Un gruppo di militanti antagonisti ha assaltato un gazebo di Fratelli d’Italia a Torino, in corso Racconigi. “I centri sociali antagonisti – commenta Stefano Bolognesi, consigliere della circoscrizione 3 – hanno attaccato violentemente un nostro gazebo, tentando di rubare materiale e bandiere e aggredendo i militanti. Ringrazio le forze dell’ordine presenti per essere intervenute immediatamente e avere interrotto la violenza schierando il reparto celere”. Solidarietà da parte del sindaco Stefano Lo Russo, dai parlamentari di Fdi e da Forza Italia.
Convogli in ritardo fino a un’ora e mezza e treni cancellati questa mattina alla stazione di Porta Nuova. La causa un guasto che ha bloccato la circolazione ferroviaria a Milano. Trenitalia stamane ha invitato non mettersi in viaggio attraverso Milano, se non strettamente necessario. L’azienda ferroviaria spiega che “poco prima delle 8, si è verificato un problema tecnico alla linea elettrica che ha interessato una parte dei binari di Milano Centrale. Le cause sono in corso di accertamento. I collegamenti da e per Venezia, Bologna e Genova sono stati fortemente rallentati e, per limitare i disagi, alcuni treni hanno effettuato la fermata nelle altre stazioni milanesi o hanno subito limitazioni di percorso. La linea da e per Torino è stata sempre attiva. I tecnici di RFI sono intervenuti per effettuare le opportune verifiche tecniche alla linea elettrica e dalle 10.30 la circolazione ferroviaria è ripresa gradualmente”
ROSSO E FONTANA: TORINO SU BRUTTA CHINA. SOLIDARIETA’ ALLE PERSONE COLPITE, MA DOV’E’ LO RUSSO?
“Dov’è Lo Russo? A prendersi ancora un caffè e fare progetti culturali ad Askatasuna?” a domandarselo il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana rispettivamente segretario provinciale e cittadino di Forza Italia a Torino.
“Condanniamo fermamente le due aggressioni subite in poche ore l’una dall’altra da un circolo Arci e a militanti di Fdi in Corso Racconigi. La situazione sta degenerando rapidamente a Torino. Sono state anche chiare le forze dell’ordine al riguardo con una nota firmata congiuntamente da tutti i rappresentanti delle forze di polizia. L’amministrazione Lo Russo ha perso qualsiasi credibilità al riguardo, in particolare dopo aver flirtato con i centri sociali in pendenza peraltro di un processo penale. E’ necessario un cambio di strategia: chiediamo la nomina di un commissario straordinario per la sicurezza a Torino che vada a sostenere l’azione della Giunta Comunale” spiegano i due azzurri.
Concludono Rosso e Fontana: “Noi non abbiamo paura di condannare l’attacco al circolo Arci, ci chiediamo il perchè del silenzio del Pd e del capogruppo Cerrato su quanto accaduto agli agenti al corteo per Ramy e poi ai militanti di Fdi. Non solo però troviamo estremamente grave che siano state negate. ancora una volta, comunicazioni sui fatti del corteo a Ramy in Sala Rossa. Forse il centrosinistra sta ancora facendo campagna elettorale provando a mantenere i voti degli estremisti di Askatasuna? Questa tacita connivenza è pericolosa”.
La prima immagine, forse un po’ sfocata, che ho di Gian Mesturino è un’immagine di teatro, lui sul fondo del palcoscenico del Carignano nelle vesti di un “soldato” – recitava così la distribuzione dei ruoli -, oltre la fitta rete dei molti attori che riempivano “La devozione alla Croce” di Calderon de la Barca che Gianfranco De Bosio aveva messo in scena per la stagione dello Stabile torinese. Quella foto può essere sfocata perché sono trascorsi oltre cinquantasette anni, era l’inizio di ottobre del 1967, nelle decadi che sono seguite abbiamo parlato di quello che doveva essere stato il suo esordio, degli incidenti che avevano accompagnato quella messinscena e delle sostituzioni, delle presenze di Pani e di un grande Mauri e di Adriana Asti. Lontanissimi ricordi che chissà chi ha ancora voglia di coltivare. Debutto che forse “La devozione” non era se le cronache di Solonghello che sta nel cuore del Monferrato scrivono che all’età di cinque anni era stato assoldato in qualità di siparista nel piccolo teatro del paese. E poi, nella sfera mia più personale, un’occasione felicissima, quando poco più di quarantacinque anni – quanti conti si fanno ormai con i calendari – intervenne con Germana al mio matrimonio per cui ancora oggi lui è là, in più di una foto, dentro un album, sorridente, con altri amici del mondo teatrale torinese, sui gradini della chiesa lassù in collina. Era nato nell’agosto del ’42 Gian, era architetto e scenografo – quante scenografie avrà inventato negli studi Rai e per i cartelloni di Torino Spettacoli? -, aveva con l’amico Girolamo Angione preparato e rivisitato per i palcoscenici di oggi il repertorio di Plauto, aveva reinventato luoghi teatrali e li aveva rianimati, aveva con grande passione sin dai primi anni d’attività scommesso su testi che ambientava nella sala Valentino e nell’atrio (un “Don Cafasso” con il già scomparso Fulvio Bava) del Nuovo.
