ilTorinese

In manette la banda dei furti in collina

Sono finiti in manette  tre cittadini di origine albanese ritenuti responsabili di una decina i furti  compiuti nei mesi scorsi tra Rivoli, Alpignano e Druento. Rubavano denaro dalle case. In una occasione sarebbero stati sottratti anche lingotti e monete d’oro. I carabinieri di Chieri  hanno bloccato e sottoposto in stato di fermo un 33enne, a capo della banda, che stava organizzando la fuga in Albania, un cinquantaduenne e  il terzo componente è stato raggiunto dalla misura mentre era in carcere al  “Lorusso e Cotugno” , da cui aveva il permesso di uscire per andare a lavorare in cantieri edili.

Franzo Grande Stevens, oltre gli stilemi del secolo breve

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Franzo Grande Stevens è stato mio amico per molti anni. Con il suocero Paolo Greco fu tra i primi soci del Centro “Pannunzio” nel 1968.
Tra noi ci fu un rapporto anche legato al museo del Risorgimento di cui fu presidente. Era un anglo-napoletano naturalizzato torinese. Era orgoglioso di quello Stevens aggiunto al cognome Grande perché collegato al colonnello inglese che durante la guerra parlava da Radio Londra.
Venne anche al ricordo di Pannunzio tenuto da Indro Montanelli al Consiglio Regionale del Piemonte e mi disse con sincerità di aver superato i “pregiudizi giacobini” che lo portavano a considerare Montanelli un reazionario. A quell’incontro partecipò anche Galante Garrone che fu citato da Montanelli. Era un altro mondo, il 1988.
Poi arrivò Tangentopoli e nel ‘94 Berlusconi e la sconfitta imprevista della gioiosa macchina da guerra. Fino ad allora Grande era repubblicano anche se vantava un’amicizia con Parri. Fu persino candidato repubblicano al Senato del PRI . Primo escluso dopo Visentini, fu sacrificato per far posto alla Camera a Luigi Firpo che era già stato bocciato una prima volta proprio al Senato. Gli diedi una mano nella campagna elettorale e Franzo apprezzò il mio aiuto.  La Fiat era impegnata per Susanna Agnelli e non sostenne abbastanza l’avvocato dell’avvocato.  In effetti la nostra amicizia cominciò a vacillare fino ad annullarsi quando io nel 1994 mi rifiutai di firmare un appello a sostegno dei “progressisti”. Non ero un berlusconiano, ma la gioiosa macchina da guerra egemonizzata dai comunisti mi dava fastidio. Da quella volta i nostri rapporti si raffreddarono e finirono qualche anno dopo quando non fu solidale con me in un momento difficile. Ci incontrammo in modo freddo ad una mostra su Calamandrei promossa dal Centro Pannunzio. Ciò che causò la fine dei nostri rapporti fu il Premio Pannunzio a Giampaolo Pansa. Lo ritenne quasi uno sgarbo personale e dal tu passò al lei. L’avvocato Ferreri e il notaio Marocco in quello stesso periodo mi chiamarono per fondare insieme l’associazione cavalieri di Gran Croce. Nel 1999 il presidente Scalfaro mi aveva infatti nominato cavaliere di gran croce, il più giovane d’Italia e anche quella nomina diede fastidio a molti del salotto torinese radical-chic.
Certo Grande Stevens è stato un grande avvocato a cui guardare come ad esempio anche morale, malgrado le ombre gettate su di lui dalla figlia di Agnelli. Lo ricordo come una figura importante della storia torinese, ma non mi sento di dire di più. Certi atteggiamenti politici mi sembrarono fuori dal suo stile misurato, quasi anglosassone o, se napoletano, improntato a Croce delle cui figlie fummo entrambi amici. L’ambiente giacobino torinese lo venera, ma forse la sua figura va oltre gli stilemi ideologici stereotipati del secolo breve. Anzi, ne sono convinto perché Grande era molto al disopra di quello che Scelba chiamava il culturame.

