ilTorinese

Il 4 Novembre alzabandiera in piazza Castello

“Giorno dell’Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate”

 

Lunedì 4 novembre, in occasione delle celebrazioni del “Giorno dell’Unita Nazionale e Giornata delle Forze Armate”, il Comando Militare Esercito Piemonte, in coordinamento con la Prefettura e il Comune di Torino, ha organizzato a Torino una serie di eventi per commemorare e ricordare un momento particolare della storia nazionale.

Alle ore 10.00 in Piazza Castello, alla presenza delle più alte Autorità civili e militari della città, si svolgerà la cerimonia dell’alzabandiera che intende confermare l’incontro tra il Paese e le Forze Armate.

Il servizio d’onore sarà svolto, alla presenza della Bandiera della Scuola di Applicazione dell’Esercito, del Gonfalone della Città di Torino e del Gonfalone della Città Metropolitana, da un Reparto di formazione costituito da Ufficiali frequentatori della stessa Scuola, Alpini della Brigata “Taurinense”, Carabinieri del Comando Regione “Piemonte e Valle d’Aosta”, Finanzieri del Comando Regionale “Piemonte” Le note dell’Inno Nazionale saranno intonate dalla Banda Musicale del Corpo di Polizia Municipale della Città di Torino.

A seguire, alle ore 11.00, sarà celebrata una santa messa presso il Tempio della Gran Madre di Dio al termine della quale verrà deposta una corona d’alloro al sacrario militare.

I momenti istituzionali termineranno alle ore 18.00 con la cerimonia dell’ammainabandiera che avrà luogo sempre in Piazza Castello.

Analogamente a quanto avvenuto negli anni scorsi, anche quest’anno l’Esercito aprirà al pubblico alcune delle sue caserme secondo il seguente calendario:

3 novembre:

–        Pinerolo (TO) – Caserma FENULLI (Museo di Cavalleria) – 10.00 – 12.00/15.00 – 18.00

 

4 novembre:

–            Torino – Palazzo Arsenale (Scuola di Applicazione dell’Esercito) – 09.00 – 12.00/14.30 – 17.00

–            Torino – Caserma “Monte Grappa” (Comando Brigata Alpina “Taurinense”) 09.00 – 12.00

–            Torino – Caserma “Pietro Micca” (Comando Provinciale Carabinieri) – 10.00 – 13.00/16.00 – 19.00

–            Rivoli (TO) – Caserma “Ceccaroni” (Comando Reggimento Logistico “Taurinense”) – 09.00 – 13.00

–            Venaria Reale (TO) – Aeroporto (34° AVES) – 10.00 – 12.00/14.00 – 16.00

–            Torino Caserma “Emanuele Filiberto Di Savoia Duca d’Aosta” (Comando Regionale Piemonte e Comando Provinciale Torino Guardia di Finanza) – 09.00 – 12.00

5 novembre:

–            Vercelli – Caserma SCALISE (Artiglieria a cavallo) – 09.00 – 12.30

A premessa delle celebrazioni del “4 novembre”, in occasione della ricorrenza dei “Defunti”, il giorno 2 novembre, alle ore 11.30, alla presenza delle Autorità locali e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, sarà celebrata la ricorrenza con la deposizione di una corona d’alloro al monumento dedicato ai Caduti di Nassiriya, sito in corso IV Novembre, lato piazza d’Armi.

