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Martuscelli, quando la determinazione ti cambia la vita

SCOPRI – TO       ALLA SCOPERTA DI TORINO

Nino Martuscelli, imprenditore nato a Genova e cresciuto a Torino, rivela a noi de “ll Torinese” la sua scalata verso il successo, con un’azienda che nasce in un grave momento di crisi economica, in un sottoscala alle porte di Torino e che pian piano con fatica e impegno è arrivata oggi ad essere conosciuta da tutto il Piemonte e non solo, il suo nome? “Hydra”.

 

L’INTERVISTA A NINO MARTUSCELLI

D: Benvenuto su “Il Torinese” Sig. Martuscelli, è corretto dire che con caparbietà e tenacia i sogni nel cassetto che una persona ha da giovanissimo possono avverarsi?

R: Felice di essere stato invitato da Voi. E’ vero, già all’età di 14 anni volevo aprire un’attività mia, in particolare un bar, per questo per ben 8 anni lavorai fin da piccolo lavorai come barista. In seguito, diventai rappresentante di bibite ed altre attività collegate che mi permisero di capire quanta fatica ci sia dietro ognuna di queste e quanto sia determinante l’amore per il lavoro che svolgi per accrescere in credibilità e successo con i clienti.

D: Ecco perché in seguito ebbe per molti anni un centro assistenza di una nota marca di birre e bibite, ma proprio quando tutto sembrava andare a gonfie vele e i suoi sogni si stavano realizzando, improvvisamente accadde qualcosa…

R: Vero; attraversai un periodo difficile quando persi mio fratello e nello stesso periodo il famoso marchio di birre per cui lavoravo decise di chiudere i suoi centri di assistenza; in quell’anno mi crollò il mondo addosso.

Qui scoccò la scintilla, mi rimboccai le maniche e ripresi in mano un progetto di depuratori d’acqua che creai nel 2002 e, vista la tanta richiesta di bar e ristoranti a cui fornivo il servizio assistenza bibite, vidi la luce in fondo al tunnel.

D: In un sottoscala insieme ad altri quattro soci creò quindi un’azienda sua personale, il cui prodotto fu il depuratore d’acqua. Questa nuova realtà diventerà quella che tutti oggi conosciamo come “Hydra”, ma da dove deriva il nome?

R: “Hydra” nasce proprio dalla passione di 5 soci che volevano portare nei ristoranti un prodotto a lungo richiesto. Il nome nasce per gioco ad una cena dove chiesi ad amici e parenti di scrivere su un bigliettino un nome che gli veniva in mente per quest’attività. Mio figlio piccolo Eros, che all’epoca aveva 10 anni, scrisse Hydra e colpì tutti i commensali che lo ricordarono anche nei giorni a seguire, da lì capii che il nome giusto doveva essere quello!

D: Da quel sottoscala come è cresciuta la sua attività e cos’è oggi “Hydra”?

R: All’inizio, la fornitura di Hydra era solo per i ristoranti, nel 2010 si ampliò dedicandosi anche al privato, ai bar, pub, pizzerie, aziende, eventi ecc. ecc., siamo partner de “il Sonic Parc di Stupinigi”, “Ritmika” e molti altri, diventando oggi una realtà sempre più in espansione. Con l’esperienza acquisita sul campo ed i giusti collaboratori, con orgoglio posso dire che Hydra oggi è sinonimo di qualità e cortesia con un qualificato servizio pre e postvendita e una proposta di depuratori d’acqua con un sistema di microfiltrazione garantito e autorizzato dal Ministero della sanità in grado di soddisfare qualsiasi esigenza.

D: Qual è l’insegnamento più grande che ha tratto da questa esperienza?

R: Che l’amore e la dedizione per quello che fai portano a grandi risultati. Da quando ero piccolo ho sempre pensato che nella vita tu debba sapere esattamente quello che vuoi e andare avanti finché non lo ottieni, purtroppo il percorso spesso presenta delle insidie che bisogna saper gestire con sangue freddo e non arrendendosi mai. Ho sempre amato tantissimo il mio lavoro; attualmente non ho più i soci ma ho con me i miei due figli Ivan ed Eros, ai quali sono felice di aver trasmesso questo mantra ed insieme a loro e alla massima cura dei dipendenti cerchiamo di offrire al pubblico un prodotto ed un servizio d’eccellenza.

