Città della salute, Regione Piemonte e l’associazione Anaao Assomed hanno chiesto di costituirsi parte civile in tribunale a Torino, all’apertura dell’udienza preliminare dell’inchiesta che riguarda i conti dell’Azienda ospedaliera della Città della Salute. In tutto sono 16 gli imputati per vicende contabili che risalgono ad anni fa, all’epoca del vecchio management.
Defendente Ferrari il pittore piemontese
A cura di piemonteitalia.eu
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Come preparare l’ingresso in RSA
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Trasferirsi in una residenza sanitaria assistenziale segna l’inizio di una quotidianità nuova, spesso sicura e stimolante, ma comunque carica di emozioni forti per chi parte e per chi resta.
Prepararsi con metodo e (perché no) con un po’ di creatività, può aiutare a trasformare la tensione in fiducia e a far sentire l’anziano protagonista del proprio percorso.
Come preparare l’ingresso in RSA: prima di tutto, condividere la decisione
Il primo passo è parlare apertamente con il futuro ospite, spiegando perché optare per una struttura bene nota del territorio, come ad esempio una RSA Torino e provincia per i residenti nel capoluogo piemontese, può assicurare assistenza continua, un ricco programma di attività e la comodità di rimanere vicino ai propri affetti.
Discutere senza fretta dei benefici riduce la sensazione di distacco e permette all’anziano, laddove possibile, di esprimere le proprie preferenze: una camera singola, un giardino accessibile, la presenza di fisioterapia quotidiana, specifiche attività ecc.
Quando è possibile, una visita in anteprima agli spazi, con incontro diretto dello staff, è capace di trasformare la struttura da luogo astratto ad ambiente concreto, già un po’ familiare.
Organizzare documenti e cure
Nelle settimane che precedono l’ingresso conviene raccogliere tutta la documentazione sanitaria: referti recenti, piani terapeutici, schede delle allergie, esenzioni e tessera sanitaria. La cartella completa velocizza l’elaborazione del Piano di Assistenza Individuale e aiuta medici e infermieri a impostare correttamente terapie e controlli.
Allo stesso tempo è utile preparare un elenco di contatti: medico di base, specialisti, farmacista di fiducia, numeri dei parenti di riferimento.
Infine, se l’anziano segue diete particolari, conviene fornire al nutrizionista della struttura indicazioni puntuali su intolleranze, consistenze gradite e orari abituali dei pasti.
Come preparare l’ingresso in RSA: fare la valigia, tra comfort e ricordi
Una volta definita la data, si passa al bagaglio. I vestiti devono essere facili da indossare, in fibre naturali e con chiusure a zip o velcro, evitando bottoni minuscoli e tessuti che irritano. Pigiami, tute, biancheria e un paio di scarpe robuste con suola antiscivolo possono coprire comodamente la quotidianità. Può essere aggiunto anche un completo più elegante che servirà per feste o ricorrenze.
Nel beauty case spazio a spazzolino, dentifricio, creme idratanti, pettine, set barba o trucco leggero, forbicine a punta tonda: curare l’aspetto alimenta l’autostima e aumenta il benessere generale.
Non meno importanti sono gli oggetti del cuore: una cornice con le foto di famiglia, il libro preferito, un plaid fatto a mano, magari il piccolo laptop o il tablet usato per videochiamare i nipoti.
Infine, bisogna ricordarsi di etichettare capi e dispositivi con nome e cognome per ridurre il rischio di smarrimenti negli spazi comuni.
Dopo il trasferimento in RSA mantenere il legame
Il giorno dell’ingresso è bene accompagnare l’anziano, aiutarlo a sistemare le sue cose e restare qualche ora per condividere il primo pranzo o una passeggiata nel corridoio. Nei giorni successivi si possono fare visite brevi ma frequenti; anche messaggi o fotografie scambiate via chat sostengono il senso di continuità affettiva.
Se la struttura lo consente, organizzare piccoli rientri a casa per un compleanno o un pranzo domenicale rafforza l’idea che l’ingresso in RSA non sia un distacco, ma una base sicura da cui muoversi in libertà.
È bene ricordare sempre che occorre costruire un ponte di fiducia tra vecchie abitudini e nuova quotidianità, con una comunicazione onesta e un legame familiare che resta vivo: solo in questo modo la residenza può diventare un luogo di qualità dove vivere con dignità e protezione.
La Fondazione Merz presenta da mercoledì 11 giugno a domenica 21 settembre la mostra collettiva dei finalisti della quinta edizione del Mario Merz Prize, settore arte, a cura di Giulia Turconi. Mercoledì 11 giugno prossimo, in occasione dei venti anni della Fondazione Merz, vi saranno un opening e festa dalle 18 alle 24.