Al Teatro Juvarra questa sera la Nazionale Italiana di Magia in uno straordinario show

Sabato 14 giugno alle 21, il Circolo Amici della Magia è lieto di ospitare al Teatro Juvarra, in via Juvarra 13, a Torino, lo spettacolo “ITA Team Magic Show”, uno show variegato che porta in scena i 12 finalisti della Nazionale Italiana di Magia, per testare live con il pubblico i numeri che gareggeranno ai prossimi campionati di illusionismo FISM ITALY 2025 WORLD CHAMPIONSHIP OF MAGIC 2025.

Un’occasione unica per ammirare gli artisti che si sono classificati per rappresentare il nostro Paese nella più prestigiosa competizione magica al mondo, che si terrà a Torino dal 14 al 19 luglio prossimi. Tra gli altri, in scena i torinesi Filiberto Selvi, Niccolò Fontana e Piero Venesia, cresciuti artisticamente nei locali del Circolo Amici della Magia di Torino, ma la squadra si compone anche di artisti provenienti da tutta Italia, che si esibiranno in questa serata unica. Tra loro Nick Blaze, Mario Bove, Christopher Castellini, Tiziano Cellai, Francesco Della Bona, I Disguido, Francesco Fontanelli, Raffaele Scircoli e Starman, che spaziano dalla manipolazione alla cartomagia, dal mentalismo alla magia di scena, toccando un po’ tutti i linguaggi e le branche che compongono lo sfaccettato universo dell’illusionismo.

Il Circolo Amici della Magia di Torino è stato fondato nel 1971, ed è un’Associazione Culturale no profit che si prefigge di conservare e divulgare la cultura dell’Arte Magica. Culla di artisti nazionali e internazionali, tra cui Alexander, Arturo Brachetti, Marco Aimone e il giovane Luca Bono. Oggi è una delle realtà magiche più prestigiose e attive al mondo dopo i circoli di Hollywood e Londra.

Info: visitare il sito amicidellamagia.net

Mara Martellotta

Sale operatorie multimediali al CTO 

 

