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Giaveno commemora il rastrellamento nazifascista

Domenica 30 novembre la Città di Giaveno, la sezione ANPI Giaveno Val Sangone e l’Ecomuseo della Resistenza della Val Sangone terranno la commemorazione dell’81° anniversario del rastrellamento nazifascista del 27, 28 e 29 novembre 1944, costato la vita a 14 partigiani e 38 civili. La cerimonia, patrocinata dalla Città metropolitana di Torino, inizierà alle 14 con l’omaggio ai caduti di piazza San Lorenzo e a quelli ricordati nelle lapidi di via Ruata Sangone angolo via Beale, nel pilone della borgata Tetti Via e nella chiesa della borgata Mollar dei FranchiAlle 15, nella chiesa di San Michele Arcangelo in borgata Provonda, sarà celebrata una Messa in suffragio dei caduti, animata dalla cantoria parrocchiale San Lorenzo e Santa Cecilia di Sangano, diretta dal maestro Gianfranco Accastello. A seguire l’omaggio al sacrario nel cimitero di Provonda.

Il 27 novembre 1944 due colonne tedesche, provenienti dalla Valle di Susa e dalla Val Chisone, attaccarono la Val Sangone con l’obiettivo di convogliare nel fondovalle e circondare le formazioni partigiane. In previsione del secondo inverno di guerra i comandi della Resistenza avevano trasferito in pianura la maggior parte degli effettivi. Le forze rimaste in quota avrebbero dovuto adottare un atteggiamento difensivo, appoggiandosi ai numerosi rifugi e depositi ben occultati nei boschi e nelle zone più impervie della valle. La tattica si rivelò efficace: il 27 novembre, frazionate in piccoli distaccamenti, le formazioni partigiane riuscirono a sfuggire all’accerchiamento. Gli scontri furono limitati e le perdite contenute. Mancato il loro obiettivo primario, i nazisti rivolsero la loro aggressività contro la popolazione civile. La valle fu isolata e alla popolazione fu imposto il coprifuoco. Il 28 novembre i tedeschi iniziarono a incendiare le borgate di Provonda, Mollar dei Franchi, Pian Paschetto e Tetti Via. Nei centri di fondovalle, drappelli di soldati, nei quali c’erano anche italiani, entrarono nelle case sfondando le porte che non venivano loro aperte, perquisirono, malmenarono gli occupanti, spaccarono i mobili e rubarono cibo, scarpe, vestiti, denaro e oggetti preziosi. Nelle borgate sospettate di dare aiuto ai partigiani molti civili furono uccisi sul posto: a Provonda vennero fucilate due giovani sorelle; in borgata Ceca un ragazzo di quattordici anni, sua madre, sua zia e un’altra anziana parente morirono bruciati vivi del rogo della loro casa. Il 30 novembre in piazza San Lorenzo a Giaveno vennero fucilati 17 partigiani, alcuni dei quali presi dalle carceri di Torino. La popolazione fu costretta ad assistere all’esecuzione e i corpi degli uccisi furono lasciati in piazza fino al giorno successivo.Il 1° dicembre, forse per un errore di comunicazione, gli Alleati effettuarono un lancio di armi, munizioni, viveri e abiti nella zona a monte di Maddalena. La colonna tedesca, appena partita, risalì in valle e riprese il rastrellamento, le uccisioni, i saccheggi e gli incendi. Nelle borgate Prafieul, Chiarmetta, Alpe Colombino, Prese Vecchie e Re centinaia di civili furono fermati e sottoposti a interrogatori. Alcuni vennero arrestati e tradotti in carcere: tra questi, anche i parroci di Trana e Maddalena e altri preti della valle. Tedeschi e fascisti decisero di impiantare presidi permanenti nei maggiori centri e di intensificare le azioni di rastrellamento. Alcuni rifugi e depositi vennero scoperti e una parte delle forze partigiane ancora in valle decise di scendere in pianura scivolando fra le maglie degli occupanti. Lo fecero, in molti casi, con l’aiuto della popolazione locale, che ben conosceva i sentieri e i boschi. Franco Nicoletta, comandante partigiano, dirà poi che “se non ci fossero stati i civili, forse non avremmo superato la crisi. Noi comandanti tenevamo i contatti, eravamo sempre in movimento da un nucleo all’altro, ma senza la popolazione non sarebbe bastato”. Una storia destinata a trasformare la memoria della valle, che ancora oggi, dopo ottant’anni, è uno dei tratti fondanti della sua identità.

