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“Arte e Carità”: oltre 120 opere in mostra a “Casa Francotto” di Busca

Dal patrimonio artistico delle “Confraternite” ai capolavori moderni e contemporanei

Dal 16 novembre al 9 febbraio 2025

Busca (Cuneo)

Sono oltre 120 le opere esposte, a firma di circa sessanta artisti operanti in un arco temporale che abbraccia più di sei secoli di storia dell’arte. Eccellente il luogo espositivo, gli eclettici spazi di “Casa Francotto”, nel centro storico di Busca (Cuneo), che da sabato 16 novembre a domenica 9 febbraio 2025, ospiteranno la mostra “Arte e Carità. Dal patrimonio delle Confraternite ai capolavori moderni e contemporanei”. Particolarmente ricco e suggestivo, il percorso espositivo appare suddiviso in due parti, dal “globale” al “locale”.

Una sezione è infatti dedicata a grandi artisti del passato, della modernità e della contemporaneità, con una settantina di opere che vanno (si citano solo alcuni nomi) dal Bellini al Correggio su su fino a Picasso, Fontana, Martini, Manzù, Cassinari e Mastroianni, accompagnate, nella seconda sezione, ai capolavori – depositari di settecento anni di storia con inediti di straordinaria bellezza – custoditi dalla due “Confraternite” cittadine, la “Bianca” (dal colore degli abiti degli iscritti) e la “Rossa” (dei “Battuti Rossi”), la “SS. Annunziata” e la “SS. Trinità”. Ad unire idealmente e operativamente tutte le opere in esposizione il loro attenersi scrupolosamente al binomio “Arte e Carità”. Curata da Cinzia Tesio, Rino Tacchella, Bruno Raspini e Dario Lorenzati, la rassegna è organizzata dal “Comune” e dall’“Ospedale Civico” (1698) di Busca. A completarne l’allestimento, curato da Maurizio Colombo, pannelli, documenti storici, codici “QR CODE” e tre “video”, uno dei quali dedicato al dottor Ernesto Francotto (1883 – 1968) che, alla sua morte, lasciò tutti i suoi beni, tra cui la casa natale, alla Città di Busca che ne fece un prezioso spazio espositivo nel rispetto della memoria del benefattore, il quale coltivò, accanto alla sua professione di medico condotto, l’arte della pittura, della poesia e della musica.

 

“La rassegna – spiegano i curatori – vuole approfondire il tema della carità, grazie al linguaggio universale dell’arte, stimolando una riattivazione della circolarità che la storia ci ha insegnato, senza tendere ad un ritorno al passato ma sfidando il futuro”. E, su questa linea, prosegue Luca Gosso, ex sindaco di Busca, già presidente per i “Serivizi Socio-Assistenziali” delle Valli Grana e Maira, oggi giornalista e attento divulgatore degli eventi di “Casa Francotto”: “Ritrovarsi di fronte a un crocifisso di Lucio Fontana o alle sculture di Giacomo Manzù, così come al presepe di Emanuele Luzzati e alla straordinaria ‘Via Crucis’ di Mario Tallone o all’ ‘Albero della carità’ di Mario Gosso, ci fa vivere emozioni forti facendoci pensare al desiderio di farsi prossimo, come diceva il Cardinale Carlo Maria Martini, alla ricerca di una speranza, di un nuovo umanesimo e di una sostenibilità che vuole rimettere al centro l’uomo e coniugare l’arte, la cultura e la carità”. Grandi nomi. Per una mostra che pienamente riesce a coniugare nel gesto estetico, il “fare arte” e la spirituale ricchezza del professare “Carità”. Ha ragione Gosso, “straordinaria” la “Via Crucis”del semplice grande scultore del ferro di Paesana, scomparso tre anni fa, Mario Tallone.

 

In essa la forza della materia si piega al sussulto di emozioni che si fanno “carnale spiritualità”. Come le non poche “Madonne con Bambino”, dalla terrena “Maternità” di Pablo Picasso(“Mother and Child”) olio su cartoncino del ’21 a quella in bronzo del ’20 di Leonardo Bistolfi  fino alla “Ceramica incisa e smaltata” di Ugo Nespolo e alla “Madonna di Loreto” di Umberto Mastroianni, eredi delle più antiche “Maternità” di Antonio Allegri il “Correggio” (“il portatore più moderno e ardito degli ideali del Rinascimento” ) e del veneziano Giovanni Bellini, dove si ritrova quella particolare capacità del Maestro (e dell’allora pittura veneta) di stabilire una particolare, simbolica relazione tra i protagonisti e lo sfondo paesistico.

