ilTorinese

Il compleanno di Gipo. “A son peui mach canson”

11 marzo 1934 in una casa di ringhiera di via Cuneo 6 nasceva Giuseppe Farassino, detto Gipo e per ricordarlo Ca’ da studi Piemonteis con il supporto del consiglio regionale ha ristampato un volume con i testi delle sue canzoni dal titolo “a son peui  mach canson”. I testi che letti sembrano poesie raccontano uno spaccato della Torino dal fine guerra agli 60, una Torino molto diversa da quella di oggi. A dieci anni dalla sua morte  Gipo fa ancora “magune’ “…l’autore Giovanni Tesio e il direttore  Albina Malerba aprono le porte del centro studi di via Ottavio Revel 15 per presentare questo libro che è andato a ruba nella sua prima edizione, il giornalista Bruno Quaranta e Mario Congiu con la sua chitarra, ci intratterranno  sui testi e sulle note delle canzoni più famose.

GD

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Il nuovo libro di Gianni Oliva – Walter Chiari – Lettere

Il nuovo libro di Gianni Oliva

Gianni Oliva

Tra i tanti libri lucidi e coraggiosi di Gianni Oliva, diventato anche un astro televisivo senza assumere la boria del successo, l’ultimo dal titolo “45 milioni di antifascisti” ed . Mondadori è davvero un libro da leggere perché mette a nudo le falsità e le ipocrisie della vulgata antidefeliciana, dando ampio riconoscimento al maestro che dedicò al fascismo un’opera ciclopica, per anni odiato da Tranfaglia e ostacolato perfino nel far lezione da una ciurmaglia di contestatori violenti e  storicamente incolti. La verità è una sola: i conti con il fascismo non sono stati fatti e la mancata o blanda epurazione seguita dall’amnistia Togliatti del 1946 ha fatto sì che ci sia stata una sorta di equiparazione tra i crimini fascisti e quelli dei partigiani. Dell’amnistia fruirono persino i  sicari di Matteotti. Già dopo il 25 luglio 43 milioni di italiani da un giorno all’altro diventarono d’incanto  antifascisti: come scriveva Ernesto Rossi all’esule Salvemini nascosero la cimice fascista nel pugno chiuso. Nell’avvicinarsi della Liberazione lo stuolo dei partigiani crebbe a dismisura e anche quello delle staffette . Diventare comunisti rappresentò il  facile salvacondotto per una transizione senza difficoltà dal fascismo all’ antifascismo verboso a costo zero del dopoguerra. L’antifascismo del Ventennio fu una cosa seria, a partire da Matteotti, Amendola, Gramsci, Gobetti, Don Minzoni; quello successivo fu fatto di parole d’ordine e di bandiere rosse volte a cancellare la Resistenza non comunista. Il libro di Oliva è un atto di coraggiosa ricerca storica che fa giustizia dei vari Battaglia, Quazza  e altri minori che da anni scrivono le stesse banalità. Oliva prosegue la strada di Claudio Pavone e la porta a conclusione. L’era dei De Luna  e dei vari Franzinelli e dei piccoli Gobetti negazionisti delle foibe è finita. Oliva mette in luce che anche al di là dell’amnistia Togliatti ci fu un paese che mancò di spina dorsale e accettò ogni trasformismo, anche il più vergognoso: quello di Gaetano Azzariti  presidente del tribunale della razza poi  nominato giudice costituzionale da Gronchi e divenuto presidente della Corte Costituzionale è solo il caso più clamoroso di troppi fascisti giunti a ricoprire incarichi incompatibili con il loro passato, con la complicità di comunisti e democristiani, socialisti e liberali. Solo Pannunzio denunciò certi scandali che l’ex fascista Scalfari non poté mai permettersi.

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Walter Chiari

Oggi avrebbe compiuto cent’anni. Aveva uno stile unico, una capacità straordinaria di catturare il pubblico sollecitandone il sorriso con garbo a naturalezza. Se pensiamo alla stazza e alla ilare volgarità di Bramieri, abbiamo chiaro chi fosse Chiari.  Andò  con Mussolini a Salò e si lasciò sedurre dalla cocaina come molti altri attori. Ebbe un tramonto triste. Lo ricordo in un teatro Alfieri semi vuoto: una grande tristezza. Eppure fu uno dei più grandi comici italiani. Dimenticarlo oggi appare meschino oppure è il segno dei tempi bui che viviamo. Fu tanto più grande di D’Apporto e di Campanini anche loro dimenticati. Chiari fu secondo solo a Rascel.  In Tv era molto meglio della coppia Vianello-Mondaini e anche della coppia Tognazzi – Vianello. Tutti provenienti dalla Rsi e transitati in Rai senza problemi. Solo Nuto Navarrini ebbe difficoltà a “riciclarsi” . Ma Walter Chiari oltre ad essere un grande professionista ebbe anche le fierezza intima di rimanere sé stesso senza mai eccedere. Era la raffinatezza del teatro di Terenzio rispetto a quello di Plauto infarcito di battute dozzinali estranee al repertorio di Chiari.

