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Polliotto (Unc): “Come comportarsi se la merce acquistata sul web arriva danneggiata”

 

I consigli della Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Piemonte.

L’arrivo del pacco danneggiato è purtroppo un inconveniente sempre possibile quando si acquista online. Ad aggravare il disservizio è il fastidioso rimbalzo di responsabilità tra venditore e corriere che spesso si innesca a tutto svantaggio del consumatore.

Un primo consiglio per evitare problemi riguarda il momento dell’acquisto: rivolgetevi a venditori affidabili che garantiscano all’acquirente delle chiare procedure da seguire in caso di danni. Una volta tenuto conto di questo, però, può comunque capitare che un nostro ordine online arrivi a casa danneggiato. Questi sono i consigli di UNC: “Se possibile, aprire il pacco davanti al corriere, così da segnalare eventuali danni all’imballaggio o al contenuto già nella bolla di consegna; se non è possibile aprire il pacco alla presenza del corriere, documentate la fase di disimballaggio con foto e video, così da dimostrare che l’eventuale non integrità dell’ordine non dipende da voi; esiste la possibilità di “accettare con riserva” una consegna, è un diritto del consumatore che permette di verificare l’integrità dell’oggetto ordinato anche in un secondo momento. Quest’ipotesi torna utile quando, ad esempio, ritiriamo un pacco presso l’ufficio postale;

 non appena constatate il danno contattate il venditore, che dovrà rispondere dei problemi al pacco anche nel caso in cui siano stati causati dal corriere”, spiega Patrizia Polliotto, avvocato, fondatore e presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori. “Secondo il Codice del Consumo il venditore è sempre responsabile di eventuali problemi relativi all’ordine fino al momento in cui l’acquirente non ne entra materialmente in possesso. Questo è un importante strumento per il consumatore, che deve essere quindi tutelato anche in caso di danno arrecato dal corriere o di danno non immediatamente riconoscibile al momento della consegna.  L’unica eccezione a quanto detto si presenta nel momento in cui il compratore scelga direttamente il corriere dal quale vuole che venga effettuata la consegna: in questo caso, la responsabilità per la perdita o il danneggiamento del pacco passa al cliente. Se invece la scelta del corriere è una possibilità data dal venditore, la responsabilità resterà comunque in carico a quest’ultimo”, chiosa il noto legale torinese.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Mattarella ad Alessandria: meno burocrazia per le emergenze

L’impegno dei sindaci è stato importante, innanzitutto nella gestione delle emergenze di quei giorni e di quelle ore. Non dimentichiamo che gli eventi alluvionali capitano in pochi minuti. Chi ricorda il 5-6 novembre 1994 ricorda come le colline iniziarono a franare in pochi istanti, i fiumi uscirono in pochi momenti. Ai sindaci dobbiamo il grazie per come hanno gestito quei momenti di grande difficoltà; il grazie per aver ricostruito; e oggi a loro possiamo anche destinare un impegno maggiore in questi 30 anni per normative più semplici e più facili”: è quanto ha dichiarato ieri il presidente della Regione Alberto Cirio ad Alessandria in occasione della presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad una serie di cerimonie legate al ricordo dell’alluvione che 30 anni fa causò la morte di 14 persone in città, 69 in tutto il Piemonte.

Il presidente Cirio si è soffermato sul fatto che “i nostri nonni, i nostri anziani curavano meglio il territorio e pulivano i fiumi. Oggi per i sindaci diventa difficile, perché non sempre normative nazionali ed europee li mettono nella condizione di poterlo fare. Questa giornata che ci ricorda un evento tragico, in cui è stata intelligente e giusta la scelta dell’amministrazione comunale di volere posizionare un monumento a imperitura memoria delle vittime, è anche un’occasione per ricordare quanto è stato fatto soprattutto la messa in sicurezza del territorio: in questi 30 anni abbiamo avuto episodi e situazioni alluvionali simili e in alcuni casi anche più gravi, ma gli effetti non sono stati così nocivi proprio perché il territorio era stato messo in sicurezza”.

Infine Cirio ha espresso un ringraziamento “a tutte quelle donne e quegli uomini che, il giorno dopo l’alluvione, hanno preso una pala e dato il loro contributo, a testimonianza di una voglia di ripartire e di lavorare che è tipica e che rende orgoglioso il nostro Piemonte” e “al lavoro della Protezione civile, perché il 1994 segna lo spartiacque tra la nascita di una Protezione civile fatta davvero di professionisti che mettono in sicurezza il territorio”.

A conclusione della cerimonia nel Teatro Alessandrino, alla presenza di 200 sindaci dei Comuni del Piemonte che subirono i danni più gravi dell’alluvione, ha preso la parola il presidente Mattarella: “Le tragedie lasciano tracce irreversibili nel cuore e nella mente delle persone, nei luoghi. Dopo una catastrofe nulla è più come prima. Fare memoria non è soltanto un esercizio di sensibilità e di rispetto nei confronti delle vittime e di coloro che sono rimasti segnati da quelle esperienze. È anche un esigente appello al senso di comunità e alla responsabilità di quanti ne hanno titolo. Il tema non può ridursi alla rapidità ed efficacia dell’intervento durante le calamità. Bisogna guardare alla prevenzione dei rischi, con una visione di lungo periodo, analoga all’andamento della evoluzione degli eventi naturali. Non basta proporsi di ‘mitigare’ le avversità. Non sarebbe un proposito all’altezza delle attese e delle esigenze. La storia ci consegna sovente tragedie. Appare poco previdente evocare, ogni volta, la straordinarietà dei fatti, che tendono invece prepotentemente a riproporsi, per giustificare noncuranza verso una visione adeguata e progetti di lungo periodo”.