E accanto alle “Maternità”, ecco l’inconfondibile iconografico “Cardinale seduto” in bronzo (1990) di Giacomo Manzù, l’informale “Cristo” in terracotta di Lucio Fontana, la fiabesca “Natività” di Emanuele Luzzati, la “Deposizione” in terracotta (1926) di Arturo Martini via via per arrivare (e il percorso continua ancora a lungo) al delicato, luminoso “Piccolo altare barocco”, in pastelli a cera su carta di Enrico Paulucci e al nervoso “Studio per Crocifissione” del ’93 di Giorgio Ramella. Una grande mostra, per ricordare l’infinita grandezza e bellezza della “Carità”.

Gianni Milani

“Arte e Carità”

Casa Francotto, piazza Regina Margherita, Busca (Cuneo); tel.371/5420603 o www.casafrancotto.it

Fino al 9 febbraio 2025

Orari: ven. 15,30/1830, sab. 10/12 e 15,30/18,30, dom. 10/12 e 14,30/18,30

Nelle foto: Pablo Picasso “Mother and Child”, olio su cartoncino, 1921; Mario Tallone “Via Crucis – Stazione 4”; Giovanni Bellini “Madonna con Bambino”, ca. 1510; Giorgio Ramella “Studio per Crocifissione”, 1993

Ecco come sarà il Parco della Salute e della Scienza di Torino

Si è riunita ieri, in Prefettura a Torino, la Cabina di monitoraggio per il Parco della Salute e della Scienza di Torino. Insieme al commissario straordinario Marco Corsini, al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, all’assessore alla Sanità Federico Riboldi, al sindaco di Torino Stefano Lo Russo e la prefetto di Torino Donato Cafagna, hanno partecipato Università di Torino, Politecnico di Torino e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute.

Durante la riunione sono stati presentati gli elementi dell’offerta che si è aggiudicata l’appalto per la realizzazione del Parco affidato con decreto del commissario lo scorso 24 settembre.

«Proprio oggi abbiamo ricevuto dal ministero la proposta di accordo che recepisce il nuovo quadro economico e consente l’avvio dell’appalto. Siamo davvero al momento cruciale dopo tanti anni di attesa: il Parco della Salute di Torino è ai nastri di partenza e stiamo già ragionando di come integrare la nuova struttura nel quartiere, al centro di una rivoluzione urbanistica iniziata con l’arrivo del Grattacielo Piemonte e il passaggio tra via Nizza e la stazione del Lingotto, e destinata a intensificarsi con il Parco e le strutture collegate» dichiarano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Federico Riboldi.

«Siamo davvero soddisfatti di poter dare avvio concreto alla realizzazione del Parco della Salute. Abbiamo finalmente davanti a noi il progetto unitamente ad un cronoprogramma e a risorse certe per la realizzazione di un’opera che è strategica per la città dal punto di vista sanitario, per la didattica e la ricerca e che costituirà l’occasione per una riqualificazione urbanistica dell’intera zona» sottolinea il sindaco di Torino Stefano Lo Russo.

«Il progetto della Città della Salute ha avuto un’importante accelerazione. Questa mattina c’è stato un’incontro con il responsabile del progetto per una verifica del cronoprogramma e per arrivare a definire il progetto esecutivo e l’avvio dei lavori nel 2025. E’ molto significativa la notizia che arriva dalla Regione ovvero che è arrivata la proposta di accordo da parte del Mef che potrà quindi essere firmato nelle prossime settimane e mette un punto fermo sulle tempistiche di realizzazione dell’opera. Questo accelererà la firma del contratto e quindi tutti i passaggi successivi» dichiara il commissario straordinario Marco Corsini.

«Il Parco della Salute della Ricerca e dell’Innovazione può essere per il Politecnico di Torino un tassello per ulteriormente sviluppare le sue competenze nell’ambito dell’ingegneria biomedica. Già il nostro centro interdipartimentale PolitoBIOMed Lab vive di una piena cooperazione con i saperi dell’Università di Torino ed esplora da un punto di vista tecnologico le potenzialità dell’ICT, delle nanotecnologie e della biomeccanica. Con questa iniziativa, di più ampio respiro e che vede coinvolti altri importanti attori del territorio, l’Ateneo potrà sviluppare nuove traiettorie per offrire anche una formazione più specializzata e stimolare nuovi ambiti di ricerca multidisciplinare e di trasferimento tecnologico nel settore biomedicale, perfettamente in linea con gli obiettivi di questo mandato rettorale» spiega il rettore del Politecnico Stefano Corgnati.