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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com

 

quaglieni penna scritturaLe segrete cose monarchiche
Lei è troppo buono con il  “prof”   M o l a:  repubblicano anche dopo la morte di Umberto II, di cui ha insultato la memoria nel 1983, alla corte di Vittorio Emanuele per quasi un “ventennio” e poi, dal 2001, “avvocato” del cugino Amedeo e in processo con i suoi “amici” dell’Umi. Questo “gentiluomo” nel 2001, quando ha tradito Vittorio Emanuele, ha dimenticato di restituirgli le decorazioni da lui sollecitate nell’ambito della Consulta dei Senatori del Regno n. 1, prima che lui stesso ne fondasse un’altra con fini diametralmente opposti e cioè deporre il principe Vittorio. Sul sito dell’Umi è sparita la rubrica “Consulta”: http://www.unionemonarchicaitaliana.it/index.php/senatori-del-regno. Perchè? W la coerenza!
Giorgio Vicini 
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Non sono addentro alle segrete cose monarchiche e non so risponderLe. Il prof.  M o l a   con o senza virgolette, è persona che non apprezzo umanamente  dopo averlo conosciuto abbastanza bene. Rispetto un ottuagenario ormai a riposo  ed evito le polemiche sterili perché fatte tra persone che non possono intendersi perché troppo diverse. Se penso a  esponenti della corte sabauda  come Vittorio Prunas Tola o Umberto Provana  di Collegno che conobbi in passato e vedo gli attuali cortigiani rabbrividisco.

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Associazionismo di oggi e di domani

Appartengo ad un noto club e mi rivolgo a lei per esternare il mio disagio nel restare in un club di servizio che ha un prestigioso radicamento internazionale. Le elenco il mio disagio: 1) ci sono solo più soci molto anziani e i pochi giovani sono superficiali e incolti, molto vezzeggiati perché giovani. Tra i 40 e i 50 c’è il vuoto. 2) la cultura è considerata come qualcosa di secondario rispetto alla ossessiva raccolta di fondi. 3) ogni iniziativa prevede il pagamento di qualcosa per cui la quota sociale costituisce un benefit totale del club. Il socio che non è un semplice bancomat, dovrebbe pur avere un ritorno di qualcosa. In un altro club in Lombardia dove è socia mia cugina, nella quota sono comprese le cene. Ma sicuramente ci sono delle cariche che vengono retribuite alla faccia del volontariato da quanto mi dicono. 4) mi infastidisce sempre di più l’uso dell’inglese anche da parte di gente che non conosce neppure l’Italiano. È stato anche abolito perfino il suono dell’Inno nazionale all’inizio dei meeting. 5) La cosa che più mi fa letteralmente incazzare  non trovo un verbo idoneo per esprimere il mio dissenso e chiedo scusa) è quella della catechesi, dell’educazione alla vita del club con una sorta di studio di una banale filosofia buonista di basso profilo culturale che si vorrebbe imporre in ogni circostanza perfino con “esercizi spirituali” che si chiudono per fortuna con un pranzo. In questi esercizi spirituali ci sono i maestri che insegnano a vivere secondo l’etica del club. Questa è una forma di integralismo non laico che mi fa impazzire. Io ho idee ben radicate, per quanto non sia laureato, sempre disposto a discutere con tutti, ma assolutamente contrario a subire tentativi di “formarmi”. Gli esercizi spirituali posso farli in chiesa, ma non in altre sedi. Sembra quasi di appartenere ad una loggia non segreta, ma pur sempre portatrice di idee e valori imposti con un pizzico di fanatismo. Queste cose riguardano solo me stesso e la mia coscienza. Neppure il PCI pretendeva che gli iscritti aderissero al marxismo, anche se esistevano le “Frattocchie” per i militanti .Io ho amato i club settecenteschi dei libertini con scambi di cultura straordinaria davvero cosmopolitica . Forse sono io a non aver capito nulla , ma io non accetto un quasi tentativo di lavaggio del cervello per cui devo anche pagare profumatamente. Un’associazione libera non può farsi portatrice di visioni etiche , altrimenti cadiamo nelle sette del passato. In questo caso, se così fosse, preferisco la vita di parrocchia: meno costosa e meno invasiva. Sono quasi certo che anche lei, che pure sembrerebbe uno spirito libero, cestinerà questa mia esternazione come hanno fatto altri.    Lettera firmata

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Avrei preferito che lei avesse deciso di uscire allo scoperto con tanto di firma, ma io pubblico la Sua lettera egualmente, senza toccare una virgola, al di là del fatto di condividere o non condividere le sue riflessioni che possono riferirsi, penso, all’associazionismo Lionistico, Rotaryano o di qualche altra sigla minore. I Suoi toni mi sembrano ingenerosi anche perché nessuno è obbligato a rimanere socio e tutti i Suoi problemi – se reali – Lei li risolve con una bella letterina di dimissioni. Io vado spesso volentieri a parlare, ospite di questo associazionismo e mi sono sentito sempre a mio agio e non ho mai subito dei veti o delle restrizioni. Sono luoghi di libero dibattito. Se qualche esponente di quell’associazionismo, vuole intervenire, sarei lieto di pubblicare delle repliche. Non c’è bisogno di nessuna difesa d’ufficio da parte mia. Faccio solo una riflessione oggettiva: l’associazionismo nel suo insieme purtroppo è in crisi. Io fui socio in passato di un club di circa 150 soci molto autorevoli. Forse quell’esperienza appartiene al passato. Il Covid, il pc, la vita professionale e sociale di oggi hanno inciso pesantemente. Quale sarà l’associazionismo del futuro? Non saprei rispondere, ma credo che la necessità di ritrovarsi insieme tra uomini e donne in libertà in un clima di amicizia sia destinata a vivere anche nel futuro. Nessun collegamento a distanza potrà sostituire l’incontro tra persone. Creda a me, lasci stare i club libertini del ‘700 tanto amati da Scalfari: io li ho studiati all’Università con Venturi e non sono un modello né per l’oggi né per il futuro.