“Le alluvioni, le catastrofi manifestano i loro effetti negativi, psicologici, economici, ambientali anche ben oltre l’emergenza”, ha aggiunto Mattarella, sottolineando che “la sicurezza dei cittadini va tutelata anche dopo gli interventi dispiegati immediatamente per salvare vite. Quando l’eco degli avvenimenti drammatici scompare dalle cronache non vi devono essere pause o intervalli nel porre in sicurezza i territori e garantire fiducia e serenità alle popolazioni, per sospingere la ripresa della vita. Il rilancio delle zone colpite è interesse di tutto il Paese, e qui ne troviamo testimonianza”.

In precedenza il Capo dello Stato, accompagnato dal presidente Cirio, dal sindaco Giorgio Abonante, dal prefetto Alessandra Vinciguerra e dal presidente della Provincia Luigi Benzi. Si era recato nel nella zona del ponte Meier, in Lungo Tanaro San Martino, per l’inaugurazione di un monumento dedicato a tutti coloro che si spesero nel 1994 per aiutare la comunità in ginocchio e la ricostruzione della città, e poi al parco Carrà per deporre una corona d’alloro al memoriale delle vittime dell’inondazione.

 

Torino, una città a misura di famiglie

Dal prossimo anno, il logo “Torino Famiglie” identificherà spazi, progetti e azioni più a misura delle famiglie e dei loro figli. È una delle azioni del Piano per le Famiglie approvato  dalla Giunta comunale su proposta della vicesindaca Michela Favaro e rappresenta l’impegno della Città verso l’obiettivo di ottenere la certificazione di “Comune amico della famiglia”. Per la prima volta la Città si dota di un Piano strutturato di azioni rivolto alle famiglie, ovvero a tutti quei nuclei dove uno o più adulti si prendono cura di un minore.

Un impegno che si inserisce nel più ampio quadro del Documento Unico di Programmazione 2024-2026 che, nella sezione dedicata a diritti sociali, politiche sociali e famiglia prevede lo sviluppo di strategie mirate per rispondere ai bisogni e per favorire il miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie torinesi, in particolar modo di quelle con bambini in età prescolare.

“Può sembrare scontato che ogni Città abbia politiche e azioni dedicate alle famiglie del proprio territorio – spiega la vicesindaca Favaro – ma spesso ciò che accade è che queste siano scollegate tra loro, a volte ripetitive e altre volte parziali. La redazione di un Piano strutturato ci permette di adottare un linguaggio comune, coordinare gli sforzi, comunicare meglio. Abbiamo lavorato a un documento che fosse un punto di partenza solido su cui costruire future iniziative e nuovi livelli di complessità. Agiamo sul locale e nel quotidiano per creare un ecosistema cittadino accogliente per le famiglie residenti e ospiti, per le famiglie che già ci sono e per quelle che si formeranno”.

La Città ha inizialmente aderito al “Network dei Comuni amici della Famiglia” che raggruppa già oltre 200 enti locali e di cui Torino è la città più grande. Si è poi costituito un gruppo di lavoro interdipartimentale per procedere alla mappatura e al coordinamento delle iniziative già in essere, propedeutico alla redazione del Piano. Lo scorso anno l’amministrazione ha ottenuto un finanziamento regionale destinato ai comuni con popolazione superiore a 20mila abitanti per sostenere e incentivare azioni specifiche in questo ambito. Il contributo di 27mila euro è stato destinato al lavoro per la definizione del Piano territoriale per le Famiglie, finalizzato sia a migliorare il benessere e la qualità della vita delle famiglie residenti nella città di Torino, sia ad attrarre nuovi nuclei familiari. Il punto di partenza è stata l’analisi dei dati partendo dalle condizioni delle famiglie in Italia e da un quadro puntuale e descrittivo delle famiglie a Torino, focalizzandosi in particolare sui temi dei ruoli di genere e della distribuzione dei carichi di cura e raccogliendo in modo chiaro e sintetico le attività e gli investimenti già presenti sul territorio. Da qui si è articolata la stesura da parte del gruppo di lavoro, frutto anche del coinvolgimento attivo di circa 400 genitori e nonni intervistati nel corso di 18 spettacoli teatrali dell’iniziativa “Gioca alla Fiaba”, realizzati in altrettanti giardini della Città e che hanno intrattenuto oltre 500 bambini e bambine.

 

Il risultato è il documento complessivo approvato oggi dalla Giunta e strutturato in dieci azioni positive, che rappresentano altrettanti impegni dell’amministrazione per i prossimi anni a sostegno delle famiglie torinesi e che si rivolgono in particolare alle giovani famiglie e ai giovani che stanno costruendo un progetto di famiglia a Torino: spazi verdi, servizi educativi e commerciali, conciliazione dei tempi, offerta culturale e sportiva, agevolazioni economiche e comunicazione. Inoltre, a partire dal 2025 i cittadini torinesi potranno riconoscere le azioni dedicate alle famiglie e ai loro figli e figlie grazie al logo “Torino famiglie”, presentato per la prima volta in questo documento.