«Prosegue l’impegno e la disponibilità dell’Università di Torino – dichiara la professoressa Paola Cassoni, direttrice della scuola di Medicina – a farsi parte attiva in un processo di consolidamento progettuale rispetto all’organizzazione delle realtà assistenziale del Parco della salute, e dell’integrazione con le piattaforme di ricerca clinica e di innovazione tecnologica. In Ateneo abbiamo avviato il tavolo per lo sviluppo progettuale della limitrofa domus didattica che formerà le prossime generazioni di futuri medici».

«L’avanzamento del progetto che oggi abbiamo visto concretizzarsi grazie alla rappresentazione del Masterplan evidenzia la tangibilitá e l’oggettivitá della realizzazione del nuovo ospedale, passando così dai progetti alle azioni, che danno un nuovo entusiasmo ed un nuovo impulso a tutti gli operatori» dichiara il dottor Giovanni La Valle (Direttore generale Città della Salute di Torino).

La tipologia costruttiva del nuovo ospedale è a piastra con torri di degenza fino ad un massimo di 12 piani.

Il layout distributivo del nuovo ospedale prevede un’organizzazione delle funzioni per aree omogenee di tipo dipartimentale, raggruppando le unità operative per intensità di cura e complessità nelle seguenti aree:

Area interrata di un piano per i servizi generali, della logistica e per i parcheggi

Area dell’Emergenza-Urgenza correlata funzionalmente all’ Area ospedaliera dei servizi di Diagnosi e Cura Area dell’ospedale di giorno (poliambulatori, day hospital, day service)

Area della Ricerca

Area ospedaliera delle Degenze ordinarie (mediche, chirurgiche, ostetrico-ginecologiche, degenze speciali)

Area della Formazione

L’articolazione funzionale al principale criterio di concentrare le operazioni e le relazioni funzionali di valenza territoriale o quelle più complesse nella parte bassa dell’edificio e sviluppare in altezza le aree con processi maggiormente replicabili e impiantisticamente meno impattanti.

In particolare al piano interrato è dedicato ai servizi di logistica. Il piano 0 è quello di accesso all’ospedale con ingressi sul lato di via Nizza, dalla Promenade e da piazza Piemonte, dove sono previsti gli accessi del pubblico, dal lato verso il Lingotto dove è previsto l’ingresso del pronto soccorso e verso l’Oval con gli ingressi di servizio.

Al piano 0 si trovano il pronto soccorso e gli spazi aperti al pubblico, con la hall principale, gli spazi commerciali e dei servizi al cittadino, i punti di informazione e attesa, il baby parking, gli uffici amministrativi, il day hospital, il centro prelievi e dialisi.

Il livello +1 ospita l’hight care e il blocco operatorio di urgenza, l’emodinamica e le terapie intesive collegate al pronto soccorso, gli spazi per l’ attività di day surgery e di chirurgia ambulatoriale, vicini al comparto chirurgico e contigui alle aree di degenza breve e gli ambulatori specialistici e il day hospital.

Il piano +2 accoglie i servizi di recupero e riabilitazione funzionale, l’endoscopia, il servizio immuno-trasfusionale e i poliambulatori specialistici, aree a carattere pubblico e ricettivo (nido, servizi religiosi, mensa self-service), spazi amministrativi e spazi ad uso sanitario con percorsi separati (cell factory, laboratori, emoteca, servizio farmaceutico, degenza di psichiatria).

Al livello +3, sono previsti gli spazi per la ricerca. Nei piani dal 5 al 12 sono dedicati ai reparti di degenza e distribuiti su tre volumi che si innalzano dalla piastra della struttura principale che ospiteranno le specialità chirurgiche, l’area medica e quelle dell’oncologia e dell’ematologia. Come previsto l’intero Parco si estende su una superficie di circa 140 mila metri quadrati, per 1040 posti letto.

La riunione è stata anche l’occasione per l’avvio dell’analisi del master plan che l’impresa che si è aggiudicata l’appalto ha presentato come proposta di inserimento della nuova struttura sanitaria all’interno del quartiere con soluzioni che riguardano la viabilità e i collegamenti con il sistema di trasporto, a partire dall’attuale stazione ferroviaria del Lingotto per cui è proposto l’ampliamento come “stazione ponte”, servizi e residenze per l’accoglienza, le attività didattiche e di formazione.

