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Fondazione Crt presenta le nuove direttrici strategiche dei prossimi tre anni

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Dal piano di alfabetizzazione sull’intelligenza artificiale al centro di ricerca del Museo Egizio, fino al rafforzamento dell’ecosistema dell’innovazione, la Fondazione CRT ha presentato  alle OGR Torino le linee strategiche per il triennio 2026-2028: un percorso che mette a disposizione 620 milioni di euro per il territorio, di cui 350 destinati alle erogazioni e 270 agli investimenti per lo sviluppo territoriale.

L’evento, dal titolo “Dare Spazio al Valore”, ha riunito oltre 500 rappresentanti delle istituzioni, del mondo economico, della ricerca e del Terzo Settore, per illustrare le direttrici strategiche del prossimo triennio.

Presentando il nuovo piano, la Presidente Anna Maria Poggi ha sottolineato come il ruolo delle fondazioni bancarie oggi non sia solo sostenere, ma agire come soggetti innovatori, tessitori e sussidiari, capaci di abilitare processi, rafforzare ecosistemi e accelerare percorsi che rendano il territorio inclusivo e competitivo: “Il nostro piano pluriennale accompagna lo sviluppo con un contributo sostenibile, strutturato e misurabile, trasformando risorse e idee in opportunità concrete. Il nostro compito è individuare le energie migliori, valorizzarle e metterle in relazione, contribuendo a creare contesti in cui persone, istituzioni e comunità possano crescere insieme. Il supporto degli attori presenti oggi e della banca conferitaria UniCredit, rafforza ulteriormente la capacità di connettere risorse, progetti e comunità”.

Il Segretario Generale Patrizia Polliotto ha ricordato che il patrimonio della Fondazione non è un fine, ma uno strumento al servizio del territorio: “Presentare qui, alle OGR, questo nuovo corso è la prova tangibile di come, negli anni, siamo riusciti a moltiplicare il valore del patrimonio non solo grazie a una gestione rigorosa e competente, ma soprattutto grazie a una squadra capace di trasformare idee in progetti concreti e generare sviluppo reale. Continueremo a farlo con responsabilità e visione, mettendo le nostre competenze al servizio delle comunità e delle istituzioni con cui collaboriamo ogni giorno”.

I tre dibattiti tematici dell’evento hanno approfondito le principali direttrici del piano.

Sul capitale umano e il talento, sono intervenuti Andrea Orcel (UniCredit) e Lorenzo Pregliasco (YouTrend). Il contesto mostra sfide significative: l’Italia è penultima in Europa per giovani laureati (31,6% vs 44,1% UE) e persistono forti divari sociali nell’istruzione. A riguardo Orcel ha dichiarato: “In UniCredit crediamo che il nostro sostegno alle comunità locali non sia solo una responsabilità ma anche un investimento cruciale per il futuro. Apprezziamo l’annuncio odierno della Fondazione CRT che riflette il suo impegno nel promuovere l’innovazione e l’istruzione come pilastri essenziali per affrontare le sfide della nostra società. Supportando i talenti locali e dotandoli di tutte le competenze necessarie per l’era digitale, miriamo ad abbattere le divisioni sociali nell’istruzione e a creare opportunità per tutti. Insieme, stiamo cercando di coltivare un ambiente inclusivo che consenta alle persone di prosperare e contribuire a un’economia più competitiva e sostenibile”.

Sul territorio e la qualità della vita, hanno partecipato il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo e Viviana Pinto (Discentis). Il confronto ha messo in luce come politiche urbane, infrastrutture e offerta culturale siano fattori determinanti per l’attrattività: a cinque anni dal titolo, infatti, solo il 59% dei laureati formati in Piemonte resta a lavorare nella regione (il 47% nella sola provincia di Torino), che è al di sotto della media europea come PIL pro capite.

