ilTorinese

Faletti, artista poliedrico e grande piemontese

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Asti ha tributato nel corso degli anni ricordi costanti a Giorgio Faletti mancato immaturamente dieci anni fa:  gli vennne dedicata la biblioteca astens(con un atto di un certo coraggio proprio nella città che vive nel culto quasi esclusivo di Vittorio Alfieri ) e una lapide sulla casa natale in cui laconicamente Faletti è stato definito “artista eclettico”, mentre forse si intendeva poliedrico. Eclettico appare infatti riduttivo per lui che non si limitò a miscelare diversi elementi, ma riuscì ad avere uno stile inimitabile come attore e anche come scrittore. Proprio nel decennale della morte il “Corriere della Sera” insieme alla Nave di Teseo pubblicano “Io uccido” che fu uno dei suoi più grandi successi. La vedova sta programmando iniziative importanti che consentiranno di ricordarlo degnamente. Finora il suo mito è rimasto quasi solo circoscritto ad Asti ,lui che ironizzava con finezza sull’essere della provincia astigiana, esattamente diPasserano Marmorito.

La comicità piemontese è cosa abbastanza rara, se escludiamoMacario e Campanini che sono gli unici che ebbero una rilevanza nazionale. Faletti soprattutto per merito di Antonio Ricci e di Drive In,ebbe un successo nazionale strepitoso dopo anni di impegno anche nel cabaret. La sua non era una comicità volgare giocata sui doppi sensi, ma un modo immediato e alla sua maniera raffinato e colto di suscitare il riso. In televisione riusciva sempre a divertire.  Già allora far ridere era un’impresa molto ardua, a meno dell’ilarità involontaria suscitata da persone molto serie che non intendono  provocare affatto il riso. Una volta parlammo anche di questo tema e le sue battute su questo tipo di comicità involontaria furono esiliranti: peccato non fosse sul palco,ma in un piccolo caffè di Albenga dove gli avventori non poterono non ridere di gusto. Era già ammalato, ma non aveva perso la sua personalità frizzante e libera. Non era impegnato politicamente come altri, ricordo che lo paragonai a Bruno Lauzi e fu felice di questo accostamento.

Questa capacità di essere attore, paroliere, scrittore da’ il senso di un’opera che ancora oggi è difficile da considerare nel suo insieme.

Va ricordata la sua canzone “Signor tenente” proposta nel 1994 a Sanremo che resta una rara testimonianza di alto civismo in ricordo delle stragi mafiose di Capaci e Via d’Amelio e una denuncia delle condizioni di lavoro delle Forze dell’Ordine italiane e in particolare dei Carabinieri in un periodo in cui era ancora viva l’eco delle stragi degli anni precedenti che sembrarono scuotere dalle fondamenta la Repubblica.

A fronte di tanti cantautori che hanno esaltato la trasgressione, la contestazione, la droga e il sesso estremo, ripudiando ogni regola morale, la figura di Faletti brilla nella sua ilarità sempre piacevole, bonaria e corretta, nella sua moralità di uomo libero e di artista non artificioso. Faletti resta un grande piemontese e un grande astigiano, figlio di una terra in cui la fatica dei campi è la cifra della propria vita come diceva un altro grande astigiano, Davide Lajolo.

 

“Gran Paradiso dal Vivo”: c’è anche il “teatro a pedali”

Il Festival teatrale in natura organizzato nel “Parco Nazionale” più antico d’Italia

Sabato 6 luglio, ore 21

Frassinetto (Torino)

Particolarità non da poco. E’ l’unico “Festival di Teatro” in natura realizzato in un Parco Nazionale. Per la precisione sul versante piemontese del Parco Nazionale del “Gran Paradiso”  (il più antico d’Italia), cui si deve l’ideazione e la promozione, con il contributo delle Unioni Montane “Gran Paradiso”, “Valli Orco e Soana”, “Fondazione CRT”, “IREN”, “SMAT” e “Città Metropolitana”, e l’organizzazione di “Compagni di Viaggio” insieme alla direzione artistica di Riccardo Gili“Gran Paradiso dal Vivo”, ormai giunto alla sua settima edizione, porterà in scena da sabato 6 a domenica 21 luglio10 eventi unici e irripetibili, con la partecipazione di “Compagnie” provenienti da 5 diverse regioni italiane.

