ilTorinese

La lezione dei grandi leader Dc

Malgrado la permanente e continua criminalizzazione politica, culturale ed istituzionale esercitata dai detrattori storici della Dc e della sua classe dirigente che proviene dalle forze populiste e di larga parte dell’universo delle sinistre, è indubbio che la lezione e il magistero dei principali leader di quel partito continuano ad essere di forte esempio per la politica contemporanea. Certo, una fase storica, quella che stiamo vivendo da ormai molti anni, che è caratterizzata da una crisi verticale della politica, dei partiti e in particolare di quella che viene comunemente chiamata classe dirigente. E questo per la semplice ragione che mancano i tasselli fondamentali che avevano qualificato quelle classi dirigenti. Ovvero, cultura politica, partiti democratici, progetto di società, cultura di governo e una rigorosa selezione delle classi dirigenti.
E proprio questi tasselli sono stati gli aspetti costitutivi che continuano, a tutt’oggi, ad essere largamente gettonati se vogliamo ridare forza ed autorevolezza ad una vera classe dirigente politica. Ed è propio su questo versante che l’esperienza dei grandi leader della Dc – al netto della strisciante contestazione dei noti detrattori che si sono esercitati anche in queste ultime settimane – non può non essere presa come esempio e come modello, pur senza anticipare nessun processo di beatificazione. E, al riguardo, sono almeno tre gli aspetti su cui continua a poggiare la solidità e l’autorevolezza di una classe dirigente.
Innanzitutto una spiccata cultura di governo. Nessuna indulgenza al populismo. A quel populismo che abbiamo, purtroppo, largamente sperimentato in questi ultimi anni: da quello grillino a quello della sinistra radicale e massimalista a quello della destra salviniana. Una cultura di governo che, del resto, ha permesso alla stessa Dc di poter guidare il nostro paese per quasi 50 anni con un forte consenso sociale e popolare respingendo sempre con forza e determinazione la logica e la deriva degli “opposti estremismi”. Una deriva che, purtroppo, oggi caratterizza e domina il confronto politico.
In secondo luogo l’importanza di avere una cultura politica di riferimento. Non si può dispiegare un credibile progetto politico e, al contempo, un progetto di società se quella proposta non è alimentata sotto il versante culturale. E, su questo versante, l’esperienza concreta dei leader delle Dc è stata quantomai significativa. Da Moro a Fanfani, da Donat-Cattin a Marcora, da Andreotti a De Mita, da Tina Anselmi a Forlani a molti altri uomini e donne, i leader della Dc hanno sempre ricavato la linfa vitale del loro progetto politico e di governo dalla cultura politica e storica di cui erano concreta espressione nella società. Per formazione e per profonda e convinta adesione.
In ultimo, ma non per ordine di importanza, la coerenza tra il progetto che annunciavano e la sua concreta traduzione nell’azione politica. Cioè quella che comunemente viene definita come onestà intellettuale. Senza alcuna deviazione moralistica – tranne poche eccezioni, come ad esempio, il comportamento politico di un autorevole esponente come Oscar Luigi Scalfaro – larga parte della classe dirigente della Dc era lontana da atteggiamenti dettati dal solo opportunismo parlamentare e trasformismo politico. Perchè, appunto, la politica aveva sempre il sopravvento rispetto a quella decadenza e a quel tatticismo che oggi caratterizzano, invece, la stragrande maggioranza della classe dirigente politica del nostro paese.
Ecco perchè anche dal passato si possono recuperare le linee fondamentali per rilanciare la credibilità della politica, la solidità delle istituzioni democratiche e l’autorevolezza delle classi dirigenti nella società contemporanea. E i leader storici della Dc ci aiutano, ancora oggi, a centrare questi obiettivi.

Giorgio Merlo

Rimuove anti taccheggio da abiti, fermata dai carabinieri

In corso Giulio Cesare di Torino, i carabinieri del nucleo radiomobile hanno denunciato una quarantatreenne di Orbassano, già nota alle forze di polizia, che dopo essere entrata in un negozio di abbigliamento, aveva rimosso i dispositivi di antitaccheggio da alcuni  capi e stava tentando di rubarli nascondendoli dentro uno zaino; la proprietaria, insospettita dall’atteggiamento della donna, ha chiamato i Carabinieri che l’hanno arrestata e accompagnata in camera di sicurezza in attesa del rito direttissimo con imputazione di tentato furto aggravato.