“Per la Regione Piemonte la collaborazione con la Fondazione CRT rappresenta davvero un valore aggiunto per il nostro territorio e per le nostre politiche di sviluppo perché ci consente di dare forza ad alcuni asset strategici investendo in cultura, sostenibilità e crescita – dichiara il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Oggi qui celebriamo una sinergia che si rinnova e che è ogni giorno a supporto del nostro Piemonte nell’affrontare le sfide del futuro in un mondo sempre più complesso e globale”.

“Torino, oggi – spiega il Sindaco Stefano Lo Russo – è un laboratorio dove si sperimenta il futuro: nella transizione digitale, nell’innovazione sostenibile, nell’alta formazione universitaria, nella cultura come leva di sviluppo, nella gestione intelligente dei flussi turistici. Abbiamo rafforzato la nostra credibilità internazionale e siamo sempre più attrattivi per gli investimenti esteri e come città da visitare ma anche dove studiare, lavorare, vivere. Siamo convinti che la direzione intrapresa, che vede le istituzioni lavorare insieme per obiettivi di crescita condivisi – un impegno in cui si inseriscono certamente anche gli importanti investimenti che la Fondazione CRT mette in campo – per rendere Torino e il nostro territorio sempre più attrattivi sia quella giusta e che questa capacità di guardare al futuro coniugando crescita e qualità della vita sarà un potente motore di sviluppo”.

Sull’innovazione e le idee, hanno discusso Marco Casale (CFO Fondazione CRT), Fabio Pammolli (AI4I), Alessandro Vespignani (ISI Foundation), Tatiana Rizzante (Reply) e David Avino (Argotec). Il confronto ha evidenziato come la trasformazione tecnologica stia ridisegnando l’economia territoriale: a Torino il 27,6% delle startup opera nel Deep Tech, un settore che in Europa rappresenta ormai il 44% degli investimenti tecnologici. Parallelamente, la filiera industriale vive un riposizionamento profondo: un’azienda su dieci (12%) valuta l’uscita dal comparto automotive per orientarsi verso aerospazio, nautica, elicotteristica e ferroviario. Un’evoluzione che richiede nuove competenze, ricerca avanzata e infrastrutture capaci di rafforzare l’ecosistema dell’innovazione.

Le conclusioni dell’evento sono state affidate al Ministro della Difesa Guido Crosetto.

La strategia 2026–2028 della Fondazione CRT si sviluppa attorno a cinque ambiti chiave – pienamente coerenti con i valori della Fondazione Cura, Crescita e Meraviglia – individuati grazie a un ampio percorso di ascolto che ha coinvolto tutte le province del Piemonte e della Valle d’Aosta e a un’indagine esplorativa capillare sul territorio.

“Benessere e prossimità”: interventi rivolti alle persone che vivono fragilità nelle relazioni, nell’accesso ai servizi essenziali e nelle opportunità di inclusione – con particolare attenzione ad anziani soli, minori e giovani, persone immigrate, persone con disabilità e nuclei in difficoltà – per accrescere autonomia e benessere attraverso servizi dedicati; “educazione e autonomia”: azioni dedicate a favorire autonomia e benessere attraverso un’istruzione inclusiva, capace di ridurre disuguaglianze educative e di connettere meglio scuola e futuro professionale; “lavoro accessibile”: iniziative volte a rendere più accessibile il mercato del lavoro per chi affronta ostacoli maggiori, accompagnando giovani, donne e persone vulnerabili verso opportunità concrete, colmando i divari di competenze e rafforzando il raccordo tra scuola, servizi e imprese; “comunità partecipi”: progetti che rafforzano la partecipazione civica, sociale e culturale, rigenerando legami e coinvolgendo le persone nella vita collettiva, contrastando il crescente distacco dalla sfera pubblica e l’aumento delle condizioni di solitudine che colpiscono soprattutto giovani e anziani; “conoscenza che innova”: investimenti in ricerca di base e applicata, trasferimento tecnologico e sviluppo di competenze nei settori emergenti, sostenendo collaborazioni tra università e industria, start-up innovative ad alto contenuto tecnologico e partenariati pubblico-privati nei settori strategici del territorio per rafforzare la capacità del territorio di innovare e crescere.