Sabato 6 luglio, per la prima giornata, sono in programma tre appuntamenti tra cui “Mi abbatto e sono felice”uno spettacolo all’interno della “Centrale Idroelettrica Iren” di Rosone a Locana fondato sull’“energia rinnovabile” prodotta direttamente dall’attore in scena … “pedalando”!

Ma andiamo per ordine.

Il primo appuntamento di “Gran Paradiso dal Vivo”sabato 6 luglio, è alle ore 16,30 a Frassinetto, alla “Borgata Chiapinetto” nei pressi della “Chiesa di Santa Croce” con la “Compagnia” toscana “Archetipo” che presenta “Il libro dei Numeri” con Angela Torriani EvangelistiSabina CesaroniValentina Sechi e Riccardo Massai. Come raccontare oggi la Bibbia e renderla presente? Come raccontare un testo come “Il libro dei Numeri”? Lo spettacolo è una domanda costante su questi aspetti e si sviluppa con un linguaggio estremamente contemporaneo e a tratti dissacrante, “dove le affascinanti elaborazioni vocali, sonore e danzate creano un’atmosfera e un paesaggio straniante, fuori e oltre ogni tempo”.

Segue, alle 17.30, nella stessa locationla presentazione dello studio site specific “Disegno divino”, un progetto di Christian Gallucci, con Christian Gallucci e Anna Sala. Testo già vincitore di “Oltre le nuvole”, “Premio di Drammaturgia di Montagna” in collaborazione con “Teatro Verdi Pordenone” e “CAI-Club Alpino Italiano”, nasce dalla residenza artistica della “Compagnia” a Frassinetto, in collaborazione con la “Rete Terre Alt(r)e”. La trama, in sintesi. Il parroco di un piccolo villaggio di montagna, dedito da qualche anno alla mappatura del territorio e dei cambiamenti dovuti al clima, ritrova sul ghiacciaio i corpi di due dispersi, padre e figlio. Il ritrovamento riporta al villaggio Stephanie, moglie e madre dei due e vecchia amica del parroco, cui decide di affidare una messa in memoria. Il ghiacciaio, già in grande sofferenza, crolla. Per il paese sembra non esserci speranza di ripresa, assediato dalla vecchiaia dei suoi abitanti e da un turismo “giornaliero” che ne consuma le risorse. Nel frattempo, “due escursionisti della domenica” passano di là, ignari del dolore che coinvolge gli abitanti del villaggio. Inconsapevoli del crollo del ghiacciaio puntano, tra diverse lamentele, a qualche cima, pronti a tornare in città, alla loro vita quotidiana … Il prosieguo a voi!

La prima giornata, infine, si conclude alle 21,30 Locana, nella “Centrale Idroelettrica IREN” di Rosone, con uno spettacolo – come in precedenza detto – fondato sull’energia rinnovabile che viene prodotta direttamente dall’attore in scena “pedalando”: “Mi abbatto e sono felice” di “Mulino ad Arte” con Daniele Ronco. Si tratta di un monologo a impatto ambientale zero, autoironico, dissacrante, che vuole far riflettere su come si possa essere felici abbattendo l’impatto che ognuno di noi ha nei confronti del pianeta. La felicità dell’uomo occidentale pare essere direttamente proporzionale a quanto produce e quanto consuma. Ma è davvero così? “Mi abbatto e sono felice”, rifacendosi ai principi etici della “Decrescita felice”, accompagna il pubblico “in un viaggio che fa la spola fra un passato intriso di freschezza e genuinità̀ e un presente frenetico e stanco di correre”.

Per info e intero programma: www.cdviaggio.it/granparadiso-dal-vivo

g.m.

Nelle foto:

–       “Numeri”

–       “Disegno Divino”

–       “Mi abbatto e sono felice”

Giacomo Ponti nel consiglio dell’Unione Italiana Food

Giacomo Ponti, Presidente della Ponti Spa, di Italia del Gusto e del Gruppo Aceti di Federvini, è stato eletto membro del Consiglio dell’Unione Italiana Food, l’associazione che rappresenta direttamente oltre 500 imprese delle categorie merceologiche alimentari in Italia, e di Centromarca, la realtà che raccoglie circa 200 imprese in rappresentanza di 2.400 marchi dell’industria nazionale, nell’ambito delle rispettive Assemblee annuali.

