ilTorinese

Al Forte di Bard omaggio a Fernando Botero

Al Forte di Bard si apre sabato 29 novembre una importante retrospettiva su Fernando Botero, uno degli artisti più amati e riconoscibili del Novecento, con un progetto espositivo che porta in Valle d’Aosta oltre 100 opere tra dipinti, disegni, acquerelli, sculture e materiali inediti provenienti dalla collezione dell’artista.
La rassegna si intitola “Fernando Botero – tecnica monumentale”, ed è stata realizzata in collaborazione con 24 Ore Cultura e Fernando Botero Foundation. Curata da Cecilia Braschi, sarà aperta al pubblico fino al 6 aprile prossimo nelle sale delle Cannoniere del Forte aostano. All’indomani della grande retrospettiva che si è tenuta alcuni mesi fa a Palazzo Bonaparte, a Roma, questa esposizione offre un ampio excursus sulla produzione dell’artista colombiano, a poco più di due anni dalla sua scomparsa (morì il 15 settembre del 2023). La mostra mette in evidenza la straordinaria versatilità tecnica e l’unicità stilistica di Botero, ripercorrendone l’intera carriera a partire dagli anni Quaranta del Novecento fino alle ultime opere realizzate a Monaco tra il 2019 e il 2023. Si tratta di un’occasione preziosa non solo per rivedere i grandi classici del suo immaginario, ma anche per scoprire lavori mai esposti prima: schizzi preparatori, opere giovanili ancora poco note, materiali che permettono di entrare nel laboratorio creativo di un artista che ha reso la monumentalità un tratto fondamentale del proprio stile. Noto per le sue figure dalle forme piene, morbide e generose, Botero si è sempre dichiarato erede degli artisti del Rinascimento, in particolare di Piero della Francesca, ed era convinto che fosse necessario essere instancabili sperimentatori. Per questa ragione, nel corso della sua lunga carriera, sono molte le tecniche che ha utilizzato: dal pastello all’olio, dall’acquerello all’affresco, al disegno carboncino, all’inchiostro obistro, fino alla fusione del bronzo e alla lavorazione del marmo. L’esposizione mette in luce questa poliedricità, tratto inconfondibile della sua poetica. Secondo Botero, il disegno rappresentava la struttura, la pittura la pienezza e la scultura l’espansione e lo spazio. Esiste un fil rouge che lega tutta la sua opera, ed è rappresentato dalla forma e dal volume. Nella scultura si riscontra una fisicità potente, nel disegno una precisione assoluta di linea, nella pittura la presenza di grandi accordi cromatici. Tra le opere in mostra figurano “Autoritratto con Arcangelo” del 2015, in cui Botero si rappresenta nell’arte del dipingere, diverse versioni di “Leda e il cigno”, “Venere” e “Il ratto di Europa”, opere con le quali dialoga con la tradizione iconografica occidentale.

Il percorso espositivo si articola in aree tematiche contraddistinte dalla varietà dei temi trattati: la natura morta, il nudo, le feste popolari, e dallo studio approfondito che ha fatto della storia dell’arte. La sua opera, era convinto, derivante dall’arte etrusca, precolombiana e popolare, e dagli artisti del Trecento e Quattrocento italiano quali Giotto, Masaccio, Piero della Francesca, Paolo Uccello e, tra i suoi contemporanei, anche Pablo Picasso. Non manca infine la dimensione maggiormente improntata all’impegno civile, con lavori come “Terremoto”, del 2000: una scena che evidenzia la capacità di Botero nell’affrontare temi drammatici senza rinunciare alla potenza iconica del suo stile. L’arte, per Botero, è sempre stato un atto d’amore nei confronti della bellezza, della memoria, della vita e dell’uomo.

Forte di Bard – via Vittorio Emanuele II, Bard

Marzo Martellotta

Terna e Politecnico di Torino: parte il primo master “Politech Lab”

Ha preso il via la prima edizione del Master universitario di II livello “PoliTech Lab”: Innovazione nei Sistemi Elettrici per l’Energia, promosso da Terna in collaborazione con i Politecnici di Torino, Milano e Bari.
Il Master è il primo progetto realizzato nell’ambito della Rete Politecnica di Alta Competenza, nata nel mese di aprile per formalizzare la collaborazione tra il Gruppo guidato da Giuseppina Di Foggia e i tre Atenei e nasce dalla collaborazione strategica tra il Gruppo guidato da Giuseppina Di Foggia e i Politecnici di Torino, Milano e Bari con l’obiettivo di formare competenze altamente qualificate sulle principali tematiche tecniche, economiche e regolatorie riguardanti i sistemi elettrici per l’energia.