Derby della Mole, decide De Ligt

Bello questo Derby, sanguigno, vissuto da entrambe le squadre con grande intensità dal primo minuto all’ultimo. Vince la Juve per l’unico errore commesso dai granata, ovvero lasciare libero Higuain in area, che ha potuto così servire l’assist vincente per la zampata di De Ligt.
Per il resto, le due squadre si sono affrontate sin dall’inizio a muso duro, spazi stretti da una parte e dall’altra, continui cambi di fronte, il duello Cuadrado-Belotti che ha fatto da leitmotiv per tutta la partita, a braccetto con le parate di Sirigu, il migliore dei granata con parate decisive.
Nella Juve, da segnalare la prestazione dell’olandese De Ligt, non solo per il goal nel suo primo Derby, ma anche – e soprattutto – per le ottime chiusure, per una sempre maggior autorevolezza dimostrata con buone iniziative, tipo il lancio lungo per Cuadrado all’8‘ e il tiro in porta su cross di Ronaldo al 45’, che ha impegnato Sirigu non poco.
Tra i migliori dei bianconeri anche Cuadrado – entrato ottimamente nel ruolo di terzino destro – e Pjanic, autore di alcune deliziose aperture per CR7, con il quale ormai si trova a memoria; peccato che la serata di grazia di Sirigu abbia impedito a Ronaldo di girare in rete un rasoterra al 42′ e poi al 56′ st, su contropiede ben innescato da Dybala.
Serata da gregario dunque per il portoghese, che comunque si dà da fare con sponde per i compagni da cui nascono interessanti triangolazioni con Pjanic, Dybala e Cuadrado.
All’11‘ l’episodio contestato: sul corner per il Toro, la palla finisce sul braccio di De Ligt, ma il VAR dice che non è rigore perchè dalle immagini si vede chiaramente che il difensore olandese prova ad evitare il contatto con la palla, ritraendo il braccio all’indietro. Con il nuovo regolamento non si guarda più all’intenzionalità, ma si valuta se l’aumento dell’ingombro determinato dal braccio avvenga in modo innaturale o meno: e qui è invece evidente che è stato naturale.
Al 36′ grandissima occasione per il Toro per passare in vantaggio, su bella iniziativa di Belotti, ma la palla arriva a Meitè, che da due passi la manda alta sulla traversa.
A questo punto la Juve preme sull’acceleratore, ed il finale del primo tempo è tutto dei bianconeri, con tentativi a rete di CR7, Bonucci di testa al 43′ sugli sviluppi di una punzione e De Ligt allo scadere, ma Sirigu para tutto il parabile e si va negli spogliatoi sullo 0-0.
La ripresa vede le squadre meno arrembanti, si allungano e si gioca su spazi un pochino più larghi; al 52′ st viene fischiato un fuorigioco di Bernardeschi, rimane il dubbio.
Sarri capisce che c’è bisogno di forze fresche e inizia le sostituzioni: al 58′ st dentro Higuain e fuori Dybala (comunque buona prestazione), ed al 66′ st fa entrare Ramsey per Bernardeschi, purtroppo ancora in ombra; ottimo impatto sulla partita per l’argentino e il gallese, che danno subito una scossa alla gara: il gioco della Juve si velocizza ed al 69′ il Pipita impegna Sirigu in una gran parata sulla sua girata al volo.
Subito dopo arriva il vantaggio bianconero: lasciato solo in area di rigore, Higuain serve una palla d’oro a De Ligt, che di destro insacca, stavolta nulla può il portiere granata.
Il Toro però non ci sta, e appena un minuto dopo impegna Szczesny con un bel tiro di Ansaldi dalla destra; dalla parte opposta, l’asse Ramsey-Higuain produce una ghiotta occasione al 72′ st, ma Sirigu sventa ancora una volta.
Ai tentativi del Toro di sfondare – Belotti e Zaza pressano i difensori bianconeri – , la Juve oppone scambi Cuadrado-Ronaldo-Higuain, che fruttano calci d’angolo e azioni prolungate in avanti, con buon palleggio.
All’84’ occasionissima per Ramsey, che si trova solo davanti a Sirigu ma il portiere granata esce di piedi, negandogli il goal.
Il finale di partita è tutto del Torino, alla disperata ricerca del pari, ma De Ligt e Bonucci chiudono ogni varco; al 93′ st i granata segnano, ma è fuorigioco netto, e il risultato non cambia più.
Ovunqueecomunque #finoallafine
Rugiada Gambaudo

Ragazza 18enne muore impiccata al cancello

Ore 10  odierne, in Loranzè (TO), i carabinieri, su segnalazione dei familiari , hanno trovato il cadavere di una ragazza 18enne, studentessa che, rientrando in casa dopo serata in discoteca, per non svegliare la sorella convivente, ha scavalcato la recinzione metallica abitazione, ed è rimasta impigliata al collo con il maglioncino. Sorella vittima se ne è accorta al risveglio, trovandola impiccata al cancello. Rilievi in corso da parte Carabinieri attesa medico legale.