L’Accordo di Programma istituzionale di aprile 2018 disponeva che nell’ambito della gara, oltre agli elaborati previsti per legge, dovrà essere prevista la predisposizione di un Masterplan, di riordino urbanistico esteso all’intero perimetro dell’Ambito urbanistico del quartiere che include, oltre al Parco della Salute, anche il Grattacielo Piemonte, l’Oval e la stazione ferroviaria del Lingotto. Nelle prossime settimane la Città di Torino e la Regione Piemonte dovranno quindi esprimere le proprie valutazioni sul masterplan richiedendo eventuali modifiche compatibili con il procedimento di gara.

La pieve di San Pietro a Pianezza. Uno dei tesori oltre la cintura di Torino

 

Eretta sulla sponda del Dora Riparia nel XII secolo in stile romanico lombardo, con il tetto a capanna, e dedicata a San Pietro, la pieve di Pianezza, a pochi chilometri da Torino, offre uno spettacolo unico e, probabilmente, inaspettato grazie ai suoi affreschi, un ciclo dipinto, quasi interamente, da Giacomo Jaquerio e altri artisti della sua scuola. Il pittore fu il rappresentante della pittura tardo-gotica in Piemonte e le sue opere, grazie al duca Amedeo VIII, arrivarono fino a Ginevra.

Sconsacrata oramai da molto, un tempo fu luogo di preghiera di pellegrini e viandanti, e venne costruita, con molta probabilita’, al posto di un tempio pagano; in origine era costituita da una sola navata, ma in epoca gotica (tra il 300 e il 400) ne furono aggiunte altra due piu’ piccole. La facciata, in un primo tempo poco curata, fu riqualificata a fine ‘300 con mattoni rossi romanici e materiali di recupero mentre l’entrata fu collocata nella parte laterale da dove si accede anche al presbiterio. Durante l’ultima fase dei lavori sono stati dipinti il Cristo in Croce, una santa non identificata sul pilastro di entrata ed un’altra vicina all’immagine di Santa Margherita. Molto belle anche le vetrate colorate, copie create nell’800, i cui originali di Antoine de Lonhy sono conservati al Museo Civico Torinese di Palazzo Madama.

I Provana, una tra le cinque famiglie feudali piu’ importanti del Piemonte, volle fortemente le decorazioni della Pieve di San Pietro, tra queste, oltre a quelle gia’ citate, abbiamo la raffigurazione degli Apostoli, l’Annunciazione e il dipinto dedicato a Santa Caterina; nella cappella che porta il loro nome, invece, troviamo il dipinto sulla vita di San Giovanni in cui si riconoscono anche i simboli della famiglia: il liocorno e i tralci di vite.

La Pieve di San Pietro si aggiunge alle moltissime opere in stile romanico del Piemonte (chiese, castelli, abbazie) che venivano edificate perlopiu’ sulle strade devozionali, come la via Francigena che portava i pellegrini dall’Inghilterra fino a Roma.

Normalmente non e’ aperta al pubblico, ma si può visitare contattando gli uffici comunali o i gruppi di volontari dedicati. In questa chiesa, inoltre, e’ possibile celebrare matrimoni civili assecondando cosi’ la volonta’ di valorizzare ancora di piu’ il patrimonio architettonico della citta’.

MARIA LA BARBERA

Apertura su richiesta; prenotazioni presso l’ufficio URP 011/9670211 oppure
presso UNECON: 3333903669 – 3394620103 – 3356171376
unecon2019@gmail.com

Prove di pace tra Israele e Palestina. Un incontro al Centro Studi Sereno Regis

 

Sabato 16 novembre si terrà,  organizzato dal Centro Studi Sereno Regis, l’incontro con l’israeliana Eszter Koranyi e la palestinese Rana Salman, codirettrici dell’organizzazione pacifista ‘Combatants for Peace’. Il loro tour proseguirà poi a Firenze, Roma e Napoli.

L’incontro avrà luogo alle 17.30 al CAM, Cultures and Mission, il polo culturale dei Missionari della Consolata in via Cialdini 4 a ingresso libero.

Si chiamano Eszter Koranyi e Rana Salman,  di origini ungheresi la prima che oggi vive a Tel Aviv, mentre la seconda discende da una famiglia di sopravvissuti alla Nakba e vive in Cisgiordania.

Le loro origini,  storie personali  e familiari non potrebbero essere più diverse, eppure dai primi giorni di quest’anno condividono la direzione del movimento pacifista Israelo palestinese ‘Combatants for Peace’, sulla cui storia e instancabile impegno di riconciliazione nell’arco degli ultimi vent’anni la casa editrice Multimage ha pubblicato il libro “Combattenti per la pace”.

