ilTorinese

Caselette, cade da nove metri nel cantiere: morto operaio

Precipita da nove metri di altezza mentre lavorava nel cantiere di ristrutturazione di una casa privata: muore un operaio edile.
La tragedia è avvenuta in via Molino, a Caselette. La vittima aveva 63 anni ed era di origine romena. Sul posto sono intervenuti immediatamente il 118 di Azienda Zero, con ambulanze ed elisoccorso, ma purtroppo i sanitari non hanno potuto fare altro che constatare la morte dell’uomo.

Successivamente sono arrivati i carabinieri della Compagnia di Rivoli e gli ispettori dello Spresal dell’Asl To3, che stanno lavorando per chiarire la dinamica di questa ennesima tragedia sul lavoro e individuare eventuali responsabilità.

VI.G

“Oltre il Ghiaccio”. Il nuovo romanzo di Nadia Lanzi tra resilienza, coraggio e seconde opportunità

Informazione promozionale

Dopo il successo di Come fuoco sul ghiaccio, la scrittrice milanese Nadia Lanzi torna in libreria con Oltre il Ghiaccio, il secondo capitolo della sua saga sentimentale che ha conquistato lettori di ogni età grazie alla capacità di intrecciare emozione, intensità narrativa e realismo psicologico.

Lanzi, già nota per la sua sensibilità nel raccontare gli intrecci del cuore e le fragilità dell’età adolescenziale, in questo nuovo lavoro compie un ulteriore passo avanti: la sua scrittura si fa più matura, più incisiva, senza perdere quella delicatezza emotiva che contraddistingue il suo stile. Le atmosfere rimangono quelle che hanno fatto innamorare i lettori, ma la narrazione si apre a sfumature più profonde, mettendo al centro temi universali come la resilienza, la capacità di rialzarsi dopo una caduta, e il coraggio di mettersi in gioco anche quando tutto sembra remare contro.

In Oltre il Ghiaccio ritroviamo Elisa e Christian, i protagonisti del primo romanzo, in una fase nuova della loro vita: più consapevoli, più segnati dalle esperienze, ma anche più pronti a confrontarsi con ciò che temono davvero. La loro crescita personale diventa la chiave del racconto. Non più solo l’incontro che sconvolge, ma il percorso che costruisce. Non più la passione travolgente come fine, ma come punto di partenza per capire chi si vuole essere davvero.

Tra sfide professionali, scelte difficili e fragilità che riaffiorano, i due protagonisti imparano a guardarsi con occhi nuovi e a non dare per scontato ciò che la vita può ancora offrire. È un romanzo che parla di seconde opportunità — quelle che spesso spaventano più delle prime — e del potere della fiducia, verso l’altro e verso sé stessi.

Con uno stile più maturo, un ritmo narrativo curato e un’attenzione particolare ai dialoghi e alle dinamiche emotive, Nadia Lanzi firma un’opera che non è solo il naturale seguito del suo esordio, ma il consolidamento di una voce narrativa che si sta facendo riconoscere per delicatezza, autenticità e profondità.

Altra novità di quest’opera è l’auto-pubblicazione. L’Autrice, vittima dei classici raggiri tipici degli editori che sfruttano l’ingenuità degli autori emergenti, in quest’opera ha messo tutta sé stessa, non solo nella scrittura ma anche nell’editing, nell’impaginazione e nella grafica della copertina, dando palese visione delle sue abilità a 360°.

Oltre il Ghiaccio è un romanzo che racconta la forza dell’amore quando diventa scelta consapevole, e non più soltanto destino. Un invito a credere che, anche dopo il gelo, possa nascere qualcosa di sorprendentemente vivo.

 

Nadia è molto attiva sui social, dove ama dialogare con i suoi lettori, condividere retroscena della scrittura e aggiornamenti sui suoi progetti.
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Colta da malore muore in auto contro un muro

Una donna di 59 anni ha perso la vita in un incidente stradale avvenuto in corso Marconi a Torino. Era al volante di una Citroen C3 e stava percorrendo il controviale verso Porta Nuova. Poi si è fermata a fare benzina al distributore. Ma quando è ripartita – hanno dichiarato alcuni passanti- è stata colta da un malore improvviso e ha tenuto il piede sull’acceleratore. La vettura ha travolto uno scooter e danneggiato alcune auto prima di finire contro un muro di un palazzo.