Sestriere, cittadinanza onoraria all’Arma

Venerdì 25 ottobre 2024 resterà per sempre una data speciale per Sestriere. In questa giornata il Comune di Sestriere ha insignito della Cittadinanza Onoraria l’Arma dei Carabinieri per l’encomiabile servizio svolto al servizio della comunità e di tutti i fruitori della stazione turistica internazionale della Vialattea.

 


La cerimonia si è svolta in mattinata  nella conferenze dell’ufficio del turismo alla presenza dei bimbi delle scuole, dei nonni del Colle e delle frazioni e di tante persone e famiglie che vivono e lavorano ai 2035 metri di Sestriere, il Comune più alto d’Italia.
Il Sindaco di Sestriere, Gianni Poncet, assieme al vicesindaco Maurizio Cantele e all’Assessore Emanuela Tedeschi Ruspa, ha accolto il Generale di Divisione Andrea Paterna, Comandante della Legione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta, il Comandante Provinciale Carabinieri Torino, Generale di Brigata Roberto De Cinti, e il Comandante Compagnia Carabinieri Susa, Capitano Francesco Ricchiuto.
Il Sindaco Poncet e tutta la sua Giunta hanno consegnato al Generale Andrea Paterna una targa con la seguente dicitura – “All’Arma dei Carabinieri di Sestriere, presente sul territorio dal 1946, esprimiamo la nostra riconoscenza per il costante supporto dimostrato nei confronti di questa comunità. Questo senso di gratitudine deriva dalla vicinanza costante espressa dall’Arma nei confronti dei nostri cittadini durante i decenni di presenza sul territorio, garantendo sicurezza, rispetto della legalità e delle norme di civile convivenza, nonché il prezioso aiuto offerto a tutti i cittadini con particolare attenzione alle persone più fragili anche durante i periodi più critici. Desideriamo inoltre sottolineare il preziosissimo supporto garantito dal vostro personale durante lo svolgimento degli eventi sportivi internazionali che hanno costantemente interessato la località con particolare riferimento ai Mondiali di Sci Alpino del 1997, i Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, le varie tappe di Coppa del Mondo di Sci, del Giro d’Italia e del Tour de France”.

Pd, più attenzione ai collegamenti con la Francia

Ieri il parlamentare europeo Pierfrancesco Maran e i consiglieri regionali Gianna Pentenero, Nadia Conticelli e Daniele Valle hanno visitato il cantiere TELT della Torino – Lione di Chiomonte e il cantiere della frana del Frejus a Le Freney (dip. Savoie).
A Chiomonte, accompagnati dal d.g. Bufalini, è stato possibile visitare il tunnel geognostico e il punto d’attacco del tunnel di base, lato italiano: grande attenzione dedicata ai lavoratori e alla loro sicurezza (2500 persone addette), all’ambiente (oltre il 50% del materiale estratto viene riutilizzato) e al territorio (a breve infatti aprirà un nuovo svincolo autostradale che, a fine cantiere, resterà a servizio di Chiomonte e Exilles). L’arrivo della fresa per il tunnel di base è previsto per gennaio, a inizio 2026 arriverà la seconda fresa.
In Francia invece, accompagnati dai responsabili del dipartimento Savoia e di SNCF, gli esponenti dem hanno visitato la frana e la base del cantiere. I lavori prevedono di intervenire sui binari e sulla galleria da gennaio e la rimessa in funzione della ferrovia entro aprile. “I collegamenti Italia Francia sono fondamentali per lo sviluppo della nostra Regione nell’ambito europeo. Ora e in prospettiva. Abbiamo voluto sollecitare l’attenzione del governo nazionale e regionale perché il nostro sistema economico non può permettersi ulteriori ritardi” dichiarano gli esponenti PD. Sul punto, l’on. Maran ha presentato una interrogazione al Parlamento Europeo, ripresa da un atto analogo del gruppo PD del Consiglio Regionale del Piemonte.

Jadid Hilal,  “Una terra per restare”

Sabato 26 ottobre Jadid Hilal sarà a Torino per presentare il libro “Una terra per restare”, un caso letterario in Francia pubblicato da Asta Arte Edizioni, un romanzo che, tra Palestina e Libano, attraverso le voci di quattro generazioni di donne e racconta un secolo di storia del Medio Oriente. L’evento è in collaborazione con l’Alliance Francaise di Torino, il liceo Berti, il Circolo Mossetto, l’associazione UDAP e la libreria Belgravia. L’incontro avverrà presso il Circolo ricreativo Mossetto, in lungo Dora Agrigento 16. Conduce Sami Hallac. Reading di Luca Nicolotti, Daniela Portonero e Roberta Straquadario.