A Teatro 27 vagoni di cotone: il Sud profondo di Tennessee Williams arriva a Torino

In occasione della giornata contro la violenza sulle donne, la  Compagnia Teatrale Elefthería porta in scena l’intenso dramma 27 vagoni di cotone di Tennessee Williams. Appuntamento il 25 novembre 2025 alle 20.45 al Teatro San Barnaba, con la regia di Claudio Destino e Federica Tucci.

Nel cuore del Deep South, tra campi di cotone e un’aria che sa ancora di piantagioni, prende forma la vicenda di Flora, giovane donna inchiodata a un matrimonio che la annienta. Il marito, Mr. Meighan, cotoniere in declino, è un uomo burbero, violento, frustrato: la svalutazione costante che riserva alla moglie si traduce in una quotidianità asfissiante, dove lei sopravvive aggrappandosi a brandelli di attenzioni tanto fugaci quanto ambigui.

L’equilibrio, già precario, si spezza quando Jake Meighan medita di rovinare il vicino Vicarro, affarista duro e cinico, incendiandogli la sgranatrice pur di accaparrarsi il lavoro sui suoi ventisette vagoni di cotone. Nel baratto perverso che ne consegue, a essere messa sul piatto è la stessa Flora: offerta come moneta di scambio in un duello di potere tra uomini.

Williams attraversa questo triangolo soffocante con la sua consueta lucidità. Flora è una donna ridotta all’infanzia, privata di voce e autonomia; Jake è il padrone che esercita controllo per sopravvivere alla propria insignificanza; Vicarro utilizza il potere economico come un’arma. Il corpo di Flora diventa il terreno di scontro tra mascolinità ferite, specchio di una cultura che non concede alla donna lo status di soggetto, ma la relega a spazio da occupare.

Il testo, articolato in tre quadri, racchiude molti dei nuclei drammaturgici tipici di Williams: solitudine, frustrazione, desideri soffocati, personaggi che si consumano dentro un’esistenza che non riescono a modificare. Il mondo che ne esce è quello di anime arrendevoli, intrappolate in una rassegnazione che suona più tragica della violenza stessa.

Sul palco, a dare corpo a questo intreccio teso e crudele, saranno Maryam Ainane, Giorgio Cavalieri e Claudio Destino. Musiche e luci sono curate da Marcello Coco, chiamato a delineare l’atmosfera sensoriale del Sud profondo, tra buio, calore e oppressione.

Info e prenotazioni
12 € intero – 10 € ridotto (under 26, over 65)
eleftheria.teatro@gmail.com
WhatsApp/SMS: +39 340 789 6306

Lori Barozzino

Piazza Bengasi, da oggi nuova viabilità per i lavori del parcheggio interrato

 

Proseguono gli interventi in Piazza Bengasi per la realizzazione del nuovo parcheggio interrato di interscambio collegato alla stazione della metropolitana e per la riqualificazione complessiva dell’area. Per garantire la continuità della circolazione durante le fasi più delicate degli scavi e consentire lo svolgimento dei lavori in condizioni di sicurezza, da lunedì 24 novembre 2025 sarà attivata una nuova organizzazione della viabilità.

L’elemento principale della nuova configurazione è un collegamento stradale provvisorio in asse nord-sud che attraverserà la piazza, regolato da un impianto semaforico posizionato tra gli incroci Bengasi–Vigliani–Nizza e Bengasi–Sestriere. Sul nuovo tracciato saranno in vigore il limite massimo di velocità di 30 km/h e il divieto di sosta e fermata, mentre l’accesso sarà vietato a pedoni e velocipedi.