“Piu’ Uniti per Bricherasio” alle elezioni con Guido Calleri di Sala

La lista “Piu’ Uniti per Bricherasio” si ripresenta all’appuntamento elettorale del prossimo giugno all’insegna delle novità. Novità rappresentata innanzitutto dal candidato a sindaco Guido Calleri di Sala. Il quale ha accettato con entusiasmo e convinzione la proposta elettorale giunta da molti cittadini, associazioni e gruppi del comune di Bricherasio. La nostra lista civica, plurale ed espressione di mondi e settori importanti della nostra comunità, che da sempre si riconosce nei valori della Costituzione, della Resistenza, della Laicità dello Stato e della Democrazia Partecipata, sostiene con forza la candidatura a sindaco di Guido Calleri di Sala.
L’obiettivo del candidato a sindaco e dell’intera lista e’ quello di rilanciare Bricherasio anche a livello del Pinerolese e della Val Pellice. Un doppio impegno che esige e richiede idee, progettualità e coraggio. Elementi ben presenti dell’ agire politico della nostra lista civica.
Nelle prossime settimane inizieremo una campagna di ascolto e di proposte per confrontarci con tutti i cittadini sul programma elettorale con cui vogliamo amministrare e cambiare Bricherasio.

“Piu’ Uniti per Bricherasio”

 

(nella foto Guido Calleri di Sala)

A Torino la finale del Campionato di A1 di ginnastica ritmica

Sarà nuovamente Torino ad ospitare la finale del Campionato di Serie A femminile di ginnastica ritmica in programma il 6 e 7 aprile al Pala Gianni Asti. Il fine settimana si aprirà con i play off e play out di Serie B e C per poi concludersi, il giorno seguente, con i play off di A2 e a seguire le tanto attese semifinali e finali di A1.

All’atto conclusivo parteciperanno le migliori sei squadre della classifica dopo le tre prove che si sono svolte a Chieti, Forlì e Fabriano. Nell’ultima tappa in Romagna, le ragazze allenate da Tiziana Colognese ed Elisa Vaccaro hanno dimostrato un’ottima preparazione e che si sono distinte ai singoli attrezzi. Le atlete dell’Onda Blu, attualmente decime nella graduatoria nazionale, restano ancora in corsa per restare in Serie A.

L’organizzazione della finale di Torino è stata affidata alla società dell’Eurogymnica, e sulle pedane del Pala Gianni saliranno le migliori ginnaste italiane che si sfideranno per vincere il tricolore, ma anche come nel caso di Sonia Raffaelli e Milena Baldassarri per testare la loro forma fisica in vista dei Giochi Olimpici di Parigi.

Per chi volesse assistere all’evento è già iniziata da qualche giorno la prevendita dei biglietti che si possono acquistare per entrambi i giorni. Tagliandi in vendita al prezzo di 15 euro (ridotti a 10 per i bambini di età inferiore ai dieci anni) il sabato. 20 e 15 euro il costo per assistere alle esibizioni la domenica. I tesserati ad Eurogymnica potranno acquistare il biglietto a 10 euro.

Per assicurarsi un posto per la finale di Torino bisogna scrivere a biglietteria.eurogymnica@gmail.com, dopo aver effettuato un bonifico ed allegandolo all’email indicando nome e cognome per il ritiro, numero dei biglietti e tipologia. Il ritiro potrà avvenire direttamente alle casse del Palazzo dello Sport a partire da due ore prima dell’inizio di ogni giornata di gara. Il servizio di prevendita si concluderà mercoledì 3 aprile.

Marco Aceto

Foto: Forlì 02 febbraio 2024 Campionato Serie A GR EUROGYMNICA- BERTONI AURORA © Ph by Agati / Simone Ferraro / FGI

Sul podio delle Neuroscienze il Liceo Bodoni di Saluzzo

Mattia Poggio, il vincitore delle Olimpiadi in Piemonte andrà alla finale nazionale di Roma

Quinto anno al Liceo scientifico Bodoni di Saluzzo, Mattia si è imposto sugli altri 72 finalisti in gara per la finale regionale del Piemonte. Fra i temi affrontati, biologia e anatomia del cervello, memoria e malattie del sistema nervoso.

Torino, sabato 9 marzo 2024 – Si chiama Mattia Poggio, ha 18 anni e frequenta l’ultimo anno al Liceo Bodoni di Saluzzo (CN)è il vincitore della finale regionale piemontese delle Olimpiadi delle Neuroscienze che si è svolta oggi all’Istituto di Anatomia dell’Università di Torino.  Mattia – che rappresenterà il Piemonte alla finale nazionale di Roma – ha gareggiato con gli altri 72 finalisti di 24 istituti superiori provenienti da tutto il Piemonte: Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbano Cusio Ossola e Vercelli.

Una grande soddisfazione per il Liceo Bodoni di Saluzzo che sul podio, quest’anno tutto al maschile, vede insieme a Mattia – al secondo posto pari merito – il suo compagno di classe Andrea Quaranta (anche lui V B del Liceo Bodoni) e il più giovane, Andrè Da Costa Campos Vieira Lisboa, III liceo al Gioberti di Torino.