Rock Jazz e dintorni. Il duo pianistico Bollani-Valdès e Roberto Vecchioni

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

 

Lunedì.  All’Arteficio si esibisce il duo voce e chitarra Cangini-Lodati. Al Teatro Regio per “Moncalieri Jazz” va in scena “Leonardo e il foglio perduto”, allestimento operistico con la Filarmonica  del teatro, con ospite Paolo Fresu.

Martedì. All’ auditorium del Lingotto suona il duo pianistico formato da Stefano Bollani e il cubano Chucho Valdès.

Mercoledì. Al Jazz Club è di scena l’Hammond Quartet del trombettista Manuel Concettini. Al Blah Blah si esibisce il quartetto californiano Dream Phases. All’Arteficio canta Estel Luz.

Giovedì. Al Jazz Club suona il quintetto del vocalist Ronald Baker. All’Off Topic si esibisce l’ex La Crus Cesare Malfatti mentre all’Hiroshima Mon Amour va in scena la prima serata di musica e arte varia “no phone”. Al Circolo della Musica di Rivoli suonano i Jennifer Gentle. Allo Ziggy si esibiscono i metallari Imperial Triumphant.

Venerdì. Al Folk Club Fabrizio Bosso e Giovanni Guidi  presentano il progetto “Revolutionary Brotherhood”. All’Hiroshima si esibisce il cantautore Giorgio Poi. Al teatro Colosseo è di scena Red Canzian. Allo Spazio 211 è di scena Stuart Braithwaite. Allo Ziggy si esibisce Lili Refrain mentre al Blah Blah suona Conny Ochs.

Sabato. Per “Moncalieri Jazz” al Castello, suona il quartetto del sassofonista Emanuele Cisi. Per “Novara Jazz” all’auditorium Brera, si esibisce la pianista Kaja Draksler. Al teatro Colosseo  Roberto Vecchioni presenta “ l’infinito Tour”.Al Circolo della Musica di Rivoli si esibiscono Maria Antonietta e Cecilia. Al Blah Blah suonano i Fucktotum mentre al Magazzino sul Po si esibiscono i Dead Cat in a Bag.

Domenica. Ad Alessandria all’Ostello il Chiostro suona il trio Sugar Sugar.

 

Pier Luigi Fuggetta

Torna “The italian job” con un bus sospeso sui tetti di Torino

Il Gruppo Building promuove un’installazione che unisce l’arte, il cinema e la storia moderna di Torino: a 50 anni dall’uscita nelle sale cinematografiche mondiali, il film The Italian Job torna nella prima capitale d’Italia con un intervento artistico straordinario nel suo cuore storico, precisamente a Domus Lascaris, dove dal 31 ottobre al 2 dicembre, grazie alla collaborazione con Artissima, sarà esposto un autobus ispirato proprio al film del 1969 interpretato da Michael Caine.

A Domus Lascaris, nel cuore di Torino il film The Italian Job diventa il protagonista di una sorprendente installazione, Hang On A Minute Lads… I’ve Got A Great Idea, dello scultore inglese Richard Wilson, a cura di Mark Hinchcliffe con Heidi Donohoe. Ispirata alla scena finale del film, l’opera è una grande scultura basculante, un pullman vintage a grandezza naturale che arriva a Torino attivando una serie di performance artistiche, raggiungendo il palazzo. Andando oltre i confini nazionali e sfidando l’uscita del Regno Unito dall’Ue, il progetto mette in primo piano l’arte e la cultura.

Derby della Mole, Sarri: “Partita tosta, ma ne siamo venuti a capo”

TORINO JUVENTUS 0-1

Con il  gol di De Ligt la  Juventus batte il Torino e vince il derby della Mole. Il commento del ct juventino Maurizio Sarri intervistato su Dazn: “Era una partita difficilissima, era chiaro che loro sarebbero entrati in campo con un altissimo livello di determinazione . In una prima fase dovevamo riuscire a controllare la loro aggressività prendendo possesso della partita in una seconda e terza fase. L’ abbiamo fatto in una partita sporca e di intensità. Non era una situazione adattissima alle nostre caratteristiche, una partita tosta e ne siamo venuti a capo. Era una partita in cui era difficile essere belli e il modo di giocare degli avversari la portava su binari diversi, erano condizioni difficili per la densità del Toro. Sono contento di quello che ho visto, questa era una partita che poteva metterci in grandissima difficoltà e invece la squadra ha reagito con armi non propriamente nostre, ed è un buon segnale”.