Contestualmente verrà chiuso al traffico veicolare il lato est della piazza, nel tratto compreso tra i civici 11 e 17, che resterà accessibile esclusivamente ai residenti, per i quali sarà istituito un senso unico alternato a vista.

Tutte le modifiche alla viabilità saranno segnalate attraverso apposita segnaletica di preavviso.

TorinoClick

Offesa a Superga: un anno fuori dagli stadi a quattro tifosi juventini

Sono quattro i tifosi bianconeri che hanno ricevuto un Daspo. In occasione dell’ultimo derby con il Torino, avevano mimato con le mani il gesto di un aeroplano che si schianta al suolo, in riferimento alla tragedia di Superga del 4 maggio maggio 1949, che costò la vita all’intera squadra del ‘Grande Torino’. Il provvedimento della Questura ordina  il divieto d’accesso agli impianti calcistici per un anno.

Il libro di Oliva tra brigantaggio e guerra civile

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

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Pier Franco Quaglieni

Secondo lo storico Gianni Oliva, che è uno dei pochi studiosi non a priori  ideologicamente schierati , le rivolte e la repressione nel Mezzogiorno dopo l’Unità d’Italia rappresentarono la prima guerra civile italiana. Non so se la tesi sia totalmente condivisibile perché chi scrive resta fermo al magistero di Rosario Romeo che ebbe una visione diversa del problema del brigantaggio, del latifondo e della stessa questione meridionale -a partire dall’ episodio di Bronte  -perché vide nel Risorgimento e nell’ Unità d’Italia la prospettiva reale  di un riscatto  delle plebi meridionali. Anche Giajme  Pintor,  che si era occupato del socialismo risorgimentale di Carlo Pisacane, riconobbe nel Risorgimento l’unico episodio della nostra storia politica  capace di restituire all’ Europa “un popolo di levantini e di africani“.

Oliva sceglie una sua strada , facendo una ricerca non preconcetta. Tralascia giustamente anche il lavoro realizzato da Alessandro Barbero che entrò in dialogo polemico con Pino Aprile,  capofila del violento ed esasperato  revisionismo filo borbonico che demonizza il Risorgimento. Oliva analizza una situazione che rischiò di mettere in crisi lo Stato unitario a pochi anni dalla sua fondazione: da una parte i ribelli che si oppongono con la violenza più brutale ed efferata  alle nuove istituzioni, dall’altra lo Stato che risponde con rastrellamenti, incendi di villaggi e fucilazioni sommarie.
Gianni Oliva
Oliva analizza le cause sociali del brigantaggio, riconoscendo però  che a volte si trattò di bande criminali che si ammantavano di pretesti politici. Riconosce anche che agenti borbonici, papalini e reazionari locali non esitarono  a fomentare il caos per destabilizzare lo Stato appena costituito. In effetti, come scrisse Narciso Nada, lo Stato dovette difendersi e le ragioni immediate della forza dovettero necessariamente prevalere sulle valutazioni sociali. La classe dirigente liberale, di fronte anche al pericolo di  possibili interventi stranieri, dovette reagire. Imputare ad essa una rozza insensibilità sociale come fa  Federico Fornaro, scrivendo anche del libro di Oliva, senza recensirlo, significa rimasticare la vulgata gramsciana senza neppure considerare  Rosario Romeo che dimostrò con rigore  storiografico la valenza ideologica e  non documentata della critica gramsciana. La stessa legge Pica contro il brigantaggio promulgata dal re Vittorio Emanuele a Ferragosto sta a dimostrare l’emergenza drammatica i cui si era caduti. Fare gli Italiani, come diceva d’Azeglio, richiedeva tempi lunghi specie al Sud, difendere l’Italia imponeva tempi rapidi e il ricorso all’ Esercito .Non ci furono altre strade percorribili. Se non si fosse difesa l’esistenza dello Stato, non sarebbero stati possibili nè scuole ne’ ospedali, come mi disse una volta Rosario Romeo. Questa risulta essere la verità storica che nell’ultimo periodo della sua vita riconosceva anche Umberto Levra che si era liberato dagli ideologismi della giovinezza . La visione moderata di Nada andrebbe totalmente ricuperata perché essa rappresentò una lettura del Risorgimento che impedì a molti di noi di lasciarsi abbindolare dalle sirene del manicheismo ideologico. Il libro di Oliva si discosta dalle vulgate e contribuisce a dare un giudizio complessivo su quella che rappresentò la prima guerra civile italiana. Forse una guerra un po’ Ibrida, si direbbe adesso, non  una guerra di classe come il buon Fornaro sembra sottintendere. Ovviamente non prendo neppure in considerazione le menzogne filoborboniche riemerse di recente che non hanno nessun valore storico.