LE DIECI AZIONI POSITIVE NEL DETTAGLIO

STRUMENTO DI COMUNICAZIONE DIGITALE RIVOLTO ALLE FAMIGLIE CON MINORI: strumento digitale utile a informare, orientare e permettere l’accesso a servizi, opportunità, eventi, agevolazioni e informazioni rivolte alle famiglie con figli minori residenti o ospiti nel territorio cittadino;

POLITICHE DI RIEMPIMENTO IN AMBITO CULTURALE E NON SOLO: stimolare gli stakeholder del territorio (anche mettendoli in rete) a rendere disponibili gratuitamente o a tariffe agevolate posti e opportunità non venduti o in fasce di scarsa affluenza nell’ambito dei loro servizi;

UTILIZZO DI SPAZI VERDI DELLE SCUOLE DELLA CITTÀ: dare nuova visibilità e vivibilità al patrimonio verde di prossimità, rendere i giardini scolastici punti di riferimento per il quartiere in orari extra scolastici, spazi per la sperimentazione di iniziative di amministrazione condivisa con i cittadini;

ACCOGLIENZA DEI NUOVI NATI: distribuzione alle famiglie di un kit di benvenuto per i nuovi nati. L’obiettivo è portare un messaggio positivo nelle case delle famiglie, con un piccolo dono per salutare l’inizio di una nuova vita e consegnando alle neo mamme e ai neo papà strumenti e informazioni utili per affrontare la meravigliosa e complessa esperienza della genitorialità;

CERTIFICAZIONE E DIFFUSIONE DEL MARCHIO “TOFAM” AD ATTIVITÀ COMMERCIALI, CULTURALI E SPORTIVE: istituire una certificazione di qualità dei servizi con l’obiettivo di identificare le attività che erogano servizi a favore delle famiglie secondo standard predefiniti;

COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE NELLA COSTRUZIONE DEL NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE: eventi e spettacoli teatrali in aree pubbliche, rivolti a tutte le famiglie torinesi per raccogliere le opinioni di coloro che abitano la Città, scoprire il modo in cui la vivono e valorizzare i loro desideri e idee per il futuro. L’iniziativa ha preso il nome di “Gioca alla fiaba”;

RETE DI IMPRESE SUL TERRITORIO PER LA PROMOZIONE DEL WELFARE AZIENDALE: introdurre elementi di premialità nei bandi di concessione, negli appalti per l’affidamento di servizi e per la fornitura di beni della Città per le proposte progettuali che tengono conto delle esigenze di conciliazione dei tempi delle famiglie; per le aziende che abbiano politiche di welfare aziendale, in particolare con agevolazioni alle madri;

CERTIFICAZIONE FAMILY AUDIT PER LA CITTÀ DI TORINO: la certificazione Family Audit è uno strumento manageriale a disposizione delle organizzazioni pubbliche e private che intendono certificare il proprio impegno per l’adozione di misure volte a favorire la conciliazione tra vita e lavoro, le pari opportunità e più in generale il benessere organizzativo;

CAMPAGNA AFFIDI FAMILIARI: promuovere e sostenere le risorse spontanee della comunità, diffondendo una cultura di mutuo aiuto tra persone e famiglie, di solidarietà e di partecipazione che favorisca la cura nei contesti di vita dei bambini in difficoltà e delle loro famiglie e l’accoglienza temporanea, nonché la promozione e l’accompagnamento del volontariato familiare;

PIANO DEI TEMPI E ORARI: promuovere il coordinamento dei tempi e degli orari della città, al fine di rendere flessibili gli orari dei servizi rivolti ai cittadini e favorire la presenza di famiglie con bambini.

Pubblico – privato: l’evoluzione della filiera sanità

All’UniCredit University di Torino un confronto sull’efficienza della spesa sanitaria futura
per avviare una transizione che contemperi gli attuali livelli d’offerta e sistemi industriali:
possibili efficienze per quattro miliardi su logistica, servizi, costi e utilizzo delle strutture

A parità di risorse pubbliche e servizi, la filiera della sanità pubblica piemontese può crescere come valore dall’11,7% al 14,2% del Pil regionale, che nel 2023 è stato equivalente a 138 miliardi di euro. E’ quanto riporta uno studio del Centro di ricerca e documentazione Luigi Einaudi, presentato al convegno “Le evoluzioni della filiera della salute – Il futuro delle collaborazioni fra pubblico e privato” organizzato da Confindustria Piemonte in collaborazione con UniCredit.

Identificare quella della salute come filiera industriale che può crescere e recare vantaggio all’economia regionale e alla sua popolazione, è la chiave di lettura su cui intende impegnarsi il sistema confindustriale piemontese promuovendo una piena e costante collaborazione fra pubblico e privato. Per questo riteniamo possa essere opportuna una modalità definita anche attraverso un protocollo d’intesa che regoli i reciproci impegni e consenta quello scambio di informazioni, considerazioni, esperienze e sperimentazioni che potranno favorire l’innovazione necessaria al mantenimento dell’universalità del servizio sanitario e contestualmente alla crescita del PIL di settore” spiega Alberta Pasquero, presidente della Commissione Sanità e Scienza della vita di Confindustria Piemonte.