Si risveglino i moderati contro anarcoidi e fascistoidi

Sento già le critiche di vecchi e ( forse ) passati amici . Sei diventato un reazionario. Avrei
preferito conservatore democratico, ma la perfezione non è di questo mondo. Ora non posso più
tacere e non ho più voglia di tacere giacché mi sono stufato di sopportare.
Roberto Rosso vuole chiedere i danni erariali alla Sindachessa Chiara Appendino per come si
sta comportando sulla vicenda della Cavallerizza. Giustissimo, perché la Sindachessa copre in
ogni modo gli occupanti legittimandoli. Ora non c’ è dubbio alcuno che l’ ex asilo di via Livorno
è stato liberato esclusivamente per volontà dell’ allora Questore. Il perché è molto semplice:
questo ciarpame violento è uno dei cardini del potere della Sindachessa. Ci metta i soldi suoi e
non quelli della comunità per risolvere il problema degli occupanti. Scandalosa e’ stata la riunione
tra Prefetto Sindachessa e rappresentati degli occupanti, come se avessero legittimità nel
discutere con lo Stato il futuro della Cavallerizza. Inoltre, se mai qualcuno si è scordato, il Prefetto
e le Prefetture rappresentano il Governo. Governo silenzioso sulla vicenda. Come è stata
scandalosa l’astensione in Senato sulla proposta di Liliana Segre contro razzismo e nazifascismo.
Niente da fare, stanno tornando e si sono mimetizzati dentro il centrodestra condizionandolo
come si è palesemente visto. Destra o moderati, se ci siete battete un colpo. Persino Silvio
Berlusconi ha negativamente stigmatizzato il tutto. Centrodestra a trazione Meloni Salvini non
è proprio una bella cosa. Infatti sono imbarazzati i commenti di quelli di Fratelli d Italia verso il

Sindaco loro adepto che promuove la cena per commemorare la marcia su Roma. Imbarazzati
per alcuni perché sono costretti nel dire sottovoce che sono d’accordo. Il fascismo nel nostro
paese è ancora un reato.
Agli albori della sua adesione a Forza Italia parlavo con Roberto Rosso. Mi riprese perché
parlavo di destra. “Io sono di centro destra”.Mi scusai effettivamente Comba e Crosetto sono
definibili moderati. E che ci stanno a fare con una destra che scivola verso il fascismo ? Dicono
che fanno fuoco con la legna che hanno. La legna verde non va bene per essere bruciata. Anzi
è dannosa per il fuoco stesso. Persino Umberto Bossi era (e probabilmente è )

antifascista convinto. Dovrebbe essere nel DNA di ogni politico. Roberto Rosso se ne è convinto ed ha
costituito la sua corrente perché Fratelli d Italia sta troppo a destra. I moderati si agitano nel
loro schieramento . Ma per ora sono troppo deboli. E odio e rancore si diffondono sempre di
più. Ed odio e rancore non fanno ragionare producendo paure ed isterismi.
Ciò che vogliono fascisti ed antagonisti anarcoidi. Prima erano speculari . Facce della stessa
medaglia. Ora sono complementari , binari paralleli dove viaggia il treno della intolleranza. Nel
1977 tra eversione brigatista rossa e stragismo fascista le istituzioni erano sotto assedio. In
una riunione dissi: dobbiamo difendere lo Stato. Fui ripreso: difenderlo e cambiarlo. Ancora oggi
non so se era solo un sofismo.
So che oggi è più grave la situazione proprio perché i fatti si ripetono.Sono più gravi anche
perché si stanno saldando fascismo nazismo sciovinismo slavo ed antagonisti pseudo
rivoluzionari. Il loro unico scopo è imporsi. Simili le violenze. Da occupare a di

fatto votare contro Liliana Segre che porta con sé nell’anima e nel corpo le sevizie . Difendere la democrazia, questa
democrazia è essenziale per i nostri figli e per noi. Ai nostalgici delle dittature ricordo e chiedo :
in quale punto della scala sociale erano i vostri? Nelle dittature stanno bene solo i
privilegiati. Difendere la democrazia è difendere la nostra libertà e quella altrui.
Libertà non vuol dire fare quello che uno vuole. Sicuramente la libertà è dire quello che uno vuole
con  i dovuti modi. Chiara Appendino ha sbagliato come ha sbagliato chi si
è astenuto e cioè votato

