ilTorinese

Progetto Bandiera “Hydrogen Valley”, un’iniziativa strategica per la transizione ecologica del Piemonte

Su proposta dell’assessore all’Ambiente, Energia e Innovazione Matteo Marnati, la Giunta regionale ha approvato il Progetto Bandiera “Hydrogen Valley”, un’iniziativa strategica per la transizione ecologica del Piemonte che prevede la riqualificazione delle aree industriali dismesse e la realizzazione di impianti per la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili.

Grazie ai fondi del Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, saranno finanziati impianti di produzione di idrogeno rinnovabile, stazioni di rifornimento e progetti di ricerca e innovazione. Il Progetto Bandiera “Hydrogen Valley”, con una dotazione di 10 milioni di euro, è finalizzato alla sostituzione dei combustibili fossili con idrogeno verde.

Una consultazione pubblica ha raccolto 37 contributi da parte di stakeholder territoriali, confermando un forte interesse per l’idrogeno nei settori industriali energivori, del trasporto pubblico locale e della logistica. Le agevolazioni, sotto forma di contributo a fondo perduto, saranno destinate a imprese di ogni dimensione, singole o in partenariato con organismi di ricerca e Pubbliche Amministrazioni, per progetti coerenti con la domanda territoriale di idrogeno. Gli interventi dovranno essere avviati dopo la presentazione della domanda e conclusi entro 36 mesi dal provvedimento di concessione. La gestione è affidata al Settore Sviluppo Energetico Sostenibile della Direzione Ambiente, Energia e Territorio della Regione Piemonte.

«Con l’approvazione della scheda tecnica di misura Progetto Bandiera Hydrogen Valley – dichiara l’assessore Marnati – il Piemonte consolida la propria posizione di avanguardia nella transizione energetica, promuovendo un modello industriale sostenibile e competitivo, fondato sull’innovazione e sulle energie pulite. Favorire investimenti considerevoli per produrre e distribuire l’idrogeno, è un passo fondamentale nel rispetto ambientale del nostro pianeta».

Il progetto, nel quadro del Pnrr, fa parte della Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, componente 2 “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”. Con il decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze del 6 agosto 2021 vennero stanziati 500 milioni di euro per l’investimento 3.1 “Produzione in aree industriali dismesse”, destinato a promuovere la nascita delle Hydrogen Valleys in tutta Italia. A seguito del protocollo d’intesa del 13 aprile 2022 tra il Ministero per gli Affari regionali e l’allora Ministero della Transizione ecologica (oggi Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica), il Piemonte confermò la propria candidatura il 22 aprile 2022, con l’obiettivo di diventare una delle regioni italiane di riferimento nella produzione e nell’utilizzo dell’idrogeno verde.

La misura, definita dal decreto n. 235/2024, assegnò 10 milioni di euro alla Regione Piemonte per la realizzazione dei progetti bandiera e la definizione delle modalità attuative tramite avviso pubblico. Con la delibera n. 12-5285 del primo luglio 2022, infine, la Regione approvò la Strategia regionale per l’Idrogeno e istituito il Team Idrogeno, organismo dedicato alla governance del settore. La strategia promuove la decarbonizzazione energetica e industriale, valorizza le competenze del territorio e favorisce investimenti per la creazione di un sistema integrato di produzione, distribuzione e utilizzo dell’idrogeno.

cs

Giornata dell’Ascolto: AVS in visita al Ferrante Aporti

In occasione della prima giornata regionale dell’Ascolto, le consigliere di AVS Ravinale (nella foto), Cera e Marro si recheranno in visita all’IPM Ferrante Aporti di Torino.

