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Disabilità: “Su base di uguaglianza”, per un progetto di vita

Si terrà il 10 e l’11 giugno 2025 a Torino il primo Convegno internazionale intitolato “Su base di uguaglianza: per un progetto di vita che garantisca le libertà e i diritti delle persone con disabilità”.

Organizzato da Università degli Studi di Torino, ateneo attivo su diversi fronti nell’attuazione della Convenzione ONU, e Fondazione Time2, realtà promossa da Antonella e Manuela Lavazza da anni impegnata su un cambio di prospettiva culturale e attuativa che preveda la piena partecipazione sociale delle persone con disabilità, l’appuntamento del 10 e 11 giugno vedrà riunirsi persone esperte e rappresentanti istituzionali di rilievo nazionale e internazionale per approfondire il progetto di vita nella prospettiva dei diritti.  Ad aprire le due giornate i saluti istituzionali con un video messaggio della Ministra per disabilità Alessandra Locatelli e la presenza del Presidente Regione Piemonte Alberto Cirio e la Vicesindaca della città di Torino Michela Favaro.

 

Il Convegno internazionale, ospitato negli spazi de La Centrale di Nuvola Lavazza (via Ancona, 11/A – Torino), tratterà il tema del progetto di vita come strumento di attuazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, secondo le indicazioni della riforma innescata dalla L.227/21 (Legge delega in materia di disabilità).

 

“L’Università degli Studi di Torino dimostra negli ultimi anni un sempre maggiore interesse istituzionale nel promuovere attività scientifiche, culturali e di ricerca nel settore della promozione dei diritti delle persone con disabilità. Iniziative come questa, di alto valore scientifico, rivolte a un pubblico ampio e costruite in sinergia con il territorio, si affiancano a un impegno quotidiano: dagli assetti inclusivi che garantiscono il diritto allo studio ai giovani con disabilità alle politiche dell’inclusione lavorativa del personale dipendente, dall’innovativa strutturazione del Corso di Specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità, che l’Ateneo promuove in piena coerenza con la visione della Convenzione ONU, fino ai corsi di alta specializzazione, come il primo Master Universitario in Progettazione personalizzata partecipazione in attuazione della Convenzione (Finanziato dalla Fondazione Time2) o il Corso Universitario di Aggiornamento Professionale in Progettazione di interventi a sostegno del diritto al lavoro in attuazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilita’,  rivolto ad Agenzie formative e Centri per l’impiego, organizzato con e finanziato da Regione Piemonte. L’indirizzo chiaro è quello di promuovere la conoscenza dell’approccio dei diritti, con particolare riferimento alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e le leggi nazionali relative al tema, come la 227/21, affinché questo costituisca un orizzonte concreto per le iniziative e le politiche dentro e fuori l’Università.” Barbara Bruschi, Vice Rettrice per la didattica – Università degli studi di Torino.

 

“L’impegno di Fondazione Time2 nasce proprio dalla constatazione che i giovani con disabilità e le loro famiglie incontrano molti ostacoli nel passaggio alla vita adulta e nella costruzione del proprio progetto di vita. L’attuale Riforma in materia di disabilità va proprio nella direzione di riconoscere nel progetto di vita personalizzato e partecipato il diritto e lo strumento fondamentale del welfare della disabilità. È una sfida culturale prima ancora che normativa, che ci chiede di costruire contesti accessibili in cui ogni persona con disabilità possa abitare pienamente la cittadinanza su basi di uguaglianza e pari opportunità. Serve un dialogo autentico tra istituzioni, associazioni, comunità e soggettività coinvolte, per co-progettare un sistema che renda esigibili i diritti e sostenga concretamente le scelte di vita delle persone.”  Manuela Lavazza, Presidente Fondazione Time2 

 

Le giornate si svilupperanno attraverso 2 sessioni plenarie –  dedicate rispettivamente  al progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato come strumento di deistituzionalizzazione e al sistema di welfare adatto a sostenerlo – e 6 sessioni parallele volte a esplorare le tematiche maggiormente rilevanti in relazione alla sua costruzione. In chiave attuativa del progetto di vita saranno approfondite le tematiche della piena inclusione scolastica, del diritto al lavoro, di capacitazione e presa di parola, della trasformazione dei contesti e, infine, della dimensione del potere nel lavoro socioeducativo.

 

Con la volontà di attivare un momento di incontro, scambio e formazione che metta in luce le tante certezze e le sfide che porta sostenere progetti di vita rispettosi dei diritti, interverranno, tra gli altri, alle due giornate: Mauro Palma (Primo Presidente del Garante per i Diritti delle persone private della libertà personale), Ciro Tarantino e Cecilia Marchisio (componenti della Commissione di studio redigente per i decreti attuativi della L.227/21), Benedetto Saraceno (Segretario generale del Lisbon Institute of Global Mental Health).  Tra i soggetti internazionali saranno inoltre coinvolti International Disability Alliance con il presidente Nawaf Kabbara; l’United Nations Committee on the Rights of Persons with Disabilities con la presidente Inmaculada Placencia Porrero; l’European Disability Forum con Nadia Hadad e Disabled People’s International con Giampiero Griffo.

