Riceviamo e pubblichiamoTORINO, NORDAFRICANO SI SUICIDA IN CARCERE. SAPPE: “PENITENZIARI PERICOLOSAMENTE AFFOLLATI E POLIZIOTTI LASCIATI SOLI”
Ha deciso di togliersi la vita impiccandosi nella Casa Circondariale di TORINO dov’era detenuto. Ricostruisce l’accaduto VICENTE SANTILLI, segretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Oggi, presso la Casa Circondariale di Torino, un detenuto marocchino ubicato presso il padiglione B si è tolto la vita impicca dosi. Il tragico evento è avvenuto alle ore 13,00 circa. L’Agente di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Sezione detentiva, mentre si accingeva ad aprire la cella per consentire al detenuto di recarsi ai passeggi, si è accorto immediatamente che il soggetto non dava segni di vita, si era impiccato. Vano è stato il tentativo di rianimarlo, purtroppp non c’è stato più nulla da fare”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, commenta: “I problemi sociali e umani nelle carceri permangono, purtroppo, lasciando isolato il personale di Polizia Penitenziaria (che purtroppo non ha potuto impedire il grave evento) a gestire queste situazioni di emergenza. Abbiamo segnalato al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Roma le significative disfunzioni e inconvenienti che riflettono sulla sicurezza e sulla operatività della Casa Circondariale di Torino e del personale di Polizia Penitenziaria che vi lavora con professionalità, abnegazione e umanità nonostante una grave carenza di organico Il suicidio è spesso la causa più comune di morte nelle carceri ed un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti. Per queste ragioni un programma di prevenzione del suicidio e l’organizzazione di un servizio d’intervento efficace sono misure utili non solo per i detenuti ma anche per l’intero istituto dove questi vengono implementati. E’ proprio in questo contesto che viene affrontato il problema della prevenzione del suicidio nel nostro Paese. Ma ciò non impedisce, purtroppo, che vi siano ristretti che scelgano liberamente di togliersi la vita durante la detenzione”.
“Negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 22mila tentati suicidi ed impedito che quasi 180mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze”, conclude il leader nazionale del primo Sindacato del Corpo. “Il dato oggettivo è che la situazione nelle carceri resta allarmante”.
San Mauro, si riunisce il consiglio
Lunedì 28, alle ore 21, si riunisce il consiglio comunale. L’amministrazione comunale, guidata da Marco Bongiovanni, dovrà rispondere a ben 11 tra interrogazioni ed interpellanze presentate dalle consigliere di opposizione Maria Cuculo Vallino (Partito democratico) e Paola Antonetto (Udc). Nel merito sarà deliberata la ratifica della variazione di bilancio adottata dalla giunta municipale in via d’urgenza e la variazione al bilancio di previsione con l’applicazione dell’avanza di amministrazione del 2018. “Questo intervento – dice il consigliere di ‘Impegno per San Mauro’, Ugo Dallolio – è reso necessario da un minore introito derivante da quanto previsto per le sanzioni nel bilancio di previsione”. Inoltre il consiglio comunale dovrà anche deliberare su una proposta di delibera in materia di ‘Dichiarazione di pubblico interesse per il progetto di efficientamento energetico proposto dalla ditta Enel Si Srl” e su una proposta di ordine del giorno sulla Siria del gruppo consigliare del Movimento 5 Stelle. Qualora i lavori non venissero completati entro le 24 la sedura proseguirà martedì 29 ottobre alle ore 21.
Massimo Iaretti
Un francobollo dedicato a Goria
Poste Italiane comunica che oggi 26 ottobre viene emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico un francobollocommemorativo di Giovanni Goria nel 25° anniversario della scomparsa, relativo al valore della tariffa B pari a 1,10€.
Tiratura: cinquecentomila esemplari
Fogli da quarantacinque esemplari
Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.
Bozzetto a cura di Silvia Isola.
La vignetta raffigura, in primo piano sullo sfondo della facciata di Palazzo Chigi, sede del Governo della Repubblica italiana, un ritratto di Giovanni Goria; a sinistra, la vignetta è delimitata da un particolare della bandiera dell’Unione Europea su cui si evidenzia il logo della Fondazione Giovanni Goria.
Completano il francobollo le leggende “GIOVANNI GORIA”, “1943 – 1994”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.
L’annullo primo giorno di emissione è disponibile presso l’Ufficio Postale Asti Dante.
Il francobollo ed i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi, possono essere acquistati presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito poste.it.
Per l’occasione è stato realizzato anche un folder in formato A4 a due ante contenente il francobollo, una cartolina annullata ed affrancata, una busta primo giorno di emissione, al costo di 12€.
