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PoliTo presenta la nuova strategia per lo sport

L’ateneo torinese lancia il progetto che integra lo sport nella vita universitaria per promuovere lo sviluppo personale, sociale e accademico degli e delle studenti

Lo sport come pilastro per la crescita personale, sociale e accademica: il Politecnico di Torino lancia oggi “PoliTO Sporty Campus”, un’iniziativa strategica volta a integrare profondamente lo sport nella vita universitaria. Ispirato a modelli anglosassoni ma adattato ai valori italiani, il progetto ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo individuale, l’integrazione sociale e la formazione degli e delle studenti. L’iniziativa mira infatti a valorizzare i principi dello sport e a promuovere corretti stili di vita, con l’ambizione di fare dell’Ateneo torinese un punto di riferimento nazionale e internazionale su queste tematiche.

Lo sport rappresenta per il Politecnico un fondamentale pilastro su cui basare il futuro dell’Ateneo, integrando competenze e alta formazione, con un approccio che mette al centro il benessere fisico e psicologico di tutti i soggetti che appartengono alla nostra comunità, dagli studenti alla componente accademica e tecnico-amministrativa. Il Politecnico presenta così questo programma articolato che interessa ambiti trasversali di azione. Partiamo dall’attrazione di talenti sportivi che possano diventare nostri studenti attraverso il dual carrier e dai nuovi percorsi formativi per specialisti in tecnologie, ingegnerie e architetture per lo sport per arrivare al nuovo centro interdipartimentale per la ricerca e l’innovazione tecnologica e all’incubatore di start up nel mondo dello sport. Abbiamo avviato, e continueremo a farlo nei prossimi mesi, partnership strategiche con Atenei per ricerche trans-disciplinari, come l’Università del Foro italico e l’Uzbek State University of Physical Education and Sport’”, ha ricordato il Rettore Stefano Corgnati, che ha avviato i lavori della giornata e ha introdotto la tavola rotonda sul tema “La dimensione dello sport sul territorio”, a cui sono intervenuti Marina Chiarelli, Assessora allo sport della Regione Piemonte, Domenico Carretta, Assessore allo sport della Città di Torino, e Riccardo D’Elicio, Presidente del Cus Torino.

Il Politecnico di Torino, in qualità di università tecnologica di riferimento in Italia e in Europa, riconosce l’importanza dello sport come elemento fondamentale per la salute della persona e come mezzo di sviluppo della comunità. I valori ispiratori dell’Ateneo si riflettono nei principi dello sport, promuovendo l’attività sportiva come pilastro del benessere individuale e come componente essenziale nei percorsi formativi degli studenti.  Il nostro obiettivo è quello di diventare un Ateneo sportivo riconosciuto e riconoscibile, ma anche una vera e propria scuola di tecnologia per lo sport, punto di riferimento per le esigenze tecnologiche di tutti gli attori – imprese, professionisti, federazioni, atleti – che operano nel settore”, ha proseguito il Vicerettore per la Società, la Comunità e per l’attuazione del programma Stefano Sacchi, che insieme a Tania Cerquitelli e Diego Nargiso, Senior Sport Manager di Ateneo, ha presentato la nuova iniziativa “PoliTo Sporty Campus”.

Il progetto è articolato e prevede numerose iniziative volte ad aumentare il focus dell’Ateneo sullo sport, in tutti gli ambiti della sua attività. Partendo dalla formazione, dove spicca la nuova organizzazione del programma Dual Career, che garantisce la conciliazione di studio universitario e carriera agonistica sportiva, e delle rappresentative sportive dell’Ateneo, anche in collaborazione con il CUS Torino. Saranno poi avviati percorsi formativi su Tecnologie, Ingegnerie e Architetture per lo sport, attraverso un vero e proprio Sport Minor, cioè un percorso di studi aggiuntivo e facoltativo, complementare al percorso principale (la “major”), che consente agli studenti di approfondire un’area di interesse specifico, acquisendo competenze trasversali e arricchendo il proprio percorso formativo.