“Sono onorato dell’elezione nei Consigli di due organizzazioni così prestigiose che esprimono comparti industriali e produttivi fondamentali per lo sviluppo del nostro tessuto economico e sociale – ha dichiarato Giacomo Ponti, Presidente di Ponti Spa -. Le nostre imprese garantiscono infatti capacità di investimento e innovazione decisive che siamo chiamati a preservare e a rafforzare. Ringrazio tutti gli associati che hanno voluto affidarmi questi nuovi ruoli di responsabilità, che mi vedranno impegnato per la valorizzazione delle eccellenze del Made in Italy e per il sostegno instancabile alla crescita delle filiere italiane nel mercato globale”.

 

Nello zaino 38 ovuli di droga. Arrestati in due

Gli agenti del Commissariato di P.S. Barriera Milano hanno tratto in arresto due uomini di origini nigeriane di quaranta e quarantacinque anni gravemente indiziati per il reato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

Durante il servizio di controllo del territorio i poliziotti notano due persone a bordo di un’autovettura transitare sul Rondò della Forca. Al momento del controllo, i due si mostrano molto nervosi e agitati. Tale atteggiamento insospettisce gli agenti.

I poliziotti perquisiscono il veicolo, dove sul sedile posteriore rinvengono uno zaino con all’interno 38 ovuli termosaldati contenenti cocaina, dal peso complessivo di 403 grammi e una retina di colore verde talvolta utilizzata dai cosiddetti ovulatori per trattenere gli ovuli una volta espulsi dal corpo.

A seguito di accertamenti, gli agenti estendono la perquisizione anche al domicilio di entrambi, in particolare in uno degli immobili, si rinveniva la somma di denaro di 2.150€ in contanti suddivisi in banconote di vario taglio, nascosta in un giubbotto nella camera da letto.

Ecco come saranno i nuovi battelli green sul fiume

Il Po tra passato, presente e futuro

Alla presenza dell’assessore ai Fiumi e al Verde pubblico, Francesco Tresso, è stata inaugurata a Palazzo Madama la mostra “CHANGE! Ieri, oggi, domani. Il Po”. L’esposizione, ospitata nella sala del Senato fino al 13 gennaio 2025, condurrà il visitatore in un viaggio ideale lungo il Grande Fiume, tra installazioni artistiche, capolavori pittorici e cartografie storiche che raccontano in modo efficace, immediato e accessibile il tema della crisi climatica.

Il fiume Po rappresenta un’importante leva di cambiamento su cui la Città di Torino sta investendo grazie ai fondi del PNRR. Con il “progetto fiume” Torino mira a rafforzare il suo rapporto con il Po, elemento di connessione tra i principali luoghi turistici e culturali della città, come parchi, musei e residenze reali, nonché un fondamentale asse di sviluppo sportivo, ricreativo e naturalistico.

In questi giorni è stato completato l’ultimo tassello del progetto con l’assegnazione del bando per la realizzazione dei battelli, che torneranno a solcare il fiume a partire dall’autunno del 2026. L’azienda nautica finlandese Mente Marine si è aggiudicata la gara e fornirà imbarcazioni dal design innovativo e full electric – primo caso in Italia – dotate di sensori in grado di acquisire dati e informazioni sullo stato di salute del fiume durante la navigazione.

L’imbarcazione sarà tipo catamarano, con doppio scafo in vetroresina e sovrastruttura in alluminio, con ampie vetrate per offrire una visuale completa. Il ponte superiore sarà parzialmente calpestabile, permettendo ai passeggeri di godere di una vista panoramica durante la navigazione. Il layout interno sarà flessibile e in grado di adattarsi a diverse configurazioni. Con una lunghezza di circa 15 metri, una larghezza di 5,5 metri e un peso di 15 tonnellate, l’imbarcazione avrà una capienza massima di 59 persone. Le batterie da 130 kwh garantiranno un’ampia autonomia e tempi di ricarica ridotti, con due punti di ricarica situati ai Murazzi e alla darsena che verrà realizzata nella zona di Italia 61. Inoltre, la passerella mobile a poppa garantirà piena compatibilità con i nuovi attracchi previsti lungo il percorso.

L’imbarcazione prevederà anche postazioni per le biciclette, integrando così la navigazione al sistema intermodale di modalità urbana leggera che si sviluppa lungo le sponde del fiume. L’accessibilità a bordo per le persone con disabilità sarà garantita dalla passerella mobile che si adatterà automaticamente ai vari approdi.

