ilTorinese

Al Forte di Bard Gino Cecchettin presenta il libro dedicato alla figlia

“Cara Giulia …”, ennesima vittima di femminicidio

Domenica 18 agosto, ore 21

Il viso dolce, sorridente e spensierato, ancora piacevolmente “segnato” dai tratti freschi e genuini dell’adolescenza; il berretto un po’ “a sghimbescio”, larga breccia a capelli scuri lasciati liberi d’incorniciarle il bel viso. Negli occhi la voglia, tanta voglia di vita, la generosità ben chiara di un’anima semplice e buona, affacciata a un mondo in cui riversare mille speranze e mille sogni. Tanti sogni. E’ questa l’immagine di Giulia Cecchettin, cristallizzata nel tempo dalle cronache (di quelle in cui non vorremmo mai più imbatterci) arrivata a noi, ai nostri occhi e ai nostri cuori per restarci a vita. Ed è questa anche l’immagine di copertina del libro a lei amorevolmente dedicato da papà Gino per ricordare l’unicità di quella figlia e il dolore (mai trasformato in odio e impenetrabile rancore) lasciato in eredità dalla scomparsa della piccola grande Giulia, vittima nel novembre scorso dell’amore “malato” del suo ex fidanzato, Filippo Turetta. Dal titolo “Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia” (ed. Rizzoli), il libro (realizzato insieme allo scrittore padovano Marco Franzoso) sarà presentato domenica 18 agosto (ore 21) dallo stesso Gino Cecchettin, nell’ambito della rassegna “Incontri” – in collaborazione con la “Libreria Mondadori” di Ivrea – al valdostano “Forte di Bard”, nel corso di una serata guidata dal libraio Davide Gamba e dalla giornalista Cristina Mastrandrea.

“Con questo appuntamento il ‘Forte’ – sottolineano gli organizzatori – intende presentare, nell’ambito delle proprie iniziative culturali, una riflessione su una vera e propria piaga sociale nel tentativo di contribuire a costruire una società libera dalla violenza sulle donne, compiendo un passo verso quella necessaria rivoluzione culturale che può produrre un cambiamento reale”.

Giulia aveva solo 22 anni, era una studentessa di “Ingegneria Biomedica” dell’Università di Padova, prossima alla laurea, con discussione della tesi già fissata per il 16 novembre 2023. Sennonché, due giorni dopo, il 18 novembre, un sabato mattina poco prima di mezzogiorno, il suo corpo privo di vita (colpito da numerose coltellate alla testa e al collo) viene ritrovato dalla squadra cinofila della “Protezione Civile” del Friuli Venezia-Giulia in un anfratto roccioso nei pressi del lago di Barcis, nel Pordenonese. Di lei non si avevano più notizie dall’11 novembre. Da una settimana esatta, quando Giulia insieme all’ex fidanzato Filippo (oggi in carcere a Verona), si era recata in un “Centro Commerciale” di Marghera per acquistare un paio di scarpe in vista dell’ormai imminente cerimonia di laurea. L’ultima uscita con quel ragazzo che diceva di amarla e il cui amore era diventato ossessione. Ossessione senza limiti. Ossessione omicida. Orfana da soli pochi mesi della mamma Monica, Giulia lasciava in un oceano di disperazione papà Gino, la sorella Elena ed il fratello Davide e il suo caso, l’efferatezza del suo omicidio, turbò a tal punto le coscienze da diventare simbolo “in assoluto” del femminicidio, trasformando la manifestazione del 25 novembre contro la violenza sulle donne (contro i “figli sani del patriarcato e della cultura dello stupro”, come gridò ad alta voce la sorella Elena) in un’assordante “onda di rumore”.

Il libro, presentato a Bard, è parte di un progetto più ampio a sostegno delle vittime di violenza di genere (compresa la realizzazione in corso di una specifica “Fondazione” in memoria di Giulia) e contiene le parole di un padre che ha scelto di non restare in silenzio. Un appello potente alle famiglie, alle scuole e alle Istituzioni. Dal giorno dei funerali della figlia, Gino Cecchettin ha scelto di condividere il proprio dolore cercando di affrontarlo e renderlo costruttivo perché possa essere di aiuto alle giovani e ai giovani del nostro Paese. In questo libro, attraverso la storia di Giulia, si interroga sulle radici profonde della “cultura patriarcale” della nostra società.