Protagonisti dell’esposizione sono Elena Bellantoni ( Vibo Valentia, 1975), Mohamed Bourouissa ( Algeria 1978), Anna Franceschini ( Pavia 1979), Voluspa Jarpa ( Rancagua, Cile, 1971) e Agnes Questionmark ( Roma, 1995).
La mostra si sviluppa in un percorso che spazia tra I differenti lavori presentati dai cinque finalisti, che si distinguono nella ricerca artistica e nella scelta dei materiali, condividendo, tra i vari temi, l’attenzione al corpo e a importanti questioni sociali attuali. I lavori presentati offrono un’immersione totalizzante da parte del visitatore, che viene invitato a mettersi in gioco alla ricerca di una propria interpretazione della società contemporanea, che per ogni artista si concentra su un specifico aspetto e sfumatura diversa.
L’esplorazione parte dall’installazione video di Elena Bellantoni , ‘199The Breadline’ , del 2019, un progetto itinerante che ripercorre la “strada del pane” attraverso quattro Paesi, Italia, Grecia, Serbia e Turchia. La breadline che l’artista segue fa riferimento alla linea di povertà che collega storie e narrazioni dei Paesi in cui hanno trovato spazio le “rivolte del pane”. Il pane non rappresenta soltanto il momento del convivio e del confronto tra genti diverse, ma è legato alle rivolte popolari, movimenti di protesta che hanno unito popolazioni diverse nel nome della giustizia e dell’eguaglianza sociale. La farina, la polvere di grano, sono, infatti, un valore e rappresentano culture millenarie e tradizioni diverse. Esalta e completa il lavoro una performance corale in cui viene vocalizzato il canto di protesta Bread & Roses, il cui testo, tradotto in lingua per ognuno dei quattro Paesi, trae origine dal discorso del 1912 di Rose Schneiderman, leader femminista, socialista statunitense, declamato durante un importante sciopero di lavoratrici. Il coro e il pane costituiscono due elementi essenziali, divenendo lo strumento attraverso cui vengono raccontate le rivolte sociali e politiche che appartengono a ogni Paese, soprattutto in quelli legati storicamente e geograficamente al Mediterraneo.
La mostra prosegue con l’installazione di Agnes Questionmark, in cui l’artista si presenta come un nuovo essere ibrido, la cui genesi è ancora da definire. CHM13TERT è una linea cellulare che ha permesso di assemblare la prima sequenza del genoma umano in laboratorio. Per la prima volta gli esseri umani sono in grado di leggere e modificare la propria componente genetica, attraverso tecniche di editing genomico, che consentirebbe di effettuare specifiche alterazioni al genoma di una cellula. Sospesa e sostenuta da una struttura metallica tramite una serie di cavi e di cinghie mediche, il suo corpo diventa un veicolo politico che sfida i rapporti di potere inerenti alle nostre attuali strutture socioeconomico normative.
Voluspa Jarpa conduce il pubblico a scoprire i diversi elementi del suo lavoro in cui la vista, insieme all’udito, evocano gli eventi e il riverberare tra passato, presente e futuro. The Extiction project del 2025 è una continuazione del lavoro Sindemia (2022-24) che esplorava i conflitti sociali della America Latina, dovuti al deterioramento delle istituzioni democratiche compromesse da politiche legate allo sfruttamento delle risorse e dagli effetti sociali conseguenti. Da questo progetto è nata una riflessione in cui gli eventi testimoniano come alcuni processi del passato continuino a risuonare nel presente. L’opera invita a considerare i problemi nella loro complessità, non separandoli ma considerando le loro connessioni. Il lavoro si struttura in tre momenti storici: estinzione dei popoli originari (XVI XVII secolo), dittature e interventi politici ( anni ’50-’80) e conflitti legati all’estrattivismo in tempi recenti.
Anna Franceschini presenta una installazione composta da sette macchine per la stiratura automatica definite dressmen che, modif9cate e rieducate grazie a un algoritmo, eseguono ciclicamente una partitura attraverso l’aria. Il titolo “All those Stuffed Shirts” del 2023, allude anche modo di dire anglosassone che indica qualcuno pieno di sé, presuntuoso, conservatore e reazionario, ponendo l’accento sull’abito per denigrare chi lo indossa.
Queste macchine, con i loro movimenti , riunite in una danza senza fine, si impossessano dello spazio espositivo e suggeriscono una riflessione sulla capacità di divenire dell’immagine dell’oggetto tecnico, collegandosi all’illusione cinematografica.
Il robot da stiro produce l’illusione della vita. L’installazione conduce a riflettere sul rapporto tra la macchina e i suoi creatori, tra umano e artificiale. L’aria spinge i sacchi di tessuto sintetico e li fa quasi esplodere prima di un arresto cardiaco che li porta al collasso , rifacendosi alla tecnologia di sopravvivenza del corpo umano.
