ilTorinese

Leggere come “atto di libertà”

Sarà “Leggere Lolita a Teheran” di Azar Nafisi a contrassegnare la sesta edizione del Progetto “Un libro tante scuole” promosso dal “Salone del Libro”

“In un mondo dove tutto era proibito – i colori, i sorrisi, i libri – leggere diventava un atto di libertà. Nelle nostre stanze chiuse, tra le pagine di Nabokov, Austen, e Fitzgerald, imparavamo a respirare di nuovo, a ricordarci chi eravamo”: sono parole in cui è racchiuso tutta l’opprimente tragicità seguita in Iran alla rivoluzione islamica (1978-’79) con la conseguente presa di potere dell’ayatollah Khomeini e mirabilmente espressa nell’immortale romanzo autobiografico della scrittrice iraniana Azar Nafisi (nata a Teheran, nel 1948, e oggi residente negli Stati Uniti, dove si era rifugiata nel 1997) dal titolo “Leggere Lolita a Teheran”, bestseller mondiale, tradotto in oltre trenta lingue, uscito in Italia nel 2004 – e ripubblicato nel 2007 – per i tipi di “Adelphi”. Opera che celebra la letteratura “come strumento contro i totalitarismi e come atto di coraggio e resistenza”, è l’opera scelta quest’anno dal “Salone Internazionale del Libro di Torino” per la sesta edizione del progetto di lettura condivisa per i giovani “Un libro tante scuole”. Il romanzo, con l’introduzione di Chiara Valerio (scrittrice, editor e direttrice di “Più libri più Liberi”), una nota di Annalena Benini (scrittrice, giornalista e direttrice del “Salone” torinese) e la copertina e l’impostazione grafica curate da Riccardo Falcinelli (art director designer) sarà stampato, entro fine gennaio 2026, in 7mila copie gratuite destinate a studentesse e a studenti, nell’edizione speciale del “Salone” realizzata in collaborazione con “Adelphi”, e andrà ad arricchire la “Biblioteca del Salone del Libro”, insieme ai volumi, selezionati nelle precedenti edizioni del progetto (che vede, come “Main partner”“Intesa San Paolo” e “Gallerie d’Italia”), di Albert Camus, Elsa Morante, Antonio Tabucchi, Emily Brontë e Stephen King.

La lettura del libro sarà inoltre accompagnata da un “podcast” in cinque puntate (e disponibile, a partire dalla primavera, sulle principali piattaforme audio gratuite) realizzato con “Chora Media”, con contributi di diversi voci fra le più autorevoli della narrativa contemporanea, da Marco Missiroli a Cecilia Sala, fino a Elena StancanelliBarbra Stefanelli e Chiara Valerio.

In agenda anche quattro incontri per le Scuole alle “Gallerie d’Italia” , con Barbara Stefanelli (20 gennaio, Milano), Chiara Valerio (22 gennaio, Torino), Elena Stancanelli (5 febbraio, Napoli) e Annalena Benini (12 febbraio, Vicenza); un audiolibro messo a disposizione dalla piattaforma “Storytel” con accessi gratuiti per 7mila giovani utenti e la disponibilità della casa di produzione “Minerva Pictures” a organizzare proiezioni cinematografiche gratuite per le scuole del film omonimo, diretto dal regista Eran Riklis.

D’obbligo, a questo punto, la domanda Quale il contenuto di ‘Leggere Lolita a Teheran’? Il tutto parte nell’anno 1995. Proprio in quell’anno, Azar Nafisi, allora docente di “Letteratura Inglese” all’“Università di Teheran”, fu costretta a interrompere il proprio corso a causa delle pressioni del regime islamico. In risposta, organizzò “incontri clandestini” nella sua abitazione con sette studentesse selezionate, dando vita a un “laboratorio critico e intellettuale in cui la letteratura diventa strumento di libertà”. Nel libro “Leggere Lolita a Teheran”, Nafisi racconta proprio queste lezioni segrete, in cui le giovani donne, libere dal velo e dalla sorveglianza, analizzano opere come “Lolita”“Il grande Gatsby”“Orgoglio e pregiudizio”“Cime tempestose”“Daisy Miller” e “Le Mille e una Notte”. I testi diventano, per loro, chiavi di lettura della condizione femminile in Iran, dove le donne sono private di libertà, dignità e diritti fondamentali. Nel libro Nafisi denuncia il “regime khomeinista” per la sua repressione sistematica, in particolare contro le donne, e propone la letteratura “come forma di resistenza e salvezza”.