Venaria Reale, “Immaginaria”:  “La vera bellezza”

“Immaginaria”, il progetto della Città di Venaria Reale, che trova la sua migliore espressione nel periodo natalizio, trasforma la città in un percorso di atmosfere, solidarietà e meraviglia, e torna dal 6 dicembre prossimo al 6 gennaio 2026, con la sua quinta edizione. Si tratta di un calendario che animerà la città per un intero mese tra luci, video mapping, musica, negozi aperti, tradizione, arte pubblica partecipata, mercatini nel borgo antico, sera di Natale alla Reggia di Venaria, mostre fotografiche e coinvolgimento della comunità. La programmazione si aprirà sabato 6 dicembre con gli “Elfi ricicloni”, che alle 16.30, nella sala espositiva G. Vanzi di via Mensa 34, accoglieranno i visitatori nel loro laboratorio del Polo Nord, per incontrare Babbo Natale e dare avvio alle Festività, a cura dell’Associazione Turistica Pro Loco Altessano di Venaria Reale. Alle 17.30, Babbo Natale e gli Elfi ricicloni, con i bambini, sfileranno nel centro storico, percorrendo via Mensa fino a piazza Annunziata, in un corteo di musiche, luci e sorrisi. Qui, a partire dalle ore 18, è prevista l’inaugurazione ufficiale a cui prenderanno parte il Sindaco Fabio Giulivi insieme all’Assessore Marta Barbara Santolin, per la Cultura, e Monica Federico per il Commercio, Turismo ed Eventi. Accanto a loro, Consiglieri e Assessori Comunali. In rappresentanza del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, Chiara Teolato. Fondazione Via Maestra parteciperà con il Presidente Tommaso Servetto e il direttore Mirco Repetto. Inoltre vi saranno i partner del progetto “Cittadini e turisti”. In programma un concerto del Sunshine Gospel Choir e l’accensione delle luminarie natalizie e delle proiezioni artistiche in piazza della Repubblica e in piazza Annunziata, a cura del lighting designer Gaspare Di Caro. La sonorizzazione e il video mapping è stata curata dal Corpo Musicale Giuseppe Verdi di Venaria Reale, diretto dal Maestro Rafael M.Garrigòs Garcia che, per l’occasione, ha realizzato una composizione dedicata nell’ambito del progetto “Residenze Reali- un territorio da re”, della Città di Torino e finanziato dal Ministero del Turismo.

Il cuore narrativo e la nuova graphic novel “La vera bellezza”. Bambini e bambine hanno tracciato il canovaccio della storia dedicata al tema delle differenze e delle unicità, dando vita a una nuova avventura della “Cerva Regina”. L’opera, illustrata e sceneggiata da Giorgia Zanin, giovane artista torinese classe 2000, appassionata di musica, cieli stellati e narrazione gentili, sarà distribuita a fronte di donazioni destinate alla Fondazione Oz, a sostegno del progetto “Quotidianità che cura”, rivolto ai bambini e ragazzi e alle loro famiglie. Per la raccolta fondi saranno messi a disposizione tre bigliettini con illustrazioni ispirate al fumetto, confezionati insieme, e la graphic novel “La vera bellezza”. La distribuzione avverrà alla biblioteca civica Tancredi Milone, di via Verdi 18, alla Pro Loco di Altessano, in via Mensa 34, alla libreria Venaria, in via Mensa 34/E, al teatro della Concordia, in corso Puccini, presso le sedi comunali di piazza Martiri della Libertà e di via Goito 4, oltre che al visitor center, in via Mensa, piazza Don Alberione. L’offerta minima sarà di 5 euro per la graphic novel e di 3 euro per le cartoline. La partecipazione vocalità del progetto si rafforza grazie alla collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, che attiva una residenza a Venaria Reale con i fotografi Anna Adamo e Alessio Pellicoro, selezionati dal curatore Giangaviano Pazzola. La residenza dà forma a un percorso collettivo di archivi, racconti e materiali che serviranno a costruire e condividere memoria e identità della città. Sotto il portico del visto center sarà così allestita la mostra fotografica “Reali biografie quotidiane”, capaci di offrire ai visitatori un percorso fruibile in ogni momento della giornata. Una seconda sezione sarà ospitata alla biblioteca civica Tancredi Milone. È stato inoltre organizzato uno spettacolo teatrale da Teatro 8, una realtà associativa di promozione sociale, che si distingue per la sua attività di formazione nel campo dello spettacolo e per la produzione di eventi teatrali a scopo sociale. L’Associazione si impegna a superare le barriere delle differenze promuovendo inclusione e integrazione attraverso l’arte teatrale. Lo spettacolo è in data da definirsi. Per gli aggiornamenti relativi all’evento, consultare il sito www.comune.venariareale.to.it.