Un’attenzione particolare sarà dedicata anche alle attività volte a promuovere, nella comunità di Ateneo – studenti, personale tecnico amministrativo e bibliotecario, personale di ricerca e docenti – lo sport quale elemento fondante del benessere personale e sociale e simbolo di un’inclusività che è alla base dei percorsi di studio e ricerca del Politecnico, che è recentemente entrato nel programma Healthy Campus della FISU, un protocollo internazionale adottato da più di 26.000 università nel mondo, che si fonda su un sistema interdisciplinare dedicato allo sport e al benessere in tutti i suoi aspetti.

Nel dettaglio, il progetto si sviluppa lungo “cinque verticali cardine” che delineano le principali aree di interventoSport Agonistico, per trasformare il Politecnico in un polo d’eccellenza nello sport agonistico universitario; Sport per Tutti, che interpreta invece una visione dello sport accessibile all’intera comunità universitaria e cittadina; Sport in Aula, con l’obiettivo di integrare lo sport nella formazione con l’attivazione di Corsi di Laurea, Master e moduli specifici su discipline legate allo sport; Sport come Identità del PoliTO, per creare un marchio distintivo del Politecnico legato allo sport; Sport e Sostenibilità Ambientale, per promuove lo sport come attività sostenibile e responsabile.

Grazie all’iniziativa “PoliTO Sporty Campus”, poi, il Politecnico si doterà di infrastrutture sportive all’avanguardia, individuando nuovi spazi e lavorando in sinergia con il Cus Torino per accedere a impianti di eccellenza.

Si avvarrà, inoltre, di collaborazioni internazionali per investire insieme in innovazione e ricerca d’avanguardia. La prima collaborazione già avviata è stata l’adesione allo “Sport Hub”, iniziativa che vede l’Ateneo partner di Intesa Sanpaolo Innovation Center e Intesa Sanpaolo in un ecosistema pubblico privato, finalizzato a promuovere lo sport come leva di inclusione, rinascita personale e partecipazione attiva. Primo progetto dell’Hub, lo studio di un sistema di classificazione evidence-based – basata cioè su dati oggettivi e misurazioni scientifiche – nel Para Standing Tennis (PST) per valorizzare questo sport e facilitarne il riconoscimento in ambiti più strutturati. L’obiettivo è quello di garantire condizioni di gara eque, che permettano a tutti gli atleti un confronto paritario. L’attività prevede valutazioni sul campo, prove biomeccaniche in laboratorio e l’uso di Intelligenza Artificiale nel rispetto di un approccio human-in-the-loop che assicura trasparenza e affidabilità.

In collaborazione con la Fondazione Matilde Lorenzi e l’Alta Scuola Politecnica, invece, è stato avviato un progetto che coinvolge studenti del Politecnico di Torino e del Politecnico di Milano. L’iniziativa ha l’obiettivo di ridurre gli incidenti sulle piste da sci durante le sessioni di allenamento agonistico, attraverso la realizzazione di una mappa dinamica del rischio basata su modelli data-driven, che integrano il comportamento dell’atleta in movimento, la morfologia del terreno e le caratteristiche del manto nevoso.

Intanto, per amplificare il coinvolgimento della comunità politecnica, in questa settimana è stato messo a disposizione nel cortile centrale del Campus di Ingegneria un campo sportivo polifunzionale per cimentarsi in varie discipline, dal tennis a calcio, pallavolo e basket.

L’evento di questa mattina è stato infine l’occasione per conferire un riconoscimento a studenti e studentesse dell’Ateneo che hanno ottenuto traguardi importanti in diverse discipline sportive e in competizioni di alto livello, dalle Universiadi ai Campionati Nazionali, e per ascoltare dal palco le testimonianze di chi coniuga nel suo vissuto quotidiano la pratica sportiva e lo studio, come Francesco Felici, campione tennis wheelchair under 18, e Silvia Crosio, campionessa mondiale di canottaggio.

cs

Inchiesta Città della Salute, Regione parte civile

Città della salute, Regione Piemonte e l’associazione Anaao Assomed hanno chiesto di costituirsi parte civile in tribunale a Torino, all’apertura dell’udienza preliminare dell’inchiesta che riguarda i conti dell’Azienda ospedaliera della Città della Salute. In tutto  sono 16 gli imputati per vicende contabili che risalgono ad anni fa, all’epoca del vecchio management.