“Cogliamo l’occasione della Giornata dell’Ascolto per ribadire che ai e alle più giovani serve attenzione, ascolto, coinvolgimento. La mera repressione non può essere la risposta per chi ha tutta la vita davanti. Al tempo del nostro ultimo sopralluogo, nell’istituto torinese circa l’80% dei ragazzi detenuti erano minori stranieri non accompagnati: è la cartina di tornasole dell’assenza di strutturali politiche sociali, educative e di accoglienza. Non solo, oltre il 70% dei ragazzi scontano in carcere misure cautelari perché non c’è alternativa: mancano del tutto le comunità educative e terapeutiche che dovrebbero accoglierli. La Regione con l’approvazione della legge che istituisce la giornata dell’ascolto vuole dare il segnale di consapevolezza della necessità di occuparsi delle persone sole, chiediamo che questi minori non vengano lasciati soli e indietro”

Pentenero e Ravetti (Pd): “Confusione sui sottosegretari”

“Ragioni di parte hanno impedito di scrivere un Regolamento migliore

«La maggioranza ha voluto piegare il Regolamento sui Sottosegretari a ragioni politiche, dimostrando, ancora una volta, di non essere all’altezza della situazione. Avremmo potuto scrivere questo Regolamento subito, insieme e bene, facendo prevalere l’autorevolezza dell’istituzione consiliare rispetto alle ragioni delle battaglie di parte. Questa discussione, invece, è durata fin troppo per ragioni squisitamente politiche, che riguardano i rapporti tra gli attuali Sottosegretari, la Giunta e la maggioranza. E qui non c’entrano niente i costi della politica. Il Piemonte sarà l’unica Regione che, attraverso un regolamento, esclude specifici incarichi affidabili ai Sottosegretari. La Toscana nel 2022 ha modificato lo Statuto, prevedendo una funzione specifica: i Sottosegretari coadiuvano il Presidente principalmente nel rapporto con il Consiglio regionale. In Lombardia la delega ai rapporti con il Consiglio regionale è affidata a uno dei 4 Sottosegretari. Qui non si è voluto seguire nessuna di quelle strade. Per uscire da questo pantano in cui la maggioranza si è infilata, sarebbe saggio decidere di considerare il Regolamento come “sperimentale” per un anno, al fine di poterci rimettere mano tra un anno e migliorarlo».

Gianna PENTENERO

Capogruppo PD  Consiglio regionale del Piemonte

Domenico RAVETTI

Vicepresidente Consiglio regionale del Piemonte

Moncalieri si candida: Capitale Italiana della Cultura 2028

Moncalieri, 21 ottobre 2025 – Oggi  è stato presentato ufficialmente il Dossier “Moncalieri
2028. La periferia al centro”, progetto di candidatura a Capitale Italiana della Cultura
2028. Un documento che racconta la visione di una città che ha scelto di fare della
rigenerazione culturale dei margini urbani il proprio orizzonte di sviluppo, capace di
tenere insieme produzione, educazione e cittadinanza attiva.
Non un “grande evento” ma un cantiere aperto, un percorso di lungo periodo in cui la
comunità si riconosce e si rinnova.
La città si presenta forte di una doppia identità. Da un lato il passato illustre: il Castello
sabaudo patrimonio UNESCO, le Fonderie Limone rinascimentate a polo di produzione e
ospitalità creativa, un tessuto di istituzioni e imprese culturali che dialoga con Torino e con
l’area metropolitana. Dall’altro un presente che ha imparato a mettere al centro quartieri,
frazioni, borgate e spazi di confine, intesi non come “estremi” ma come riserve di
possibilità. La candidatura nasce esattamente su questa soglia: dove finisce la retorica
della periferia e comincia il progetto condiviso.

Il dossier
La strada verso il dossier non è spuntata dal nulla. Dal 2022 Moncalieri ha avviato un lavoro
di city branding per dare una voce riconoscibile alla città, ma soprattutto per dotarsi di uno
strumento di coprogettazione, sotto un cappello che porta il nome di “Visit Moncalieri”: un
invito rivolto non solo ai visitatori, ma anche alla comunità residente e al territorio
circostante. Il brand, in questo senso, ha funzionato come una chiave inglese, sviluppando
un nuovo dialogo tra uffici, associazioni, scuole, operatori culturali, commercianti.
Su questa base si è innestato, dal 2024, il cantiere della candidatura: mappature dei luoghi
e delle pratiche, tavoli di ascolto con comunità e soggetti del terzo settore, incontri con il
sistema educativo e con il mondo produttivo, una stagione di progetti pilota che ha
sperimentato format diffusi (dal centro storico alle borgate), verificando accessibilità,
sostenibilità e impatto. La scrittura del dossier è arrivata dopo – non prima – ed è stata la
traduzione in obiettivi, azioni e governance di ciò che il territorio aveva già messo in moto.
Il documento, consegnato il 25 settembre 2025, racconta una città che ha scelto la
continuità: non un “grande evento” calato dall’alto ma un calendario evolutivo dove festival,
rassegne, residenze artistiche, pratiche di cittadinanza attiva e valorizzazione del commercio
di prossimità dialogano tra loro. È stato dato spazio alla dimensione educativa, alla
produzione (non solo alla programmazione) e alla cura dei beni comuni, con i Patti di
collaborazione come strumento per responsabilizzare chi vive i quartieri. Anche dati come
affluenze, partecipazione, accessi e indotto sono entrati nel racconto come bussola di
monitoraggio, perché la cultura conti anche quando si misura.