Il progetto non si limita a reintrodurre la navigazione sul fiume, ma punta a creare un’esperienza immersiva dell’ambiente fluviale, che verrà completata dal nuovo spazio a terra – il River Center – la cui realizzazione è in corso nelle arcate dei Murazzi. Sarà un hub di informazione e condivisione, pensato per raccontare e valorizzare il “sistema fiume” nel suo complesso. Attrezzato per eventi e attività innovative, sarà anche un luogo di valorizzazione e promozione turistica della città, a disposizione di tutti gli attori che vivono quotidianamente il fiume. Il termine dei lavori per il River Center è previsto per la fine del 2024.

L’assessore Francesco Tresso ha dichiarato: “È splendido vedere il fiume Po dalla città, ma è ancora più affascinante ammirare la città dal suo fiume. Presto, torinesi e turisti potranno vivere nuovamente questa esperienza, grazie a modalità innovative e immersive che metteranno in risalto lo stretto legame tra Torino e il suo fiume principale. Il Po è indissolubilmente legato alla storia di Torino – continua l’assessore -, ne rappresenta il presente e, grazie a questo progetto che apre nuove prospettive di sviluppo, sarà sempre più parte del futuro della città. È un elemento di connessione tra luoghi e persone, nonché un vero e proprio laboratorio di conoscenza a cielo aperto e un luogo di innovazione e sperimentazione sulle tematiche legate ai cambiamenti climatici”

TORINO CLICK

Saldi dal 6 luglio, Ascom: “Spostiamoli ad agosto”

202 euro la spesa prevista a famiglia. Presidente Coppa: «C’è molta attesa da parte dei commercianti, confidiamo in un clima più stabile». Orecchia, coordinatore Gruppo Moda: «Da noi soprattutto capi di stagione ed esperti di moda sempre disponibili per creare outfit unici».

 La data ufficiale di inizio dei saldi estivi è fissata per sabato 6 luglio e la durata stabilita in otto settimane, fino al 31 agosto. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà in media 202 euro, per un valore complessivo nazionale di 3,2 miliardi di euro e di oltre 300 milioni per il Piemonte.

«Il periodo promozionale estivo prende il via in un contesto complesso – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio Torino Maria Luisa Coppa -, come avevamo già evidenziato in occasione dei saldi invernali. Il cambio di abitudini dei consumi, la diminuzione del potere di acquisto delle famiglie e il clima anomalo hanno certamente rallentato gli acquisti nei mesi passati, determinando per questi saldi molta attesa da parte dei commercianti. I negozianti stanno già allestendo le vetrine con lo stile elegante tipico di Torino e con le ispirazioni moda più intriganti. Sono pronti ad accogliere i clienti a braccia aperte, con il sorriso e con competenza. Fiducia, professionalità, accoglienza e qualità sono le caratteristiche che ci contraddistinguono e che vengono riconosciute sia dalla clientela locale, sia dai sempre più numerosi turisti».

Lo scorso anno la previsione di spesa era stata leggermente più alta, con uno scontrino medio pari a 213 euro a famiglia, ma l’estate torrida e l’inflazione ancora pesante avevano inibito parte degli acquisti. Quest’anno la stabilizzazione dei costi e una grande disponibilità di merce potrebbero fare la differenza per un comparto, quello della Moda, che ha chiuso il primo trimestre 2024 con un calo medio nazionale del 4,2% e vede proprio nei saldi un momento importante di ripresa.

Lo sguardo dei negozianti torinesi è, ora, rivolto al cielo: se ci sarà bel tempo si prevede una buona stagione di saldi, se, al contrario, continueranno le perturbazioni atmosferiche ci sarà poca voglia di acquistare capi e accessori estivi.

