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5 stelle come la Dc? Non siamo ridicoli

Con inusitata leggerezza un noto editorialista della Stampa nei giorni scorsi ha scritto che i “5
stelle potrebbero diventare la nuova Democrazia Cristiana”.
Ora, chiunque abbia letto quelle singolari e curiose parole credo che abbia fatto un sobbalzo o,
addirittura, si è chiesto se c’è ancora un senso e una logica nel commentare la politica italiana di
oggi. E questo, come ovvio, nel pieno rispetto di tutte le opinioni. Anche di quelle espresse dal noto
editorialista della Stampa.
E questo per 3 semplici motivi, al netto della profonda diversità storica e della scontata irripetibilità
della politica, delle sue dinamiche e dei suoi strumenti concreti, cioè dei partiti.
Innanzitutto la Dc era un partito profondamente democratico al suo interno. Certo, articolato per
correnti organizzate perche’ rappresentative dell’interclassismo della società italiana ma che
garantivano, al contempo, un vero ed autentico pluralismo politico e culturale. Un partito che
contava molti leader e grandi statisti ma che non tollerava al suo interno né i capi, né i guru e
tantomeno i padroni. I 5 stelle? Semplicemente l’esatto contrario.
In secondo luogo la cultura politica del partito. La Dc, certamente in un’altra epoca storica, aveva
un chiaro riferimento culturale. Era un partito di ispirazione Cristiana si’ ma, soprattutto, era un
partito con una solida e riconosciuta cultura politica alle spalle. Il popolarismo sturziano, la
tradizione del cattolicesimo sociale e popolare e il filone cattolico democratico erano i fari che
illuminavano il suo progetto politico e di governo. Certo, era una stagione politica e culturale
dominata dalla contrapposizione ideologica ma sicuramente la Dc non poteva essere accusata di
essere un partito liquido, ovvero privo di qualsiasi riferimento ideale e definito. I 5 stelle? Anche
qui, l’esatto contrario di quella esperienza storica, politica e culturale.
Ma e’ sul terzo aspetto che emerge una radicale separazione. E riguarda la collocazione del partito
nello scenario politico. A prescindere dalle fasi storiche a confronto. La Dc e’ stato un partito di
“centro che guarda a sinistra”, per dirla con De Gasperi. Sicuramente è stato un partito riformista,
profondamente democratico, con una spiccata cultura di governo, centrale nello schieramento
politico e con una linea chiara per quanto riguarda il campo delle alleanze. Ora, confrontare il
ruolo, la funzione e soprattutto la collocazione di quel partito con i 5 stelle ci vuole una porzione di
fantasia e di spensieratezza alquanto elevati. Non è il caso di infierire. Ma governare saldamente
con la destra leghista per 18 mesi e, nell’arco di una manciata di ore, pensare di dar vita ad una
alleanza opposta, alternativa e nettamente divaricante rispetto a quella praticata sino a qualche
giorno prima – cioe’ con il nuovo partito della sinistra italiana di Zingaretti e con ciò che resta del
vecchio Pci – credo che non meriti ulteriori commenti.
L’elenco delle diversità potrebbe continuare all’infinito. Come, ad esempio, il confronto tra le classi
dirigenti dei rispettivi partiti. Ma su questo terreno i 5 stelle, oggi, sono in buona compagnia con le
classi dirigenti degli altri partiti. Ma è sufficiente fermarsi qui. Per arrivare ad una semplice
conclusione. E cioè, qualunque confronto o parallelismo tra la Democrazia Cristiana e il partito dei
5 stelle può albergare solo nella mente di qualche marziano o di qualche osservatore distratto e
del tutto avulso da ciò che è stata la politica italiana ieri e ciò che è oggi.
Per dirla con termini ancora più semplici e comprensibili, tra la Democrazia Cristiana e i 5 stelle
non è possibile alcun confronto perché sono su pianeti diversi. Ogni altro commento e’ puramente
superfluo.

