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La Festa del Piemonte al Colle dell’Assietta

NICCO: “LUOGHI CHE PARLANO DI CORAGGIO E RADICI, VALORI DA TENERE VIVI”

Un paesaggio mozzafiato, una data storica, e un popolo che non dimentica. Anche quest’anno il Colle dell’Assietta è stato il palcoscenico naturale della Festa del Piemonte, che celebra la storica battaglia del 19 luglio 1747 e il coraggio di chi seppe difendere la propria terra.

“Essere qui, oggi, con tanti sindaci, amministratori e cittadini è un’emozione unica. Questo è un luogo che incanta per la sua bellezza, ma anche che parla. Parla di coraggio, identità, radici”, le parole del Presidente del Consiglio regionale, Davide Nicco, che ha portato il suo saluto a nome di tutta l’Assemblea legislativa piemontese.

“Qui – ha proseguito – un manipolo di uomini scelse di non arretrare. ‘Nojàutri i bogioma nen’ non fu solo un grido di battaglia, ma una dichiarazione d’amore per la propria terra, per il Piemonte”.

Durante il suo intervento, Nicco ha ringraziato l’Associazione Festa dël Piemont al Còl ëd l’Assieta, la Protezione Civile, il personale del Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand, e Sua Eccellenza Monsignor Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, “per aver voluto ricordarci, anche nella lingua delle nostre radici, che la fede e i valori cristiani sono stati per secoli la bussola del nostro popolo. E lo sono ancora”.

Il Presidente ha poi sottolineato il valore attuale della ricorrenza:
“La Festa del Piemonte, istituzionalizzata due anni fa e fortemente voluta dall’ex Presidente Stefano Allasia, è un momento in cui ci ritroviamo come comunità. Per guardare indietro con gratitudine e avanti con speranza. Per ricordarci che valori come la libertà, la dignità e il senso del dovere non passano mai di moda”.

Nella sua chiosa finale, Nicco ha invitato tutti a custodire e tramandare ciò che l’Assietta rappresenta:
“Questi valori non ci appartengono per caso. Ci sono stati consegnati. Ora tocca a noi tenerli vivi, con l’impegno concreto di ogni giorno. Perché finché ci sarà anche solo un uomo o una donna pronta a dire “nojàutri i bogioma nen”, nulla andrà perduto. Ieri, oggi, sempre”, ha concluso il Presidente.

Dazi USA, oltre 15.000 posti di lavoro a rischio in Piemonte


L’analisi di ReportAziende: automotive, meccanica, salumi e formaggi Dop tra i comparti più colpiti. A rischio oltre 2,8 miliardi di euro di export regionale.
“Il rischio è strutturale per le filiere internazionalizzate”

L’introduzione dei nuovi dazi statunitensi minaccia seriamente il tessuto produttivo piemontese, con ripercussioni importanti per l’industria manifatturiera e l’agroalimentare della regione.

Secondo uno studio condotto da ReportAziende.it, basato su dati Istat ed Eurostat aggiornati al 2024, le esportazioni piemontesi verso gli Stati Uniti nei settori coinvolti dalle nuove tariffe ammontano a oltre 2,8 miliardi di euro. Particolarmente esposte risultano le province di Torino e Cuneo, dove sono presenti filiere strategiche legate all’automotive, alla meccanica di precisione e ai prodotti agroalimentari certificati.

Il comparto automobilistico torinese, ancora centrale per l’economia locale, è strettamente connesso al mercato americano, soprattutto per quanto riguarda componentistica, elettronica di bordo e sistemi di sicurezza. La meccanica di precisione e gli impianti industriali, diffusi anche nella provincia di Alessandria, destinano circa il 6% del proprio fatturato agli Stati Uniti. A Cuneo e Asti, l’attenzione è rivolta al settore agroalimentare di qualità, dove i formaggi stagionati, i salumi tipici e alcuni vini rossi Docg risultano fortemente penalizzati dal nuovo scenario tariffario.