Momenti di tensione questa mattina a Canale Molassi, nei pressi del Sermig, dove un gruppo di ambulanti abusivi voleva esporre la propria merce, nonostante il cosiddetto “suk” sia stato vietato e la zona liberata dalle bancarelle nelle scorse settimane. Agenti in tenuta antisommossa hanno respinto i venditori non autorizzati. La zona è presidiata dalla polizia del commissariato Dora Vanchiglia e dalla polizia municipale.
“La tradizione di un popolo, di un luogo, di un territorio fa riferimento alla storia ma anche a usi e costumi, modi di dire e di vivere che definiscono in modo preciso l’identità di quel popolo, di quel luogo o di quel territorio, rappresentandone alcuni suoi tratti fondamentali. Ecco perché sono convinto che anche in Piemonte le tradizioni popolari non debbano solo essere custodite nei musei – per quanto preziosi nella loro funzione – ma debbano invece continuare a vivere fra la gente, attraverso la loro riscoperta e diffusione, per diventare un patrimonio realmente condiviso da tutti i piemontesi”, così ha affermato Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale nell’imminenza della prima Giornata nazionale del folklore e delle tradizioni popolari, indetta per sabato 26 ottobre, da una direttiva del presidente del Consiglio dei ministri nel luglio scorso.
“Il Consiglio regionale ha deciso di contribuire alla promozione delle tradizioni popolari rendendole innanzitutto più “social”, per avvicinare anche le giovani generazioni a questo inestimabile bagaglio culturale che connota la nostra regione”, continua il presidente.
Da domani sarà infatti avviata una nuova rubrica sull’account Facebook del Consiglio regionale che ogni giorno darà notizia dei proverbi e dei modi di dire in piemontese, un modo per riscoprire l’autenticità di una lingua e la sua capacità di descrivere il carattere e le attitudini dei suoi abitanti.
“Questa non è che una delle iniziative che intendiamo sostenere nell’ottica di una tutela sempre più attiva delle tradizioni popolari, perché si rafforzi la consapevolezza del loro essere un formidabile strumento di valorizzazione, anche turistica e quindi economica del Piemonte, nella loro molteplice ricchezza e varietà”, conclude Allasia.

IL GIORNALISTA INDAGA E SCOPRE CHE NELLA SERIE DI FIBONACCI C’E’ LA SOLUZIONE DI UN OMICIDIO COMMESSO A CUNEO
Un giallo, un «cold case», per dirlo all’americana. «Il libro parte da un omicidio effettivamente compiuto a Cuneo nel 1994 – racconta l’autore –. La vittima, un medico farmacista, uno degli uomini più noti della città, venne trovato orrendamente ucciso nella sua casa di Piazza Galimberti».
Da questo caso di cronaca, da un omicidio che scuote la pacifica Cuneo, ne nasce un caso giudiziario e giornalistico. Sulla piazza teatro del crimine, il giorno dell’omicidio, viene visto il fidanzato di una delle figlie del farmacista. «Figlia, “pecora nera” della famiglia che con problemi psichici si era ritirata a Spotorno». Indaga la polizia. In Procura si cerca di capire chi possa aver voluto uccidere il farmacista ed un giornalista decide di approfondire questa storia dai contorni foschi.
Il fidanzato della figlia è in carcere, ma 5 giorni dopo il suo arresto viene liberato. Il mistero si infittisce. L’unico sospettato e scagionato, ma il giornalista, autore del romanzo, fa una scoperta: «Nell’indagine c’era qualcosa che non si capiva: attorno al cadavere del farmacista c’erano dei segni, dei numeri che non si comprendevano – prosegue nel suo racconto Amandola –. Il giornalista scopre che erano i numeri di Fibonacci, matematico medioevale, che cercava le proporzioni della bellezza. Una serie dei suoi numeri è esposta sulla Mole Antonelliana». Ne esce un noir originale e potente, ironico ed efferato. Un continuo gioco linguistico, con un occhio spietato sulla provincia piemontese
Gian Piero Amandola, nicese, laureato in Giurisprudenza, è un volto noto della redazione Rai di Torino. In precedenza ha scritto per il Manifesto, l’Espresso, la Gazzetta del Popolo, Panorama, Corriere della sera, Stampa Sera, La Stampa, La Gazzetta del Piemonte. «I delitti perfetti di Dio» è il suo primo romanzo2
A giugno 2019 sarebbe ricorso il novantesimo compleanno di Anne Frank, adolescente ebrea che, reclusa nel rifugio di Amsterdam con la sua famiglia, nell’intento di sfuggire alla cattura da parte dei nazisti, scrisse quello che poi divenne il famoso Diario. Anne Frank, nata a Francoforte sul Meno il 12 giugno 1929, fu uccisa nel campo di concentramento e sterminio di Bergen Belsen nel febbraio del 1945. Il padre Otto, unico della famiglia a salvarsi, favorì la pubblicazione e la diffusione degli scritti di Anne. Domenica 27 ottobre presso il Centro Sociale della Comunità ebraica di Torino, Piazzetta Primo Levi 12, alle ore 17, si terrà un pomeriggio di studio curato dall’AEC (Amicizia Ebraico Cristiana) e dall’ADEI (Associazione Donne Ebree Italiane ).