Al via il Piano Neve del Comune di Torino

 

L’inverno è alle porte e la macchina della prevenzione e gestione del rischio neve e ghiaccio è già pienamente operativa.

La Cabina di Regia Neve (CRN) è stata convocata dal Comandante del Corpo di Polizia Locale lo scorso 6 novembre e riunisce tutti gli attori chiave della Città, da AMIAT a GTT, dalla Protezione Civile alla Polizia Locale e tutte le Divisioni e i Dipartimenti della Città coinvolti, tra cui Verde Pubblico, Servizi Pubblici Locali, Grandi Opere, Infrastrutture e Mobilità.

Il Piano Neve per la stagione in corso, approvato dalla Giunta Comunale su proposta dell’assessora Chiara Foglietta, si concretizza in un dispositivo di intervento progettato per garantire la protezione prioritaria delle arterie principali e dei punti più sensibili. Tale programma di azioni da attuare in caso di nevicata, è stato predisposto da Amiat in piena armonizzazione con le procedure previste dal Piano di Protezione Civile.

Tra i servizi erogati da Amiat rientra, infatti, anche quello per la viabilità invernale, sulla base del quale la società del Gruppo Iren, partecipata dal Comune di Torino, interviene sulla rete stradale con attività di stoccaggio e distribuzione sale, insalamento preventivo, insalamento di abbattimento in corso di evento e sgombero neve su rete viaria, aree mercatali, marciapiedi degli edifici delle scuole comunali e parcheggi a rotazione dedicati alle persone con disabilità. Restano escluse le aree interne dei cimiteri cittadini e il verde pubblico, ad eccezione dei percorsi asfaltati di accesso ai parchi Valentino, Pellerina e Ruffini. GTT continuerà ad occuparsi del servizio di insalamento e sgombero neve delle fermate dei mezzi pubblici, in continuità con la manutenzione ordinaria.

La Cabina di Regia Neve (CRN) è lo strumento che facilita e garantisce il coordinamento degli interventi, attivandosi preventivamente in base alle previsioni meteo e rimanendo operativa fino all’esaurimento delle criticità.

È proprio la CRN a disporre l’attivazione delle specifiche azioni previste dal “semaforo” di attivazione del Piano Neve, che si articola in quattro livelli a seconda dell’entità della nevicata: al livello verde (0-5 cm) interviene la sola formazione di mezzi per l’insalamento, mentre a partire dal livello giallo (6-10 cm) intervengono i mezzi per lo sgombero della neve secondo numeri progressivamente crescenti. Alle operazioni meccanizzate si aggiungono, inoltre, addetti Amiat e spalatori GTT per la spalatura a mano in numero crescente, in riferimento ai livelli Arancione (11-20 cm) e Rosso (oltre 20 cm).