Scrive Chiara Valerio nell’introduzione: “C’era una volta, insomma, una cinquantina di anni fa, una stanza dove un gruppo di donne, non amiche, ma curiose, potevano guardarsi negli occhi, ciascuna con le proprie differenze e diffidenze e parlare di libri. Fuori dalla stanza, le donne hanno solo occhi, il resto del corpo è coperto, per legge. Un uomo, l’ayatollah, ha sognato una realtà, e in questa realtà sognata le donne non possono passeggiare con uomini che non siano mariti, padri o fratelli e devono essere coperte dalla testa ai piedi. Non possono stringere le mani a un uomo che non sia parente, nemmeno quando discutono di letteratura in un’aula universitaria. ‘I sogni son desideri di felicità’ cantava – e canta – Cenerentola di Disney. Sì, certo, ma sogni di chi, felicità di chi?, domanda che occorre continuare a porsi. Il regime in cui vive Azar Nafisi e in cui il romanzo si svolge è l’Iran di Khomeini”.

Grazie alla collaborazione con il “Sistema della Formazione Italiana nel Mondo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI)”, anche quattro Scuole italiane all’estero partecipano al progetto: le scuole statali di Atene e di Barcellona e le paritarie “Aldo Moro” di Bucarest e “G.B. Hodierna” di Tunisi. Per ulteriori infowww.salonelibro.it

Gianni Milani

Nelle foto: Cover “Leggere Lolita a Teheran”; Annalena Benini (Ph. Chiara Pasqualini); Chiara Valerio

Quando il Piemonte investe sulla tua impresa

Il Piemonte è la prima Regione italiana per livello di spesa validata nell’ambito del FESR 2021–2027, con oltre 4.000 imprese già sostenute e altre 1.500 aziende attese nel prossimo biennio.
Degli oltre 800 milioni di euro destinati alle imprese, circa 300 milioni risultano già certificati dalla Commissione Europea, le risorse rimanenti sono in fase di erogazione o disponibili per le nuove adesioni.
“L’Europa investe sul Piemonte, il Piemonte investe sulla tua impresa!”, promosso da Synergie Italia, con il patrocinio della Regione Piemonte, venerdì 21 novembre presso la Sede ONU – Padiglione Piemonte, ha visto la partecipazione di oltre 80 aziende del territorio. L’iniziativa si è inserita nell’ambito delle attività dedicate al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2021-2027, come momento di confronto e approfondimento dei risultati e delle possibilità ancora aperte del Programma.

Andrea Tronzano

Dall’incontro è emerso che degli oltre 800 milioni di euro destinati alle imprese nell’ambito del FESR, circa 300 milioni risultano già certificati dalla Commissione Europea, confermando il Piemonte quale prima Regione italiana per livello di spesa validata. Le risorse rimanenti sono in fase di erogazione o disponibili per nuove adesioni, con termine ultimo di utilizzo fissato al 31 dicembre 2030. Il “pacchetto” di misure per le imprese si articola su tre linee strategiche: sostegno agli investimenti e all’accesso al credito, con gran parte delle risorse già impiegate; interventi per l’efficienza energetica e la riduzione dei costi, che hanno registrato un utilizzo di circa il 50% dei fondi disponibili; azioni per la competitività, che hanno registrato un livello di utilizzo analogo agli altri ambiti di intervento. Ad oggi oltre 4.000 imprese piemontesi hanno beneficiato di contributi a fondo perduto, strumenti finanziari e voucher innovazione. Si stima che altre 1.500 imprese potranno accedere ai fondi residui nel prossimo biennio. Nel corso dell’evento è stato inoltre annunciato un nuovo bando regionale dedicato all’inserimento di ricercatori nelle imprese, con l’obiettivo di rafforzare il trasferimento tecnologico e la collaborazione tra sistema produttivo e mondo della ricerca.

“Questi dati – ha dichiarato Andrea Tronzano, Assessore regionale al Bilancio, allo Sviluppo delle Attività Produttive e all’Internazionalizzazione – dimostrano che il Piemonte sa programmare bene, governando con responsabilità. Abbiamo scelto di impiegare le risorse europee per rafforzare il sistema produttivo, sostenere chi investe, valorizzare competenze e innovazione. Ogni misura attivata contribuisce a creare un contesto solido, capace di attrarre investimenti e accompagnare le imprese nelle transizioni in corso. È così che vogliamo continuare a costruire uno sviluppo concreto, duraturo e coerente con le reali esigenze del territorio”.