Giorgio Merlo

Mondiali Junior, atleti piemontesi in finale nell’ultima giornata

Si è conclusa alla Duna Arena di Budapest la settima edizione dei Mondiali Junior di nuoto, con un ultimo pomeriggio di gare che ha visto in acqua sia Helena Biasibetti (Dynamic Sport) sia Emiliano Tomasi (Rari Nantes Torino). Doppio impegno per Helena, ai blocchi di partenza della finale dei 100 farfalla e poi chiamata a nuotare nuovamente le due vasche a delfino nella terza frazione della 4×100 mista. Nella prova individuale la 17enne allieva di Donato Nizzia ha chiuso all’ottavo posto con il tempo di 1’00’’38. Nella prova di squadra si è invece fermata ai piedi del podio composto da Stati Uniti, Russia e Canada. Ad aprire la staffetta azzurra è stata Erika Gaetani (dorso, 1’01’’26), quindi si è tuffata Benedetta Pilato (rana, 1’08’’41). La giovane piemontese, bronzo agli Eurojunior nei 100 farfalla, ha completato le due vasche in 59’’53, tempo che – pur “lanciato” – è risultato di qualche centesimo inferiore al personale stabilito ieri nelle semifinali della gara individuale (59’’62). A chiudere il quartetto azzurro Chiara Tarantino (56’’09), per il 4’05’’29 conclusivo dell’Italia. Helena Biasibetti aveva nuotato anche in batteria, contribuendo al 4’05”18 dell’Italia e alla qualificazione in finale con il terzo crono. Di seguito i parziale delle azzurre in qualifica: Erika Gaetani (1’01”95), Benedetta Pilato (1’08”02), Helena Biasibetti (59’’52), Costanza Cocconcelli (55”69).

 

Dopo aver gareggiato in tutte le distanze della rana nei giorni scorsi, Emiliano Tomasi ha nuotato oggi nella 4×100 mista maschile aperta da Thomas Ceccon e completata da Federico Burdisso e Stefano Nicetto. Epilogo sfortunato per la staffetta azzurra, squalificata in finale a causa del secondo cambio anticipato. Da segnalare l’1’01’’39 nuotato dal giovane nuotatore allenato da Fabrizio Miletto nella frazione a rana (record personale, sebbene “lanciato”), di oltre un secondo e mezzo più veloce rispetto all’1’02’’91 fatto registrare stamattina in qualifica. In batteria l’Italia ha chiuso al quarto posto in 3’40″73 con Thomas Ceccon (53’’81), Emiliano Tomasi, Claudio Faraci (53”28) e Mario Nicotra (50”73). Per quanto riguarda i tre giovani atleti piemontesi convocati ai Mondiali Junior, sono da ricordare il bronzo conquistato ieri da Emma Virginia Menicucci (Sisport Spa) nella 4×100 stile libero e il settimo posto di Helena Biasibetti nei 50 farfalla.

 

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Gatto “impiccato” alla cancellata della chiesa

Un gatto, macabro spettacolo,  è stato ritrovato impiccato alla cancellata della chiesa di San Luigi Gonzaga a Chieri.

Lo ha trovato il sacrestano che, mentre apriva la parrocchia, ha vistol’animale morto. Indagano i carabinieri che stanno cercando di contattare la proprietaria e di ricostruire l’accaduto. Il felino era conosciuto nel quartiere: lo si vedeva  girare liberamente per la strada ma non si lasciava avvicinare. Potrebbe essersi trattato di un incidente, poichè l’animale al collo aveva un collare troppo largo, potrebbe quindi essere salito sul tetto della centralina del gas, vicino della cancellata della chiesa, e saltando, potrebbe essere rimasto impigliato.

Lotta alla droga e allo spaccio, la polizia setaccia Barriera: raffica di arresti

Nei giorni scorsi in zona Barriera di Milano sono state arrestate complessivamente 13 persone per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio, sia nel contesto di attività di Polizia Giudiziaria che di servizi di controllo del territorio, sia ordinari che straordinari, svolti sia dagli operatori del Commissariato di zona che da personale della Squadra Volante. 