La candidatura organizza le proprie energie in cinque aree strategiche, concepite come
cerchi concentrici. Ogni area è necessaria alle altre, e tutte sono convergenti verso
l’obiettivo comune di dimostrare che la periferia può davvero fare centro:

– Design e Trasformazione
– Rigenerazione urbana e dei Beni Comuni
– Empowerment giovanile
– Inclusione e Parità di genere
– Cultura e Innovazione sociale.

Questa architettura concentrica consente a Moncalieri di operare su livelli diversi ma
integrati, generando un effetto moltiplicatore che fa della città un laboratorio di creatività
diffusa, coesione sociale e rigenerazione culturale.
Sul sostegno della Regione intervengono Alberto Cirio, Presidente della Regione
Piemonte, e Marina Chiarelli, Assessore alla Cultura della Regione Piemonte. “La
candidatura di Moncalieri a Capitale Italiana della Cultura 2028 è una splendida notizia e
dimostra, ancora una volta, quanto il Piemonte sia una terra viva, ricca di idee, progetti e
realtà culturali che sanno fare rete e guardare al futuro. Il dossier presentato dalla Città è di
grande qualità e mette al centro due temi fondamentali come l’inclusione e la parità di
genere: valori attuali e necessari, che ben rappresentano una visione della cultura aperta,
accessibile e capace di generare impatto positivo sul territorio. Moncalieri ha una storia
importante, un patrimonio artistico di grande valore e una vitalità culturale che la rende
protagonista, oggi, di un rinnovamento intelligente che unisce tradizione e innovazione. Il
Piemonte si conferma così come un sistema culturale diffuso, dove ogni territorio
contribuisce con le proprie specificità a un progetto comune. Come Regione, seguiremo da
vicino questa candidatura: crediamo che Moncalieri possa avere tutte le carte in regola per
concorrere per un titolo così prestigioso che renderà questo territorio ancora più conosciuto
e attrattivo”.

Perché Moncalieri si è candidata
La candidatura di Moncalieri a Capitale Italiana della Cultura 2028 è un passo naturale di un
percorso già avviato.
Negli ultimi anni la città ha investito in progetti di rigenerazione urbana e culturale che hanno
restituito spazi, risorse e opportunità alle persone. Dalle Fonderie Limone (oggi polo di
produzione e ospitalità creativa) al Castello Reale, patrimonio UNESCO e cuore del sistema
culturale, fino alle borgate e ai quartieri che hanno ritrovato centralità grazie a festival diffusi,
patti di collaborazione e percorsi di cittadinanza attiva.
“Moncalieri ha scelto di candidarsi perché ha imparato che la cultura può cambiare davvero
la geografia di una città” dichiara Paolo Montagna, Sindaco di Moncalieri. “Abbiamo
costruito un modello che mette insieme il centro e i margini, le istituzioni e le persone, la
memoria e l’innovazione. Questa candidatura è la tappa di un percorso collettivo, un invito a
guardare ai nostri luoghi con occhi nuovi.”
Nel 2028 Moncalieri celebrerà anche gli 800 anni dalla propria fondazione, avvenuta nel
1228 quando un gruppo di abitanti trovò rifugio sulla collina per difendersi da incursioni ostili.
Da borgo di confine a città metropolitana, Moncalieri ha costruito nei secoli una vocazione al
dialogo e alla trasformazione: il ponte sul Po, che per secoli fu l’unico accesso a Torino per
chi proveniva da sud, è diventato nel tempo una metafora della sua identità, quella di una
comunità che unisce e attraversa.
L’area metropolitana torinese sta ripensando il proprio modello culturale dopo anni di
innovazioni e crisi; la città di Moncalieri in questo contesto porta in dote una dimensione
“ponte”: sufficientemente grande per incidere, sufficientemente prossima per
sperimentare.