“Sarà un’importante occasione di confronto con questa rilevante esperienza di attivismo non violento pressoché ignorata dai media nazionali  iniziata venti anni fa con l’obiezione  di coscienza di ex militari israeliani e ex militari palestinesi per lo più reduci da durissimi periodi di detenzione – dichiara Daniela Bezzi, curatrice del libro e referente per il Centro Studi Sereno Regis della tappa torinese – un’alleanza quanto mai impensabile e animata dall’urgenza di uscire dalla spirale della violenza”.

Nel corso degli anni quel primo nucleo di ex Combattenti  è  diventato un vero e proprio movimento di uomini e donne, sempre più giovani, con una fitto programma di iniziative condivise, percorsi di advocacy e interventi d’interposizione nelle aree assediate dai coloni in Cisgiordania. Una realtà per molti versi miracolosa, che potrebbe considerarsi il prototipo di quella  società  bi nazionale che nessuno osa più sognare e cge per questi Combattenti della Pace deve diventare realtà.

Mara Martellotta

Atp, a Torino ristoranti e hotel pieni di turisti

Enogastronomia e accoglienza: un’accoppiata vincente anche per il turismo dei grandi eventi a Torino. Le Nitto ATP Finals si confermano un importante volano per il sistema economico locale, rafforzando il ruolo della città come meta internazionale capace di coniugare manifestazioni di alto livello e qualità dell’offerta.

«Le ATP Finals sono un’occasione unica per la città, con un’importante ricaduta economica e di visibilità – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia, Maria Luisa Coppa –. Se da un lato vediamo un incremento immediato per settori come la ristorazione e l’ospitalità, dall’altro crediamo che questo evento contribuisca a consolidare un’immagine di Torino come destinazione di eccellenza, attraente per turisti e visitatori sia italiani che internazionali. Eventi di alto profilo come le ATP Finals e, in precedenza, la settimana dell’arte attraggono un pubblico medio e alto-spendente, che non solo sostiene l’economia locale, ma esprime anche un profondo apprezzamento per la città. Nei feedback di visitatori e turisti emerge un’atmosfera di soddisfazione: Torino è percepita come accogliente, godibile e ricca di sorprese».

 

Gli imprenditori del settore alberghiero sono pienamente soddisfatti. “Il sentiment è oltremodo positivo – sottolinea Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino –. C’è stata nelle settimane scorse e persiste tuttora un’ottima pressione dei flussi turistici generati dalle ATP Finals. Riscontriamo inoltre, con grande piacere, un elevato livello di soddisfazione tra i turisti che apprezzano il clima di festa che si respira in città, plaudono all’organizzazione, sottolineano la facilità di raggiungere la venue dell’evento e la qualità dei servizi turistici offerti dalla città. Molti appassionati, inoltre, stanno già chiedendo informazioni per prenotare in vista dell’edizione del prossimo anno. Possiamo dire che Torino, ancora una volta, ha dimostrato la sua innata capacità di accogliere e organizzare grandi eventi di respiro internazionale, coinvolgendo l’intero tessuto cittadino».

 

Anche la ristorazione beneficia delle ATP: ristoranti e bar segnalano un aumento considerevole di clientela rispetto alle settimane precedenti. Confronto allo scorso anno, si nota in particolare una crescita delle presenze italiane, legata al cosiddetto “effetto Sinner”, avvertita in diversi quartieri della città. In zona Fan Village, in particolare, i locali stanno adattando i propri orari per rispondere meglio alle esigenze del pubblico delle ATP Finals: il servizio del pranzo si estende spesso oltre le 16.00 per adeguarsi ai ritmi delle gare, permettendo ai visitatori di vivere appieno l’esperienza dell’evento senza rinunciare alla scoperta dell’offerta gastronomica torinese.

Ascom Confcommercio Torino e provincia auspica che questo prestigioso appuntamento sportivo possa continuare a svolgersi a Torino anche nei prossimi anni, rafforzando ulteriormente il legame tra la città e manifestazioni capaci di portare benefici concreti e diffusi alla comunità. «Tutti gli attori del territorio – osserva ancora la presidente Maria Luisa Coppa – stanno facendo la propria parte per offrire un’esperienza di soggiorno che viene ampiamente riconosciuta e apprezzata dai visitatori. Le testimonianze sulla bellezza, l’ospitalità, l’offerta enogastronomica e la piacevolezza di Torino si moltiplicano, confermando che la città è pronta a consolidare il percorso intrapreso per attrarre un numero crescente di turisti e visitatori attraverso grandi eventi internazionali come le ATP Finals».