Tra i progetti emblematici del nuovo triennio, la Fondazione lancerà un ampio programma di alfabetizzazione all’intelligenza artificiale destinato a scuole, Pubblica Amministrazione ed enti del Terzo Settore, per aumentare consapevolezza e competenze tecnologiche; sarà inoltre istituito un centro di ricerca e documentazione al Museo Egizio dedicato allo studio della cultura materiale scritta dell’Antico Egitto, che coniugherà le esigenze della ricerca filologica e linguistica facendo ricorso anche alle più avanzate tecnologie, posizionando ulteriormente la storica egittologica di Torino a livelli di leadership internazionale. Infine sarà rafforzato l’ecosistema dell’innovazione attraverso il sostegno alle infrastrutture e allo sviluppo delle competenze, in collaborazione con i principali attori industriali e dell’innovazione del territorio (OGR Torino, Atenei, Digital Revolution House, Istituto AI4I, ISI Foundation).

TORINO CLICK

“Vetrine di Coraggio”, a Nichelino un progetto a tutela delle donne

Il progetto, a cura del Centro Italiano Femminile – Intervento Specifico Volontariato Torino Area Metropolitana ODV, è stato presentato ufficialmente  ieri, non a caso a ridosso della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

“Il Centro Italiano Femminile nei suoi 80 anni di storia è stato sempre accanto alle donne e alle famiglie per aiutarle e supportarle in tutti i momenti di fragilità. Lottiamo da sempre per il contrasto alla violenza comunque si manifesti e continuiamo a lavorare per la parità di genere e la creazione di ambienti in cui trionfino valori e la persona torni ad essere messa al centro. Con questo progetto desideriamo contribuire a creare territori sicuri in cui le donne vittime di violenza possano trovare aiuto in luoghi che frequentano quotidianamente sapendo che la comunità è pronta a tendere loro una mano”, l’intervento di Deborah Di Donna Delegata del Centro Italiano Femminile di Torino

“Vetrine di Coraggio” formerà i commercianti di Nichelino affinché diventino alleati attivi nel contrasto alla violenza di genere. Fornirà loro, attraverso una formazione dedicata, gli strumenti per riconoscere i segnali silenziosi della violenza e per offrire un primo aiuto sicuro, empatico e rispettoso.

“Gli esercizi commerciali, in particolare quelli di vicinato, rappresentano una rete estesa e capillare sul territorio – commentano il sindaco di Nichelino Giampiero Tolardo, l’assessora al commercio Giorgia Ruggiero e l’assessore alle Pari opportunità Alessandro Azzolina -. Per questo motivo possono essere i primi punti di contatto e di aiuto per chi si trovasse in difficoltà e, sempre per questo abbiamo aderito con entusiasmo, come amministrazione, al progetto. Gli obiettivi sono molteplici, in primis sostenere le potenziali vittime, ma anche rafforzare la rete territoriale tra commercio, istituzioni e servizi di supporto. Questo ci auguriamo porti ad uno step successivo che ci consenta di analizzare i bisogni del territorio per poi sostenere lo sviluppo di azioni di prevenzione mirate”.

I negozi di vicinato aderenti al progetto sono riconoscibili grazie a un adesivo dedicato che sarà apposto sulle vetrine.