Sono state inaugurate le nuove sale operatorie multimediali blocco Nord dell’ospedale CTO della Città della Salute e della Scienza di Torino (CDSS), frutto di una collaborazione sinergica tra Azienda CDSS, Università degli Studi di Torino e donazioni. Erano presenti Federico Riboldi, Thomas Schael, Paola Cassoni, Giuseppe Massazza e Alessandra D’Alfonso.
Il CTO è da sempre il Centro di riferimento regionale per l’alta complessità di cura ortopedica e riabilitativa della regione Piemonte. Il cuore pulsante dell’ospedale, il blocco operatorio, è stato oggetto di un importante ammodernamento tecnologico e digitale.
Lo aveva programmato Thomas Schael confermando  gli impegni presi con la Direzione Sanitaria di Presidio (diretta dalla dottoressa Alessandra D’Alfonso) ed il Dipartimento di Ortopedia, Traumatologia e Riabilitazione (diretto dal professor Giuseppe Massazza). Come anticipato dopo poche settimane dal suo insediamento, queste sale operatorie utilizzate a pieno regime saranno fondamentali per permettere, come previsto dalle norme nazionali, il rientro a breve in intramoenia tra le mure ospedaliere delle attività chirurgiche, che nel passato si svolgevano o in intramoenia allargata o in extramoenia, come peraltro segnalato dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Torino. Tutto ciò sempre nel rispetto dell’attività ospedaliera istituzionale, che anch’essa potrà beneficiare di questo nuovo blocco operatorio di tre sale per poter cominciare a smaltire le liste d’attesa.
“Considero molto significativa l’inaugurazione di queste sale operatorie dell’ospedale CTO perchè il primo vero step dei miei primi tre mesi da Commissario. Questo è l’inizio di un nuovo progetto che permetterà ai nostri professionisti ed ai pazienti di poter usufruire di un nuovo blocco operatorio che concilia l’assistenza alla formazione, ma soprattutto permetterà di rafforzare l’attività chirurgica in campo traumatologico ed ortopedico per limitare le liste d’attesa e per poter cominciare a far rientrare in intramoenia tutta una serie di attività che finora erano effettuate all’esterno” dichiara Thomas Schael (Commissario CDSS).
L’ammodernamento del blocco delle tre sale operatorie è consistito nella sostituzione dell’impianto illuminante, lampade scialitiche gemellari a led e n. 2 pensili (uno lato anestesia e uno lato chirurgo) di ultima generazione che consentono il posizionamento delle cupole in ogni posizione nello spazio, grazie agli snodi di tipo “libero” (rotazione di 360), con predisposizione per accogliere una telecamera.
Il completo rinnovamento tecnologico è stato realizzato in piena aderenza con le più recenti disposizioni normative e regole tecniche e strutturali applicabili, migliorando altresì una più libera gestione degli spazi di sala.
Gli impianti tecnologici a servizio delle tre sale, pre-sale e corridoi del Blocco operatorio sono stati rinnovati intervenendo sugli impianti elettrici, di illuminazione, gas medicali, antincendio e di ventilazione meccanica.
Nuovi rivestimenti e finiture hanno permesso l’inaugurazione di sale operatorie moderne ed altamente performanti, all’altezza della complessità degli interventi operatori eseguiti al CTO.
L’installazione è stata possibile attraverso la realizzazione di un complesso sistema strutturale di ancoraggio alle strutture portanti in cemento armato esistenti, costituito da nervature in acciaio a limitato spessore, preceduto da un accurato intervento di messa in sicurezza dei solai esistenti in laterocemento risalenti all’epoca di costruzione dell’edificio.
Le Unità di Trattamento dell’Aria a servizio delle sale sono state potenziate attraverso l’installazione di nuovi scambiatori energetici acqua-aria opportunamente dimensionati per affrontare le nuove temperature ambientali estive sempre più severe e torride per effetto del cambiamento climatico. L’importo totale dell’opera interamente finanziato con fondi aziendali, compreso di fornitura e installazioni, è stato di circa 440.000 euro.
L’Università degli Studi di Torino ha affiancato questi interventi di ammodernamento con l’integrazione di moduli digitali che consentiranno di rendere queste sale operatorie multimediali e collegarle con l’Aula magna del CTO, garantendo così la possibilità di integrare la clinica e la didattica.
Il CTO, sede di tre Scuole di specialità in Medicina del lavoro, Ortopedia e Traumatologia e di Medicina Fisica e Riabilitazione, ovvero del corso di Laurea in Fisioterapia numericamente più importante in Italia con i suoi nuovi 100 posti, dovrà garantire una didattica integrata con spazi rinnovati e tecnologicamente all’avanguardia.
Per tale motivo, in accordo con la Direzione, l’Università degli Studi di Torino ha già investito in infrastrutture, cavi in fibre ottiche ed apparati di networking.
La rete che interconnette le 120 sedi dell’Ateneo che garantisce elevati standard di potenza, affidabilità, gestione e riservatezza del dato e continuità operativa è amministrata esclusivamente da personale interno alla Direzione Sistemi Informativi di Ateneo.
L’opera finanziata dall’Università di Torino renderà le sale operatorie ambienti di didattica avanzata in grado di supportare strumenti di realtà immersiva capaci di gestire produzione, condivisione di contenuti multimediali, per i quali sono allo studio progetti specifici ad alto contenuto tecnologico.
100 mila euro sono già stati investiti a tal fine da parte dell’Università di Torino per garantire l’ammodernamento digitale.
In ultimo il progetto sale operatorie integrato con la didattica e la crescita professionale delle nuove generazioni ha attratto Fondazioni.
La Fondazione per la ricerca sui tumori muscoloscheletrici e rari ha deciso di sostenere con una significativa donazione l’impegno dell’ospedale CTO nella realizzazione di sale multimediali, tecnologicamente all’avanguardia con lo specifico obiettivo di favorire la formazione delle nuove generazioni.
“L’ammodernamento tecnologico e l’investimento nelle infrastrutture è uno dei principali obiettivi che abbiamo indicato ai direttori generali. I validi professionisti che operano nelle nostre strutture pubbliche devono essere messi nella condizione di lavorare al meglio. Il Cto è una di queste strutture di riconosciuta eccellenza non solo regionale e quindi è davvero una buona notizia oggi inaugurare le nuove sale operatorie multimediali” dichiara Federico Riboldi (Assessore alla Sanità della Regione Piemonte).
“La sinergia con l’Università di Torino nella realtà della Città della Salute e della Scienza si concretizza oggi in un’altra delle molte azioni che hanno permesso nel tempo di agevolare l’ottimizzazione dell’attività assistenziale con il valore aggiunto delle mission di ricerca e di formazione, proprie dell’Ateneo. L’adeguamento infrastrutturale e l’innovazione tecnologica sono elementi ineludibili per rendere i percorsi assistenziali sempre più performanti e sostenibili, garantendo contestualmente una formazione di nuovi professionisti adeguata alla continua evoluzione degli standard di cura” commenta Paola Cassoni (Direttrice della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Torino).