Attualmente la cura delle persone in Piemonte esercita una domanda pari all’8,6% del PIL, prevalentemente a finanziamento pubblico che nel 2024 è stato pari a 9,43 miliardi, con una occupazione pubblica di 66 mila addetti e una occupazione complessiva di 166 mila persone, che aggiungendo gli addetti indiretti, arriva fino a 278 mila unità lavoro equivalenti, pari al 15% degli occupati regionali. Il Pil direttamente e indirettamente attivato sale quindi a 18,2 miliardi, pari all’11,7% del Pil regionale 2023.

Con Finpiemonte, le imprese, le agenzie di attrazione degli investimenti e noi come assessorato alla Sanità regionale, vogliamo avviare un progetto di sviluppo dell’industria sanitaria in Piemonte. Vogliamo lavorare su tutti i comparti coinvolti: dalla ricerca alla distribuzione e logistica, dall’innovazione alle strutture ospedaliere, senza però creare nuove sovrastrutture ma attraverso Finpiemonte. L’importante è che tutti questi soggetti si parlino e creino un progetto strategico su questo comparto, per incrementare l’attrattività del Piemonte rispetto alle altre regioni italiane, ma anche guardando alle imprese straniere” spiega Federico Riboldi, assessore alla Sanità di Regione Piemonte.

Un grande potenziale inutilizzato, confermato anche nell’analisi del Centro Einaudi, poiché la spesa sanitaria attiva ricerche, nuove tecnologie e diffonde innovazioni che provengono da tutto il mondo, e che potrebbero scaturire di più dal territorio economico regionale, che ha una vocazione per l’hi-tech e l’innovazione. Le piattaforme dove cura ed innovazione procedono di pari passo hanno generato la fortuna di casi esteri, sia in Europa, a Lille, sia negli Stati Uniti, ad Akron. Per stimare questo potenziale, lo studio ha immaginato di accrescere gli acquisti e gli investimenti originati dal territorio, a parità di spesa finale, trovando che la realizzazione di un sistema completo industria-sanità porterebbe la quota di PIL al 14,2% con un aumento di 4,4 miliardi di PIL, a parità di spesa sanitaria pubblica e privata, senza ipotizzare un probabile aumento di spesa e senza considerare le opportunità di esportazione. Non solo, la sanità e il suo insieme integrato realizzerebbero una crescita occupazionale diretta e indiretta di 61 mila unità lavoro equivalenti, da 278mila a 339mila, a parità di spesa per le cure iniziale di 13,3 miliardi. Si avrebbe altresì un aumento di imposte riscosse da 6,6 miliardi a 8,3 miliardi, riferibili alla domanda interna di cure, con un aumento di gettito annuo di 1,7 miliardi, che giustificano la quota di investimento pubblico nella realizzazione della rete mista.

La filiera della salute in Piemonte rappresenta una priorità concreta di sviluppo sia per i cittadini che per le imprese. Il supporto di UniCredit è focalizzato su tre priorità: una migliore gestione della logistica del farmaco, gli investimenti in innovazione e ricerca nelle scienza della vita, lo sviluppo di partnership tra pubblico e privato” spiega Paola Garibotti, Regional Manager Nord Ovest di UniCredit.

In caso contrario, il costo di non adeguamento agli standard innovativi della logistica sanitaria, allungamenti dei periodi di cura, non adeguatezze, costi da ridondanza e da non ottimizzazione dei trasporti e dei luoghi di immagazzinaggio, sulla base degli studi condotti in altri Paesi, si può stimare prudentemente al 5% della spesa sanitaria totale. Considerando che la spesa sanitaria del Piemonte è di 8 miliardi di euro, il costo potenziale di non innovazione potrebbe raggiungere i 400 milioni di euro all’anno.

All’evento hanno partecipato anche Gianluca Ansalone, country head of public affairs Novartis Italia; Mariella Enoc, manager di strutture sanitarie no profit; Laura Morgagni, direttore Fondazione Piemonte Innova; Enzo Pompilio D’Alicandro, vicepresidente Camera di Commercio di Torino; Luigi Vercellino, direttore generale Asl di Alessandria; Michele Vietti, presidente Finpiemonte, confrontandosi sulle rispettive esperienze nel settore. Hanno invece discusso innovazioni per la crescita della filiera: Massimiliano Boggetti, presidente Cluster Alisei; Ilaria Catalano, responsabile logistica sanitaria Poste Italiane; Fabrizio Grillo, presidente Federated Innovation @MIND; Giulia Minnucci, molecular r&d senior director Europe di Diasorin; Giuseppe Savoia, direttore valorizzazione e sviluppo immobiliare di Sistemi Urbani Fs; Massimo Scaccabarozzi, presidente di Menarini Biotech; Fabio Luppino, amministratore delegato di Plurima.