Parallelamente all’azione pubblica, si ribadisce l’importanza della collaborazione da parte dei privati per la sicurezza collettiva: proprietari, amministratori e conduttori di stabili sono infatti chiamati a provvedere alla tempestiva rimozione della neve e alla rottura e copertura del ghiaccio con materiale antiscivolo sul tratto di marciapiede prospiciente il loro immobile. Devono essere rimossi tempestivamente ghiaccioli e blocchi di neve sporgenti e a rischio caduta da grondaie, balconi o terrazzi e, se necessario intervenire da tetti o luoghi elevati, l’area interessata al suolo pubblico deve essere delimitata e vigilata. È inoltre obbligo dei proprietari verificare che alberi, cespugli o loro parti, sovraccarichi di neve o ghiaccio, non creino rischio per l’incolumità pubblica, protendendosi pericolosamente sulla strada o sui marciapiedi.

Per ogni informazione relativa ai servizi e agli interventi di viabilità invernale, i cittadini possono fare riferimento al Numero Verde Amiat (operativo h24 dal 1° novembre al 31 marzo): 800 679 738. È inoltre attiva la casella di posta istituzionale della Città (dal lunedì al venerdì in orario d’ufficio): viabilitainvernale@comune.torino.it.

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Collezioni di Arte Moderna: conferenza a Torino

 Dal 28 al 30 novembre si terrà alle OGR Torino, al Teatro Carignano e alla Centrale Nuvola Lavazza la 57ª Conferenza Annuale di CIMAM – International Committee for Museums and Collections of Modern Art. L’evento, organizzato da CIMAM, è sostenuto dalla Fondazione Arte CRT e dalla Fondazione CRT, ed è curato dal Comitato dei Contenuti, in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la Fondazione Torino Musei ed il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, con la partecipazione di musei e istituzioni della città. Questa collaborazione tra le principali istituzioni culturali torinesi sottolinea l’impegno della città nel promuovere l’arte contemporanea e il dialogo culturale.

L’edizione 2025 intitolata “Enduring Game: Espandere nuovi modelli di Costruzione museale”, con il motto guida “Of Necessity Virtue” (Di Necessità Virtù), segna il ritorno di CIMAM in Italia dopo quasi cinquant’anni, dal suo ultimo appuntamento italiano a Bologna e Prato nel 1976. L’evento, che coinvolgerà oltre 300 delegate e delegati da circa 90 Paesi, mira a riunire professionisti museali del settore dell’arte moderna e contemporanea in uno spirito di indagine critica e immaginazione collettiva per esplorare il ruolo in evoluzione delle istituzioni d’arte contemporanea in un contesto globale sempre più complesso. Attraverso il Travel Grant Program, giunto alla 20esima edizione, inoltre, è garantita la partecipazione di voci e prospettive diverse provenienti da economie emergenti, che arricchiscono il dibattito e promuovono una maggiore equità all’interno del settore.

Il ritorno in Italia della Conferenza Annuale di CIMAM, ospitata a Torino, è un riconoscimento del ruolo che la città e le sue istituzioni hanno saputo costruire nel panorama internazionale dell’arte contemporanea. La Fondazione CRT è orgogliosa di sostenere questo appuntamento, che valorizza il dialogo tra musei, artisti e professionisti provenienti da tutto il mondo e rafforza il posizionamento di Torino come laboratorio di idee, creatività e innovazione culturale – dichiara la Presidente della Fondazione CRT Anna Maria Poggi -. Il 2025 è un anno particolarmente significativo per la Fondazione CRT: l’arte contemporanea è da sempre al centro della nostra azione, anche grazie all’impegno della Fondazione Arte CRT che da 25 anni contribuisce in modo determinante alla crescita e alla valorizzazione del patrimonio artistico del territorio. L’apertura al pubblico del nuovo progetto espositivo Il Museo Immaginario e le recenti acquisizioni effettuate alla Fiera Internazionale di Artissima – ben 26 opere, rese possibili dal budget più alto degli ultimi anni – testimoniano una visione strategica che mette in dialogo collezione e pubblico. Eventi come la Conferenza Annuale di CIMAM ci ricordano quanto il ‘fare sistema’ tra istituzioni, fondazioni e comunità sia fondamentale per rendere la cultura un motore di meraviglia e di sviluppo condiviso”.