Come preparare l’ingresso in RSA

Informazione promozionale

Trasferirsi in una residenza sanitaria assistenziale segna l’inizio di una quotidianità nuova, spesso sicura e stimolante, ma comunque carica di emozioni forti per chi parte e per chi resta.

Prepararsi con metodo e (perché no) con un po’ di creatività, può aiutare a trasformare la tensione in fiducia e a far sentire l’anziano protagonista del proprio percorso.

Come preparare l’ingresso in RSA: prima di tutto, condividere la decisione

Il primo passo è parlare apertamente con il futuro ospite, spiegando perché optare per una struttura bene nota del territorio, come ad esempio una RSA Torino e provincia per i residenti nel capoluogo piemontese, può assicurare assistenza continua, un ricco programma di attività e la comodità di rimanere vicino ai propri affetti.

Discutere senza fretta dei benefici riduce la sensazione di distacco e permette all’anziano, laddove possibile, di esprimere le proprie preferenze: una camera singola, un giardino accessibile, la presenza di fisioterapia quotidiana, specifiche attività ecc.

Quando è possibile, una visita in anteprima agli spazi, con incontro diretto dello staff, è capace di trasformare la struttura da luogo astratto ad ambiente concreto, già un po’ familiare.

Organizzare documenti e cure

Nelle settimane che precedono l’ingresso conviene raccogliere tutta la documentazione sanitaria: referti recenti, piani terapeutici, schede delle allergie, esenzioni e tessera sanitaria. La cartella completa velocizza l’elaborazione del Piano di Assistenza Individuale e aiuta medici e infermieri a impostare correttamente terapie e controlli.

Allo stesso tempo è utile preparare un elenco di contatti: medico di base, specialisti, farmacista di fiducia, numeri dei parenti di riferimento.

Infine, se l’anziano segue diete particolari, conviene fornire al nutrizionista della struttura indicazioni puntuali su intolleranze, consistenze gradite e orari abituali dei pasti.

Come preparare l’ingresso in RSA: fare la valigia, tra comfort e ricordi

Una volta definita la data, si passa al bagaglio. I vestiti devono essere facili da indossare, in fibre naturali e con chiusure a zip o velcro, evitando bottoni minuscoli e tessuti che irritano. Pigiami, tute, biancheria e un paio di scarpe robuste con suola antiscivolo possono coprire comodamente la quotidianità. Può essere aggiunto anche un completo più elegante che servirà per feste o ricorrenze.

Nel beauty case spazio a spazzolino, dentifricio, creme idratanti, pettine, set barba o trucco leggero, forbicine a punta tonda: curare l’aspetto alimenta l’autostima e aumenta il benessere generale.

Non meno importanti sono gli oggetti del cuore: una cornice con le foto di famiglia, il libro preferito, un plaid fatto a mano, magari il piccolo laptop o il tablet usato per videochiamare i nipoti.

Infine, bisogna ricordarsi di etichettare capi e dispositivi con nome e cognome per ridurre il rischio di smarrimenti negli spazi comuni.

Dopo il trasferimento in RSA mantenere il legame

Il giorno dell’ingresso è bene accompagnare l’anziano, aiutarlo a sistemare le sue cose e restare qualche ora per condividere il primo pranzo o una passeggiata nel corridoio. Nei giorni successivi si possono fare visite brevi ma frequenti; anche messaggi o fotografie scambiate via chat sostengono il senso di continuità affettiva.

Se la struttura lo consente, organizzare piccoli rientri a casa per un compleanno o un pranzo domenicale rafforza l’idea che l’ingresso in RSA non sia un distacco, ma una base sicura da cui muoversi in libertà.

È bene ricordare sempre che occorre costruire un ponte di fiducia tra vecchie abitudini e nuova quotidianità, con una comunicazione onesta e un legame familiare che resta vivo: solo in questo modo la residenza può diventare un luogo di qualità dove vivere con dignità e protezione.