Come Confesercenti, siamo molto felici di far parte di questo bel progetto che dà voce e visibilità ai commercianti di Nichelino che ogni giorno tengono aperte le loro attività nonostante le difficoltà, le incertezze e i cambiamenti profondi nel tessuto economico locale. I nostri negozi sono presidio sociale, luoghi di incontro e punti di riferimento per i cittadini: per questo riteniamo fondamentale valorizzarne l’impegno e raccontarne le storie“, dichiara Myriam Alù – funzionario della Confesercenti di Torino e Provincia. “Confesercenti sostiene con convinzione questa iniziativa, nata per mettere in luce la determinazione, la creatività e il senso di comunità che animano il commercio di vicinato. Le vetrine diventano così simboli di speranza, testimonianza concreta di quanto il tessuto commerciale sia parte essenziale dell’identità della nostra città – aggiunge Carmen Gonella, membro della Consulta Femminile Regionale del Piemonte in rappresentanza di Confesercenti – Ringraziamo l’Amministrazione Comunale, le associazioni coinvolte e tutti gli esercenti che hanno scelto di partecipare“.

“Ascom ha aderito a questo progetto con grande entusiasmo – concludono Matteo Angileri, Referente Ascom Moncalieri e Luigi D’Alessandra, Presidente Ascom Moncalieri -. È un’iniziativa molto importante, unica nel suo genere in Piemonte, che sosterremo al 100% e diffonderemo il più possibile ai negozi di vicinato”.

Al progetto, a pochissimi giorni dalla presentazione alle associazioni di categoria, hanno già aderito: FARMACIA SANT’EDOARDO, CAFFÈ BISTROT, MACELLERIA GARBOSSA, INTIMO ELLEPI, CONTROVENTO, COLORIFICIO TORCHIO, BENESSERE DEL MONDO, CREATION CAPELLI E CORPO, CARMINE VOLPE FOTOCOPISTERIA BIGLIETTERIA CONCERTI EURO 2000, LA DOLCE IDEA, VINI LIGAS, PALESTRA FUTURA, AGNESE BRUSSINO MASSOFISIOTERAPISTA E COUNSELOR, PIZZERIA FRATELLI PUPILLO, PERETTI ALIMENTARI, CAFFÈ TORINO, INCONTRO CON TE, LIBRERIA IL CAMMELLO.

Con un sacco di fieno in fabbrica

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Da vent’anni, riposta nel solaio la bricolla da contrabbandiere, varcava puntualmente alle sette del mattino i cancelli dell’acciaieria di Villadossola. Alto e secco, con l’andatura un poco ciondolante, Ugo aveva alle spalle una vita a dir poco avventurosa.

Già in tenera età boscaiolo, addetto al palorcio della teleferica e all’accatastamento del legname; poi partigiano con Superti in Val d’Ossola e, dopo la Liberazione, contrabbandiere per necessità, arrancando sui sentieri degli spalloni per racimolare qualche misero guadagno per poter mettere insieme il pranzo con la cena e dare una mano alla vecchia madre. Alla morte della genitrice lasciò ad altri i rischi dell’andar di frodo scegliendo di lavorare in fabbrica dove aveva trovato impiego come operaio addetto al laminatoio. La sua era diventata, da quel giorno, una vita più regolare, scandita dai turni in azienda. Aveva così anche il tempo  per dedicarsi alla passione per la lettura, soddisfacendo la sua curiosità di sapere le cose nel mondo. Comprava regolarmente due giornali ( uno era il quotidiano più diffuso, dove trovava anche la cronaca locale; l’altro era L’Unità), divorava libri di ogni genere, andava al cinema appena poteva e frequentava anche gli spettacoli della filodrammatica amatoriale che di tanto in tanto metteva in scena opere classiche e senza tempo sul palcoscenico del teatro comunale.