“Giulia era una portatrice di valore aggiunto – ebbe occasione di dire papà Gino, presentando il libro nel maggio scorso al ‘Salone del Libro’ di Torino – ed io mi sono ispirato a lei per tutto quello che è venuto dopo. Lei negava la violenza sotto qualsiasi forma … Ho vissuto il suo valore per 22 anni e penso che gli italiani in una sola settimana abbiano capito chi sia stata e chi sia Giulia”.

L’ingresso all’incontro è gratuito.

Per info: tel. 0125/833811 – prenotazioni@fortedibard.it

Gianni Milani

Nelle foto di Laura Panno: Cover libro e Gino Cecchettin

Autonomia differenziata: un progetto che viene da lontano

Proviamo a fare chiarezza sulla bollente questione delle autonomie regionali.

E partiamo, come doveroso se vi vuole capire l’essenza del problema, da dati storici.

Realizzata l’unità d’Italia, lo Stato emanò la prima legge che regolamentava gli enti locali con L.20/3/1865 (“Legge Ricasoli”), ripartendo il territorio in provincie, circondari, mandamenti e comuni. Le provincie, in particolare, si configurarono come “sede di decentramento dell’amministrazione centrale” con a capo il prefetto, un funzionario nominato dal governo per verificare la rispondenza degli atti degli enti locali alle leggi statali.

I poteri degli enti locali furono fissati con un decentramento amministrativo con le leggi del 21 maggio 1908 n. 269 e la legge 4 febbraio 1915, n. 148 (i Testi unici delle leggi comunali e provinciali).

Nel Regno d’Italia, pertanto, le regioni non esistevano come enti territoriali.

La nascita delle regioni può essere fissata nel 1870, quando un certo Pietro Maestri raggruppò a fini statistici e didattici le provincie in “circoscrizioni territoriali”, rimpiazzando i precedenti compartimenti che ricalcavano gli stati preunitari.

Il termine “regione” apparve come sostituto del termine “compartimento” per la prima volta nell’Annuario statistico italiano del 1912. Fino a quel momento le regioni erano una pura espressione geografica, del tutto priva di contenuti in termini di compiti istituzionali e poteri amministrativi.

La nascita ufficiale delle regioni come enti territoriali risale al 1948, quando l’art.114 della Costituzione stabilì che “La Repubblica si riparte in Regioni, Provincie e Comuni”, precisando che “Le Regioni sono costituite in enti autonomi con propri poteri e funzioni secondo i principi fissati nella Costituzione.” (art. 115)

Si fissarono anche in 19 le Regioni: Piemonte; Valle d’Aosta; Lombardia; Trentino-Alto Adige; Veneto; Friuli-Venezia Giulia; Liguria; Emilia-Romagna; Toscana; Umbria; Marche; Lazio; Abruzzo e Molise; Campania; Puglia; Basilicata; Calabria; Sicilia; Sardegna. (art. 131)

A Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige/Südtirol (costituito dalle Provincie autonome di Trento e di Bolzano) e Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste furono concesse forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale.

Peraltro l’innovazione rimase lettera morta per decenni, in assenza delle leggi ordinarie che precisassero con chiarezza, compiti, funzioni e poteri della nuova entità.

La svolta avvenne solo negli anni ’70, con un primo parziale trasferimento di poteri dallo Stato alle Regioni e con le prime elezioni che sancirono l’avvio dell’amministrazione decentrata e la realizzazione della prima autonomia (o, volendo usare una terminologia oggi ossessivamente usata negli slogan, si approvò un decreto “spacca Italia”).

L’impianto decentrato fu ulteriormente potenziato nel 2001 con legge costituzionale n. 3/2001 che riscrisse l’intero Titolo V della Costituzione, sovvertendo i tradizionali rapporti tra Stato centrale ed enti periferici.

Infatti l’art.114 venne riscritto come segue: “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Provincie, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Provincie, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.”