Nuovo collegamento “Sicilia Express” da Porta Nuova

Nuovo collegamento “Sicilia Express” di FS Treni Turistici Italiani (Gruppo FS) che unisce in treno le città del Nord (da Torino Porta Nuova) e Centro Italia con la Sicilia. All’evento di presentazione hanno partecipato l’Amministratore Delegato di FS Treni Turistici Italiani Luigi Cantamessa, l’Assessore alle Infrastrutture e Trasporti della Regione Siciliana Alessandro Aricò, l’Assessore alle Infrastrutture e lavori Pubblici di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi e l’Assessore ai trasporti e mobilità sostenibile di Regione Lombardia Franco Lucente.

Il nuovo Sicilia Express nasce in collaborazione con l’Assessorato Regionale dell’Infrastrutture e Mobilità della Regione Siciliana con l’obiettivo di offrire un nuovo modo di viaggiare che coniuga il turismo lento, sostenibile, di qualità alla bellezza del viaggio in treno. Il collegamento sarà disponibile il 21 dicembre e il 5 gennaio per garantire una maggiore offerta per chi desidera spostarsi in Sicilia durante le festività natalizie.

Grazie alla collaborazione con la Regione Siciliana, il treno di FS Treni Turistici Italiani avrà prezzi competitivi a fronte di livelli di servizio che vanno dalle carrozze letto alle cuccette, fino agli scompartimenti con sei posti a sedere. L’esperienza a bordo treno sarà arricchita dalla presenza di personaggi noti – come l’attore Salvo Piparo, Claudio Casisa dei Soldi Spicci, lo stilista siciliano Alessandro Enriquez e diversi influencer – che racconteranno il viaggio verso la Sicilia.

Il Sicilia Express avrà a disposizione due carrozze ristorante dove saranno serviti, durante tutto il viaggio, prodotti tipici della tradizione enogastronomica siciliana. Inoltre, a bordo di tutti i convogli di FS Treni Turistici Italiani, è possibile ospitare anche gli animali domestici.

Il treno viaggerà il 21 dicembre con partenza da Torino Porta Nuova alle ore 15:05 e arrivo a Messina alle ore 9:45. Fermate intermedie nelle stazioni di Novara (16:12), Milano Porta Garibaldi (17:03), Parma (19:10), Modena (19:52), Bologna (20:21), Firenze Santa Maria Novella (21:44) Arezzo (23:16), Roma Tiburtina (01:07), Salerno (03:56) e Messina. Una volta giunto dall’altra parte dello Stretto il convoglio, diviso in due sezioni, prevederà per la parte diretta a Palermo (13:35), la partenza da Messina alle 10:20 e le fermate di Milazzo (10:44), Capo d’Orlando (11:32), Santo Stefano di Camastra (12:18)., Cefalù (12:44), Termini Imerese (13:06) e Bagheria (13:22). Allo stesso modo, la sezione diretta a Siracusa (13:15), partirà da Messina alle 10:10 e fermerà a Taormina (11:19), Giarre Riposto (11:34), Acireale (11:46), Catania Centrale (12:01), Lentini (12:27) e Augusta (12:50).

Il ritorno il 5 gennaio 2025 con partenza da Messina alle ore 18:50 con arrivo a Torino Porta Nuova alle ore 12:50 del giorno successivo. I biglietti per viaggiare a bordo del Sicilia Express saranno acquistabili dal 3 dicembre sul sito www.fstrenituristici.it e su tutti i canali di vendita di Trenitalia, App, biglietterie di stazione e Self-Service.

Galleria Malinpensa by La Telaccia: le donne protagoniste nell’arte

Informazione promozionale

“Le donne nell’arte” sono protagoniste della mostra in programma da martedì 26 novembre al 7 dicembre prossimo presso la galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia. Le quattro artiste dell’esposizione, curata dalla direttrice artistica Monia Malinpensa, sono Alessandra Cardi, Anita Clemente, Ines Tropeani e Luisa Piccoli.

L’artista Alessandra Cardi vive e lavora a Montebelluna, in provincia di Treviso. Senza un’educazione scolastica in ambito artistico ha manifestato già dalla giovinezza una particolare propensione per l’equilibrio di colore delle linee. Il suo istinto la conduce a avvicinarsi all’arte astratta, che sente molto vicina a quel mondo interiore che diventa propulsore creativo quando si avvicina a una tela. Esprime con il suo linguaggio pittorico emozioni profonde, finalizzate a una ricerca interiore altamente riflessiva. I suoi soggetti astratti, che sono caratterizzati da elementi figurativi dal tratto volutamente non compiuto, evolvono in una rappresentazione ricca di dettagli formali e di aspetti simbolici. Il segno incisivo si libera in una astrazione poliedrica di pura espressione in cui l’utilizzo di materiali diversi, quali la corda, regalano all’opera dimensione sensoriale del tutto suggestiva in grado di lasciare spazio di interpretazione allo spettatore.

L’artista Anita Clemente, nata a Milano nel 1977, da sempre attratta dall’arte in ogni sua forma, si approccia al disegno, alla pittura e al genere figurativo. Sentendosi limitata dalla staticità della pittura, si avvicina in momenti più recenti al mondo fotografico e lo riconosce come un mezzo, più che come un fine. Non si limita alla sola rappresentazione figurativa, ma trasforma la materia attraverso interventi di innovativa combinazione e di complessa progettualità, dove è evidenziato un iter che la contraddistingue. Frammenti di fotografie e moduli pittorici si liberano costantemente nelle sue installazioni, giocando con i pieni e i vuoti per creare un aspetto tridimensionale di ampio stile personale. Si tratta di un’artista capace di unire diverse tecniche con una stesura valida e suggestiva che spazia in modo magistrale dal figurativo all’astratto.