 

Le Olimpiadi delle Neuroscienze rappresentano la selezione italiana della International Brain Bee, una competizione internazionale che mette alla prova studenti delle scuole medie superiori sul grado di conoscenza nel campo delle neuroscienze. Anatomia e biologia del cervello, memoria, emozioni, dolore e stress, ma anche le droghe e le malattie del sistema nervoso: sono questi i temi affrontati nelle prove, tra cruciverba, domande a scelta multipla e – nello spareggio finale – domande aperte. Scopo della iniziativa è accrescere fra i giovani l’interesse per lo studio della struttura e del funzionamento del cervello umano, e attrarre giovani talenti alla ricerca nei settori delle Neuroscienze sperimentali e cliniche, che rappresentano la grande sfida del nostro millennio.

 

In tutta Italia sono 180 le scuole iscritte alla quattordicesima edizione delle Olimpiadi delle Neuroscienze. Per il Piemonte – che con 24 scuole iscritte quest’anno si aggiudica il podio per il maggior numero di partecipanti – la gara è organizzata dalla prof.ssa Marina Boido del NICO – l’Istituto di Neuroscienze della FondazioneCavalieri Ottolenghi e Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino. «Ancora una volta abbiamo apprezzato la grande preparazione delle ragazze e dei ragazzi protagonisti dell’edizione piemontese delle Olimpiadi di Neuroscienze. Ma il merito va anche ai docenti che hanno accompagnato i loro studenti in questo percorso. Trasmettere la passione per la ricerca e lo studio di questa affascinante materia per noi è il più grande risultato – commenta la prof.ssa Marina Boido del NICO – Università di Torino – anche per questo ogni anno è sempre un’emozione fortissima incontrare giovani studenti così preparati e vedere quanto impegno mettano nelle prove».

Mattia Poggio rappresenterà il Piemonte alla gara nazionale, in programma il 17 e 18 maggio a Roma. Qui si deciderà il o la rappresentante dell’Italia alla competizione internazionale che si svolgerà in remoto a settembre.

 

con i docenti, da sinistra:
Il prof.Francesco Merlo con Andrè Da Costa Campos Vieira Lisboa del Liceo Gioberti di Torino, Mattia Poggio (vincitore) e Andrea Quaranta, con Francesca Riccardino, la loro professoressa del Liceo Bodoni di Saluzzo (CN)

Artiste di Corte. La storia de La Clementina, la più famosa ritrattista di principi e re

Domenica 10 marzo, ore 15.45

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Artiste di Corte

La storia de La Clementina, la più famosa ritrattista di principi e re, e delle altre artiste emancipate che si sono affermate in una professione che era prerogativa maschile

In occasione della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo, la Palazzina di Caccia di Stupinigi dedica alle donne artiste che si sono affermate in un mestiere che era prerogativa maschile, l’appuntamento di domenica 10 marzo “Artiste di Corte”. Attraverso alcuni dipinti ed apparati decorativi, la visita narrata tematica racconta le vicende di alcune tra le più famose artiste attive a corte tra XVII e XIX secolo, a partire da Maria Giovanna Battista Clementi, detta la “Clementina”, una delle migliori ritrattiste del Settecento che ha realizzato la serie di ritratti di piccoli principi e principesse esposti alla Palazzina di Caccia.

“Artiste di Corte” è una visita tematica didattica per adulti che fa parte degli appuntamenti “Focus” basati sul principio del LifeLong Learning, l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Ad ogni appuntamento viene messo a fuoco un argomento diverso per scoprire il percorso di visita all’insegna della storia, dell’arte, della vita di corte, con curiosità ed aneddoti.

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Domenica 10 marzo, ore 15.45

Artiste di Corte

Durata della visita: 1 ora circa

Prezzo visita guidata: 5 euro + biglietto di ingresso

Biglietto di ingresso: intero 12 euro; ridotto 8 euro

Gratuito: minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card

Prenotazione obbligatoria per la visita guidata entro il venerdì precedente

Info e prenotazioni: 011 6200634 stupinigi@biglietteria.ordinemauriziano.it

www.ordinemauriziano.it

Giorni e orari di apertura Palazzina di Caccia di Stupinigi: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18).

Imprese in lieve crescita. Ma commercio e industria tradizionale sono in sofferenza

Luci e ombre caratterizzano la situazione delle imprese torinesi, delineata dalla Camera di Commercio di Torino che ha presentato i dati 2023.  È vero che sono  222.538 le attività registrate a Torino e in provincia, con un tasso di crescita positivo (+0,45%), ma le nuove iscrizioni si attestano ai minimi storici. In lieve aumento il tasso di sopravvivenza, superiore a quello delle altre città italiane. Bene le imprese straniere e le artigiane, in calo le femminili e soprattutto le giovanili. Nel 2023 ancora giù commercio e industria tradizionale, in aumento i servizi.  Stessa dinamica in un’indagine che analizza gli ultimi 10 anni.


Ecco i dati sulle imprese torinesi nel 2023

Nel 2023 le imprese nate sono state più numerose di quelle cessate: questo ha permesso di mantenere una dinamica positiva, anche se il numero delle nuove iscrizioni (12.473) ha raggiunto il valore più basso degli ultimi 15 anni (escludendo l’anno anomalo 2020). Le cessazioni risultano in ripresa, ma fortunatamente non sono ancora tornate ai livelli pre-pandemici.