La modifica sembra di poco conto, con la nascita delle città metropolitane e con l’inversione dell’ordine degli enti territoriali rispetto al testo originario fissato dai padri costituenti, ma in realtà fu l’inizio di una rivoluzione che creò enormi problemi nella ”coabitazione” fra potere centrale e potere locale, anche per la mancata chiarezza delle sfere d’influenza, con l’avvio di centinaia di contenziosi e cause presso il TAR.

Un primo, importante cambiamento riguarda la struttura dello Stato, non più identificato con la Repubblica ma come parte di quest’ultima, sullo stesso piano delle altre entità territoriali che la compongono. Un palese declassamento per valorizzare e potenziare l’autonomia locale. In quell’anno finì la posizione di primazia dello Stato, che fu spezzettato fra venti Regioni, un centinaio di Provincie, una decina di migliaia di Comuni.

Un secondo sostanziale cambiamento fu l’introduzione di nuove materie in cui le Regioni potevano ottenere autonomia, prevista dall’art.116 della Costituzione; e non in maniera e con procedura uniforme, ma ognuna per conto suo, su espressa richiesta da approvare con accordo con il governo da ratificare in Parlamento.

Le materie in questione sono:

  • quelle oggetto di “potestà legislativa concorrente”, (previste all’art.117 della Costituzione). Le materie in questione sono rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni, commercio con l’estero, tutela e sicurezza del lavoro, istruzione professionale, ricerca scientifica e tecnologica, tutela della salute, alimentazione, protezione civile, porti e aeroporti civili, grandi reti di trasporto e di navigazione, previdenza complementare e integrativa, valorizzazione dei beni culturali e ambientali, casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.
  • alcune tra quelle indicate al secondo comma dell’art. 117, ovvero organizzazione della giustizia di pace, norme generali sull’istruzione, tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.

Fu in quel momento, e non oggi, che nacque il cosiddetto “regionalismo differenziato”.

Insomma, la Costituzione è stata stravolta, ma ben pochi hanno protestato, anche perché la Costituzione stessa prevede, saggiamente, che il testo possa essere modificato, rispettando precise procedure!

Procedure rispettate anche con il disegno di legge presentato dal Ministro Calderoli ed approvato in via definitiva dal Parlamento nel giugno 2024, scatenando un movimento di pesante opposizione con raccolta di firme per indire un referendum abrogativo.

Ogni opinione è lecita, ma i fatti sono indiscutibili: la riforma è legittima, l’autonomia differenziata è prevista dalla Costituzione, è stata approvata vent’anni fa da governi diversi da quello attuale formati dai partiti che oggi vogliono bloccare il completamento della riforma del Titolo V della Costituzione da loro modificato…

Gianluigi De Marchi 

demarketing2008@libero.it

Prorogata la mostra “Palazzo Lascaris e i suoi abitanti”

La mostra storica e artistica intitolata “Palazzo Lascaris e i suoi abitanti”, allestita nelle sale del piano terreno di via Alfieri 15, è stata prorogata al 3 gennaio 2025. Orario di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17 (festivi e 16 agosto esclusi). Ingresso gratuito.

In questi mesi (la mostra è stata inaugurata il 25 marzo) centinaia di persone hanno apprezzato le ricerche storiche e gli approfondimenti legati ai quattrocento anni di vita di uno dei più sontuosi e meno noti palazzi barocchi del centro di Torino, trasformato nel tempo da residenza aristocratica in sede di uffici. La mostra ha la curatela del direttore della Fondazione Cavour di Santena Marco Fasano ed è stata allestita grazie ai numerosi prestiti di oggetti e documenti forniti dalla Camera di Commercio di Torino. Ai visitatori viene dato in omaggio il catalogo.

Il presidente Davide Nicco e l’intero Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, che si è insediato lo scorso 22 luglio, ha deciso di prorogarne l’apertura per permettere ai nuovi consiglieri di conoscere la storia del palazzo che li ospiterà per i prossimi cinque anni ed anche per riaprire le visite alle scolaresche: al link http://www.cr.piemonte.it/prenotazionevisite/scuole/scegli-data le classi possono prenotare la visita gratuita il giovedì o il venerdì mattina tra il 26 settembre e il 20 dicembre 2024.