Traffico, limitazioni antismog (livello 1) fino a lunedì 18 novembre

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Oltre alle limitazioni valide tutto l’anno fermi, tutti i giorni (sabato e festivi compresi) dalle 8 alle 19, i veicoli Diesel per il trasporto di persone Euro 3, 4 e 5 e per il trasporto di merci Euro 3 e 4 . Fermi per tutto il giorno i ciclomotori Euro 0 e 1.

Maggiori informazioni nella pagina dedicata che contiene anche tutte le misure per il miglioramento della qualità dell’aria.
Sul sito di Arpa i dati giornalieri di particolato PM10

Luigi Canina: dalla Gran Madre di Torino a casa Borghese-Bonaparte di Roma 

Personaggi casalesi
 
L’architetto, archeologo e incisore Luigi Canina (Casale 1795-Firenze 1856) conseguì a Torino la laurea in architettura e il suo nome viene ricordato per l’importante contributo nella costruzione della chiesa torinese della Gran Madre di Dio. Le sue qualità furono notate dal marchese Evasio Gozzani di San Giorgio (Casale 1765-Roma 1827) sposato con Giuseppa, figlia del barone savoiardo Giuseppe Francesco Martin. Tramite l’intermediazione del Gozzani definito il marchese pazzo per la sua intraprendenza, ministro di Camillo Borghese (molto assente) e di Paolina Bonaparte (immersa nello sfarzo della vita mondana), fu elevato il prezzo delle opere che formavano la galleria d’arte Borghese da sei a dodici milioni di lire vendute dal cognato Napoleone al governo francese destinate al Louvre, rinnovando in seguito la mostra con un nuovo allestimento.

Il trentenne Canina, appoggiato dal Gozzani, fu inserito in casa Borghese succedendo all’architetto Asprucci. Nel 1830, dopo il Fontana, diventò architetto dei possedimenti del Borghese sotto l’amministrazione di Giuseppe Gozzani (Stroppiana 1790-Casale 1877) figlio di Evasio, ottenendo l’ufficio di architettura della Cassa di Risparmio di Roma. Progettò l’ingresso monumentale e l’ampliamento di Villa Borghese e si occupò degli scavi archeologici del Foro Romano, Tuscolana e Appia Antica. Progettò anche la palazzina a Fontanella Borghese dedicata a Giuseppe Gozzani, inserito nella nobiltà romana nel 1855 ed eletto presidente del Museo di Roma. Noti i progetti di riedificazione al santuario di Oropa e al Duomo di Torino, quest’ultimo non realizzato e nel 1849 fu insignito della Royal Gold Medal nel Regno Unito.

Numerose le pubblicazioni letterarie, storico-scientifiche e teoria architettonica su riviste europee e contribuì alla tutela dei monumenti come a Firenze per S.Maria in Fiore. Il suo intervento, unitamente a quello del filosofo Antonio Rosmini, fu decisivo per evitare l’abbattimento della Cattedrale di Casale per sostituirla con un nuovo edificio progettato dall’Antonelli. La riconoscente città casalese gli ha dedicato un monumento dello scultore carrarese Benedetto Cacciatori in piazza S.Stefano e la via dove sorge la sua casa natale dove è posta una lapide con epitaffio. Come i grandi di tutti i tempi, fu sepolto nella Basilica fiorentina di Santa Croce, meritatamente accanto a Foscolo, Michelangelo, Galileo, Alfieri e Rossini.
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Armano Luigi Gozzano 

I torinesi e la moda intellettuale

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SCOPRITO   ALLA SCOPERTA DI TORINO

La moda italiana nacque a Torino nel 1911 quando per la prima volta una donna indossò un paio di pantaloni di un sarto francese, subito suscitò incredulità e stupore ma con il tempo le persone iniziarono a prenderla d’esempio creandone nuovi modelli. Poco per volta nacque a Torino l’industria dell’abbigliamento. Dagli anni Trenta agli anni Sessanta Torino fu il polo industriale principale italiano per la produzione del tessile. Solo dagli anni Novanta in poi Milano diventò capitale della moda italiana.
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I BRAND INDIPENDENTI CHE SALVAGUARDANO IL PIANETA