Era conosciuto e rispettato perché sapeva fare bene il proprio mestiere, sempre attento e puntuale sul lavoro, ben voluto dai compagni del reparto. Ugo era tra quelli che, fieri della propria rettitudine, potevano andare a testa alta. Comunista convinto anche se non aveva mai avuto in tasca la tessera di quel partito perché il suo spirito ribelle non gli consentiva di soggiacere alle regole e alle liturgie della vita di partito. Il suo punto di vista, formatosi nel vivo della lotta partigiana, si era fatto più saldo nell’inferno di calore, polvere e rumore dell’acciaieria. Era lì che era maturata la presa di coscienza di tutta una condizione lavorativa, umana, politica. Era lì che aveva fatto l’amara scoperta che di lavoro si muore perché la vita degli operai valeva meno del profitto. Dopo i bagliori delle lotte sul finire degli anni sessanta era iniziato un periodo opaco. Soffriva molto nell’assistere al tramonto della centralità operaia nell’immaginario della società italiana e nell’orizzonte politico delle stesse forze di sinistra. I segnali che attestavano l’arretramento del movimento dei lavoratori, sottoposto a ripetuti attacchi, l’avevano reso più nervoso e meno accomodante. La figura e il ruolo dell’operaio si erano fatti sempre più complicati e le ultime generazioni erano andate a scuola, avevano studiato maturando la convinzione che la fabbrica non rappresentasse più un’occasione di riscatto sociale, perdendo parte del senso di appartenenza a una ben precisa classe sociale. Tutto era diventato più fluido e la compattezza e l’orgoglio di un tempo erano un ricordo sfocato. Eppure Ugo avvertiva che fra i vecchi e  i giovani c’era ancora uno scambio di saperi e che il nocciolo duro della militanza sindacale e l’etica del lavoro e delle cose ben fatte non erano spariti del tutto. Forse era per via di quelle radici che affondavano nella tenacia di quella cultura contadina di montagna che da quelle parti era cosa seria, dove  l’universo dell’acciaieria con l’altoforno, le colate e i laminatoi era condiviso dai tanti che mantenevano un legame con i campi e gli alpeggi, la fienagione e qualche animale nella stalla. Aveva maturato una consapevolezza che il tempo aveva levigato rendendola disincantata, lucida, a volte venata da una malinconia che veniva ben presto scacciata da quel suo carattere deciso, incline alla battuta arguta, al commento salace. Non perse nemmeno l’abitudine di andare a votare, come amava dire, “in zona Cesarini”. I seggi chiudevano alle quattordici del lunedì e cinque minuti prima del termine ultimo varcava la soglia del seggio, soffermandosi davanti ai tabelloni con le liste. Si prendeva un paio di minuti per far scorrere lo sguardo sui simboli e candidati e poi, ritirata la scheda, entrava nella cabina commentando ad alta voce: “ Vediamo un poco.. Toh, ecco il simbolo di quelli che fanno portare la croce agli altri e quello dei padroni. E l’altro dove sarà mai?? Ah, eccolo qui, Quello che piace a me. Il simbolo degli operai, anche se un poco sbiadito. Un segno qua e un segno là . E anche questa volta ho votato bene!”. Ripiegava la scheda e la infilava soddisfatto nell’urna, salutando presidente e scrutatori con un largo sorriso. Un giorno scelse di manifestare il suo disprezzo per crumiri e per i pavidi che non protestavano e non scioperavano mai presentandosi alla portineria d’entrata con un sacco di fieno in spalla. I due guardiani che sostavano davanti al cancello gli chiesero cosa intendesse fare con quel sacco e lui, serafico, rispose: “Ci sono quelli che portano in fabbrica la schiscetta con il pranzo, il panino o il quartino di vino? Bene. Io ho portato il fieno per dar da mangiare a tutti gli asini che stanno qui dentro. Non ci vedo niente di male, no? Sono una persona generosa, io”. Ugo in fondo era così e niente al mondo l’avrebbe cambiato, tant’é che quando andò in pensione in fabbrica avvertirono tutti, anche quelli ai quali non era mai stato simpatico, un vuoto, un’assenza che rese l’ambiente ancora più povero di quanto non fosse già diventato.

Marco Travaglini 

 

Turismo Torino e Provincia, nuovo assetto societario

Un altro passo verso il rinnovamento dell’assetto societario di Turismo Torino e Provincia, società partecipata dalla Città di Torino che opera nell’ambito delle attività turistiche.