Ferragosto al museo per chi resta in città

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Il giorno di Ferragosto a Torino alcuni musei sono gratuiti. Ecco il link con tutte le informazioni per un giorno di festa all’insegna della cultura:

https://www.turismotorino.org/it/esperienze/cultura/musei-e-fondazioni/i-musei-piu-visti

 

A CURA DI  TORINO CLICK – Da Palazzo Madama alla GAM, dal MAO al Museo del Cinema, oltre all’Egizio, ai Musei Reali e a molti altri, l’offerta culturale a disposizione di turisti e torinesi rimasti in città è ampia e variegata.

GAM, MAO e Palazzo Madama saranno aperti con orario regolare e tariffe speciali: un euro sarà infatti il costo del biglietto per poter accedere alle mostre temporanee dei tre musei e per ammirare le collezioni permanenti di MAO e Palazzo Madama. Chiusa la mostra permanente della GAM per lavori di riallestimento. Percorsi guidati nei tre musei sono disponibili su prenotazione (011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com) nei seguenti orari: GAM ore 15 mostra Expanded – I paesaggi dell’arte; ore 16:30 mostra Italo Cremona. Tutto il resto è profonda notte; MAO ore 10.30 Gallerie dedicate a Cina e Giappone; ore 12 Gallerie dedicate a Asia Meridionale e Sud-Est Asiatico, Regione Himalayana e Paesi Islamici dell’Asia; ore 15 mostra Tradu/izioni d’Eurasia Reloaded; ore 16.30 Gallerie dedicate a Cina e Paesi Islamici dell’Asia; Palazzo Madama: ore 11 e ore 15 – visita alle collezioni Da Porta Romana a Castello a Museo; ore 16.30 – visita alla mostra Change!

Il Museo del Risorgimento sarà aperto con il consueto orario di visita 10-18, ultimo ingresso alle ore 17. A Ferragosto, alle ore 11 e alle ore 16, sono previste visite teatralizzate, da prenotare obbligatoriamente al numero 011 5621147. Sarà inoltre visitabile la mostra Torino al futuro. La cultura d’impresa, la cultura dell’innovazione, a cura dell’Unione Industriali e la piccola mostra Passioni allo specchio: la Contessa di Castiglione e l’Album Nigra.

Il Museo del Cinema sarà aperto in orario 9-20 con ultimo ingresso alle ore 19. Ad attendere i visitatori la mostra MOVIE ICONS. Oggetti dai set di Hollywood, un’esposizione che esplora i generi cinematografici attraverso oggetti iconici, costumi, memorabilia, manifesti e materiali pubblicitari dei principali cult movie hollywoodiani degli ultimi decenni.

Aperto anche CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, in orario 11-19. Due le esposizioni in corso, una dedicata all’americana Margaret Bourke-White, grande maestra della fotografia del ‘900, e Bar Stories on Camera, la mostra realizzata in collaborazione con Galleria Campari e Magnum Photos che prpopone un racconto per immagini, dagli anni trenta all’inizio del nuovo millennio, del mondo dei bar e della cultura legata a questi luoghi di socialità.

Il Museo Egizio osserverà orario prolungato dalle 9 alle 20 per mostrare ai suoi visitatori il nuovo allestimento del corredo funebre della regina Nefertari, tornato a Torino dopo un lungo viaggio in vari musei del mondo.

Il Museo Pietro Micca sarà aperto in orario 10-18 e ingresso gratuito. Visite guidate alle 10.30, 14.30, 15.30 e 16.30 su prenotazione.

La Fondazione Accorsi-Ometto sarà aperta in orario 10-20 e ingresso alla tariffa speciale di un euro. Anche le visite guidate, previste alle ore 11.30, 17.30 e 18.30, saranno al costo agevolato di tre euro.

Musei Reali saranno aperti in orario 9-19, chiusura della biglietteria alle ore 18.

Apertura straordinaria per le Gallerie d’Italia, con ingresso gratuito e orario 9.30-19.30, ultimo ingresso alle ore 18.