Un viaggio che continua
Il Dossier non è solo un progetto, ma la sintesi di una pratica già in corso.
Dal 2024 Moncalieri ha sperimentato nuovi format diffusi – festival, residenze artistiche,
laboratori, percorsi formativi e progetti di rigenerazione – che hanno unito produzione
culturale e partecipazione civica.
Le esperienze avviate hanno mostrato che la cultura può diventare motore di sviluppo
economico, sociale e territoriale, creando occupazione qualificata, valorizzando i saperi
artigiani e favorendo nuove alleanze tra pubblico e privato.
Il 2028 per Moncalieri non è un traguardo ma un orizzonte: un’occasione per consolidare
politiche, coordinare risorse e offrire alla città un’identità culturale riconoscibile e condivisa.
La candidatura rappresenta quindi un patto che la città intende rinnovare, con o senza titolo,
perché la credibilità di una candidatura si misura nella sua capacità di migliorare la vita
delle persone.

“La leva è la rigenerazione culturale delle periferie, intese non come estremi, ma come
soglie porose tra funzioni, generazioni e comunità” aggiunge Antonella Parigi, Assessora
alla Cultura. “Demarginalizzare significa rendere la cultura accessibile e generativa, creare
spazi di scambio dove la vita quotidiana incontra l’arte, l’impresa, la scuola, il volontariato.
Moncalieri è pronta a diventare un laboratorio nazionale di questa nuova idea di capitale.”
La candidatura di Moncalieri a Capitale Italiana della Cultura 2028 è dunque un progetto
corale, che nasce dall’amore per la città e dalla convinzione che i margini possano diventare
il centro rinnovato e ritrovato di una nuova geografia culturale italiana.

Piazza Benefica, ennesimo tentativo di furto

Ennesimo tentativo di furto al mercato di Piazza Benefica. Un uomo di origine nord africana ha rubato 2 giacche da un banco e poi è scappato. Intercettato da un collega del povero mercatista, il ladro ha gettato la refurtiva ed è scappato inseguito da altre persone. Sembra che non sia la prima volta che questa persona tenti di rubare. I venditori del mercato sono stanchi di dover affrontare così spesso queste situazioni, il lavoro non può essere vissuto così , urge una attenzione maggiore, una protezione maggiormente capillare.

MLB

Afghanistan, una tragedia dimenticata

GAZA MA NON SOLO 

Fra le iniziative di solidarietà e di richiesta di attenzione alle numerose tragedie dovute alle guerre, alle dittature, alle repressioni  una di particolare urgenza e gravità ha riguardato la realtà odierna all’Afghanistan. Una testimonianza intensa e commovente continua ad arrivarci dall’impegno della associazione International Help. I responsabili di questa benemerita realtà ci hanno ricordato recentemente che  

 Più di 40 milioni di  Afghani, sono ostaggi di una teocrazia medievale violenta e discriminante soprattutto nei confronti delle donne. La componente femminile  del popolo afghano è sottoposta a più di venti decreti che ne impediscono quasi ogni attività, a partire dal diritto allo studio. Incredibilmente un recente provvedimento impedisce anche la lettura di libri scritti da donne.