contro Liliana Segre. Come ha avuto ed ha ragione Roberto Rosso e
spero tutta la giunta regionale , nel dire basta a questa deriva dell’onda nera . Moderati se non
conservatori insieme a progressisti nel difendere la nostra democrazia sia a Roma che Torino.
La storia è ad insegnarci che quando si pensa solo alla propria parte politica arriva qualcuno che
dice: ora ci penso io. E dopo ce n’è

solo per lui. Direi proprio: meditate gente e non fatevi fregare. Dopo si rischia che solo pochissimi potranno parlare e il
silenzio dei più sarebbe devastante.

Il forte di Exilles alla Regione Piemonte

Siglato l’atto di trasferimento da parte del Demanio 
Il presidente Cirio: “Un Patrimonio storico, culturale e turistico straordinario
che valorizzeremo insieme ai sindaci e ai cittadini di questo territorio”
La Regione Piemonte è ufficialmente il nuovo proprietario del Forte di Exilles: lo ha annunciato il presidente Alberto Cirio, incontrando il sindaco Michelangelo Castellano, insieme ai Sindaci dell’Unione Montana Alta Valle Susa e il presidente dell’Associazione Amici del Forte.
Si è stipulato nei giorni scorsi  l’atto notarile che trasferisce il Forte di Exilles dal Demanio alla Regione.
“Da oggi i cittadini del Piemonte diventano proprietari di un bene dal valore storico, culturale e turistico straordinario – sottolinea il presidente Cirio – È dal 2000 che un presidente della Regione non mette piede in questo luogo che rappresenta uno dei simboli del nostro territorio. Rilanceremo questa risorsa unica e lo faremo insieme ai Sindaci e ai cittadini di questa vallata”.
“Oggi – aggiunge il Presidente – abbiamo dato il via alla costruzione di un percorso condiviso che trasformi la valorizzazione del Forte di Exilles in un progetto a ricaduta per tutta la collettività. Siamo convinti che si possano creare concrete opportunità di sviluppo, ma per farlo dobbiamo partire dalle caratteristiche di questo luogo, ampliandone la fruibilità e lo sviluppo delle potenzialità turistiche”.
La Regione Piemonte, consegnataria del bene dal 1979, nel tempo ha investito circa 23 milioni di euro in interventi di recupero, manutenzione annuale e straordinaria, realizzazione di percorsi di visita, allestimento di spazi museali, costi di gestione, attività promozionale e pubblicazioni, organizzazione di attività culturali ed eventi. Di questi, circa 13 milioni sono stati utilizzati per opere di ripristino e restauro.
Attualmente sono in corso interventi di manutenzione ordinaria necessari a garantire la messa in sicurezza e la conservazione della struttura, eseguiti a cura e onere della Regione, che si prevede si concluderanno entro il 31 dicembre 2019.
Il Forte di Exilles è uno dei più antichi monumenti e sistemi difensivi del Piemonte. Non si hanno notizie certe sulla sua origine: i primi documenti che vi fanno riferimento risalgono al VII secolo e sicuramente esisteva come costruzione articolata già nel 1155. Risale invece al 1339 la sua prima vera descrizione come rara struttura del “castello di strada”, costruzione fortificata quadrangolare con torri, strade e magazzini esterni, diverse cerchia di mura difensive intorno al nucleo interno, una barriera esterna che dava sulla strada del Monginevro, importante collegamento tra il Piemonte e la Provenza. Continue guerre ne decretarono, tra il ‘500 e il ‘700, il passaggio dai Francesi ai Savoia e viceversa. Raso al suolo dai francesi nel 1796, fu riedificato tra il 1818 e il 1829 dal Re di Sardegna, ritornato in possesso dei suoi territori. Il Forte viene disarmato nel 1915 ed il suo armamento trasferito sul fronte orientale della Prima Guerra Mondiale, ma continua ad essere utilizzato come deposito e centro di reclutamento durante la Seconda Guerra Mondiale, perdendo definitivamente ogni funzione militare al termine del conflitto.