Il tasso di crescita del tessuto imprenditoriale torinese si conferma positivo per il quinto anno consecutivo (0,45%), benché ridimensionato rispetto al biennio precedente e collocato a cavallo fra il tasso di crescita regionale (0,19%) e quello italiano (0,70%). A livello piemontese, Torino è l’unica provincia insieme a Novara (0,39%) a chiudere l’anno con un tasso di crescita positivo.

Come già accaduto in passato, la presenza di una natalità più vivace rispetto alla mortalità non è stata sufficiente a sostenere la crescita dello stock di imprese registrate che, con 222.538 sedi d’impresa, registra un lieve decremento (-487 imprese) rispetto al 2022[1].

Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Torino su dati InfoCamere

A livello dimensionale, le microimprese – ossia quelle con meno di 10 addetti –rappresentano oltre il 95% del totale.

A livello geografico i primi 10 comuni per numero di imprese rappresentano da soli il 15% del totale e tutti, tranne Carmagnola, confermano un tasso di crescita positivo: subito dopo Torino, in testa per numerosità di imprese si attesta Moncalieri con 5.288 unità, seguito da Rivoli (4.178), Pinerolo (3.585). A seguire ancora Collegno, Settimo Torinese, Chieri, Nichelino, Ivrea, Carmagnola e Grugliasco.

Dal punto di vista della natura giuridica, se le imprese individuali, nonostante un forte turn over, si mantengono in lieve aumento, a crescere maggiormente sono le società di capitale, che chiudono il 2023 con un +3,33%, segno di un progressivo irrobustimento del sistema imprenditoriale.

Tasso di sopravvivenza

Lievemente in aumento rispetto al 2022 il tasso di sopravvivenza medio a distanza di 3 anni dall’iscrizione(dal 71,4% al 71,8%). Questo dato, sempre crescente negli ultimi 10 anni, è coerente con il consolidamento di forme giuridiche più strutturate, come le società di capitale, che, come accennato sopra, bilanciano il forte ricambio che si verifica invece nelle imprese individuali.

Il tasso di sopravvivenza torinese è superiore a quello delle principali città metropolitane: 65,5 a Roma, 70,1 a Milano e 71,2 a Napoli.

La Torino che cambia (2014- 2023)

Il territorio torinese vive già da tempo un ridimensionamento del proprio tessuto imprenditoriale, con l’eccezione del triennio 2020-2022 quando gli effetti della pandemia hanno prodotto una parziale crescita. Rispetto a dieci anni fa, le imprese registrate hanno subito un decremento del -2,1%, passando dalle 227.208 del 2014 alle attuali 222.538 (-4.670 imprese registrate).

 

Anche dal punto di vista della natura giuridica alcuni cambiamenti strutturali sono già in atto da diversi anni, con l’aumento in percentuale delle forme più strutturate. Il nucleo delle imprese individuali, nonostante tassi annuali molto elevati di natalità e mortalità, mantiene stabile il suo peso (oltre il 53%). Per le società di capitale, l’unica forma giuridica in “espansione”, l’incidenza sul totale è salita in dieci anni dal 17% al 23%; le società di persone, invece, hanno ridimensionato la propria presenza dal 27% al 21%.

Parallelamente, un’analisi di più ampio periodo sull’andamento dei vari settori evidenzia come alcune tendenze possano considerarsi ormai consolidate, in particolar modo per i settori dell’agricoltura, dell’industria e del commercio che, nell’ultimo decennio, hanno registrato un significativo ridimensionamento del numero di imprese, a fronte di un contestuale progressivo aumento dei servizi (alla persona e alle imprese), cresciuti negli ultimi 10 anni dell’8,3%.

Nell’ambito dei servizi alla persona (+17,5% in 10 anni)è l’istruzione che mostra il miglior trend (+24,1%) – grazie all’aumento dei corsi sportivi e ricreativi e di formazione culturale – affiancata dalle attività creative, artistiche e di intrattenimento, in particolare con le attività di supporto a manifestazioni e spettacoli, e dall’assistenza sanitaria e sociale – con le strutture di assistenza residenziale per anziani e disabili e i servizi di asilo nido.

Ottima anche la performance dei servizi alle imprese, +5,9% negli ultimi 10 anni e in continuo aumento dal 2017 ad oggi. La variazione positiva è sostenuta dai servizi di supporto alle funzioni d’ufficio, fra i quali le organizzazioni di convegni e fiere, dal settore finanziario – con i servizi dei promotori e mediatori finanziari -, dai servizi come imprese di pulizia e cura e manutenzione del paesaggio e dalle attività professionali, in particolare quelle di consulenza.

Nel settore del turismo si registra l’ottimo trend dei bed & breakfast e affittacamere che in dieci anni raddoppiano la loro consistenza (+102%) a discapito delle strutture alberghiere che diminuiscono del -11,2% lo stock di imprese.

Macrosettori di attività 2014 2022 2023 Var. 2023/2022 Var. 2023/2014
Agricoltura 12.733 11.638 11.414 -1,9% -10,4%
Industria 22.441 19.945 19.601 -1,7% -12,7%
Costruzioni 35.597 34.769 35.118 1,0% -1,3%
Commercio 58.175 53.562 52.805 -1,4% -9,2%
Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 15.235 15.505 15.358 -0,9% 0,8%
Servizi prevalentemente orientati alle imprese 56.084 58.997 59.400 0,7% 5,9%
Istruzione, sanità e altri servizi pubblici, sociali e personali 14.574 16.930 17.124 1,1% 17,5%
N.c. 12.369 11.679 11.718 0,3% -5,3%
Totale 227.208 223.025 222.538 -0,2% -2,1%

Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Torino su dati InfoCamere

 

 

Andamento dei settori nel 2023

Nel 2023 l’andamento delle attività economiche mostra trend disomogenei: crescono i servizi (sia quelli alle imprese sia quelli alle persone) e le attività edili, mentre diminuiscono i restanti settori di attività, come il commercio, l’industria e l’agricoltura. Esattamente la dinamica registrata negli ultimi 10 anni.