Grande festa per i venti anni della Fondazione Merz e opening della collettiva del Mario Merz Prize

La Fondazione Merz presenta da mercoledì 11 giugno a domenica 21 settembre  la mostra collettiva dei finalisti della quinta edizione del Mario Merz Prize, settore arte, a cura di Giulia Turconi. Mercoledì 11 giugno prossimo, in occasione dei venti anni della Fondazione Merz, vi saranno un opening e festa dalle 18 alle 24.

Protagonisti dell’esposizione sono Elena Bellantoni ( Vibo Valentia, 1975), Mohamed Bourouissa ( Algeria 1978), Anna Franceschini ( Pavia 1979), Voluspa Jarpa ( Rancagua, Cile, 1971) e Agnes Questionmark ( Roma, 1995).

La mostra si sviluppa in un percorso che spazia tra I differenti lavori presentati dai cinque finalisti, che si distinguono  nella ricerca artistica e nella scelta dei materiali, condividendo, tra i vari temi, l’attenzione al corpo e a importanti questioni sociali attuali. I lavori presentati offrono un’immersione totalizzante da parte del visitatore, che viene invitato  a mettersi in gioco alla ricerca di una propria interpretazione della società contemporanea, che per ogni artista si concentra su un specifico aspetto e sfumatura diversa.

L’esplorazione parte dall’installazione video di Elena Bellantoni , ‘199The Breadline’ , del 2019, un progetto itinerante che ripercorre la “strada del pane” attraverso quattro Paesi, Italia, Grecia, Serbia e Turchia. La breadline che l’artista segue fa riferimento alla linea di povertà  che collega storie e narrazioni dei Paesi in cui hanno trovato spazio le “rivolte del pane”. Il pane non rappresenta soltanto il momento del convivio e del confronto tra genti diverse, ma è legato alle rivolte popolari, movimenti di protesta che hanno unito popolazioni diverse nel nome della giustizia e dell’eguaglianza sociale. La farina, la polvere di grano, sono, infatti, un valore e rappresentano culture millenarie e tradizioni diverse.  Esalta e completa il lavoro una performance corale in cui viene vocalizzato il canto di protesta Bread & Roses, il cui testo, tradotto in lingua per ognuno dei quattro Paesi, trae origine dal discorso del 1912 di Rose Schneiderman, leader femminista, socialista statunitense, declamato durante un importante sciopero di lavoratrici. Il coro e il pane costituiscono due elementi essenziali, divenendo lo strumento attraverso cui vengono raccontate le rivolte sociali e politiche che appartengono a ogni Paese, soprattutto in quelli legati storicamente e geograficamente al Mediterraneo.

La mostra prosegue con l’installazione di Agnes Questionmark, in cui l’artista si presenta come un nuovo essere ibrido, la cui genesi è  ancora da definire. CHM13TERT è  una linea cellulare  che ha permesso di assemblare la prima sequenza del genoma umano in laboratorio. Per la prima volta  gli esseri umani sono in grado di leggere e modificare la propria componente genetica, attraverso tecniche di editing genomico, che consentirebbe di effettuare specifiche alterazioni al genoma di una cellula. Sospesa e sostenuta da una struttura metallica tramite una serie di cavi e di cinghie mediche, il suo corpo diventa un veicolo politico che sfida i rapporti di potere inerenti alle nostre attuali strutture socioeconomico normative.

Voluspa Jarpa conduce il pubblico a scoprire i diversi elementi del suo lavoro in cui la vista, insieme all’udito, evocano gli eventi e il riverberare tra passato, presente e futuro. The Extiction project del 2025 è una continuazione del lavoro Sindemia (2022-24) che esplorava i conflitti sociali della America Latina, dovuti al deterioramento delle istituzioni democratiche compromesse da politiche legate allo sfruttamento delle risorse e dagli effetti sociali conseguenti. Da questo progetto è  nata una riflessione in cui gli eventi testimoniano come alcuni processi del passato continuino a risuonare nel presente. L’opera invita a considerare i problemi nella loro complessità, non separandoli ma considerando le loro connessioni. Il lavoro si struttura in tre momenti storici: estinzione dei popoli originari (XVI XVII secolo), dittature e interventi politici ( anni ’50-’80) e  conflitti legati all’estrattivismo in tempi recenti.