 

Il Convegno intende portare un contributo sostanziale al dibattito e allo sviluppo dei sistemi, nel periodo strategico che precede la piena attuazione della riforma portata dalla L.227/21, ponendosi come momento di riflessione nel cammino della realizzazione della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità. Il documento, infatti, adottato a oggi da 186 Paesi tra cui l’Italia, rappresenta un importante passo avanti nella promozione e protezione dei diritti fondamentali delle persone con disabilità, a oggi ancora talvolta distante dalle vite delle persone.

 

Il progetto di vita individuale personalizzato e partecipato rappresenta in questo momento storico, a quasi due decenni dall’approvazione della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, uno strumento in grado di concretizzarne l’attuazione nella vita delle persone con disabilità, costruendo e organizzando “i sostegni e gli accomodamenti ragionevoli che garantiscano l’effettivo godimento dei diritti e delle libertà fondamentali, tra cui la possibilità di scegliere, in assenza di discriminazioni, il proprio luogo di residenza” secondo i principi della L.227/21. Il progetto di vita offre, dunque, oggi una opportunità concreta per intraprendere la strada di quel cambiamento sociale necessario affinché le persone con disabilità possano realmente vivere su base di uguaglianza con gli altri.

 

Il convegno si propone di essere innovativo non solo nei contenuti, ma nelle modalità di accoglienza e organizzazione degli spazi di coloro che vi partecipano. Ampliando il più possibile l’accessibilità universale, prevedendo diversi modi di funzionamento: da qui la scelta di proporre il programma e gli interventi dei relatori e delle relatrici anche in versione semplificata, la predisposizione di una sala silenziosa con sedie per rilassarsi e il video senza audio della conferenza per chi ne avesse necessità e di un’area insonorizzata dove sarà proiettato il convegno con l’audio dove ascoltare gli interventi anche in piedi o muovendosi. I video saranno audiodescritti per le persone cieche e ipovedenti e la Lingua del Segni italiana verrà proposta nella innovativa tecnica Feeding. Tale modalità prevede due interpretazione più accessibile e fedele alla lingua visiva usata dalla comunità sorda

 

IL PROGRAMMA DELLE DUE GIORNATE

Le giornate si svilupperanno attraverso 2 sessioni plenarie e 6 sessioni parallele.

La prima sessione plenaria, il giorno 10 giugno dalle ore 11 alle ore 13, è dedicata al progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato come strumento di deistituzionalizzazione. Sulle norme internazionali in materia di  tutela dei diritti fondamentali interverrà Mauro Palma – Presidente Centro di Ricerca “European Penological Center” Dipartimento di Giurisprudenza Università Roma Tre; Cecilia Marchisio, docente dell’Università degli Studi di Torino parlerà del progetto di vita individuale personalizzato partecipato su base di uguaglianza con gli altri; Matteo Graglia, Titolare di un progetto di vita, ci illustrerà come il progetto di vita costruisce la rete a sostegno della libertà. Alice Sodi del Coordinamento Nazionale Contro la Discriminazione delle Persone con Disabilità, indagherà il tema della e incompatibilità tra diritti e modelli applicativi. Ciro Tarantino, docente Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa, concluderà la plenaria parlando di Progetto personalizzato come pratica di libertà.

A seguire, sempre nella giornata del 10 giugno,le sei sessioni parallele: dalle ore 15 alle 16:30, l’appuntamento dedicato al Progetto di vita e diritto al lavoro: da dovere degli inclusi a strumento di emancipazione. Modererà l’incontro Simona Damilano, Disability Manager Università degli Studi di Torino; inclusione socio-lavorativa delle persone con disabilità; Natascia Curto, Università degli Studi di Torino;Federica Hartvig, Educatrice Fondazione Time2; Samuele Cucco, Tirocinante azienda di distribuzione. La centralità della persona nel progetto di vita: dalla partecipazione alla presa di parola sarà invece l’appuntamento coordinato da Tania Parisi, Università degli Studi di Torino; al quale prenderanno parte il Gruppo di Self Advocacy – Torino; Melanie Nind e Andrew Power della University of Southampton; Federica Festa, Università degli Studi di Torino; Orietta Prai di Persone, Coordinamento Nazionale Contro la Discriminazione delle Persone con Disabilità.

Progetto di vita e scuola inclusiva come antidoto all’istituzionalizzazione il tema affrontato da Simona D’Alessio, Dirigente Scolastica; Fondatrice del Gruppo di Ricerca per l’Inclusione e i Disability Studies (GRIDS) in Italia; Luca Angelone e Guido Laurenti, Università degli Studi di Torino; Luisa Pennisi, Responsabile Ufficio Diritto allo Studio della Città metropolitana di Torino;Rosa Bellacicco, Università degli Studi di Torino; discussant di questo appuntamento sarà Heidrun Demo, Libera Università di Bolzano e Direttrice del Centro di Competenza sull’Inclusione Scolastica.

