale di Prima Categoria” che giocò al “Motovelodromo” dal 1979 al 1987.

Per l’occasione, alle 11,30 è in programma, alla presenza dell’assessore comunale allo Sport Domenico Carretta, l’inaugurazione della “targa commemorativa” dedicata ai “Tauri” e collocata all’ingresso della struttura, accanto a quella dei “Campioni d’Italia del Rugby” del 1947.

Un po’ di storia.

L’avventura sportiva e di vita dei “Tauri” inizia nel 1977 ed è indissolubilmente legata a un nome, quello del mitico astigiano di Castelnuovo Calcea (dove nasce nel 1915) Bruno Beneck, scomparso a Roma nel 2003, atleta, giornalista, regista cinematografico e televisivo (autore, fra l’altro della famosa “Domenica Sportiva” da lui diretta dal 1970 al ’72) e visionario dirigente sportivo, pioniere in Italia, insieme a Giovanni Colombo, del “Football” americano. E’ proprio lui a lanciare il primo “Campionato Italiano di Football Americano” o “Torneo della Stampa Sportiva”Le quattro squadre partecipanti, rappresentanti delle principali testate giornalistiche sportive italiane, erano in realtà formate da “militari” delle basi “NATO” americane .

A vincere furono i “Tori di Torino” , che in finale sconfissero i “Diavoli di Milano”.

Due anni dopo, nel 1979 , Beneck riesce a compiere il vero passo decisivo: fonda la “Lega Italiana Football (LIF)” e organizza il “Primo campionato con squadre composte esclusivamente da atleti italiani”.

I “Tori”, nati nel 1977, vengono rifondati da un gruppo di studenti dell’“Istituto Margara” di Torino, iscrivendosi al Campionato del 1980. Grazie ai rapporti internazionali di Beneck, le attrezzature e le divise arrivano direttamente dagli USA: nel 1979 sono i “Los Angeles Rams” a sostenere i “Tori”, fornendo le divise giallo– blu, i colori propri della Città di Torino. Nel 1981, la “LIF” si chiude, ma non si spegne. L’anno successivo, a Milano, nasce l’“Associazione Italiana Football Americano (AIFA)” con presidente Giovanni ColomboI “Tori” cambiano nome in “TAURI” per potersi iscrivere ai campionati “AIFA”. Cambiano anche i colori: da “giallo-blu” a “granata e bianco”. Ma il loro spirito resta immutato. Il 1984 è  l’“anno d’oro” : 7 vittorie2 sconfitte e 1 pareggio.

Nel 1986 iniziano le difficoltà economiche . Difficoltà che, dopo una fusione con i “Gators” della seconda divisione, nel 1988 diventano insostenibili. La squadra si scioglie, e molti atleti di livello nazionale passano ai “Giaguari” , l’altra storica squadra torinese. Ma lo spirito “Tauri” è ancora forte.

Nasce una “Community spontanea”: ex giocatori e sostenitori continuano a incontrarsi, ogni anno durante il “Tauri Day”Nel febbraio 2013, circa 30 ex “Tauri” fondano la “Tauri Torino”, per ridare vita al sogno: un football fatto di valori, amicizia, crescita. Nascono due progetti. “Classe Tauri”: corsi didattici nelle scuole torinesi, realizzati da un tavolo multidisciplinare con esperti universitari, “Flag Football Agonistico”, con partecipazione ai Campionati “FIDAF”. Dal 2013 al 2024, il progetto coinvolge oltre 1.500 studenti l’anno, forma più di 30 istruttori scolastici, accoglie più di 30 tirocinanti “SUISM” e organizza numerosi tornei e corsi di formazione per docenti.

A fine 2024, l’attività agonistica dei “Tauri Torino” termina. Ma l’eredità vive e si trasforma: i “progetti educativi e “didattici” confluiscono in “APS Sport Experience Activation ASD”Associazione impegnata nella promozione del “calcio americano” come strumento educativo ed inclusivo. E la grande “Storia” dei “TAURI”, pur se trasformata, in una fresca miriade di rivoli e ruscelli prosegue senza mai dimenticare il flusso ancora limpido di un lungo “fiume”, sinonimo di amore, passione, amicizia e benefiche regole di sport e di vita.

Per info: “Motovelodromo Fausto Coppi”, corso Casale 144, Torino; tel. 011/3828188 o www.motovelodromo.to.it

  1. m.

Nelle foto: Immagini di repertorio 1985/ 1986

Weekend di storia e tradizione a Bardonecchia

 

Sarà un fine settimana tutto dedicato alla storia ed alle tradizioni, quello del 31 maggio e 1 giugno a Bardonecchia.
Due gli appuntamenti in programma nell’ambito della rassegna “Dran k’la sie tro tar Frammenti di memoria di storie bardonecchiesi ” realizzata dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con diverse realtà del territorio.

Sabato 31 maggio, alle 11, nella frazione Melezet, sarà inaugurato il percorso fotografico “Storie di donne e di bambini ” dedicato agli abitanti della prima metà del Novecento.

Domenica 1 giugno, alle 21, al Palazzo delle Feste, conferenza a cura del ricercatore Walter Re, “Bardonecchia com’era. Le prime grandi trasformazioni conseguenti la realizzazione del traforo ferroviario del Frejus 1871-1923”. Sarà raccontata la nascita dei primi alberghi, dell’Alpinismo e dell’escursionismo. E ancora sarà presentato il più antico filmato dell’avventura dello sci a Bardonecchia, risalente al 1923.

“Prosegue così l’impegno dell’Amministrazione Comunale nel voler riscoprire e raccontare la storia e le tradizioni di Bardonecchia. – dice il sindaco di Bardonecchia Chiara Rossetti – Solo conoscendo la propria storia, infatti, si può costruire il proprio presente ed il proprio futuro”.