Anna Franceschini presenta una installazione composta da sette macchine per la stiratura automatica  definite dressmen che, modif9cate e rieducate grazie a un algoritmo, eseguono ciclicamente una partitura attraverso l’aria. Il titolo “All those Stuffed Shirts” del 2023, allude anche modo di dire anglosassone che indica qualcuno pieno di sé, presuntuoso,  conservatore e reazionario, ponendo l’accento sull’abito per denigrare chi lo indossa.

Queste  macchine, con i loro movimenti , riunite in una danza senza fine, si impossessano dello spazio espositivo e suggeriscono una riflessione sulla capacità di divenire dell’immagine dell’oggetto tecnico, collegandosi all’illusione cinematografica.

Il robot da stiro produce l’illusione della vita.  L’installazione conduce a riflettere sul rapporto tra la macchina e i suoi  creatori, tra umano e artificiale. L’aria spinge i sacchi di tessuto sintetico e li fa quasi esplodere prima di un arresto cardiaco che li porta al collasso , rifacendosi alla tecnologia di sopravvivenza del corpo umano.

Nel video “What time is love?” del 2017 le macchine esaminano giocattoli e prodotti per l’infanzia sottoposti a test di resistenza. Il concetto di idoneità fa riflettere su quanto sia alto il prezzo per essere accettati da una comunità.

Infine Mohamed Bourouissa nell’opera video “Généalogy de la Violence” del 2024 l’artista esplora la nozione di controllo, l’espropriazione del corpo e le relazioni di dominio all’interno dello Stato. È un film che riflette sulla brutalità della polizia, la rappresentazione di una violenza invisibile mascherata da umiliazione legale. L’artista, fermato costantemente dalla polizia per “controlli di identità casuali” ha voluto raccontare una storia molto personale. Un ragazzo seduto in auto con un’amica viene fermato per un controllo e perquisito da un agente. Le immagini restituiscono l’esperienza di disconnessione dal proprio corpo: non siamo più soggetti ma oggetti pericolosi. L’artista, attraverso le sculture in alluminio fuso, cerca di trasmettere le sensazioni e le tracce che una pratica giudiziaria sistematica può lasciare sia sulla superficie del corpo sia dentro di esso. Le sculture vogliono sottolineare i momenti di palpazione durante le perquisizioni corporee che rivelano un punto di contatto tra i corpi sociali e il corpo dello Stato.

Bourouissa non solo rappresenta la dinamica emotiva coinvolta, ma anche le dinamiche di potere e la dominazione di un corpo sull’altro.

Mara  Martellotta

“Il mio posto nel mondo” con Fondazione CRT

Oltre 10.000 bambini e ragazzi in situazione di fragilità socio-economica potranno vivere un’estate all’insegna della crescita, dell’inclusione e del benessere, grazie a un ampio programma di attività educative, ludiche e sociali

 

Torino, 9 giugno 2025 – Un’estate all’insegna della crescita, dell’inclusione e del benessere per oltre 10.000 bambini e ragazzi provenienti da contesti caratterizzati da fragilità socio-economica, con bisogni educativi speciali o con disabilità, grazie al progetto “Il mio posto nel mondo” della Fondazione CRT.

 

È online l’elenco dei 61 enti selezionati in Piemonte e Valle d’Aosta attraverso la prima tranche del bando. Gli esiti relativi alle attività di pre-scuola e doposcuola saranno invece comunicati entro luglio 2025.

 

L’iniziativa mira a contrastare le disuguaglianze, offrendo spazi educativi di qualità, favorendo la socializzazione e supportando le famiglie, in particolare quelle che vivono in aree con fragilità, e quelle con bambini con difficoltà e disabilità. “Il mio posto nel mondo” si conferma come un progetto di grande impatto sociale, capace di attivare reti educative sui territori e restituire a ogni bambino, indipendentemente dal contesto di provenienza, il diritto a un’estate fatta di crescita, scoperta e relazioni.

 

I centri estivi selezionati – il 74% dei quali coinvolgeranno bambini e ragazzi con disabilità, bisogni educativi speciali o disturbi dell’apprendimento – proporranno un ricco programma di attività.