Purtroppo questa tragedia epocale non pare scaldare i cuori del mondo occidentale. Non si vedono cortei a favore delle donne afghane. Né striscioni o università occupate. Noi di International Help abbiamo cogestita per quindici anni una Clinica nel Distretto 13 di Kabul. Circa 500.000 persone ne hanno usufruito .Purtroppo il ritorno dei Talebani nel 2021 ne ha decretato la chiusura. La nostra associazione ha però deciso di non abbandonare lo scenario afghano. Da più di un anno sosteniamo una scuola nella città di Ghazni ove decine di studentesse riescono a studiare sfidando I divieti degli integralisti. In questa città siamo anche pronti a finanziare, se si potrà, la locale clinica. Ma soprattutto siamo determinati a proseguire, insieme a chi ci vuole sostenere, nella denuncia della situazione di tragica discriminazione delle donne afghane. Abbiamo iniziato a farlo lo scorso 9 ottobre presso il Centro Culturale Dar al Hikma, con un importante dibattito,  che – con nostro grande conforto e apprezzamento – ha visto la fondamentale partecipazione del Comitato dei Diritti Umani della Regione Piemonte, con un saluto del suo Presidente Davide Nicco e un intervento del suo vice presidente Giampiero Leo. Nell’occasione ci hanno comunicato che, proprio con l’intenzione di non fare cadere nel dimenticatoio situazioni terribili – anche se trascurate sia dai governi che dalle “piazze” – come quella del Afghanistan, del Sudan, della Nigeria, del Myanmar, del Venezuela ecc. – la Giornata mondiale del 10 dicembre sarà proprio dedicata alle “Resistenze dimenticate”.

Minacciano i controllori GTT con una pistola giocattolo

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Alcuni controllori  GTT sono stati aggrediti e minacciati da due passeggeri con una pistola, poi  rivelatasi un giocattolo. E’ accaduto in via XX Settembre, su un tram della linea 4. Gli addetti Gtt avevano chiesto  il biglietto ma i passeggeri hanno estratto la pistola, hanno minacciato i dipendenti e  sono scesi in via Bertola. I controllorihanno però avvisato una vigilessa e la Polizia, che ha arretato i malviventi  in un supermarket.

Schianto tra auto e moto: muore 57enne

Un uomo di 57 anni  è morto questa mattina  mentre viaggiava in sella sua motocicletta a Cambiano, nello scontro con una vettura. Sul posto ii Carabinieri della compagnia di Chieri e il  118. Si sta verificando la dinamica dell’incidente.

Agente aggredito in carcere a Torino

Ieri sera, intorno alle ore 21:30, durante una perquisizione straordinaria presso la 5ª sezione del padiglione B finalizzata al contrasto dell’introduzione di oggetti non consentiti, si è verificato un grave episodio di violenza. Due detenuti di nazionalità marocchina, ubicati in una cella della sezione, hanno reagito con violenza all’intervento degli agenti, dando in escandescenza. Uno di loro ha colpito con una violenta testata alla tempia un agente della Polizia Penitenziaria, che è stato prontamente accompagnato in ospedale per ricevere le cure necessarie. A dare notizia è il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria per voce del Segretario Vicente Santilli.

“Nonostante l’aggressione, gli operatori hanno portato a termine la perquisizione con grande determinazione e senso del dovere, rinvenendo un telefono cellulare, sostanza stupefacente e grappa artigianale”, prosegue il sindacalista, che esprime “il proprio plauso per la professionalità, il sangue freddo e la dedizione dimostrata dagli agenti coinvolti, che hanno gestito una situazione critica con fermezza e rispetto delle procedure. Episodi come questo confermano l’importanza del lavoro quotidiano svolto dalla Polizia Penitenziaria, spesso in condizioni difficili, a tutela della sicurezza e della legalità all’interno degli istituti”.

Questa è, purtroppo, la quotidianità operativa con cui hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria del Piemonte“, commenta Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che pur riconoscendo un cambiamento nel clima politico attuale – “dobbiamo dare atto che, rispetto al passato, l’attuale governo e l’Amministrazione Penitenziaria hanno mostrato maggiore ascolto e sensibilità nei confronti delle criticità del settore” – auspica “uno sforzo ulteriore, più deciso e strutturale, perché non bastano le buone intenzioni: occorrono atti concreti e urgenti, come dotare le donne e gli uomini del Corpo di strumenti utili a garantire la loro stessa incolumità fisica”.