Nonostante avesse a carico precedenti di Polizia e un Ordine del Questore di lasciare il Territorio Nazionale, perché irregolare in Italia, continuava a delinquere. E’ stato arrestato lunedì dagli agenti del Commissariato “Barriera Milano”. Stava circolando nella notte a bordo di una bicicletta e alla vista dei poliziotti si è immediatamente irrigidito. E’ stato fermato ed ha fornito agli operatori diverse risposte a voce bassa muovendo in modo innaturale le labbra. Questo atteggiamento ha insospettito i poliziotti: difatti l’uomo nascondeva in bocca diverse dosi di cocaina. Dopo averle sputate ha aggredito gli operatori nel tentativo di darsi alla fuga. Solo grazie all’utilizzo dello spray al peperoncino i poliziotti sono riusciti a portare l’uomo alla calma. Aveva con se anche 2 telefoni cellulari e denaro contante. Si tratta di un cittadino senegalese di 21 anni, arrestato anche per i reati di resistenza, violenza e lesioni a Pubblico Ufficiale. 

Nella stessa giornata gli agenti del Commissariato di zona, nel contesto di un’attività di Polizia Giudiziaria, stavano monitorando gli spostamenti di alcuni cittadini stranieri. All’interno dei giardini di via Sospello hanno notato due ragazzi effettuare uno scambio e sono immediatamente intervenuti. L’acquirente ha lanciato l’incarto, precedentemente acquistato, all’interno dell’intercapedine dei parcheggi sotterranei nel tentativo di eludere l’arresto. Uno dei poliziotti in corrispondenza del punto ove era stata gettata la sostanza ha notato una delle grate priva di bulloni, quindi mediante l’utilizzo di due scale, si è calato all’interno ed ha recuperato l’involucro. Conteneva 10 dosi di cocaina. Il pusher è stato invece trovato in possesso di oltre 500 euro in contanti, ed entrambi i cittadini senegalesi, irregolari sul Territorio Nazionale e con precedenti di Polizia, sono stati arrestati per spaccio.

Il giorno successivo la volante del Commissariato ha proceduto all’arresto di un nigeriano di 31 anni, senza occupazione lavorativa, irregolare e con precedenti di Polizia. L’uomo, alla vista dei poliziotti, impegnati in un servizio di controllo, ha nascosto un calzino imbottito di stupefacente all’interno di un cassonetto dei rifiuti nell’attesa di trovare il momento giusto per recuperarlo. Lo straniero non si era accorto che nel frattempo uno dei poliziotti aveva già notato tutti i suoi movimenti. L’operatore ha recuperato lo stupefacente ed ha inseguito l’uomo per via Martorelli-via Rondissone-corso Vercelli-via Lauro Rossi dove è stato fermato, nonostante avesse provato a nascondersi all’interno di un minimarket. Con tuta nera e scarpe rosse non poteva passare inosservato. E’ stato trovato in possesso di 85 euro in banconote accartocciate, probabile provento dell’attività illecita svolta nella giornata. All’interno del calzino chiuso con un nodo sono state rinvenute diverse dosi di marijuana. 

Si aggiungono a questi arresti anche quello di mercoledì sera, effettuato durante il controllo straordinario del territorio ad alta visibilità, durante il quale è stato fermato un altro cittadino senegalese di 31 anni, portando a quota 5 gli arresti del personale del Commissariato solo per ciò che concerne la detenzione di stupefacente.

Invece, gli agenti della Squadra Volante, hanno arrestato in 7 giorni cittadini stranieri.

Mercoledì pomeriggio in via Aosta direzione corso Novara due uomini hanno attirato l’attenzione degli operatori in quanto uno dei due, alla vista della volante, ha buttato un fazzoletto nei pressi di un cassonetto dell’immondizia mentre l’altro contestualmente ha deglutito qualcosa e ha spento  uno dei telefoni cellulare. L’involucro conteneva 9 dosi di eroina. Durante l’attività di controllo su un altro smartphone, sempre dual sim, sono arrivati diversi messaggi di richiesta appuntamento per acquisto di dosi. I due stranieri,  un gabonese di 19 anni e un 29enne nato in Libia, entrambi irregolari in Italia e con a carico un Divieto di Dimora nel comune di Torino e con diversi precedenti di Polizia, sono stati arrestati per spaccio.