Cultore di gialli, aveva strappato i diritti di “Trappola per topi” della Christie ed era vissuto di rendita per anni, con una ineguagliabile risposta del pubblico; aveva inventato tra le mura del Gioiello, passato da sala cinematografica a teatro, gli spettacoli a lunga tenitura, intramontabili, prova tangibile quel “Forbici Follie” che festeggia in questa stagione i venticinque anni di vita e di continuo successo. Sempre con una passione ineguagliata aveva dato luogo ad appuntamenti e a rassegne e a festival, creando “Vignaledanza” e “Il gesto e l’anima”, “Isola di Pasqua” e “Natale Bimbi” e il teatro classico tra i ruderi del teatro romano di Bene Vagienna e molto altro ancora. Aveva percorso l’insegnamento e ancora tirava tardi – “la mia giornata non è ancora finita, ho ancora da vedermi un po’ di cose della scuola” lo sentivi ancora ripetere di recente, quando lo incrociavi al Gioiello o all’Alfieri, seduto nelle ultime file a “controllare” un suo spettacolo ospite di realtà che non gli appartenevano più da quando, da due stagioni, aveva traghettato le sale nelle mani del Frabrizio Di Biase Entertainement, o semplicemente da spettatore, buon conoscitore, attento, insaziabile di nuove prove, “vittima” di quel Liceo Coreutico di corso Moncalieri che ancora presiedeva, “ma il merito di tutto quel che abbiamo costruito andrà sempre a Germana, io venivo sempre dopo di lei”. Ma non era vero, Gian non si risparmiava, negli undici anni dalla scomparsa della moglie non aveva mollato, perché doveva essere così, perché il teatro era la sua casa e il pubblico era il suo pubblico: per cui se salivi gli scalini che danno sulla platea dell’Erba, inconfondibile gioiello di famiglia, te lo trovavi lì, con un “benvenuti” sulle labbra a staccarti premuroso il biglietto. Oppure sapevi che contento varcava la quarta parete per rivestire gli abiti poveri del “Gelindo” – come aveva ancora fatto il 22 dicembre scorso -, un testo che lui stesso aveva scritto attingendo dal repertorio popolare. Questo era Gian e molto altro ancora, in una rete di ricordi che nel momento della scomparsa si affollano alla mente.
Non si era mai trincerato dietro quel bianco barbone da vecchio patriarca, non era un uomo per il quale era sufficiente stare a guardare, si era sporcato le mani e gli piaceva farlo, aveva trasmesso passione e cuore e intelligenza, aveva dato casa a Piero Nuti e ad Adriana Innocenti, si era circondato di validi collaboratori, soprattutto a un manipolo di giovani aveva dato tutto l’entusiasmo di cui era capace. Anche a loro spetterà continuare. Soprattutto a Irene, che oggi dovrà essere la vera e infaticabile anima della conduzione di Torino Spettacoli, a Miriam che continuerà a viaggiare per lo stivale rappresentando testi e raccogliendo successi, ad Eva, più appartata, nella sua carriera di medico e altresì di pittrice. Il roisario sarà recitato lunedì alle 18,30 nella chiesa Madonna Addolorata al Pilonetto, i funerali nella medesima chiesa martedì alle 10.
Elio Rabbione
Tutto pronto per le Universiadi invernali 2025
Torino e le valli olimpiche saranno dal 13 al 23 gennaio il palcoscenico della 32ª edizione delle Universiadi invernali (FISU World University Games 2025), una vera e propria festa dello sport che vedrà oltre 2.000 studenti-atleti di 55 nazioni, tra cui 53 italiani, competere per conquistare i 90 titoli in palio.
La manifestazione è organizzata da un comitato composto da Ministero dello Sport, Regione Piemonte, Città metropolitana e Comune di Torino, Federazione Italiana Sport Universitario, Edisu Piemonte, Centro Universitario Sportivo di Torino.