 

Si va dal potenziamento della lingua italiana per bambini e ragazzi non madrelingua a percorsi didattici dedicati alle materie STEM, con l’obiettivo di avvicinare i partecipanti al mondo della scienza e della tecnologia. Non mancheranno attività a contatto con la natura, come escursioni e cura di orti botanici, per rafforzare il legame con l’ambiente, insieme a laboratori artistici e musicali che stimoleranno la creatività e l’espressione individuale. Ampio spazio sarà riservato anche al benessere psicologico, con momenti dedicati alla gestione dello stress, allo sviluppo delle competenze emotive e alla cittadinanza attiva, accanto a incontri volti a creare reti tra educatori, famiglie e comunità.

 

Con il progetto ‘Il mio posto nel mondo’ la Fondazione CRT, da sempre impegnata sul fronte della formazione, dell’inclusione e nel contrasto alle fragilità, intende offrire a ogni bambina e a ogni bambino, ragazza e ragazzo, la possibilità di vivere un’estate ricca di esperienze inclusive, educative e di relazione, a prescindere dalle condizioni sociali o personali di partenza – afferma la Presidente della Fondazione CRT Anna Maria Poggi -. Sostenere e rafforzare la rete di chi si prende cura dei più giovani, soprattutto di quelli più fragili, significa contribuire a prendersi cura della comunità”.

 

Un’altra occasione preziosa per offrire a tanti bambini e ragazzi un’estate stimolante sarà l’iniziativa “Magia in Scena: eventi per educare, coinvolgere e prevenire” della Fondazione della Felicità ETS. L’iniziativa prevede tre spettacoli di magia formativa gratuiti, destinati a circa 1.200 bambini tra i 6 e i 14 anni, programmati nella giornata del 14 luglio 2025 in occasione dell’apertura del Campionato Mondiale di Magia. 200 bambine e bambini potranno essere protagonisti della cerimonia di apertura come “ambasciatori di magia”.

Sanità, Salizzoni (Pd): “Bene cambio legge, ora ridurre il privato nel pubblico”

“ E SI APPROVI IN FRETTA IL PIANO SOCIOSANITARIO”

 Il Consiglio regionale ha discusso il disegno di legge che abroga l’articolo 23 della l.r. 22/2012 che prevedeva la possibilità di creare soggetti con società private per gestire i servizi sanitari.

“Per ottenere che la Giunta Cirio presentasse in fretta il testo approvato oggi ci sono volute oltre 5000 firme e la richiesta di un referendum, fatto che testimonia, ancora una volta, l’immobilismo del centrodestra” commenta il Consigliere regionale del Partito Democratico Mauro Salizzoni, relatore di minoranza del provvedimento.

“Adesso si abolisce la possibilità di creare soggetti con società private per gestire i servizi sanitari e, a tal proposito, ricordiamo che le sperimentazioni di Settimo Torinese e di Omegna hanno dato risultati di segno opposto, ma auspichiamo che il prossimo obiettivo possa essere una riduzione del lavoro privato all’interno della sanità pubblica, in tutte le sue forme: sia quello strapagato dei gettonisti, sia quello sottopagato dei contratti multiservizi” aggiunge il Consigliere Pd.

“Ci attendiamo, inoltre, che l’Assessore Riboldi fornisca un quadro chiaro e preciso sui conti delle Asl e sul vero stato in cui versa la sanità nella nostra regione. Infine, occorre approvare, dopo anni di promesse e di rinvii inspiegabili, un piano sociosanitario in grado di rispondere alle vere esigenze dei cittadini e alle richieste di tutti i soggetti interessati e dei territori. Non possiamo più permetterci di sprecare altro tempo” conclude Mauro Salizzoni.

Ruba pc e smartphone, in manette

Un cittadino italiano di 57 anni è stato arrestato dalla Polizia di Stato per furto aggravato.

Alcuni giorni fa gli agenti del Commissariato di P.S. San Secondo intervengono presso le OGR di Torino per la presenza di una persona che si è introdotta abusivamente in un’area della struttura con accesso alle sole persone autorizzate.