“Il festival che unisce cultura e arte – ha dichiarato il Sindaco della Città di Venaria Reale Fabio Giulivi – è giunto alla sua quinta edizione. Negli anni l’iniziativa si è arricchita di nuovi eventi prestigiosi, che ne hanno decretato il successo. Il tema scelto per questo Natale è ‘Le nostre unicità fanno la bellezza nel mondo’, un concetto di fondamentale importanza per una comunità che intende coinvolgere le diverse anime che la compongono. Un ricco calendario di appuntamenti investe la città: mercatini, presentazioni di libri, mostre di presepi, musica, luminarie e tanto altro. Immancabile il lavoro dei ragazzi e delle ragazze delle scuole primarie e secondarie che hanno elaborato un nuovo racconto con protagonisti Regina, La Cerva e i suoi Amici. I proventi delle vendite e del merchandising saranno devoluti a Casa Oz della Fondazione Oz, a sostegno del progetto ‘Quotidianità che cura’. Si tratta di un’occasione unica per vivere la magia delle Feste immersi nell’arte, nella cultura e nell’accoglienza, che rendono Venaria Reale una destinazione speciale tutto l’anno.

Gli appuntamenti presentati rappresentano una parte del programma complessivo. Per info aggiornate consultare i siti www.immaginariavenaria.it – www.comune.venariareale.to.it –www.fondazioneviamaestra.org

Mara Martellotta

Torino, città di campioni: un secolo di sport tra passato, presente e futuro

SCOPRI – TO ALLA SCOPERTA DI TORINO

Torino non è soltanto un luogo che vive di storia, arte e industria: è soprattutto una città che respira sport in ogni sua via. Da oltre un secolo forma, accoglie o adotta atleti capaci di scrivere pagine indelebili, trasformando imprese individuali in patrimonio collettivo. Ci sono nomi che risuonano come leggende, altri che ancora calcano i campi illuminando il presente, altri ancora che promettono di mantenere la città saldamente sul mappamondo sportivo negli anni a venire.

I volti del passato che non smettono di parlare

Dall’eleganza immobile di Fausto Coppi alle rincorse interminabili di Paola Pigni, la Torino sportiva del Novecento ha cresciuto personaggi che hanno lasciato impronte profonde. Coppi non vi nacque, ma Torino fu per lui un crocevia decisivo: strade, colline e salite che lo videro allenarsi, prepararsi, sbagliare, ripartire. La città ha sempre avuto questa capacità: accogliere chi veniva da fuori e farlo sentire parte di qualcosa di più grande. Anche nello sci, nello storico pattinaggio e nel pugilato degli anni dorati, Torino seppe creare un ambiente fertile, quasi un laboratorio dove si mescolavano ostinazione e talento.

La generazione che ha definito un’epoca

Tra i nomi che Torino rivendica con maggiore orgoglio spiccano Alessandro Del Piero e Claudio Marchisio, simboli diversi della stessa appartenenza. Del Piero, trevigiano di nascita, trovò proprio qui la sua casa definitiva: è sotto il cielo del Comunale e poi dell’Allianz che costruì la sua identità, fino a diventare una delle icone più riconosciute del calcio mondiale. Marchisio, al contrario, è torinese fino al midollo: nato, cresciuto e sbocciato nel vivaio bianconero, rappresenta l’immagine di quella eleganza tutta sabauda, fatta di compostezza, sacrificio e senso della misura. In loro si specchia un’intera generazione di tifosi e sportivi che ha imparato a riconoscersi nei valori della città.

Accanto ai protagonisti del calcio, non si possono dimenticare gli slanci di Federica Brignone che, pur non torinese, ha trovato un legame speciale con gli impianti e con l’atmosfera delle vallate piemontesi, né il contributo degli atleti paralimpici che qui hanno trovato centri all’avanguardia e un’attenzione crescente. Torino, del resto, ha saputo dare al mondo uno dei momenti più significativi dello sport inclusivo con le Paralimpiadi Invernali del 2006, un’eredità che continua a generare frutti.

Il futuro bussa alle porte

Oggi lo scenario si arricchisce di giovani pronti a ridefinire i confini della tradizione cittadina. Nei settori giovanili delle due grandi squadre di calcio, nelle piste di atletica del Parco Ruffini, nelle piscine dove crescono nuovi talenti del nuoto, si muove una generazione che non conosce il peso dei paragoni ma porta sulle spalle un entusiasmo che ricorda quello dei grandi prima di loro. Le società locali stanno investendo con convinzione, consapevoli che la ricetta del futuro passa dalla cura quotidiana, dal dialogo con le scuole e dal ritorno al contatto diretto con i quartieri.

Il panorama torinese, inoltre, si sta aprendo a discipline un tempo considerate di nicchia: la crescita del padel, il consolidarsi del volley femminile, i progressi della ginnastica artistica, senza dimenticare l’onda lunga del tennis, amplificata dalla presenza regolare delle Nitto ATP Finals. La città ha scoperto di poter attrarre atleti e pubblico da tutto il mondo, trasformandosi ogni anno in una vetrina internazionale. È un impulso che sta già lasciando segni profondi, soprattutto tra i ragazzi che per la prima volta vedono esempi tangibili a pochi chilometri da casa.