Le sessioni parallele proseguiranno dalle 17 alle 18:30 con L’etica dell’accesso: il progetto di vita, tra individuale e collettivo: appuntamento coordinato da Maria Giulia Bernardini, Università degli Studi di Ferrara, al quale interverranno Sara Battan, Comitato 162 Valle d’Aosta; Marta Migliosi, Movimento Antiabilista ;Massimo Bigoni, Dirigente amministrativo Società della Salute e Zona Fiorentina Nordovest; Nadia Hadad – European Disability Forum (EDF). A seguire sarà tratta il tema: Sviluppare il progetto di vita nei contesti: il ruolo del Terzo Settore, commenterà Giulia Guglielmini, Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo; interverranno Andrea Faini, Amministratore Delegato Cooperativa Sociale C.V.L. Caldera Virginio Lumezzane; Viviana Canale, Vice Presidente Cooperativa Sociale Vedogiovane Asti; Alice Bernini, Coordinatrice della sperimentazione su progetto di vita, dopo di noi e Convenzione ONU Fondazione Riconoscersi Arezzo e Chiara Basile, Sviluppo e Programmazione Fondazione Time2. La giornata si chiuderà con la discussione Processi di costruzione del progetto personalizzato e dimensione del potere: ne parleranno Gabriele Rossi, Responsabile Settore Servizi Sociali, Pubblica Istruzione e Sport Comune San Giovanni Valdarno; Chiara Garberoglio, Responsabile Educativa Fondazione Time2; Cristina Frioni, Educatrice Cooperativa Altri Colori; Roberto Mastropasqua, Neuropeculiar APS, Movimento per la Biodiversità Neurologica; Gisella Trincas,  Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale (UNASAM). Discussant di questo appuntamento sarà Lavinia D’Errico, Centre “Robert Castel” for Governmentality and Disability Studies dell’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa.

Il giorno 11, a partire dalle ore 9, si terrà invece la seconda sessione plenaria nella quale sarà discusso il sistema di welfare adatto a sostenere il progetto di vita individuale. Di governance del welfare contro la frammentazione del sistema parlerà Benedetto Saraceno, Università di Lisbona; Segretario Generale Lisbon Institute of Global Mental Health. Alle ore 10, Daniele Piccione, Consigliere parlamentare del Senato della Repubblica, tratterà gli aspetti tecnici e culturali della L227/21. Alle ore 10:30 Ranieri Zuttion, Direttore Servizio Area Welfare di Comunità della Direzione Centrale Salute, Politiche Sociali e Disabilità della Regione Friuli Venezia Giulia, interverrà sui meccanismi di governo al servizio dei Persone, Coordinamento Nazionale Contro la Discriminazione delle Persone con Disabilità, discuterà del modello di welfare richiesto dalle famiglie. Amministrare e innovare: il welfare che possiamo fare è il titolo dell’appuntamento, alle ore 11:30 con Jacopo Rosatelli, Assessore alle Politiche Sociali ai Diritti e alle Pari Opportunità Città di Torino. Erika Tognaccini di CNOAS – Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali, prenderà parola alle ore 11:45 per descrivere la posizione degli assistenti sociali sul progetto di vita. L’ultimo intervento, alle ore 12, sarà a cura di Samuele Pigoni, Segretario Generale Fondazione Time2, che interverrà sui nuovi compiti della filantropia: dalla carità al cambiamento.

 

Incontro sulla linea Sfm 3 Torino – Bardonecchia

Si è tenuto ieri l’incontro convocato dall’Assessore regionale ai Trasporti, Marco Gabusi, su richiesta dei  rappresentanti delle Unioni montane della Valsusa, Pacifico Banchieri e Mauro Carena, e i responsabili piemontesi di Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia (Gruppo FS).
“Puntualità ed affidabilità sono in netto miglioramento dalla primavera – ha dichiarato Gabusi –  sulla linea non sono previsti altri lavori impattanti. Lo scenario futuro sarà quello del collegamento diretto con l’aeroporto di Torino Caselle, che si realizzerà contestualmente alla realizzazione del passante Porta Nuova-Porta Susa nel 2028- conclude Gabusi.
La linea ha scontato la chiusura della galleria del Frejus, riaperta al traffico ferroviario a fine marzo 31 marzo dopo 18 mesi di interruzione. RFI ha spiegato di aver lavorato “in ombra” al gestore francese, ovvero ha usufruito della chiusura forzata della linea anticipando attività di manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre al consolidamento delle gallerie di Serre La Voute ed Exilles programmate per quest’anno. Ciò ha permesso di recuperare tempo e di consentire alla linea maggiori performance. Per tale motivo da febbraio la linea è tornata su livelli di affidabilità in linea con le performance storiche.
Si è parlato anche di stazioni ricordando che Bussoleno e Susa rientrano nel circuito di Sala Blu, il servizio di RFI dedicato ai viaggiatori con difficoltà di movimento, anche temporanea.
I locali delle stazioni ferroviarie come le sale d’attesa e i servizi igienici, ma anche i monitor e le varie suppellettili sono spesso bersaglio di atti vandalici, che ne causano la temporanea chiusura per il ripristino, come è successo di recente a Bardonecchia.
“Chiederemo a FS Security di monitorare con particolare attenzione la SFM3” ha aggiunto ancora Gabusi ricordando la sperimentazione delle bodycam partita di recente anche in Piemonte. Per i prossimi quattro mesi, gli operatori di FS Security hanno a disposizione nove dispositivi con l’obiettivo di aumentare la sicurezza e la tutela del personale e dei viaggiatori nelle stazioni e sui principali collegamenti ferroviari della regione.
Investimenti programmati, infine, per riqualificare le stazioni principali della linea: secondo il Piano Integrato Stazioni, si provvederà ad adeguare i marciapiedi delle stazioni di Rosta e Avigliana.