A livello nazionale, l’export italiano verso gli USA supera i 70 miliardi di dollari annui, pari a circa 63 miliardi di euro. Di questi, oltre 30 miliardi interessano direttamente i comparti soggetti ai nuovi dazi. Le prime proiezioni stimano una perdita diretta fino a 9 miliardi di euro, che potrebbe salire tra i 18 e i 22 miliardi considerando anche gli effetti indiretti su filiere, investimenti e consumi, nel biennio 2025–2026.

Export italiano verso gli USA per comparto

I settori più colpiti includono farmaceutica, meccanica generale, automotive, macchinari industriali, vino e bevande, moda e pelletteria, arredo, metallurgia e acciaio, ed elettronica medicale. Il Piemonte è presente trasversalmente in quasi tutte queste categorie, grazie alla sua struttura produttiva integrata e alla forte incidenza di piccole e medie imprese esportatrici.

Effetti sull’occupazione in Piemonte

Secondo le stime di ReportAziende.it, il potenziale impatto occupazionale in Piemonte supera i 15.000 posti di lavoro, con effetti concreti attesi già entro la fine del 2025. A livello nazionale, la perdita stimata varia tra 115.000 e 145.000 occupati, con circa il 75% delle conseguenze localizzate nel Nord Italia.

Effetti sul mercato interno

Oltre alla riduzione degli ordini esteri, è previsto un effetto domino sul mercato interno dovuto all’accumulo di scorte e alla compressione dei margini. In Piemonte, ciò potrebbe generare un aumento dei prezzi al consumo fino al 10% in alcune categorie a elevata specializzazione, come formaggi Dop, salumi stagionati, componenti meccanici di precisione e veicoli di fascia intermedia.

Il Piemonte è storicamente una regione manifatturiera e agroindustriale, con filiere complesse e proiettate verso l’estero. L’esposizione al mercato statunitense è più alta di quanto si creda, anche in settori che non sempre compaiono sotto i riflettori. La nostra analisi segnala un rischio sistemico per le aziende fortemente legate all’export Usa. È necessario predisporre strumenti rapidi di supporto, basati su una comprensione puntuale dei territori e delle filiere coinvolte”, afferma il team di Analisi Economico Finanziarie di ReportAziende.it.

Lo studio si basa su fonti ufficiali Istat, Comext ed Eurostat, con dati aggiornati al biennio 2023–2024. Il report completo è disponibile su richiesta per enti istituzionali, associazioni di categoria e media.

Le Promesse di Cairo: “Toro al 90% e mercato super” (forse su Subbuteo)

 

Torino – Anche quest’anno, come le zanzare e i tormentoni estivi, torna l’annuncio rassicurante di Urbano Cairo: “Siamo al 90%, manca poco. Faremo un super mercato.”
Nel frattempo, Baroni – nuovo allenatore, nuovo entusiasmo, stessa pazienza di Giobbe – osserva silenzioso, mentre aspetta almeno un esterno vero ed altri due titolari. Forse arriveranno. Forse no. Ma intanto c’è fiducia. Tanta. Troppa.
I tifosi, ormai esperti di percentuali, sanno che il 10% mancante è sempre il più importante: quello dei colpi veri. Per ora, più che mercato super, pare un mercato super vago.
Ma tranquilli, è solo luglio. E come ogni luglio, il Toro… è quasi pronto.
Ahhhh scusate ho omesso che sto scrivendo del Toro “Subbuteo” il meraviglioso gioco da tavolo del calcio!

Enzo Grassano

“Ogni giorno arriva un dato economico o sociale negativo per Torino”

L’intervento

Ecco perché dopo  32 anni occorre cambiare musica in Comune.