Naima, Ema, Dara e Lila sono i volti di quattro generazioni di donne della stessa famiglia, le cui vicende si intrecciano attraverso un secolo di storia del Medio Oriente. Diverse ma egualmente tenaci nel difendere la vita dall’oppressione maschile, dalla sofferenza dell’esilio e dall’oppressione della guerra. Appena adolescente Naima è costretta a sposare un uomo molto più anziano di lei, che la conduce dalla Palestina al Libano per sfuggire al primo conflitto arabo israeliano. Ema, sua figlia, vive con entusiasmo il clima di fermento politico e culturale del Libano degli anni Settanta a Beirut, ma risulta schiacciata dalla violenza del padre e da quella ancora più subdola del marito. Ancora bambina, Dara è costretta a lasciare il suo amato Paese per la Svizzera e vi farà ritorno appena le sarà possibile, ma gli attacchi israeliani del 2006 la riporteranno in Europa. Qui cresce Lila, bambina del nuovo millennio, che combatte la nostalgia di casa con la forza dell’immaginazione.

Mara Martellotta

Sequestro del cellulare in classe. Condotta legittima o violenza della scuola?

Di Stefano Calla’ *

L’Istituto Volta di Torino ha recentemente imposto il divieto di utilizzo di dispositivi elettronici, come gli smartphone, in classe, con l’obiettivo di ridurre le distrazioni durante le lezioni.

Sorvolando sullo scetticismo delle istituzioni riguardo all’uso della tecnologia come supporto concreto per una didattica più performante, proficua e inclusiva – soprattutto per gli studenti con disturbi cognitivi e dell’apprendimento –, è lecito chiedersi se la pratica del sequestro del dispositivo, da parte dell’insegnante o del dirigente scolastico, sia legittima dal punto di vista giuridico.

Secondo il Ministero dell’Istruzione, nella circolare del 19 dicembre 2022, “l’uso del cellulare e di altri dispositivi elettronici rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo utilizza sia per i compagni, oltre a costituire una grave mancanza di rispetto nei confronti del docente, configurando un’infrazione disciplinare sanzionabile attraverso provvedimenti volti non solo a prevenire tali comportamenti, ma anche, secondo una logica educativa propria dell’istituzione scolastica, a stimolare nello studente la consapevolezza del disvalore di tali atteggiamenti”. La circolare fornisce inoltre “linee di indirizzo e indicazioni sull’utilizzo di telefoni cellulari e altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, l’irrogazione di sanzioni disciplinari e il dovere di vigilanza e corresponsabilità da parte di genitori e docenti”.

Tuttavia, non esiste alcun riferimento esplicito a un “sequestro coatto” del dispositivo elettronico. Tale condotta, semplicemente, non rientra tra i poteri dell’insegnante, nonostante il suo ruolo di pubblico ufficiale.

L’articolo 646 del Codice Penale sancisce che “Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, si appropria del denaro o di una cosa mobile altrui di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da 1.000 a 3.000 euro. Se il fatto è commesso su cose possedute a titolo di deposito necessario, la pena è aumentata”. Sebbene l’insegnante sia qualificato come pubblico ufficiale, non dispone dei poteri coercitivi propri dell’autorità giudiziaria. Ne consegue che il docente non può deliberatamente perquisire o sequestrare un effetto personale dell’alunno, nemmeno nell’ambito della sua funzione di vigilanza durante le ore di lezione. Una simile condotta potrebbe infatti configurare i reati di appropriazione indebita e eccesso di potere, escludendo invece la casistica del furto.
È importante sottolineare, però, che il rischio di una denuncia non comporta automaticamente un processo e una successiva condanna.

Da questa vicenda possiamo quindi trarre una conclusione: a volte, i tabù nei confronti del progresso o la mancata capacità di osservare certi fenomeni da una prospettiva più innovativa e moderna possono portare, seguendo i precetti dell’art. 646, a una condotta illecita.

La scuola italiana, oltre che a errare nel metodo, continua a tramandare pratiche troppo antiquate, somigliando sempre di più a musei piuttosto che a luoghi di innovazione.

* Avvocato

 

Maltempo, si estende a nuove zone l’allerta arancione in Piemonte

Si estendono le zone del Piemonte sulle quali domani sarà allerta arancione per rischio idrogeologico a causa del maltempo: alle valli Tanaro, Belbo e Bormida, interessate già oggi da questa classificazione, si aggiungeranno Cuneese, Biellese, Torinese e Alto Vercellese.