Il Consiglio comunale ha approvato la delibera che ne approva la nuova configurazione, parallelamente a un aumento di capitale da 0.8 a 2,5 milioni di euro. La scelta concertata con la Regione Piemonte prevede che la partecipazione di quest’ultima – finora pari al 19.6% – arrivi al 40% circa tramite l’acquisizione di nuove quote legate all’aumento di capitale, allineandosi alle percentuali da essa detenute nelle ATL piemontesi.

I nuovi patti parasociali stipulati tra i vari soggetti istituzionali partecipanti Turismo Torino vigeranno per cinque anni, prevedendo che la nomina del presidente della società sia in capo alla Regione, mentre sarà la Città di Torino a designare l’amministratore delegato.  Rappresentate nel Consiglio di amministrazione anche istituzioni quali Città Metropolitana di Torino e Camera di commercio (CCIAA).

L’intenzione è quella di rafforzare il ruolo di Turismo Torino e Provincia, come definito dal suo Statuto, nella “promozione del prodotto turistico riferito all’ambito di competenza territoriale, anche mettendo in collegamento gli operatori turistici locali con gli operatori nazionali e internazionali” ivi compreso tramite “l’organizzazione o la partecipazione a fiere, convegni e altre iniziative di promozione turistica, favorendo e organizzando, in particolare, la partecipazione degli operatori turistici interessati”.

La delibera approvata oggi in aula, inoltre, approva l’estensione della durata della società, finora fissata al 31 dicembre 2030, sino a tutto l’anno 2050.

Il Premio Pannunzio ad Annamaria Bernardini De Pace

Ieri sera nella Sala “Cavour” del Ristorante “del Cambio” dopo un incontro conviviale, il Presidente del centro Pannunzio Pier Franco Quaglieni ha consegnato il Premio “Pannunzio” 2025 a Annamaria Bernardini de Pace, celebre avvocato. Una frecciata di Quaglieni al principale quotidiano torinese: “Bravi i signori della “Stampa” che nel numero di oggi dedicato alla violenza sulle donne hanno ignorato il Premio Pannunzio conferito all’ avv. Bernardini de Pace, difensore da sempre delle donne in difficoltà e impegnata contro il femminicidio . La Stampa non è più letta per la mancanza di informazioni. Solo settarismo politicante”.

 

Carmagnola, Conticelli (Pd): “180 famiglie senza sussidio non autosufficienza”

“Una presenza dovuta quella di ieri al presidio davanti al Comune di Carmagnola organizzato dai sindacati CGIL CISL UIL, insieme all’Utim, l’Unione per la tutela dei diritti delle persone con disabilità intellettiva, e ad altre associazioni territoriali, con le famiglie dei 180 cittadini ancora in attesa da agosto del sussidio dovuto per l’assistenza domiciliare per le non autosufficienze. La punta di un  iceberg, dal momento che la Regione Piemonte ha assegnato innumerevoli bilancio le cifre dovute ma non le ha liquidate, anzi l’assessore al welfare in aula  ha “scaricato” sui Comuni l’onere di reperire maggiori risorse per affrontare l’aumento del costo della vita, e  infatti la Regione Piemonte ha aumentato il fondo indistinto per i consorzi di soli 300.000 euro nel 2025. Quindi, il contesto in realtà è quello di una riduzione della spesa, che ha portato ad una contrazione dei servizi almeno del trenta per cento rispetto alle prestazioni erogate”.
Lo dichiara la consigliera regionale del Partito democratico Nadia Conticelli.
“Spiace constatate che l’amministrazione comunale di Carmagnola non si sia schierata da subito al fianco dei suoi cittadini più fragili e abbia abbandonato le famiglie in questa sorta di risiko dello “scaricabarile” – aggiunge la consigliera dem – Auspichiamo che in questa situazione anche il Comune, direttamente rappresentato nel Consorzio CISA 31, che versa oltretutto in difficoltà economiche, sia al fianco di cittadini e organizzazioni sindacali per chiedere alla Regione di liquidare da subito le somme dovute.
“L’assessorato regionale alle Politiche sociali sceglie invece di finanziare iniziative e progetti politicamente identitari, dai sedicenti  festival  Samsara e Giovani adulti, ai fondi Vesta e Vita Nascente, con i fondi con cui dovrebbe sostenere le persone fragili, come previsto peraltro alle norme nazionali e dalla stessa Costituzione – conclude Conticelli – . Rispetto alle politiche socioassistenzali e sociosanitarie invece non emerge alcuna programmazione e, ad oggi, alcuna volontà politica da parte della maggioranza di centro destra che governa il Piemonte di affrontare la situazione concreta delle famiglie, che vengono lasciate sole sotto il peso economico e sociale della non autosufficienza. E questo rappresenta oltretutto un grave passo indietro anche culturale, rispetto all’approccio dell’intervento pubblico, che dovrebbe essere incentrato sulla persona e sul rispetto dei suoi diritti come motore per la comunità tutta”.
cs