Città in continua evoluzione, Torino incarna il potere trasformativo della cultura nel ridefinire l’identità di una città e, in una certa misura, di un intero Paese. Un tempo sinonimo dell’industria automobilistica italiana, Torino ha subito una profonda rigenerazione post-industriale, trasformando ex fabbriche e magazzini in vivaci spazi culturali che sono ora al centro della vita urbana contemporanea, rendendola un’importante destinazione culturale europea. Un elemento centrale di questo successo è la sinergia con cui le istituzioni artistiche pubbliche e private della città lavorano fianco a fianco, continuando a plasmare il suo panorama culturale attuale. Culla di uno dei movimenti artistici più influenti del XX secolo, l’Arte Povera, è da sempre un luogo di sperimentazione artistica e oggi si offre come scenario ideale per una conversazione globale sul ruolo dei musei e dell’arte contemporanea nella trasformazione sociale.

Ho creduto fortemente, fin dall’inizio, nella candidatura di Torino a città ospite della Conferenza annuale di CIMAM”, spiega Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente dell’omonima Fondazione e dal 2023 alla presidenza della Fondazione Arte CRT. “Città di musei e fondazioni, di artisti, artiste, gallerie, case editrici e imprese culturali, Torino conta su una preziosa eredità storica sulla quale ha fondato la propria vocazione di città-laboratorio della contemporaneità. Grazie all’impegno corale di istituzioni pubbliche e private, grazie alla visione di persone illuminate e a una rete di relazioni internazionali, Torino ha costruito nel tempo un ecosistema dell’arte strutturato e flessibile, che è stato capace di farsi protagonista della vita e della cultura della città nelle sue diverse stagioni. Ha saputo rispondere ai cambiamenti, trasformando le necessità e le difficoltà in invenzioni, sperimentazioni e nuove pratiche. La Conferenza di CIMAM è dunque un capitolo significativo del nostro percorso e, soprattutto, è un’occasione rara e straordinaria per unire voci, esperienze, culture, per scambiare e cambiare le nostre idee sul ruolo dell’arte e delle istituzioni artistiche nel presente e immaginare insieme i nostri futuri”.

Il tema Enduring Game (e il mantra Of Necessity Virtue) di questa 57esima edizione della Conferenza risponde alle sfide urgenti che i musei affrontano a livello globale: le pressioni finanziarie e politiche, le divisioni sociali e la necessità di reinventarsi, interrogandosi al contempo sul modo in cui i musei possano bilanciare resistenza e resilienza, ripensando al contempo la governance, le pratiche curatoriali, le strutture dei team e l’impegno comunitario, al fine di costruire istituzioni radicate nella solidarietà, nella cura e nell’immaginazione.

La Conferenza Annuale 2025 di CIMAM è curata da un Comitato dei Contenuti composto da Chus Martínez (Direttrice dell’Istituto Art Gender Nature di Basilea) che ne sarà presidente, Chiara Bertola (Direttrice della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino), Bernardo Follini (Curatore Senior della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), Leevi Haapala (Preside dell’Accademia di Belle Arti dell’Università delle Arti di Helsinki), Malgorzata Ludwisiak (Ph.D., Esperta di gestione museale, Curatrice indipendente, Docente universitaria, Varsavia), Francesco Manacorda (Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea), Victoria Noorthoorn (Direttrice del Museo de Arte Moderno di Buenos Aires), Davide Quadrio (Direttore del MAO Museo d’Arte Orientale) e Kamini Sawhney (Responsabile Progetti d’Arte Pubblica, BlrHubba, esperta museale e curatrice indipendente, Bangalore).