Giovedì sono stati invece arresati in tre: un gambiano di 21 anni e due senegalesi uno di 26 anni e l’altro di 20, tutti in via Montanaro angolo via Scarlatti, durante un servizio mirato alla repressione dello spaccio in quella specifica area.

Nel primo caso il ventunenne è stato sorpreso mentre cedeva pezzi di crack. Era seduto tranquillo davanti ad un portone dove faceva cenno ai passanti con il capo in attesa di clienti. L’uomo, irregolare sul Territorio Nazionale e con precedenti di Polizia aveva a suo carico anche un Ordine del Questore di lasciare il Territorio Nazionale, per il quale è stato denunciato.

Nello stesso punto e alla stessa ora sono stati fermati i due senegalesi in due distinti interventi. Il ventiseienne, irregolare e con precedenti di Polizia, è stato visto cedere sostanza stupefacente a diversi soggetti, alcuni arrivavano in bicicletta prelevando al volo la dose richiesta. Il ragazzo solo qualche giorno prima era stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per lo stesso titolo di reato. Mentre il ventenne, proprio all’intersezione con le due vie, è stato visto confabulare con alcune persone e cedere dosi di cocaina che prelevava sul momento direttamente dalla bocca. Quando è stato fermato ha serrato le mascelle deglutendo a più riprese lo stupefacente. Il pusher è stato trovato in possesso di 165 euro, mentre l’acquirente è stato sanzionato amministrativamente per la detenzione dello stupefacente.

Sabato notte sempre nelle stesse vie, un diciannovenne del Gambia, regolare in Italia, è stato trovato in possesso di 2 infiorescenze di marijuana e 65 euro in contanti. Il ragazzo è stato visto cedere sostanza stupefacente ad un passante, poi sanzionato amministrativamente per la detenzione di una dose di cocaina.

Anche domenica sera un altro straniero, un 20enne del Senegal, ha portato alla bocca dosi di stupefacente che ha masticato e ingerito alla vista degli operatori in via Montanaro. I poliziotti gli hanno più volte intimato di sputare la sostanza per evitare che si sentisse male ma incurante ha continuato a deglutirla. Dai piccoli frammenti recuperati è emerso che si trattava di cocaina. Il ragazzo è stato trovato in possesso di diverso denaro contante ed un telefono cellulare che non smetteva di squillare durante tutte le fasi del controllo: erano i clienti che attendevano la dose.

Sempre nella notte un gambiano di 32 anni è stato notato mentre consegnava una dose di stupefacente, prelevata dalla bocca, ad un uomo sopraggiunto in auto. Lo scambio è avvenuto direttamente dal finestrino del veicolo. Lo straniero alla vista dei poliziotti è scappato ed un suo connazionale si è interposto tra lui e l’operatore, in modo minaccioso, al fine di eludere il controllo di polizia, ma sono stati entrambi fermati. Il pusher durante la fuga è stato visto deglutire sostanza stupefacente mentre l’altro, un minore del Senegal ma di fatto maggiorenne, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per i reati di resistenza a Pubblico Ufficiale e favoreggiamento. Il giovane deteneva oltre 500 euro in contanti e 2 telefoni cellulari.