A darne notizia è il Centro funzionale di Arpa Piemonte, secondo il quale sono attese fino a metà pomeriggio di domani precipitazioni localmente molto forti al confine con la Liguria e progressivamente anche a ridosso delle vallate alpine, dapprima settentrionali e poi su quelle nord-occidentali.

Confermate le condizioni di tempo diffusamente perturbato attese per il pomeriggio odierno e fino al primo pomeriggio di domani, con precipitazioni che potranno risultare localmente molto forti al confine con la Liguria di centro-ponente e da metà pomeriggio odierno anche a ridosso delle vallate settentrionali e nord-occidentali. I valori puntuali su queste aree potranno essere, a fine evento, superiori ai 150-200 mm. Una progressiva attenuazione delle precipitazioni è attesa nel pomeriggio di domani.

Le precipitazioni intense determineranno dalla sera l’innalzamento dei livelli dei corsi d’acqua del reticolo principale e secondario. Gli incrementi maggiori sono attesi domani pomeriggio per Tanaro, Belbo e Bormida, che potranno superare la soglia di guardia. Domani sono attesi in mattinata innalzamenti per il Po su tutto il tratto da Carignano a Crescentino e, nel pomeriggio, anche nelle sezioni più a valle.

La Sala operativa della Protezione civile della Regione Piemonte continuerà a monitorare la situazione per disporre gli opportuni interventi in caso di necessità.

Vista la situazione molto dinamica, si consigliano i cittadini di tenersi informati sull’evolversi delle condizioni meteorologiche, limitare gli spostamenti e adottare adeguati comportamenti di auto-protezione.

Giornata di mobilitazione nazionale “Fermiamo le guerre, il tempo della pace è ora”


Sabato 26 ottobre alle 14,30. Manifestazione da piazza Arbarello a piazza Castello

Torino sarà una delle sette piazze italiane della giornata di mobilitazione nazionale “Fermiamo tutte le guerre, il tempo della pace è ora” per chiedere l’immediato cessate il fuoco a Gaza, in Medio Oriente, in Ucraina e in tutti i conflitti armati nel mondo.

La mobilitazione pacifista – a cui aderiscono sindacati, partiti, associazioni –  è  promossa dalle reti Europe for Peace, Rete italiana Pace e Disarmo, Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace, AssisiPaceGiusta, Sbilanciamoci con l’obiettivo di portare nelle piazze italiane le proposte della società civile che chiede percorsi di pace, disarmo, giustizia sociale e climatica.

In un contesto internazionale sempre più militarizzato e segnato da guerre, a Torino si ritroveranno cittadine e cittadini del Piemonte, della Valle d’Aosta e di parte del territorio ligure, per dire insieme: “Basta con l’impunità. Basta con  la complicità. Basta con l’inazione”.

L’appuntamento è per sabato 26 ottobre, alle 14,30, in piazza Arbarello.
Il corteo sfilerà per via  Bertola, via Pietro Micca per giungere in piazza Castellodove verrà rilanciato l’appello per la pace.

A Torino Elie Fayad, il direttore de L’Orient-Le jour di Beirut

Il 7 novembre parlerà alla Facoltà Teologica di Torino Elie Fayad , il direttore de L’Orient-Le jour  di Beirut, uno dei più autorevoli organi di informazione  del Medio Oriente, in un momento drammatico per il Libano , per la Regione, ma anche per tutti noi.

Con lui intervengono  due personalità del giornalismo italiano come  Lorenzo Cremonesi e Monica Maggioni.

L’incontro è organizzato dal Centro studi Peirone di Torino in collaborazione con la Fondazione Oasis diMilano

L’appuntamento è il 7 novembre , alle ore 17,30, nell’aula magna della facoltà teologica di via xx Settembre 83, Torino.

L’occasione sono i 100 anni del quotidiano di Beirut,fondato nel 1924. Da un secolo  L’Orient-Le Jour difende gli stessi valori democratici , il pluralismo, l’apertura verso  l’altro e il dialogo fra culture e religioni. Ha aperto le sue rubriche ai più prestigiosi pensatori, editorialisti, scrittori e giornalisti del Libano moderno.

L’incontro ha il patrocinio dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte.

Chi vuole può prenotare inviando mail a info@centro-peirone.it, entro martedì 5 novembre. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.