D: Che consiglio darebbe alle nuove generazioni imprenditoriali?

R: Consiglierei ai ragazzi di avere sempre un obiettivo chiaro e di non spaventarsi della mole di ore di lavoro e di tutti i sacrifici necessari, perché con il tempo l’impegno verrà sempre ripagato.

I sogni per essere realizzati richiedono uno sforzo, spesso si guarda al risultato ma nessuno nota il percorso, la fatica, le notti insonni, le delusioni, le tasse, se si tiene duro e veramente si crede in sé stessi e al proprio obiettivo prima o poi il risultato arriva!

Grazie Sig. Martuscelli per la sua disponibilità e per le sue parole, ne faremo tesoro!

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NOEMI GARIANO

Torna l’appuntamento mensile con Agriflor in piazza Vittorio

Domenica 27 ottobre, dalle 9 alle 19 in Piazza Vittorio Veneto a Torino, torna l’appuntamento mensile con Agriflor, il mercatino di piante, fiori e prodotti agroalimentari artigianali organizzato da Orticola del Piemonte.

Dopo l’edizione 2024 di FLOReal alla Palazzina di Caccia di Stupinigi tenutasi a inizio ottobre, che ha aperto ufficialmente la stagione autunnale, una nuova occasione per tuffarsi nei colori, nei profumi e negli odori di questa stagione ricca di tesori.

Se le piante aromatiche, le piante verdi fiorite da interno ed esterno, le orchidee i cactus e le succulente saranno le proposte florovivaistiche dei vivaisti piemontesi presenti all’appuntamento, in questa edizione di ottobre grande spazio sarà dato alle numerose tipicità gastronomiche dell’autunno come per esempio i tartufi e i funghi, ma non mancheranno nocciole e miele, taralli e salumi, biscotti e crostate a base di fiori, prodotti a base di liquirizia e formaggi, oltre a frutta e verdura di stagione.

Agriflor ottobre metterà come sempre in piazza una rappresentanza di alcuni dei migliori vivaisti e produttori agricoli piemontesi: circa una trentina di espositori con le loro eccellenze vivaistiche e alimentari per offrire una giornata di svago immersi nel verde e nel sapore anche in centro città.