Una continuità illiberale e populista che preoccupa

Di Pier Franco Quaglieni
Il governo giallo-  rosso, secondo Luca Ricolfi, sarebbe un governo di estrema sinistra, sicuramente il più a sinistra della storia repubblicana.
Sarebbe questo il risultato della crisi aperta da Salvini che non ha sbagliato solo i tempi della crisi,ma ha sbagliato  soprattutto nel considerarsi invincibile, manifestando un titanismo inquietante che lo ha portato incredibilmente  a sollecitare persino  i pieni poteri. L’estremismo leghista  potrebbe favorire le diverse anime della sinistra presenti nel Pd e nei 5 Stelle,per non parlare di Leu.
Il fatto che Zingaretti abbia proposto Fico come presidente del Consiglio indica in modo non equivocabile quali siano gli intenti del segretario del Pd che individua nell’esponente della sinistra grillina e ex esponente dei centri sociali  il suo premier. Renzi che ha  incredibilmente favorito l’ipotesi di questo governo rischia di esserne escluso, come i moderati del Pd che usciranno malconci dalla formazione di un governo di questo tipo. Nella storia italiana esso  sarebbe un unicum perché i governi di centro – sinistra con PDS -DS e Margherita avevano un equilibrio politico che il governo  giallo- rosso non avrebbe assolutamente perché la componente della Margherita del Pd verrebbe di fatto ignorata . Se poi pensiamo che c’è chi lavora per creare un governo che completi la legislatura e consenta di eleggere anche il nuovo presidente della Repubblica  ,avvalendosi di una maggioranza di questo tipo, abbiamo chiari i pericoli a cui siamo di fronte. Salvini si accrediterebbe così  come il politico più stolto e megalomane ,la vera “rana rupta” di cui parlava Fedro ,mente il bue ,anzi il toro ,rischia di diventare l’insieme delle forze che compongono  una maggioranza in cui il rosso sarà il colore prevalente. Ricolfi prevede una politica fiscale fatta di nuove tasse e forse di una patrimoniale e nuovi sbarchi. La demagogia potrebbe essere il collante tra i due o tre contraenti della coalizione a cui guardava Bersani in passato e che si realizzerebbe nei prossimi giorni.
Io mi auguro che Ricolfi sbagli perché queste sono le previsioni propagandistiche della Lega che pure cerca disperatamente un nuovo approccio con i 5 Stelle, consapevole del macroscopico errore politico che ha commesso ,aprendo la prospettiva di un governo fatto da un Pd sconfitto alle elezioni politiche e di un movimento 5 stelle che ha dimezzato i voti alle Europee. L’ingordigia di  Salvini, rivelatosi incapace di qualsivoglia strategia politica, rischia di provocare uno sbandamento a sinistra molto pericoloso anche per gli stessi equilibri europei. Infatti se il governo giallo- verde ci ha isolati  in Europa , quello giallo- rosso finirebbe per marginalizzarci da un’ Europa che non guarda, in larga maggioranza,  a sinistra. Salvini che ha  cercato  di cannibalizzare Forza Italia facendo il pieno di voti,sta incominciando anche a perdere consensi perché i discorsi a torso nudo in spiaggia non possono rappresentare una politica, ma solo propaganda. Se il governo giallo – verde era profondamente illiberale, il nuovo possibile governo, così  come appare dalle trattative e dalle dichiarazioni, neppure considera qualsivoglia politica liberale. Le democrazie illiberali non sono solo quelle a cui guarda con simpatia Salvini, ma anche quelle in cui il populismo di sinistra prevale.La storia ci indica in modo chiaro cosa e’ stato il populismo di destra e quello di sinistra.L’autunno caldo di cinquant’anni fa fu  in Italia una manifestazione di puro populismo di sinistra.
Magari sarà anche un governo discontinuo rispetto  al precedente, ma sicuramente avrà una precisa  continuità illiberale. Bisogna avere il coraggio di denunciare il pericolo che incombe.

Le bizze di N’Koulou indispettiscono Cairo

N’Koulou ha chiesto a Mazzarri di non essere convocato, “mi ha detto che non c’era con la testa”, ha rivelato il Ct  del Toro a proposito dell’assenza del difensore camerunense, al centro di voci di mercato che lo vorrebbero alla Roma. “Dopo la partita con il Wolverhampton volevo far rivedere gli errori ai nostri difensori – ha spiegato all’Ansa Mazzarri -. Lui  però non ha voluto neanche rivedere le immagini affermando di non esserci con la testa. L’ho rincuorato, e il giorno dopo l’ho chiamato ma mi ha chiesto di non essere convocato. Per rispetto dei compagni non l’ho fatto giocare”. Festeggiata la vittoria contro il Sassuolo, ora in casa granata il malumore è alto per le bizze del giocatore. Contrariato anche il presidente Urbano Cairo: “Mi ha lasciato si stucco, dovrà chiedere scusa”.