In sintesi, l’evento, realizzato in collaborazione con Confindustria Cuneo, Commissione Pari Opportunità Donna Uomo del Piemonte, ANDAF Piemonte e Valle d’Aosta e CDAF, ha rappresentato un’importante occasione di confronto tra istituzioni, aziende e attori economici del territorio sulle politiche e sugli strumenti a sostegno dello sviluppo piemontese. Sono intervenuti: Andrea Tronzano, Assessore regionale al Bilancio, allo Sviluppo delle Attività Produttive e all’Internazionalizzazione; Giuliana Fenu, Direttore per la Competitività del Sistema Regionale – Regione Piemonte; Paolo Furno, Dirigente Regione Piemonte; Marcella Mauro, Presidente ANDAF Piemonte e Valle d’Aosta – Associazione Nazionale Direttori Finanziari; Luisa La Vecchia, Regional Key Account Manager Synergie Italia; e Simona Tansini, Chief Commercial Officer Synergie Italia. Ha moderato l’incontro la giornalista Simona De Ciero.

Mara Martellotta

Coppa Piemonte Drali 2025  tra lacrime, gratitudine e un’eredità che resterà

Arborio (VC), 23 novembre 2025 – Al ristorante Aquila Nera è andata in scena una giornata destinata a entrare nella storia del ciclismo amatoriale piemontese: la premiazione finale della 23ª e ultima edizione della Coppa Piemonte Drali. Una mattina carica di emozioni, di volti segnati dalla commozione e di un senso di appartenenza che solo le grandi avventure sportive sanno lasciare.
A guidare il racconto di quest’ultimo capitolo è stato, come sempre, il presidente Renato Angioi, la voce incrinata ma ferma, capace di restituire in poche parole la grandezza di un progetto che per oltre vent’anni ha unito territori, persone, passioni.
La cerimonia si è aperta con il consueto riepilogo dell’anno e con un lungo, sentito ringraziamento rivolto a chi ha reso possibile tutto questo cammino:
– gli sponsor, presenti, quelli fedeli nel tempo e i grandi nomi che hanno percorso un tratto di strada insieme;
– gli organizzatori, che hanno garantito eventi sempre all’altezza;
– gli atleti, veri protagonisti della Coppa Piemonte, capaci di animare ogni stagione con entusiasmo, sudore e spirito sportivo.
Poi, il momento più difficile. Davanti a una sala ammutolita, Renato Angioi ha pronunciato le parole che nessuno avrebbe voluto ascoltare:
“Questa è l’ultima edizione della Coppa Piemonte.”
Una scelta necessaria, come ha spiegato, imposta dai cambiamenti dei tempi, dalla difficoltà dei budget, e dalla volontà di chiudere un percorso mantenendo intatta la dignità e la qualità che hanno sempre contraddistinto il circuito.
Attorno a lui, occhi lucidi, abbracci spontanei e silenzi colmi di significato: segni tangibili di quanto questa storia sia entrata nella vita di migliaia di ciclisti.
Poi i numeri, che si commentano da soli: nel suo intervento, Angioi ha ricordato con orgoglio ciò che la Coppa Piemonte ha rappresentato:
– 5.267 abbonati nel corso degli anni;
– 14.481 gare disputate complessivamente dagli iscritti;
– una partecipazione media di tre gare a testa;
– milioni di chilometri percorsi, a testimonianza di una passione che non conosce confini.
Dati che non raccontano solo un circuito, ma una comunità, un modello di sport popolare, inclusivo, capace di diventare un vero strumento di marketing territoriale, valorizzando luoghi, culture e tradizioni del Piemonte, della Valle D’Aosta, della Lombardia, dell’Emilia-Romagna, della Liguria e addirittura della Francia.
Un grazie speciale è andato anche allo staff: Manuela Fantini e Nuccio Lugarà, presenze costanti, affidabili e instancabili sui campi di gara.