“Il Master che inauguriamo oggi rappresenta un modello formativo unico perché per la prima volta, su iniziativa di Terna, i tre Politecnici italiani hanno realizzato un percorso post-laurea congiunto – ha dichiarato Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna – in un contesto in cui la transizione energetica e digitale richiede professionalità sempre più specializzate, questo progetto permette di unire le conoscenze accademiche alle competenze distintive di Terna. Questa collaborazione è un esempio virtuoso di come affrontare insieme le sfide che l’attuale contesto ci pone e, soprattutto, è un’opportunità per le nuove generazioni di approfondire la propria formazione e iniziare un percorso professionale all’interno del Gruppo.”

“Questo master dimostra come una collaborazione strutturata e coordinata tra i tre Politecnici nazionali sia di grande valore per il sistema Paese, ancor più su un tema tanto attuale quanto cruciale quale è la transizione energetica – ha commentato il Rettore del Politecnico di Torino Stefano Paolo Corgnati – gli atenei come i nostri possono infatti mettere a disposizione competenze sia settoriali che trasversali di livello riconosciuto, condividendole così da stabilire le basi per lo sviluppo di percorsi formativi e ricerca utili per accrescere la competitività su scala nazionale e europea.”

Il corso post-laurea è rivolto a giovani provenienti da percorsi di laurea a indirizzo ingegneristico, in particolare dalle aree dell’ingegneria elettrica e dell’ingegneria energetica. Tra le persone candidate al bando, sono stati selezionati 45 partecipanti, 15 per ciascun Politecnico, che saranno formati sulle principali tematiche tecniche, economiche e regolatorie riguardanti i sistemi elettrici per l’energia, fornendo le conoscenze teoriche e le competenze pratiche più avanzate nel settore. I giovani saranno accompagnati nel corso sia da docenti universitari, sia dalla Faculty Terna, composta da esperti tecnici interni all’azienda che da anni curano la trasmissione delle conoscenze e delle competenze alle persone del Gruppo. Alla fine del corso, i Politecnici rilasceranno agli studenti un diploma congiunto tra le tre Istituzioni Accademiche.
Il Master approfondirà i temi relativi alla modellizzazione delle reti, gestione e ottimizzazione della loro stabilità e sicurezza, progettazione degli impianti ad alta tensione, applicazione dell’elettronica di potenza e di macchinari innovativi. Verrà dedicata attenzione anche all’asset management in termini di affidabilità, manutenzione, data analysis e project management. I partecipanti studieranno inoltre le principali normative italiane ed europee che determinano il perimetro giuridico in cui i Transmission System Operator (TSO) come Terna operano quotidianamente. Il piano didattico prevede infine l’insegnamento delle principali metodologie di modellizzazione dei mercati elettrici, che vengono impiegate per gestire il dispacciamento e il bilanciamento dell’energia. Alla fine del percorso formativo le studentesse e gli studenti conosceranno il sistema elettrico e le principali direzioni di innovazione su cui Terna è chiamata a far evolvere la rete, per trasformarla nell’infrastruttura portante della transizione energetica italiana.
Il programma prevede un impegno complessivo di 1.500 ore e consente l’acquisizione di 60 Crediti Formativi Universitari (CFU). L’intero costo di partecipazione è sostenuto dall’azienda, che ha previsto anche una borsa di studio per ogni partecipante. Al termine del percorso, i partecipanti al Master saranno inseriti nel Gruppo Terna.

Mara Martellotta

E’ impossibile non essere solidali con il gruppo Gedi

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Pier Franco Quaglieni

Che i pro Pal abbiano fatto un’incursione anche nella redazione – vuota per sciopero – del gruppo GEDI- Elkann e’ un fatto da condannare in linea di principio,
a tutela della libertà di stampa. Ma dalle fotografie che si vedono, i manifestanti sembrano essere andati con mano leggera: copie e fogli sparsi e una scritta esile, esile, non di quelle devastanti, tanto per capirci, di piazza Vittorio. Che la “Stampa” sia così distante dall’Imam di San Salvario, e’ difficile da credere perché l’imam è stato sempre vezzeggiato e glorificato per anni come uomo di pace ecc. ecc., secondo una certa vulgata riservata agli amici. I contestatori non leggono i giornali e soprattutto certi giornali, altrimenti saprebbero che una delle editorialiste predilette è tale Anna Foa, ebrea quasi “rinnegata” che condanna Israele, scrivendo un libello premiato dallo Strega.  Alcuni che scrivono su quei giornali del gruppo Elkann sono antisraeliani da sempre. Fanaticamente antisraeliani, per non dire antisemiti. Vorrei poter ascoltare cosa direbbero in materia Arrigo Levi e Carlo Casalegno che furono sempre dalla parte degli Ebrei e di Israele. Levi andò anche a combattere come volontario nel 1948. Ciò detto, siamo dalla parte degli aggrediti contro gli aggressori violenti. I liberali sono sempre dalla parte degli aggrediti, anche se lontani dalle proprio idee. Anzi,  è meglio che siano lontanissimi perché così si esercita anche l’arte della tolleranza volterriana che certi giornali calpestano ogni giorno, attaccando ed ignorando chi non è gradito.