Secondo numerose ricerche i torinesi si ispirano molto alle mode del momento e numerosi sono i brand indipendenti che sono nati proprio in questa città. Tra di essi il brand “Nasco Unico” di Andrea Francardo, un laboratorio artigianale dove le clienti possono scegliere come realizzare il loro capo direttamente nel laboratorio evitando così sprechi di produzione.
Un altro marchio è “Amma” di Luisella Zeppa che produce borse eco-sostenibili, con materiali naturali e lavorate con cura e maestria da tantissime generazioni.
Per chi ama invece i gioielli vi è il marchio “Raduni Ovali” realizzati con pietre preziose, ognuno unico nel suo genere grazie alle attente rifiniture a mano.
Moltissime sono le scelte dei brand e dei negozi, spesso le piccole realtà sono poco conosciute rispetto ai grandi marchi ma possono essere un’ottima occasione per indossare capi unici e con una particolare attenzione verso l’ambiente.
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COSA INDOSSARE IN BASE ALLE OCCASIONI

I grandi marchi di moda influenzano ogni anno il mercato con tessuti e colori diversi, ma per ottenere esattamente il risultato che si vuole ottenere quando indossiamo un capo non dobbiamo solo basarci sulla moda ma anche su delle precise regole di psicologia!
Secondo la scienza infatti indossare degli abiti rossi accellera il battito cardiaco di chi li porta e anche del suo interlocutore, che potrà tradurre quella sensazione in “voglia di fuggire” o “eccitazione”, questo vale soprattutto se la persona che indossa l’indumento è donna. Quindi se ad un primo appuntamento vogliamo fare colpo vestirci di rosso potrebbe essere una buona idea.
Se invece abbiamo un’occasione più formale, ad esempio lavorativa, il colore ideale è spesso il blu perché abbassa il battito cardiaco, rilassa e fa si che l’interlocutore si fidi maggiormente di noi. I politici sono spesso vestiti di blu proprio per questo motivo, Donald Trump per esempio ha il completo blu, la cravatta rossa che indica grinta e lotta e la camicia bianca che suggerisce chiarezza.
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COSA INDOSSARE CON PARSIMONIA

Vi sono poi dei colori che potrebbero non aiutarci a raggiungere il risultato sperato come il nero che suscita l’idea dell’oscuro, velato, misterioso e al contempo lussuoso.
Il bianco stimola in noi l’idea della pulizia ecco perché è molto usato nei camici da lavoro, è però un colore che non suscita emozioni, non è quindi adatto quando vogliamo creare un legame con l’altra persona.

Si occupa di colori anche l’armocromia ma in un accezione puramente estetica e non scientifica, molto utile quando il nostro obiettivo è quello di valorizzarci esteticamente.

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NOEMI GARIANO

 

 

Di domenica pomeriggio, prima la merenda, poi il teatro!

Allo “Spazio Kairòs” di Torino, “Onda Larsen” propone sette appuntamenti teatrali per famiglie

Dal 17 novembre al 16 marzo 2025

Sette spettacoli teatrali per mamme, papà, nonni e, soprattutto, bimbi, con “Compagnie” in arrivo da tutta Italia e articolati nell’arco di cinque mesi. La splendida proposta e l’organizzazione portano la firma dell’instancabile trio (Riccardo De Leo, Gianluca Guastella e Lia Tomatis) di “Onda Larsen”, Associazione affiliata “Arci Torino” che dal 2008 ha sede in via Mottalciata 7 a Torino, in un’area ex industriale fra Aurora e Barriera e “in una casa – dicono i tre simpaticoni– con un teatro dentro che é il ‘Circolo Arci Spazio Kairòs’” dove mettere in atto tanti progetti riguardanti il teatro e le arti performative, tante idee e “anche qualche sogno nel cassetto”. Sogni che, per fortuna, spesso si avverano. Così da domenica 17 novembre fino a domenica 16 marzo del prossimo anno, un altro “sogno” sbucato dal cassetto s’è fatto realtà. Sogno “per famiglie” e che per cinque mesi, con cadenza domenicale, proporrà allo “Spazio Kairòs” il seguente ripetitivo format:  alle 16 servizio merenda e  alle 16,30 tutti in sala per vivere, sin da piccoli, la magia del teatro. A seguire, lapossibilità di irrompere sulla scena, conoscere i personaggi, stringere la mano agli autori, giocare sul palco.

Il via, dunque, domenica 17 novembre con “Il lupo e la capra”una produzione del “Teatro del Cerchio” di Parma. Lo spettacolo, progettato e diretto da Mario Mascitelli, che è anche attore insieme a Mario Aroldi, è tratto dal racconto dello scrittore giapponese per ragazzi Yuiki Kimura e narra la storia di un’amicizia nata in maniera spontanea, pur se generata da un equivoco. Durante un temporale due personaggi diversissimi tra loro (come un lupo e una capra) si troveranno a condividere storie al buio di una capanna, pensando, sia l’uno sia l’altro, di appartenere alla stessa specie. Alla fine i due diventeranno amici e si daranno appuntamento il giorno dopo per potersi conoscere alla luce del sole. Pur non potendo immaginare che cosa accadrà, il giovane pubblico si troverà a riflettere sull’importanza dell’uguaglianza e dell’amicizia, oltre i pregiudizi e i preconcetti. 

