SOMMARIO: A Lucca con il “Pannunzio” – Il Procuratore Generale Maddalena e l’avvocato Bernardini de Pace – Terenzio Magliano – Lettere














Purtroppo questa affermazione del famoso attore, commediografo e poeta napoletano ultimamente non trova molto fondamento perché sembra, invece, che le buone maniere e la cortesia stiano perdendo importanza.
Quando ero piccola ricordo che i miei genitori mi dicevano di salutare, di ringraziare e di dire per favore quando chiedevo qualcosa; era doveroso cedere il passo agli anziani, tenere la porta a chi veniva dopo di te e chiedere scusa in caso di piccoli incidenti, ma soprattutto se ci si comportava male. Cosa sta succedendo alla gentilezza? Perché si stanno perdendo quelle forme di cortesia che rendono la nostra quotidianità più cordiale e civile? Senza dover ricorrere alle regole del Galateo che, seppur aggiornate alle nuove consuetudini, non sono sempre e comprensibilmente applicabili, sarebbe invece importante utilizzare alcuni comportamenti essenziali per facilitare le relazioni non solo tra persone reciprocamente note, ma anche nei confronti di sconosciuti che non incontreremo mai più.
Un “buongiorno” (possibilmente con un sorriso) è necessario se si incontra qualcuno di nostra conoscenza, quando si entra in un negozio, in un bar o prima di chiedere un’ informazione per la strada; un “grazie” è d’obbligo quando si riceve qualcosa, se qualcuno ci aiuta o se una persona ci dedica del tempo; un bel “per favore” è indispensabile prima di chiedere qualsiasi cosa anche se, in apparenza, non ce n’è bisogno; infine la più difficile, domandare “scusa”, un’ espressione di dispiacere in seguito ad una mancanza, una specie in via di estinzione, difficilissima da pronunciare e persino da contemplare.
Se poi vogliamo andare oltre l’argomento “buone maniere”, di cui attualmente ci si sorprende come di fronte ad una apparizione, è utile sapere che un saluto, anche solo con un cenno del capo se proprio ci sentiamo timidi, un segno di gratitudine e porgere le proprie scuse sono motivo di benessere e ci mettono in contatto con il lato migliore del nostro io. Uno studio della International Journal of Psychophysiology afferma, infatti, che essere gentili supporta l’autostima, aiuta il sistema cardiovascolare, diminuisce i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) e aiuta la produzione di endorfine (i neurotrasmettitori che alleviano il dolore e lo stress).
Se i nostri gesti di gentilezza, poi, non dovessero trovare una risposta secondo le nostre aspettative, non molliamo la nostra battaglia per la civiltà, perseveriamo, proviamo a creare un circolo virtuoso e ad andare in controtendenza a queste inclinazioni di ultima generazione che ci vogliono troppo avari di cordialità e attenzioni.
“Vestitevi di educazione e gentilezza. Sarete sempre eleganti”.
MARIA LA BARBERA
I Club considerati a rischio sono rischio. Lazio, Napoli, Atalanta, Fiorentina, Torino e Genoa…
Leggi l’articolo su L’identità:
La Serie A trema: la nuova sfida del “costo del lavoro allargato”
Sono stati approvati e aggiudicati i lavori per la modifica migliorativa, in termini di sicurezza per l’utenza debole, dell’intersezione a rotatoria lungo la strada provinciale 143 al km 7+100, al confine tra i Comuni di Orbassano e Rivalta di Torino, in corrispondenza dell’ingresso alla frazione Tetti Francesi. I lavori, finanziati integralmente dalla Città metropolitana di Torino, partiranno all’inizio del 2026 e avranno una durata di circa due mesi.
Il progetto nasce dalle segnalazioni del Comune di Rivalta, che ha richiesto un miglioramento della sicurezza dell’attraversamento pedonale posto lungo il ramo nord della rotatoria, (caratterizzato da due corsie per senso di marcia), dove si innestano Strada Piossasco e via I Maggio. L’apertura di un nuovo supermercato ha infatti aumentato sensibilmente il flusso pedonale nell’area.
Già nell’autunno 2024 era stata avviata una sperimentazione temporanea con new jersey in plastica e segnaletica lampeggiante, volta a ridurre l’ampiezza delle corsie in uscita ed entrata in rotatoria, e a testare la nuova configurazione dell’isola spartitraffico.
L’esito positivo della prova ha portato alla progettazione definitiva delle modifiche, che comprendono la realizzazione di nuove isole spartitraffico, il rifacimento della pavimentazione stradale dell’anello giratorio, l’installazione di nuovi punti luce a LED ed implementazione della segnaletica indicante l’attraversamento sospesa, oltre al completo aggiornamento della segnaletica orizzontale e verticale.
L’investimento complessivo ammonta a circa 115.000 euro.