Le gare
Il programma comprende 13 discipline, ospitate in 6 differenti località:
– a Torino il Palavela ospiterà le gare di short track e di pattinaggio di figura e al PalaTazzoli si disputeranno il torneo femminile e le semifinali e finali maschili di hockey su ghiaccio e i tornei maschile e femminile di curling
– Bardonecchia sarà la sede di sci alpino, freestyle e snowboard
– Pragelato sarà teatro di biathlon, fondo e ski-orienteering
– a Sestriere debutterà lo sci alpinismo
– nei palazzetti di Torre Pellice e Pinerolo si giocheranno le fasi preliminari dell’hockey maschile.
Per la prima volta nella storia delle Universiadi, gli studenti-atleti normodotati e con disabilità gareggeranno sulle stesse piste di sci alpino e sci di fondo: un grande motivo di orgoglio per questa edizione dei Giochi, che fa dell’inclusività un elemento cardine e ribadisce il valore dello sport quale strumento per il cambiamento e veicolo di formazione, crescita e integrazione.
Per informazioni su giorni, orari e costo dei biglietti (quando previsti) di tutti gli appuntamenti sportivi e non consultare http://wugtorino2025.vivaticket.it/
Il programma culturale
Ricchissimo anche il programma culturale realizzato in occasione dei Giochi, ad iniziare dalla cerimonia di apertura del 13 gennaio nell’Inalpi Arena. Tra i vari artisti di fama internazionale presenti spicca Giovanni Allevi, che mediante verso l’esecuzione di alcuni suoi brani di maggior successo parlerà alla platea di giovani universitari dello spirito che lega lo sport alla musica e del potere della musica e dell’arte come veicolo di connessione e responsabilità.
E poi ancora: concerti, mostre, dibattiti scientifici di rilievo internazionale, eventi e notti bianche per far assaporare davvero a tutti il clima dei Giochi.
Da segnalare gli incontri in programma nella bolla di piazza Castello e le mostre “Passion and Sport through time” nell’Archivio di Stato (un viaggio nella storia delle Universiadi attraverso i suoi oggetti, dal braciere originale delle prime edizioni a cimeli storici e medaglie del passato fino a quelle presenti, con il logo dell’evento, passando per l’evoluzione del design della fiaccola) e “Passione e Sport nel Tempo” in piazza San Carlo, che ripercorre il viaggio degli sport invernali dalle loro origini fino alle competizioni high-tech di oggi esplorando come la passione per queste attività abbia plasmato le comunità, ispirato gli atleti e unito le nazioni.
Nella giornata di venerdì 10 gennaio, presso l’istituto Valsalice di Torino, si è svolto un importante incontro con il dott. Franco Berrino, che ha parlato con sapienza, simpatia e passione in un’aula gremita di studenti della scuola media. L’evento è stato moderato dal prof. Andrea Olivazzo, docente di Tecnologia che, da diversi anni, dedica una parte di tempo delle sue lezioni ad affrontare un discorso sempre più significativo all’interno delle scelte di vita consapevoli: quello dell’alimentazione quotidiana.
“Il tema dell’alimentazione – ha dichiarato il prof. Andrea Olivazzo – l’ho sempre ritenuto importante, ed è giusto che i ragazzi possano riflettere e prendere consapevolezza di quanto le scelte alimentari influiscano su corpo, mente e ambiente. La presenza del dottor Berrino è la dimostrazione di quanto l’intero istituto Valsalice abbia a cuore la salute e il futuro delle nuove generazioni”.
Il dott. Franco Berrino, laureatosi in medicina e chirurgia all’Università di Torino e specializzatosi in anatomia patologica, si è poi dedicato soprattutto all’epidemiologia dei tumori. Dal 1975 al 2015 ha lavorato all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, dove ha diretto il Dipartimento di medicina preventiva e predittiva. Volto noto della lotta a un’industria alimentare che produce cibi sempre più sterili, raffinati, trattati chimicamente e potenzialmente pericolosi per la salute, è anche tra i fondatori de La Grande Via ETS, una Fondazione che promuove la consapevolezza di essere artefici della propria salute, fisica ed emotiva, e il benessere duraturo conquistato attraverso la scelta del cibo che viene mangiato e dell’attività fisica che viene compiuta. Un percorso finalizzato a divenire partecipi dell’armonia e della salute della comunità umana e del pianeta.
Proprio in questa direzione si è svolto l’intervento del dott. Berrino, che ha saputo catturare da subito l’attenzione dei giovani studenti spiegando due ricette sane e gustose di biscotti da preparare velocemente in casa, proponendo contemporaneamente una riflessione divenuta centrale all’interno dell’incontro.
“Tornare a cucinare e scegliere cosa mangiare è importante per noi e per il pianeta – ha dichiarato il dottor Berrino – oggi, purtroppo, è il cibo a scegliere noi. Questo succede a causa dei bombardamenti pubblicitari da parte dell’industria alimentare”.