Referendum: sì, no, boh?

Si sono tenuti la settimana scorsa i referendum (anche se al plurale sarebbe meglio dire referenda) su cinque temi.

Io mi reco alle urne dal 1981 quando fummo chiamati ad esprimerci, come ora, su 5 referendum che videro un’affluenza di oltre il 79% degli aventi diritto.

Nel corso degli anni, l’istituto referendario è stato più volte utilizzato per i temi più svariati; partendo dal 1946, che vide vincere la scelta repubblicana, ebbero notevole eco quello del 1974 sul divorzio, del 1978 (in particolare quello sul finanziamento pubblico dei partiti) e via così con il nucleare, l’aborto, il porto d’armi, l’ergastolo e via dicendo.

Ad ogni referendum, però, l’affluenza è diminuita (tranne un picco positivo nel 2011) a dimostrazione che l’istituto referendario non è probabilmente più idoneo a raccogliere la volontà dei cittadini.

Quest’ultimo ha poi dimostrato diverse pecche: gli organizzatori sono gli stessi che avevano approvato la legge della quale hanno chiesto l’abrogazione, i comitati promotori hanno fatto pochissima propaganda, specie sui tabelloni fuori dai seggi, cosicché moltissime persone ignoravano che si tenessero i referendum.

Sicuramente a favore dell’astensionismo ha giocato il cambiamento da certificato elettorale consegnato a casa a tessera elettorale, perché il primo comunicava inequivocabilmente che si tenesse una qualche forma di elezione, quando, dove, ecc.

Inoltre, spesso il referendum pone quesiti decisamente riservati ad un pubblico di esperti o, quantomeno, di persone con cultura medio-alta, per cui il quesito può non essere compreso correttamente e la scelta essere dettata dall’ ignoranza circa il quesito posto.

In quest’ultimo caso, poi, è saltato subito agli occhi che il referendum poteva essere l’unica forma per modificare la legge, stante che il Governo gode di ottima salute e le possibilità che i promotori possano un domani salire al Governo e, ipso facto, modificare la legge risultano essere bassissime.

All’indomani della debacle di questi referendum molti si sono posti la domanda se questo istituto sia ancora valido, se realmente possa rappresentare la volontà popolare in un periodo storico in cui le percentuali di elettori degli anni ’60 e ’70 sono solo un lontano ricordo.

Consideriamo che un referendum ha dei costi folli: parliamo di poco più di 88 milioni di euro solo per l’emolumento dei componenti dei seggi, ai quali vanno aggiunti gli straordinari di tutti i dipendenti comunali (i Municipi effettuano apertura straordinaria dal sabato al lunedì) e di quelli dei Tribunali, la stampa delle schede, la realizzazione delle urne, l’illuminazione continua dei seggi (di notte la luce deve restare accesa per sicurezza) giungendo così a oltre 350 milioni di euro.

Qualcuno parla di democrazia ma, stante che non viviamo in una dittatura, è il Parlamento, eletto dai cittadini, che eventualmente modifica le leggi o ne approva di nuove abrogative di quelle precedenti.

Se il popolo decide di eleggere chi non intende modificare le leggi vigenti, va da sé che un eventuale referendum ha scarse probabilità di riuscita.

