Accolta dalla Giunta la mia proposta: un segnale importante per chi si spende per la comunità
Se il Consiglio Regionale approverà la variazione di Bilancio proposta dalla Giunta e attualmente in esame in Commissione dal 2025 tutte le Organizzazioni di Volontariato e le IPAB iscritte al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore non pagheranno più l’Irap, imposta regionale sulle attività produttive, dovuta per le attività organizzate finalizzate alla produzione o allo scambio di beni o all’erogazione di servizi.
L’esenzione dall’Irap del grande mondo del Volontariato è un segnale di attenzione verso chi si spende gratuitamente per il benessere della nostra comunità e attua azioni a volte fondamentali in molteplici campi, dalla tutela dell’ambiente all’accoglienza, dalla cultura alla solidarietà sociale, dalla protezione civile alla sanità.
E’ un risultato che accolgo con grande entusiasmo e che segna una svolta, in attesa dell’approvazione da parte del Consiglio Regionale, per un lavoro che ho iniziato nella scorsa Consiliatura, con un Ordine del Giorno approvato a fine novembre 2023 che richiedeva l’esenzione dall’Irap per gli Enti del Terzo Settore iscritti al RUNTS e che ora la Giunta regionale ha posto in essere per una parte rilevante. Ringrazio l’Assessore al Bilancio, Andrea Tronzano, e il Presidente Alberto Cirio per l’impegno nel reperire le risorse finanziarie e soprattutto per l’attenzione e la disponibilità nei confronti dei Volontari, colonna portante del sistema piemontese di coesione sociale.
Silvio Magliano, Capogruppo Lista Civica Cirio Presidente
Piemonte Moderato e Liberale in Consiglio Regionale
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Addio a Laura, avvocata di 48 anni
È deceduta in ospedale a Cuneo l’avv. Laura Franza, stimata legale di 48 anni, malata da tempo. Cordoglio dall’ordine degli avvocati del capoluogo della Granda. Fino all’ultimo ha continuato a svolgere la propria attività professionale. Lascia marito, figlio, mamma e un fratello.
NOTIZIE DAL PIEMONTE
La Campagna del cuore rosa fa tappa a Sauze d’Oulx
Martedì pomeriggio Sauze d’Oulx si tingerà di rosa per sostenere la campagna di lotta ai tumori femminili di “Life is pink”. L’appuntamento è per martedì 15 ottobre alle 16.30 nel parco Giochi di Sauze d’Oulx. Una camminata/corsa aperta a tutti per la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi per sostenere la lotta contro i tumori femminili della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro per la lotta contro i tumori femminili. La campagna dal Cuore Rosa.
A rendere riconoscibile la campagna è, infatti, il cuore rosa che insieme all’hashtag #sostienicandiolo, firma ogni anno i molti eventi e le iniziative di Life is pink. Il logo di quest’anno è stato disegnato da una donna, protagonista della ricerca oncologica, la prof. Caterina Marchiò, responsabile della diagnostica molecolare del laboratorio di Anatomia patologica dell’Istituto di Candiolo IRCCS.
La campagna ha l’obiettivo di finanziare l’acquisto di nuove tecnologie avanzate che migliorino il processo diagnostico e terapeutico dei pazienti nell’ambito del “Percorso donna” dell’Istituto di Candiolo. In particolare si tratta di tre nuove strumentazioni.
Un sistema per la localizzazione magnetica di lesioni non palpabili, come quelle mammarie, durante gli interventi chirurgici; un ecografo per potenziare l’attività diagnostica e interventistica senologica, un sistema di biopsia per aspirazione sottovuoto, che offre una tecnologia avanzata per eseguire biopsie mammarie in modo incisivo e estremamente preciso.
Il sindaco Mauro Meneguzzi plaude all’iniziativa : “ Come amministrazione comunale siamo lieti di poter ospitare anche quest’anno a Sauze d’Oulx una tappa di questa fondamentale campagna nazionale di prevenzione e lotta ai tumori femminili. Il grazie va agli organizzatori e anticipatamente a tutti coloro che vorranno venire a correre per le vie del nostro paese, per l’occorrenza addobbato di rosa, dando così un contributo importante alla ricerca”.
Tutto il ricavato verrà devoluto all’associazione di Candiolo. La donazione minima per partecipare all’evento è di 20 euro, per i bambini accompagnati da un adulto di 10 euro.
Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere a Chicca 3339049080, Denni 3404024791, Giulia 3403944186 e Paoletta 3662111115.