Caro Direttore,

Benedetto Croce, il grande filosofo , diceva che la lettura dei giornali al mattino è la preghiera laica per chi, dico io, si interessa dei problemi della Città , delle sue aziende e della sua gente. Nella presentazione alla Camera dell’ultimo mio libro il dott. Gianni LETTA aveva sottolineato per primo la mia affermazione secondo la quale  sento come miei i problemi e le difficoltà di persone e aziende ed è per questo che sono determinato a cercare soluzioni. Non mi bastava essere incavolato perché il Comune di Torino a guida cinque stelle aveva detto NO alla TAV e così prima lanciai una petizione e poi mi decisi a organizzare quella grande Manifestazione SITAV che salvò l’opera più importante per rilanciare TORINO anche grazie all collaborazione delle Madamin. Mercoledì al convegno di Repubblica il sindacalista AIRAUDO ricordava agli ottimisti che il PIL piemontese , a causa della bassa crescita di Torino, è sceso all’undicesimo posto sulle 20 regioni italiane. La Confesercenti oggi ci dice che i nostri imprenditori stanno invecchiando , Banca d’Italia ci ha ricordato quanti giovani dopo gli studi vanno cercare lavoro all’estero e così noi perdiamo le energie migliori. Invece di fare qualcosa in Comune Lo Russo e i suoi amici, invece di cambiare marcia e trovare nuove soluzioni,  pensano a non perdere alle prossime elezioni amministrative in programma tra 22 mesi. Stamane Torino Cronaca ci dice che il Sindaco molte volte non partecipa al Consiglio Comunale, che è un po’ il consiglio di amministrazione della azienda Torino. Non una idea su come recuperare posizioni nella economia, la Fiat , nonostante l’appello del Cardinale, continua a pensare di investire all’estero, negli USA o in Marocco e addirittura pensa a vendere agli indiani la importantissima IVECO senza che venga proclamato uno sciopero. Stanotte i soliti teppistici hanno assaltato il cantiere della TAV, l’opera di gran lunga più importante per il futuro di Torino perché inserirà la nostra Città dentro la economia europea e dentro i traffici economici e turistici del futuro. Ultimi arrivano i dati Findomestic che dimostrano l’impoverimento della nostra gente.
Come abbiamo fatto tanti cattolici impegnati in politica a votare e sostenere queste amministrazioni mi risulta incomprensibile . Riconfermare una amministrazione di sinistra dopo che da trentadue anni amministra Torino sarebbe un suicidio che dovrebbe i cittadini che non hanno votato alle ultime elezioni a andare in massa alle prossime per cambiare musica e facce in Comune. Dobbiamo riprendere le idee e le proposte delle amministrazioni DC degli anni 50 che guidarono la rinascita della Città più bombardata.

Il rilancio potrà arrivare dalle infrastrutture ma anche dalla difesa del settore industriale che è il settore dove c’è più innovazione e che è l’unico settore insieme al terziario avanzato che può offrire uno sbocco di lavoro ai tanti ragazzi  che da tutte le parti di Italia e anche dall’estero  vengono qui a compiere gli studi universitari. Sarebbe un importante contributo al ringiovanimento della Città .

Buona Domenica,
Mino GIACHINO

Mini zoo abusivo in precarie condizioni igieniche

In un alloggio di San Salvario 40 pappagalli, 2 tartarughe d’acqua, 1 esemplare di drago barbuto, 1 cane e 1 gatto erano tenuti in pessime condizioni. Li hanno scoperti i Carabinieri del Nucleo Cites. Gli animali erano tenuti al buio e con le finestre chiuse, sottoposti a sofferenza fisica, date le elevate temperature estive. I vicini hanno chiamato i carabinieri per il cattivo odore che fuoriusciva dall’appartamento.

Chieri aderisce al “Focus Manifattura”

 

Il progetto prevede una mappatura delle imprese manifatturiere e artigianali Il Sindaco Sicchiero: “Avremo a disposizione una preziosa banca dati”

 

La Città di Chieri ha aderito all’iniziativa “Focus Manifattura”, che CNA Torino, con il contributo della Camera di Commercio, sta attivando su vari territori dell’area metropolitana nell’ambito del progetto “Impresa Servita”.

               Obiettivo del progetto è quello di realizzare una mappatura del sistema delle attività produttive e delle imprese artigianali del Comune di Chieri, al fine di identificare i fattori abilitanti, ovvero quelli che generano le condizioni ottimali affinché le imprese possano nascere, crescere e restare competitive in un dato territorio.