Qualcuno, nella settimana appena trascorsa, ha avanzato l’ipotesi di addebitare i costi dei referendum ai comitati referendari; è evidente che, nella stragrande maggioranza dei casi, nessuno potrebbe affrontare quei costi vanificando, dunque, ogni tentativo di modifica della legislazione vigente tramite referendum.

Quel che preoccupa, però, è la scarsa partecipazione che accompagna le consultazioni, non solo referendarie: gli elettori danno per scontato l’insuccesso, sono disillusi dalla politica o non sono interessati da quei quesiti?

Fatto sta che quei 350 milioni avrebbero potuto essere impiegati per la sanità, la sicurezza sul lavoro, l’istruzione, l’occupazione o per chissà cosa.

Se aumentassimo il nostro senso civico? Se evitassimo di promulgare leggi che dopo pochi anni necessitano di essere sottoposte a referendum perché palesemente frutto di incapacità governativa o dell’entusiasmo del momento?

Sergio Motta

Risarcimenti agli agricoltori per i danni da fauna selvatica

Le aziende agricole piemontesi che nel 2024 hanno subito danni economici dalla fauna selvatica avranno dalla Regione un risarcimento complessivo di 3,6 milioni di euro.

Lo stanziamento consentirà la copertura dell’83% dei danni periziati, quantificati in 4.640.000 euro.

«È una percentuale che pone il Piemonte al primo posto fra le Regioni italiane per quota di ristoro concretamente riconosciuta ai nostri agricoltori – evidenziano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore all’Agricoltura Paolo Bongioanni – Uno strumento di sostegno diretto alle nostre imprese agricole che agisce in sinergia con le politiche strutturali e gli strumenti messi a disposizione per la prevenzione, come i vari bandi per l’acquisto e posa in opera di barriere fisiche e mezzi di contrasto, e con l’enorme lavoro di gestione della fauna selvatica condotto assieme alle Province, alla Città Metropolitana di Torino, agli Ambiti Territoriali Caccia e ai Comprensori Alpini».

Se i risarcimenti dei danni provocati alle produzioni e alle strutture delle aziende agricole dagli eventi climatici e meteo eccezionali sono gestiti a livello nazionale e coperti direttamente con propri fondi, la Regione si fa invece carico dell’importante voce del risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica alle colture e agli allevamenti zootecnici (questi ultimi oggetto di un’altra misura regionale).

Nel 2024 le richieste di risarcimento per danni alle colture sono state 4.379 per un importo complessivo di 4.640.000 euro. I danni sono stati provocati per circa il 70% dai cinghiali, per il 12% da ungulati ruminanti, per il 9% da corvidi e per il rimanente da altre specie animali. Le tipologie di danni più frequenti sono la distruzione delle zolle (oltre 14mila ettari) e del prodotto a termine (4,5mila ettari), per una perdita totale quantificata in 177mila quintali. La provincia più colpita è stata quella di Torino con 54mila quintali di prodotto perso, seguita da NovaraAlessandriaBiellaCuneoAstiVcoVercelli: una “classifica” che riflette l’operatività combinata operata sul territorio con le azioni di prevenzione e contrasto. I risarcimenti vengono erogati agli ATC, Ca, Province e Città Metropolitana, gli enti che gestiscono le istruttorie e poi trasferiscono i ristori ai soggetti danneggiati.

Con la copertura dell’83% del danno, il Piemonte è dunque la Regione italiana che assicura i risarcimenti più elevati. Altre riconoscono infatti percentuali inferiori (fino al 70% in Provincia Autonoma di Trento, fino all’80% in Provincia Autonoma di Bolzano e Friuli Venezia Giulia), alcune vincolano la percentuale all’entità del danno (il Veneto riconosce appena il 60% per la quota che eccede i 2.500 euro), altre ancora stabiliscono un massimale al danno (Friuli 5.000 euro, Liguria 8.000) o formule una tantum. La Lombardia ha destinato a questa misura per il 2024 1.800.000 euro, che è la metà di quanto stanziato dal Piemonte. E infine in Toscana, Emilia Romagna, Calabria, Campania e Puglia i danni registrati nelle aree comprese in ATC e CA sono erogati interamente con fondi a carico di tali enti.