Interverranno a narrare le vicissitudini, il significato, la diffusione del Diario di Anne due importanti studiosi: Alberto Cavaglion, storico e letterato, che di recente ha curato la prefazione del Diario uscito nella collana degli Oscar Mondadori. Cavaglion metterà in evidenza fra l’altro come, nella seconda stesura del Diario, Anne Frank risulti essere la sola e unica figura dell’epoca che abbia scritto immaginando la sua fine.Fiorenza Loiacono, psicologa psicoterapeuta ed esperta in tematiche inerenti la Shoah, evidenzierà le diverse declinazioni del Diario all’interno della società, anche alla luce dall’enorme successo raccolto dall’opera nel mondo, ciò che ha reso quasi mitica la figura di Anne Frank.
La scrittrice sudamericana più amata al mondo ha presentato ieri sera il suo ultimo libro
In occasione dell’uscita del suo ultimo libro “Lungo petalo di mare” (Feltrinelli) Isabel Allende ha incontrato il numeroso pubblico torinese alla Nuvola Lavazza, a dialogo con la scrittrice con Rosella Postorino.
Ancora una volta la scrittrice di lingua spagnola più letta al mondo riesce a mescolare sapientemente la grande Storia con l’immaginazione, qui in una grande epopea di migrazione, solidarietà, integrazione e passione per la libertà. Attraverso l’odissea di due esuli repubblicani catalani, Roser e Victor, viene ripercorsa la vicenda dei rifugiati del Winnipeg, la nave con cui Neruda portò in salvo più di 2200 persone dalla Spagna al Cile, al sicuro dalle rappresaglie franchiste. Due comparse d’eccezione in questo romanzo Pablo Neruda e Salvador Allende.
E quale voce più autorevole per parlare di rifugiati politici, della crisi dei migranti e dei richiedenti asilo se non quella della Allende, che dopo il colpo di stato scappò dal Cile in Venezuela. È stata quasi un’urgenza per lei scrivere questa storia per spiegare quali erano le motivazioni che hanno spinto tante persone a fuggire dall’Europa. La storia dei rifugiati del Winnipeg rappresenta in fondo la storia dei migranti di oggi, che fuggono da guerre e povertà per trovare un proprio posto nel mondo.
“Per uno scrittore è meraviglioso frugare nel passato per capire il presente, intrecciare la memoria dei personaggi con la memoria collettiva. Gli immigrati del 1939 della Winnipeg, a differenza di quelli odierni, vennero integrati nella società cilena e Neruda si prodigò molto per questo selezionando artisti, musicisti, filosofi, scrittori, tutta quella intellighentia che, insieme alla loro discendenza, ha dato un apporto enorme al Paese. Nonostante la chiesa cattolica e i partiti di destra accusassero i rifugiati di essere comunisti, socialisti, atei, violentatori e criminali, il popolo li accolse a braccia aperte.” E parlando di sradicamento la Allende comprende bene la gente che ha dovuto ricostruire la propria vita in un altrove rispetto alla propria patria, lei stessa ancora oggi non saprebbe dire dove si trovano le sue radici. È nata in Perù, ha vissuto pochi anni in Cile, poi in Venezuela e ora negli Stati Uniti, ma se le chiedono di dov’è lei risponde senza dubbio alcuno che è cilena.
Si illumina quando parla del Cile, del suo magnetismo speciale per chi ci è nato e ci vive e racconta di come molte persone che lo visitano finiscono poi per innamorarsene e andarci a vivere, persino adesso che sta attraversando un momento difficile. “In Cile – spiega – ci sono troppe disuguaglianze. Solo fino a poco tempo fa veniva definito un Paese stabile, prospero, ma le statistiche non riflettono le disparità, il fatto che il potere economico e politico è in mano a pochi.” E aggiunge: “Il sistema economico globale andrebbe modificato perché in questo momento storico il mondo è pieno di queste rivolte popolari che scaturiscono dalla rabbia e non da un’ideologia particolare.”