Sarà aperta, infine, anche la Basilica di Superga, visitabile dalle ore 10.30 alle 19.

Fondi al Politecnico per un campus più sostenibile

Il finanziamento per l’Edilizia Universitaria e le Grandi Attrezzature 2024 andrà ad aggiungersi ai fondi già stanziati per l’ampliamento e la riqualificazione degli spazi

Il Segretariato Generale del Ministero dell’Università e della Ricerca ha annunciato la ripartizione dei 75 milioni di euro stanziati dal Fondo per l’edilizia universitaria e le grandi attrezzature per l’anno 2024, come previsto dal Decreto Ministeriale n. 774 del 10 giugno 2024.

Al Politecnico di Torino andranno 1.027.871 euro, attribuiti in proporzione al numero degli studenti in corso iscritti ai corsi di laurea e di laurea magistrale nell’area scientifico-tecnologica, come indicato dall’articolo 1 comma 2 del Decreto.

La notizia è stata accolta con soddisfazione dai vertici dell’Ateneo, che grazie al cofinanziamento ministeriale presenterà un ambizioso programma di interventi di efficientamento energetico che interesseranno l’involucro e gli impianti degli edifici, anche in un’ottica di building automation per il controllo e il monitoraggio dei consumi energetici. Saranno inoltre realizzati progetti finalizzati all’adeguamento alle norme sulla sicurezza del patrimonio edilizio.

“Il programma di interventi si inserisce nel quadro delle azioni previste per raggiungere l’azzeramento delle emissioni nel 2040, ovvero 10 anni prima del traguardo fissato a livello internazionale – sottolinea il Rettore Stefano Corgnati –abbiamo già pronto un piano di interventi ambizioso, in linea con gli obiettivi di transizione ecologica e con il piano di sviluppo edilizio che guidano il mio mandato”

Il Ferragosto profano

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Scrivendo un augurio per i suoi 80 anni al vescovo Alfonso Badini Confalonieri, gli ho anche augurato buon Ferragosto,  ma il presule che risiede a Bardonecchia, mi ha ricambiato parlando di Festa dell’Assunta. Ferragosto è festa pagana anche se in effetti è difficile pensare alla festa della Vergine Assunta il 15 d’agosto. Questa che viviamo non è una società laica, ma profana, involgarita da tutte le aberrazioni sessuali che hanno intaccato anche le basi minime della civiltà occidentale. Questa è la civiltà edonistica ed iper permissiva fondata sul nichilismo relativistico. Una società ludica che ha perso ogni valore morale. È il modello di Vattimo e di Murgia iperesaltato da una stampa sempre più illeggibile. Oggi parlare di Festa dell’Assunta appare persino un qualcosa di irreale. Meglio stare ai carnai nudisti delle spiagge e alle mangiate di cibi sempre più lontani dal buon gusto italiano e alle bevute smodate, accompagnate dalla droga che si vorrebbe naturalmente libera. Questo è il punto di arrivo di una scuola dell’eterna vacanza che lascia i giovani senza guida e senza buoni esempi. In questo contesto anche solo una festa famigliare diventa sempre più rara perché  le coppie aperte hanno distrutto l’idea stessa del matrimonio che viene scelto da una minoranza, malgrado esista oggi un divorzio lampo che scioglie rapidamente ogni legame a prescindere dai figli. Gli esempi da beatificare sono Da Andre’ e Vasco Rossi, i miti nefasti dei nostri giovani indotti da ex giovani che non hanno avuto orizzonti culturali più alti da trasmettere alle nuove generazioni e che dedicano piazze a De Andre’ teorico e praticante della trasgressione e della illegalità. Questo è il Ferragosto 2024, dominato da una società in caduta libera,  destinata a sfaldarsi. Con i miti retro’ del fascismo e dell’antifascismo di 80 anni fa si fomentano le polemiche e si rinverdiscono gli odi,  non si costruisce nulla di serio e duraturo perché si guarda solo al passato e non al futuro.