“Dobbiamo sempre tenere a mente che scegliere cosa mangiare è una scelta che influisce non soltanto sulla nostra salute, ma anche sulle sorti del pianeta, sulle sue risorse – ha continuato il dottor Berrino – una delle cause della fame in Africa è dovuta alla coltivazione sterminata, voluta dal mondo occidentale, di soia, legumi e cereali finalizzati a diventare cibo per ingrassare gli animali in allevamento, in modo da ottenere più carne, più latte, più “prodotto da vendere”. A quale costo, però? Gli animali si ammalano a causa di un’alimentazione innaturale e, di conseguenza, ci ammaliamo tutti noi che consumiamo il prodotto in forma di carne, latte, formaggi e derivati. L’uomo si è abituato oggi a mangiare cibi che non hanno mai fatto parte della sua dieta nel corso dell’evoluzione, alimenti sempre più raffinati come la farina 00, pieni di conservanti e trattati chimicamente per garantire una maggior durata, lo zucchero della pasticceria industriale, che posso definire “veleno”, vista la quantità di studi scientifici che lo collegano a molte gravi patologie sempre più presenti nella nostra società”.
“Il mio consiglio – ha concluso il dott. Berrino – è quello di tornare in cucina, di preparare con le vostre mani ciò che andrete a mangiare. Noterete anche dei benefici a livello economico. Tornare a mangiare il cibo dell’uomo, ovvero verdura, legumi, cereali, frutta fresca e secca come base fondamentale della nostra dieta significa allontanarsi dal consumismo imposto dall’industria alimentare. Cercate di mangiare cibo biologico, integrale, consapevoli della preparazione che l’ha portato fino al vostro piatto”.
Gian Giacomo Della Porta
Leggi l’articolo su Alessandria Sarà:
Vecchioni, Luci a San Siro e il concerto al Music Hall di Casale del 1977 nei ricordi di un liceale
“Non sono la Tav, la Palestina, la morte di Ramy che portano questi ragazzi in piazza a scontrarsi con la polizia. La motivazione è che sono dei delinquenti che prendono lo spunto da qualsiasi cosa succeda per scendere in piazza a scontrarsi con la polizia. La mia convinzione, a livello personale, è che le forze dell’ordine dovrebbero poter usare molta più durezza per prevenire e combattere queste
situazioni”. L’agenzia Ansa riporta le parole presidente del Consiglio regionale del
Piemonte, Davide Nicco, intervistato da Grp
“Da presidente del Consiglio regionale, invece – osserva Nicco – sono dispiaciuto del fatto che non tutte le forze politiche abbiano preso una posizione di netta ed esplicita condanna dei fatti. Perché un consigliere regionale ricopre un
ruolo istituzionale e i ruoli istituzionali devono
necessariamente essere rispettosi delle leggi.
Si è verificato addirittura l’assalto a una caserma”
Prima degli ultimi fatti – conclude Nicco – è stato
presentato un ordine del giorno di sostegno e vicinanza alle forze dell’ordine. Dopo i fatti dell’altra sera quest’ordine del giorno diventa di stretta attualità”.
Bomba carta contro il circolo Banfo
Ieri sera, venerdì 10 gennaio, una bomba carta ha divelto la serranda e frantumato le vetrate del Circolo ARCI Antonio Banfo di via Cervino 0 a Barriera di Milano.
Al momento, non si conosce la matrice dell’atto.
Andrea Polacchi, presidente di Arci Torino commenta:
«Un atto gravissimo ed estremamente preoccupante ai danni di un presidio di solidarietà e integrazione del quartiere. Arci sarà in prima fila nel sostenere il Circolo e tutta la comunità democratica di Barriera che è scesa in piazza appena saputa l’esplosione. Oggi alle 13 è previsto un presidio di solidarietà davanti al Circolo».
Daniele Sacco e il “Cambio”

Dicono che il conte di Cavour, che pranzava al “Cambio”, si senta più solo dal 1 gennaio quando il cav. Daniele Sacco ha lasciato dopo 42 anni la direzione del ristorante, che con lui si era aperta alle novità, rimanendo una valida tutela della tradizione dell’unico locale storico di Torino, fondato nel 1757. Nella sua storia più recente Sacco ha attinto all’esempio del proprietario e direttore il comm. Parandero, che tenne mirabilmente il locale per lunghi decenni persino durante la guerra. I locali del “Cambio” appartengono oggi all’erede di Parandero che è molto orgogliosa di suo padre. Ricordo i pranzi con la mia famiglia : mio padre era di casa anche per motivi di lavoro.