Torna a Murisengo la Trifola Noir 

La Fiera Nazionale del Tartufo “La Trifola NOIR” ritorna domenica 15 giugno  a Murisengo con l’apprezzato programma già sperimentato domenica scorsa. Tartufi neri tuber aestivum prodotti agroalimentari e enologici  e artigianato gremiranno  piazza Boario e via Umberto I fino a piazza della Vittoria, dove sono organizzati il pranzo del Tartufo e lo street food con gli chef Domenico Sorrentino e Alberto De Maio.

Il format ricalca a grandi linee quello della Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Trifola d’Or, rinfrescando il taglio con la sua specifica identità, già a partire dalla scelta degli chef, entrambi di elevato target e di qualificata competenza, con un menu su misura , attingendo all’offerta locale, per una proposta a km. zero di filiera corta.

Questa la proposta 4 portate servite a tavola alle ore 12.45. Vitello Tartufo con carne di Fassona cotta a bassa temperatura,  salsa all’antica e Tartufo nero, uovo in camicia con fonduta di toma,atartufo nero e piselli croccanti; risotto OroNero con parmigiano, zafferano e tartufo; torta di nocciole con cremoso di nocciola.

Info e prenotazioni a 3408612316.

La proposta street food , dalle 12 alle 16 e dalle 18 alle 20.30, comprende Cruda di Fassona con Tartufo, robiola fresca con cipolle caramellate, insalatina e Tartufo nero; ravioli di borragine con fonduta di toma, parmigiano e Tartufo nero; torta di nocciole con scaglie di cioccolato e panna, con soluzioni anche senza tartufo.

L’angolo Tartufi sarà  concentrato in piazza Boario,  dove,  a cura del Centro Nazionale dei Tartufi, verrà organizzato un desktop per garantire gli acquisti in fiera.  Torna anche  il concorso con una ricca serie di premi offerti.

Nel pomeriggio alle ore 16 si terrà il seminario di analisi sensoriale per apprezzare le caratteristiche del nero estivo e conoscerne gli impieghi in cucina.

Altri appuntamenti della giornata saranno la Camminata naturalistica alla volta dei boschi del Tartufo nero e della Big Bench Belvedere, con piccola degustazione presso l’azienda agricola Cerrano di Case Battia, accompagnati da una guida escursionistica ambientale, (con ritrovo in piazza Boario, necessaria iscrizione al 3319896641).

Dalle ore 15 alle ore 17 in piazza Boario  spettacolo per bambini con il mago di  Yabadabadoo. Per tutto il giorno visitabile la mostra en plein air Visagi lungo via Umberto I. Dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 18 è anche visitabile la mostra dedicata a Nando Eandi allestita nella chiesa di San Michele,  con apertura anche sabato 14 giugno in orario 15-18. Esposizione di paramenti sacri nella chiesa di Sant’Antonio Abate dalle ore 10 alle 17.

Sabato 14 giugno, in attesa della fiera,  alle ore17.15, si terrà un convegno sulla nocciola e il tartufo a cura del Circolo Culturale Marchesi del Monferrato e Coldiretti di Alessandria e, a seguire, focus sul mondo delle Api con BeeO. Rimandata a data da definirsi l’inaugurazione del Belvedere Sant’Antonio.

Cena lungo la via con tartufi e musica in filodiffusione, con prenotazioni al numero 3334343790

Approfondimenti sul sito www.fieradeltartufonero.com

Mara Martellotta

Giuramento del Sindaco e insediamento del nuovo Consiglio Comunale di Ozegna

Nei giorni scorsi  nella sala consiliare di Ozegna, si è svolto il primo Consiglio Comunale del nuovo mandato. Bartoli: “Emozionante per me tornare in quest’aula”

Un momento solenne e significativo, aperto dal giuramento del Sindaco Federico Pozzo, che ha promesso fedeltà alla Costituzione e impegno verso tutta la cittadinanza.