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SPORT PIEMONTE

La lezione dei grandi leader Dc

Malgrado la permanente e continua criminalizzazione politica, culturale ed istituzionale esercitata dai detrattori storici della Dc e della sua classe dirigente che proviene dalle forze populiste e di larga parte dell’universo delle sinistre, è indubbio che la lezione e il magistero dei principali leader di quel partito continuano ad essere di forte esempio per la politica contemporanea. Certo, una fase storica, quella che stiamo vivendo da ormai molti anni, che è caratterizzata da una crisi verticale della politica, dei partiti e in particolare di quella che viene comunemente chiamata classe dirigente. E questo per la semplice ragione che mancano i tasselli fondamentali che avevano qualificato quelle classi dirigenti. Ovvero, cultura politica, partiti democratici, progetto di società, cultura di governo e una rigorosa selezione delle classi dirigenti.
E proprio questi tasselli sono stati gli aspetti costitutivi che continuano, a tutt’oggi, ad essere largamente gettonati se vogliamo ridare forza ed autorevolezza ad una vera classe dirigente politica. Ed è propio su questo versante che l’esperienza dei grandi leader della Dc – al netto della strisciante contestazione dei noti detrattori che si sono esercitati anche in queste ultime settimane – non può non essere presa come esempio e come modello, pur senza anticipare nessun processo di beatificazione. E, al riguardo, sono almeno tre gli aspetti su cui continua a poggiare la solidità e l’autorevolezza di una classe dirigente.
Innanzitutto una spiccata cultura di governo. Nessuna indulgenza al populismo. A quel populismo che abbiamo, purtroppo, largamente sperimentato in questi ultimi anni: da quello grillino a quello della sinistra radicale e massimalista a quello della destra salviniana. Una cultura di governo che, del resto, ha permesso alla stessa Dc di poter guidare il nostro paese per quasi 50 anni con un forte consenso sociale e popolare respingendo sempre con forza e determinazione la logica e la deriva degli “opposti estremismi”. Una deriva che, purtroppo, oggi caratterizza e domina il confronto politico.
In secondo luogo l’importanza di avere una cultura politica di riferimento. Non si può dispiegare un credibile progetto politico e, al contempo, un progetto di società se quella proposta non è alimentata sotto il versante culturale. E, su questo versante, l’esperienza concreta dei leader delle Dc è stata quantomai significativa. Da Moro a Fanfani, da Donat-Cattin a Marcora, da Andreotti a De Mita, da Tina Anselmi a Forlani a molti altri uomini e donne, i leader della Dc hanno sempre ricavato la linfa vitale del loro progetto politico e di governo dalla cultura politica e storica di cui erano concreta espressione nella società. Per formazione e per profonda e convinta adesione.
In ultimo, ma non per ordine di importanza, la coerenza tra il progetto che annunciavano e la sua concreta traduzione nell’azione politica. Cioè quella che comunemente viene definita come onestà intellettuale. Senza alcuna deviazione moralistica – tranne poche eccezioni, come ad esempio, il comportamento politico di un autorevole esponente come Oscar Luigi Scalfaro – larga parte della classe dirigente della Dc era lontana da atteggiamenti dettati dal solo opportunismo parlamentare e trasformismo politico. Perchè, appunto, la politica aveva sempre il sopravvento rispetto a quella decadenza e a quel tatticismo che oggi caratterizzano, invece, la stragrande maggioranza della classe dirigente politica del nostro paese.
Ecco perchè anche dal passato si possono recuperare le linee fondamentali per rilanciare la credibilità della politica, la solidità delle istituzioni democratiche e l’autorevolezza delle classi dirigenti nella società contemporanea. E i leader storici della Dc ci aiutano, ancora oggi, a centrare questi obiettivi.

Giorgio Merlo

Rimuove anti taccheggio da abiti, fermata dai carabinieri

In corso Giulio Cesare di Torino, i carabinieri del nucleo radiomobile hanno denunciato una quarantatreenne di Orbassano, già nota alle forze di polizia, che dopo essere entrata in un negozio di abbigliamento, aveva rimosso i dispositivi di antitaccheggio da alcuni  capi e stava tentando di rubarli nascondendoli dentro uno zaino; la proprietaria, insospettita dall’atteggiamento della donna, ha chiamato i Carabinieri che l’hanno arrestata e accompagnata in camera di sicurezza in attesa del rito direttissimo con imputazione di tentato furto aggravato.

Sestriere, cittadinanza onoraria all’Arma

Venerdì 25 ottobre 2024 resterà per sempre una data speciale per Sestriere. In questa giornata il Comune di Sestriere ha insignito della Cittadinanza Onoraria l’Arma dei Carabinieri per l’encomiabile servizio svolto al servizio della comunità e di tutti i fruitori della stazione turistica internazionale della Vialattea.

 


La cerimonia si è svolta in mattinata  nella conferenze dell’ufficio del turismo alla presenza dei bimbi delle scuole, dei nonni del Colle e delle frazioni e di tante persone e famiglie che vivono e lavorano ai 2035 metri di Sestriere, il Comune più alto d’Italia.
Il Sindaco di Sestriere, Gianni Poncet, assieme al vicesindaco Maurizio Cantele e all’Assessore Emanuela Tedeschi Ruspa, ha accolto il Generale di Divisione Andrea Paterna, Comandante della Legione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta, il Comandante Provinciale Carabinieri Torino, Generale di Brigata Roberto De Cinti, e il Comandante Compagnia Carabinieri Susa, Capitano Francesco Ricchiuto.
Il Sindaco Poncet e tutta la sua Giunta hanno consegnato al Generale Andrea Paterna una targa con la seguente dicitura – “All’Arma dei Carabinieri di Sestriere, presente sul territorio dal 1946, esprimiamo la nostra riconoscenza per il costante supporto dimostrato nei confronti di questa comunità. Questo senso di gratitudine deriva dalla vicinanza costante espressa dall’Arma nei confronti dei nostri cittadini durante i decenni di presenza sul territorio, garantendo sicurezza, rispetto della legalità e delle norme di civile convivenza, nonché il prezioso aiuto offerto a tutti i cittadini con particolare attenzione alle persone più fragili anche durante i periodi più critici. Desideriamo inoltre sottolineare il preziosissimo supporto garantito dal vostro personale durante lo svolgimento degli eventi sportivi internazionali che hanno costantemente interessato la località con particolare riferimento ai Mondiali di Sci Alpino del 1997, i Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, le varie tappe di Coppa del Mondo di Sci, del Giro d’Italia e del Tour de France”.