«Il progetto conferma l’impegno della Città metropolitana di Torino nel garantire la sicurezza stradale e nell’ascoltare le esigenze espresse dai Comuni del territorio – sottolinea il vicesindaco Jacopo Suppo –. Interventi come questo dimostrano l’importanza di un coordinamento continuo tra amministrazioni locali e struttura
La Polizia di Stato ha arrestato un ventunenne italiano per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e denunciato alla locale Procura della Repubblica due persone nel quartiere Barriera Milano.
Durante un servizio di controllo del territorio Alto Impatto, con il concorso di personale del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte, del Reparto Mobile e di una unità cinofila della Polizia di Stato, i poliziotti dell’ufficio investigativo del Commissariato di P.S. Barriera Milano hanno notato un giovane sospetto. Sottoposto a controllo, il 21enne è stato trovato in possesso di un borsone, al cui interno celava 1 kg di cocaina ancora da tagliare. Il giovane è stato pertanto arrestato.
La Procura della Repubblica ha richiesto e ottenuto la convalida dell’arresto, disponendo la misura degli arresti domiciliari.
L’attività, effettuata anche con l’ausilio di personale della Guardia di Finanza, dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia Locale, si è poi concentrata in Corso Giulio Cesare, Via Cigna, Via Martorelli, via Brandizzo, Largo Sempione e vie limitrofe, consentendo di rilevare delle irregolarità in alcuni degli esercizi commerciali controllati, fra cui delle sale scommesse.
In una di queste, il titolare è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per l’assenza del preposto durante l’orario di apertura.
Inoltre, una volante del Commissariato è intervenuta in una panetteria di corso Vercelli, dove ha rilevato un allaccio abusivo alla corrente elettrica del palazzo; qui, il titolare è stato denunciato alla Procura della Repubblica sia per l’allacciamento abusivo che per istigazione alla corruzione, in quanto offriva agli agenti del denaro allo scopo di evitare la denuncia.
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Come tutti ben sappiamo, e da sempre, in politica conta chi detta l’agenda politica. E
programmatica. Al di là e al di fuori della stessa forza numerica ed elettorale. Basti pensare ad
alcune correnti, come ad esempio alla sinistra sociale di Carlo Donat-Cattin nella Dc dove,
malgrado la sua percentuale largamente minoritaria all’interno del partito, riusciva a condizionare
la costruzione del progetto complessivo del partito. O all’esperienza del Ppi di Franco Marini e
altri dirigenti Popolari dell’epoca che parteciparono attivamente all’elaborazione del progetto della
coalizione di centro sinistra al di là, appunto, della forza numerica del partito. E gli esempi si
potrebbero, come ovvio, moltiplicare. Perchè nella politica, come quasi sempre capita anche se
viviamo in un contesto post ideologico e a volte, purtroppo, anche post politico, il “potere delle
idee”, come lo chiamava sarcasticamente Sandro Fontana, continua ad essere non una variabile
indipendente ai fini della credibilità e della levatura della classe dirigente. Politica
amministrativa. A livello locale come a livello nazionale.
Ora, e per venire all’oggi, c’è un aspetto che non possiamo non evidenziare. E cioè, dov’è
possibile per chi crede nel progetto di un Centro riformista e di governo, plurale e autenticamente
democratico e soprattutto per chi vuole praticare una credibile “politica di centro”, riuscire a
dettare l’agenda politica? Pur non essendoci più quel ”potere delle idee” che ha caratterizzato
larga parte delle classi dirigenti dei partiti della prima repubblica. Tuttavia, al netto del
cambiamento profondo della geografia politica italiana, è indubbio che si tratta di un’impresa
quasi impossibile nel campo dell’attuale sinistra italiana. Per ragioni obiettive se non addirittura
oggettive, come è ovvio per chiunque non sia accecato dall’ipocrisia o dalla propaganda. E
questo perchè gli azionisti di maggioranza di quel campo sono semplicemente riconducibili alle
diverse espressioni della sinistra italiana: da quella radicale a quella massimalista, da quella
populista a quella estremista, da quella ideologica a quella classista e pan sindacale. Per il resto,
come si suol dire, c’è posto solo in tribuna per osservare la partita.
Nel campo avverso del centro destra, l’indubbia ed altrettanto oggettiva leadership politica,
carismatica e di governo di Giorgia Meloni è talmente forte e palese che gli altri contributi politici
e culturali sono certamente importanti ma drasticamente ininfluenti ai fini della concreta possibilità
di condizionare il progetto politico complessivo della coalizione alternativa alla sinistra. Chi
sostiene il contrario sa di dire una cosa non vera e neanche oggettiva.