Gli agenti intercettano l’uomo che finge di parlare al telefono una volta accortosi della presenza degli operatori di polizia. Il cinquantasettenne viene trovato con nove pc e sei smartphone, all’interno di due zaini in suo possesso, e un pass intestato a un’altra persona. Gli agenti appurano che il materiale è stato asportato negli uffici di una società con sede al piano terra. Tutta la refurtiva veniva consegnata ai legittimi proprietari.

La Procura della Repubblica di Torino ha richiesto e ottenuto la convalida dell’arresto, con la misura dell’obbligo di presentazione alla P.G.

Il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari, pertanto vige la presunzione di non colpevolezza degli indagati sino alla sentenza definitiva.

L’ultimo libro di Travaglini al Centro Pannunzio venerdì 13 giugno

Vite e dicerie di strapaese tra laghi, monti e vigne, l’ultimo libro di Marco Travaglini, verrà presentato venerdì 13 giugno alle 18 al Centro Pannunzio di Torino. Con l’autore dialogherà Laura Pompeo. La narrativa dell’autore, nato sulla sponda piemontese del lago Maggiore e torinese d’adozione, è intesa a dare voce soprattutto alla gente comune, a quel mondo piccolo ma non minore col quale ha sempre amato convivere, assimilandone i problemi, le speranze, le gioie e i dolori. Una scrittura la sua che nasce dal cuore e arriva al cuore, che sa cogliere con passione e slancio poetico la vita delle strade, dei piccoli paesi tra i laghi e le montagne così come delle vie di Torino o della campagna canavesana, con attenzione particolare – è il caso de Il seggio del peccato come di gran parte dei suoi libri di racconti – al passato, a tempi meno facili, ma più ricchi di semplicità, di saggezza antica, di rapporto umano. Erano gli anni delle case di ringhiera e dei circoli operai, dei grandi prati non ancora invasi dal cemento; delle quattro stagioni; degli inverni dalle abbondanti nevicate e delle primavere verdi punteggiate di rondini e maggiolini.  Storie che si ritrovano ne Il seggio del peccato, attraverso ventisette racconti, guidando il lettore in un itinerario emozionale che abbraccia città, campagne, laghi e montagne. Come scrive nell’introduzione Sergio Chiamparino, già sindaco di Torino, “sono racconti ricchi di riferimenti storici, di notizie su luoghi, edifici storici, di curiosità, ricostruzioni di antiche tradizioni e motti popolari, molte cose che si ignorano o almeno io ignoravo”.

“Voci del Piemonte”: i Consiglieri regionali Pd tornano nei territori

Una politica che ascolta è una politica che costruisce.

A un anno dalle elezioni regionali del 2024, i Consiglieri regionali del Partito Democratico tornano nei territori da cui hanno ricevuto fiducia e mandato, per dare voce alle comunità e raccogliere proposte, esperienze, idee.

“Voci del Piemonte” è il nome del ciclo di incontri che il Gruppo Pd in Consiglio regionale avvierà nelle prossime settimane: un viaggio nella regione reale, quella dei cittadini, delle associazioni, delle imprese, dei giovani e degli amministratori locali. Per raccontare ciò che si sta facendo in Consiglio, ma soprattutto per ascoltare, per costruire insieme, per restituire ai cittadini un ruolo centrale nell’azione politica.

Gli incontri saranno occasioni aperte, pubbliche, senza filtri né formalismi. Perché il Partito Democratico crede che la buona politica si nutra del dialogo e si rafforzi nella prossimità.

Il tour partirà dalla provincia di Cuneo – terra di lavoro e comunità solidali – per poi toccare tutte le province del Piemonte.

I primi appuntamenti già in calendario sono:

  •             🗓️ 20 giugno 2025 – Mondovì
  •             🗓️ 27 giugno 2025 – Vercelli
  •             🗓️ 4 luglio 2025 – Biella
  •             🗓️ 10 luglio 2025 – Asti

 

Ogni incontro sarà un’occasione per guardare insieme al futuro del Piemonte, confrontandosi sui temi che contano: sanità, lavoro, ambiente, mobilità, diritti, istruzione.

Perché non c’è rappresentanza senza relazione, e non c’è cambiamento senza condivisione.

Il nostro impegno è semplice e profondo: ascoltare per agire, rappresentare per servire, costruire insieme una politica che non smette mai di mettersi in cammino.

 

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