Le premiazioni
Dopo i riconoscimenti agli sponsor 2025, è stato il momento delle consuete consegne e vestizione delle maglie ai leader, che si sono dati battaglia nelle sei gare del circuito 2025:
Categorie. Dis: Fantino Cinzia e Ferruccio Martini – Donne A: Camilla Puricelli – Donne B: Sabrina De Marchi – Donne C: Elisabetta Debernardi – Gentleman A: Fabio Gaggero – Gentleman B: Angelo Quarena – Junior: Francesco Vai – Senior A: Massimiliano Barbero Piantino – Senior B: Antonio Spiezia – Supergentleman A: Massimo Grappeja – Supergentleman B: Dante Marchis – Veterani A: Alberto Roggero – Veterani B: Marco Palmero.
Dopo le foto di rito, consegna del trofeo per il titolo delle società, conquistato dall’ASD Rodman con il loro Presidente Marco Pipino, e a seguire le premiazioni delle varie categorie.
Tra applausi e commozione, ogni atleta salito sul palco ha rappresentato un tassello di questa storia straordinaria.

Il ricordo, la gratitudine e il gesto più bello
Uno dei passaggi più toccanti del discorso di Angioi è stato dedicato ai volti e ai nomi di chi non c’è più, ma che hanno lasciato un segno indelebile nella memoria del circuito. Ricordi, aneddoti, istantanee di un lungo viaggio umano e sportivo che ha unito generazioni.
Angioi, ha ricordato come la Coppa Piemonte, sia stata negli anni, anche uno strumento per aiutare il prossimo, come lo è stato in occasione delle donazioni all’UGI (Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini) e all’Ospedale di Candiolo.
Un gesto che trasforma lo sport in solidarietà, che dà continuità al valore più autentico della Coppa Piemonte: essere al servizio delle persone.
La Coppa Piemonte chiude oggi la sua storia ufficiale, ma ciò che lascia rimarrà ben oltre le classifiche.
Resteranno le strade percorse insieme, le amicizie nate sulle salite, gli abbracci dopo l’arrivo, la gioia di far parte di qualcosa di più grande.
Resterà soprattutto l’eredità di una comunità che ha pedalato unita per 23 anni, spinta da una passione che non conosce tramonto.

Per maggiori informazioni

Pagina Facebook: Coppa Piemonte DRALI ​

Sito web: www.circuitocoppapiemonte.it

Fondi regionali ai centri per uomini autori di violenza

DALLA REGIONE PIEMONTE OLTRE 570 MILA EURO 

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L’assessore alle Pari opportunità Marina Chiarelli: “La prevenzione passa dalla rieducazione. Proteggere le donne significa anche intervenire sugli uomini che agiscono violenza”

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Alla vigilia del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Regione Piemonte rafforza il proprio impegno nella prevenzione e nel contrasto della violenza di genere con un nuovo intervento dedicato ai Centri per Uomini Autori o potenziali autori di violenza (CUAV).

Sono stati infatti assegnati oltre 570 mila euro di risorse statali destinati a 17 centri del territorio piemontese per sostenere percorsi psicologici, socio-educativi e programmi strutturati di responsabilizzazione maschile.

Un mese di misure coordinate contro la violenza di genere

L’assegnazione dei fondi ai CUAV si inserisce in un pacchetto più ampio di azioni avviate dall’assessore Marina Chiarelli nel mese di novembre per rafforzare la rete regionale antiviolenza.

In particolare, la Regione Piemonte ha già incrementato le risorse destinate ai Centri antiviolenza e alle Case rifugio, con uno stanziamento di 450 mila euro per soluzioni abitative temporanee e percorsi di accompagnamento all’autonomia delle donne vittime di violenza.

Un investimento fondamentale per garantire un luogo sicuro e sostegni qualificati alle donne che intraprendono un percorso di uscita dalla violenza, favorendo la loro indipendenza abitativa, economica e lavorativa.

«La lotta alla violenza di genere richiede una strategia integrata – dichiara l’assessore Marina Chiarelli – Abbiamo aumentato i fondi destinati ai Centri antiviolenza e alle Case rifugio e oggi rafforziamo i CUAV, perché la protezione passa non solo dal sostegno alle donne ma anche dall’intervento sugli uomini che agiscono violenza. Solo così possiamo spezzare davvero il ciclo degli abusi. Investire nei CUAV significa affrontare le cause profonde – aggiunge Chiarelli – Lavorare sui comportamenti, sui modelli culturali distorti, sul controllo e sul possesso. È un investimento sulla sicurezza delle donne e sulla responsabilità degli uomini. Il Piemonte sta costruendo un modello avanzato, basato su prevenzione, protezione e rieducazione».