 

Ines Tropeani, nata a Montebelluna, in provincia di Treviso, nel 1989, frequenta l’Istituto d’Arte dove si diploma in Grafica Pubblicitaria e Fotografia, per poi iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove si laurea in Discipline e Arti dello Spettacolo. Fotografa e scenografa, unisce l’approccio naturalistico e realistico con una sensibilità speciale e meticolosa nei dettagli, riflettendo una profonda e attenta analisi del soggetto. L’artista ha la capacità di trasformare un semplice paesaggio o elemento naturalistico in una rappresentazione intensa, che vive di emozioni e stati d’animo ricorrenti. La composizione del soggetto fotografico assume un ruolo fondamentale nel suo iter, che si carica di luci e di ombre magistrali in un perfetto connubio.

 

L’artista Luisa Piccoli, nata a Bisceglie, in provincia di Bari, nel 1953, ha conseguito la maturità classica e ha frequentato l’Accademia d’Arte di Bari. È pittrice, scultrice, scrittrice, poeta e scenografa. Utilizza un linguaggio di grande spessore umano e porta alla luce una figurazione di notevole tensione lirica e di poetica creatività, che si distingue rilevante e personale. L’artista concepisce opere sulla condizione umana e sociale con profonda essenza emotiva, offre al fruitore importanti spunti di riflessione e significativi messaggi, sempre con rispettabilità e sentimento. Si tratta di racconti di pura contemplazione che suscitano emozioni, e svolgono una funzione molto impegnativa e simbolica.

 

Mara Martellotta

 

Dissapore presenta la classifica del panettone e pandoro artigianale migliore

Sabato 30 novembre allo Spazio Fare del Mercato Centrale

 

Anche quest’anno Dissapore presenta la nuova edizione della prestigiosa classifica del panettone e pandoro artigianale, l’appuntamento editoriale più atteso dell’anno, che coinvolge non soltanto centinaia di migliaia di lettori, ma anche tutti gli addetti ai lavori che ruotano intorno al mondo dei lievitati.

La classifica nasce da un rigoroso processo di valutazione sensoriale a cura di redattori ed esperti del settore. Quest’anno il panel di degustazione, che si tiene a porte chiuse a partire dal 22 novembre, è caratterizzato come sempre dall’assaggio alla cieca, per garantire imparzialità e rigore nella selezione dei migliori lievitati natalizi. Il gruppo dei lievitati partecipanti alla classifica è formato da panettoni classificati negli anni precedenti con l’aggiunta di nuove realtà gastronomiche scelte tra i panificatori ed i pasticceri i cui lievitati sono stati assaggiati e valutati positivamente durante tutto l’anno.

Oltre 150 lievitati, già fruttosdi una lunga e accurata selezione in tutta Italia, verranno giudicati da un esclusivi panel, composto dai redattori di Dissapore.com con più competenti in materia. Il gruppo verrà guidato da Stefania Pompele, analista sensoriale, e da Chiara Cavalleris, direttore della testata. Insieme a loro parteciperanno i redattori Elena Bellusci, Massimo De Marco, Dario De Marco e Rossella Neri.

L’evento di premiazione si terrà sabato 30 novembre presso lo Spazio Fare del Mercato Centrale di Torino, al secondo piano, dalle 10 in poi e sarà aperto anche al pubblico. È un’occasione imperdibile per appassionati e professionisti, che avranno la possibilità di vivere un’esperienza immersiva e conoscere le eccellenze italiane dei lievitati artigianali.

Per la prima volta i risultati della classifica verranno svelati simultaneamente online e in diretta durante l’evento, offrendo a tutti i presenti e al pubblico online di scoprire in tempo reale i pasticceri e le creazioni premiate. Il programma si estenderà dalle 11 alle 17 e sarà ricco di workshop, tasting e interventi di esperti del settore.

Mara Martellotta

Ecco gli incentivi per chi assume giovani e donne

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Il governo di Giorgia Meloni ha approvato in Consiglio dei ministri il decreto che riforma le Politiche di coesione, a sua volta rientrante nel pacchetto di interventi rinominato decreto Primo maggio. L’esecutivo, in tema di lavoro, si è mosso nella direzione di sostenere la crescita dell’occupazione grazie a una serie incentivi all’assunzione rivolti in particolar modo ai giovani, alle donne e ad alcune categorie di lavoratori svantaggiati. Tutte le misure introdotte in tal senso mirano a ridurre gli oneri contributivi sui nuovi assunti per un periodo di due anni.

Entrando più nel vivo degli incentivi alle assunzioni di giovani e donne, il decreto approvato dal Cdm prevede una serie di esoneri contributivi per le aziende nella misura del 100 per cento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro per due anni, per un limite mensile pari a 500 euro. Interessati dalla decontribuzione sono i giovani di età inferiore a 35 anni, le donne e anche gli over 35 disoccupati da almeno 24 mesi che risiedono nelle Regioni della Zona Economica Speciale unica del Mezzogiorno.