Nel video “What time is love?” del 2017 le macchine esaminano giocattoli e prodotti per l’infanzia sottoposti a test di resistenza. Il concetto di idoneità fa riflettere su quanto sia alto il prezzo per essere accettati da una comunità.
Infine Mohamed Bourouissa nell’opera video “Généalogy de la Violence” del 2024 l’artista esplora la nozione di controllo, l’espropriazione del corpo e le relazioni di dominio all’interno dello Stato. È un film che riflette sulla brutalità della polizia, la rappresentazione di una violenza invisibile mascherata da umiliazione legale. L’artista, fermato costantemente dalla polizia per “controlli di identità casuali” ha voluto raccontare una storia molto personale. Un ragazzo seduto in auto con un’amica viene fermato per un controllo e perquisito da un agente. Le immagini restituiscono l’esperienza di disconnessione dal proprio corpo: non siamo più soggetti ma oggetti pericolosi. L’artista, attraverso le sculture in alluminio fuso, cerca di trasmettere le sensazioni e le tracce che una pratica giudiziaria sistematica può lasciare sia sulla superficie del corpo sia dentro di esso. Le sculture vogliono sottolineare i momenti di palpazione durante le perquisizioni corporee che rivelano un punto di contatto tra i corpi sociali e il corpo dello Stato.
Bourouissa non solo rappresenta la dinamica emotiva coinvolta, ma anche le dinamiche di potere e la dominazione di un corpo sull’altro.
Mara Martellotta
“Il mio posto nel mondo” con Fondazione CRT
“ E SI APPROVI IN FRETTA IL PIANO SOCIOSANITARIO”
Il Consiglio regionale ha discusso il disegno di legge che abroga l’articolo 23 della l.r. 22/2012 che prevedeva la possibilità di creare soggetti con società private per gestire i servizi sanitari.
“Per ottenere che la Giunta Cirio presentasse in fretta il testo approvato oggi ci sono volute oltre 5000 firme e la richiesta di un referendum, fatto che testimonia, ancora una volta, l’immobilismo del centrodestra” commenta il Consigliere regionale del Partito Democratico Mauro Salizzoni, relatore di minoranza del provvedimento.
“Adesso si abolisce la possibilità di creare soggetti con società private per gestire i servizi sanitari e, a tal proposito, ricordiamo che le sperimentazioni di Settimo Torinese e di Omegna hanno dato risultati di segno opposto, ma auspichiamo che il prossimo obiettivo possa essere una riduzione del lavoro privato all’interno della sanità pubblica, in tutte le sue forme: sia quello strapagato dei gettonisti, sia quello sottopagato dei contratti multiservizi” aggiunge il Consigliere Pd.
“Ci attendiamo, inoltre, che l’Assessore Riboldi fornisca un quadro chiaro e preciso sui conti delle Asl e sul vero stato in cui versa la sanità nella nostra regione. Infine, occorre approvare, dopo anni di promesse e di rinvii inspiegabili, un piano sociosanitario in grado di rispondere alle vere esigenze dei cittadini e alle richieste di tutti i soggetti interessati e dei territori. Non possiamo più permetterci di sprecare altro tempo” conclude Mauro Salizzoni.
Ruba pc e smartphone, in manette
Un cittadino italiano di 57 anni è stato arrestato dalla Polizia di Stato per furto aggravato.
Alcuni giorni fa gli agenti del Commissariato di P.S. San Secondo intervengono presso le OGR di Torino per la presenza di una persona che si è introdotta abusivamente in un’area della struttura con accesso alle sole persone autorizzate.
Gli agenti intercettano l’uomo che finge di parlare al telefono una volta accortosi della presenza degli operatori di polizia. Il cinquantasettenne viene trovato con nove pc e sei smartphone, all’interno di due zaini in suo possesso, e un pass intestato a un’altra persona. Gli agenti appurano che il materiale è stato asportato negli uffici di una società con sede al piano terra. Tutta la refurtiva veniva consegnata ai legittimi proprietari.
La Procura della Repubblica di Torino ha richiesto e ottenuto la convalida dell’arresto, con la misura dell’obbligo di presentazione alla P.G.
Il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari, pertanto vige la presunzione di non colpevolezza degli indagati sino alla sentenza definitiva.