Le 17 realtà finanziate sono tutte iscritte al Registro regionale istituito con la delibera di Giunta regionale del 28 novembre 2024. I fondi sono stati ripartiti con un criterio misto: 70% in quota fissa per ciascun centro, 30% in base al numero di uomini presi in carico nel 2024. Le attività dovranno essere rendicontate entro il 14 novembre 2026.

No alla violenza contro le donne: le iniziative del 25 Novembre

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La Città di Torino e il Consiglio regionale del Piemonte promuovono un ricco programma di iniziative per il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Un impegno istituzionale congiunto per sensibilizzare la cittadinanza, promuovere il rispetto e offrire un sostegno concreto alle vittime di violenza.

Il Comune propone un calendario variegato: nel pomeriggio del 25 novembre, dalle 16 alle 18, nella Sala Colonne di Palazzo Civico si terrà il convegno “Violenza di genere nelle famiglie: come prevenirla, affrontarla e superarla”, con relatrici e relatori che affronteranno le dinamiche intrafamiliari, offrendo un’analisi giuridica, psicologica e sociale. Interverranno la vicesindaca Michela Favaro, l’assessore ai Diritti e Pari Opportunità Jacopo Rosatelli e la consigliera delegata Rossana Schillaci. Modera Carla Piro Mander, Consigliera dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte.

Parallelamente la Città lancia una campagna di comunicazione istituzionale con 380 manifesti dislocati su circuiti cittadini. A questa si unisce la campagna “LEI È”, promossa da associazioni come Lofficina, SeNonOraQuando? e Torino Città per le Donne, con materiali grafici pubblicati su mezzi pubblici, nelle biblioteche e su cartoline cartacee, e video diffusi nelle stazioni della metropolitana. Il Comitato Unico di Garanzia (CUG) partecipa con un numero speciale della newsletter “InformaCUG” e con la presidente del CUG che interverrà a un convegno sui luoghi di lavoro femminili il 20 novembre.

Nel pomeriggio del 25, la Bottega InGenio realizzerà un’opera collettiva di ricamo e cucito con volontari, e presenterà il libro di Gabriella Dario “Se non vivi sotto un sasso”. Contemporaneamente, verrà inaugurata la mostra “Com’eri vestita?”, ideata da Amnesty International con la Consulta Femminile Comunale, che espone gli abiti indossati dalle vittime di violenza sessuale al momento dell’aggressione per smontare i pregiudizi legati all’abbigliamento. L’esposizione sarà visibile dal 19 al 28 novembre nel loggiato antistante la Sala Colonne di Palazzo Civico.

Sempre nella serata del 25, la Mole Antonelliana, simbolo della città, sarà illuminata di arancione in adesione alla campagna “Orange the World / UNiTE” promossa da UN Women Italy, grazie al contributo gratuito di IREN. Inoltre, Torino conferma la sua partecipazione alla campagna “Posto Occupato”, posizionando simbolicamente una sedia vuota in luoghi di grande passaggio e, durante il Torino Film Festival, nelle sale cinematografiche, per ricordare le donne vittime di femminicidio.

Sul versante regionale, invece,  l’Assemblea piemontese organizza il torneo benefico di calcio a 7 “In campo contro la violenza”, che si svolgerà domenica 23 novembre dalle 14 al centro sportivo Salsasio di Carmagnola. Vi parteciperanno squadre miste di consiglieri, amministratori e squadre femminili, tra cui donne rifugiate iraniane; l’evento è patrocinato da Coni, Comitato Paralimpico, Lega Nazionale Dilettanti e Associazione Italiana Arbitri, e coinvolge istituzioni politiche e sportive in una partita di solidarietà. I fondi raccolti saranno destinati al Progetto S.O.S. – Sostegno Orfani Speciali, gestito dai Centri Antiviolenza E.M.M.A. Onlus.

Tra le testimonial d’eccezione: la conduttrice Cristina Chiabotto e le campionesse italiane Daisy Osakue (lancio del disco), Akrari Yasmina (volley), Sofia Rabino (trial) e Lucrezia Grande (curling), che daranno visibilità all’iniziativa. In molti impianti sportivi piemontesi, tra il 23 e il 25, le squadre scenderanno in campo col volto segnato di rosso e osserveranno un “minuto di rumore” all’inizio delle partite, aderendo all’hashtag #Incampocontrolaviolenza per amplificare il messaggio.