Alberi a Torino per le vittime di femminicidio

Alla vigilia del 25 novembre il Consiglio comunale ha approvato una mozione che impegna l’esecutivo di Palazzo civico a individuare aree verdi dove piantumare alberi da dedicare alle donne vittime di femminicidio nella nostra città. 

L’atto presentato dalla consigliera Elena Apollonio (Gruppo misto di  maggioranza – Alleanza dei democratici – DemoS Democrazia Solidale) chiede anche l’introduzione un qr code identificativo delle vittime per coinvolgere gli studenti e le associazioni.

Il documento ha raccolto l’approvazione unanime della Sala Rossa e ricorda le dimensioni del fenomeno: in Italia dall’inizio del 2025 le donne vittime di femminicidio sono state 76 – secondo quanto riportato dall’Osservatorio nazionale femminicidi di Non una di meno – mentre gli ammonimenti delle Questure sono 7.571, aumentati del 70,6% rispetto al 2024.

AIS Piemonte festeggia sessanta anni di cultura del vino

Dal 28 novembre al primo dicembre prossimi un calendario di appuntamenti per celebrare  i sessanta anni di AIS Piemonte, l’associazione Italiana Sommelier, punto di riferimento nazionale per la migliore cultura del vino.
Era il 1965 quando a Milano nasceva L’AIS, diventata nel tempo la più numerosa e storica  associazione di professionisti del vino. Tra le sedi più attive e dinamiche di questa realtà  vi è da sempre la delegazione piemontese, che, proprio in virtù di questa lunga storia, ha deciso di organizzare quattro giorni di celebrazioni, dal 28 novembre al primo dicembre, con un programma che unirà approfondimenti culturali a banchi d’assaggio, momenti di convivialità a degustazioni.
Si tratta di un modo per raccontare il migliore mondo del vino nella maniera in cui AIS ha sempre fatto, con i suoi corsi e le sue iniziative, riconoscendogli il ruolo centrale che ha nella cultura e nella tradizione del nostro Paese.
I festeggiamenti della sede piemontese per i 60 anni dell’Associazione Italiana Sommelier si apriranno venerdì 28 novembre prossimo con un convegno speciale nella sede di AIS Piemonte di via Modena 23 dalle 10.30 a ingresso libero. Il convegno vedrà alternarsi nel racconto della cultura enologica  autorevoli rappresentanti del vino quale patrimonio culturale, economico e identitario del nostro Paese. Il titolo del convegno è “Il racconto del vino” e ha la volontà di costruire a 360 gradi una riflessione sul mondo del vino contemporaneo, facendo intervenire esperti quali Bruno Ceretto, delle Aziende Vitivinicole Ceretto, Michele Antonio Fino, professore di Fondamenti del Diritto Europeo dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Mauro Agnoletti, della cattedra Unesco dei “Paesaggi del patrimonio agricolo” presso l’Istituto Universitario di Studi Superiori dell’Università di Firenze, Carmine Garzia, professore di Strategia e Imprenditorialità alla Scuola  Universitaria Professionale della Svizzera Italiana  e professore associato di Economia Aziendale all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Barbara Sgarzi, giornalista, Livio  Proietti, presidente dell’Ismea , Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare.