Il titolo del libro prende spunto da un verso di Pablo Neruda che descrive il Cile come “un lungo petalo di mare, vino e neve” e ogni capitolo si apre con un suo verso. La Allende racconta in un divertente aneddoto come, da ragazza, conobbe il premio Nobel quando era già molto famoso. La invitò nella sua casa di Isla Negra e lei entusiasta accettò pensando che fosse per un’intervista. Rimase sorpresa quando lui ridendo le disse apertamente che la considerava una pessima giornalista perché mai obiettiva, con la tendenza a mettersi sempre al centro e a inventare continue storie. Le consigliò di dedicarsi alla letteratura dove questi difetti si sarebbero trasformati in virtù.
Sul finale concede anche alcune curiosità sulla sua vita privata e ironizza sui “sacrifici economici” che deve sostenere per mantenersi bella alla sua età, strappando caldi applausi. Si sorprende molto quando le chiedono com’è l’amore a 77 anni e lei, scherzandoci su, tutte le volte risponde: “Non sono mica una mummia! È come a 18 anni con la differenza che lo vivo con più urgenza, senza perdere tempo con le meschinità e la gelosia, perché non si sa quanto tempo si ha davanti.”
Quando la Postorino tenta di raccontare i retroscena della sua ultima storia d’amore si infervora perché ci tiene a raccontarli lei in prima persona. Al suo terzo matrimonio la scrittrice, rivela in modo divertito, come ha fatto capitolare la sua ultima conquista con un vero e proprio attacco frontale. Dopo un lungo corteggiamento durato per mesi, nel corso del primo pranzo insieme a New York, si rivolge a Roger, suo attuale marito, esordendo così: “Senti, che intenzioni hai, perché io non ho tempo da perdere!” Dopo i ravioli finiti per traverso, invece di scappare, tre giorni dopo le ha chiesto di sposarlo, trasferendosi a casa di lei con solo il guardaroba, che lei ha buttato perché antiquato, e due biciclette.
L’incontro fa parte della rassegna Aspettando il Salone, Progetto di Fondazione Circolo dei lettori in collaborazione con Associazione Torino, La Città del Libro, con la partecipazione di Scuola Holden – Contemporary Humanities, Colti – Consorzio Librai Torinesi Indipendenti, Biblioteche Civiche Torinesi, TorinoReteLibri e Rete delle Case del Quartiere, e la collaborazione delle case editrici e dei più importanti Festival letterari autunnali italiani.
Giuliana Prestipino
Si sono svolte nel giorni scorsi le gare di nuoto in vasca e di nuoto per salvamento dei Giochi Mondiali Militari, evento organizzato con cadenza quadriennale dal CISM – Conseil International du Sport Militaire (Comitato Internazionale Sport Militari) e quest’anno di scena a Wuhan, in Cina. Tanti gli atleti italiani impegnati e tra loro anche alcuni piemontesi. Aurora Petronio (Fiamme Gialle/Rari Nantes Torino) si è piazzata quinta nella finale dei 200 farfalla con il tempo di 2’14’’85, mentre nella mezza distanza si è fermata in qualifica, 12esima in 1’03’’19. Ha poi nuotato anche nelle batterie della 4×100 mista femminile – nella frazione a delfino – contribuendo al passaggio in finale della formazione azzurra, poi sesta. Due gare individuali anche per Alessandro Bori (Fiamme Gialle/In Sport Rane Rosse), fermatosi in qualifica a ridosso dei primi 10 sia nei 50 sia nei 100 stile libero, con i tempi di 23’’40 e 51’’10 rispettivamente. L’atleta lombardo che dalla scorsa primavera si allena al Centro Nuoto Torino ha gareggiato in ben quattro staffette, settimo con la 4×100 stile libero mixed, con la 4×100 e la 4×200 stile libero maschile, e quinto con la 4×100 mista mixed, nella quale ha nuotato l’ultima frazione a stile libero in 49’’99.
Nel nuoto per salvamento è arrivata a un passo dal podio Giorgia Romei (Marina Militare), nuotatrice ligure di casa all’Aquatica Torino, quarta nei 200 ostacoli in 2’10’’33 e quarta anche con la 4×50 mista azzurra. Giorgia ha ottenuto anche un sesto e un settimo posto con le staffette 4×50 ostacoli e 4×25 manichino rispettivamente. Con lei si è tuffato Diego Giuglar (Marina Militare/Rari Nantes Torino), sesto in tutte le staffette e 11esimo nelle qualifiche di tutte le gare individuali cui ha preso parte: i 50 manichino (32’’50), i 100 manichino pinne (50’’98) e i 100 manichino pinne e torpedo (57’’78).