               Spiega il Sindaco Alessandro SICCHIERO: «È interesse della nostra amministrazione comunale poter disporre di un dettagliato quadro esigenziale, per meglio conoscere le reali necessità delle micro, piccole e medie imprese manifatturiere e artigianali anche in relazione all’attrattività del nostro territorio, per migliorare i servizi (trasporti, mobilità, logistica) e per rilevare i fabbisogni dei lavoratori adeguando e potenziando le comodità infrastrutturali, la qualità dell’abitare e del verde. La Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA) ha individuato il Comune di Chieri come una delle 11 principali aree a vocazione manifatturiero/artigianale del torinese, proponendoci così di aderire all’iniziativa “Focus Manifattura”. Una collaborazione sancita da un apposito protocollo d’intesa siglato tra la Città di Chieri e CNA Torino. La mappatura consisterà in un’attività di censimento ragionato dello stato delle imprese, coordinato dallo Studio Arecom, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino. Verrà somministrato un questionario alle imprese, per censirne fabbisogni e aspettative, quindi il materiale raccolto sarà sistematizzato e analizzato, unendo la dimensione tecnico-urbanistica a quella sociologica. Ne scaturirà una banca dati georeferenziati, di cui oggi non disponiamo, particolarmente preziosa. Infatti, da un lato stiamo per avviare il percorso di partecipazione sulla Variante Generale al Piano regolatore, dall’altro è in corso di sviluppo il SIT, il nuovo sistema informativo integrato per la gestione dei dati territoriali del Comune di Chieri (si pensi alla digitalizzazione dell’archivio edilizio). Grazie ai risultati di questo progetto di mappatura potremo capire come valorizzare ancor di più le nostre imprese manifatturiere e artigianali e come migliorare l’attrattività del territorio al fine di favorire l’insediamento di nuove attività, con una particolare attenzione ai temi della competitività imprenditoriale e del capitale umano».

               Il questionario che verrà somministrato alle imprese è articolato in 5 sezioni, con domande che vertono sulla qualità insediativa dell’impresa (ad es. accessibilità per personale, fornitori e clienti; connettività digitale; qualità dei servizi erogati dal Comune), la qualità insediativa per lavoratori e lavoratrici; il personale e le politiche retributive.

 

 

Musica d’estate nelle chiese di Bardonecchia

Sono 27 i concerti che animano dal 15 al 30 luglio, in occasione di Musica d’estate, il centro storico di Bardonecchia, la perla delle Alpi, piccola cittadina di montagna situata a 1300 metri di altitudine, nel cuore dell’alta Valle di Susa, comodamente raggiungibile in autostrada o in treno.
Organizzata dal lontano 1995 dalla Fondazione Accademia di Musica, considerata tra le più note strutture di alta formazione e di perfezionamento in tutta Italia,  la rassegna è  a ingresso gratuito e regala la rara opportunità di ascoltare concerti in altura, in un paesaggio unico e incontaminato dove anche la montagna offre il suo spettacolo migliore.
Due sono le sedi dei concerti .
Ogni pomeriggio dal 15 al 30 luglio, alle 17.45 dal lunedì al venerdì e alle 15.30 durante il weekend, nella chiesa di Maria Ausiliatrice è  previsto un concerto. Ad esibirsi sono i giovani  musicisti selezionati tra i quasi 150 allievi delle masterclass di perfezionamento tenute da docenti di fama internazionale,  quali Roberto Plano, Enrico Pace, Benedetto Lupo, Pietro De Maria, Gabriele Carcano, Alberto Nosé, Claudio Voghera al pianoforte, Sonig Tachkerian, Ivan Rabaglia , Guido Rimonda, Piergiorgio Rosso al violino, Enrico Bronzi al violoncello,  il Trio Debussy  per musica da camera. Il programma viene comunicato in loco, di giorno in giorno, nelle bacheche comunali per le vie della città.
Durante la settimana alle ore 16 nel borgo vecchio di Bardonecchia, presso la chiesa di Sant’Ippolito, si alterneranno concerti solistici di pianoforte con Andrea Fucà il 21 luglio, Francesco Maria Pellecchia il 22 luglio, Ruben Xhaferi il 24 luglio, Gianluca Faragli  il 28 luglio e Flavia Salemme il 29 luglio.
Appuntamenti con la musica da camera saranno mercoledì  23 luglio con protagonista il Duo Santarelli Mancini composto dalla violinista Gloria Santarelli e dal pianista David  Mancini. Venerdì 25 luglio la violoncellista Victoria Saldarini sarà  accompagnata dal pianista Alessandro Mosca.