Vite e dicerie di strapaese tra laghi, monti e vigne, l’ultimo libro di Marco Travaglini, verrà presentato venerdì 13 giugno alle 18 al Centro Pannunzio di Torino. Con l’autore dialogherà Laura Pompeo. La narrativa dell’autore, nato sulla sponda piemontese del lago Maggiore e torinese d’adozione, è intesa a dare voce soprattutto alla gente comune, a quel mondo piccolo ma non minore col quale ha sempre amato convivere, assimilandone i problemi, le speranze, le gioie e i dolori. Una scrittura la sua che nasce dal cuore e arriva al cuore, che sa cogliere con passione e slancio poetico la vita delle strade, dei piccoli paesi tra i laghi e le montagne così come delle vie di Torino o della campagna canavesana, con attenzione particolare – è il caso de Il seggio del peccato come di gran parte dei suoi libri di racconti – al passato, a tempi meno facili, ma più ricchi di semplicità, di saggezza antica, di rapporto umano. Erano gli anni delle case di ringhiera e dei circoli operai, dei grandi prati non ancora invasi dal cemento; delle quattro stagioni; degli inverni dalle abbondanti nevicate e delle primavere verdi punteggiate di rondini e maggiolini. Storie che si ritrovano ne Il seggio del peccato, attraverso ventisette racconti, guidando il lettore in un itinerario emozionale che abbraccia città, campagne, laghi e montagne. Come scrive nell’introduzione Sergio Chiamparino, già sindaco di Torino, “sono racconti ricchi di riferimenti storici, di notizie su luoghi, edifici storici, di curiosità, ricostruzioni di antiche tradizioni e motti popolari, molte cose che si ignorano o almeno io ignoravo”.
Una politica che ascolta è una politica che costruisce.
A un anno dalle elezioni regionali del 2024, i Consiglieri regionali del Partito Democratico tornano nei territori da cui hanno ricevuto fiducia e mandato, per dare voce alle comunità e raccogliere proposte, esperienze, idee.
“Voci del Piemonte” è il nome del ciclo di incontri che il Gruppo Pd in Consiglio regionale avvierà nelle prossime settimane: un viaggio nella regione reale, quella dei cittadini, delle associazioni, delle imprese, dei giovani e degli amministratori locali. Per raccontare ciò che si sta facendo in Consiglio, ma soprattutto per ascoltare, per costruire insieme, per restituire ai cittadini un ruolo centrale nell’azione politica.
Gli incontri saranno occasioni aperte, pubbliche, senza filtri né formalismi. Perché il Partito Democratico crede che la buona politica si nutra del dialogo e si rafforzi nella prossimità.
Il tour partirà dalla provincia di Cuneo – terra di lavoro e comunità solidali – per poi toccare tutte le province del Piemonte.
I primi appuntamenti già in calendario sono:
- 🗓️ 20 giugno 2025 – Mondovì
- 🗓️ 27 giugno 2025 – Vercelli
- 🗓️ 4 luglio 2025 – Biella
- 🗓️ 10 luglio 2025 – Asti
Ogni incontro sarà un’occasione per guardare insieme al futuro del Piemonte, confrontandosi sui temi che contano: sanità, lavoro, ambiente, mobilità, diritti, istruzione.
Perché non c’è rappresentanza senza relazione, e non c’è cambiamento senza condivisione.
Il nostro impegno è semplice e profondo: ascoltare per agire, rappresentare per servire, costruire insieme una politica che non smette mai di mettersi in cammino.
Comunicato spampa
“Quello che è accaduto oggi in Consiglio Regionale è semplicemente vergognoso. Nel giorno in cui la sinistra ha scelto deliberatamente di sottrarsi al confronto democratico sull’ordine del giorno che condannava le violenze contro la sede di Fratelli d’Italia a Torino, il Partito Democratico ha pensato bene di trasformare l’aula in un’arena, degenerando il dibattito sul Referendum in un vergognoso teatrino” lo dichiara Carlo Riva Vercellotti, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale.
“I toni e l’atteggiamento assunti dal consigliere del Pd, Domenico Rossi, nei confronti dell’assessore alla Sanità Federico Riboldi sono assolutamente inaccettabili – prosegue Riva Vercellotti -. È indegno che un rappresentante delle istituzioni perda il controllo e accusi un assessore di mentire, solo perché vengono ricordati numeri e dati reali ‘scomodi’.
“La verità è che la sinistra non tollera la realtà, perché quei numeri raccontano il disastro che proprio loro hanno lasciato in eredità. Inoltre a sinistra parlano di crisi democratica per giustificare il fallimento dei referendum, l’unica crisi che abbiamo visto è quella del centro sinistra a Roma come a Torino, una crisi di nervi per la figura penosa. Ma chi non ha argomenti, urla. Noi siamo pronti a discutere, sempre, anche sul referendum voluto dal Pd, ma non accettiamo provocazioni né lezioni da chi ha dimostrato di avere solo la memoria corta e la faccia tosta. Non dimentichiamo Artesio e Saitta: è la sinistra che dovrebbe vergognarsi” conclude il Capogruppo Riva Vercellotti.