Infine, il Consiglio regionale ospita la mostra “Se potremo impedire a un cuore di spezzarsi”, visitabile fino al 30 novembre a Palazzo Lascaris e presso l’URP di via Arsenale a Torino, con tredici ritratti di donne sopravvissute alla violenza, accompagnati dai loro racconti scritti, simbolo di resilienza e speranza.

“Una cena d’addio” di scena allo Spazio Kairos

 

Ultima esclusiva italiana per la commedia firmata dagli autori francesi del fortunato “Cena tra amici”

 

 

Venerdì 28 novembre alle 21 allo Spazio Kairos, in via Mottalciata 7 a Torino, la compagnia Onda Larsen mette in scena “Cena d’addio”. Si tratta di un testo scritto da Alexandre de la Patellière e Matthieu Delaporte, gli autori del fortunato “Le prenom”, conosciuto in Italia come “Cena tra amici”, che ha riscosso successo sia in teatro sia al cinema.

 

La compagnia torinese ha avuto il testo in esclusiva per l’Italia fino alla fine di novembre 2025: questa è, dunque, l’ultimissima replica per questa fortunata commedia.  

 

Lo spettacolo
Una giovane coppia, Pierre e Clotilde, si rendono conto di passare troppo del loro tempo a fare cose che non sceglierebbero di fare, ma soprattutto a vedere e frequentare persone che, oggi come oggi, non sceglierebbero più di frequentare. E così decidono di darci un taglio: per ognuna delle persone che vogliono lasciare fuori dalle loro vite organizzeranno una “Cena d’addio” per salutare degnamente gli ex amici e lasciare in loro un buon ricordo.

Il loro progetto inizia invitando a cena una coppia di vecchi amici a cui però si presenta solo Antoine e le cose non vanno esattamente come i due avevano immaginato, prendendo una piega a tragicomica, a tratti assurda, paradossale e sicuramente esilarante.

 

Un testo divertente che sa fotografare le coppie e la realtà

Nella società contemporanea la vita spesso si riduce a una serie di impegni da organizzare. Per una coppia borghese il lavoro, l’educazione dei figli, il tempo libero e l’amicizia diventano una concatenazione di appuntamenti da programmare, tutti sullo stesso piano, nell’illusione di avere così un controllo sulle proprie vite apparentemente serene. Proprio per questo frequentare delle amicizie ormai stantie e inutili diventa una perdita di tempo che potrebbe essere dedicato ad altre attività, ma come fare per sbarazzarsi di un amico senza fare cattiva figura? Il miglior modo è organizzare una cena d’addio, una sorta di festa funebre in onore di una ignara coppia di amici che verrà invitata e onorata con tutti i crismi prima di non essere mai più contattata. Questo è il piano di Pierre e Clotilde, una coppia apparentemente solida e comune, senza grossi problemi a parte piccole incomprensioni sotterranee, per sbarazzarsi di Antoine e Beatrice, vecchi amici di estrazione new age e radical chic, in una serata che sarà rivelatrice di sorprese e verità sotterranee. Il salotto piccolo borghese diventa perciò un ring in cui si scontrano tre personaggi, con la moglie di Antoine che aleggia soltanto evocata, in cui più volte i ruoli si ribaltano, i rapporti di forza cambiano, le apparenti differenze si appianano più del previsto, nessuno  conosce se stesso e gli altri quanto credeva, l’apparente moralità si trasfigura in amoralità diffusa, e si fatica a capire per chi parteggiare e dove stia la verità.

 

PERCHE’ “UNA CENA D’ADDIO”, a cura di Onda Larsen

«Abbiamo scelto “Una cena d’addio” perché, come spesso avviene con le commedie francesi, questo spettacolo ha la capacità di saper divertire e apparire leggero, per poi infiltrarsi nelle nostre contraddizioni anche con crudeltà.

Questa commedia è uno specchio: quello che vediamo sulla scena siamo noi, è il nostro mondo che si sgretola, è il nostro individualismo così politicamente corretto che si scontra violentemente con la realtà, con l’umanità, è la nostra natura tragicomica per eccellenza.

In un mondo che sempre di più vive i rapporti umani a seconda della loro utilità e che considera un valore la saturazione selvaggia del proprio tempo, riempiendolo di tutto ciò che “sviluppa” il nostro lavoro, il nostro benessere, la nostra conoscenza, non resta spazio per contemplare, pensare, annoiarsi e conoscersi davvero.