Italia-Moldova 2-0 Vincente ma brutta

Qualificazione al mondiale 2026

Luciano Spalletti ha chiuso la sua era alla guida dell’Italia con una vittoria per 2‑0 contro la Moldavia, nonostante una prestazione indecente.
Raspadori nel primo tempo, Cambiaso all’inizio del secondo tempo.
La gara, giocata, allo Stadio “Città del Tricolore” di Reggio Emilia non ha convinto: la Nazionale ha mostrato carenze sul piano tattico e difensivo, con la Moldavia vicina al gol in più occasioni .
Spalletti, esonerato dopo la sconfitta per 3‑0 in Norvegia, aveva chiesto una vittoria d’addio, ma i tifosi lo hanno fischiato anche prima del fischio d’inizio .
L’Italia è terza nel Gruppo I con 3 punti in due gare, dietro a Norvegia (12) e Israele (6) .
Il successore di Spalletti dovrebbe essere Claudio Ranieri,se riuscirà a liberarsi dal contratto con la Roma nella veste di consulente del Presidente Friedkin.

Enzo Grassano

Educazione in azienda per prevenire il sovraindebitamento

Prevenire il sovraindebitamento e favorire l’inclusione finanziaria e sociale. Questo l’obiettivo che si prefigge il Progetto formativo di educazione finanziaria per gli operatori delle HR aziendali, promosso dall’Osservatorio sui fenomeni di usura, estorsione e sovraindebitamento del Consiglio regionale e organizzato dalla Fondazione don Mario Operti.

La prima edizione del progetto, sempre sostenuta dal Consiglio regionale, si era svolta nel 2023 e aveva coinvolto operatori nell’ambito dell’assistenza sociale e del terzo settore. Questa seconda edizione – che dovrebbe prendere avvio già entro l’estate – si rivolge invece agli uffici risorse umane e amministrativi delle aziende che hanno diretto contatto con i lavoratori in situazioni debitorie.

“Si tratta di un progetto importante ed entreremo nei dettagli dell’iniziativa all’interno del tavolo tecnico dell’Osservatorio convocato il 19 giugno”, è intervenuto il consigliere regionale segretario Mario Salvatore Castello alla presentazione del progetto. “Nei prossimi mesi affronteremo il tema sovraindebitamento coinvolgendo associazioni, aziende ma anche scuole e università. È fondamentale infatti promuovere la cultura del risparmio anche fra i giovani e diffondere la consapevolezza che saper pescare è più importante di ricevere il pesce”.

“La mancata inclusione finanziaria è spesso rilevatrice di problemi sociali gravi di cui l’indebitamento è l’effetto e non la causa. I motivi possono risiedere nei costi dell’abitare, così come nelle spese per salute e assistenza, ma anche in dipendenze”, spiega Antonio Sansone, segretario generale della Fondazione don Mario Operti. “Abbiamo pensato di rivolgerci alla formazione delle aziende senza la pretesa di insegnare la finanza a chi già la conosce, ma per favorire quell’ascolto e quell’empatia fra azienda e dipendenti necessarie per individuare segnali di difficoltà finanziarie e prevenire il sovraindebitamento, facendo poi rete con le istituzioni e con le realtà associative che, come noi, se ne occupano”.

Il Progetto formativo di educazione finanziaria per gli operatori delle HR aziendali si terrà in diversi centri della regione e sarà incentrato sui temi dell’ascolto del dipendente, sul bilancio famigliare, sulla conoscenza e valutazione di possibili fondi di finanziamento per il nucleo famigliare e anche sul microcredito.

L’iniziativa fa seguito all’esito della ricerca “Vite a debito” condotta nel 2023 da Fondazione Operti in collaborazione con Fondazione San Matteo e La Scialuppa CRT Onlus, con l’Associazione italiana per la direzione del personale e con il contributo dell’Osservatorio contro l’ Usura del Consiglio regionale. Dall’indagine, condotta sui lavoratori di 50 aziende dell’area metropolitana torinese che hanno chiesto la cessione del quinto dello stipendio, è emerso l’identikit del dipendente a rischio di indebitamento: è prevalentemente uomo, fra i 41 e i 55 anni, attivo nel settore del commercio con mansioni operaie e con 300-450 euro al mese di dimensioni di indebitamento.

A breve sarà avviata una fase di aggiornamento e approfondimento della ricerca “Vite a debito” con il coinvolgimento anche dell’Università del Piemonte Orientale.

Ufficio stampa CRP

Giraudi: cioccolato d’autore nel cuore della provincia di Alessandria

 

A Castellazzo Bormida il profumo del cioccolato racconta una storia di famiglia piena di passione e dolcezza.

 

C’è un piccolo paese nel cuore dell’Alessandrino dove il cioccolato non è solo un alimento: è un linguaggio, una passione, una forma d’arte. Giraudi, la cioccolateria fondata e portata avanti con dedizione da Giacomo Boidi e oggi condivisa con il figlio Davide, è il cuore pulsante di una storia che profuma di tostatura lenta, mani artigiane e sogni costruiti giorno per giorno.