È inoltre previsto un bonus donne rivolto alle lavoratrici svantaggiate. Anche in questo caso è previsto l’esonero al 100 per cento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per 24 mesi, ma cambia il limite economico su base mensile, da 500 a 650 euro, per ciascuna lavoratrice che viene assunta a tempo indeterminato. E ancora, il bonus donne non risente del requisito dell’età, potendo dunque essere applicato a tutte le lavoratrici, con specifico riferimento a coloro che risiedono nel Mezzogiorno o sono disoccupate da più di 24 mesi.

Per quanto riguarda l’annunciato superbonus assunzioni al 120 per cento, la misura è stata approvata nel decreto legislativo, ma si attende ancora i il decreto ministeriale del Mef e del ministero del Lavoro.

Questo incentivo al lavoro prevede una maxi deduzione al 120 per cento sugli oneri contributivi delle imprese, indipendentemente dalla forma societaria, e dai lavoratori autonomi che effettuano delle nuove assunzioni. La percentuale sale invece al 130 per cento se l’assunzione interessa giovani, donne ed ex percettori del Reddito di cittadinanza.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Pentenero, Calderoni e Canalis (PD): a fianco dei lavoratori Diageo

 “La fabbrica non deve chiudere”

“Sosteniamo con forza l’impegno in difesa del posto di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori Diageo di Santa Vittoria d’Alba che oggi hanno saputo della chiusura entro il 2026 del loro stabilimento a seguito dell’incontro svolto questa mattina tra le rsu, le organizzazioni sindacali e la direzione aziendale” affermano la Presidente del Gruppo PD in Consiglio regionale del Piemonte Gianna Pentenero e la Consigliera regionale Pd Monica Canalis.

“Sono a rischio 380 posti di lavoro tra operai e impiegati – aggiunge il Consigliere regionale Pd Mauro Calderoni eletto in provincia di Cuneo – loro e le loro famiglie chiedono a noi, a tutta la politica, di farsi sentire per evitare questo nuovo trauma occupazionale nella nostra regione. Per questo chiediamo agli assessori regionali competenti di aprire al più presto un tavolo”.

“Siamo a fianco delle sigle sindacali Fai Cils, Flai Cgil e Uila Uil e Ugl – continuano Pentenero, Calderoni Canalis – che hanno dichiarato una giornata di sciopero di otto ore per ogni turno di lavoro per la giornata di domani, mercoledì 27 novembre. Una flessione dell’1,4% nel primo semestre del 2024 su un del fatturato di 20,3 miliardi di dollari non può diventare il pretesto per una chiusura della produzione”.

Diageo, multinazionale leader mondiale nel settore delle bevande alcoliche, è il colosso britannico che produce tra gli altri il whisky Johnnie Walker, la birra Guinness e la vodka Smirnoff.

L’amore malato: al Cinema Massaua, Rotary Club Torino Next 

Si intitola “L’amore malato” il tema del convegno promosso dal Rotary Club Torino Next, in collaborazione con il progetto Rosa Next, che si terrà mercoledì 27 novembre prossimo alle ore 18 al teatro Cinema Massaua.

Il convegno vedrà la partecipazione di esperti e personalità impegnate nella lotta contro la violenza di genere e il supporto alle loro vittime.

Saranno relatori Rosanna Schillaci, delegata per le Pari Opportunità presso la Città Metropolitana di Torino, a cui si dovrà l’introduzione del tema sulle politiche locali e azioni istituzionali per contrastare questo fenomeno; Stefania Gerbino, membro del Consiglio Direttivo di Telefono Rosa, che porterà sul campo la propria esperienza in aiuto delle donne vittime di violenza; Anna Maria Zucca, presidente dei Centri Antiviolenza EMMA onlus e responsabile del progetto SOS sostegno orfani speciali, che parlerà del supporto dedicato alle orfani di femminicidio; Guido Barosio, direttore di Torino Magazine, che fornirà un’analisi culturale del fenomeno; l’avvocato penalista Maria Letizia Ferraris che illustrerà le difficoltà legali e le difficoltà nell’ottenere giustizia per le vittime, Walter Comello, psicoterapeuta, criminologo e psicopatologo forense, che approfondirà le dinamiche psicologiche degli autori di violenza. A moderare il dibattito Giovanni Firera, responsabile comunicazione del Rotary Club Torino Next.

Il convegno prenderà avvio proprio dall’espressione “c’era una volta “, la modalità con cui iniziano tutte le fiabe, alcune delle quali si trasformano, purtroppo, in vicende tristi e drammatiche. Esiste un sottile fil rouge di dolore che unisce autori della violenza e le loro vittime e che gradualmente allontana e trasforma le loro anime in malate. L’amore si trasforma e diventa paura, rabbia, dolore, violenza del corpo e della mente, senso di impotenza di una vita che non è più sotto il controllo di nessuno e diventa cattiva. È necessario, secondo i relatori, un nuovo modo di pensare che sappia creare strumenti di soluzione diversi dalla sola denuncia che, spesso non sa fermare gli impetuosi fiumi sotterranei dell’animo umano.