La conferenza di quest’anno vuole essere un momento collettivo di pausa e di riflessione, un’opportunità per affrontare questioni difficili e per immaginare nuovi modelli istituzionali in risposta a un panorama sempre più complesso. Analizzando l’attuale clima di antagonismo politico e sociale, cercando di prevedere le future traiettorie per le istituzioni d’arte contemporanea, ci si interrogherà su come i musei potranno ritrovare il proprio equilibrio e riaffermare la loro rilevanza, così come le loro missioni sociali, pedagogiche e culturali, in un mondo frammentato.

Incentrata su un tema chiave che affronta le questioni urgenti del settore, la Conferenza offre un contesto dinamico per la riflessione critica e lo scambio attraverso un ricco programma che include keynote lectures, panel, workshop e visite ai luoghi d’arte della città ospitante. Attraverso tre giornate tematiche che combinano keynote accademiche di spicco come quelle di Françoise VergèsElizabeth Povinelli e Mariana Mazzucato con interventi artistici di performer quali Alessandro SciarroniAbdullah Miniawy e Diana Anselmo, chiamati a interpretare il presente che tutti affrontiamo e a innovare collettivamente strategie e metodologie, il programma è strutturato per superare il dialogo convenzionale e generare strategie concrete sia attraverso l’ascolto che il contributo attivo dei partecipanti.

Le tre keynote speaker principali – Françoise VergèsMariana Mazzucato e Elizabeth Povinelli – condividono un impegno profondo nel ripensare le eredità del colonialismo, della modernità e del potere. Ognuna lavora in modo interdisciplinare (abbracciando storia, teoria politica, filosofia e antropologia) per interrogare le strutture che plasmano il nostro presente culturale, immaginando al contempo alternative per il futuro. Ciò che le unisce è la loro capacità di intrecciare il pensiero speculativo e performativo con una rigorosa conoscenza del passato, aprendo possibilità etiche e politiche per futuri più giusti, plurali e decoloniali.

Come Presidente della Fondazione Torino Musei, che rappresenta le collezioni civiche della città di Torino  dichiara Massimo Broccio, Presidente della Fondazione Torino Musei  sono onorato che il CIMAM 2025 si tenga nella nostra città, dove esiste un eccellente sistema museale, attento all’inclusione e alle innovazioni e con una stretta collaborazione tra le varie istituzioni culturali pubbliche e private che lo compongono. Il comitato organizzativo e curatoriale, del quale fanno parte con nostro grande orgoglio anche i direttori della GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea e del MAO Museo d’Arte Orientale, ha pensato a un format nuovo per questi tre giorni di incontri, in cui gli interventi e i workshops, di altissimo livello, sono innestati e contaminati attraverso il linguaggio performativo artistico, fortemente poetico e ideale. In questo formato sostenibilità museale, collaborazione e trasformazione innovativa diventano paradigmi e temi di dialogo urgente, aprendo a nuove opportune possibilità di evoluzione dei musei contemporanei.”

 

Torino ha un ecosistema di istituzioni pubbliche e private dedicate all’arte contemporanea veramente prezioso – dichiara Francesco Manacorda, Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea –, accogliere il CIMAM in questo contesto è un’occasione di scambio e di crescita che mette in luce il ruolo che la contemporaneità ha sempre avuto per questa città. Il tema del convegno è quanto mai urgente e le persone coinvolte di qualità stellare. Da questo evento la città ne uscirà rafforzata e con contatti e conversazioni aperte fondamentali a punti strategici chiave quali la sua innovazione e internazionalizzazione”.

Nel 2025, il CIMAM celebra il 20° anniversario del suo Travel Grant Program, che quest’anno sostiene 39 direttori, curatori e ricercatori provenienti da 20 Paesi per partecipare alla Conferenza Annuale. Il programma garantisce inclusività e diversità supportando professionisti provenienti da economie emergenti, consentendo loro di contribuire con le proprie prospettive a questi dibattiti globali e rafforzando il loro sviluppo professionale attraverso il dialogo e lo scambio. Il Travel Grant Program del 2025 è finanziato da Getty Foundation, Saastamoinen Foundation, Teresa A. L. Bulgheroni, Colección Patricia Phelps de Cisneros (CPPC), Mercedes Vilardell, Aimée Labarrere de Servitje, Eloisa Haudenschild, Fernando Zobel de Ayala, Chitra Talwar.