Tutto ha inizio nei primi del Novecento, nel 1907, quando Giovanni Battista Giraudi fonda un mulino per la macinazione di cereali. Con il tempo, l’attività si evolve nell’arte bianca e, lentamente, si avvicina al mondo del cioccolato. Sarà Giacomo Boidi, nipote di Paolino Boidi e affascinato fin da piccolo dalla pasticceria, a far germogliare la vera anima cioccolatiera di questa storia. Dopo aver frequentato l’istituto tecnico per periti elettrotecnici, Giacomo si avvicina al laboratorio dello zio Giovanni ad Alessandria nel 1982. Ha solo ventun anni, ma un carattere tenace, curioso, e soprattutto una fame di sapere e di creare.

Nel giro di pochi anni Giacomo si distingue per la qualità delle sue creazioni, sperimentando con coraggio nel piccolo laboratorio di 12 metri quadri. Nel 1983 apre la propria pasticceria ad Alessandria, ma è nel 1987, dopo la scomparsa degli amati zii, che decide di dedicarsi completamente al cioccolato, un ingrediente che lo affascina per la sua complessità e versatilità. L’anno prima, nel 1986, aveva già avviato un piccolo laboratorio, che diventerà il cuore produttivo della futura Giraudi.

Nel 1993 la produzione si trasferisce a Castellazzo Bormida, in uno stabilimento dove si fonde la visione artigianale con l’ambizione industriale. Nasce così una nuova era per Giraudi, che si amplia, si evolve e comincia a farsi conoscere ben oltre i confini regionali. L’incontro con l’esperto di enogastronomia Giorgio Onesti rappresenta un punto di svolta: colpito dalla qualità dei prodotti, aiuta Giacomo a farli conoscere in tutta Italia e poi nel mondo.

Giraudi oggi esporta in Austria, Germania, Grecia, Norvegia, Stati Uniti, Cina, Giappone e Australia. Il catalogo si è arricchito di specialità uniche come la Giacometta, una deliziosa crema spalmabile al cioccolato e nocciole che rappresenta l’identità del marchio, e il Giacometto, un caffè con crema di latte servito in una tazzina rivestita di Giacometta: un’esperienza multisensoriale che è insieme rito e scoperta.

Il punto vendita di Castellazzo Bormida, moderno e accogliente, è integrato nello stesso edificio del laboratorio. Qui si possono comporre vassoi personalizzati di cioccolatini fatti a mano, gustare brioche farcite al momento con crema al pistacchio, e osservare il laboratorio al lavoro attraverso una vetrata o, su prenotazione, visitarlo accompagnati da una guida. Non è raro incontrare scolaresche: la divulgazione è parte del progetto Giraudi, con una sala didattica dedicata a bambini e famiglie.

Le materie prime sono il punto di partenza di ogni creazione. La massa di cacao è ottenuta da una miscela di varietà Criollo e Trinitario, le più pregiate al mondo, provenienti da piantagioni selezionate in Centro America e Africa. Giraudi lavora a partire dalla massa e non dalla fava: una scelta consapevole per concentrare l’attenzione e l’energia sull’abbinamento, la decorazione, la forma. Le linee di cioccolato monorigine, come i Napolitains e Le Selezioni, seguono invece lavorazioni più lunghe e raffinate, con tostature lente e concaggi delicati.

La nocciola è l’altra protagonista. La varietà scelta è la Tonda Gentile Trilobata del Piemonte, la migliore per gusto, pelabilità e conservabilità. Nonostante l’IGP copra l’intero Piemonte, unica regione in Italia a vantare questo primato, le nocciole usate da Giraudi provengono soprattutto dalle Langhe, dove si concentrano le coltivazioni più pregiate. La tostatura avviene con un tostino tradizionale e segue un processo lentissimo e delicato: il calore penetra piano, abbracciando ogni frutto, esaltandone sapore e aromaticità, lasciando che la buccia si stacchi naturalmente.

Nel laboratorio, ogni dettaglio ha un suo valore. I cioccolatini sono colati a mano negli stampi, uno a uno. Alcune forme nascono da prototipi realizzati internamente, anche con l’ausilio di tecniche moderne come la stampa 3D e il taglio laser. La personalizzazione è un pilastro: non c’è limite alla creatività, e il cliente può scegliere ricettazione, forma, incarto.

L’azienda conta oggi 18 dipendenti fissi e, da settembre in avanti, si affida anche a personale stagionale per affrontare l’aumento della produzione in vista del periodo natalizio. Ogni persona che lavora qui partecipa a una visione comune, fatta di rispetto, ricerca, e voglia di fare bene.

Molti sono i momenti simbolici di questa lunga avventura. Tra questi, la realizzazione dell’uovo di Pasqua donato agli abitanti di Accumoli, colpiti dal terremoto. Un uovo di 180 kg, decorato in collaborazione con l’artista Mario Fallini, contenente oltre 350 sorprese donate dalla comunità di Castellazzo Bormida ai bambini di Accumoli: un gesto di bellezza e solidarietà.

L’arte è un elemento vivo nell’universo Giraudi. Giacomo, pur dichiarandosi artigiano e non artista, ha sempre avuto un dialogo profondo con il mondo creativo. Ha collaborato con Antonio Riello, Paolo Castiglioni, Georgia Galanti, Mario Fallini e Marcella Toninello, giovane designer del Politecnico, autrice del disegno del suo cioccolatino più iconico. Non è un caso che sia stato tra i primi a introdurre la codifica a colori per distinguere i propri prodotti.