Era presente il consigliere regionale Sergio Bartoli, già sindaco e ora consigliere comunale di Ozegna, presidente della Commissione Ambiente della Regione. Ecco il suo commento : “Per me, tornare a sedere tra i banchi del Consiglio come primo eletto della lista Trasparenza e Futuro – Pozzo Sindaco è stato un onore e una grande emozione. Ringrazio ancora tutti coloro che mi hanno accordato fiducia: continuerò a lavorare con serietà, spirito di servizio e piena dedizione al nostro paese. L’insediamento del Consiglio segna l’inizio di un nuovo percorso, nel segno della continuità, della trasparenza e della concretezza, con l’obiettivo comune di costruire, insieme, il futuro di Ozegna. Auguro a tutti i colleghi Consiglieri – di maggioranza e minoranza – buon lavoro. Le sfide non mancheranno, ma con il contributo di ciascuno potremo affrontarle con equilibrio e senso delle istituzioni”.

 

 

Camera, prima mostra italiana dopo 25 anni di Alfred Eisenstaedt

Camera, il Centro Italiano per la Fotografia,  presenta nella sua sede torinese di via delle Rosine 18, la mostra italiana,  la prima dopo 25 anni, di Alfred Eisenstaedt, che raccoglie 170 fotografie dai primi scatti in Europa ai servizi per Life negli Stati Uniti, fino al famoso ‘Bacio a Times Square’.

Conosciuto soprattutto per la celeberrima fotografia ‘V-J Day in Times Square’, in cui un marinaio bacia un’infermiera in mezzo a una folla festante a New York al termine della seconda guerra mondiale, e si trattò di un bacio di gioia tra due perfetti sconosciuti, a differenza del bacio romantico tra l’infermiera  Greta Zimmer Friedman  e il marinaio George Mendosa, Alfred Eisenstaedt è il protagonista di una mostra personale che Camera gli dedica dal 13 giugno al 21 settembre prossimo .

Si tratta di un’esposizione inedita, a trent’anni dalla morte del fotografo e a 25 anni dall’ultima mostra in Italia, curata da Monica Poggi, in grado di riportare alla luce il talento poliedrico e in continua evoluzione dell’artista, ripercorrendo la sua carriera come fotografo per la rivista  “Life” e la sua capacità unica di raccontare il mondo con sguardo ironico e poetico.

Il percorso espositivo viene tracciato partendo dalla geografia dell’esistenza di Eisenstaedt, evidenziando non solo i cambiamenti avvenuti nei luoghi da lui attraversati, ma anche l’evoluzione del linguaggio di cui si è servito per realizzarli.

Nato nel 1898 a Dirschau, nella Prussia Occidentale, oggi Polonia, l’artista ha un primo approccio casuale con la fotografia durante l’adolescenza, quando uno zio gli regala una Eastman Kodak n. 3, che lo accompagnerà durante tutti gli anni di studio.

Abbandonato il mezzo fotografico  allo scoppio della prima guerra mondiale, lo riprende al ritorno dal fronte e quello che inizialmente sembra  un passatempo diventa presto, pur senza troppa consapevolezza, una carriera.

Tra gli anni Venti e Trenta il fotografo racconta in modo divertito  e ironico il mondo dell’aristocrazia,  incuriosito dalla sua stravaganza. Sono gli anni degli scatti alle famiglie in vacanza a Saint Moritz; celebre l’immagine del cameriere che fa pattinare sul ghiaccio  star del cinema, come Marilyn Monroe e Sophia Loren. Altrettanto celebre l’immagine di una tennista sul campo, prima fotografia che vende al settimanale Der Weltspiegel, segnando l’inizio della sua carriera. A partire da questo momento riceve incarichi e committenza dalle principali riviste tedesche del periodo, che lo faranno viaggiare in tutta Europa come fotoreporter.

Tra i diversi eventi che documenta figura l’ascesa del Nazifascismo ed è suo il potente ritratto di Joseph Goebbels del 1933 che guarda in macchina con un’espressione truce e inquietante e il primo storico incontro tra Mussolini e Hitler a Venezia nel 1934.