Macugnaga Piano Trail, quando le grandi vette incontrano quelle della musica

Si è  concluso sabato 17 agosto, presso la Kongresshaus di Macugnaga, il festival di musica classica che ha come scenario questo incantevole paese ai piedi del monte Rosa, nella valle Anzasca. Si tratta del Macugnaga Piano Trail, giunto quest’anno alla sua seconda edizione; a concluderlo un concerto di successo, con protagonista il giovane e talentuoso pianista polacco Mikolaj Sikala, originario di Danzica.

Artista di notevole capacità espressiva e lirica, unita ad una brillante tecnica, Sikala è riuscito subito a catturare l’attenzione del pubblico con l’esecuzione della Sonata in la maggiore D 664 di Franz Schubert, una delle prime scritte dal compositore viennese. Completata nel luglio 1819, riflette l’immagine del giovane musicista innamorato, durante il suo soggiorno nell’incantevole campagna austriaca. Altrettanto ben ispirata e ben risolta è stata l’esecuzione della “Berceause” di Chopin, composta negli anni 1843-44 nella forma di variazioni su di un tema di grande equilibrio. Il pianista ha poi proposto una lettura espressiva della Parafrasi di Strauss/Grunfeld sul Fledermaus. In conclusione Sikala ha eseguito una serie scelta di Preludi dei due libri di Claude Debussy, esempi e capisaldi della musica impressionista, utilizzando un linguaggio raffinato e, al tempo stesso, capace di comunicare, oltre che un certo temperamento espressivo, anche una notevole maturità.

Il concerto precedente, tenutosi mercoledì 14 agosto scorso, ha visto protagonista il pianista ventunenne Li Mingyang, originario dell’Henan, che ha manifestato già in tenera età una particolare attitudine per il pianoforte. Dopo gli studi presso la città natale, ha poi proseguito la sua formazione musicale al Conservatorio centrale di Pechino, ottenendo risultati considerevoli, e frequenta attualmente i corsi di perfezionamento al Conservatorio di Hannover. Ha eseguito la suite di Claude Debussy intitolata “Estampe”, scritta nel 1930 e considerata la prima opera del simbolismo musicale. Il pianista ha condotto con chiarezza espressiva la serie di tre brani, quadri musicali deliziosi dal forte carattere descrittivo: “Pagodes”, suite ricca di incanto e di sonorità orientali, rese dal pianista sapientemente, “La soiree dans Grenade”, carica di atmosfere suggestive tipiche del mondo spagnolo, e la pagina forse più nota della musica di Debussy, intitolata “Jardin sous la pluie”, descrizione, di grande effetto, di un acquazzone autunnale. Il giovane pianista ha poi proposto la Sonata KV 547 in re maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart, l’ultima tra le sue sonate, composta nel 1789 e soprannominata “La caccia” per il tema iniziale cui è ispirata, che imita un segnale di caccia. Li Mingyang ha perfettamente risolto questa sonata, facendola risultare brillante e virtuosa, grazie alla sua abilità ed al suo temperamento poetico, calibrato secondo il gusto classico del compositore. Il secondo tempo del concerto è stato concentrato sul periodo romantico, con l’esecuzione dello Scherzo n. 4 di Brahms, scritto in età giovanile e sostenuto da una grande agilita’ tecnica. A conclusione la Parafrasi dal Rigoletto di Verdi, una delle più riuscite, di cui è autore Franz Liszt.

Successo di pubblico anche per i primi due appuntamenti del Macugnaga Piano Trail, di cui il primo concerto, domenica 4 agosto scorso, è stato aperto dalla pianista e direttore artistico della rassegna, Serena Costa, ideatrice del festival insieme al M° Marco Giovanetti, già direttore del Conservatorio Gaetano Donizetti di Bergamo, purtroppo recentemente scomparso a soli 59 anni.