Nel 2001 nasce ufficialmente la Giraudi S.r.l., fondata da Giacomo insieme alla moglie Nicoletta e ad Angelo Marchesi. Nel 2005 viene inaugurato l’attuale laboratorio, moderno ma fedele alla filosofia originaria. Oggi Giacomo continua a dirigere l’azienda con la stessa determinazione, mentre Davide ne guida la parte produttiva.

Venire da una famiglia di agricoltori poveri e costruire un’eccellenza riconosciuta nel mondo non è un percorso scontato. Richiede sacrificio, visione, coraggio. In Giraudi tutto questo è diventato un impasto di valori, che si sente in ogni morso, si osserva in ogni dettaglio, si respira nei profumi caldi che escono dal laboratorio.

Il cioccolato, qui, è un gesto di amore. E una storia che continua, giorno dopo giorno, come la sua dolce, infinita persistenza. Non resta che fare un salto a Castellazzo Bormida, per provare e assaporare di persona.

Giraudi si trova in Via B. Giraudi 498 – Località Micarella, 15073 Castellazzo Bormida (AL). Per info www.giraudi.it

Lori Barozzino

La mostra “Natura e vita” di Daniele Fissore

Un tributo all’arte e alla memoria e le parole di Miresi, sua moglie

Dal 5 aprile al 22 giugno 2025, le città piemontesi di Busca e Cherasco ospitano la mostra antologica “Natura e vita del pittore saviglianese Daniele Fissore. Le opere esposte percorrono il periodo che va dal 1973 al 2017 e sono un omaggio al loro autore, mancato nel 2017, figura emblematica e di rilievo dell’arte contemporanea italiana. L’esposizione, curata da Cinzia Tesio, e’ organizzata su due sedi: Casa Francotto a Busca e Palazzo Salmatoris a Cherasco, dove sono esposte 140 opere che rattraversano l’intera carriera dell’artista piemontese. La moglie Miresi, insieme si suoi tre figli, si occupa e gestisce il patrimonio lasciato da Fissore, non solo inteso come beni artistici, ma anche come eredita’ intellettuale che racconta di un artista impegnato, legato al territorio, ma apprezzato anche all’estero; ci parla con entusiasmo del successo delle mostre in corso “Ho avuto i numeri delle presenze di Cherasco e di Busca e devo dire che sono molto soddisfatta. I dipinti rappresentano l’itinerario dei cicli pittorici di mio marito dall’iperealismo, al periodo londinese, con le opere sui pic nic ad olio, i green e molto altro. Sono emozionata perche’ questa mostra che ha un obiettivo molto importante che e’ quello di far conoscere in generale la pittura di Daniele che, invece, e’ famoso e riconosciuto per i Green e per le Marine. Ci sono altri lavori molto interessanti che lo rappresentano come Eroica, i Video Spenti e Opposizione a cui dare spazio e valore”.

La biografia di Daniele Fissore e’ molto ricca e intensa. Dopo gli studi classici, nel 1968 si e’ iscritto all’Accademia di Belle Arti di Torino, ma in un breve periodo ha maturato il desiderio di proseguire autonomamente la sua ricerca artistica dedicandosi all’approfondimento delle tecniche del disegno. Nel 1975 ha partecipato alla X Quadriennale di Roma e l’anno successivo alla Biennale del Disegno di Milano . Negli anni ’80 si e’ trasferito a Londra, dove ha ottenuto dal governo britannico uno studio e nel 1981 ha esposto alla House Gallery, un vero orgoglio, dunque, per l’arte e la cultura italiana.

“I suoi dipinti sono cosi’ reali da sembrare utopici” hanno scritto i critici, da essi emerge la tecnica applicata minuziosamente, ma anche la capacita’ di riflessione e profondita’. Aggiunge Miresi Fissore “vorrei che si conoscesse maggiormente la ricchezza creativa di mio marito Daniele. Mi sono resa conto che e’ necessario andare avanti con questo lavoro di diffusione , di fare un salto qualitativo per far avere a Daniele il giusto riconoscimento che merita per quanto e come si e’ dedicato all’arte. E’ necessario che l’interesse nei confronti di questo artista sia istituzionalizzato per esempio attraverso l’acquisizione delle sue opere nelle gallerie moderne piu’ famose e nei musei. E’ un pittore che merita maggiore riconoscimento”.

Daniele Fissore e’ una figura centrale dell’arte contemporanea italiana, capace di unire tecnica impeccabile e profondità emotiva, che ha lasciato un segno indelebile nel panorama artistico nazionale e internazionale; queste sue ultime esposizioni ci raccontano di un pittore per cui l’arte e la pittura hanno rappresentato la vita; non ha dipinto semplicemente ciò che vedeva, ma si interrogava sulla realtà, sulla memoria e sull’identità. Nei suoi quadri c’e’ tensione emotiva, introspezione, un silenzio carico di senso oltre che una grande attenzione ai dettagli.