Oggi Torino non vive solo del ricordo dei suoi campioni storici né si affida unicamente alle glorie recenti. Sta costruendo silenziosamente, con la tipica discrezione piemontese un ecosistema sportivo capace di sostenere nuove ambizioni. È una città che non chiede applausi, ma che sa riconoscerli quando qualcuno se li merita. Una città dove il talento, quando sboccia, trova sempre una strada, a volte tortuosa come i tornanti della collina, ma quasi sempre capace di arrivare lontano.

Torino continua così a essere una fucina di storie e di atleti, un luogo dove passato e presente dialogano di continuo, e dove il futuro non fa paura. Anzi, sembra già pronto a correre.

NOEMI GARIANO

Giovani radici: Crescere nel Chierese

E’ il Progetto che ha visto capofila la “Città di Chieri”, vincitrice del Bando “Piemonte per i giovani”

Chieri (Torino)

Nelle casse, è entrato un finanziamento di 66mila euro, destinati a sostenere cinque “azioni” per mettere in collegamento i giovani con il mondo del lavoro e favorirne la partecipazione attiva, la difesa dell’ambiente, la pratica sportiva e la salute. Bel colpo, non c’è che dire, per il “Comune di Chieri” e gran bella soddisfazione, in prima linea, per l’assessora chierese alle “Politiche giovanili, del lavoro e sociali”, Vittoria Moglia. Alla base del gradito finanziamento, il Progetto “GIOVANI RADICI – Crescere nel Chierese”, che ha visto come capofila la “Città di Chieri” (in partenariato con “ENGIM Piemonte”, i Comuni di “Andezeno”, “Montaldo Torinese” e “Pavarolo”, “Forte Chance”, “Il Timone” ed il “Consorzio dei servizi socio- assistenziali” del Chierese) e che si è aggiudicato, per l’appunto, i 66mila euro tramite il bando regionale “Piemonte per i Giovani”, destinato a sostenere progetti che promuovano partecipazione, inclusione e protagonismo giovanile.

Spiega negli intenti Vittoria Moglia“Ora sono previsti due gruppi target, differenziati per fascia e ambito di attività. Il primo riguarderà i  giovani dai 15 ai 18 anni, che saranno coinvolti in attività riferibili all’ambito sociale e alla cittadinanza attiva, mentre il secondo gruppo vedrà protagonisti giovani dai 19 ai 34 anni e per loro verrà posta particolare attenzione alle attività di inserimento lavorativo, con tirocini formativi presso aziende o strutture del territorio … In questo modo valorizzeremo le molteplici espressioni del protagonismo giovanile attraverso la co-costruzione di azioni concrete a favore della comunità locale”.

Particolarmente significativi si preannunciano i programmi di “mentoring intergenerazionali”, ovvero gli incontri mensili tematici in cui si confronteranno “associazioni giovanili” ed associazioni composte da “volontari più maturi”. Ancora Moglia“Grande attenzione sarà rivolta anche alla ‘promozione dell’inclusività’, della ‘coesione sociale’, del ‘senso di appartenenza’ e dell’‘impegno civico’, con uno sguardo attento al lavoro, all’ambiente, alla pratica sportiva e ai comportamenti virtuosi in merito alla propria salute”.

Ma quali saranno, nel concreto, le principali attività previste nelle “cinque azioni”?

Conclude Vittoria Moglia“Segnaliamo, in particolare, laboratori pratici sulla cittadinanza attiva e la sostenibilità, attività di riqualificazione urbana, tirocini formativi, momenti di formazione politica e amministrativa (Mini-sindaci e consigli simulati, il gioco di ruolo ‘Io Sindaco per un giorno’ che prevede una mini-campagna elettorale, incontri sulla partecipazione pubblica ed il funzionamento della macchina amministrativa), laboratori su ‘come si crea un’associazione’, laboratori esperienziali all’aperto presso fattorie didattiche con attività escursionistiche; e ancora laboratori di cucina e alimentazione consapevole durante i quali si prepareranno ricette utilizzando materie prime locali, una settimana sportiva itinerante (‘Sport Experience Week’) per offrire un primo contatto diretto con diverse discipline sportive, permettendo ai partecipanti di scoprire le proprie inclinazioni motorie (con particolare attenzione al coinvolgimento di chi ha avuto poche occasioni di praticare sport per carenza di risorse), escursioni a piedi alla scoperta del Chierese, incontri tematici sul cambiamento ambientale, sulla biodiversità, sull’ ecologia urbana e sugli stili di vita sostenibili, per approfondire gli ambiti professionali green”.

Le modalità di partecipazione e il calendario delle attività saranno comunicate attraverso il “portale” del Comune di Chieri ed i “social istituzionali”.

  1. m.