L’ingresso è  libero e non è  necessaria la prenotazione. Per informazioni 3486994363. Si consiglia di arrivare un quarto d’ora prima.

Gli eventi possono essere seguiti sulle storie di Instagram @accademiadimusicadipinerolo o seguendo #bardonecchiamde.
Musica d’Estate è realizzata dalla Fondazione Accademia di Musica con il sostegno del Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Comune di Bardonecchia, Fondazione CRT e con il patrocinio di Torino Città Metropolitana e la sponsorizzazione tecnica di Platino Pianoforti e Yamaha Musica Italia.

Mara   Martellotta

Nella foto una precedente edizione

Torino può essere una città felice? Idee e sfide per il futuro

 

È uscita Building Happiness, la pubblicazione della Fondazione per l’architettura / Torino che mette in relazione lo spazio con chi lo attraversa, lo vive, lo trasforma e raccoglie le visioni e i contributi della ricerca omonima.

Mentre il mercato immobiliare milanese riceve attacchi da più fronti, a Torino da un anno ci si interroga sugli spazi che viviamo, siano essi pubblici o privati, affinché l’ambiente che ci circonda non sia respingente e nevrotico. Da tempo, la Fondazione per l’Architettura di Torino porta avanti studi fatti di ricerche, incontri e tavole rotonde anche aperte ai cittadini ed ora, con un libro, si tirano le somme.

Si chiama “Building Happiness. Esplorazioni sulla felicità degli spazi” ed è la pubblicazione della Fondazione per l’architettura / Torino, edito da FrancoAngeli, presentato in anteprima nazionale martedì 8 luglio al Circolo Esperia di Torino. In uscita nelle librerie e online da settembre, il volume prende le mosse da una domanda tanto semplice quanto rivoluzionaria: “Dove sta di casa la felicità?”.

Frutto di un percorso di ricerca lungo un anno, il volume raccoglie visioni, esperienze e contributi eterogenei – da architetti e urbanisti a filosofi, sociologi, economisti, attivisti, scrittori e cittadini – per indagare il rapporto tra spazio e benessere. Attraverso progetti, citazioni, immagini, disegni, fotografie e dialoghi narrativi, il libro propone un approccio trasversale, capace di parlare a pubblici diversi e restituire strumenti e riflessioni utili alla pratica progettuale, ma anche al vivere quotidiano.

Crediamo che la felicità sia un indicatore essenziale per misurare la salute delle persone e l’attrattività dei territori”, dichiara Gabriella Gedda, Presidente della Fondazione. “Building Happiness è un invito a considerare la felicità come leva concreta per rigenerare l’ambiente urbano e costruire città più inclusive, accoglienti e capaci di rispondere ai bisogni profondi di chi le abita.

Un libro multidisciplinare e corale perché “La felicità – come sottolinea Eleonora Gerbotto, Direttrice della Fondazione – ha molte facce, proprio come un diamante. E da questa molteplicità emerge una verità condivisa: tutti desideriamo uno spazio in cui poter fiorire. Con Building Happiness abbiamo scelto di non semplificare, accogliendo voci diverse e immaginari complessi. Perché progettare per la felicità significa abitare la complessità e riconoscere la pluralità come risorsa”.

Integrando prospettive architettoniche, neuroscientifiche, filosofiche, economiche e sociali, il volume mette in luce l’impatto diretto dello spazio costruito sull’esperienza emotiva. Non si tratta semplicemente di creare spazi gradevoli o funzionali, ma di progettare ambienti capaci di rispondere ai bisogni emotivi fondamentali delle persone, favorendone la fioritura psicologica e sociale. Building Happiness è, in questo senso, un invito a ripensare la progettazione a partire dalle emozioni che lo spazio è in grado di generare.