“Una cena d’addio è come un incrocio fra un vaudeville contemporaneo e un dramma d’interno, in cui intervengono gli artifici teatrali come il travestimento, il gioco di parole, la brillantezza dei dialoghi, al servizio di un incontro-scontro di caratteri. La sfida è riuscire a dipanare tutti i fili che partono da uno spunto di partenza semplice ed efficace per riannodarli insieme in una commedia drammatica, a tratti feroce, a tratti giocosa, spesso francamente comica, unendoli in un ordito di divertimento, emozione e riflessione al tempo stesso».

 

LO SPETTACOLO

di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte
con Lia Tomatis, Riccardo De Leo, Gianluca Guastella
regia Andrea Borini

Lo spettacolo fa parte della rassegna organizzata da Onda Larsen, compagnia teatrale torinese che, dal 2008, produce spettacoli, organizza rassegne e “(per)corsi di teatro” per grandi e piccini, con il sostegno di Fondazione Crt sviluppo e risorse ed Eppela. Partner dell’iniziativa sono Arci Torino, Torino Fringe Festival, C.ar.pe e Taffo.

Informazioni: 3514607575 (anche whatsapp),  biglietteria@ondalarsen.orgwww.ondalarsen.org.

Ingresso riservato ai soci Arci: se ci si tessera in loco, il biglietto del primo spettacolo è a 6 euro.
Spazio Kairos apre un’ora prima degli spettacoli. I biglietti si possono comprare online su www.ticket.it.
Intero: 12 euro. Ridotto (universitari, over 65, TAT, CRAL, carta giovani, abitanti circoscrizione 6, AIACE): 10 euro. Under 18 e persone con disabilità: 8 euro. Ridotto Comitiva (acquisto minimo di 6 biglietti per la stessa serata: 48 euro. Abbonamento “Onda” con 4 spettacoli a scelta: 32 euro.

Il Vino di Sofia. La contessa di Bicherasio e l’Albarossa di Uviglie Monferrato

Laura Brezzi Caponetti racconta la storia di Sofia Cacherano di Bicherasio in un luogo iconico dove siintrecciano vite, invenzioni e un vino che racconta un’epoca in fermento.

Sabato 22 novembre nello scenario unico della Galleria Subalpina di Torino, ospitati da una delle Librerie piu’ belle del mondo, La Luxemburg, e’ stato presentato il libro di Laura Brezzi Caponetti Il Vino di Sofia.

Nel Castello di Uviglie, tra le colline morbide del Monferrato, si muove ancora l’ombra raffinata di Sofia Cacherano di Bicherasio, protagonista del libro. La sua figura attraversa un tempo di straordinarie trasformazioni: l’Italia tra fine Ottocento e inizio Novecento, quando la modernità accelera, la scienza trova nuove strade e la cultura si rinnova con slanci visionari. Nella sua vita si specchia un mondo in movimento, fatto di persone che hanno inciso profondamente nella storia del Paese. “Non c’erano molte tracce della contessa” racconta l’autrice” “ricostruire la sua storia e’ stato un grande lavoro che e’ durato piu’ di un anno”. Effettivamente la storia di Sofia non e’ molto conosciuta, ma finalmente con questo libro si porta alla luce la sua intensa  e sostanziosa esistenza e libro la racconta di lei con quelladelicatezza che non toglie nulla al suo peso storico.

Attorno alla contessa ruotano figure decisive: il fratello Emanuele, uno dei fondatori della futura FIAT, idealista irrequieto e simbolo di un’Italia che sogna velocità e progresso; Federico Caprilli, rivoluzionario dell’equitazione, capace di trasformare la relazione tra cavallo e cavaliere in un gesto moderno; Leonardo Bistolfi, scultore simbolista che porta nelle sue forme morbide lo spirito dell’epoca, ma anche Riccardo Gualino, imprenditore e mecenate, incarnazione della borghesia creativa che sta ridisegnando il Piemonte. Sono presenze che non fanno da sfondo, ma danno profondità al ritratto di una donna capace di muoversi con naturalezza tra arte, tecnica e vita quotidiana.