Nelle foto: Municipio di Chieri e assessora Vittoria Moglia

Il Piemonte cresce con la cultura

Il Rapporto annuale 2024-2025 sulla cultura in Piemonte fotografa un sistema che mostra molteplici dinamiche positive, confermate anche dai primi dati del 2025.

Complessivamente, il documento predisposto dall’Osservatorio culturale mostra una crescita stabile nelle aree più strutturate, accompagnata da segnali di pressione sui grandi poli culturali e dalla persistenza di difficoltà nelle aree interne e nei musei più piccoli. La trasformazione digitale, in rapido sviluppo, richiede inoltre analisi più approfondite per orientare in modo efficace le politiche future.

Ad aprire la presentazione della relazione, svoltasi nel Museo regionale di Scienza naturali, sono stati l’assessore regionale alla Cultura Marina Chiarelli e il presidente di Ires Piemonte Alessandro Ciro Sciretti.

“Dal Rapporto arriva una conferma importante: il Piemonte crede nella cultura e dalla cultura trae energia, identità e sviluppo – ha sostenuto Chiarelli – I dati raccontano un sistema in crescita, trainato dai grandi poli metropolitani ma sostenuto dal lavoro diffuso di musei, biblioteche, teatri, festival, associazioni e reti territoriali. È un ecosistema che dimostra una straordinaria capacità di adattarsi, di rigenerarsi e di coinvolgere pubblici sempre più ampi. La Regione è stata accanto a questa crescita, investendo risorse, semplificando procedure, rafforzando le collaborazioni con le fondazioni bancarie, con il mondo accademico, con i comuni grandi e piccoli. Lo abbiamo fatto perché crediamo che la cultura generi benessere, occupazione, attrattività e qualità della vita. La crescita dei musei, la ripresa dello spettacolo dal vivo, il dinamismo della lettura e l’evoluzione dei consumi digitali sono segnali che dobbiamo saper interpretare per orientare le politiche dei prossimi anni. Ma questo Rapporto ci ricorda anche quali sfide abbiamo di fronte: la tenuta delle sale cinematografiche, le difficoltà dei territori più marginali, la pressione crescente sui grandi istituti culturali, la necessità di garantire continuità agli investimenti quando la stagione del Pnrr sarà conclusa”.

“Per questo – ha anticipato l’assessore – la Regione sta già lavorando per costruire una programmazione pluriennale che permetta di consolidare quanto è stato avviato e di sostenere la transizione digitale, le reti bibliotecarie, i progetti per i giovani e la crescita dell’ecosistema creativo. La cultura è un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo del Piemonte e per questo continueremo a sostenerla con responsabilità, visione e ascolto dei territori, consapevoli che ogni euro investito in cultura produce valore sociale, coesione e nuove opportunità. I numeri ci dicono che siamo sulla strada giusta e ci motivano a fare ancora di più”.

Musei: incremento costante degli ingressi

Nel 2024 i musei piemontesi hanno registrato 7,76 milioni di visite, con una crescita del 9% rispetto all’anno precedente. La spinta principale arriva dal Sistema Museale Metropolitano, che concentra l’82% delle presenze e supera i 6,3 milioni di ingressi, grazie anche alla costante attrattività dei poli culturali torinesi. Nello specifico, hanno mantenuto e consolidato la loro centralità Museo Egizio, Museo Nazionale del Cinema, Musei reali e La Venaria Reale, che hanno accolto il 39% del totale dei visitatori in regione. Nel resto del territorio segnali positivi arrivano da province come Cuneo (+7,3%), Biella (+12% dovuto alla presenza di mostre di grande richiamo) e Alessandria (+13%).

Spettacolo dal vivo: partecipazione in aumento

Parallelamente, il comparto dello spettacolo dal vivo continua a mostrare un andamento favorevole: nel 2024 sono stati venduti 3,8 milioni di biglietti, +12% rispetto all’anno precedente, a fronte di una spesa al botteghino di 98,4 milioni di euro (+20% rispetto al 2023) e un incremento della spesa media per spettatore che passa da 21,6 euro del 2019 a 25,8 euro del 2024. Teatro e musica risultano particolarmente dinamici, anche grazie alla ripresa di festival e grandi eventi – in particolare dei concerti di musica leggera – che hanno rafforzato l’offerta culturale.

Cinema: fruizione nelle sale con recupero ancora incompleto

Diverso il quadro delle sale cinematografiche, che nel 2024 hanno fatto registrare circa 5 milioni di biglietti venduti al botteghino e incassi di 34,6 milioni di euro, con una diminuzione sul 2023 rispettivamente del 4,4% e del 3,3%. I multisale sono quelli che hanno registrato le maggiori difficoltà rispetto ai monosala che, grazie anche alle possibilità di costruzione di un’offerta più variegata e non vincolata esclusivamente ai titoli del momento, hanno mostrato una migliore tenuta. Il fenomeno riflette la tendenza nazionale.