Forse, e sempre restando sull’importanza di dettare l’agenda politica per quanto riguarda il
progetto di un Centro riformista e di governo, forse è arrivato il momento di rileggere e riscoprire
l’iniziativa di quel “Patto per l’Italia” elaborato nel lontano 1994 da Franco Marini, Mino
Martinazzoli, Mario Segni e molti altri leader politici dell’epoca che ebbero il coraggio e
l’intelligenza di costruire un autentico “polo di centro” che poi fu decisivo nelle elezioni
successive. Un “Patto” culturalmente plurale, politicamente riformista e socialmente avanzato che
oggi dovrebbe avere anche il compito di mettere in discussione quel bipolarismo selvaggio e
quella radicalizzazione del conflitto politico che sono all’origine della crisi della politica
contemporanea e, forse, anche di un sempre più inquietante astensionismo elettorale.
Ecco perchè il progetto di Carlo Calenda se adeguatamente costruito e radicato nei territori
potrebbe essere una ghiotta occasione per far sì che il Centro riformista e di governo ritorni a
dettare l’agenda politica.
Momenti di paura questo pomeriggio nel centro di Torino. Un incendio è scoppiato all’interno del Teatro Alfieri, in piazza Solferino. Le fiamme, divampate sul palco, si sono propagate mentre nella struttura erano presenti tecnici e personale.
Non sono ancora note le cause del rogo, sono in corso accertamenti. L’allarme è stato lanciato immediatamente e il teatro è stato evacuato. L’intervento dei vigili del fuoco di Torino, giunti in breve tempo sul posto, ha permesso di spegnere l’incendio in pochi minuti, impedendo che il fuoco si estendesse ad altre aree dell’edificio.
Oggi in Piazza Castello a Torino, mia moglie Anna — che è disabile e si muove in sedia a rotelle — è stata vittima di uno scippo.
Le hanno strappato dal polso il suo orologio: un Cartier Tank Solo in acciaio, al quarzo, cinturino nero, quadrante bianco.
Siamo ancora scossi: è davvero triste che qualcuno arrivi a rubare persino a una donna in carrozzina.
Non abbiamo ancora sporto denuncia.
Se qualcuno dovesse vedere o ricevere proposte sospette che corrispondono a questo modello, vi prego di scrivermi in privato.
Condividete, per favore: può aiutare sia a ritrovare l’orologio sia a evitare che succeda a qualcun altro.
Grazie a tutti.
GF
Un episodio davvero vergognoso. Abbiamo pubblicato questo post di Facebook inviatoci dal marito della signora derubata. Per eventuali segnalazioni utili a individuare l’orologio e gli autori del furto scriveteci a redazioneweb@iltorinese.it
IL TORINESE
Sarebbero 34 le persone identificate dalla Digos di Torino dopo l’irruzione nella redazione de La Stampa in via Lugaro. Le identificazioni sono state rese possibili dall’analisi dei video acquisiti. Tra gli identificati vi sarebbero attivisti del centro sociale Askatasuna e dei collettivi studenteschi Collettivo universitario autonomo e Kollettivo studentesco autorganizzato, legati al centro sociale di corso Regina Margherita.
Una piccola, ma significativa novità nel viaggio a Istanbul di Papa Leone: ha visitato la moschea blu, il massimo monumento religioso ottomano, ma non è entrato in Santa Sofia, attigua alla moschea, a sua volta diventata moschea dopo la caduta dell’impero bizantino. I suoi predecessori erano entrati anche in Santa Sofia. Papa Leone non ha pregato nella moschea blu, ma l’ha visitata, guidato dal gran mufti’. Non è andato a Santa Sofia, tornata mosche nel 2020 per volontà del dittatore turco, dopo che era stata trasformata laicamente in museo. L’integralismo musulmano della Turchia ha azzerato la Turchia laica imposta dalla grandiosa rivoluzione di Ataturk, creatore di un paese moderno sulle ceneri dell’impero ottomano dopo la sconfitta della I Guerra mondiale.
Papa Leone e’ sicuramente un dottor sottile rispetto a Papa Francesco che, pur gesuita, puntava prevalentemente a stabilire un “volemose bene” con tutti. Papa Leone dopo Istanbul ha ricordato il Concilio di Nicea che fece chiarezza sui temi della fede. Un Concilio dimenticato perché l’unico concilio oggi ricordato è solo e soltanto il Vaticano II.
Questo è l’aspetto più importante del viaggio pontificio che riscopre un concilio fondamentale nella storia della Chiesa cattolica. Il non essere entrato in Santa Sofia che fu chiesa bizantina e oggi e’ tornata moschea per volontà di un dittatore, e’ un altro titolo di merito del Papa che non ama l’ipocrisia. Un agostiniano non poteva che comportarsi così. Può sembrare un Papa un po’ spaesato e persino un po’ spento, ma si tratta di un’apparenza legata al fatto che è uomo di studio e di cultura ed ha ancora qualche difficoltà nell’uso della lingua italiana.
(Foto La Voce e il Tempo)