Mara Martellotta
“Il crocifisso non è semplicemente un simbolo religioso; esso racchiude secoli di storia, cultura e valori che hanno forgiato la nostra società. È un segno tangibile delle nostre radici cristiane, le stesse radici che hanno influenzato profondamente i principi di solidarietà, giustizia e rispetto della persona umana, su cui si fondano le istituzioni democratiche.”, così Federica Scanderebech, Forza Italia in Consiglio comunale.
Rimuovere il crocifisso dai luoghi pubblici non significa soltanto negare un simbolo di fede, ma significa ignorare e cancellare una parte essenziale della nostra identità collettiva. Il crocifisso è espressione dei valori universali di pace, amore per il prossimo e solidarietà, valori che non appartengono esclusivamente a una confessione religiosa, ma che sono fondamento di convivenza civile.
È giusto e doveroso che le Istituzioni mantengano il carattere laico e rispettino tutte le fedi, ma questo non deve tradursi in una negazione delle nostre radici storiche e culturali. Esporre il crocifisso non significa imporre una credenza, ma testimoniare la storia e i valori condivisi che hanno guidato l’Italia lungo il cammino della libertà e della democrazia. Un crocifisso esposto non preclude il rispetto per altre culture o religioni, al contrario, esso rappresenta anche l’accoglienza e il rispetto per tutte le differenze.
Per questi motivi, ritengo che il dibattito sulla presenza del crocifisso nei luoghi istituzionali non debba nemmeno essere messo in discussione. La sua esposizione non va interpretata come una scelta divisiva, ma come un segno di continuità con la nostra storia e con i valori che abbiamo ereditato e che siamo chiamati a tramandare. Non è una questione di religione, ma di identità e di rispetto per le nostre tradizioni.
Concludo ribadendo che, in un’epoca in cui spesso perdiamo il contatto con le nostre radici e con il significato profondo dei nostri simboli, il crocifisso nei luoghi istituzionali rappresenta una bussola morale che ci ricorda chi siamo e quali valori difendiamo. Un simbolo che non deve essere oggetto di negoziazione o di compromesso, ma che deve essere accolto come parte integrante della nostra identità collettiva.”
Dino De Santis (Presidente di Confartigianato Torino): “Noi piccoli imprenditori siamo fortemente interessati al tema della corretta gestione idrica dato che, per quanto riguarda l’approvvigionamento dell’acqua utilizzata nei processi produttivi, le imprese con meno di cinque addetti utilizzano nella maggior parte dei casi acqua della rete pubblica per uso civile”
Secondo una recente indagine della CGIA di Mestre, il Piemonte è al quindicesimo posto tra le regioni più “sprecone d’acqua”: in Piemonte, ogni giorno, vengono immessi nelle reti 359 litri pro capite e se ne perdono 127, equivalente a 35,4%, contro una media nazionale del 42,4%.
Tra i capoluoghi piemontesi il più sprecone è Verbania con il 43,0% delle perdite, seguito da Novara con il 31,5,4%, Biella con il 30,7%, Alessandria con il 28,9%, Torino con il 25,6%, Vercelli con il 22,2% e Asti con il 19,2%.
In Piemonte nel perimetro dei 10 settori a maggior intensità di uso di acqua operano 10.298 imprese che danno lavoro a 124.887 addetti. Le imprese artigiane sono 6.892 con 27.589 addetti. Il 66,9% delle imprese piemontesi che operano nel perimetro di settori water intensive è artigiano.
I primi 10 comparti manifatturieri con una più elevata intensità di utilizzo dell’acqua così individuati sono: quello estrattivo con 21,7 litri utilizzati per euro di produzione venduta, seguito dal tessile (20,9 litri per euro), petrolchimica (17,5 litri per euro), farmaceutica (14,1 litri per euro), gomma e materie plastiche (12,4 litri per euro), vetro ceramica, cemento, ecc. (11,2 litri per euro) carta (10,1 litri per euro) e prodotti in metallo (7,4 litri per euro).
A fronte della ridotta spesa pubblica per la manutenzione delle infrastrutture, si registrano elevate e diffuse perdite dalle reti idriche comunali. Su 8 miliardi di metri cubi di acqua immessi nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile, se ne perdono 3,4 miliardi (42,4%), un volume superiore all’acqua erogata per l’intero Centro-Nord (3,2 miliardi di metri cubi). In chiave territoriale la percentuale di perdite nel Nord-ovest è del 33,5%, nel Nord-est del 37,2%, nel Centro del 43,9%, mentre nel Sud sale al 50,5% e nelle Isole, proprio dove si concentra la crisi idrica dell’estate del 2024, arriva al 51,9%. Tra le regioni, le perdite sono più elevate in
Basilicata con 65,5%, Abruzzo con 62,5%, Molise con 53,9%, Sardegna con 52,8%, Sicilia con 51,6%, Campania con 49,9%, Umbria con 49,7%, Calabria con 48,7% e Lazio con 46,2%.