Turismo culturale: presenze in aumento e ruolo centrale di Torino

Il 2024 è stato positivo anche per il turismo: il Piemonte ha registrato 6,28 milioni di arrivi e 16,89 milioni di presenze (+4,1% rispetto all’anno precedente), con una quota internazionale che raggiunge il 53%. Torino si conferma polo culturale centrale, mentre Langhe, Roero e Monferrato continuano a crescere grazie a un’offerta esperienziale diversificata.

Partecipazione: oltre l’80% dei cittadini coinvolti

Secondo l’Indagine Ires sul clima d’opinione, l’83% dei piemontesi ha partecipato ad almeno un’attività culturale nel 2024. Il coinvolgimento risulta particolarmente elevato tra i giovani, mentre resta più contenuto nelle fasce over65, presumibilmente perchè le difficoltà di accesso alla rete frenano l’utilizzo di una categoria di servizi e prodotti che potenzialmente potrebbero favorire il consumo culturale.

Biblioteche civiche

Nel 2024 gli iscritti attivi al prestito nelle 111 biblioteche civiche piemontesi crescono dell’11% rispetto al 2023 e diventano 245.300 ovvero coloro che hanno preso in prestito almeno un libro nell’ultimo anno realizzando 2 milioni di prestiti (+4,4%). La frequentazione dei cittadini così come l’utilizzo dei servizi bibliotecari varia molto nei diversi sistemi territoriali: dalle Valli di Lanzo (24%) al Basso Novarese (2%) e al Monferrato (3%) emergono differenze nelle capacità coinvolgimento e penetrazione dei presidi di pubblica lettura. Sul fronte occupazionale ed economico le biblioteche hanno impiegano oltre 1.000 addetti e utilizzato 21,8 milioni di euro.

Nei primi nove mesi del 2025 gli utenti unici della piattaforma MLOL che hanno utilizzato almeno uno dei servizi di lettura digitale offerti crescono a 20.000 rispetto ai 17.000 del 2024. Calano gli accessi alla piattaforma (-3,2%) e il numero di prestiti di e-book (-7%), mentre aumentano dell’8% le consultazioni di riviste e quotidiani. Si ricorda che nel 2025 è diventato operativo BI.TO, Biblioteche Integrate del Torinese, la nuova rete che unifica il Sistema Bibliotecario Urbano di Torino (BCT) con il Sistema Bibliotecario dell’Area Metropolitana (SBAM): un’unica tessera per accedere a 130 biblioteche e 2 milioni di titoli. Un progetto importante che ha visto l’Amministrazione regionale e quella comunale di Torino fianco a fianco nella realizzazione di un unico grande polo.

Digitale: una fruizione culturale in trasformazione

Le nuove modalità di consumo culturale si confermano in crescita: podcast, contenuti video brevi e gaming stanno modificando le abitudini dei pubblici, ampliando le forme di partecipazione soprattutto tra i più giovani.

Risorse economiche: investimenti in crescita

Nel 2023 le Amministrazioni pubbliche e le Fondazioni di origine bancaria piemontesi hanno destinato al settore della cultura 326,7 milioni di euro (+20,3% rispetto al 2022). Tale tendenza viene confermata anche dai dati del 2024 che segnano un aumento del 2,5%. Va sottolineato però che la dinamica di crescita deriva principalmente dai fondi Pnrr, che hanno sostenuto progetti di digitalizzazione, interventi su borghi e beni culturali, restauri e azioni di accessibilità. Dalla Rapporto emerge dunque la necessità di adottare uno sguardo di lungo periodo per programmare con attenzione la fase successiva al 2026, per garantire operatività nel lungo periodo agli interventi avviati.

Cultura e aree marginali

Il Piano Nazionale per le Aree Interne 2025 identifica in Piemonte 113 Comuni periferici (10%) e 18 ultraperiferici (2%), concentrati principalmente nelle province di Cuneo, Torino e Vercelli. Di questi 131 Comuni solo 74 dispongono di almeno un luogo culturale: si tratta in prevalenza di musei (39%) e biblioteche (34%), mentre teatri (3%) e cinema (4%) sono quasi assenti. La presenza diffusa di ecomusei (14%) valorizza il patrimonio paesaggistico.

(foto Mihai Bursuc

Intelligenza artificiale

Stamane ho assistito ad una conferenza sull’intelligenza artificiale, tenuta da un informatico con oltre 30 anni di esperienza e particolarmente esperto nei motori di ricerca.

Tutti noi, da anni, siamo abituati ad effettuare ricerche per parole o date o, comunque, dati precisi ed avere in risposta un certo numero di documenti che contengono (o non contengono) i termini ricercati.