Con le Kinderszenen  (Scene infantili) composte da Robert Schumann, la pianista ha trascinato ed incantato il pubblico con il suo pianismo ispirato, nel racconto di ciascuno dei tredici pezzi che le compongono. A conclusione della serata, in cui Serena Costa ha dimostrato grande sensibilità pianistica, il percussionista  Vadim Schischkin, primo timpanista dell’Orchestra sinfonica della Georgia, ha eseguito il Chiaro di luna di Debussy, nella versione per vibrafono e pianoforte, in duo con Serena Costa, dando vita ad un’interpretazione che ha suscitato nel pubblico una trascinante commozione.

Altrettanto successo di pubblico ha riscosso, sabato 10 agosto scorso, l’Orchestra dei Virtuosi dell’Accademia di San Giovanni, molto attiva presso il Duomo di Torino, e nata affiancando l’istituzione creata per favorire la diffusione del sacro nelle arti. Diretta dal M° Antonmario Semolini, l’Orchestra è stata protagonista del concerto insieme al giovane pianista sedicenne di Taiwan Chou Hung-Tse. Il pianista ha eseguito il concerto K 488 di Wolfgang Amadeus Mozart.

La seconda parte del concerto è stata dedicata alla Sinfonia n. 5 di Franz Schubert,  in cui il compositore dimostra un certo distacco dalle forme beethoveniane, tracciando un ritorno allo stile mozartiano. Per entrambi i brani il pubblico ha dimostrato un grande entusiasmo  con lunghi applausi e richieste di bis. L’interpretazione dataci dal maestro Semolini è stata rivolta ad evidenziare ogni minima sfumatura del testo musicale ed ha dimostrato una grande perizia nell’interpretazione delle pagine mozartiane, creando un fascinoso dialogo tra il pianista e l’orchestra.

Mara Martellotta

 

Nelle foto: la pianista e organizzatrice del festival, Arena Costa e il percussionista della prima serata

Arriva anche a Torino la pizza alle lumache

Diverse pizzerie di Torino si sono dimostrate interessate ad accogliere nel proprio menu quella che fino ad oggi era  considerata un’estrosa e variante per gourmand, la pizza con le lumache, che si candida invece a diventare piatto di “gastronomia popolare”. Verrà proposta ufficialmente  il 21 settembre a Piana di Monte Verna (Caserta), dove si terrà il 6/o convegno internazionale di elicicoltura con il patrocinio di Mipaaft e Regione Campania. La pizza alle lumache, certificate dal marchio Filiera Lumache Italiane, nasce come idea della Confederazione Italiana Elicicoltori. “La carne delle lumache ‘Helix’ – assicura l’associazione degli allevatori – è facilmente abbinabile, aiuta a rendere il piatto molto digeribile, grazie alla percentuale minima di lipidi e offre nel contempo un adeguato apporto di proteine. E’ semplice da gestire, una volta lessata e intenerita, pronta da essere messa sulla pizza in forno senza altri trattamenti”. La quantità ideale è di 30-35 grammi, 7-8 lumache sgusciate, con un costo reale paragonabile ad altri ingredienti tradizionali: prosciutto, formaggio e cozze.

Tesoretto Olimpico, la via Lattea centrale per le risorse

“Che il il cosiddetto ‘tesoretto olimpico’ resti in Piemonte dovrebbe essere un fatto scontato. Ma,
vivendo in una stagione politica sempre più allegra e sconclusionata, può capitare di tutto.
Comunque sia, e’ decisivo come si utilizzano quei fondi frutto della gestione delle Olimpiadi di
Torino 2006. La destinazione delle risorse ai Comuni olimpici – Via Lattea, pinerolese e Val Susa –
dovrebbe essere la bussola che orienta il comportamento dei legislatori. 29 milioni di euro, del
resto, sono e restano fondamentali per gli investimenti in queste aree e sarebbe decisamente
curioso, nonché singolare, se venissero destinati ad altri territori i e in altri luoghi.
Penso, e spero, che su questo versante ci sia una convinta e determinata convergenza politica e
istituzionale di tutti i parlamentari piemontesi”.