Ai Giochi Mondiali Militari di Wuhan è in gara anche Alice Franco (Esercito/Asti Nuoto), che ieri ha concluso la 10 km in acque libere in 2h15’30’’ e domani sarà impegnata nella 5 km. Tutti i risultati a questo link.
Le leggi del collezionismo
Un convegno promosso dall’Associazione Numismatica Taurinense. Tra i relatori l’avvocato torinese Simone Morabito, esperto in materia di diritto dell’arte
Le problematiche inerenti al collezionismo costituiscono il tema portante del convegno in programma sabato 26 ottobre prossimo dalle 10 all’Nh Hotel Ambasciatori a Torino, in corso Vittorio Emanuele II 104. Ad introdurre i lavori sarà il presidente dell’Associazione Numismatica Taurinense, dottor Eupremio Montenegro, associazione promotrice del convegno insieme alla NIA, Numismatici Italiani Associati.
Il colonnello Domenico Luppino tratterà il tema del collezionismo e della legislazione vigente, suggerendo interessanti spunti per una numismatica responsabile, mentre l’avvocato torinese Simone Morabito parlerà in merito alla problematica della modifica dell’opera d’arte, delle sue conseguenze e dell’appropriazionismo. Con questo termine si indica l’attività di quell’artista che, appropriandosi di elementi di un’opera d’arte realizzata da un terzo soggetto, la modifica, introducendovi nuovi elementi estranianti.
La giurisprudenza sia americana sia italiana, in assenza di una legge specifica in materia, ha fissato dei criteri per stabilire se un’opera sia stata copiata o se sia stata ispirata da un intento nuovo, per esempio parodistico. Un esempio è rappresentato dalle “Giacometti Variations”, realizzate da John Baldessari nel 2010 per la Fondazione Prada. Lo scultore si è ispirato, per le sue enormi modelle statuarie, alle opere di Alberto Giacometti intitolate “Grand Femmes debout III”, risalenti al 1960. In realtà il suo intento è stato assolutamente diverso. Giacometti non aveva mai realizzato opere alte 4 metri e mezzo. Mentre le figure femminili scolpite dall’artista elvetico raffigurano donne molto magre all’indomani del conflitto mondiale, Baldessari ha voluto cogliere attraverso i suoi tratti scultorei delle donne costrette alla magrezza dai canoni della moda. Le problematiche inerenti i gioielli d’epoca, la loro identificazione, I falsi, le repliche ed i restauri saranno, invece, trattati nel corso del convegno dalla dottoressa Raffaela Navone.
Il diritto dell’arte costituirà il tema portante di un altro evento, in questo caso sotto la duplice veste di conferenza e di convegno finalizzato all’aggiornamento professionale per l’Ordine degli Avvocati e dei Commercialisti, nell’ambito della sesta edizione di “Art & Law Conversation”, in programma mercoledì 30 ottobre prossimo.
Questo appuntamento è promosso dalla Commissione per il Diritto dell’Arte dell’Associazione BusinessJus, nata da un’idea torinese e presieduta dall’avvocato Simone Morabito, esperto in materia di diritto dell’arte. BusinessJus rappresenta un punto di osservazione unico, nato proprio a Torino, nel panorama nazionale per il diritto dell’arte, relativo all’osservazione dei cambiamenti che regolano il mondo dell’impresa nei suoi diversi aspetti.
L’appuntamento verterà sul tema “Il diritto dell’arte e le sue principali implicazioni economiche” e si terrà alla Casa d’Aste Sant’Agostino, in corso Tassoni 56, mercoledì 30 ottobre prossimo dalle 17. Moderatrice la dottoressa Vanessa Carioggia.
Tra i relatori, oltre all’avvocato Simone Morabito, l’avvocato Francesco Fabris, che tratterà il tema del disconoscimento dell’opera d’arte da parte dell’artista, i limiti legali connessi e le conseguenze economiche; il professor Paolo Turati, economista e docente all’Università degli Studi di Torino, che parlerà sul mercato dell’arte internazionale e le aste nel 2019; l’avvocato Angela Saltarelli, che parlerà della notifica o mancata autentica; il dottor Stefano Battaglia, che illustrerà il regime nelle compravendite di cose d’arte; il dottor Marco Boidi, che relazionera’ sul tema delle aliquote Iva applicate al mercato dell’arte, ed infine il dottor Claudio Carioggia, vicepresidente dell’Associazione nazionale Case d’Asta, che illustrerà la tematica figurante la fase dalla valutazione al diritto d’asta.
Mara Martellotta