L’intelligenza artificiale che, oltre a creare musiche, immagini, video e molto altro, fornisce risposte a domande anche articolate, va oltre il concetto di ricerca: interpreta la domanda, valuta i risultati e fornisce una risposta completa, oserei dire esaustiva.

Se, ad esempio, chiudo all’intelligenza artificiale (basta quella di Google) “che senso ha il detto “giunse in Egitto un faraone che nulla sapeva”?” ottengo in risposta:

Il detto “giunse in Egitto un faraone che nulla sapeva” si riferisce al personaggio biblico di Giuseppe, che interpretò i sogni del faraone e lo avvertì di un imminente periodo di carestia, salvando così l’Egitto e il suo popolo. L’espressione sottolinea l’ironia di un faraone potente che, nonostante la sua autorità, si trovava ignaro del futuro, mentre un saggio straniero (Giuseppe) possedeva la conoscenza necessaria per affrontare la crisi. 

  • Origine: La frase deriva dalla storia biblica contenuta nel Libro della Genesi.

  • Contesto: Giuseppe era uno schiavo ebreo che, grazie alla sua capacità di interpretare i sogni, divenne un consigliere fidato del faraone.

  • Significato: Il detto evidenzia il contrasto tra il potere del faraone e la sua ignoranza, e l’intelligenza e la saggezza di Giuseppe. 

Sono sicuro che il 90% di noi, per difetto, accetterà questa risposta come veritiera, ottenuta da fonte certa e verificata, e non saremo spinti a cercare altrove altre risposte, altre alternative.

E qui iniziano i problemi legati all’AI (o IA se preferite in italiano).

Abituati a cercare risposte attendibili in quanti ne sanno più di noi per esperienza o professione, ci troviamo ora a dare per scontato che quelle risposte siano di sicura attendibilità, come se erogate da un impiegato che pazientemente attende le domande e, con professionalità, risponde in brevissimo tempo.

L’intelligenza artificiale, al contrario, è un qualcosa che si autoalimenta, che attinge ad un repertorio di informazioni costruito nei decenni (da quando il web esiste, almeno) con criteri propri e senza controllo umano.

Il vero problema è di natura sociologica: le persone, a mano a mano che l’AI prenderà piede, smetteranno di cercare la conferma o la confutazione di un testo rinunciando a formarsi un’idea propria, a valutare possibili incongruenze (storiche, logiche, geografiche, ecc) a vantaggio dell’omologazione del pensiero.

VI sono poi anche danni legati alla possibilità di generare immagini e video virtuali, musiche e canzoni (come ho scritto in apertura) il che genererà un calo nell’occupazione di modelle, operatori, fotografi, montatori e tutte le professioni legate a tale mondo. Migliorando la qualità dei prodotti dell’AI sarà sempre più difficile discernere il vero dal virtuale, vanificando l’esperienza che ognuno di noi ha accumulato durante la propria vita e che, in parte, acquisiamo attraverso il nostro DNA.

Sicuramente ci saranno alcuni vantaggi: riduzione dei costi (una modella costa almeno 100 euro per 1 ora, un’immagine AI è gratuita), immediata disponibilità, varietà di scelta e molto altro.

E che dire dei libri scritti dall’IA, dato l’argomento ed alcuni riferimenti? Se però chiedo all’AI di scrivere un libro sull’Islam ma pongo come parametri Gesù, Getsemani, Golgota, Nazareth, ecc. sicuramente otterrò risultati non inerenti; chi se ne accorgerà se l’argomento fosse, invece, meno noto?

Abbiamo scelte, possiamo invertire la rotta? No: non resta che adeguarci attutendo l’impatto e mantenendo la capacità di discernimento.