In un’ora di convegno la volontà è quella di trattare i principali argomenti di attualità,  interpellando alcuni dei più noti esperti sul tema de “Il valore del paesaggio nell’identità e nel racconto del vino del futuro” (Mauro Agnoletti), sulla situazione attuale del mercato del vino ( Carmine Garzia), sul rapporto della Generazione Z con il vino ( Barbara Sgarzi), sui numeri del vino piemontese tra sfide e prospettive ( Livio Proietti) e i sessanta anni del vino in Piemonte con Bruno Ceretto.

Il convegno sarà concluso dalla lectio magistralis di monsignor Dario Olivero, vescovo di Pinerolo, membro del Dicastero per il dialogo interreligioso del Vaticano e presidente della Commissione CEI per l’ecumenismo e il dialogo.
A seguire, nel corso della stessa giornata, vi saranno momenti di formazione professionale e un viaggio memorabile tra i grandi vini piemontesi, con una degustazione di Barolo della storica cantina Borgogno, accompagnata da momenti musicali e da un piatto della tradizione piemontese preparato dallo chef Stefano Gallo (ingresso riservato ai soci 140 euro).

Sabato 29 novembre la giornata si aprirà alle 10.30, sempre nella sede di AIS Piemonte con “AIS 1965-2025. Radici, grappoli, identità e gloria”, un grande banco d’assaggio aperto a tutti dedicato ai vitigni del Piemonte, con oltre ottanta aziende partecipanti. La giornata darà la possibilità di degustare, nel format di un walk around tasting, numerosi vini provenienti da tutti i principali territori della regione, suddivisi per vitigni, raccontati e serviti dal Sommelier di tutte le delegazioni.
Come nelle migliori tradizioni, nella giornata della domenica, protagonista sarà il pranzo, un viaggio nel gusto pensato da quattro grandi interpreti piemontesi, che avranno il compito  di reinterpretare i grandi classici della cucina , sessanta anni dopo. Giovanni Grasso de La Credenza, una stella Michelin, Stefano Gallo dell’omonima gastronomia, e il maestro cioccolatiere Guido Castagna saranno i protagonisti di questo appuntamento organizzato nelle cucine dell’AIS Piemonte e riservato agli associati.
Chiusura dei festeggiamenti lunedì 1 dicembre, con una giornata di formazione dedicata ai professionisti della ristorazione.

Mara Martellotta

Il Salone dell’Auto torna nel 2026

Il Salone dell’Auto di Torino tornerà,  dopo il successo del 2025, dall’11 al 13 settembre 2026. Il Salone Auto Torino ha registrato quest’anno oltre 50 brand partecipanti, un’affluenza di 500 mila visitatori provenienti da tutta Italia e un indotto economico sul territorio di 5 milioni di euro.
L’appuntamento per i costruttori, gli appassionati e gli addetti ai lavori sarà nuovamente nel centro di Torino, che si conferma cornice ideale per la manifestazione dedicata al mondo dell’automobile.
Il 2026 vedrà lo svolgimento di una giornata interamente dedicata al business, il 10 settembre Salone Auto Torino organizzerà un evento esclusivo riservato ai soci B2B tra aziende, fornitori, società di servizi automotive, con l’obiettivo di favorire networking, collaborazioni e nuove opportunità professionali.

Mara Martellotta

Le vostre foto. Nel cuore di Torino

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Alcune immagini scattate dalla nostra lettrice Isotta Meliga. Gli scatti ritraggono il cuore di Torino, da piazza San Carlo a via Garibaldi. In copertina la panchina rossa in Galleria San Federico, dedicata alla Giornata di oggi,  25 Novembre, contro la violenza sulle donne.