On. Giorgio Merlo, Sindaco di Pragelato

Università e alpini insieme all’osservatorio della regina Margherita

Col d’Olen, 23 agosto: Era il 27 agosto del 1907 quando fu inaugurato, sul massiccio del Rosa, l’Istituto intitolato al Professore dell’Università di Torino Angelo Mosso, un laboratorio scientifico che si affiancava all’Osservatorio già esistente, e che fu fortemente voluto dalla Regina Margherita. Lo scopo dell’Istituto fu quello di mettere a disposizione dei ricercatori laboratori più ampi e di permettere soggiorni di studio anche protratti ad alta quota.

Centododici anni dopo, l’Università di Torino e le Truppe Alpine dell’Esercito hanno voluto ricordare l’avvenimento in forma “ufficiale” attraverso una breve cerimonia, aprendo le porte dell’istituto ai visitatori, regalando anche un momento musicale con l’esibizione del coro “L’Eco” di Varallo Sesia.

Dopo i saluti istituzionali dei sindaci di Alagna Valsesia e Gressoney La Trinité, la giornata è proseguita con la visita guidata all’istituto, che conserva al suo interno un piccolo ma affascinante museo che ripercorre, attraverso l’esposizione di documenti ed attrezzature originali, la storia degli studi e delle esplorazione scientifica nelle Alpi.

Il professor Piergiorgio Montarolo, Direttore Istituto “Angelo Mosso”, ha evidenziato: “il connubio con le Truppe Alpine risale alle ricerche di Alberto Mosso, parimenti identificabile con la nascita dell’Istituto. Grande fu l’aiuto che gli alpini diedero, anche a livello logistico, nel supportare la costruzione dell’Istituto e dell’Osservatorio. Oggi come allora stiamo dando grande impulso all’istituto, grazie a nuovi progetti anche in ambito sanitario”. Queste strutture dell’Università degli Studi di Torino, ospitano oltre gli studenti anche gli alpini del servizio Meteomont che, tramite i dati acquisiti con la stazione di rilevamento, posizionata vicino all’Osservatorio, concorrono al controllo e allo studio per la previsione delle valanghe per la sicurezza in montagna. Oggi, come allora, gli alpini continuano a collaborare con l’Università.

Il Professor Michele Freppaz, della DISAFA (Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Ambientali) ha poi aggiunto: “vi è dal 2003 una convenzione tra le Truppe Alpine e l’Università di Torino, che regola i rapporti in diversi campi, tra cui lo scambio dati, l’assistenza alla ricerca e il contributo alla didattica, cui crediamo molto”. Dati che vengono raccolti sia d’estate sia d’inverno grazie all’attività del servizio Meteomont che, oltre quella presente sul Col d’Olen, analizza i dati anche di altre stazioni e di nuclei di rilevamento mobili, occupandosi anche dell’aggiornamento delle monografie dei settori di competenza.

 

Toccante è stato il momento in cui il Comandante della Brigata Taurinense, Generale di Brigata Davide Scalabrin, ha consegnato un ricordo ai discendenti del Professor Umberto Monterin, Direttore dei Regi Osservatori Geofisici del Monte Rosa dal 1927 al 1940, la cui intensa attività ha consentito l’acquisizione di numerose osservazioni meteorologiche e glaciologiche, che ad oggi costituiscono un patrimonio scientifico di notevole interesse per le attività di ricerca in ambiente alpino, oltre che di forte legame col territorio.

 

L’Istituto oggi è nel pieno della sua attività, con decine di progetti aperti e in corso, come sottolinea lo stesso Direttore. Progetti di respiro europeo e non solo, che fanno del “Mosso” una perla rara ed un ingranaggio essenziale del sistema “montagna” in Piemonte e in Valle d’Aosta.

Massimo Iaretti