Sergio Motta

Un calendario per il centenario dello smemorato di Collegno 

Mercoledì 3 dicembre verrà presentato alle 11.30, presso la Città Metropolitana di Torino, nella sede di Corso Inghilterra 7, un calendario dedicato allo smemorato di Collegno, realizzato dal fotografo Michele D’Ottavio. Nel 2026, ricorrerà il centenario dell’inizio della vicenda riguardante lo smemorato di Collegno, portato nell’ospedale psichiatrico il 10 marzo 1926. Una vicenda diventata caso nazionale e internazionale, che ha travalica il semplice caso giudiziario e psichiatrico, appassionando l’opinione pubblica, e di cui gli echi non si sono ancora spenti. Nel corso degli anni, molte sono state le ricostruzioni della vicenda, a cura di storici e ricercatori che hanno contribuito a dare a questa storia un taglio universale, a partire dalla considerazione che essere senza memoria, senza storia familiare e civile e senza identità tra passato, presente e futuro, porta al completo sradicamento, fino al punto di chiedersi “dove sono?”, “chi sono?”, “da a dove vengo e dove vado?”. Proprio questo ha ispirato una considerevole produzione letteraria e cinematografica che va da Luigi Pirandello, con l’opera teatrale “Sono come tu mi vuoi”, al celeberrimo film con Totò e Macario, senza dimenticare Leonardo Sciascia e il film del 1984 “Uno scandalo per bene”. Cominciano le iniziative per celebrare questo centenario, per far scoprire e riscoprire la vicenda, mettendo in evidenza la collocazione storica, al periodo nella quale si è inserita e ai progressi scientifici di questo secolo. Il calendario sullo smemorato di Collegno, realizzato da D’Ottavio, contiene 12 immagini ibride, ricavate dalla documentazione fotografica custodita presso il Centro Documentazione sulla Psichiatria dell’ASL Torino 3, ospitato nel locale del Padiglione 8 dell’ex ospedale psichiatrico di Collegno, dove è conservata tutta la memoria documentale della vicenda, compresa la cartella clinica dello smemorato. Alla presentazione interverranno Jacopo Suppo, Vicesindaco della Città Metropolitana di Torino, Matteo Cavallone, Sindaco di Collegno, Clara Bertolo, assessore alla Cultura di Collegno, Carlo Conte, direttore amministrativo dell’ASL Torino 3, Simonetta Matzuzi, Vicepresidente della Cooperativa Immagine, Simone Fabiano, amministratore Sanitalia-Clinica della memoria e Michele D’Ottavio, autore e fotografo.

Ai partecipanti verrà data in omaggio una copia del calendario 2026.

3 dicembre-sede della Città Metropolitana di Torino- sala Panoramica del 15esimo piano – corso Inghilterra 7, Torino

Mara Martellotta

Chieri, si cena in convento per aiutare il Moncalvo

Camici bianchi nella chiesa di San Domenico, trasformata in una “sala operatoria”, con analisi istologiche e microclimatiche, tra ponteggi, fari e teli in nylon contro la diffusione di spore. I frati osservano e pregano sperando in una lieta notizia. Sotto le volte trecentesche di una delle più belle chiese del territorio è in pieno svolgimento una corsa contro il tempo per salvare due grandi tele di Guglielmo Caccia (1568-1625), detto il Moncalvo, aggredite da funghi killer che le stanno devastando. Biologi, restauratori e comunità scientifica sono al lavoro da settimane ma non hanno ancora formulato una diagnosi definitiva.
Un laboratorio di restauro è stato allestito dietro l’altare maggiore dove si trovano i dipinti per cercare di contenere muffe e funghi e prevenire nuovi attacchi. Le opere in questione sono due grandi tele seicentesche del Moncalvo, la Resurrezione di Lazzaro e la Moltiplicazione dei pani e dei pesci. Già un anno fa furono segnalate le prime tracce di muffa e da allora il fenomeno è peggiorato. I funghi hanno già compromesso una parte delle superfici pittoriche. Peraltro la muffa killer, in misura meno letale, sarebbe comparsa anche su altri quadri del Moncalvo, al Museo della Diocesi di Torino e nell’astigiano. Per questo sono aumentate le analisi in laboratorio. Qualcosa si sa già sui killer dei quadri. Sono due i colpevoli. Le prime analisi puntano il dito contro un fungo che danneggia la cellulosa e una muffa che deve ancora essere etichettata dai biologi.
Le cause del deterioramento, ancora oggetto di studio, sarebbero da attribuire al microclima, alla ventilazione o ai materiali organici usati nel restauro precedente. Sta di fatto che l’opera di risanamento per riportare le tele alla condizione originale ha un costo molto alto, oltre 60.000 euro. Bisogna agire in fretta per combattere il degrado e a tal fine è partita una raccolta di fondi, con eventi vari, visite guidate e cene in convento, per finanziare il restauro di questi capolavori del Seicento. Per salvare questi due tesori d’arte è stato aperto il Fondo San Domenico presso la Fondazione della Comunità chierese (via Palazzo di Città 10 o in Piazza Mazzini 3 a Chieri) e chiunque può contribuire con una donazione. Pensando al Moncalvo, a 400 anni dalla sua morte, artista molto devoto, che con le sue opere contribuì a diffondere la fede e il messaggio cristiano in tutta la penisola. Giunti a Chieri alla metà del Duecento i frati domenicani iniziarono a costruire la loro chiesa con il convento che nei secoli fu ampliata e rimaneggiata e nel Seicento assunse più o meno l’aspetto attuale. Con il Duomo, la chiesa di San Domenico rappresenta il più significativo esempio d’arte gotica a Chieri. E nel primo Seicento il “Raffaello del Monferrato”, come è stato definito Guglielmo Caccia, lasciò ai religiosi una testimonianza straordinaria della sua arte, quelle due tele che oggi combattono contro un nemico terribile.
Filippo Re
nelle foto, la Resurrezione di Lazzaro, il ponteggio in chiesa e la Moltiplicazione dei pani e dei pesci