«Stiamo ragionando su un’ipotesi che potrebbe piacere a molti operatori – dichiara il coordinatore del Gruppo Moda di Ascom Confcommercio Torino e provincia Roberto Orecchia, titolare dello storico Vestil, in piazza Statuto – e che vedo l’adeguamento del periodo promozionale ai nuovi trend climatici e alle nuove abitudini dei consumatori spostandone l’inizio ad agosto, in modo che a settembre e ottobre si possano ancora fare buoni acquisti e non si debbano mettere in vetrina cappotti e sciarpe, quando abbiamo ancora temperature estive o semi estive. Nei nostri negozi i saldi significano sicurezza di ciò che si sta acquistando. A differenza di altri modelli di vendita, nei negozi i capi in saldo sono per la stragrande maggioranza di stagione e si può essere certi di trovare veri e propri esperti di moda, di stile e di outfit che consigliano sempre al meglio. Torino, inoltre, offre una possibilità di shopping unica con i suoi portici, che rendono le passeggiate in centro estremamente piacevoli, passando da una vetrina all’altra, incentivati, anche dai ribassi che ci apprestiamo a fare».

«Ad ogni stagione di saldi – evidenzia la presidente Coppa – riaffiorano problematiche che non hanno ancora trovato soluzione, come la concorrenza sleale delle svendite anticipate e i ribassi spropositati dei colossi del web, che, lo ricordiamo, non pagano le tasse come i nostri imprenditori. Questo periodo promozionale estivo sarà il primo banco di prova della campagna di tutela e valorizzazione dei negozi di prossimità ‘Torino Compra Vicino’, che incoraggia cittadini e turisti a prediligere l’acquisto negli esercizi locali, dove si può vivere un’esperienza di shopping più personale e autentica e dove il consiglio e il sorriso non mancano mai. Auspichiamo che il Comune voglia intensificare gli sforzi soprattutto in questo periodo, valorizzando le nostre qualità e quel qualcosa in più che si può trovare solo in un negozio, sia esso storico o nuovo, a conduzione famigliare o gestito da giovani pieni di energia, e che difficilmente potrà essere ritrovato in un outlet, e, sicuramente, non su una piattaforma on line».

Dal Comune la proposta di più passaggi a Torino Stura

Dallo scorso gennaio le linee del Servizio ferroviario metropolitano  4 ‘Alba-Cirié’ e 7 ‘Fossano-Cirié’ non passano dalla stazione Stura dove fino all’anno scorso transitavano cinque linee di Sfm: 1 – 2 – 4 – 6 e 7. Torino Stura è nodo di interscambio per i pendolari dell’area nord della provincia torinese che possono parcheggiare l’auto mentre oggi le linee rimaste – Sfm 1-2-6 – lasciano periodi di oltre venti minuti senza passaggi.

Il Consiglio comunale con una mozione presentata da Antonio Ledda (Pd) approvata dalla Sala Rossa invita la Giunta di Palazzo civico a interloquire con Regione Piemonte e Agenzia della Mobilità Piemontese affinché concordino quanto prima con Trenitalia – gestore delle linee – una maggior frequenza di passaggi da Torino Stura per garantire lo stesso livello di servizio precedente gennaio 2024.

Al Mufant una mostra racconta Godzilla, il gigante giapponese

Si intitola ‘Godzilla minaccia atomica 1954-2024 genesi di un mostro’

 

È in corso al Mufant la mostra ‘Godzilla minaccia atomica 1954-2024 genesi di un mostro’, curata dai direttori del museo Silvia Casolari e Davide Monopoli e dal collezionista Andrea Attardo. Raccoglie oltre duecento oggetti tra giocattoli vintage, diorami, locandine, riviste e cartoline. Sarà visitabile fino al 7 luglio prossimo ed è stata realizzata dal Mufant in collaborazione e con il sostegno del Salone Internazionale del !ibro OFF, per celebrare il settantesimo anniversario di Godzilla, una delle icone più celebri del fantastico giapponese, tornato alla ribalta grazie all’attribuzione di un premio Oscar al film Godzilla Primus One. Nel 1954, esattamente settanta anni fa, esordiva nelle sale cinematografiche giapponesi il primo dei quasi quaranta film della saga del dinosauro più celebre di tutti i tempi.

Dal punto di vista cinematografico Godzilla Minus one ha vinto l’Oscar per gli effetti speciali, dimostrando quanto sia apprezzata dal pubblico e dalla critica la nuova linea visiva della serie che, per decenni, è stata legata ai pupazzi di gommapiuma indossati da attori.

Godzilla è tornato attuale per il suo legame con la minaccia atomica, che rappresentò in modo inequivocabile sia perché uscito in Giappone, segnato dalle tragedie di Hiroshima e Nagasaki, sia per il riferimento agli esperimenti nucleari americani nel Pacifico, che furono presi come spunto per il risveglio del mostro.