Non solo Sport: attività civiche ai Camp estivi della ValleBelbo Sport

Forte vento, pioggia e grandine su Torino: alberi abbattuti e disagi. Temperature scese di 15 gradi

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Come aveva previsto Arpa Agenzia regionale per l’ambiente, anche oggi pomeriggio, come in  buona parte del Piemonte, il maltempo ha colpito per più di un’ora a partire dalle 17 la città di Torino. Si sono registrati disagi al traffico e allagamenti.

Forte vento, grandine e pioggia hanno sferzato i quartieri della città.

Diversi gli alberi abbattuti (nella foto di copertina all’angolo tra i corsi Einaudi e Galileo Ferraris). L e temperature sono scese di 15 gradi, da 34 a circa 20 gradi.

Mauriziano, Annamaria Ferrero dirige Ostetricia e Ginecologia

Dallo scorso 1° agosto la professoressa Annamaria Ferrero è il nuovo direttore della Ostetricia e Ginecologia universitariadell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino. La professoressa Ferrero raccoglie il testimone dalle mani del dottor Luca Sgrò, che ha retto la Struttura nel periodo successivo alla scomparsa della professoressa Nicoletta Biglia, avvenuta nel novembre dell’anno scorso.

L’esperienza all’ospedale Mauriziano della professoressa Annamaria Ferrero inizia nel 1997, con un dottorato in Ginecologia oncologica che precede la sua assunzione, datata febbraio 1999, all’interno della Divisione diretta dal professor Piero Sismondi. Per dieci anni la professoressa Ferrero svolge la sua attività di Ginecologia oncologica tra il Mauriziano e l’Istituto di Candiolo (dove è responsabile dell’Oncologia pelvica), mentre dal 2009 in avanti si lega esclusivamente al Mauriziano e, dopo un intenso lavoro di ricerca in contesti internazionali (tra il 2015 e il 2019 ha fatto parte del Consiglio direttivo dell’ESGO, European Society of Gynaecological Oncology), nel marzo 2023 acquisisce il titolo di professore associato dell’Università degli Studi di Torino.

«La mia etichetta è sempre stata quella del Mauriziano – afferma la professoressa Ferrero -. Ed è perciò con grande orgoglio che assumo questo nuovo incarico. Mi è stato di grande aiuto il supporto ricevuto dalla compianta professoressa Biglia, altrettanto sono oggi onorata del sostegno dell’Università, della Direzione del Mauriziano e dei miei colleghi. Tutti insieme porteremo avanti il discorso avviato con il professor Sismondi e proseguito prima con il professor Menato e poi con la professoressa Biglia. Il tutto nel solco di una tradizione pluridecennale che ha portato il Mauriziano ad essere un fondamentale punto di riferimento per la nostra comunità di pazienti».

«La Struttura di Ostetricia e Ginecologia è molto vasta – conclude la professoressa Ferrero -. Il percorso che parte dalla diagnostica per comprendere trattamento e follow up è ciò che ci caratterizza, anche in virtù dei tanti ambulatori generali e specialistici a disposizione delle nostre pazienti sia ginecologiche sia ostetriche. La chirurgia robotica è un’altra preziosa risorsa che nell’ultimo anno ci ha permesso di acquisire nuove ed efficaci possibilità di cura. Senza mai dimenticare le competenze in campo ostetrico che, anche con l’ausilio dell’anestesia peridurale, ci permettono di assistere nella migliore maniera possibile il percorso di tutte le nostre future mamme».

Anche oggi tempo instabile sul Piemonte con possibili nubifragi e grandinate

Nelle prossime ore, dopo il forte vento di ieri sera a Torino e le precipitazioni soprattutto in montagna, torna il rischio di nubifragi e grandinate in Piemonte.

Il Centro funzionale di Arpa – Agenzia regionale per la protezione ambientale – ha diramato  un’allerta gialla che  riguarda l’arco alpino compreso tra le valli torinesi e l’Ossola e  gran parte del Piemonte.

Temperature in calo per la saccatura con asse sulla penisola iberica che determinerà temporali sui rilievi alpini nella giornata di oggi, con nubifragi e grandinate, e possibile trasferimento verso le zone pianeggianti adiacenti nel pomeriggio. Tempo instabile anche a Ferragosto.