Le perdite rete sono da attribuire a fattori fisiologici, presenti in tutte le infrastrutture idriche, a rotture nelle condotte e vetustà degli impianti, oltre a fattori amministrativi, dovuti a errori di misura dei contatori e usi non autorizzati.
Un consistente intervento per ridurre le perdite idriche è previsto dal PNRR: per la gestione dell’acqua il Piano prevede interventi per 5,4 miliardi di euro, di cui 2,0 miliardi di euro di investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico e 1,9 miliardi per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti.
“Noi piccoli imprenditori siamo fortemente interessati al tema della corretta gestione idrica -afferma Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – dato che, per quanto riguarda l’approvvigionamento dell’acqua utilizzata nei processi produttivi, le imprese con meno di cinque addetti utilizzano nella maggior parte dei casi acqua della rete pubblica per uso civile mentre le imprese medie e grandi si servono di specifici sistemi di auto approvvigionamento o utilizzano acqua che proviene da infrastrutture a servizio di nuclei e aree industriali. Per questo insistiamo sulla necessità di investimenti per ridurre la dispersione della risorsa idrica a causa delle cattive condizioni delle infrastrutture.”
Il 19 e 20 ottobre a Le Gru due giorni per dare spazio a un’importante iniziativa organizzata da IRC (Italian Resuscitation Council) e Croce Rossa Italiana dedicate alla sensibilizzazione sulla rianimazione cardiopolmonare nell’ambito della settimana di Settimana VIVA! campagna di sensibilizzazione europea che dal 2013 promuove la cultura del primo soccorso.
L’arresto cardiaco è un problema che interessa tutti, all’ improvviso colpisce ogni anno in Italia circa 50.000 persone. In situazioni di emergenza, i primi soccorritori – che siano colleghi, amici o le persone che incrociamo sulla nostra strada.L’inizio tempestivo delle manovre salvavita, come il massaggio cardiaco e la defibrillazione, può raddoppiare o triplicare le possibilità di sopravvivenza.
Così proprio a Le Gru un gruppo di esperti – composto da formatori IRC, medici, infermieri, ostetriche e formatori della Croce Rossa Italiana, tutti quotidianamente impegnati in ambito clinico – sarà a disposizione del pubblico per dimostrare le tecniche di rianimazione cardiopolmonare. Attraverso l’uso di manichini, chiunque potrà cimentarsi nel riconoscere un arresto cardiaco e apprendere come intervenire correttamente con il massaggio cardiaco e l’uso del defibrillatore.
Saranno allestite sei stazioni dedicate alla rianimazione su manichini adulti, due stazioni specifiche per bambini che vorranno esercitarsi e altre due stazioni per le manovre di disostruzione delle vie aeree.
L’iniziativa vedrà anche il coinvolgimento attivo degli studenti dell’Università degli Studi di Torino del Corso di Laurea di Infermieristiche sede Città della Salute e della Scienza di Torino, Azienda Sanitaria Locale Città di Torino, TO4 Ivrea e Orbassano Polo Medicina Orbassano e Candiolo, nonché il Corso di Laurea in Ostetricia e di Medicina . L’Ordine delle Professioni Infermieristiche sarà presente in entrambe le giornate, a sostegno dell’iniziativa, per contribuire a far comprendere alla popolazione il ruolo essenziale degli infermieri nel sistema sanitario e nella risposta alle emergenze.
Un’occasione unica per apprendere competenze salvavita e contribuire alla diffusione della cultura del soccorso.