P.S. C’è da domandarsi come reagirà la GEDI per l’occupazione dei locali e il vandalismo,  non dimenticando mai che le aggressioni erano cent’anni fa proprie delle squadracce fasciste. Inoltre come avrebbero reagito i giornalisti se non fossero stati in sciopero? Potrei tirare facilmente ad indovinare, ma non lo faccio perché sono solidale con i giornalisti in sciopero.

 

Nella foto tratta da un video Instagram del collettivo Ksa, i manifestanti all’ingresso della “Stampa”

Manifestanti pro Gaza occupano la redazione della “Stampa”

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Uno spezzone pro Gaza del corteo svoltosi oggi a Torino in occasione dello sciopero generale, nel primo pomeriggio si è diretto verso la sede del quotidiano La Stampa, in via Lugaro. Alcune decine di manifestanti hanno forzato un ingresso laterale e sono entrati
nella redazione, vuota per l’adesione dei giornalisti al concomitante sciopero indetto dalla Fnsi. I dimostranti hanno lanciato letame all’esterno della redazione e scritto frasi ingiuriose sui muri.

Borgaro Torinese, auto si ribalta in via Lanzo: conducente positiva all’alcoltest

L’auto si ribalta improvvisamente in carreggiata e abbatte un cartello stradale: conducente in ospedale. È successo a Borgaro Torinese, in via Lanzo, nella serata di ieri. Secondo le prime informazioni, la conducente — una quarantenne italiana residente a Favria — avrebbe perso il controllo della Renault Clio, ribaltandosi all’altezza dell’autovelox. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 Azienda Zero, che hanno trasportato la donna in ospedale per ulteriori accertamenti. La dinamica potrebbe essere legata alla positività all’alcoltest, riscontrata dagli agenti della polizia locale, che le hanno ritirato la patente e fatto la multa. L’incidente ha causato rallentamenti alla circolazione, senza coinvolgere altri veicoli.

VI.G

25 treni in più, Magliano (Lista Cirio): “Servizio decisivo per famiglie e studenti”

Con il nuovo orario invernale, in vigore dal prossimo 15 dicembre, 25 treni in più del Servizio Ferroviario Metropolitano SFM3, da e per Bardonecchia, fermeranno nei giorni feriali alla stazione di Sant’Antonino-Vaie, aggiungendosi a quelli della tratta di Susa che normalmente servono la stazione della Bassa Valle.

La fermata anche dei convogli della linea Torino PN-Bardonecchia offrirà ai residenti di gran parte della bassa Valle di Susa maggiori opportunità per gli spostamenti verso il capoluogo con un treno in pratica ogni mezz’ora in entrambe le direzioni.

Silvio Magliano, Presidente del Gruppo consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale, da sempre vicino alla Valle di Susa e a Sant’Antonino, ha lavorato insieme all’Assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi, per dare riscontro alla richiesta dei Comuni della zona, oltre a Sant’Antonino e Vaie, Sant’Ambrogio, Chiusa di San Michele, Condove, Borgone e Bruzolo: “Ringrazio davvero l’Assessore Gabusi per aver dato riscontro alle necessità del territorio: questi treni in più sono davvero importanti per i pendolari, per gli studenti, per tutti gli abitanti della bassa Valle di Susa e rappresentano un incremento dell’attrattività del territorio. Se il nostro obiettivo è valorizzare le aree interne e renderle più vivibili, questo cambiamento non può che partire dall’incremento dei servizi. Mi rallegro che il dialogo con il territorio e con gli Enti Locali abbia prodotto un altro risultato importante”.

Soddisfatto anche il sindaco di Sant’Antonino di Susa, Andrea Andolfatto: “La nuova fermata feriale a Sant’Antonino di Susa produrrà un notevole impatto sulla vita dei nostri cittadini”.