Mara Martellotta

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L’AMORE MALATO

Intervista a Walter Comello, psicoterapeuta, criminologo clinico e psicopatologo forense, curatore del convegno organizzato da Rotary Club Torino Next.

L’amore malato è un buon titolo per un convegno che parla di violenza sulle donne, perché c’era un tempo in cui l’amore era amore e poi è diventato altro.
Ne parliamo con Walter Comello, presidente di Rotary Club Torino Next, organizzatore del convegno, psicologo, psicoterapeuta, criminologo clinico e psicopatologo forense che nella sua attività si occupa di autori e vittime di reato.

D: Da dove nasce l’idea di questo convegno?
R: Credo che un’organizzazione come Rotary, che si occupa di aspetti diversi del sociale a livello locale e internazionale, fino ad ora abbia portato poca attenzione a questo argomento importantissimo della nostra vita. Io che in questo momento sono presidente del mio Club e vivo quotidianamente per la mia professione i drammi delle vittime e le incapacità devastanti dei responsabili, ritengo di dover porre l’attenzione su questo argomento, tentando di farlo in un modo diverso, mi auguro contributivo a una necessaria nuova cultura. Per questo al convegno sono invitate figure diverse, dalle Istituzioni alle Associazioni che più sono in prima linea nella difesa delle donne, come Telefono Rosa ed EMMA onlus, che si occupa anche di un importante progetto per bambini e ragazzi orfani di casi di femminicidio. Ci saranno poi professionisti che lavorano sul campo e il fine dell’incontro, aperto al pubblico, sarà di parlare di questo argomento dando voce a chi se ne occupa.
D: Cosa intende per nuova cultura?
R: Del problema si parla da molto tempo, senza ottenere risultati. Purtroppo i numeri delle denunce per stalking aumentano, il numero delle donne sottoposte a violenza fisica e/o psicologica aumenta e il numero dei femminicidi non cambia. Malgrado l’impegno di Organizzazioni e di molti, la situazione non è mutata. Einstein diceva che è necessario un nuovo modo di pensare per porre rimedio ai problemi creati da un precedente modo di pensare. Se non c’è una diagnosi corretta non si può fare una terapia corretta. Per prima cosa il problema della violenza sulle donne non va inteso come un problema con una soluzione, ma un problema che ha molte forme espressive e ognuna delle quali necessita di una specifica soluzione. Non si può pensare che sia solo un problema culturale, perché in molti casi la violenza che scaturisce nel femminicidio non deriva da cultura, ma da patologia causata dall’incapacità di alcuni soggetti ad accettare l’abbandono. Una donna ha diritto a farsi la sua vita, ma il diritto in alcuni casi deve tener conto delle reali circostanze. Due terzi della popolazione italiana regolarmente sposata è separata, nella stragrande maggioranza dei casi il diritto di una donna a rifarsi una vita corrisponde al diritto di un uomo a fare la stessa cosa, in alcune situazioni però esiste un’incapacità che va riconosciuta e necessariamente gestita. Da convegni come questo e dalla comunicazione che ne deriva deve emergere una cultura nuova, quella della prevenzione. C’è un tempo in cui il disagio o la patologia, come la di vuol chiamare, è necessario che sia riconosciuta in quanto tale e affrontata con le professionalità che lo sanno fare. Non si può pensare di sanzionare una patologia per risolverla, i malati si curano, i rei si sanzionano. In questo caso è opportuno occuparsi del disagio prima che questo diventi motivo di sanzione e questo è l’aiuto migliore da dare, prima che a quegli uomini, a quelle donne in difficoltà perché queste possano fare la loro vita senza diventare vittime.

D: Cosa pensa si debba fare?
R: Prima di tutto differenziare le situazioni per fare diagnosi diverse e di conseguenza terapie o prendere provvedimenti diversi. I luoghi comuni non servono e certi linguaggi diventano controproducenti. Una comunicazione non adeguatamente consapevole arriva solo alle vittime, le orienta non sempre alla soluzione migliore e non tocca minimamente chi non è in grado di ascoltare. Non si devono creare fronti, ma consapevolezze nuove. Il dolore affettivo è devastante, invalidante, non differenzia cultura o condizioni socioeconomiche, necessita di aiuto. Chi ha una cultura violenta, non dà nessuna importanza a tutte questa attenzione all’argomento, reputa legittime le sue azione, la sanzione non è per lui inibente e necessita, come viene definita negli Stati Uniti, di una moral therapy. Peraltro, alcune volte, l’eccessivo focus sull’argomento trascina in giudizio persone oggetto di speculazioni perché la legge ha i suoi, chiamiamoli così, vizi di forma.
D: Cosa deve fare una donna che si trova in difficoltà?
R: Mi auguro sempre più che possa usufruire di informazioni adeguate da renderla capace di distinguere, in casi diversi, cosa fare e chi può essere l’interlocutore che la può aiutare. Molto importante è il lavoro delle Associazioni Anti-Violenza, ma la denuncia non deve essere l’unica strada per affrontare il problema. Tutti vogliamo vivere in modo migliore in un mondo migliore, il giudizio è un istinto, ma produce conflitti; capire, non condividere, aiuta a ridurre di molto quei conflitti.