In questo periodo  Eisenstaedt descrive le sue fotografie come candid, ovvero capaci di racchiudere l’essenza spontanea del momento, nonostante una forte carica teatrale, ispirandosi alla luce e alla composizione degli antichi maestri. Realizza così  scatti poetici e armoniosi, tra cui anche le sue iconiche fotografie di ballerine di danza classica, in cui risuona l’eco della pittura di Degas. Il suo sguardo non è però solamente poetico  ma, in molti casi, anche ironico e talvolta affine all’estetica surrealista diffusa in Europa a inizio Novecento.

Nel 1935, per fuggire alle leggi razziali, Eisenstaedt emigra negli Stati Uniti  e nel 1936 inizia a collaborare per la celebre rivista “Life”, per la quale firmerà alcuni dei suoi servizi più  conosciuti. Maturato nella grande tradizione giornalistica del vecchio continente, il suo stile  muta progressivamente, passando alla documentazione del veloce progresso della società americana. Abbandona la fotografia pittorica per dare spazio alla società in fermento , osservata con sguardo disincantato; i suoi scatti diventano così dinamici,  mossi, con dettaglia fuori fuoco e con protagonisti provenienti dalla strade di New York.

Nell’arco della sua lunga carriera nella redazione di Life, il fotografo pubblica più di 2500 servizi e oltre 90 copertine, ma la sua foto più nota rimane quella del V-JDay in Times Square.

Dopo la guerra Eisenstaedt torna spesso in Europa, fotografando in particolare l’Italia e la Francia,  che aveva già ritratto prima di fuggire negli States. Nel 1947 si reca in Italia e ritrae i profondi cambiamenti avvenuti nel nostro Paese. Nel 1963 visita Parigi ma, invece di ritrarre l’eleganza e l’opulenza dell’aristocrazia, coglie nei suoi scatti i passanti  e i frequentatori dei mercati. A differenza di importanti fotografi dell’epoca e punti di riferimento della fotografia, tra  cui la collega di Life Margaret  Bourke-White, Eisenstaedt non documenta la guerra, ma ritrae le ragioni e le conseguenze generate nella società, raccontandone il declino e la rinascita.

In mostra si può ammirare anche una sezione dedicata ai personaggi famosi realizzati fin dai primi anni di carriera, con leader politici e celebrità  che hanno segnato il secolo. Tra queste troviamo Sophia Loren, il cui scatto in lingerie sulla copertina di Life nel 1966 suscitò scandalo o quelle di Maria Telkes , Albert Einstein, J. Robert Oppenheimer,  che offrono al visitatore il suo sguardo su alcune delle menti più brillanti del Novecento. Anche in questo contesto emerge l’evoluzione umana delle figure ritratte.  L’ultima fotografia scattata da Eisenstaedt ritrae il Presidente Bill Clinton con la moglie Hillary e la figlia Chelsea, nell’agosto del 1993, alla Granary Gallery nel West Tisbury nell’isola di Martha’s Vineyard.

Quella di Camera è dunque una riscoperta di un maestro della fotografia, proposta attraverso gli scatti più famosi e quelli meno noti, ma che rivelano pienamente le sfaccettature della sua opera.

Mara  Martellotta

Assemblea Regionale del Partito Liberaldemocratico

Sabato 14 giugno 2025, dalle ore 9:00 alle 13:00, presso l’Auditorium del Centro Polifunzionale in piazza Maria Montessori, a Pino Torinese, si terrà l’Assemblea Regionale del Partito Liberaldemocratico.

L’assemblea è convocata per l’elezione dei delegati al Congresso Nazionale, all’interno della lista collegata alla mozione congressuale nazionale presentata dal candidato Luigi Marattin.

I delegati eletti parteciperanno al Congresso Nazionale del Partito Liberaldemocratico, in programma per:

Sabato 28 giugno 2025, dalle ore 10:30 a San Lazzaro di Savena (Bologna), presso il Centro Congressi UnaHotels, Via Palazzetti n. 1.

Il Congresso sarà aperto a tutte le iscritte e a tutti gli iscritti, anche a coloro che non saranno eletti come delegati.