Quella di Godzilla fu la prima di una serie di cicliche invasioni di mostri e creature nipponiche, in Occidente, Italia compresa, invasione che anticipa di circa 25 anni quella dei super robot degli anni Settanta e di oltre sessant’anni la grande ondata dei manga e anime contemporanei.

Godzilla fu il primo di una serie di Kaiju (mostri) giapponesi che decretarono la fortuna e la fama della Toho, la casa di produzione cinematografica che lo creò.

Il primo film su ‘Godzilla re dei mostri’ ebbe una rilevanza che andò ben oltre la sua specificità di film di genere, fu uno tra i primi film realizzati da un Giappone post bellico, libero da poco tempo dal commissariamento statunitense ( il trattato di San Francisco che rendeva il Giappone nuovamente autonomo anche nelle produzioni culturali, entrò in vigore nella primavera del 1952).

Il film fu uno dei primi a raccontare gli orrori della guerra e del disastro atomico, atrocità che meglio non potevano essere rappresentate da un mostro preistorico, una specie di tirannosauro, risvegliato dalle esplosioni atomiche e da esse geneticamente modificato.

Oggi nel 2024 la grande ribalta che lo ha visto protagonista e vincitore dell’Oscar per gli effetti speciali, richiama alla memoria, rendendolo davvero attuale, il valore simbolico incarnato dal Godzilla degli esordi, un messaggio di ammonimento contro la potenza distruttrice della guerra e di armi sempre più micidiali.

L’immagine di Godzilla è stata delineata seguendo anche il pensiero di due studiosi novecentesci dell’arte e dell’immaginario, Aby Warburg e Gilbert Durand. Warburg coniuga il concetto di immagini archetipiche rappresentanti contenuti universali il cui ciclico ritorno attraverso i secoli è determinato dal riattualizzarsi di particolari circostanze storiche, analoghe a quelle originarie. In questo caso il ritorno di Godzilla si spiega nel suo riattualizzarsi come simbolo dei pericoli bellici. Tuttavia, seguendo l’intera saga mediatica di Godzilla tra Oriente e Occidente, una colossale produzione narrativa fra film, serie televisiva, racconti e romanzi, cartoni animati , videogiochi e giocattoli, se ne ottiene un’immagine talvolta opposta a quella originaria, o quantomeno molto meno definita.

L’immagine di Godzilla che si delinea nel contesto della lunga saga cinematografica di cui è protagonista, presenta una natura multiforme e confusa, che si sviluppa spesso in direzioni non coerenti tra loro. Godzilla è simbolo dei pericoli generati dalle tecnologie distruttive, ma anche simbolo della distruttivitá della natura, e questo attinge alla cultura millenaria del Giappone esposto a terremoti, maremoti e altri cataclismi naturali.

Possiamo affermare, facendo riferimento alle idee espresse da Gilbert Durand nella sua “Archetipologia generale” che Godzilla appartiene a quel particolare regime costituito dai simboli notturni, ossia simboli caratterizzati da una confusività la cui funzione è quella di generare rinascita e rinnovamento attraverso la fusione di valori e significati opposti, un magma originario delle rappresentazioni. Il dinosauro della Toho può essere pensato come simbolo stesso del fantastico, una funzione cognitiva e narrativa che genera nuove rappresentazioni attraverso un rimpasto delle forme immaginifiche universali.

Duecento sono gli oggetti in mostra tra i rari modellini vintage e contemporanei appartenenti alla collezione di Andrea Attardo, che si affiancano a trenta diorami originali a tema giurassico realizzati da Andrea Salimberti, alcuni manifesti cinematografici giapponesi e italiani, prime edizioni librarie, riviste e periodici italiani e stranieri dai primi anni del Novecento a oggi, rare cartoline postali giapponesi degli anni Settanta, i Pachimon, raffiguranti figure mostruose che attaccano i simboli delle principali città del mondo, figurine e riviste degli anni Ottanta e Novanta sul tema di Godzilla.

Il percorso espositivo racconta la storia di Godzilla a partire da alcuni approfondimenti dedicati al tema generale delle origini tardo ottocentesche dei dinosauri tra realtà e immaginario fantastico.

La mostra rimarrà aperta fino al 7 luglio e sarà accompagnata a partire dal 15 giugno da incontri sul fantastico giapponese e sulla paleoarcheologia.