 

Servizi prevalentemente orientati alle imprese (+0,7%; il 26,7%)

Terzo anno consecutivo di crescita (+0,7%) per quello che è diventato recentemente il primo settore per consistenza imprenditoriale nella città metropolitana di Torino, con 59.400 imprese.

Se il settore più rilevante, quello delle attività immobiliari, ha subito un lieve calo, crescono invece varie attività professionali e di supporto all’impresa: la consulenza imprenditoriale e amministrativo-gestionale, le agenzie pubblicitarie e i consulenti professionali, i servizi di richiesta certificati e disbrigo pratiche, le imprese di pulizia, i servizi finanziari delle società di partecipazione e dei promotori e mediatori, la produzione di software e i servizi di elaborazione dati e hosting.

Calano invece le attività delle agenzie di viaggio e in generale tutto il settore dei trasporti e magazzinaggio dove diminuiscono sia i trasporti di merci su strada, sia i servizi postali e le attività di corriere.

Commercio (-1,4%; il 23,7%)

Il commercio, secondo settore per consistenza, chiude l’anno 2023 ancora con una diminuzione (-1,4%) attestandosi a 52.805 attività (il 23,7% del totale). A crescere sostanzialmente solo il commercio di autoveicoli e la loro manutenzione/riparazione e il commercio on-line che con 1.520 imprese registra un +9,1%. In flessione invece tutti gli altri comparti, in primis il commercio ambulante (-3,5%) e il commercio al dettaglio in sede fissa (-2,9%). Scendono anche il commercio all’ingrosso e più lievemente gli intermediari del commercio.

Guardando in dettaglio il commercio in sede fissa, la flessione più marcata si registra tra gli articoli culturali e ricreativi, dove la crisi ha colpito sia le edicole (-10,0%) e le cartolerie (-5,4%), sia i negozi di articoli sportivi (-1,9%). Calano anche i negozi di articoli di abbigliamento (-3,9%) e di calzature(-7,4%). Nei prodotti alimentari la flessione più marcata si registra nelle panetterie/pasticcerie(-6,7%), nelle macellerie (-2,6%) e nei negozi di frutta e verdura (-1,9%). Calano anche ferramenta(-5,2%) e negozi di mobili (-3,4%) e di utensili per la casa (-4,7%). Incremento delle farmacie(+3,6%), mentre i fiorai – che nel 2022 avevano segnato un aumento – nel 2023 registrano un calo del -4,9%; stabile il commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia.

Si contrae però anche la GDO, con un lieve calo dei minimercati (-0,5%) e uno maggiore per Iper/Supermercati (-2,6%).

Tra il commercio ambulante lieve aumento solo dei banchi di frutta e verdura (+0,8%), stabili quelli di pesce, calano invece tutte le altre tipologie di prodotto: carne, abbigliamento, fiori, bigiotteria e articoli casalinghi.

Costruzioni (+1,0%, il 15,8%)

Per il quarto anno consecutivo cresce il settore delle costruzioni raggiungendo le 35.118 unità (+1%). Aumentano soprattutto le imprese di posa in opera di infissi, di vetri e quelle di tinteggiatura. Decrescono le attività di costruzione edifici e quelle di ingegneria civile.

Industria (-1,7%; l’8,8%)

Si riduce ancora nel 2023 l’industria manifatturiera, con un -1,7% e un totale di 19.601 imprese.

Il settore in maggiore sofferenza è quello dei mezzi di trasporto che complessivamente è in calo del -4,4%, e al suo interno registra la contrazione nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi e di altri mezzi di trasporto. In diminuzione anchel’industria delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, della carta e stampa e della metallurgia e dei prodotti in metallo. Meno severe le contrazioni registrate nel settore della gomma e materie plastiche, della meccanica e dell’industria alimentare. Stabili le industrie tessili e le attività di riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature, mentre sono in aumento quelle legate ai prodotti chimici e farmaceutici, in particolar modo nel settore dei profumi e della cosmesi.

 

Istruzione, Sanità e Servizi pubblici, sociali e personali (+1,1%; il 7,7%)

È il settore che nel 2023 ha registrato la migliore performance, con 17.124 imprese registrate e un +1,1%.

Crescono le attività sportive e di tempo libero, la gestione di impianti sportivi, dei club, mentre diminuiscono palestre e discoteche. Buona anche la performance dell’istruzione dove crescono i corsi sportivi e ricreativi, quelli di formazione culturale e quelli di formazione e di aggiornamento professionale.

Dal punto di vista dell’assistenza sanitaria e sociale si amplia la presenza degli studi odontoiatrici, degli studi medici specialistici e degli altri servizi di assistenza sanitaria, che includono le attività di fisioterapia, quelle paramediche e i laboratori di analisi cliniche. Diminuiscono, invece, i servizi di assistenza sociale sia non residenziale sia residenziale.