Le Gru è il più grande centro commerciale in Piemonte e uno dei più importanti in Italia. Con i suoi 100.000 metri quadrati di superficie coperta e climatizzata, 4.700 posti auto gratuiti, è pensato come un vero villaggio, elegante e funzionale, che offre oltre 150 esercizi commerciali con insegne di prestigio, una scelta merceologica ampia e di qualità, un’area ristorazione e alimentari unica con bar, ristoranti, fast food e l‘Area Mercato. Oltre al grande ipermercato il benzinaio e il villaggio fitness offre anche diversi servizi al cliente: farmacia, parrucchieri, lavasecco e sartoria, agenzia di viaggi, tabaccaio, e molto altro, compresa una biglietteria e un punto di relazione con il pubblico che offre informazioni e servizi legati alla cultura e la mobilità sostenibile. Le Gru è diventato negli anni un punto di riferimento anche per l’intrattenimento: l’obiettivo è divertire e fornire contenuti e spunti di riflessione ai propri visitatori attraverso progetti sociali, legati a solidarietà, sostenibilità e inclusività, incontri con le scuole, laboratori e intrattenimenti per le famiglie, eventi dedicati a tecnologia, design, arte, sport e cultura a 360°, coinvolgendo associazioni, enti e realtà locali. Dal 2022 è iniziato il restyling di Le Gru: un rinnovamento completo dal punto di vista architettonico, di efficientamento energetico e di potenziamento dell’offerta commerciale. Un viaggio che porta a Le Gru una nuova vita: dove gli spazi si fanno più accoglienti, moderni, più a misura, dove i materiali e le forme richiamano l’armonia della natura. Un viaggio che porta a un grande cambiamento strutturale, ma che preserva la cultura di ospitalità, intrattenimento e creatività insiti nel DNA di Le Gru e offre ogni giorno una sorpresa: nuovi brand, nuove esperienze, nuovi eventi.
GABRIELLA DAGHERO
RuBrica Torino Over
Licenziata per l’Aula, a maggioranza, la proposta di deliberazione “Approvazione della variazione di assestamento del bilancio di previsione finanziario del Consiglio regionale per il triennio 2024 – 2026”, presentata dal vicepresidente dell’Udp Fabio Carosso, la prima Commissione Bilancio ha affrontato diversi altri temi, a cominciare dalla variazione di Bilancio della Regione.
Sotto la presidenza di Roberto Ravello, la riunione è infatti proseguita con le prime determinazioni sul disegno di legge “Disposizioni finanziarie e variazione del Bilancio di previsione 2024-2026”, svolte dall’assessore Andrea Tronzano. L’assessore ha spiegato trattarsi di una variazione relativa in primo luogo all’anno corrente da 80 milioni, di cui 50 a favore della sanità.
“Ci sono novità importanti – ha detto – perché ci stiamo preparando allo Tsunami del nuovo patto di stabilità europeo. Noi, con attenzione certosina, cerchiamo di definire gli obiettivi di spesa già per quest’anno. Ottimizziamo alcune spese attraverso la spending review e la fiscalità, ma senza aumentare le tasse ai cittadini e alle Pmi”.
Sono diversi i capitoli destinati a variare, dall’esenzione del bollo per gli scuolabus, all’introduzione per le auto ibride immatricolate dal primo gennaio 2025 del bollo al 50% (oggi esenti per un quinquennio). Anche l’Irap cambierà, per esempio ci sarà un aumento dell’0,92 per cento per la grande distribuzione e per i colossi dell’energia elettrica, rispetto all’attuale 3,9 per cento fissato dalla legge nazionale. Resta l’Irap agevolata al 2,8 per chi opera nei Comuni ad alta marginalità e per chi decide di fare nuovi investimenti in Piemonte. Verranno esentate dall’Irap tutte le associazioni del terzo settore iscritte al Runts.
Sono intervenuti Alberto Unia e Sarah Disabato (M5s) , Fabio Isnardi e Gianna Pentenero (Pd) per chiarimenti e per chiedere che gli assessori coinvolti nelle variazioni presentino in Commissione gli effetti di tali manovre. Sia il presidente Ravello, sia l’assessore Tronzano hanno risposto che per la variazione di Bilancio non è un passaggio necessario, ma che compatibilmente con gli impegni degli assessori si cercherà di farlo.
Relatori in Aula del provvedimento sono stati nominati per la maggioranza Debora Biglia (Fi) e per l’opposizione Pentenero e Disabato. Poiché il provvedimento dovrebbe passare al Comitato autonomie locali intorno al 5-6 novembre, potrebbe andare in Aula nella settimana successiva. In ogni caso la discussione sarà ripresa lunedì prossimo in prima Commissione.
Di seguito si sono svolte le prime determinazioni sul disegno di legge “Disposizioni in materia di ordinamento del personale”, con l’intervento dell’assessore Gianluca Vignale. “Si tratta di modificare la nostra legge del 2008 – ha detto l’assessore – perché nel frattempo sono intervenute diverse innovazioni a livello centrale. Questa legge, in modo quasi ricognitivo, rende armonica la normativa regionale con quella nazionale”. Sul provvedimento sono state decise le consultazioni on line, soprattutto delle organizzazioni sindacali, con scadenza giovedì 31 ottobre. Relatori per la maggioranza Silvio Magliano, per l’opposizione Pentenero, Disabato e Pasquale Coluccio (M5s).