“Quest’anno – spiega Riccardo De Leo, vicepresidente di Onda Larsen – abbiamo deciso di far crescere la rassegna per bambini, proponendo più spettacoli: arriviamo a sette e abbiamo scelto compagnie fuori regione, da tutta Italia. Il valore aggiunto? Finiti gli spettacoli, si può parlare con gli artisti, conoscerli e giocare sul palco senza rovinare le scenografie: così si socializza con il teatro. Attenzione: la parola del 2024 è anche “accessibilità”: quindi “abbiamo anche scelto di creare un biglietto per famiglie, cumulativo. Un nucleo di quattro persone può venire a teatro e pagare 8 euro a biglietto, anziché 9 a ticket”.

E gli altri spettacoli? Dopo l’apertura, si continua la settimana successiva (il 24 novembre) con “Oltre l’arcobaleno” di Tita Giunta e Fabio Rossini, tratto da “Il meraviglioso Mago di Oz” di L. Frank Baum, il giorno dell’Immacolata con “A Christmas Recipe” della Compagnia cagliaritana“Effimero Meraviglioso”, il 26 gennaio con “Sgambe sghembe” della “Compagnia Enrico Lombardi / Quinta Parete di Modena”, il 9 febbraio con “I 3 minuti dell’uomo”di “Compagni di Viaggio”, il 23 febbraio con “Yoyo Piederuota” di “Santibriganti Teatro”, mentre il 16 marzo è in programma l’anteprima nazionale di “Animal perfezione?” dei Liberipensatori “Paul Valery”, un testo di Camilla Bassetti con Stefania Rosso e Cristina Argirò per la regia di Emily Tartamelli: “il testo – sempre i tre simpaticoni di ‘Onda Larsen’ – esplora le vite complesse degli animali, rivolgendosi a bambini dai 6 ai 106 anni”.

La rassegna è realizzata da “Onda Larsen”con il contributo di “Eppela + risorse’’ di “Fondazione CRT”, “Compagnia di Sanpaolo” e “Regione Piemonte”.

Per info: “Spazio Kairòs/Onda Larsen”, via Mottalciata 7, Torino; tel. 351/4607575 o www.ondalarsen.org

g.m.

Nelle foto: Mario Mascitelli e Mario Aroldi in“Il lupo e la capra”

Violenza contro le donne, le iniziative a Nichelino

martedì 19 novembre, in occasione della visita istituzionale del Comune partner di Ouidah (Benin) nell’ambito del progetto “Ouidah fertile – cooperare sull’orticoltura sociale”, il Comune di Nichelino incontra la delegazione beninese composta dal sindaco del Comune di OuidahChristian Houetchenou il Presidente dell’Association des communes de l’Atlantique et du Littoral (ACAL), Rogatien Akouakou.

L’incontro costituisce un’occasione per rafforzare il rapporto di cooperazione internazionale tra il Comune di Nichelino e il Comune di Ouidah avviato nel 2023 con il progetto “Ouidah fertile – cooperare sull’orticoltura sociale” presentato al bando regionale “Piemonte e Africa sub-sahariana anno 2023”, in partenariato con ANCI Piemonte, CoCoPa e il Comune di Borgomanero.

Appuntamento alle 9.30 nella Sala Mattei (Palazzo Comunale di Nichelino,  Piazza G. Di Vittorio 1.

Inoltre, hanno preso il via le diverse iniziative legate alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Trovi qui di seguito, nel corpo della mail, il programma completo.

Infine, martedì 26 novembre alle 17.45 al Centro sociale “Nicola Grosa”, via Galimberti 3, nell’ambito delle attività di prevenzione e promozione della salute la Città di Nichelino organizza con l’ASLTO5 e la Società Taxi 1729 l’evento spettacolo dal titolo “Fate il nostro gioco”.

L’evento si fonda su un ampio studio della matematica e della psicologia del gioco d’azzardo, completamente originale, ideato da Taxi1729, una società di divulgazione scientifica torinese. In un’ora e mezza circa di spettacolo i matematici di Taxi1729 mettono in evidenza alcune delle più diffuse false credenze sul gioco d’azzardo e restituiscono il senso delle reali probabilità di vincere attraverso simulazioni di gioco, video e una continua interazione con il pubblico. Ingresso gratuito.