Continua la crescita dei centri estetici, diminuiscono invece i parrucchieri e le lavanderie. Incrementano le pompe funebri, gli studi di tatuaggi e piercing, i servizi di cura degli animali da compagnia e i servizi di organizzazione feste e cerimonie. Continua infine la crescita delle attività di sgombero cantine e solai.

Servizi di alloggio e ristorazione (-0,9%; il 6,9%)

Diminuiscono per il terzo anno consecutivo le imprese del turismo che con un -0,9% si attestano a 15.358. La flessione è imputabile in particolare ai barche passano dai 5.767 del 2022 ai 5.593 del 2023 (-3,0%). Dal 2014 ad oggi, il torinese ha perso 1.150 bar ed esercizi assimilati. Per il secondo anno consecutivo i ristoranti (5.969) superano numericamente i bar e continuano a crescere (+0,6%). In flessione, dopo anni di incremento, i take-away (-1,3%).

Ottimo invece il trend dei servizi di alloggio (+3,4%), dove si registra il boom dei bed & breakfast e affittacamere (+10%) – che passano da 300 a 330 unità – mentre sono in lieve flessione gli alberghi (475; -0,4%).

 

Agricoltura (-1,9%; IL 5,1%)

Continua la flessione del settore agricolo che nel 2023 registra un -1,9%. Diminuiscono tutte e due le attività più rappresentative del comparto, la coltivazione di cereali e l’allevamento di animali, soprattutto di bovini da latte, mentre tengono quelle di coltivazione ortaggi. In crescita l’apicoltura.

 

 

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Le imprese straniere

Continua la fase espansiva delle imprese straniereche anche nel 2023 aumentano la loro consistenza raggiungendo le 32.038 unità e un tasso di crescita del +3,70%, inferiore però sia al corrispondente dato piemontese (+4,6%), sia a quello italiano (+4,3%).

L’incremento delle imprese straniere è trasversale in tutte le attività economiche: il miglior risultato è registrato nel comparto delle costruzioni, che aumentano del +5,5%; a seguire l’industria manifatturiera e i servizi di alloggio e ristorazione.

Nel 2023, a crescere è anche il numero di posizioni imprenditoriali straniere: con 42.265 unità, +2,9%. La Romania si conferma il paese maggiormente rappresentato (il 23,2% del totale), a cui seguono il Marocco (il 14,1%), la Cina (il 7,1%) e l’Albania (il 5,2%). Guardando settori e nazionalità, si osservano alcune specializzazioni: gli imprenditori rumeni e albanesi si concentrano nelle attività edili, quelli di origine marocchina sono maggiormente presenti nel commercio, mentre i cinesi nelle attività legate al turismo o al commercio. Ben il 27% delle posizioni imprenditoriali straniere sono di genere femminile. Rispetto all’età media, gli imprenditori stranieri si caratterizzano per essere più giovani: il 7% infatti è sotto i 30 anni (contro il 4% di quelli italiani).

Le imprese artigiane

Nel 2023 prosegue, per il terzo anno consecutivo, l’andamento positivo, seppur debole, delle imprese artigiane, che hanno raggiunto quota 59.892 unità, con tasso di crescita pari al +0,16%.

L’analisi delle dinamiche settoriali evidenzia la continua crescita dell’edilizia, che rappresenta il comparto più rilevante dell’artigianato (il 43,2%, +1,0%) e che ancora ha beneficiato delle misure governative di supporto al settore. Prosegue anche l’incremento del settore commercio, al cui interno sono ricomprese le attività di manutenzione e riparazione di autoveicoli. Una leggera crescita ha riguardato anche i servizi alle persone.

Per tutti gli altri settori si rilevano invece trend negativi: più rilevanti per i servizi di alloggio e ristorazione (- 3,1%) e per l’industria manifatturiera, che rappresenta il secondo settore per importanza di presenza artigiana (-1,8%).

Le imprese femminili

Sono 49.439 le imprese femminili torinesi, in riduzione rispetto all’anno precedente, con un tasso di crescita del -0,19%.

Rappresentano il 22,2% del tessuto imprenditorialecomplessivo, dato in linea sia con la media nazionale sia con quella piemontese. Nel 15% dei casi si tratta di imprese straniere e nell’11% di imprese “under 35”.

Il primo settore si conferma quello dei servizi alle imprese, con un’incidenza del 27,7% sul totale, e che risulta in crescita del +1,2% rispetto all’anno precedente, cui segue il commercio, il 26,2%. Il terzo settore in ordine di importanza, per peso, risulta quello dei servizi prevalentemente orientati alle persone (istruzione, sanità e altri servizi pubblici e sociali) con  il 15,8% del totale, seguito dal turismo. Gli altri settori di attività risultano nettamente meno rappresentati.

Quanto alla natura giuridica delle imprese femminili, è ampiamente diffusa l’impresa individuale (circa il 62% a fronte del 53% dell’analoga quota dell’intero tessuto imprenditoriale).

Le imprese giovanili

Significativa variazione di stock per le imprese giovanili che con -416 unità in un anno arrivano ad essere 20.939 (9,4% del numero di imprese totali).

Guardando la distribuzione per settori, nel 2023 i servizi alle imprese (il 25,2%) scavalcano il commercio, dove si concentra il 25,1% delle imprese giovanili, cui seguono, a distanza, le costruzioni, con il 15,9%.