Maria La Barbera

Al Teatro Regio “Andrea Chénier” di Umberto Giordano

Direttore d’orchestra Andrea Battistoni, regista Giancarlo del Monaco

 

In scena dal 18 al 29 giugno prossimo, al Teatro Regio di Torino, un grande dramma d’amore e ideali reso celebre da arie immortali, l’André Chénier, capolavoro di Umberto Giordano, che chiuderà la stagione d’opera del Regio 2024-2025. Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio vi sarà Andrea Battistoni, al suo primo impegno in veste di direttore musicale, dopo oltre un decennio di collaborazioni con i complessi artistici del teatro. Il nuovo allestimento risulta di forte impatto scenico ed emotivo, ed è firmato da Giancarlo del Monaco. Protagonisti Gregory Kunde, Maria Agresta e Franco Vassallo. Il Coro è istruito come al solito dal Maestro Ulisse Trabacchin. Il libretto di Luigi Illica, rielaborato in modo sostanziale dal compositore, trasforma la biografia del poeta André Chénier, realmente esistito e ghigliottinato durante il Terrore, in una tragedia di amore e ideali. Chénier, travolto dalla violenza rivoluzionaria, è innamorato della nobile Maddalena, che lo seguirà fino alla morte. Accanto a loro il personaggio complesso di Gérard, ex servitore diventato accusatore, ma segnato da umanità e passione. L’ambientazione è nella Parigi rivoluzionaria, e permette a Illica e Giordano di riflettere sul valore dell’ideale dell’amore come slancio vitale. L’opera diventa così una meditazione anche sulla giovinezza, sull’evoluzione individuale attraverso le prove della storia e dei sentimenti. In questo senso André Chénier, titolo che chiude la stagione 2024-2025, si inserisce naturalmente nella narrazione de “La meglio gioventù”, ponendo al centro la forza trasformativa dell’età giovane, capace di scegliere, amare, ribellarsi e sacrificarsi.

L’André Chénier è un dramma di ambientazione storica ispirato alla vita del poeta Chénier all’epoca della Rivoluzione Francese. Il personaggio di Gérard trova il suo modello, invece, nel rivoluzionario Jean Lambert Taglien. Il 28 aprile 1896 avvenne la prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano, diretta da Rodolfo Ferrari, con Giuseppe Borgatti, che sostituì il tenore designato Alfonso Garulli. Grazie a lui, al soprano Evelina Carrera e al baritono Mario Sammarco il successo fu trionfale.

“Come nel pop – afferma Andrea Battistoni, direttore musicale – anche nella musica colta e nell’opera non mancano i compositori ricordati quasi esclusivamente per un unico capolavoro, tanto celebre da eclissare il resto della loro produzione: ‘è il destino che accomuna gli A-AH di Take on Me ad autori del verismo come Cilea o Leoncavallo, e lo stesso Giordano con Chénier: gioiello splendente di una corona che comprende anche Fedora, Siveria e Malavita’”.

“André Chénier è un’opera incandescente, da riscoprire per la sua raffinatezza musicale e la sua forza emotiva – prosegue Battistoni – una partitura lussureggiante attraversata da passioni ardenti, in cui l’Orchestra non accompagna soltanto i cantanti, ma diventa un personaggio a sé, amplificando l’azione scenica. Il protagonista emerge come una forza generativa che innesca cambiamenti intorno a sé. Nella sua figura, Giordano sembra aver colto il simbolo dell’artista puro, mosso da un’stanza interiore di verità e bellezza: l’amore assoluto che i due protagonisti invocano nel duetto finale, diventa un gesto di resistenza lirico e civile più che mai attuale”.

“Opera di ‘Cappa e Spada? – conclude Andrea Battistoni – l’André Chénier alterna duelli, scene corali, spettacolari e momenti di intimità struggente in un susseguirsi di emozioni che conquistano al primo ascolto”.

“André Chénier – confìda Giancarlo del Monaco, intervistato da Susanna Franchi – è un’opera che amo profondamente; mio padre la cantò accanto a Callas e Tebaldi, e la studiò direttamente con Giordano. E’ un’opera vocale e potente che richiede un grande cast. Nella mia carriera ho firmato molti Chénier, tra cui la prima francese al Théatre de la Bastille. Ciò che più mi interessa oggi è guardare alla figura del poeta rivoluzionario come punto di partenza per una riflessione sulle rivoluzioni, sul sogno utopico che si trasforma in incubo. Le utopie non funzionano perché generano mostri. La Rivoluzione Francese ha aperto la strada a Napoleone, alle guerre, alla repressione e al terrore. Da Marx a Mao, la storia ci insegna che l’idea di un mondo migliore può trasformarsi in tragedia. La parabola di Gérard è il cuore di questo crollo ideale, da servo carnefice, poi a uomo distrutto dalla consapevolezza. In questa storia l’amore ha un valore salvifico. Chénier, come un Assange ante litteram, viene ucciso per aver detto la verità. Maddalena, da ragazza frivola diventa eroina. Morire insieme, stretti in un ultimo abbraccio, rappresenta la loro apoteosi: in quel momento l’amore diventa l’unica rivoluzione possibile”.

 

Mara Martellotta

 

 

 

Una nuova opera  per Vivarium, Reality Fiction di Maurizio Taioli

Giovedì 12 giugno prossimo alle ore 18.30 verrà inaugurata una nuova opera per Vivarium, il parco dell’arte di Flashback Habitat in corso Giovanni Lanza 75. Vivarium, derivato dal latino vivo, rappresenta l’esposizione permanente all’aperto di Flashback Habitat, che trasforma l’ampia area verde di 9 mila metriquadri in un parco d’arte in continua evoluzione. Nata nel 2022, l’idea è di creare uno spazio dove le opere possano integrarsi e interagire con l’ambiente naturale, storico e umano. Le opere sono adottate da Flashback, che le accoglie e le lascia radicare nel suo ecosistema.