 

Otto figure relazionali per abitare lo spazio

Al centro del volume si trovano otto “figure relazionali”: metafore spaziali che aiutano a comprendere come si articola il rapporto tra l’essere umano e lo spazio. Non sono formule rigide, ma chiavi interpretative che emergono da discipline, vissuti ed esperienze. Rifugio, scala, tetto, parete, soglia, strada, piazza e giardino non indicano luoghi o forme architettoniche tout court, ma modi differenti — e complementari — di abitare il mondo. Nessuna figura esaurisce la complessità dello spazio e ogni spazio può accoglierne più d’una.

Per indagare in chiave quantitativa il legame tra spazio e benessere, la Fondazione ha promosso anche un questionario, coinvolgendo 747 persone. L’obiettivo era raccogliere percezioni e narrazioni legate ai luoghi della vita quotidiana. Dall’indagine è emerso un dato chiaro: per l’85,5% dei partecipanti, le caratteristiche dello spazio influenzano direttamente il proprio stato d’animo.

Dati che parlano di benessere

Abbiamo chiesto di rispondere alla domanda “Dove sta di casa la tua felicità”; i dati qualitativi e quantitativi raccolti si intrecciano con le otto figure relazionali, restituendo una mappa aperta e plurale degli spazi che ci fanno stare bene.

La famiglia e le relazioni sociali rappresentano il “luogo felice” per circa il 25% dei rispondenti tra i 26 e i 65 anni. A incarnare questa dimensione è la figura della piazza, simbolo di relazione e partecipazione collettiva. Segue la natura, indicata dal 21,42% del campione come spazio di benessere. Questo ambiente è trasversalmente riconosciuto da tutte le fasce generazionali e si associa spesso alla figura del tetto — che richiama protezione e senso di controllo attraverso una visione ampia sul mondo — o alla scala, metafora di introspezione e ricerca interiore. La casa continua a occupare un ruolo centrale nella costruzione della felicità, soprattutto per il suo valore affettivo e protettivo. È citata dall’11,78% dei rispondenti ed è riconducibile alla figura del rifugio che rappresenta un bisogno profondo di raccoglimento e sicurezza. I più giovani (<18 anni) tendono a privilegiare la dimensione della strada, evocata da quasi il 30% di loro. Questa figura esprime l’identità in formazione, la scoperta di sé, il movimento e la sperimentazione delle proprie passioni. Altri rispondenti fanno riferimento alla figura della soglia, spazio del cambiamento e dell’apertura all’inaspettato, o a quella del giardino, luogo della creatività e del desiderio che si traduce in progetto: metafore che restituiscono l’idea di una felicità dinamica, orientata al futuro. Una quota residuale del campione non ha indicato un luogo preciso, confermando la natura fluida e soggettiva della felicità, che resiste a ogni tentativo di classificazione univoca.

Verso una nuova progettazione

Il libro si apre a una pluralità di esperienze e contesti: dai Tulou cinesi reinterpretati da Xu Tiantian alle Terme di Vals di Peter Zumthor; dal Fuji Kindergarten di Tezuka Architects alle Superilles di Barcellona. Casi emblematici di architetture che mettono al centro il benessere, la relazione e la qualità dell’abitare. Non una rassegna sistematica, ma una costellazione di riferimenti capaci di attivare nuove domande sul progetto contemporaneo.

Felicità era la parola mancante, quella che avrebbe potuto estendere i confini del progetto allo stato d’animo delle persone”, scrive Fabrizio Polledro, Vicepresidente della Fondazione, nel suo contributo al volume.

Building Happiness invita dunque i progettisti ad aggiungere un nuovo layer alla pratica progettuale: quello dell’attenzione alle emozioni che lo spazio suscita.

Un diritto collettivo alla felicità

Building Happiness assume la felicità non come una dimensione privata o astratta, ma come un diritto collettivo. Un principio che attraversa le costituzioni, la filosofia e le politiche pubbliche, e che oggi può essere letto anche come leva per orientare la trasformazione degli spazi.

Il volume sollecita un cambiamento di paradigma: promuovere un’architettura capace non solo di rispondere a bisogni funzionali, ma di generare emozioni positive, relazioni significative e senso di appartenenza.

Come ricorda Eleonora Gerbotto, Direttrice della Fondazione: “La felicità non è un traguardo da raggiungere, ma un orizzonte da abitare”.

 

Lori Barozzino