La nuova Siria fra Speranze e timori

L’8 dicembre del 2024 cadeva in Siria il regime dittatoriale di Bashar al-Assad. La comunità cristiana siriana è da allora  sospesa fra  sentimenti contrastanti dopo  l’avvento al potere di Ahmed al-Sharaa, il presidente della nuova Siria, passato con i suoi fedelissimi per varie declinazioni del jihadismo, che cerca ora di accreditarsi sul piano internazionale come elemento di moderazione e stabilità.
Ne parla ,su invito del Centro studi Peirone, un testimone eccezionale , l’arcivescovo di Homs dei Siri, S.E.R padre Jacques Murad, che fu cofondatore con  padre Dall’Oglio ( scomparso forse ucciso dai jihadisti )  del monastero di Mar Musa.
Alla fine dell’incontro è possibile partecipare alla cena d’onore con S.E.R. padre Mourad il cui ricavato sarà devoluto a favore dei cristiani della sua diocesi. La cena si deve prenotare entro venerdì 28 novembre inviando mail a info@centro-peirone.itCosto della partecipazione 60 Euro.
Martedì 2 dicembre ore 18, Teatro della Piazza dei Mestieri,  via Jacopo Durandi, 13. Cena inizio ore 20.

Surf & Sup Inclusivo. Un mare di sport e inclusione

La Federazione Italiana Surfing, Sci Nautico e Wakeboard (FISSW), grazie al supporto di Aeroporti di Roma in accordo con ENAC, illustra il progetto “Surf & Sup Inclusivo – Un mare di sport e inclusione”, un’iniziativa nata per avvicinare al mare e allo sport persone con disabilità motorie e cognitive e, più in generale, chi vive situazioni di fragilità sociale, offrendo un ambiente sereno, protetto e aperto alla partecipazione delle famiglie.

Il percorso si è sviluppato durante i mesi di ottobre e novembre sulle spiagge di Fregene e Fiumicino, coinvolgendo un centinaio di partecipanti. Le attività sono state rese possibili grazie alla incessante opera delle associazioni sportive affiliate FISSW del territorio — ASD Point Break Fregene, ASD Sogno del Surf e ASD Sogno del Mare— che hanno guidato i partecipanti nel vivere alcune intense giornate di Surf e Sup, ciascuna della durata di quattro ore, seguite da istruttori federali e terapisti qualificati.

Il clima di cura e attenzione è stato uno dei tratti distintivi dell’iniziativa. Le ASD hanno descritto così la propria giornata dedicata ai ragazzi: “Abbiamo dedicato l’intera giornata ai ragazzi, facendoli entrare in acqua in gruppi da 6-8 per garantire la sicurezza e una bellissima esperienza a tutti”. Un approccio che riassume perfettamente lo spirito del progetto: favorire l’inclusione attraverso lo sport, promuovere il contatto con la natura e la collaborazione tra famiglie, operatori e associazioni del territorio.

Surf & Sup Inclusivo: Un mare di sport e inclusione” è parte di un progetto più ampio che coinvolge diverse Federazioni Sportive Nazionali, reso possibile da Aeroporti di Roma ed ENAC, con l’obiettivo di valorizzare percorsi che rafforzano inclusione, accesso allo sport e legame con il territorio. Un percorso che valorizza le realtà che operano nel sociale sul territorio di riferimento e che mira ad offrire nuove opportunità di partecipazione a tutte le persone in condizioni di fragilità.

La giornata conclusiva si è tenuta sabato 22 novembre a Fregene  con la partecipazione del Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, l’occasione per ripercorrere quanto vissuto, per celebrare i risultati raggiunti e rinnovare l’impegno verso un mare sempre più inclusivo, accessibile e aperto a tutti.