Da martedì  20 maggio è  presente una nuova opera di Maurizio Taioli, dal titolo “Reality Fiction”, che verrà inaugurata giovedì 12 giugno alle 18.30 alla presenza dell’artista. La peculiare forma espressiva usata dall’artista, le sagome scultoree da lui create, conduce lo spettatore a confrontarsi con una tematica attuale, la violenza umana analizzata sia dal punto di vista sociale sia ontologico.

L’oggetto di questa riflessione è  svelato dal titolo , “Reality Fiction”, che si riferisce allo scontro tra realtà e immaginazione, tematica di grande attualità nel mondo della globalizzazione in cui i confini tra il reale, le immagini e i modelli imposti dalla fiction, in particolar modo dalla filmografia americana, sono sempre più labili e non consentono di distinguere cosa può essere definito con certezza “reale” o “immaginario”.

Le immagini che ogni giorno vengono proposte dai mass media sono ambigue, e ciò che viene indicato come reale spesso non lo è,  o ne è  solo una versione parziale. Allo stesso modo la cinematografia narrativa a volte contiene elementi di grande veridicità storica. Lo spettatore si trova di fronte a una serie di sagome di grandi dimensioni che catturano totalmente la sua attenzione inducendolo a una riflessione critica sulle tematiche trattate. Sculture, sagome di materiale metallico, immagini violente sottolineate dall’effetto ottico del metallo e da ombre fredde, sono il simulacro di una realtà inquietante che si confonde con la fiction, anch’essa per sua natura ambigua. Le grandi dimensioni, lo spessore, il peso delle opere suscitano una sensazione di smarrimento che, insieme alla gravità del tema, si riflette sull’osservatore, lasciandolo sgomento e con un senso di sospensione emotiva e psicologica.

Quotidiani, materiale scaricato dal web, locandine di film, pellicole americane di grande fama quali Matrix o Terminator, riviste e fumetti rappresentano il materiale informativo dal quale trae ispirazione il lavoro di Maurizio Taioli. Attraverso una selezione delle immagini più significative, dà vita ad una serie di opere che perdono il legame con la realtà per divenire altro, sculture in metallo di grandi dimensioni, icone che entrano a far parte del repertorio collettivo.

Maurizio Taioli ( 1959) studia a Verona e Venezia, dove si diploma all’Accademia di Belle Arti nel corso di pittura con Emilio Vedova. A partire dagli anni Novanta sceglie di aprire uno studio a Milano e dal 2007 il gallerista Franz Paludetto diventa il suo punto di riferimento, facendolo esporre al Castello di Rivara e alla Galleria Franz Paludetto di Roma.

Mara Martellotta

Investimento da 1,4 milioni per 54 alloggi Atc a Torino

«Centriamo l’obiettivo di un risanamento record delle case popolari torinesi, che consentirà ad ATC un’ondata di assegnazioni senza precedenti» dichiara l’assessore alla Casa della Regione Piemonte Maurizio Marrone

 

TORINO – Un nuovo investimento da 1,4 milioni euro permetterà di assegnare rapidamente 54 alloggi Atc a Torino e provincia in attesa di ristrutturazioni consistenti, portando così le assegnazioni per il 2025 a +80%. In tutto il Piemonte gli alloggi ristrutturati saranno oltre 90.

Dopo il Bando Autorecupero, finalizzato all’assegnazione di 250 alloggi con necessità di piccoli lavori di manutenzione, le Atc piemontesi potranno ora intervenire su cosiddetti “alloggi di risulta”, da tempo in attesa di intervento.

«In un solo anno centriamo l’obiettivo di un risanamento record delle case popolari torinesi, che consentirà ad ATC un’ondata di assegnazioni senza precedenti, dando la scossa alle liste d’attesa impantanate che tante famiglie attendevano da troppo tempo» dichiara l’assessore alla Casa della Regione Piemonte Maurizio Marrone.

«Con piacere rivendichiamo con forza questo risultato, ringraziando l’Assessore Marrone per l’attenzione dimostrata verso il tema da noi posto delle case di risulta. Sono sicuro che questi 90 alloggi saranno utilissimi a dare risposte a quei cittadini che attendono in graduatoria rispettando le regole. Ringrazio i colleghi della lista Cirio Piemonte Moderato e liberale, Bartoli, Sobrero, Rocchi e Castello, per il lavoro svolto insieme» dichiara il capogruppo della Lista Cirio in Consiglio Regionale Silvio Magliano.

Nel dettaglio le risorse ammonteranno a 1,1 milioni di euro dell’assessorato alla Casa della Regione Piemonte e derivanti dalle economie del programma L. 80/2014, a cui si aggiungono 300.000 euro destinati al potenziamento del capitolo di bilancio regionale con un emendamento del Capogruppo Silvio Magliano.

Il riparto delle risorse‭ ‬avverrà seguendo il criterio proporzionale al patrimonio di edilizia sociale gestito da ciascuna Agenzia Territoriale per la Casa, sulla base della rilevazione annuale del patrimonio ERP condotta dagli uffici dell’Assessorato regionale alla Casa.

Pertanto ad Atc Piemonte centrale saranno assegnati 809.000 euro, ad Atc Piemonte Sud 323.000 euro, ad Atc Piemonte Nord 284.000 euro.