Esprimono soddisfazione anche l’Assessore Donata Cappuccio e il Vicesindaco Roberto Giuglard: “Ringraziamo l’Assessore Marco Gabusi per la disponibilità e l’attenzione verso il territorio e i cittadini della bassa Val Susa e il Consigliere regionale Silvio Magliano, da sempre vicino alla nostra valle e a Sant’Antonino, per l’impegno profuso nel rendere possibile l’incremento del servizio. Questo prezioso risultato si deve certamente anche al Presidente dell’Unione Montana Valle di Susa, Pacifico Banchieri, e a tutti i Sindaci dei Comuni della tratta che hanno sottoscritto la richiesta: Silvano Barella di Sant’Ambrogio, Riccardo Cantore di Chiusa di San Michele, Jacopo Suppo di Condove, Diego Mele di Borgone e Roberto Barbon di Bruzolo. Lavorando insieme possiamo ottenere risultati importanti per il nostro territorio”.

Autunno in Fattoria Sociale Paideia, workshop inclusivi nella natura

A Baldissero, in provincia di Torino, il 7 dicembre prossimo, e a Caramagna, in provincia di Cuneo, il 14 dicembre, si svolgeranno attività-laboratorio per famiglie alla scoperta degli animali, della terra e dei suoi frutti. Due sedi e un’unica missione: quella di sostenere le iniziative solidali di Fondazione Paideia. Dopo il successo delle stagioni precedenti, gli appuntamenti del fine settimana si moltiplicano e coinvolgono ancora di più le famiglie con proposte inclusive, pensate per vivere esperienze autentiche all’aria aperta. La fattoria sociale Paideia è un luogo aperto a tutti, con una particolare attenzione ai bambini con disabilità e alle loro famiglie. Gli spazi d’attività sono progettati per garantire accessibilità, accoglienza e benessere attraverso il contatto con gli animali, la cura delle piante e laboratori immersivi nella natura. L’attività delle due sedi contribuiscono concretamente a sostenere i progetti di Paideia, che da oltre 30 anni offre aiuto e sostegno ai bambini con disabilità e alle loro famiglie.

A Baldissero si raccolgono le erbe aromatiche dell’orto per preparare gustosi biscotti, ricchi di sostanze genuine. Nella nuova sede di Caramagna Piemonte, oltre 6 mila mq di natura accolgono famiglie e gruppi in un contesto accessibile e inclusivo, ed è qui che i giovani esploratori potranno conoscere meglio gli asini della fattoria. Tutte le date e la possibilità di iscrizione sono disponibili su www.fattoriasocialepaideia.it/eventi.

Domenica 7 dicembre, dalle ore 10 alle 12.30, a Baldissero, sarà la volta dei biscotti golosi. In una passeggiata nell’orto si andrà alla ricerca delle erbe aromatiche, cercando di distinguerle e riconoscerle meglio. Con il raccolto si prepareranno biscotti gustosi e ricchi di sostanze genuine, quali miele, cannella e frutta. Domenica 14 dicembre l’appuntamento è a Caramagna, con gli asini. I bambini potranno conoscere meglio gli asini della fattoria e creare per loro un ambiente arricchito, che ne stimoli l’esplorazione e il gioco.

Fattoria Sociale Paideia – strada Pino Torinese 15/1, Baldissero Torinese (TO) – strada Vicinale Oia 20, Caramagna Piemonte (CN)

Mara Martellotta

Pirandello tra farsa, incubo e verità

Di Renato Verga

Prodotto da Teatri di Pistoia–Centro di Produzione Teatrale insieme al Teatro Nuovo Giovanni da
Udine, L’uomo, la bestia e la virtù approda al Teatro Gobetti, dove resterà in scena fino al 7
dicembre 2025, portando con sé tutta l’ironia corrosiva e l’inquietudine che caratterizzano il
Pirandello più spiazzante. Fin dal debutto del 1919, questo testo ha destabilizzato pubblico e critica:
era una farsa? Un incubo mascherato da commedia? Un esercizio grottesco? Probabilmente tutto
allo stesso tempo. Pirandello mette in campo uno dei suoi lavori più anomali, un’opera che fa
coesistere comicità e perturbazione, leggerezza e crudeltà, lasciando lo spettatore sospeso tra realtà
e sogno.