 

Mara Martellotta

“Garesio Wine Prize for Documentary Photography” E’ Olga Cafiero la vincitrice

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Curato da “CAMERA” e promosso da “Exposed Torino Foto Festival” con il sostegno dell’Azienda Vinicola “Garesio”

Giovane, classe 1982, fotografa svizzera – italiana, oggi residente a Losanna, sul lago di Ginevra (nel Cantone di lingua francese del Vaud), è Olga Cafiero la vincitrice della prima edizione del “Garesio Wine Prize”, il nuovo Premio dedicato alla valorizzazione e alla promozione dei giovani talenti della fotografia contemporanea, promosso da “Exposed Torino Foto Festival”, il “Festival Internazionale di Fotografia” della Città di Torino. Dopo una laurea in “Fotografia”, un Master in direzione artistica all’“ECAL – Ecole cantonale d’art de Lausanne” e studi di Storia dell’Arte all’ “Università di Losanna”, Olga non è nuova ai successi e ai “momenti di gloria”. Fra i non pochi premi vinti figurano, infatti, l’“Hyères Festival de Mode et de Photographie”, il “BFF-Förderpreis”, lo “Swiss Design Award” e “L’enquête photographique Neuchâteloise”. Ragguardevole anche il numero delle mostre a lei dedicate in Svizzera, Italia, Francia, Olanda, Germania, Cina e Stati Uniti.

La giuria composta dal direttore artistico di “Exposed”, Menno Liauw, dal direttore artistico di “CAMERA”, Walter Guadagnini, e dalla titolare di “Garesio” (Azienda vinicola emergente di Serralunga d’Alba), Giovanna Garesio, ha incoronato, per questa prima edizione del Premio, Olga Cafiero , selezionandola tra i circa cento nuovi talenti della piattaforma europea “FUTURES Photography”, della quale “CAMERA” è l’unico rappresentante in Italia.

Al giudizio degli esperti, l’artista ha presentato alcune sue intense immagini appartenenti al Progetto “Flora Neocomensis” (2020) a lei assegnato dal Cantone di Neuchâtel, un vero e proprio censimento per immagini della flora locale, inseriti in un forte contesto storico, improntato sul rapporto “paesaggio e innovazione”, tema del Premio . “In poco più di un anno – sottolinea la Cafiero – ho dissotterrato più di 160 esemplari su più di 2.300 attualmente censiti, per un totale di sette serie fotografiche”. Il risultato è un singolare corpus di immagini, tanto rigoroso nell’approccio scientifico quanto poetico e affascinante nella sua resa visiva, “in cui l’incontro tra botanica, storia e fotografia dà vita a uno sguardo inedito e multidisciplinare sulla natura”. Il tutto attraverso cifre stilistiche capaci di ricondurre a giochi curiosi di sperimentazioni artistiche legate al contemporaneo, strizzando l’occhio al gusto parco e lineare della ricerca “minimal” o al groviglio di forme evanescenti di stesura e lettura informale, così come – in senso totalmente opposto – a certosine e vigorose perfezioni di tono seicentesco in cui “pittoricamente” paiono rispecchiarsi le “caraffe di vetro con i fiori” o i “canestri di frutta” di derivazione caravaggesca.

Per la sua vittoria, Olga Cafiero riceverà un premio in denaro e prenderà parte a una “residenza” presso la sede della “Garesio” a Serralunga d’Alba, nel cuore delle Langhe del Barolo, dove sarà impegnata nella realizzazione di un progetto fotografico che sarà presentato durante l’edizione 2025 di “Exposed”.

 

La premiazione si terrà a “CAMERA” (via delle Rosine 18, a Torino) martedì 9 luglio, alle 18,30, nel corso di un evento aperto al pubblico, cui seguirà un aperitivo a base dei prodotti dall’“Azienda Vinicola Garesio”.

L’incontro sarà anche un’occasione per presentare il “Premio”, approfondire il lavoro dell’artista e introdurre alcune anticipazioni sull’edizione 2025 di “Exposed”.

Per ulteriori info: “CAMERA”, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/0881150 o www.camera.to

Gianni Milani

Nelle foto dalla serie “Flora Neocomensis”:

–       Olga Cafiero

–       “Promenade”, 2020

–       “Lolium temulentum”, 2020

–       “Lilium martagon”, 2020