Pd, più attenzione ai collegamenti con la Francia

Ieri il parlamentare europeo Pierfrancesco Maran e i consiglieri regionali Gianna Pentenero, Nadia Conticelli e Daniele Valle hanno visitato il cantiere TELT della Torino – Lione di Chiomonte e il cantiere della frana del Frejus a Le Freney (dip. Savoie).
A Chiomonte, accompagnati dal d.g. Bufalini, è stato possibile visitare il tunnel geognostico e il punto d’attacco del tunnel di base, lato italiano: grande attenzione dedicata ai lavoratori e alla loro sicurezza (2500 persone addette), all’ambiente (oltre il 50% del materiale estratto viene riutilizzato) e al territorio (a breve infatti aprirà un nuovo svincolo autostradale che, a fine cantiere, resterà a servizio di Chiomonte e Exilles). L’arrivo della fresa per il tunnel di base è previsto per gennaio, a inizio 2026 arriverà la seconda fresa.
In Francia invece, accompagnati dai responsabili del dipartimento Savoia e di SNCF, gli esponenti dem hanno visitato la frana e la base del cantiere. I lavori prevedono di intervenire sui binari e sulla galleria da gennaio e la rimessa in funzione della ferrovia entro aprile. “I collegamenti Italia Francia sono fondamentali per lo sviluppo della nostra Regione nell’ambito europeo. Ora e in prospettiva. Abbiamo voluto sollecitare l’attenzione del governo nazionale e regionale perché il nostro sistema economico non può permettersi ulteriori ritardi” dichiarano gli esponenti PD. Sul punto, l’on. Maran ha presentato una interrogazione al Parlamento Europeo, ripresa da un atto analogo del gruppo PD del Consiglio Regionale del Piemonte.

Jadid Hilal,  “Una terra per restare”

Sabato 26 ottobre Jadid Hilal sarà a Torino per presentare il libro “Una terra per restare”, un caso letterario in Francia pubblicato da Asta Arte Edizioni, un romanzo che, tra Palestina e Libano, attraverso le voci di quattro generazioni di donne e racconta un secolo di storia del Medio Oriente. L’evento è in collaborazione con l’Alliance Francaise di Torino, il liceo Berti, il Circolo Mossetto, l’associazione UDAP e la libreria Belgravia. L’incontro avverrà presso il Circolo ricreativo Mossetto, in lungo Dora Agrigento 16. Conduce Sami Hallac. Reading di Luca Nicolotti, Daniela Portonero e Roberta Straquadario.

Naima, Ema, Dara e Lila sono i volti di quattro generazioni di donne della stessa famiglia, le cui vicende si intrecciano attraverso un secolo di storia del Medio Oriente. Diverse ma egualmente tenaci nel difendere la vita dall’oppressione maschile, dalla sofferenza dell’esilio e dall’oppressione della guerra. Appena adolescente Naima è costretta a sposare un uomo molto più anziano di lei, che la conduce dalla Palestina al Libano per sfuggire al primo conflitto arabo israeliano. Ema, sua figlia, vive con entusiasmo il clima di fermento politico e culturale del Libano degli anni Settanta a Beirut, ma risulta schiacciata dalla violenza del padre e da quella ancora più subdola del marito. Ancora bambina, Dara è costretta a lasciare il suo amato Paese per la Svizzera e vi farà ritorno appena le sarà possibile, ma gli attacchi israeliani del 2006 la riporteranno in Europa. Qui cresce Lila, bambina del nuovo millennio, che combatte la nostalgia di casa con la forza dell’immaginazione.

Mara Martellotta