Al termine della seduta Vignale ha svolto un’informativa sulla programmazione integrata regionale per lo sviluppo e la coesione del Piemonte, cioè i finanziamenti per i progetti a favore delle aree territoriali omogenee. “Sono stati stanziati – ha ricordato l’assessore – 105 milioni per 805 comuni piemontesi: 100 distribuiti con criteri oggettivi per tutte le aree e 5 milioni di premialità per i migliori progetti di area omogenea”. A questo scopo, sarà indicata una commissione, che deciderà in base ai criteri della ricaduta sovracomunale e delle ricadute economiche.
I progetti prioritari presentati sono oltre 1.1OO e il totale di richiesta priorità è pari a 128 Milioni di Euro, a fronte di risorse FSC complessive per l’appunto di 105 Milioni di Euro. Al momento circa l’82% dei progetti è stato finanziato.
Il calcio di oggi e il ricordo di Gigi Meroni
Ma c’è ancora qualcosa che lega il calcio di ieri – degli anni ‘60, ‘70, 80, ‘90, – con quello di oggi? E lo dico e lo chiedo proprio in questi giorni, ricordando quel drammatico 15 ottobre 1967 che vide la morte di Gigi Meroni, idolo dei tifosi del Torino e icona dell’intero calcio italiano in un incredibile incidente automobilistico avvenuto nel centralissimo corso Re Umberto nel capoluogo piemontese. Il “George Best del calcio italiano”, veniva chiamato in quegli anni, paragonandolo al grande campione del Manchester United. Ma Meroni era molto di più. Era innanzitutto un ragazzo – quando muore aveva appena 24 anni ed era già un campione riconosciuto a livello nazionale ed europeo – che amava la vita, giocava a calcio ma non rinunciava affatto ai suoi ideali e al suo “stile inconfondibile”. Uno stile che lo ha portato in quegli anni – metà degli anni ‘60 – a convivere con una donna già sposata, a vivere in una minuscola soffitta di Piazza Vittorio Veneto a Torino, ad essere noto anche come pittore e creatore di vestiti ma, soprattutto, era una persona con un forte profilo umano e una grande dirittura morale. Ed era, per fermarsi all’ambito calcistico, un giocatore che amava il Torino, la maglia granata, il popolo granata. Insomma, Gigi Meroni era un punto di riferimento dell’universo granata anche e soprattutto per la sua inconfondibile personalità. Un leader in campo e fuori dal campo che ha fatto di Meroni l’emblema di un calcio umano, popolare, legato al territorio e anche espressione di valori veri, autentici e solidi. Sì, eravamo negli anni ‘60 ma si tratta, comunque sia, di un calcio romantico che infiammava i tifosi, e non solo i tifosi. Galvanizzava una città, una regione e un intero paese. La violenza non era di casa, la criminalità organizzata non gestiva le curve degli stadi perchè, molto semplicemente, i tifosi erano degli appassionati di calcio e non professionisti della violenza o del teppismo cittadino. I calciatori non erano miliardari in quegli anni – c’era ancora la lira, come ovvio – anche se erano indubbiamente ben pagati ma non affatto dei “paperoni”.
Insomma, e al di là di qualsiasi regressione nostalgica o passatista, è indubbio che quel calcio non torna più. Appartiene ad una fase che è ormai consegnata alla storia. Eppure le icone di quei tempi, i miti di quelle stagioni continuano ad essere al centro dei ricordi dei tifosi, dei simpatizzanti e di tutti coloro che amano un calcio fatto di competizione, di sudore, di tecnica e raffinatezza, di profumo dell’erba, di cori e slogan, di sberleffi e di colonne sonore, di colori della squadra e di serietà e professionalità dei calciatori. Cioè dei protagonisti del campo. E Gigi Meroni, a quasi 60 anni dalla sua scomparsa culminata in una piovosa domenica sera dopo una gara vinta al Comunale per 4-2 contro la Sampdoria con tre reti di Nestor Combin, grande amico della “farfalla granata”, continua ad essere un punto di riferimento. Soprattutto per chi continua ad amare un calcio dal volto umano e ricco di valori. E Gigi Meroni ce lo ricorda ancora oggi. E non solo ai tifosi del Torino.
Giorgio Merlo