È in questo contesto che nasce, grazie all’enologo Giovanni Dalmasso” l’idea dell’Albarossa, un vino che parte da un’intuizione: unire l’eleganza dei vitigni piemontesi con la forza più antica delle colline. A Uviglie, questa visione trova una casa speciale: la cava sotto il castello, scavata nei secoli e trasformata in cantina naturale, diventa un luogo quasi simbolico: un cuore di pietra dove temperatura e umidità restano costanti e dove il vino può maturare lentamente. Non è solo un dettaglio architettonico, ma una metafora della stessa Sofia: radicata nella tradizione, capace però di accogliere la novità con intelligenza e misura.

La nascita della moderna enologia fa da cornice al racconto. Sono anni in cui il vino smette di essere soltanto un prodotto agricolo per diventare oggetto di studio, ricerca e cultura. La scienza entra nelle cantine, le tecniche si affinano, la qualità diventa un obiettivo condiviso. Anche Uviglie partecipa a questo fermento: la gestione delle vigne si rinnova, la cantina nella cava diventa un laboratorio naturale, il vino un’espressione identitaria del territorio.

Il vino di Sofia è un affresco che intreccia biografia, storia, invenzioni e paesaggio epocale. Racconta la forza discreta di una donna che ha saputo comprendere il proprio tempo e attraversarlo con grazia; restituisce al Monferrato il ruolo di luogo fertile, capace di trasformare intuizioni in materia viva: un vino che ancora oggi parla di lei e di quel mondo che cambiava correndo verso il futuro.

Maria La Barbera

Disastro Toro: ora serve pensare solo alla salvezza

 

Il Torino crolla in casa sotto i colpi di un Como travolgente, che passa all’Olimpico-Grande Torino con un impressionante 5-1. Una sconfitta pesantissima per la squadra di Baroni, incapace di reagire e travolta dall’intensità degli ospiti.
Addai è stato il protagonista assoluto con una doppietta, mentre il Como ha completato l’opera grazie alle reti di Nico Paz, Ramon e Baturina. Per il Torino, l’unica consolazione è arrivata dal rigore trasformato da Vlasic, troppo poco per dare dignità a una serata da dimenticare.
La classifica ora fa paura: con questo andamento, il Toro deve concentrarsi su un unico obiettivo realistico — la salvezza. Ogni altra ambizione, al momento, è pura illusione.

Enzo Grassano

Torino, settimana tra sole e freddo: allerta gialla per neve e ghiaccio

A Torino la settimana si apre con cielo nuvoloso e qualche rovescio, in un contesto termico ancora tipicamente autunnale: oggi le temperature vanno da circa 1 °C a 6 °C, mentre domani, 25 novembre, è previsto un netto aumento delle massime fino a 12 °C con minime attorno ai 2 °C. Mercoledì 26 e giovedì 27 novembre saranno due giornate prevalentemente soleggiate, con valori diurni compresi tra 10 °C e 14 °C e notti più fredde, prossime allo zero. Anche tra venerdì e domenica il tempo resterà stabile, con alternanza di sole e qualche nube, massime tra 8 °C e 10 °C e minime che scenderanno ancora una volta vicino allo zero. Nonostante il clima generale sia piuttosto mite per la stagione, il Piemonte è interessato da un’allerta gialla per neve e ghiaccio, segnale che nelle ore più fredde non si escludono deboli fenomeni o la formazione di patine ghiacciate soprattutto nelle zone collinari o nelle prime ore del mattino.
La città di Torino, come di consueto a inizio stagione invernale, ha già attivato il proprio piano neve, predisponendo mezzi e procedure per intervenire rapidamente in caso di precipitazioni o gelate, pur senza attendersi al momento accumuli significativi in città.

(Foto Barranca)

Incidente sul lavoro a Santena: operaio folgorato in cabina elettrica

Lavorava in una cabina elettrica quando è rimasto folgorato da una scossa, fortunatamente è sopravvissuto. È successo a Santena, all’incrocio tra strada Quaglia e l’ex statale 29. L’uomo, 44 anni, ha perso conoscenza a causa di un violento choc elettrico. I colleghi sono stati i primi ad allertare i soccorsi. Sul posto sono intervenuti immediatamente gli operatori del 118 e i vigili del fuoco, che lo hanno trasportato all’ospedale Molinette di Torino. Le cause dell’incidente sono ancora sotto inchiesta da parte degli ispettori dello Spresal dell’Asl To5, con il supporto dei carabinieri della compagnia di Chieri nelle indagini.

VI.G