Al centro del racconto c’è un triangolo amoroso di esemplare complessità: un marito assente e
brutale, una moglie virtuosa e trascurata, e l’amante di lei, un professore dall’apparenza
irreprensibile. Da questo intreccio nasce un gioco di specchi che svela desideri repressi,
convenzioni soffocanti e l’ambiguità profonda dell’animo umano. Pirandello costruisce la vicenda
sul paradosso: i personaggi indossano maschere rigide che schiacciano passioni e volontà, mentre il
perbenismo agisce come una corazza pronta a incrinarsi. Perfino la “bestialità”, concetto chiave del
testo, non coincide affatto con l’immagine superficiale che i personaggi proiettano.

Il capitano Perella, che incarna la Bestia almeno in apparenza, passa più tempo tra viaggi e amanti
che dentro casa. Sua moglie, simbolo della Virtù soffocata, vive nel decoro e nella solitudine.
Paolino, l’Uomo, è un professore stimato e precettore del figlio dei Perella, ma intrattiene con la
signora una relazione clandestina. L’imminente gravidanza della donna rischia di far crollare ogni
apparenza. Per evitarlo, Paolino escogita uno dei più improbabili – e comici – stratagemmi dello
sterminato repertorio pirandelliano: somministrare al capitano un afrodisiaco potentissimo, con la
complicità del medico e del farmacista, entrambi interpretati dal versatile Massimo Grigò, per
indurlo, nell’unica notte che trascorre a casa, a consumare il matrimonio e legittimare così il
bambino. Da questo espediente nasce una spirale tragicomica che rimette in discussione i ruoli:
l’Uomo è davvero tale? La Bestia lo è davvero? E la Virtù è così irreprensibile?

L’allestimento diretto da Roberto Valerio amplifica questa tensione e la spinge verso un registro
insieme farsesco e inquieto. Il ritmo è serrato, i personaggi si muovono come creature in bilico tra
umano e animale, secondo una linea che attinge direttamente alla poetica pirandelliana: la civiltà si
sgretola e l’istinto prende il sopravvento, mentre il pudore si dissolve. L’ambiente scenico ha una
tonalità sinistra, quasi allucinata. L’ingresso dei personaggi è accompagnato da un tappeto sonoro
inquietante di Anselmo Luisi, tra thriller e surreale; le luci fredde e stranianti di Emiliano Pona
amplificano il senso di disorientamento; i cambi scena, rapidi e compiuti dagli stessi attori in
maschere spersonalizzanti, avvengono su una musica stridente.

Tra gli elementi più riusciti figurano le scene oniriche, vere parentesi visive in cui compaiono
maschere pirandelliane che incarnano le verità sommerse dei personaggi. Queste apparizioni
trasformano il palco in una sorta di spazio mentale, dove prendono forma pensieri, paure e sensi di
colpa, conferendo allo spettacolo un’aura metafisica.

Gli interpreti si muovono con efficacia in questa atmosfera sospesa: Max Malatesta offre un Paolino
in cui goffaggine e istinto animale convivono; Vanessa Gravina dà alla signora Perella una fragilità
decisa e combattiva; Nicola Rignanese costruisce un Perella brutale, grottesco e sorprendentemente
autentico. Attorno a loro, Beatrice Fedi, Massimo Grigò, Franca Penone, Lorenzo Prestipino e
Mario Valiani compongono un ensemble equilibrato che sostiene la dimensione corale dello
spettacolo.

Con un’estetica visionaria e quasi cinematografica, l’allestimento di Valerio restituisce tutta
l’ambiguità pirandelliana, illuminando, con ironia e turbamento, la tensione perpetua tra apparenza
e verità.

I Comuni dicono no al Black Friday sulle piattaforme online

A favore dei negozi che animano il Paese

Ritorna la campagna Uncem, che diffonde l’appello e la campagna di marketing territoriale da affiggere nei negozi e nei bar per un invito a tutti a comprare nei negozi del proprio territorio. Quando Uncem lanciò, in collaborazione con le Camere di Commercio, l’iniziativa “Compra in valle, il tuo paese, la montagna vivrà”, dieci anni fa acquisì una grande attenzione mediatica e culturale, cresciuta negli anni. Si deve ripartire oggi dalla settimana del Black Friday dai negozi della valle, del territorio, dei paesi e delle città. Si chiede che gli acquisti vengano fatti nei negozi e non sulle piattaforme di logistica e sui grandi siti web. Uncem intende salvare i negozi, che nei paesi risultano essere sempre meno e sempre più deboli, visto che oltre 200 Comuni in Italia non hanno più negozi o bar, e altri 500 si trovano a rischi di desertificazione commerciale. Il Black Friday online è distruttivo per l’economia dei paesi.

Mara Martellotta