Due fratelli arrestati per spaccio

A casa più di mezzo chilo di droga
Due giovani fratelli albanesi di 29 e 23 anni sono stati arrestati dagli agenti della Squadra
Volante per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.
Nella mattinata di sabato scorso, a seguito di attività info-investigativa, gli agenti si sono recati,
con i cani antidroga, a casa dei due fratelli, in corso Traiano.
Dopo aver fatto accesso nell’abitazione, gli agenti hanno rinvenuto diversa sostanza
stupefacente nascosta in diversi posti nella maggioranza dei casi in giare di vetro.
Complessivamente, i poliziotti hanno sequestrato più di 400 grammi di marijuana e quasi 180
grammi di hashish, oltre a 1200 euro in contante. Contestualmente gli agenti hanno anche
rinvenuto documentazione relativa all’attività di spaccio, telefoni cellulari e un bilancino di
precisione, quest’ultimo nascosto sotto un cuscino del divano.
(foto archivio)

La Resistenza tradita

Il 26 agosto del 1990, come ogni anno i dirigenti della Federazione Psi di Reggio Emilia si ritrovarono al camposanto di Casalgrande per commemorare il sindaco Umberto Farri, ucciso nello stesso giorno del 1946 ‘per mano ignota’.

Prese la parola Mauro Del Bue, allora deputato, oggi direttore del ‘L’Avanti’, che nell’orazione ufficiale disse “La vicenda dell’assassinio di Ferri si inquadra in un insieme di violenza di origine politica che insanguinarono la provincia di Reggio Emilia nell’immediato dopoguerra”. Dopo di che invitò esplicitamente “il Comitato per l’ordine democratico di Reggio Emilia ed il suo presidente in particolare (l’onorevole Otello Montanari) ad individuare strumenti per fornire un’aggiornata versione storica e politica sugli atti di sangue del dopoguerra e sul delitto Ferri tra questi”,  andando poi a toccare un nervo scoperto con l’approfondire le ragion per cui Reggio Emilia “è stata la capitale della violenza politica … negli anni immediatamente seguenti la Liberazione e duranate la fase del terrorismo rosso, originato da un gruppo politico che ebbe i natali nella nostra città”. A questo fece eco, diventando un caso nazionale, la dichiarazione rilasciata da Otello Montanari, ex partigiano ed ex deputato comunista, presidente all’epoca dell’Istituto intitolato ad Alcide Cervi ed animatore del Comitato per il Primo Tricolore, che rilasciò il 28 agosto al ‘Resto del Carlinoo’, nella quale – riferendosi all’omicidio dell’ingegner Arnaldo Vischi, direttore tecnico delle Officine Reggiane, ucciso a Correggio il 31 agosto 1945 – Montanari affermò che tale omicidio non fu opoera di fascisti, come all’epoca venne sostenuto, ma di persone iscritte al Pci, che il Pci stesso, per opera dei suoi massimi dirigenti coprì. Tali dichiarazioni, furono come un cerino gettato in una polveriera ed ebbero, effettivamente, dei notevoli echi sugli organi di stampa in una stagione in cui il web era ai primordi ed i social erano tutti da venire.

L’intera vicenda sulla violenza politica a Reggio Emilia e nella regione Emilia Romagna, che lo scambio a distanza Del Bue-Montanari, ebbe il merito di riportare alla luce dopo anni di ‘sonno’, fu al centro di un interessante convegno organizzato dal Psi della città emiliana con atti che sotto il titolo di ‘La Resistenza Tradita’ vennero pubblicati nel 1990 a cura della ‘Direzione Psi-Ufficio centrale Stampa e Propaganda’. Erano quelli gli anni della segreteria di Bettino Craxi che aveva ormai definitivamente gettato nel cestino i residui degli accordi con il Pci, un Pci che – sull’onda del Crollo del Muro di Berlino – stava in quel momento cambiando pelle e nome. Di particolare interesse è la lettura della relazione introduttiva di Mauro Del Bue ‘Perché la verità della storia diventi storia della verità’. I vari interventi del convegno non vanno a contestare quanto accadde nel periodo della guerra civile, ma la vera e propria mattanza che si verificò nel cosiddetto ‘Triangolo della morte’ in Emilia nel periodo successivo alla fine della guerra, che, a detta dei vari relatori “Nulla ebbero a che fare con la Resistenza”:

Massimo Iaretti