Il leader del SAPPE rinnova l’appello del Sindacato alle istituzioni politiche: “E’ necessario rivedere l’organizzazione delle carceri, classificandoli in tre livelli: massima sicurezza, media sicurezza e custodia attenuata, atteso il fallimento degli attuali circuiti. Attraverso tale differenziazione si potrebbe differenziare anche la formazione del personale e prevedere un differente impiego di forze e di professionalità: in quelli di massima sicurezza più Polizia Penitenziaria, negli altri meno polizia e più educatori e assistenti sociali“. Il leader nazionale del primo Sindacato del Corpo richiama un concetto fondamentale: Sicurezza e diritti sono un binomio inscindibile anche quando si affronta la complessa realtà del sistema penitenziario, perché, salvi i casi più gravi, la doverosa esecuzione della pena deve costituire il presuppostoper il ritorno alla vita civile del detenuto. In questa ottica, è necessario attivare al più presto i ruoli tecnici del Corpo: medici e psicologi nell’immediato e nel prossimo futuro anche quelli socio pedagogici. Professionisti del trattamento, evitando inutili commistioni e false illusioni, su un possibile ruolo della Polizia Penitenziaria in un compito che non è il suo, conclude.

Ludovico Bellucci in concerto sonorizza i capolavori del cinema muto

La stagione concertistica di Santa Pelagia prosegue all’insegna del dialogo tra la musica e gli altri linguaggi artistici, confrontandosi in questa occasione con la Settima arte.

La rassegna Intrecci musicali presenta, il 22 ottobre, alle ore 21, la “Musica del Mito”, un evento in cui le prime pellicole dell’epoca mitica del cinema muto si incontrano con le partiture sonore di periodi musicali altrettanto leggendari, grazie al pianoforte del giovane compositore torinese Ludovico Bellucci, da tempo impegnato in una rilettura in chiave moderna delle opere del passato.
Film muti d’epoca musicati dal vivo daranno vita ad un vero e proprio reenactment delle pratiche di proiezione e sonorizzazione originali, un cinema concerto che immerge il pubblico nel contesto storico e sociale degli anni Dieci, offrendo la proiezione integrale del film accompagnata da musiche inedite, eseguite dal vivo e concepite per valorizzarne lo sviluppo narrativo, i vissuti interiori dei protagonisti, gli eventi e il carattere storico delle vicende rappresentate.
Sul grande schermo scorrono le immagini di due capolavori del cinema muto italiano: “ Didone abbandonata” di Luigi Maggi del 1910, ispirato al celebre mito virgiliano, racconta con sorprendente sensibilità visiva il dramma amoroso della regina di Cartagine, restituendo in pochi minuti tutta la forza tragica dell’epopea classica. Le musiche, eseguite in prima assoluta, dialogano con le immagini per amplificare il pathos e la tensione emotiva del racconto.
Il secondo capolavoro è rappresentato da ”La caduta di Troia” di Giovanni Pastrone, che risale al 1911 ed è considerata una delle prime grandi produzioni del cinema muto italiano  e mette in scena con ambizione epica la guerra e la distruzione della città omerica, anticipando lo stile spettacolare che renderà celebre il regista di Cabiria.
La serata è realizzata in collaborazione  con il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino e la Cineteca Nazionale del Museo del Cinema.
“La Musica del Mito” è un’occasione unica per riscoprire il fascino originario del cinema muto nella suggestiva cornice settecentesca del Coro di Santa Pelagia, dove farsi trasportare all’interno di un  viaggio tra mito, immagini e suono, in cui la musica restituisce vita e voce alla memoria visiva del passato.
L’ingresso è libero su prenotazione. L’introduzione è affidata a Maria Adorno.

Ludovico Bellucci, 20 anni,  è pianista e compositore di colonne sonore. Studia composizione con Aldo Sardo presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino,  città in cui vive e lavora. La sua carriera artistica è iniziata nel 2015 con la partecipazione alla Festa della Musica di Torino, dove si è esibito per quattro edizioni consecutive con brani originali. Nel 2019 ha vinto il primo premio al concorso Pianofortissimo di Rivoli con un proprio inedito. Dal 2022, anno in cui realizza la musica per il cortometraggio “Dura Lex Sed Lex”, vincitore al Believe Film Festival di Verona, si dedica alla musica per il cinema muto.

Coro di Santa Pelagia, via San Massimo 21, mercoledi 22 ottobre ore 21

Mara Martellotta