La presenza di imprese giovanili si riduce significativamente in alcuni settori, in primis nell’industria manifatturiera, nel turismo e nel commercio. Per il secondo anno consecutivo, gli unici settori che registrano un segno positivo, seppur debole, sono i servizi.

La forma giuridica prevalente è l’impresa individuale che rappresenta il 79,8% del totale.

Napoli – Torino 1-1

Nella 28a giornata di Serie A il Napoli pareggia 1-1 col Torino e si ferma in classifica a quota 44. Nel primo tempo Milinkovic-Savic e Meret si fanno notare per le loro patate le loro parate. Kvara (61′) sblocca il risultato  nella ripresa su assist di Mario Rui. Poi il pareggio con Sanabria (64′)  in rovesciata sugli sviluppi di un corner.

Torino premiata come ‘Comune Plastic Free 2024″

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Il Teatro Carcano di Milano ha ospitato questa mattina la premiazione dei Comuni Plastic Free 2024, da parte dell’omonima onlus. A ritirare il prestigioso riconoscimento a forma di tartaruga era presente per la Città di Torino l’assessora all’Ambiente Chiara Foglietta.

Impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica, l’organizzazione di volontariato ha valutato oltre 360 comuni in tutta Italia sulla base di oltre 20 parametri focalizzati sulla lotta contro gli abbandoni illeciti, la sensibilizzazione del territorio, la gestione dei rifiuti urbani, le attività virtuose dell’ente e la collaborazione con la onlus.

Attiva dal anche a Torino con i propri referenti e volontari con appuntamenti di pulizia nei parchi e lungo i fiumi cittadini e incontri di sensibilizzazione nelle scuole, Plastic Free onlus ha sottoscritto un protocollo d’intesa con la Città che, da parte sua, si è impegnata a sostenere l’associazione nelle diverse attività di pulizia, informazione, sensibilizzazione e segnalazione con l’obiettivo di eliminare la plastica dal territorio, migliorare la raccolta differenziata, ridurre la plastica usa e getta.

“Siamo particolarmente riconoscenti a Plastic Free Onlus e ai suoi volontari per il loro lavoro e accogliamo con soddisfazione questo riconoscimento – ha dichiarato l’assessora Foglietta ritirando il premio – .Crediamo molto nell’unione sinergica delle persone e nelle buone azioni quotidiane che testimoniano l’attenzione concreta per l’ambiente e continueremo a sostenere Plastic Free Onlus. Torino – ha proseguito – è tra le 100 città europee che si sono impegnate a raggiungere la neutralità climatica entro il 2030, un obiettivo altamente sfidante per conseguire il quale sarà importante il contributo di tutti. Un simile processo verso una società e un’economia più sostenibili non può prescindere dalla sensibilizzazione e dall’impegno individuale e collettivo dei cittadini”.

Fogli e sacchetti di plastica semisommersi sono il nemico numero uno delle tartarughe di mare che li scambiano per meduse, e finiscono per ingerirli. I danni derivanti dall’ingestione di plastica sono numerosi e differenti, ma tutti portano a un esito certo: la morte o la grave compromissione della salute degli animali. I rifiuti possono infatti incastrarsi nell’intestino, o perforarlo portando le tartarughe al decesso, oppure avvelenare la vittima col rilascio di sostanze tossiche.

L’inquinamento da plastica non rappresenta però unicamente un pericolo per la fauna marina , ma è uno dei problemi ambientali più preoccupanti, e più discussi, della nostra epoca. In pochi decenni, abbiamo letteralmente riempito il mondo di questo materiale di sintesi non degradabile e altamente resistente, che persiste nell’ambiente per secoli, interferendo con i normali processi metabolici degli ecosistemi.

Tuttavia, nonostante la proverbiale resistenza delle molecole che compongono i materiali plastici, anch’essi vanno incontro ad invecchiamento. Agenti atmosferici come le radiazioni solari e le piogge, la rottura meccanica (frammentazione), l’azione dei batteri concorrono alla dispersione e alla riduzione delle plastiche in minuscoli frammenti, che sono da pochi anni definiti microplastiche.

Le microplastiche, oggi, sono davvero dappertutto, non solo negli ambienti acquatici, interessati da un vastissimo fenomeno di inquinamento (si pensi a tutte le microplastiche che arrivano nei corsi d’acqua e nei mari attraverso le acque reflue industriali e urbane), ma anche nei suoli e nell’aria. In queste condizioni, l’ingresso delle microplastiche nelle catene trofiche era inevitabile: infatti, è nota la loro presenza all’interno di animali e piante.

Ma all’apice delle catene trofiche vi è sempre l’uomo. La nostra specie, dunque, è diventata, suo malgrado, il collettore di tutti gli inquinanti che essa stessa disperde nell’ambiente, con inevitabili ripercussioni sulla propria salute.

Morto a 44 anni dopo intervento chirurgico: disposta l’autopsia

Il 44enne cuneese Fabio Einaudi, dipendente della società Eurofins Chemical Control, è morto all’ospedale “Santa Croce” di Cuneo  poche ore dopo essere stato sottoposto a un intervento chirurgico seguito a un breve ricovero. Dopo aver accusato un malore l’uomo si era recato al pronto soccorso dove i medici gli avrebbero detto della necessità di un intervento chirurgico cui l’uomo è stato sottoposto. Poche ore dopo durante un controllo del personale ospedaliero, il 44enne sarebbe stato colpito da arresto cardiaco. La procura ha disposto l’autopsia.